Scuola Primaria Atri Centro sicura e accogliente, la replica del Sindaco a Prospettiva Atri: “Li invito a una opposizione più attenta e responsabile”

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ATRI. “La Scuola Primaria di Atri centro è completamente sicura. Lo è sia dal punto di vista della staticità dell’edificio che per aspetti organizzativi e logistici legati alla qualità dell’acqua e alla sicurezza del cantiere retrostante, delimitato dalla zona interessata e che nulla ha a che fare con il passaggio degli studenti, dei docenti e degli operatori della scuola”. Così il Sindaco di Atri, Piergiorgio Ferretti, chiarisce ai cittadini la situazione relativa alla Scuola Primaria di Viale Umberto I alla luce delle affermazioni e delle richieste del gruppo Prospettiva Atri.

Ad oggi – prosegue il primo cittadino – l’edificio è stato interessato da diversi interventi. Nel primo, quello più corposo, c’è stata la divisione dell’edificio in tre ale: quella centrale, che deve essere ancora completata, e quelle est e ovest dove oggi i ragazzi seguono le lezioni in tutta sicurezza. Le due ale sono state rese completamente a norma anche dal punto di vista antisismico e sono molto accoglienti, come si può vedere dalle immagini del video. Tra gli interventi realizzati non va dimenticata la mensa, che è stata completata, infatti i ragazzi da quest’anno scolastico sono tornati a fruirne, così come i bambini dell’Infanzia Amaltea, sempre in Viale Umberto I. Anche la centrale termica è stata messa a norma, c’è infatti una nuova e moderna caldaia. Prospettiva Atri durante il sopralluogo ha fotografato un serbatoio che addirittura non è alimentato, quindi non è funzionante, dato che l’acqua non è mai mancata da settembre. Mai i ragazzi berrebbero acqua non sicura. Peraltro va detto che negli altri plessi dove l’acqua manca e entra in funzione il serbatoio, in quei casi viene somministrata l’acqua minerale e non quella di rubinetto. Tra l’altro nei giorni scorsi il plesso di Amaltea è stato interessato da una analisi sulla qualità dell’acqua dalla quale è emersa la sua assoluta salubrità. Per quanto riguarda il cantiere, non corrisponde a verità che l’area non è delimitata. È una zona completamente separata dalla Scuola Primaria e anche se non è chiusa è comprensibile che l’accesso non sia consentito. Nel loro scatto si vede la fine di una scalinata, non hanno mostrato la parte delimitata e non accessibile ai ragazzi. Relativamente alla foto del cornicione, infine, è vero che è rovinato con degli stucchi staccatisi, ma è a norma e con gli interventi relativi alla ristrutturazione dell’ala centrale sarà sistemato. Questo è ciò che ci dicono i tecnici che hanno competenze specifiche. Per quanto riguarda il cantiere retrostante, come ho detto più volte e l’ho anche scritto, per ripartire con i lavori siamo in attesa solamente del nulla osta della sovrintendenza. Il progetto già c’è e la gara è stata fatta per avere una palestra e 30 parcheggi. Prospettiva Atri dopo il sopralluogo ha mentito alla città, se si vede il video si può notare che la nostra amministrazione ha realizzato un’opera importante, sebbene non ancora completata, e mentendo in questo caso ha anche rasentato il procurato allarme. Hanno fatto un vero e proprio blitz, considerando che hanno coinvolto la dirigente scolastica e il Comune con una pec mezz’ora prima del sopralluogo. Se avessero chiamato me avrebbero avuto risposte più concrete e avrebbero evitato questa ennesima figuraccia. Li invito quindi a una opposizione più attenta e anche più responsabile”. 




Teramo. Caso di scabbia, la Asl avvia verifiche e profilassi

 

Confermato il caso di scabbia in una scuola dell’infanzia teramana. Il Siesp sta mettendo in campo le misure previste, fra cui la verifica dei contatti stretti e la loro profilassi, mentre la scuola, sentita la Asl, ha già adottato un protocollo informando la comunità con una circolare e procedendo alla sanificazione dei locali.

Non è l’unico caso presente nella nostra comunità, al pari di quanto accade nel resto d’Italia. Sono 12 le segnalazioni, di persone adulte e minorenni, arrivate al Siesp da ottobre ad oggi, tenendo presente che alcuni procedono alle cure in modo autonomo e quindi possono non essere censiti.

“Seppure contagiosa”, spiega il direttore sanitario Maurizio Brucchi, che insieme al direttore del Siesp Marina Danese sta monitorando la situazione, “è una patologia per la quale si dispone oggi di farmaci e medicamenti efficaci. Il “colpevole” è un acaro parassita e la fonte più comune di trasmissione è il contatto diretto e prolungato con una persona già infettata. Ovviamente è più facile che il contatto avvenga in famiglia, negli istituti di lungodegenza, negli asili e nelle caserme. La Asl monitora  in maniera costante la situazione adottando tutte le misure previste al fine di contenere il contagio”.




