Mo Avast’. Il razzismo è una supercazzola della “solita” politica .
Teramo. Come il formidabile Mario Monicelli riempiva il senso di vuoto delle vite degli “Amici miei” con il vuoto di senso di parole inventate come la supercazzola così in questi tempi malati si esorcizza la cruda e crudele realtà della delinquenza dei criminali sempre più spesso clandestini con l’anatema del razzismo.
E siamo a queste ore . Ventott’anni scapicollati in un fosso. Bruciati a causa dei “soliti noti”. Due rumeni che si è scoperto essere destinatari di un provvedimento di allontanamento che, come al solito, non si erano allontanati e non erano stati allontanati dalla Polizia italiana, purtroppo con le mani legate da una inadeguata legislazione, anzi erano intenti, prima di ritornare nei loro paesi a fare shopping a modo loro, con furti e rapine usando spesso la più becera violenza. A Sant’Atto il camion di uno di quelli che mangia il pane duro dei camionisti brucia in una scarpata di una strada costruita male e mantenuta peggio, la Teramo-mare, mentre due di quelli che i “radical chic” chiamano “migranti” e non “clandestini” come dovrebbero essere definiti recuperano la refurtiva di uno di quei furti che spesso non finiscono neanche più in cronaca.
“Veniamo qui da voi per lavorare ma, spesso anche per rubare” sostengono gli sbandati dell’Est parlando con chi , come le associazioni di volontariato, li sta a ascoltare per cercare di arginare il dramma dell’immigrazione selvaggia. “Veniamo perché in Italia è praticamente impossibile finire in galera o essere espulsi” continuano compiaciuti gli “invisibili” dalla legalità “come siete stupidi voi italiani, nel nostro paese o in molte nazioni europee le pene sono certe e severe. Qui non riuscite a tenere in galera neanche chi vi uccide a picconate”.
E così i professionisti italiani della buona coscienza a buon mercato – perché anche questo è un lavoro che rende bene e ti fa sentire buono – marchieranno a fuoco come razzisti coloro i quali chiedono regole severe e un’applicazione della legge che non sia demagogica e ideologizzata.
Noi siamo troppo impegnati a cercare di lenire le ferite sociali dei cittadini italiani che solo per dignità non sono per le strade a cercare l’elemosina, per poterci occupare di delinquenti dediti alla violenza ed ai reati perpetrati verso i nostri concittadini indifesi. Nessuno si interessa al dramma vissuto da una donna anziana a cui scippano la pensione oppure ai furti in casa o alle violenze con cui accompagnano questi reati. Che cosa aspettate per manifestare il vostro sdegno? Non aspettate che capiti anche a voi, siate solidali con chi ha già subito e non preoccupatevi troppo di chi è giustamente in galera. La soluzione? E’ presto detto: le prigioni italiane sono al 50% circa occupate da extracomunitari e comunitari dell’ est, per risolvere questo problema di sovraffollamento delle carceri, evitando di spendere altri soldi per adeguarne le strutture o rimettere in libertà delinquenti che senza strutture intermedie in grado di recuperarli socialmente ritornerebbero dentro, sarebbe sufficiente stipulare con i paesi con la maggior espressione di reati che non applicano la pena di morte, un patto bilaterale, patto che sancirebbe che i reati accertati in Italia vengano scontati nei loro paesi d’origine. Il risultato sarebbe una minor spesa ed una forma di deterrenza per chi oggi pensa di ritornare quasi immacolato e vincitore nei suo paese d’origine , con il bottino frutto di reati commessi nel nostro paese come se fosse stato un business. Invece tornare nei loro paesi per scontare la pena e quindi da sconfitti li dovrebbe decisamente scoraggiare.
Chi, quanto e come ripagherà Antonio Fiorito e i suoi cari ? Questa volta il caso va seguito sino in fondo. Mo Avast’.
Franco De Angelis