La parola movida proviene dalla Spagna.
E’ la forma femminile sostantivata dell’aggettivo “movido”, movimentato.
In italiano mantiene il significato originario che la parola aveva in spagnolo, quando nacque per designare la speciale atmosfera di vitalità in campo culturale e artistico e il particolare dinamismo intellettuale che presero a caratterizzare la Spagna a partire dall’inizio degli anni Ottanta.
Nel linguaggio giovanile degli anni Novanta,movidaha preso il significato generico di animazione, situazione, ambiente piacevolmente movimentato.
Oggi ha preso definitivamente l’aspetto diintensa e vivace vita artistica e culturale notturna.
A Chieti la movida è NO!
Pur con la buona volontà di giovani che rischiano ed aprono locali, c’è chi rema contro.
Impazzano sul WEB due link realizzati dai giovani di Chieti.
Devo ancora utilizzare il paragone con Oviedo, Asturia, Spagna dove la movida esiste…, chissà se il motivo è perché questa parola è spagnola.
A Oviedo, in Calle de Manuel Pedregal, meglio conosciuta come Calle del Vino, in pieno centro storico, ci sono decine di pizzerie – sidrerie – bar – trattorie, gremiti dai giovani.
I tavoli e le sedie sono sistemati fuori, quindi se si parla, i cittadini che abitano nei palazzi dove ci sono questi locali, dovrebbero essere infastiditi. Invece, le ore della notte trascorrono ed alla chiusura dei locali, non ci sono porcherie o sporcizia nei vicoli o per strada.
Devo però evidenziare, per dovere di cronaca, che i locali hanno tutti i servizi igienici puliti e funzionanti, esiste “il o” buttafuori e c’è un“andirivieni” continuo delle forze di polizia. L’abito del poliziotto è nero, sono persone aitanti ed hanno ai fianchi la pistola e il manganello. Posteriormente, appeso al cinturone, ci sono le manette.
Sono convinto che questa presenza sia un valido deterrente per quei pochi giovani che volessero dare fastidio.
A Chieti, purtroppo, per colpa di pochi giovani deficienti, la maggior parte di loro paga per tutti.
E’ vero che nei vicoli di Santa Maria, al mattino, si trova di tutto, quindi i residenti devono per forza denunciare questa indecenza.
Il problema è che manca l’educazione, che purtroppo le famiglie e la scuola non sono più capaci di insegnare.
Le famiglie sono distratte dall’incertezza del futuro e su come tirare avanti.
La scuola e quindi gli insegnanti, non hanno più l’antico prestigio sociale.
Questa situazione forma nuove generazioni senza educazione, senza istruzione, senza prospettive di lavoro. C’è il vuoto esistenziale!
Non si poteva configurare miglior paragone con “ Chieti città della camomilla”.
Purtroppo i locali chiudono o vengono fatti chiudere. I residenti non accettano che si disturbi il loro riposo notturno, sacrosanto, pur essendoci delle delibere che addirittura costringono i locali a chiudere a mezzanotte,quindi un orario non proibitivo per il riposo.
Basterebbe un coinvolgimento, una collaborazione, ma soprattutto educazione, affinché i cittadini ed i giovani si accettino.
D’altronde non subiamo la pipì e la popò dei cani in ogni angolo della città?
Luciano Pellegrini agnpell@libero.it
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