Forte calo delle esportazioni abruzzesi. Ci vuole una politica di sviluppo. Comunicato Uil Abruzzo
Dati ISTAT: nel 2009 rispetto al 2008, l’export scende in Abruzzo, -31,7, molto al di sopra della perdita nazionale (-21,4), un po’ al di sopra del calo registrato nel Mezzogiorno (-29,4). Se il Piemonte ci precedeva nella classifica delle regioni più colpite dal calo delle commesse (l’Abruzzo risulta essere la seconda regione per quantità di ore di cassa integrazione in rapporto alla base occupata), per quanto riguarda il crollo dell’export il Piemonte è appena sopra il dato nazionale (-21,8) e la Lombardia appena sotto (-21,2): un ulteriore dato significativo per comprendere la pesantezza dell’impatto della crisi che dal 2008 si è abbattuta sull’Abruzzo, che si aggiunge alla lunga stagnazione 2000-2007, al terremoto, ai primati negativi registrati nel 2009 per quanto riguarda l’occupazione (crollo dell’occupazione femminile; ingente perdita di posti di lavoro buoni, a tempo indeterminato).
Non si può più fare a meno di una politica complessiva per il rilancio economico ed occupazionale. Appena dopo il voto amministrativo, il Presidente Chiodi convochi le parti sociali, come non fa più da mesi. Bisogna mettere in campo un pacchetto di misure integrate, dal mercato del lavoro, in favore in particolare dell’occupazione femminile e degli over-50, all’incentivazione delle assunzioni a tempo indeterminato; dagli investimenti che possono partire già nel 2010 (a valere su Master Plan, Accordo Infrastrutture, FAS, Fondi Strutturali) al finanziamento delle politiche territoriali individuate (area del cratere sismico, Vale Peligna e Abruzzo Interno, Val Vibrata) e di quelle settoriali (automotive; tessile-abbigliamento; elettronica; etc); dalla Fiat (Sevel/indotto/Magneti Marelli/ATR) alla Micron; dalla bonifica e reindustrializzazione di Bussi al progetto InTe per Chieti Scalo; dalle crisi aziendali alle politiche fiscali (Zona Franca per L’Aquila; politiche di abbattimento dello svantaggio fiscale per il cratere sismico e, in misura minore, la Valle Peligna); dalla legislazione regionale (legge-quadro industria, con istituzione dei distretti di filiera e riordino dei consorzi industriali; legge regionale su innovazione e ricerca; occupazione; ricostruzione) alle riforme (sanità, trasporti, pubblica amministrazione regionale).
Non lasciamo passare invano ulteriori porzioni del 2010: il momento in cui intervenire con forza è adesso.
Pescara, 17 marzo 2010
Per la Uil Abruzzo
(Roberto Campo)