Dragaggio del Porto di Pescara.
Il WWF: assolutamente necessario pubblicare sul WEB tutti i documenti.
In relazione alla vicenda del dragaggio di Pescara il WWF, nell’esprimere preoccupazione per quanto emerge nell’inchiesta anche per i profili ambientali secondo quanto riportato oggi dalla stampa, ritiene indispensabile che siano urgentemente pubblicati sul WEB tutti i documenti relativi al dragaggio attuale. Solo con la massima trasparenza si può uscire, forse, dall’impasse.
In particolare, è necessario secondo l’associazione pubblicare tutti i documenti di gara, le analisi e l’eventuale corrispondenza tra le parti intervenute (enti, ditte ecc.), ivi compresa quella relativa alla qualità dei sedimenti e ai vari trattamenti a cui devono essere assoggettati o meno e la destinazione finale degli stessi.
Il WWF non comprende, ad esempio, come nello Studio preliminare ambientale del programma di Soil Washing presentato dalla SIDRA alla Regione Abruzzo per la Verifica di Assoggettabilità, attualmente nella fase di osservazioni (http://sra.regione.abruzzo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=394:gestione-ecocompatibile-sedimenti-di-dragaggio-mediante-trattamento-di-soil-washing&catid=5:procedura-va&Itemid=3)
si dichiari che l’impianto dovrà trattare con il Soil Washing un quantitativo massimo di 60.000 mc di sedimenti. La società appaltatrice risulta aver inviato il documento il giorno Mercoledì 27 Febbraio 2013 alle ore 12:06 come risulta dal sito WEB del Comitato CCR-VIA e l’avviso dell’avvio della procedura è stato pubblicato successivamente sul BURA il 6 marzo 2013.
Ricordiamo le parole del sottosegretario Improta proprio del 6 marzo 2013 così come riportate dalla stampa il 7 marzo 2013 «In due mesi», sottolinea Improta, «è stato portato a termine un piano di caratterizzazione che in genere si effettua in 12 mesi: la Sidra, tramite un laboratorio di Rimini, ha realizzato 36 carotaggi, 120 campionamenti e 10 mila analisi sul materiale da dragare. I risultati sono stati inviati stamattina (ieri per chi legge n.d.r.) e devono essere validati dall’Arta nei prossimi giorni». Sempre Improta dichiarava «Abbiamo già una data precisa», prosegue il sottosegretario, «la conferenza dei servizi ci sarà il 18 marzo, mentre il piano per il ripascimento, che dovrà essere soggetto alla Valutazione d’impatto ambientale, prevede di destinare 50mila metri cubi di sabbia a Pescara, 40mila a Ortona e 30mila a Martinsicuro. La parte restante dei materiali dragati, circa 70mila metri cubi, dovrà essere trattata dalle vasche di soil washing».
In merito a queste dichiarazioni sarebbe importante fare chiarezza su analisi, quantità e destinazioni dei materiali e programma dei lavori perché non si comprende come si sia stabilito un quantitativo da sottoporre a trattamento così basso quando le nuove analisi dovevano ancora essere consegnate, anche perché inizialmente, ci risulta che in fase di gara, sulla base delle analisi ARTA più recenti (quelle non contestate) una buona parte dei 200.000 mc di sedimenti era stata valutata come incompatibile con un ripascimento ed era stata classificata come di tipo B (da destinarsi a discarica; trattamento o cassa di colmata).
Sempre il 6 marzo il presidente della Regione Chiodi dichiarava in un comunicato stampa:
“La tempistica prevede che dopo la validazione dei risultati delle analisi della Sidra da parte dell’Arta, potrà esserci la convocazione della Conferenza dei servizi che dovrà autorizzare il piano di ripascimento del litorale abruzzese. Infatti, circa 130 mila metri cubi di materiale dragato di tipo A (sedimenti puliti), potrà essere destinato alla lotta contro l’erosione nei litorali di Pescara, Martinsicuro ed Ortona. Alla conferenza di servizi parteciparanno Regione, Provveditorato delle Opere Pubbliche ed i tre Comuni interessati ma il piano di ripascimento dovrà essere sottoposto a VIA (valutazione di impatto ambientale) che si dovrebbe concludere entro il 29 marzo. Il materiale restante, che poi è quello soggetto al Soil Washing, potrà essere lavorato in tempi più lunghi a causa della procedura ad evidenza pubblica che si chiuderà il prossimo 27 aprile”.
Ora, la procedura di V.I.A. dura, solo per la fase pubblica delle osservazioni, 60 giorni e, quindi, non si comprende come un piano di ripascimento solo prospettato il 6 marzo poteva concludere la fase di V.I.A. in soli 23 giorni il 29 marzo.
Solo la pubblicazione dei documenti, come detto, potrà sgombrare ogni dubbio e rendere finalmente possibile l’auspicato, necessario e urgente dragaggio.