Abruzzo

USA. Democratici e Repubblicani lottano per il potere Con un occhio al Tea Party

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Ap – Esclusivo da Washington

Il fenomeno  politico, caro alla storia, si ripete, questa volta con più intensità

per la presenza delle”primule rosse” guidate da Sarah Palin che mira al Presidenziato degli S.U.

Democratici e Repubblicani lottano per il potere

Con un occhio al Tea Party

di Lino Manocchia

WASHINGTON, 30 Ottobre ’10 – La  politica Americana è in ebollizione, pur se caotica, bislacca, incerta: repubblicani, democratici ed il Tea Party sono alla ricerca di cinque  voti guida in 13 distretti, che confermino o meno la superiorità numerica del Partito del Presidente Obama. Dalla Florida alla California, dall’Arizona al Michigan diversi sono i candidati di differenti razze, differenti idee, i quali aspirano a portare a casa il titolo di deputato, senatore. o governatore dello Stato.

Regna la più abulica e strana situazione, che la stampa alimenta giornalmente, nella quale sono coinvolte diversità ideologiche ed etiche che rappresentano il muro delle elezioni. A sud (Florida, Arizona, Texas) i repubblicani si oppongono all’aiuto degli “illegali”, i quali chiedono l’ammissione al sistema di vita americana, o per essere figli di cittadini americani, o perché hanno trascorso un lungo periodo nel territorio Yankee, lavorando, guadagnando bei soldono, senza pagare le tasse ed approfittando dell’aiuto sanitario. I dirigenti del gruppo “anti illegali” affermano che essi riconosceranno la legalità soltanto quando una “vera”  barriera dividerà il Messico e gli Usa e… gli “illegali” avranno risposto al regolamento d’ammissione. Un altro gruppo non è favorevole all’esclusione, ma chiede che gli agenti dell’ordine possano fermare un sospetto per controllare i documenti. Comunque, questi illegali rappresentano un pericolo per i repubblicani i quali “vogliono” vincere i posti vacanti per ottenere la maggioranza  assoluta.

Anche qui i  pensierosi, scaltri dirigenti danno ad intendere di essere in bilico con la situazione, forse pensando che l’avvento dei Tea Party porterà via tanti voti mettendo a repentaglio la  sicurezza di  vittoria… «Certamente vinceremo – dicono – ma il successo potrebbe  essere  un’altra vittoria di  Pirro.» Essi sanno che “abbracciando” le due Camere stringeranno la mano alla situazione economica  che  naviga in acque procellose, scaturite durante il periodo Bush e proseguite con l’attuale Presidente Obama.

Dunque… ”vacanza” penosa che dovrà trovare la conferma nel 2012 quando milioni di cittadini si recheranno alle urne per cambiare o confermare il

Capo della Nazione. Mancano ancora due anni. Molte novità sono state esposte ed approvate dal Governo attuale, altre verranno portate a termine, pur se con  il parere contrario del “Partito del NO” – come vengono bollati i repubblicani dal Governo – che non riesce a lenire lo scotto di due anni fa e pertanto si nasconde dietro il  paravento negativo, concentrandosi soltanto ad accusare il  Governo. Intanto il 2 Novembre prossimo diversi milioni di votanti sceglieranno il nuovo (deputato o senatore) entrante o uscente.

Anche gli italo americani – nuovi o vecchi – tentano la carta vincente, la maggioranza in pessime condizioni politiche. L’ex deputato del Colorato: Tom Tancredo, vuol ripetere i sei anni trascorsi a Washington, ma la sua posizione barcolla in terza piazza. Motivo: Non  avendo trovato un responso favorevole nei due Grandi partiti, si è gettato nelle braccia del Tea Party diventandone uno scalmanato ricco propagandista.

IL TEA PARTY – Il Tea Party (nella foto, la bandiera) che ha “usurpato” il titolo al noto Boston Tea Party, del 1773, l’atto di protesta da parte dei coloni americani diretta contro il governo britannico in relazione alle loroi leggi sulla tassazione, o per chi ha letto o studiato la Rivoluzione  Francese, può capire senza dubbio di cosa si tratta. Con una sola cognizione: tra qualche giorno gli americani potranno  intagliare un monumento alla forza del partito o scolpire una lapide al movimento politico, ovvero il movimento elettorale potrà convalidare il Tea Party come

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ABRUZZOpress – N. 411 del 30 ottobre ’10                                                                                                                                ‘10

una forza nazionale o spingere i due Partiti Nazionali a studiare l’impatto del movimento popolare. “Movimento”  nato per il malcontento economico, per la frustrazione e il rancore della costituzione politica che è andato espandendosi con l’ansietà che circonda l’economia nazionale. Ora vive in una bolla di sapone con la speranza di un successo elettorale alle elezioni trimestrali.

