L’OMERTA’ COPRE L’UCCISIONE DELL’ORSO STEFANO
Mountain Wilderness Abruzzo è fortemente preoccupata per l’ultimo delitto compiuto nel territorio
molisano del PNALM ai danni dell’orso denominato affettuosamente Stefano, eliminato brutalmente
a colpi di fucile da parte di ignoti. Si tratta di un segnale di intimidazione dei “barbari” nei confronti
della moderna cultura della conservazione dei “beni naturali comuni”. MW esprime sentimenti di
vicinanza alle autorità e al personale di sorveglianza del PNALM, alla popolazione locale che da 91
anni convive con gli orsi e all’intero sistema vivente del territorio appenninico del Parco più antico
d’Italia. La perdita del pacifico Orso Stefano che va ad aggiungersi agli altri orsi marsicani uccisi con
il piombo e il veleno degli ultimi anni deve far riflettere tutti: cittadini, ecologisti, ricercatori, politici,
rappresentanti sindacali, economisti, operatori turistici. Gli assassini degli orsi hanno agito
indisturbati in un contesto di omertà.
Si tratta di ricostruire la cultura della solidarietà basata sul vincolo di mutuo soccorso delle
genti appenniniche e sul legame affettivo ai propri luoghi. Cultura minata e in gran parte distrutta
dalle politiche economiche di svuotamento umano della montagna attuate dal dopoguerra ad oggi
con l’esodo forzato dei montanari verso le aree industriali della pianura.
In un parco nazionale antico quale è il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise non ci
deve essere nessuna nicchia per ospitare o coprire gli assassini di animali preziosi e utili che hanno
accompagnato il cammino evolutivo dell’uomo dall’alba del mondo ad oggi.
I pastori locali vanno coinvolti attivamente per uscire da questa emergenza in quanto sono il
presidio del territorio, in grado di riconoscere e isolare gli assassini della fauna selvatica protetta.
“Questo atto è solo l’ennesimo perpetrato contro la fauna abruzzese – afferma Massimo Fraticelli
consigliere nazionale di Mountain Wilderness- Questo è il risultato dell’abbandono politico in cui
versano i nostri parchi italiani, continua, negli ultimi anni abbiamo assistito solo a tagli di
trasferimenti economici, riduzioni di personale, abbiamo assistito a direttori lasciati soli , con i propri
collaboratori, ad amministrare e gestire territori complessi e molto vasti. Abbiamo ascoltato politici
senza scrupoli ed ignoranti, continuare ad attaccare i Parchi brandendo la bandiera degli inutili vincoli
a sfavore di uno sviluppo, ovviamente che avvantaggerebbe solo i propri amici speculatori e
cementificatori E’ questo l’humus dal quale è partita l’uccisione dell’Orso.” Sta ai cittadini dei Parchi, ai
montanari, difendere i proprio Parco.”
La guerra scatenata all’orso non si ferma con le sole forze dell’ordine né con la
militarizzazione delle aree protette. Soltanto i montanari che vivono e lavorano in montagna,
unitamente ai sorveglianti del PNALM, coinvolti in un progetto di nuova alleanza tra mondo
appenninico e mondo istituzionale, saranno in grado di isolare e sconfiggere la piaga del
bracconaggio. Per MW la strada maestra per costruire “la Pace con le montagne” è quella di rendere
protagoniste attive le popolazioni locali del PNALM per attuare la sorveglianza dal basso dei propri
ambienti naturali allo scopo di consegnare al futuro la serenità della vita degli orsi marsicani.
Prof. Marano Mario Viola
Responsabile Mountain Wilderness Abruzzo