Lettere

Alba Adriatica. Parcheggio disabili: “Lei non sa chi sono io!”

Riceviamo e pubblichiamo una lettera giunta in redazione

Preg.mo Direttore,

Buonasera,

Sono un cittadino, da poco tempo ad Alba Adriatica (TE); quanto racconterò vuole smuovere il mondo intellettuale locale e riflettere sulla degenerazione civica che imperversa anche nella vostra/nostra zona. Il racconto è rispettoso della privacy altrui. Si comprenda, leggendo le seguenti righe: lo sconforto, il disgusto, la delusione e l’ingiustizia subìta. Dunque, sintetizzando di molto,  riferisco del comportamento esecrabile accaduto davanti alla filiale di un Istituto di credito di Alba Adriatica (TE), e che coinvolge un libero professionista locale e il direttore dell’istituto; categorie convenzionalmente “di riguardo”.

I FATTI: un giorno, vengo attirato da sghignazzi e battute ironiche da parte di due persone  a piedi e di fronte ad una banca albense: le frasi suonavano più o meno così: “ah!ah!ah! sul parcheggio degli handicappati…ah!ah!ah!…”: un signore a bordo di un auto aveva appena parcheggiato nello spazio disabili adiacente all’istituto. Era evidente che si conoscessero e che probabilmente si erano dati appuntamento; il tizio scendendo dall’auto si unisce allo scherno degli altri due, come compiaciuto.

In un primo momento spero che il conducente incivile non si allontani completamente dall’auto; mi sbagliavo. Decido di “intervenire”. Mi avvicino, faccio presente cortesemente la situazione. Immediatamente, vengo aggredito dal soggetto interessato che si avvicina al mio viso e con urla e sbraiti mi vomita addosso frasi del tipo “lei chi è!?…si qualifichi!?” e poi ancora:”…io sono un avvocato!”,”…se ne vada…!..se ne vada…!”. Poi sento, uno dei suoi “amici” sbraitare con complicità contro di me dicendo: “sono il direttore della banca”. Tutto in un crescendo di urla ed animosità, sorprendenti e spropositati. La “mia colpa”, a dire dell’ avvocato incivile, è di aver usato del…sarcasmo…!?!…mah! come se questo fosse un motivo superiore al comportamento anti-disabile. Il terzo signore, invero, sembrava solidale con me, ma inerte. Diciamo che poi sono riuscito a far spostare l’auto, ma SOLO perchè anche io “ero qualcuno”. IRONIA: la mia passione per le scienze umanistiche mi ha aiutato probabilmente a “spiegare” l’accaduto, ergo: ho assistito ad una manifestazione primordiale di virilità/status-sociale, prevalentemente del primate maschio italiota nota come “lei non sa chi sono io”. Egoismo, individualismo, apparenza, egocentrismo e “lesa maestà” sono stati messi in evidenza nella vicenda; a discapito del senso civico e della sensibilità sociale specie dei soggetti più deboli come gli handicappati, che evidentemente non possono permettersi di parcheggiare altrove o attendere. E’ molto importante per me se questa lettera avesse enfasi mediatica locale; gli autori di tale vergogna, ne sono convinto, tenderanno tra loro a minimizzare l’accaduto, romanzando i fatti, spostando vilmente le responsabilità su altri. Comunque l’esposizione mediatica, il passaparola e il dibattito  sortirebbero comunque più attenzione verso i diversamente abili e il risveglio di qualche coscienza assopita, forse anche dei protagonisti della vicenda.

CONSIDERAZIONI FINALI: una minoranza di italiani sta cercando di far capire quanto conti avere nei vertici istituzionali e non, a mo’ di esempio, persone dallo spessore etico; stimabili e serie. Certo poi dovremmo “azzerare culturalmente” una parte della società italiana, “lavorando” sulle nuove generazioni creando strumenti idonei (scuola e TV); al fine di combattere il conformismo e i comportamenti indotti.  Infine suona beffarda la presentazione nel sito dell’istituto, dove vengono decantati con  criteri etici le assunzioni del personale. Spero in una società in cui sia il figlioletto piccolo a riprendere il genitore del tipo: “papà questo è il posto riservato ai disabili: qui non si parcheggia”.

N.B.: La presente è stata inviata anche alle Associazioni della categoria per opportuna conoscenza.

Firma: Un neo-cittadino albense disgustato (

come da Normativa vigente a tutela dei dati personali. (D.Lgs. 196/03), abbiamo omesso i nomi dell’autore della lettera e dei personaggi coinvolti. La redazione rimane a disposizione per eventuali repliche.

Abbiamo omesso anche l’indirizzo mail del nostro lettore.

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