State smantellando il welfare ,
basta giocare con la vita delle persone.
Negli ultimi anni i servizi sociali del comune di Lanciano, la Asl e la regione, hanno applicato politiche poco chiare e funzionali, se non per risparmiare fondi a discapito di chi usuffruisce dei vari servizi di assistenza e di chi lavora sul campo, gli operatori sociali, coloro che ogni giorno entrano in casa delle famiglie che richiedono questi servizi, non certo per divertimento, ma per serie necessità.
Due anni fa milioni di euro destinati al PLNA (piano locale per i non autosufficenti) sono scomparsi nei meandri della giunta regionale attualmente indagata, l’anno scorso la Asl ha creato non pochi problemi al comune e soprattutto a tante famiglie che si son viste togliere l’Adi (Assistenza domiciliare integrata), con criteri discutibili e poco chiari, fatto sta che chi ha fatto il danno è stata nel frattempo sollevata dall’incarico dopo svariate proteste e denunce.
Per ultimo, non certo per entità di danno o gravità, il comune di Lanciano ha deciso, dopo aver richiesto la certificazione ISEE, di chiedere alle famiglie risultate nelle fasce più alte un contributo in denaro comunque esagerato, cosa che ha spinto molte famiglie a rinunciare al servizio e di affidarsi spesso a personale non qualificato, pagato in nero.
Ultima novità del comune? L’introduzione dei voucher, metodo di pagamento dei servizi che, di fatto, permette al comune di togliersi la bega delle gare d’appalto, spesso pilotate politicamente, delegando ulteriormente i contribuenti, che si vedranno costretti a ritirare una volta al mese i blocchetti di voucher sociali, a pagare in anticipo (per chi lo deve fare) l’erogazione del servizio, a dover decidere , nel momento che si ha accesso all’assistenza, da quale cooperativa farsi seguire scegliendo da un anonimo elenco.I servizi sociali dovrebbero sapere che questo sistema è complicato, se non impossibile per molte persone anziane e sole e per le famiglie già gravate dalla presenza di persone non autosufficenti che richiedono la continua presenza dei parenti. Inoltre nell’elenco delle cooperative da scegliere ne compaiono alcune provenienti da altre regioni che si affacciano per la prima volta nel nostro territorio. Diverse ancora le criticità riscontrate, criticità che hanno portato una regione come l’ Emilia Romagna, patria dei servizi sociali e delle coop, a riconoscere, dopo anni di esperienza,il fallimento di questa modalità di gestione dei servizi stessi.
Noi operatrici e operatori sociali ci sentiamo per l’ennesima volta trattati come carne da macello e ci siamo stancati.
Da anni garantiamo un servizio svolto con professionalità e serietà, permettendo a molte persone di non vedersi rinchiudere in ricoveri o in istituti e di continuare a vivere con dignità e rispetto nelle proprie case e con i propri famigliari.
Chi fa questo lavoro e chi ne gode i benefici, sa che non è certo per arricchirci che lo facciamo e che la serenità data a queste persone è per noi la più grande gratificazione. Serenità e gratificazione che invece le istituzioni continuano a minare.
Siamo persone e non merci o numeri. Ed è per ricordare questo che martedi andremo a manifestare il nostro dissenso al comune di Lanciano, chiedendo con forza che anche le nostre voci vengano ascoltate, che anche le nostre competenze vengano messe sul tavolo di discussione nella gestione dei servizi, che i servizi siano realmente sociali e non esclusivamente assistenziali e che le nostre figure professionali non siano svalutate.
Assembramento Martedi 28 Gennaio 2014 ore 12:00 a Piazza del Plebiscito per difendere a voce alta i nostri e i vostri diritti.
Le/gli operatrici/ori sociali Eas22