Gentile direttore,
credo sia di sicuro interesse questa riflessione di Mariza Bafile, una lettera aperta dal titolo Grazie Collettività! pubblicata qualche giorno fa sul quotidiano La Voce d’Italia di Caracas, all’indomani della pubblicazione sulla stampa italiana di alcune intercettazioni telefoniche tra Filippo Fani, collaboratore della sen. Barbara Contini del Pdl, e Aldo Micciché. Quest’ultimo, un faccendiere calabrese, confessa d’aver mestato durante le elezioni politiche del 2008 in seno ad alcuni gruppi della nostra comunità in Venezuela e d’aver dato fuoco ad un bel po’ di schede elettorali per evitare l’elezione della “candidata comunista” Mariza Bafile, già parlamentare eletta nella Circoscrizione Sud America e ricandidata alla Camera dei Deputati dal Partito Democratico. Che ci fossero forti sospetti di brogli in Venezuela era noto, la Magistratura italiana (Procura di Reggio Calabria) già prima del voto del 2008 aveva avviato indagini. Queste intercettazioni ne sono tutt’al più una conferma. Le indagini e il processo chiariranno. Fatto sta che il Pdl, contrariamente alle percentuali riportate in tutti gli altri Paesi sudamericani (intorno al 25-26%), in Venezuela raggiunse vette bulgare (67%). Parte lesa dell’inquinamento del voto e del “rogo” delle schede fu proprio Mariza Bafile, deputato uscente che molto bene aveva operato in Parlamento, con un impegno largamente apprezzato e riconosciuto.
Questa lettera aperta è una riflessione a tutto tondo sul voto all’estero ed una rivendicazione del proprio impegno parlamentare.
Goffredo Palmerini
Foto: Mariza Bafile con il padre Gaetano, fondatore della Voce d’Italia
Grazie collettività!
Nel corso di questi lunghi mesi ho atteso fiduciosa, certa che prima o poi la verità sarebbe venuta a galla. Il lavoro della Magistratura è silenzioso ma, quando il panorama di un’indagine molto più vasta e complessa sarà più chiaro, i responsabili dei brogli elettorali dovranno rispondere alla giustizia delle loro azioni.
Ho sempre saputo che ero stata vittima di brogli anche se non immaginavo che si potesse arrivare a mettere le mani su intere casse di voti e dargli fuoco. “Se volete vi do la cenere” dice ridendo Aldo Miccichè nel corso della telefonata con Filippo Fani, intercettata dalla Procura di Reggio Calabria. Voti diventati cenere, la volontà di migliaia di persone che hanno creduto nel voto, che hanno premiato il lavoro svolto durante due intensi anni alla Camera, è diventato cenere. Senza contare le manipolazioni sulle schede che erano state fatte fino a quel momento.
Azioni che gettano un’ombra di discredito su tutta una collettività additata come quella che ha avuto nel suo interno persone disposte a tutto pur di portare a casa il risultato sperato. Lo ripeto, sono certa che i responsabili saranno puniti, e con loro cadrà finalmente la cricca dei gregari, quelli che mestano nel torbido nella speranza di un favore, di un aiuto.
Per quanto mi riguarda so e in questi mesi l’ho sostenuto più e più volte, che nella nostra comunità la parte sana è molto più ampia di quella marcia, ci sono ormai molti giovani che come me sono cresciuti portando dentro i valori trasmessi dai pionieri e sono disposti a difendere i nostri interessi in maniera limpida e trasparente. Io sono orgogliosa di essere parte di questa fetta di italiani nel mondo, quella cresciuta all’interno di famiglie forti, oneste, positive, famiglie che hanno inculcato in noi principi che non sono in vendita. Le mie battaglie all’interno della Camera dei Deputati sono documentate, basta sfogliare gli atti, e sono testimoniate da tutti gli altri deputati. Ho mantenuto ottime relazioni con colleghi di tutti gli schieramenti perché sul lavoro si costruiscono rapporti di stima indipendentemente dal gruppo di appartenenza. Da tutti ho avuto parole di apprezzamento per il lavoro svolto fino a quel momento. Posso dire che le persone oneste sono ovunque e lo stesso vale per il contrario.
Ho lavorato per onorare le promesse fatte in campagna elettorale e i risultati si sono visti, nonostante il breve tempo, nonostante la triste corsa al protagonismo fatta da chi ha cercato di aggrapparsi al carro e vantare meriti che non ha mai avuto. Come è stato dimostrato subito dopo.
In questi due anni i professionisti dell’emigrazione hanno di nuovo riempito l’aria di molte parole e pochi fatti. Nonostante il governo amico. La verità è che la nostra comunità ancora una volta è stata dimenticata e relegata al ruolo di cenerentola nonostante i gravi problemi che deve affrontare ogni giorno. Gli eletti in America Meridionale danno priorità alle loro comunità e noi viviamo di rimando. È questa la conseguenza dei brogli conclusi con il falò di cui parlano Aldo Miccichè e Filippo Fani.
Io posso solo dirvi grazie. Grazie per il vostro sostegno, grazie per aver creduto in me, grazie per avermi fatto sentire davvero parte di una grande famiglia. C’è chi mi considera troppo ingenua per il mondo politico ma io preferisco essere così. Se fossi stata diversa avrei infangato il nome della mia famiglia e quello di tutti voi. Se tornassi indietro rifarei tutto nello stesso modo perché l’ho detto e ripetuto, la politica non è né sporca né pulita, sono le persone che la rendono una o l’altra cosa. Io preferisco appartenere alla fascia di chi crede e agisce affinchè esista la politica pulita, la politica intesa come servizio, come aiuto e sostegno per i propri elettori. Nessuno di noi meritava tanto squallore ma, non importa, noi che proveniamo dal mondo dell’emigrazione siamo abituati a lottare e a proseguire senza piangerci addosso.
Per quanto riguarda i brogli elettorali nelle elezioni politiche di due anni fa la Magistratura farà chiarezza e giustizia, scoprirà connivenze di vario tipo e i responsabili saranno puniti. Intanto noi dobbiamo guardare avanti. Tra un po’ saranno indette le elezioni per Comites e CGIE. La nostra collettività ha persone oneste, giovani, impegnate e preparate. Sono loro che vanno sostenute. Questa volta saremo tutti attenti ad evitare i brogli e soprattutto saremo molto attenti a sbarrare la strada a chi per un voto ha venduto l’anima al diavolo. Gli italiani del Venezuela meritano molto di più.
Mariza Bafile – La Voce d´Italia