Il comunicato stampa della sezione abruzzese dell’Associazione Nazionale Magistrati, relativo al provvedimento del Senato di rinvio della soppressione dei tribunali abruzzesi, è semplicemente sconcertante per ragioni di merito e sostanza.
Innanzitutto il Senato della Repubblica è sovrano di adottare tutti i provvedimenti che ritiene opportuni, quanto i Magistrati sono sovrani di adottare le loro sentenze.
La sezione abruzzese dell’ANM non credo che abbia la autorevolezza per decidere quali siano i migliori provvedimenti di sana politica per la tutela dei territori della nostra regione.
La analisi che l’ANM Abruzzo fa, in ordine alla funzionalità degli uffici giudiziari, (ed alla necessità di un celere accorpamento per darne miglioramenti) è tutta vista dall’occhio da magistrato.
E’ evidente che si perseguono interessi di comodo espletamento della funzione senza buttare neanche un cenno agli interessi delle collettività, degli utenti e degli operatori del settore.
Non devono stare comodi i magistrati nei loro uffici ma devono stare comodi i cittadini a non inseguire per centinaia di chilometri gli uffici dei tribunali.
Riguardo poi all’emergenze del sisma il problema non è tanto l’adeguamento dei palazzi (e la certezza che siano pronti per il 2015 è tutta da verificare).
Il problema è che circa 1.000 avvocati tra Avezzano e Sulmona e altrettanti tra Lanciano e Vasto dovrebbero avere il diritto di decidere di aprire uno studio professionale nella sede accorpante.
In questa ottica, specie l’Aquila, non è pronta a recepire una “piena” di mille nuovi studi professionali, non lo sarà nel 2015, forse non lo sarà nel 2018.
Non si tratta, come recita il loro comunicato, di salvaguardare interessi localistici ma si tratta di tutelare cittadini e operatori che vivrebbero a distanze abissali e con una viabilità impossibile da quelle metropoli giudiziarie che loro tanto bramano.
L’auspicio infine che la Camera riveda il provvedimento senatoriale è uno scellerato proponimento che si potevano evitare.
Il rinvio va confermato e forse è anche troppo breve.
Il recinto che i magistrati invocano per proteggere la loro autonomia stavolta lo rispettino per non invadere l’autonomia altrui.
Sulmona 1 febbraio 2014
Il Segretario Regionale
Massimo Carugno