Il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, nel corso della Conferenza Stampa odierna indetta dagli Istituti Riuniti di Assistenza “San Giovanni Battista” di Chieti, durante la quale sono state illustrate le attività portate avanti dall’Ipab e le problematiche inerenti l’interpretazione di alcune norme che condizionano l’esercizio sanitario, dopo aver rimarcato l’importanza di un riordino economico della struttura “al fine di evitare emulazioni negative pregresse”, la tutela dei livelli assistenziali e il mantenimento del personale “che non può pagare le colpe di chi in passato ha male amministrato i soldi pubblici”, ha dichiarato che «il problema delle autorizzazioni sanitarie degli Istituti Riuniti è legato essenzialmente alle disposizioni previste dalla Legge Regionale n. 32 del 2007, approvata non avendo minima considerazione di quella che è la realtà abruzzese, con conseguenze nei termini dell’attuazione».
«In questa ingarbugliata vicenda – ha poi commentato il Sindaco – mi chiedo come mai, nei decenni addietro, chi doveva controllare queste strutture non l’ha mai fatto e invece, oggi, dopo lo scandalo di Sanitopoli, c’ è una ricerca spasmodica al rigore. Non si può pretendere, infatti, attraverso una legge, che una struttura antica come quella di piazza Garibaldi, seppure adeguatamente ammodernata, assuma caratteristiche infrastrutturali o non realizzabili o in tempi non ragionevoli.
Se l’intento è quindi quello di chiudere gli Istituti Riuniti – ha aggiunto il Sindaco – mi si dica dove trasferire i 198 ospiti e i lavoratori, però il Comune non è disposto a fare da parafulmine per i ritardi e le lentezze di altri».
Sottolineando l’importanza della struttura «che da decenni eroga un servizio fondamentale ai cittadini”, il Sindaco ha auspicato la risoluzione delle problematiche in atto attraverso il dialogo interistituzionale e la collaborazione di tutti. «Ciò che necessita in questo momento e il Comune potrà farsi portavoce in tal senso – ha concluso – è la convocazione di un tavolo di lavoro coordinato dalla Prefettura, il cui risultato potrebbe essere un patto istituzionale in cui siano coinvolte tutte le parti interessate».