Cultura & Società

Bellante. Ripattoni In Arte: “Un progetto culturale che riparte da Montauti e Palazzo Saliceti” il sindaco Di Pietro seguici su twitter #ripattoniinarte

Ripattoni In Arte: “Un progetto culturale che riparte da Montauti e Palazzo Saliceti” il sindaco Di Pietro

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Dopo il recupero, negli anni passati, del teatro di Palazzo Saliceti, ieri sera, a Ripattoni, la retrospettiva su Guido Montauti è stata l’occasione per riaprire al pubblico un’altra ala dell’edificio di pregio appartenuto alla famiglia di Maria Giuseppina Ippoliti, madre del patriota Aurelio Saliceti. Ai piani superiori, un tempo adibiti a scuola elementare, rimangono alcuni saloni affrescati con scene mitologiche e allegoriche ed è su questi che ora, come affermato all’inaugurazione di Ripattoni in Arte 2013, si concentra l’attenzione del sindaco, Mario Di Petro: “Mi auguro di costruire, anche grazie a Ripattoni in Arte, un progetto che ci consenta di restituire a tutta la collettività teramana questo luogo di gran pregio che ci impone di pensare ad una destinazione e ad un uso che sia congruente con le caratteristiche di questo borgo medioevale: che ha indubbie potenzialità se mette insieme cultura e turismo, come abbiamo avuto di dimostrare con questa edizione di Ripattoni in Arte”.

Davanti ad un bel pubblico e a tanti artisti che non hanno mancato l’omaggio ad una delle figure di spicco dell’arte contemporanea italiana, Guido Montauti ( (Pietracamela 25 giugno 1918 – Teramo 14 marzo 1979) nell’anno del cinquantenario del manifesto del Pastore Bianco che fu pubblicato dal Corriere della Sera a testimonianza della centralità e dell’autorevolezza di Montauti, si è quindi aperta una edizione di Ripattoni In Arte che ambisce a segnare il punto di partenza di un progetto culturale che vede insieme istituzioni e associazioni locali e che guarda alla valorizzazione del territorio: a partire da quella “pietra” tema di quest’anno.

Le mostre di Bellantarte, tre percorsi artistici diversi fra personali e collettiva, con una sezione e di artisti teramani si snoda fra le vie del borgo e da oggi e per tutti i giorni della manifestazione ci si può iscrivere ai laboratori proposti dall’Associazione.

Una sezione tutta giovane quella per la fotografia: L’Aquila dorme triste su di un letto di pietre di Graziano Scandura; Pietra Madre diGuido Ramini; I due  volti del ritratto di Valentina Di Quinzio

Valentina Di Quinzio nasce a Teramo, il 25 febbraio 1991. Da piccola stupisce tutti per la sua spiccata personalità e per la disinvoltura con cui si “esibisce” scherzosamente in balletti a ritmo di Cristina D’Avena e Paul Anka. A quattordici anni si iscrive al Liceo classico Melchiorre Delfico, dove si appassiona alla cultura umanistica e in particolare alla storia dell’arte. Grazie ai contatti sul web, alla frequentazione di forum tematici, e alle sue preziose amicizie lontane, si appassiona alla web grafica e impara ad usare da autodidatta Photoshop. Solo in un secondo momento, dopo un paio di anni, si avvicina alla fotografia, dapprima esplorando le opere altrui e poi cimentandosi in prima persona con una Lumix compatta. Per il suo diciottesimo compleanno riceve la prima reflex, con la quale scatta tuttora, una Canon 450D. Vive a Teramo.

Guido Ramini Guido Ramini è nato a Penne in Provincia di Pescara nel 1986, vive a Montesilvano (Pe) ed è laureato in Comunicazione Multimediale e Giornalistica presso l’Università degli Studi di Teramo. Si occupa prevalentemente di comunicazione audiovisiva e giornalistica, collaborando con riviste, istituzioni pubbliche e private tra le quali anche l’ateneo teramano. L’esposizione con la quale ha esordito è stata la collettiva Facce/Pietre/Paesaggi realizzata per il festival salentino di Cinema del Reale. Percorso formativo e sensibilità personale lo hanno portato da sempre ad interessarsi al territorio, all’arte e alla cultura popolare: «Fotografo per comunicare la realtà, per raccontare una storia attraverso un punto di vista, inseguendo quel gesto fugace, quell’emozione, quel tocco di
poesia che c’è nel più quotidiano dei momenti».

Graziano Scandurra nasce a Pescara nel 1976. Ha vissuto a Ravenna per circa 18 anni, dove ha frequentato la facoltà di
Conservazione dei Beni Culturali e si è laureato in archeologia
classica. Da qualche tempo è tornato a vivere nella sua città
natale. La sua passione per la fotografia nasce nel lontano 1991, quando suo padre gli regalerà la sua prima vera macchina fotografica, la mitica reflex “Zenit”. In quel momento nasce il fotografo! Era il tempo in cui i primi “stranieri dell’est” offrivano a prezzi irrisori attrezzature fotografiche di buon livello. La sua passione è tanta. Da quel momento comincerà ad apprendere, da autodidatta, leggendo libri e riviste di settore e, con l’aiuto di un cugino anch’egli appassionato di fotografia, apprenderà le tecniche di base per la buona composizione di un’immagine.
Nel corso degli anni realizza migliaia di foto mentre la tecnologia volge al “digitale”. I suoi scatti ricevono numerosi apprezzamenti da chi li osserva, per cui decide di tentare di
trasformare in lavoro ciò che prima era un semplice hobby. Nel 2011 comincia una stretta collaborazione con un affermato studio fotografico ravennate, durante la quale affronterà le più svariate “situazioni fotografiche” e si dovrà misurare con importanti servizi riguardanti, concerti di Paolo Fresu, Daniele Di Bonaventura, Francesco Cafiso, Kelly Joyce e artisti minori. Si cimenta inoltre in servizi fotografici teatrali, industriali, architettonici, pubblicitari, eventi mondani, fotoriproduzioni di opere d’arte, foto scientifiche e reportages fotografici a tema. Invisibile nel lavoro, discreto nella presenza, cerca, come meglio può, di condividere con gli altri ciò che i suoi occhi vedono ed hanno silenziosamente carpito. Ha partecipato concorsi a fotografici internazionali, nazionali e regionali ed ha esposto i suoi lavori principalmente in Romagna dove ha vissuto. Attualmente lavora come freelance e collabora con studi fotografici in Pescara.

Teramo 21 luglio 2013

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