Teramo e Provincia

Teramo. Privatizzazione del P.O. di Sant’Omero: una scelta sbagliata e inefficace. Documento della F.P. della CGIL di Teramo

Privatizzazione del P.O. di Sant’Omero: una scelta sbagliata e inefficace. Documento de

La privatizzazione del Presidio Ospedaliero di Sant’Omero è una scelta sbagliata e da respingere. Non apporta benefici se non alle casse del soggetto privato mosso unicamente da scopi di lucro da realizzare a discapito del diritto umano alla salute.

Di coraggio ne ha da vendere l’Assessore Venturoni il quale, nonostante la sanità privata abruzzese abbia regalato alla storia di questa Regione pagine di corruzione e di collusi, insiste nel voler “ripetere” l’esperienza negativa nell’unica Provincia in cui la sanità è interamente gestita dal pubblico.

Ovunque in Italia le esperienze di società a capitale misto pubblico-privato sono state deludenti e fallimentari.

La critica della FP CGIL è sostenuta da altri dati:

  1. gli ospedali in Abruzzo sono 36, di cui 10 privati, che garantiscono assistenza sanitaria a circa 1 milione e 200mila abitanti: 4 presidi nella Provincia di Teramo (circa 400mila abitanti) e gli altri 32 distribuiti nelle altre tre Province;
  2. la ASL di Teramo, a differenza delle altre ASL abruzzesi, è rispettosa dei parametri e dei vincoli economici prescritti dalle norme  – bilancio in pareggio, rapporto tra il numero dei posti letto e il numero degli abitanti, spesa di personale – e questo sacrificio è stato “pagato”, nel corso degli anni, dal personale che quotidianamente cerca di sopperire a carenze e disfunzioni.

Ancora una volta, a differenza di quanto accaduto nel teramano, si premiano i furbi e coloro che hanno illegittimamente assunto personale, aggravando ulteriormente il debito del bilancio regionale.

Il Presidio di Sant’Omero ha bisogno di un serio progetto di rilancio e di potenziamento, considerato, tra l’altro, che si tratta della struttura maggiormente aderente alle norme sulla sicurezza.

Non si chiede di conservare lo stato attuale perché non più capace di garantire i livelli minimi qualitativi dell’assistenza sanitaria, ma di  operare coraggiose scelte: chiudere i reparti che non funzionano e aprirne immediatamente altri che siano di eccellenza.

Partendo dal merito e non dalla clientela politica nella scelta dei primari e specializzando i 4 presidi nelle più importanti discipline sanitarie, si potrebbe dotare anche la struttura vibratiana delle eccellenze necessarie a contrastare i dati della mobilità passiva: si restituirebbe così dignità ai territori, al personale e ai cittadini.

Il problema vero è che non c’è denaro, ma ciò perché troppi e irrisolti sono gli sprechi e le inefficienze. In più, il Piano di Rientro è stato disatteso sia nei vincoli economici sia nelle scelte da attuare (es.: mancata coincidenza tra distretti sanitari e Ambiti Sociali per garantire l’integrazione socio-sanitaria) e non vi è alcuna visione globale del territorio e della prevenzione. Allora si fa il balletto, da un lato, del numero delle ASL e, dall’altro, della costruzione di nuovi ospedali.

Nella certezza che l’unico obiettivo dell’azione politica debba essere la tutela della salute dei cittadini, la FP CGIL di Teramo chiede all’Assessore Venturoni di tornare sui suoi passi e auspica l’alleanza tra i soggetti istituzionali, i sindacati e i cittadini per costruire un nuovo modello sanitario teramano, facendo generosamente tutti lo sforzo di superare le appartenenze politiche.

FP CGIL TERAMO
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