Movimento Città per Vivere
Coordinamento regionale
La “questione morale” e il rinnovamento dell’Abruzzo
Negli ultimi 20 anni in Abruzzo è stato fatto un grande sforzo per respingere i ripetuti tentativi di infiltrazione di alcune forme di criminalità politica, amministrativa e malavitosa rappresentate dalla corruzione, dal clientelismo, dal costo della politica e da distorte e incontrollabili modalità di gestione del denaro pubblico.
Il Movimento Città per Vivere ha più volte denunciato il fatto che in Abruzzo non hanno “mai” trovato la necessaria attenzione le annuali relazioni della Corte dei Conti su bilanci e attività degli Enti pubblici, Società strumentali, partecipate e controllate, sottoposti al suo specifico controllo.
Pur in presenza di evidenti situazioni “anomale” di cattiva gestione, sperpero di denaro pubblico e facile corruzione, le massime Istituzioni della Regione Abruzzo nan hanno preso nella dovuta considerazione alcune “rare ed esemplari” iniziative di lotta alla corruzione ed alla criminalità politica e amministrativa.
Quei pochi politici ed esponenti della società civile, che si sono battuti “sul campo” sia contro il “gasparismo” imperante e sia contro la deriva della“vecchia sinistra”, non hanno trovato e non trovano nemmeno adesso alcuna forma di incoraggiamento e, di fatto, “non compaiono” nemmeno nell’elenco dei “possibili aspiranti” candidati a Presidente della Regione alle prossime elezioni di fine 2013.
Ci vorrebbe più consapevolezza e responsabilità nell’affrontare l’attuale situazione politica ed economica abruzzese, specie dopo il terremoto del 6 aprile 2009, e si dovrebbe essere e “apparire” più realisti quando, con ancora i processi in corso ed i vari gradi di giudizio che si hanno da superare, si fanno i nomi di coloro che dovrebbero essere o diventare “riferimenti politici esemplari e vincenti” per il prossimo futuro, poiché, così come a livello nazionale, il contesto drammatico che viviamo non lo consente, e non si può più parlare di crisi economica, di disgregazione sociale e della sfiducia che si infiltra nella società abruzzese senza richiamare a destra ed a sinistra ciascunodei soggetti interessati alle rispettive gravi e irreparabili responsabilità.
Il bilancio di quanto si è verificato su tutto il territorio regionale è “impietoso”: cattiva gestione delle Risorse idriche, dei Rifiuti Solidi Urbani, dei Trasporti, della Edilizia Residenziale Pubblica, della Sanità, con effettiva riforma della gestione e riduzione deui costi e degli sprechi dei circa 81 Enti strumentali, Società in hoausing, controllate e partecipate dalla Regione, dalle Procince e dai Comuni.
La speculazione edilizia ed urbanistica è fuori dal controllo democratico, si abbatte su ogni spazio ancora libero, distrugge edifici storici, aree verdi di grande pregio, spiagge libere, parchi cittadini, giardini, e percorsi ciclo-pedonali protetti e “vediamo” come agenzie immobiliari e costruttori spregiudicati, grande distribuzione commerciale, finanziarie, usurai e istituti di credito fuori sacco, hanno messo pesantemente le mani sulle nostre Città.
Anche in Abruzzo si è verificata una gravissima e colpevole mancanza di controllo che ha portato al manifestarsi “davanti ai nostri occhi” di un progressivo degrado del territorio, della qualità della vita e della coesione sociale, l’aumento della insicurezza percepita, dei rischi per la salute e per la incolumità fisica e morale dei cittadini, di incidenti sul lavoro e sulle strade, il presentarsi di forme nuove di criminalità, di violenza privata, di delitti efferati, come quello dei coniugi Libero Masi ed Emanuela Chelli messo in atto a Nereto il 2 giugno di 8 anni fa, anche in quelle aree della nostra Regione considerate più tranquille e sviluppate cui è stato calato un pietoso ed indegno velo di silenzio e di omertà.
Pio Rapagnà – ex Parlamentare
Roseto degli Abruzzi, 30.3.2013