I CITTADINI DELL’ANNUNZIATA FIERI DI AVERE UNA MENTALITA’ “BECERA E RETROGRADA” DEGNA DEL 1500
di Marcella Vanni
Quando affidiamo alla penna i nostri pensieri, da quel momento essi non appartengono più solo a noi, ma a tutti coloro che avranno occasione di leggerli e il pieno diritto di commentarli secondo contenuti e stili propri.
Era mia intenzione non aggiungere altro all’appello rivolto al sindaco Mastromauro, convinta che anche un rincorrersi di articoli di precisazioni si sarebbe configurato come un “accanimento” pericoloso ai fini di una lacerazione interna della Città su “cani da spiaggia sì, cani da spiaggia no” con quello spauracchio sempre dietro l’angolo dell’approdo ad un fanatismo da guerra civile.
Di tutto ha bisogno la nostra città tranne che di questo.
Nel garantire alla mia città, ai miei lettori, alle figure istituzionali che ci governano che, presto, ritengo, dovranno uscire da questo troppo prudente, incomprensibile silenzio pre-elettorale, da ultimo a me stessa, che questo sarà il mio ultimo intervento sulla questione in oggetto, voglio fare con tutti voi alcune riflessioni, che solo apparentemente possono riferirsi alla forma espressiva che ha caratterizzato la mia lettera al Sindaco e la replica del sig. Antonio Lamolinara riportata su “Il Messaggero” del 12 marzo 2013.
Si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima. Lo stile espressivo di una persona lo è della sua educazione, della sua umanità, e della sua cultura.
Ecco allora che l’analisi dello stile diventa il varco attraverso cui si entra nella più complessa sfera dell’intera personalità dell’individuo o di un gruppo che ne condivida pensieri e metodi.
Ad una lettera, la mia – in cui parlando di quanti hanno, legittimamente, idee diverse dalle nostre, si usa questo linguaggio: “Nel pieno rispetto degli animali e dei loro padroni” e, rivendicando un diritto igienico, si scrive che non si ritiene opportuno che “i nostri bambini, giocando, scavino nella sabbia sulla quale i cani abbiano urinato o lasciato i loro escrementi”- fa riscontro, nella replica, una immotivata concitazione di toni e di linguaggio che porta in superficie una scarsa predisposizione al rispetto degli altri, che ben viene incarnata nella eleganza di quella espressione, “il vero schifo”, con cui il sig. Antonio Lamolinara dà inizio alla sua replica.
Si insinua, poi, che “ questo putiferio” sia nato per “tutelare gli interessi ‘privati’”, ma, con la pessima e abbastanza diffusa abitudine del buttare il sasso e nascondere la mano, non si fanno nomi e cognomi, circostanze precise e riferimenti inoppugnabili. A chi, o a quale gruppo di potere, si riferisce il sig. Antonio Lamolinara? Dica chiaramente quello che sa e sarà ringraziato da tutti i cittadini perbene di questa città, ma se questo non può farlo, o perché non ne ha le prove, o perché non ne ha il coraggio, sarebbe cosa assai più corretta tacere, perché anche di questi “venticelli” la città non ha bisogno.
In quanto alla “mentalità da padroni e servi” e al vero problema che “risiede nella mentalità degli stessi residenti” del quartiere Annunziata, nel quale io sono orgogliosa di risiedere, al sig. Antonio Lamolinara il quale, a causa della nostra mentalità, “becera e retrograda”, che porterà “ad un lento ma inevitabile declino”, si è “reso conto di vivere nel 1500!”, voglio precisare che quel secolo, che ha incautamente sollevato dalla polvere del Tempo per raffigurare l’arretratezza dei cittadini dell’Annunziata, proprio per la sua carica creativa ed il suo potenziale innovativo è stato chiamato Rinascimento e definito un secolo ricco di avvenimenti storici e culturali, della scoperta e dell’impiego della Stampa, della Riforma protestante, delle grandi scoperte geografiche. Il 1500 è il secolo della nuova concezione dell’uomo, della nuova concezione del Tempo con l’invenzione degli orologi meccanici, della nuova concezione dello Spazio con la teoria eliocentrica.
Dare a noi cittadini dell’Annunziata dei cinquecentisti è stato sicuramente, al di fuori delle sue intenzioni, il più bel complimento che il sig.Lamolinara potesse farci .
E poiché di tutto potrei vergognarmi, tranne della mia cultura, dono benedetto dei sacrifici dei miei genitori, un barbiere ed una casalinga, saluto il sig. Antonio Lamolinara con i versi di un grande poeta italiano dell’Ottocento, Giacomo Leopardi, che in un testo considerato il suo testamento spirituale, “La ginestra”, inneggia al Cinquecento “sol per cui rinascemmo” dalla barbarie del Medioevo: […] Qui mira e qui ti specchia,/ secol superbo e sciocco, che il calle insino allora/ del risorto pensier segnato innanti/ abbandonasti, e volti indietro i passi, / del ritornar ti vanti / e procedere il chiami/.