Teramo e Provincia

teramo. Mediazione in carcere, l’esperienza teramana tra le migliori in Italia

Mediazione in carcere, l’esperienza teramana tra le migliori in Italia

Il “Laboratorio” attivato nella casa circondariale di Castrogno e i progetti della Provincia figurano tra le buone prassi a livello nazionale

Il ruolo svolto dai mediatori è fondamentale per gestire l’integrazione degli stranieri nel tessuto sociale, dunque il riconoscimento della loro professionalità va sostenuto a vari livelli a cominciare da quello giuridico. È un impegno corale quello emerso, nel corso dei vari interventi, dai relatori del  convegno sulla mediazione interculturale, svoltosi questa mattina nell’auditorium “Alessandrini” dell’Itis per iniziativa di Provincia e Casa circondariale di Teramo.

Al convegno ha partecipato anche il direttore generale dell’Ufficio del Personale e della Formazione dell’Amministrazione penitenziaria, Massimo De Pascalis, il quale ha ricordato come sia “necessaria una sensibilità diversa rispetto al problema della presenza degli stranieri nei nostri istituti, visto che nel corso degli anni sono cambiate le esigenze”. “Il ruolo dei mediatori è molto importante, ma su questo tema deve migliorare anche la consapevolezza sociale” ha aggiunto.

L’Abruzzo e la provincia di Teramo, rispetto al quadro nazionale in cui la presenza degli stranieri nelle carceri si attesta intorno al 40% (alta soprattutto nelle regioni del nord), fanno registrare dati al di sotto della media (30% nel territorio teramano e 24% circa nell’area abruzzese e molisana) ma comunque da tenere sotto controllo.

Maria Celeste D’Orazio, dirigente della casa circondariale di Teramo, e Fiammetta Trisi, dirigente dell’area detenuti e trattamento del provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, hanno posto l’accento proprio sul ruolo svolto da chi negli istituti di pena svolge attività di mediazione, ricordando come l’esperienza teramana sia stata segnalata come buona prassi a livello nazionale. Il “Laboratorio di mediazione interculturale” attivato a Castrogno è stato infatti premiato di recente al concorso Buone Prassi dell’Amministrazione Penitenziaria, così come i progetti della Provincia di Teramo figurano come esperienze eccellenti in ambito regionale e nazionale.

Nel Teramano, come noto, lavorano una trentina di mediatori – tra Centri per l’impiego, Questura, scuole e carcere -, di cui la maggior parte con incarichi di lavoro saltuari. Il riconoscimento formale del loro ruolo, uno dei problemi in discussione, potrebbe aiutare a risolvere questo problema.

“Occorre puntare molto su qualifica specifica e professionalità dei mediatori – ha detto l’assessore al Lavoro e alla Formazione, Eva Guardiani – che, come accade nei Centri per l’impiego, erogano servizi in favore di un’utenza la cui percentuale è in costante aumento. Proprio per questo motivo occorre che a livello giuridico il loro ruolo venga pienamente riconosciuto”.

“La sensibilità della Provincia su questi temi – ha affermato il vice presidente e assessore alle Politiche sociali, Renato Rasicci – è dimostrata dai diversi progetti  che stiamo portando avanti nelle scuole, in carcere e in Questura. Crediamo molto in questi progetti, ci stiamo dando molto da fare e auspichiamo che possano essere implementati anche con il sostegno della Regione”.

Al convegno sono intervenuti, tra gli altri, anche l’assessore comunale alle Politiche sociali, Giorgio D’Ignazio, il responsabile dell’Ufficio scolastico provinciale, Lantino Romani, il manager della Asl, Mario Molinari, e Nazzareno Guarnieri, presidente della Federazione Romanì.

Teramo, 22 marzo 2010

image_pdfimage_print
Condividi:

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Controllo anti spam: * Time limit is exhausted. Please reload CAPTCHA.