Dopo l’articolo del saggista Luca Nannipieri
sul quotidiano Libero sulla mancanza di politiche culturali in Mario Monti
e la replica, sempre su Libero, della presidente dimissionaria del FAI,
Ilaria Borletti Buitoni, candidata con la Lista Monti,
proseguono le dichiarazioni degli esperti.
Caterina Bon Valsassina, direttore generale dei beni culturali in Lombardia,
afferma: “Se le soluzioni per la cultura sono quelle enunciate da Nannipieri
su Libero è meglio il suicidio”.
Risponde Marco Romano, noto urbanista e già membro
del Consiglio Superiore dei Beni culturali:
“Della migliore cultura europea
Luca Nannipieri si sta facendo portatore, con grande scandalo
di un’organizzazione burocratica e concettuale
che ha difficoltà a capire come il relativo disastro
delle nostre politiche di gestione del patrimonio
sia spesso dovuto ad uno schema
continuamente rivendicato ma intrinsecamente inefficiente”.
Il dibattito ripreso dal periodico d’arte Artribune
Dopo il botta e risposta tra il saggista Luca Nannipieri che, sul quotidiano Libero qualche giorno fa, aveva denunciato la totale assenza di politiche culturali in Mario Monti e la sua propensione per un vetero statalismo sui beni culturali non più riproponibile, e la conseguente risposta di Ilaria Borletti Buitoni, presidente dimissionaria del FAI e candidata nella Lista civica di Monti, proseguono le dichiarazioni delle personalità del settore.
Caterina Bon Valsassina, direttrice generale dei beni culturali in Lombardia, scrive: “Se le soluzioni per la cultura sono quelle enunciate da Nannipieri su Libero è meglio il suicidio”. Risponde Marco Romano, noto urbanista e già membro del Consiglio Superiore dei Beni Culturali: “Della migliore cultura europea Luca Nannipieri si sta facendo portatore, con grande scandalo di un’organizzazione burocratica e concettuale che ha difficoltà a capire come il relativo disastro delle nostre politiche di gestione del patrimonio sia spesso dovuto ad uno schema continuamente rivendicato ma intrinsecamente inefficiente. A sostegno di Nannipieri, vi è il fatto che da tre anni i francesi che hanno un’amministrazione centralizzata, stanno seriamente dibattendo nei giornali – su Le Monde per esempio – su come disarticolare la tutela del patrimonio a livelli territoriali e forse chiudere i musei, un dibattito cui partecipano i funzionari ministeriali perché consapevoli di una crisi gestionale evidente cui occorre contrapporre un nuovo e diverso modello”.
Qui sotto il dibattito ripreso da Artribune.