In rilievo, Lettere

Il Presidente di FIAB Teramo Gianni Di Francesco, nel condividere quanto scritto dal Coordinatore FIAB Abruzzo e Molise, Giancarlo Odoardi interviene sugli ultimi drammi che hanno insanguinato le strade della nostra Provincia

“Il dispiacere è immenso! Una giovane vita ancora spezzata sulle strade della nostra provincia. A Flavia si sono aggiunti in pochi giorni altre tragedie con vittime anche più giovani in tutto il nostro paese, il nostro futuro sacrificato sull’altare della motorizzazione ad ogni costo! Chiedo ai nostri politici di fermarsi a riflettere se tutto ciò può essere ancora sostenibile!

Chiedo a tutti gli amministratori delle città della nostra Provincia – continua Di Francesco – di accelerare le misure atte a renderle più sicure e vivibili. Alle corsie ciclabili nel Comune di Teramo si sono aggiunte proprio in questi giorni quelle di Montorio al Vomano con molte ‘zone 30’, ne siamo felici, ma chiediamo di più: strade scolastiche in tutte le scuole, non singole sperimentazioni pilota, chiusura dei centri storici alle auto private, più spazi sicuri per pedoni e ciclisti!

FIAB – conclude Gianni Di Francesco – è a disposizione con i propri tecnici del Centro Studi nazionale, per dare supporto ai tecnici dei Comuni, anche sulla scorta delle indicazioni dell’ANCI, per attuare quanto, sempre più, l’Europa ci chiede!”

 

FIAB TERAMO

 

 

Teramo, 27 agosto 2022

 

In allegato, qui di seguito, il comunicato del coordinatore FIAB Abruzzo e Molise, Giancarlo Odoardi:

 

“Incidenti stradali: avviene tutto in città! (ISTAT 2021) – I recentissimi e drammatici incidenti, avvenuti a Scoppito nell’Aquilano e a Roseto nel Teramano, in cui hanno trovato la morte due utenti della strada in bicicletta travolti da altrettanti utenti in auto, vanno crudamente a riempire le statistiche dell’incidentalità stradale del 2022, come ahimè è già accaduto per il 2021 e per gli anni addietro, in una triste elencazione di fatti prevedibili e previsti di cui ci dà contezza l’ISTAT, che raccoglie i numeri di questa inarrestabile mattanza.

La situazione pandemica e le misure per contenerla hanno influenzato l’andamento dell’incidentalità stradale negli scorsi anni, ma sembra che l’esperienza della ridotta mobilità non abbia insegnato nulla e che la situazione sia tornata ai livelli di quella “normalità” che si credeva di poter tenere lontana.

Nel 2021 sono stati 2.875 i morti in incidenti stradali in Italia (+20,0% rispetto all’anno precedente), 204.728 i feriti (+28,6%) e 151.875 gli incidenti stradali (+28,4%), valori tutti in crescita rispetto al 2020.

Le vittime aumentano tra tutti gli utenti della strada rispetto al 2020. Se ne contano 169 tra gli utenti su mezzi pesanti (+44,4%), 695 tra i motociclisti (+18,6%), 471 tra i pedoni (+15,2%), 1.192 tra gli occupanti di autovetture (+17,1%), 67 tra i ciclomotoristi (+13,6%). Per biciclette e monopattini elettrici si registrano 229 vittime (+30,1% rispetto al 2020). Con riferimento ai soli monopattini elettrici (conteggiati dal 2020), gli incidenti stradali che li vedono coinvolti, registrati in tutte le province italiane, passano da 564 del 2020 a 2.101, i feriti da 518 a 1.980, mentre i morti (entro 30 giorni) sono 9, più un pedone deceduto.

Ma tra i dati più significativi e allarmanti spiccano quelli relativi al luogo del sinistro: ben il 73,1 % di incidenti avvengono su strade urbane, poco meno del 22% su strade interurbane e solo il 5% in autostrada. E i pedoni e i ciclisti si muovono soprattutto nelle aree urbane e anche extraurbane. Se poi si aggiunge che tra i comportamenti errati alla guida i più frequenti si confermano la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata, l’auto si dimostra come una delle più pericolose armi letali liberamente diffuse lungo le nostre strade, e nessuno pensa sia necessario prevederne la limitazione: gli incidenti, i morti e i feriti stanno dentro un sadico conto che siamo disposti a pagare.

Chi sperava in una diminuzione dei decessi con le nuove opportunità ciclistiche introdotte nel 2020, rimane disorientato: per questo motivo servono maggiori infrastrutture dedicate alla mobilità ciclistica, con piste e corsie ciclabili effettive e protette, ma anche una diminuzione del numero di auto circolanti e soprattutto la loro velocità, anche per ridurre l’enorme costo sanitario e sociale che tutti gli incidenti si portano dietro, 16,4 miliardi di €, quasi 1 punto percentuale del PIL.

Per quanto possibile, siamo vicini ai familiari delle vittime.”

Giancarlo Odoardi – Coordinatore FIAB Abruzzo Molise

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