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USA. Le dieci tavole di Barack Obama di Lino Manocchia

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Ap – Politica Usa

Le dieci tavole di Barack Obama

di Lino Manocchia

WASHINGTON, 8 Novembre ’10 – Il Presidente Barack Obama, il  Mosè democratico, si accinge a ‘scalare’ il Sinai per  incontrare il Deus ex macchina repubblicano Mitchell (Mitch) McConnell, onde calcolare, studiare, eventualmente mutare i 10 comandamenti che i democratici hanno, da qualche tempo, approvato contro il  “NO” del partito rosso che  intende gettare tutto nel cestino per costruirne, lentamente, altri e  presentarli – col marchio repubblicano – agli americani che nel 2012  torneranno alle urne, questa volta per bocciare o rieleggere l’attuale Presidente.

Intanto la Casa Bianca sta coordinando un vertice per il 18 novembre con i repubblicani, e il 2  dicembre con tutti i Governatori degli Stati eletti lo scorso martedì. Per tutta risposta il leader della maggioranza, McConnell, ha  rilasciato un’altra sua avventata dichiarazione bellica: “Il mio principale intento è quello di non fare del Presidente Barack Obama, Presidente una seconda volta”. Ancor più evidente che la guerra repubblicana e centrata soltanto sulla persona del Capo della Nazione, e non sui bisogni che assillano milioni di cittadini!

Tuona anche John Boehner, neo speaker della Camera il quale afferma: «Obama deve cambiare linea. Possiamo contarci?» Si ha  la  sensazione che i “rossi” si stiano allenando per imposizioni e schiaffi agli “azzurri” come se si trattassero di praticanti di bottega. Il tutto sostenuto dal sessanta-novenne McConnell, senatore del  Kentucky, il quale, da tre anni, non fa altro che emettere sentenze sibilline ed inconcludenti.

Dal canto loro i democratici si limitano a dichiarare: «I repubblicani non potranno censurare i nostri sacrosanti  successi, annullando ciò che è già legge sancita.» Mentre la grandinata di attacchi e contrattacchi peggiora di ora in ora, diamo un rapido sguardo ai dieci comandamenti più impellenti che dovranno trovare una risposta senza pregiudicare i risultati raggiunti sino ad oggi dagli “azzurri”.

TASSE – Il primo “test” che interessa profondamente i  repubblicani è quello delle tasse del “periodo Bush”, ovvero le  tasse che l’ex Presidente aveva ridotto ai ricchi. Le riduzioni scadranno alla fine del 2010. Ambedue i partiti desiderano estendere le riduzioni a coloro che guadagnano 250 mila dollari, ma i repubblicani lo vorrebbero fare anche per coloro che guadagnano milioni ed oltre, intervento, questo, che farebbe aumentare il deficit federale di 700 miliardi ogni 10 anni. E’ probabile il compromesso per una estensione dell’attuale rata per altri due  anni.

DEFICIT – Obama è per la riduzione del deficit entro il 2011, i repubblicani hanno detto soltanto che  è imperativo ridurre “drammaticamente” le spese, ma non hanno espresso alcuna  proposta dettagliata.

SOCIAL SECURITY – Si pensa che un “compromesso” bilaterale sul Social Security mediante la riduzione del beneficio ai benestanti e l’aumento graduale dell’età del pensionato. Spetterà al  Congresso votare.

LAVORO – Obama ha proposto 50 miliardi di investimenti per nuove strade, linee ferroviarie, piste,  inoltre vorrebbe ridurre il costo del capitale d’investimento, e una tassa-credito permanente, sostenendo gli investimenti in settori innovativi e sull’energia pulita. I repubblicani generalmente appoggiano  l’investimento di capitali ma hanno “bloccato”  la proposta prima del  voto.

SANITA’ – Assisteremo ad un fuoco pirotecnico quando  i repubblicani torneranno a ripetere il ritornello cantato sino alla stanchezza: repella – annullare – la nuova legge sanitaria del governo  Obama, approvata dal Senato. Ci sarà molto da discutere, specie dopo la  decisione del giudice Greeg del New Hampshire che riconosce il beneficio  di 500 miliardi di risparmio per il Medicare. I recenti poll mostrano il  45% dei cittadini favorevoli e 40% contrari.

REGOLE FINANZIARIE – Obama vorrebbe varare un progetto legge che assicuri la restrizione dei regolamenti di Wall Street. I repubblicano sono ostinatamente avversi poiché sarebbe segno di una nuova burocrazia governativa.

ENERGIA E GLOBAL WARMING – Il  progetto di legge è fermo al Senato pur essendo di capitale

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ABRUZZOpress – N. 419 dell’8 novembre ’10                                                                                                                           Pag 2

importanza. Obama è convinto che il progetto di legge creerebbe lavoro ridurrebbe l’emissione dell’anidride  carbonica, come anche la dipendenza dalle compagnie straniere. I repubblicani, tra l’altro, sono sempre in attesa di prove a sostegno del  Global Warming. E su questo i “rossi” hanno scatenato il Tea Party.

RIDUZIONE ARMAMENTI – E’ il progetto sta a cuore del  Presidente Obama: Strategic Arm  Reduction Treaty_ (mip://0581d928/(http://en.wikipedia.org/wiki/START_I), che trova il sostegno della Russia. I  repubblicani con il senatore Richard Lugar, affermano che  tale trattato indebolisce la difesa  dai missili russi, pertanto i  repubblicani chiedono maggior tempo per pensare e decidere.

AFGANISTAN – Lo scontro più severo si avrà nel mese di luglio del 2011, quando, secondo l’intenzione del Presidente, gli Stati  Uniti inizieranno a richiamare le truppe a casa. Molti repubblicani  criticano  la decisione e la data. Il post Afganistan, sarà migliore o peggiore dell’Iraq? La  presenza Usa è necessaria per mantenere l’ordine? La popolazione è sempre più contraria alla guerra che dura  oramai, di fatto, da 10 anni e ha fatto spendere miliardi di dollari che potevano essere utilizzati a migliorare l’economia del Paese e ridurre il  deficit nazionale.

EDUCAZIONE – “Nessun fanciullo deve essere  trascurato” è il pensiero del Presidente Olbama che – in parte – trova concordi diversi rappresentanti repubblicani, mentre tanti altri  vorrebbero abolire completamente il Dipartimento dell’Educazione. Obama  intende migliorare, attraverso la competizione il sistema d’insegnamento, premiando secondo la performance gli insegnanti. Forse questa legge  potrebbe essere quella che calma gli animi infiammati che dovranno pacarsi  se vorranno dare a 300 milioni di americani un  sospiro di sollievo  per il  futuro.

L.M.

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