Ospedale. Il sindaco chiede incontro con il manager Varrassi sui lavoratori ex Cofely: “Manutenzioni in affanno, poche unità in servizio”.
Il sindaco Francesco Mastromauro richiede un incontro urgente al manager della ASL Varrassi relativamente alla situazione delle maestranze ex Cofely, già operanti nel servizio manutentivo dell’ospedale “Maria Ss.ma dello Splendore”. “La mia richiesta si basa sul fatto che il servizio manutentivo versa in una situazione di grande difficoltà. Anzi, direi che è proprio in affanno. Ed infatti diversamente dal precedente appalto, che aveva assicurato l’impiego di 21 operatori, al momento sono presenti 8 unità ex Cofely impiegate con la Manutencoop, aggiudicataria del nuovo appalto. Appare evidente – aggiunge il sindaco – come la diminuzione di quasi due terzi del personale addetto alle manutenzioni non possa che avere conseguenze negative sia per gli utenti che per gli stessi lavoratori. E’ in servizio un solo elettricista a turno, compreso ovviamente quello notturno, ma gli ascensori sono numerosi. Cosa accadrebbe in caso di emergenza? Ed uno solo è anche l’idraulico. Non c’è chi provveda agli spostamenti degli arredi, mancano muratori e pittori e sono assenti persino le attrezzature per svolgere qualsivoglia attività. Mi risulta che la ditta aggiudicataria, la Manutencoop, abbia dato rassicurazioni sulle urgenze. Ma per gli interventi ordinari la ditta si è riservata di decidere di volta in volta circa tempi e modi. Eppure il capitolato dell’appalto – dice ancora Mastromauro – prevede la presenza continuativa del personale per un totale di 1.750 ore annue pro-capite corrispondenti a 8 ore lavorative per 20 giorni su 11 mesi. Credo quindi che sia necessario fare chiarezza sulla situazione, perché così com’è non va bene per un ospedale che si vuole efficiente ed efficace, né per gli operatori che vedono svilita la loro professionalità e spesso si trovano nelle condizioni di non poter operare. A meno che – conclude il primo cittadino – non si voglia lentamente ma inesorabilmente decretare la fine per inedia del nostro nosocomio”.