Teramo e Provincia

Stampa giovedì 14 aprile 2011 Il Consiglio comunale di Montorio dice no al ridimensionamento del 118

Stampa                                                                                       giovedì 14 aprile 2011

Il Consiglio comunale di Montorio dice no al ridimensionamento del 118

Approvato all’unanimità un documento congiunto maggioranza e opposizione

Il Consiglio comunale di Montorio ha approvato all’unanimità,  nella seduta straordinaria di ieri, un documento condiviso da tutte le forze politiche per dire no al ridimensionamento della postazione di pronto intervento del 118 a Montorio. Nel testo, inviato al presidente della Regione nonché commissario alla sanità Giani Chiodi, al sub commissario Giovanna Baraldi e al manager della Asl di Teramo Giustino Varrassi, maggioranza e opposizione chiedono che, data la peculiarità del territorio e l’importanza del 118 per l’entroterra teramano, la Asl riveda il piano di emergenza territoriale provinciale e riconfermi integralmente la convenzione del 2010 con la Croce Bianca che gestisce il punto in h24 (giorno e notte). La Croce Bianca  di Montorio, che opera per lo più oltre che sul capoluogo, anche nei comuni di Pietracamela, Crognaleto, Fano Adriano e Tossicia, rappresenta un riferimento strategico per l’Alta Valle del Vomano, in quanto consente di raggiungere in modo più agevole anche le zone più impervie della montagna teramana.  <<Rinnovare parzialmente la convenzione – si legge nel documento- significherebbe lasciare l’intero territorio dell’Alto Vomano scoperto e ciò esporrebbe la popolazione ad un rischio notevole per la propria salute e incolumità, tenendo conto che la prima ambulanza disponibile partirebbe da Teramo o da Isola del Gran Sasso>>.

Il Consiglio Comunale pertanto confida nel buon senso delle istituzioni <<ma se ciò non dovesse accadere – si legge ancora – percorreremo tutte le strade possibili per vederci garantito un diritto assoluto, quale lo è la tutela della salute, e per garantire la sicurezza dei cittadini di tutto l’entroterra. Non siamo più disposti a vedere impoverito ulteriormente il nostro territorio, svalutandolo di quei pochi servizi che ancora ci sono>>.

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