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Teramo. La Banca Tercas rovina tutto a fil di sirena, Rimonta dal -17 al +7, ma nel finale è punita da Cantù: 72-73

La Banca Tercas rovina tutto a fil di sirena

Rimonta dal -17 al +7, ma nel finale è punita da Cantù: 72-73


Domenica 7 marzo 2010

La Banca Tercas Teramo non riesce a sbloccarsi. Questa volta a passare al PalaScapriano è la NGC Medical Cantù, che interpreta meglio l’intero primo tempo e i minuti finali della contesa. Ai biancorossi non basta l’entusiasmante rimonta che li porta dal -17 al +7 in poco più di 10 minuti: a decidere è il calo di tensione difensivo negli ultimi 2 minuti.
Trinchieri fa partire Mazzarino dalla panchina, schierando Green, Markoishvili, Micov, Leunen e Lydeka. Nei cinque di partenza scelti da Capobianco c’è Stanescu sotto canestro al fianco di Amoroso, mentre gli esterni sono come di consueto Poeta, Diener e Jones.
Il centro rumeno si fa trovare pronto, segnando i primi 5 punti biancorossi, ma commette anche 3 falli piuttosto presto. I lombardi si portano avanti nel punteggio con le giocate di Markoishvili (8 punti e 2 assist nell’11-15 dopo 7’). Il secondo fallo di Amoroso induce Capobianco a ricorrere alla panchina: con Hoover, Cerella, Jurak e Young le cose migliorano in difesa, ma non in attacco, e si arriva alla prima pausa sul 13-19.
Le difficoltà offensive continuano a costare care, e le cose si mettono anche peggio quando ad Amoroso viene fischiato un perlomeno discutibile fallo (il terzo), invece di uno sfondamento subito. Caduta a -13, la Banca Tercas si scuote grazie all’energia di Young, ma la sofferenza a rimbalzo non consente di rendere incisiva la rimonta. Tutti i tiri che l’affaticato attacco teramano riesce a prendere finiscono sul ferro, mentre Markoishvili e compagni vanno via in scioltezza fino al +15. Poeta nel finale dà un po’ di ossigeno, con la penetrazione e la tripla che limitano il passivo a metà gara al 31-41.
La fine del tunnel non si intravede però neanche nella ripresa, cominciata nel silenzio del Palascapriano, che non aiuta la squadra a superare le difficoltà. Leunen è protagonista del nuovo allungo biancoblu (31-48), vetta apparentemente troppo dura da scalare. Ma toccare il punto più basso ha l’effetto di una scossa sui biancorossi. Bobby Jones indica la strada in difesa, Valerio Amoroso entra letteralmente in trance in attacco, Poeta e Diener aggiungono pressione e canestri da tre; Cantù, che inizialmente aveva attaccato con freddezza, alla lunga va in tilt contro il pressing. Il parziale degli ultimi 5 minuti della frazione è un incredibile 22-9, quello dopo tre quarti 53-57.
Stanchezza e tensione la fanno da padrone in avvio di ultimo periodo, che scivola via tra errori e palle perse fino all’ennesima tripla di Amoroso, quella del -1. La replica fortunata di qualche secondo dopo è il preludio al sorpasso, marcato da Jurak a 4 minuti dalla fine in seguito ad una serie di azioni difensive perfette. Serie che prosegue, in un PalaScapriano finalmente incandescente, così come prosegue lo show personale di Amoroso, che assesta un uno-due stordente. Hoover da tre e Poeta in penetrazione sembrano chiudere il conto, ma Markoishvili ne ha ancora, e con due canestri pesanti trova il -1 a 37” dall’ultima sirena. Nell’azione decisiva Poeta batte la difesa ma la palla lo beffa, mentre dall’altra parte Green, fino a quel momento grande assente del match, conclude con successo per il contro-sorpasso canturino. Mancano 6 secondi: la penetrazione di Amoroso è fermata dalla difesa, sulla rimessa a 2”88 Hoover finta il tiro da tre e si butta dentro, ma il suo tiro trova solo il ferro: finisce 72-73.
Al posto della svolta, arriva un altro duro colpo. La speranza è che sia quello decisivo per reagire davvero.

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