Immobili per attività produttive, la Cna: rischio stangata per le imprese
Di Costanzo: a ripianare i buchi nei conti dei Comuni potrebbero essere laboratori e negozi
PESCARA – «Non vorremmo che, per compensare i buchi nei bilanci comunali provocati dalla cancellazione dell’Imu sulla prima casa, si profilasse una vera e propria stangata sugli immobili destinati ad attività produttive». Lo afferma il direttore della Cna abruzzese, Graziano Di Costanzo, secondo cui, «al di là delle valutazioni sulla giustezza o meno della decisione del governo di cancellare l’imposta relativa alla prima casa, il vistoso deficit che si è generato – oltre 4 miliardi della quota destinata agli enti locali – finisca per essere “ripianato” da un maxi rincaro delle aliquote applicate agli immobili utilizzati dalle imprese per svolgere il proprio lavoro».
Il timore della Cna abruzzese, in sostanza, è che «dopo la girandola di esclusioni ed esenzioni, estese anche agli immobili agricoli, il capro espiatorio del mancato gettito derivato dell’Imu divengano ora le attività produttive. Insomma, oltre al danno, si rischierebbe ora la beffa: «Molti Comuni abruzzesi, che già mettono le mani avanti denunciando i problemi che si sono creati nei loro conti – attacca Di Costanzo – si sono rivelati insensibili alle richieste avanzate dal mondo produttivo. Applicando nel 2012 aliquote salatissime su laboratori, negozi e fabbricati industriali, quantificabili in aumenti di oltre il 100% rispetto al vecchio gettito Ici, e applicando spesso solo sconti minimi sulle aliquote più alte». «Non vorremmo – conclude – che venissero dunque applicate d’ufficio le più alte previste dalla legge, provocando una ulteriore ferita nei conti di piccole aziende già ridotte allo stremo dalla crisi, ma al cui destino nessuno sembra sia interessato».
30/8/2013