«Il “movimento” del Tea Party non sarebbe mai nato se non per il fatto che il pubblico ha perso fiducia nei due Partiti,» afferma Sal Russo, 63enne californiano, uno dei dirigenti il partito, vecchio repubblicano, che i membri chiamano il Karl Rove, il cervello di George Bush, spirito del partito dell’elefante. «Noi non abbiamo dato vita al partito per colpa di Obama,» prosegue Russo. «E’ stata l’infelicità, l’incontentabilità del popolo sin dal periodo Bush, il “government” che continuamente cresceva ed il deficit  scoppiava.»

Chi se non la bella Sarah Palin (foto) poteva generare l’atmosfera bellica in seno al nuovo partito? Ed ecco che l’ex governatrice dell’Alaska, ritiratasi in anticipo dalla carica per tentare la Vice Presidenza degli Usa a fianco del settuagenario John Mc Cain, deciso a prendere in mano le redini di Bush, aziona la sua favella, poco consistente in verità, per una “cacciatrice di lupi e volpi dall’aereo”, giunta dal villaggio di Wasilia, dove svolse la carica di sindaco di 600 cittadini, ma  non sufficiente  a convincere le decine di milioni di votanti,

che elessero Barack Obama.

In breve, la focosa “primula rossa” decise di darsi anima e corpo al dollaro. Scrittrice, di un libro che dai 30 dollari è stato poi venduto a $ 4.95, oratrice dalla voce stridula e nevrotica, riuscì a ricevere 125 mila dollari per le sue “conferenze” di 35 minuti. Le donne l’andarono, in visibilio per aver ”scoperto” la loro “eroina” la quale, dopo una rapida tumultuosa carriera, decideva di darsi, questa volta, alla Presidenza degli Stati  Uniti.

Quale migliore rifugio se non il Tea Party? I compagni repubblicani non vollero sentirne poiché la loro lista di candidati alla Presidenza supera, attualmente, la dozzina, e Lei la tengono buona con qualche parola speranzosa… Immaginate una Sara Palin che “vedeva la Russia dal balcone di casa” (per dimostrare che lei conosceva anche la geografia), che, intervistata, si scrive le risposte di un soggetto sul palmo della mano, che non sa che vi sono due città che portano il nome Washington (Stato di Washington estrema frontiera degli Usa) e la Capitale nello stato del Maryland, ora si presenta per diventare Presidentessa, pur sapendo che nel 2012 con Obama che si ripresenta, con i repubblicani che soffrono di ansietà per quel “titolo”.

Per gli italo americani – non molti – si presentano due figli di oriundi, che concorrono per il  Governatorato degli Stati di New York e Rhode Island, rispettivamente Carlo Paladino e Frank Caprio i quali hanno arricchito le cronache politico-scandalistiche con la loro  deprecabile condotta. Il primo, oriundo molisano, lotta contro il campano Andrew Cuomo (foto), favorito, usando linguaggio e attitudine che non convincono gli elettori; il secondo dopo aver chiesto aiuto  al Presidente Obama – assillato da continui discorsi elettorali – ed udito la risposta negativa, ha torto la bocca mandandolo pubblicamente a quel paese…

CANDIDATE  MILIARDARIE – Molto seguita la battaglia per la nomina di senatore dello Stato della California, che saluta da oltre 10 anni la presenza della rispettata signora Barbara Boxer, avversa della

Pluri-milionara executive Carly Carlton Fiorina la quale ha investito di suo oltre 250 miliioni di dollari. Il caso vuole che due giorni or sono la signora Fiorina è stata ricoverata per infezione postuma di una operazione anti  cancro ma oggi ha lasciato l’ospedale.

La California è altresì impegnata ad eleggere il nuovo  Governatore che sostituisce il diseredato Arnold Schwarzenegger che lascia lo stato in pietose condizioni economiche. In lotta sono l’attuale Procuratore Generale Jerry  Brown e la signora Meg Whitman, ex chairman (presidente) della nota “Ebay ”, coinvolta nello scandalo una ricca porzione del suo astronomico conto in banca calcolato ad un miliardo e mezzo di dollari. Il pool dei due contendenti offre Brown col 56% dei punti contro il 43  % della Whitman, coinvolta nello  scandalo per aver impiegato, per nove anni, una domestica “illegale” del Sud America per la quale non avrebbe mai versato i dovuti contributi, affermando di non sapere che la donna era  legalmente “straniera”. Tea Party ha portato con se anche un’altro fenomeno: Il plotone delle signore nella politica. Battagliere, spendaccione, decise al tutto per tutto, conseguenza questa dell’arrivo della bellicosa Sarah Palin.

«Rivogliamo la nostra America. Vogliamo un governo meno sciupone,» affermano, e intanto investono per il loro borioso titolo politico, grosse fette della propria ricchezza.

C’è chi predice per il 2020 un governo di vasta portata femminile, e la cosa non meraviglierebbe.

LINO MANOCCHIA

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