DALLA SERIETA’ DEI QUARTIERI
ALLE COMICHE GIULIESI
E’ vero che la politica ci ha abituati a tutto, al punto che nessuno si sorprende più di nulla; però un limite dovrebbe esserci in ogni caso: si cominciò con il cosiddetto “sondaggio deliberativo”, che serviva semplicemente ad affidare ad un gruppo di volenterosi e rispettabili cittadini una decisione (la vendita di un terreno) della quale l’Amministrazione comunale di Giulianova -evidentemente molto imbarazzata– voleva semplicemente lavarsi le mani. Da dimenticare i tortuosi percorsi burocratici inventati per arrivare all’accertamento di quella che gli autori e gli ingenui committenti si affrettarono a definire “volontà popolare” e nuova frontiera della “democrazia partecipata”; un esempio primo in Abruzzo! Nei fatti, una iniziativa tra il comico e il beffardo.
Sulla scia di quel successo, il Comune di Giulianova – che in fatto di democrazia probabilmente non rivela il meglio di sé – lasciò ai presunti maestri di cotanta novità di predisporre le regole per la partecipazione popolare attraverso i Quartieri.
Che la nascita dei Comitati di Quartiere rappresenti un fatto importante è fuor di dubbio, purché la loro attuazione favorisca l’ascolto e la manifestazione della volontà popolare. Altra cosa è accontentarsi della partecipazione al voto di 150 elettori per quartiere (in ‘seconda convocazione’ se nella prima non sia stato raggiunto il numero di 200!) per un totale di 700 votanti in rappresentanza di una popolazione di 21 mila aventi diritto.
Inoltre questi 700 votanti (3,3% dei giuliesi) eleggerebbero un totale di 50 rappresentanti, 11 per ciascun quartiere (6 per il Centro storico).
Poiché tre Quartieri su cinque non hanno raggiunto il numero prefissato dei candidati (il Lido e il Paese, pur essendo i più grandi saranno i meno rappresentati essendo fermi a 8; le Frazioni a 7) gli eletti dei Comitati di Quartiere rischiano di venire proclamati anche senza aver ottenuto un solo voto di preferenza; tranne il proprio, ovviamente.
Dei propagandati comizi, con impianti audio a cura del Comune, nessuna traccia.
Per l’assessore Forcellese i numeri raggiunti sono un successo, per l’Amministrazione comunale si starebbe attuando, “unico caso in Abruzzo”, la “Democrazia partecipata”, per Carlo Di Marco, il professore di Diritto Pubblico autore del meccanismo del 3 per cento, saremmo davanti ad una nuova frontiera della democrazia.
Le eventuali, ulteriori considerazioni sono affidate ai cittadini.
Movimento Popolare Senza Padroni
Il Responsabile
Eden Cibej
Una democrazia per essere tale deve avere regole chiare. Ebbene in questa triste farsa non si sa neppure quali siano le regole della sovranità popolare: LA ASSEMBLEA! Sono stati scelti prima il numero dei candidati e poi gli stessi si sono dati i quorum sicuri per essere eletti. Il 97% dei Giuliesi ha chiaramente detto NO! Non ci prendete in giro! Il NON VOTO è stato unviersale. NON VOTARE è stato dare un voto contro le regole che pochi avevano deciso per tutti. Era l’unico voto che i dissenzienti potevano dare. Le schede bianche o annullate avrebbero dato man forte ai quorum partecipativi….peraltro nessuno dice comunque quante schede siano state annullate o da annullare. Questa è la lezione di democrazia data dai cittadini! TUTTI A CASA! NON RAPPRESENTARE NESSUNO SE NON VOI STESSI ( e indietro i soldi malspesi). Il voto (non voto) ha detto chiaramente, al 97%. NO! Non ci è piaciuto il gioco e non ci siete piaciuti Voi!