INFANZIA, BRAMBILLA: “AL PREMIER L’ARGOMENTO NON INTERESSA”
“A Letta dell’ infanzia non importa nulla. È una amara constatazione. Ma un governo che taglia sui nostri figli perde ogni diritto di parlare di futuro”. Lo afferma l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente della commissione bicamerale per l’Infanzia e l’adolescenza, all’indomani della riduzione di circa un terzo del già scarso fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza operata con la legge di stabilità, su proposta del governo. “Già lo scorso 5 novembre ho scritto a Letta – ricorda l’on. Brambilla – a nome di tutti i gruppi rappresentati nella commissione infanzia, sollecitando il ripristino del fondo ai livelli dell’anno scorso. Non si è neppure degnato di inviarmi una risposta, come la più elementare cortesia istituzionale prevederebbe. Io e gli altri componenti della bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza abbiamo presentato emendamenti, in commissione e in aula. Tutti bocciati. Alla fine il relatore ha trovato un paio di milioni per il 2014, una vergogna. Sarà comunque una mazzata sui bilanci sociali dei Comuni che cancellerà attività importanti per gli adolescenti e i bambini a maggior rischio di esclusione sociale e farà perdere posti di lavoro. Il tutto in un contesto di totale assenza di strategia nelle politiche per la tutela e la promozione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e per la famiglia. Restano infatti bloccati il Piano Nazionale Infanzia e Adolescenza e il Fondo per i Nidi, è stato tagliato il Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e gli investimenti per le famiglie sono da anni ai livelli minimi”.
Eppure la crisi ha colpito duramente i minori italiani: “Oggi – ricorda l’on. Brambilla citando l’ultimo “Atlante” di Save the children Italia – oltre un milione vive in condizioni di povertà assoluta, 1,3 milioni in disagio abitativo, 650 mila in Comuni già in default o a rischio di finirci con la conseguente impossibilità di spendere per interventi sociali. A questa Italia – piccola, debole e senza voce – il governo che fa favori alle banche e agli amici taglia un altro pezzo di futuro. Ma peggiore dell’ennesimo taglio è l’indifferenza con cui si liquida il problema. Una sorta di “lasciar correre” irresponsabile. Così l’Italia si accomoda in fondo alla classifica europea della spesa sociale per l’infanzia e la famiglia”.
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