A Chieti, “Svuota l’armadio e ricicla”: iniziativa dei Lions per una beneficenza sostenibile

 

Chieti – Dal 22 al 24 novembre il Lions Club Chieti I Marrucini e il Lions Club Chieti Host, in collaborazione con il Centro Commerciale Megalò, organizzano l’evento “Svuota l’armadio e ricicla”, una raccolta di abiti usati da destinare ai più bisognosi.

All’interno di Megalò, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19, saranno raccolti abiti usati da destinare alla beneficenza. Gli indumenti dovranno esser puliti e in buone condizioni, nel rispetto della dignità di coloro che li riceveranno. Gli aderenti, in cambio dei capi donati, riceveranno Gift Card da spendere successivamente all’interno dello stesso centro il cui valore sarà determinato in base al peso dei capi consegnati, per un valore massimo non superiore ai venti euro. Sarà erogata una Gift Card a persona al giorno, con la possibilità di tornare nei giorni successivi. Non saranno accettate scarpe, accessori, indumenti intimi e pigiami.

«Questa iniziativa può essere letta come positiva a più livelli» hanno spiegato Cristina Nudi, Presidente Lions Club Chieti I Marrucini e Luca Cipollone, Presidente Lions Club Chieti Host. «Chi dona ha l’opportunità di liberarsi di capi che non utilizza più, avendo la certezza del modo in cui saranno impiegati. Inoltre, avrà in cambio buoni acquisto reali da poter utilizzare per nuovi acquisti. Questi sono i vantaggi pratici, ma ci sono poi le finalità morali: la possibilità di aiutare chi ne ha bisogno e, nel farlo, di salvaguardare l’ambiente evitando di buttare cose altrimenti non facilmente differenziabili».




Teramo. ASL: ospedale “Mazzini”, open week contro la violenza di genere

La Asl di Teramo. Fondazione Onda ETS, in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra il 25 novembre, aderisce alla quarta edizione dell’”(H) Open Week” organizzato dalla Fondazione Onda Ets.

La settimana di iniziative si terrà dal 21 al 27 novembre con l’obiettivo di incoraggiare le donne vittime di violenza a rompere il silenzio e avvicinarle alla rete di servizi antiviolenza che può offrire percorsi di accoglienza protetta e progetti di continuità assistenziale e di sostegno, fornendo strumenti concreti e indirizzi a cui rivolgersi per chiedere aiuto. Gli oltre 240 ospedali con il Bollino Rosa che hanno al loro interno percorsi dedicati e i centri antiviolenza aderenti all’iniziativa offriranno gratuitamente alla popolazione femminile consulenze, visite, colloqui, info point, e distribuzione di materiale informativo.

In particolare all’ospedale di Teramo sarà allestito un info point all’interno del Pronto soccorso a partire da giovedì 21 e fino al mercoledì 27, mattina e pomeriggio. Sarà distribuito materiale informativo e ci sarà anche possibilità di colloqui riservati che si terranno all’interno della Stanza rosa, allestita ormai da tempo all’interno del Pronto soccorso e destinata ad accogliere nel massimo riserbo le vittime di violenza. Il 25, inoltre si terrà un  incontro-dibattito su “Violenza di genere e non solo” che coinvolgerà gli studenti del terzo anno del corso di laurea in Infermieristica. Saranno letti articoli di cronaca e poesie sulla violenza di genere e su questi di discuterà in classe. Maggiori dettagli sulle due iniziative si possono trovare collegandosi al link https://iniziative.bollinirosa.it/ricerca/index/w32 e digitando la regione e la provincia di interesse.

«La Asl di Teramo ha da anni un percorso Codice rosa per prendere in carico le vittime di violenza e ha anche allestito una “Stanza rosa” per fornire la necessaria privacy a chi è vittima di violenza e arriva in Pronto soccorso: si tratta di donne, ma anche di anziani, portatori di disabilità o minorenni. Iniziative come l’open week servono anche a richiamare l’attenzione della comunità  sulla violenza non solo fisica o sessualeEsistono, infatti, violenze verbali, psicologiche e persino economiche, che possono culminare o meno in episodi di stalking e di violenza fisica. Noi per quanto possibile e quanto nelle nostre competenze forniamo un aiuto concreto alle vittime di violenza”, commenta il direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia.




Teramo. Conferenza stampa della Commissione Provinciale Pari Opportunità il 22 novembre, ore 10, Sala Consiliare

Nel corso della conferenza stampa saranno presentate le iniziative a cura della Commissione Pari Opportunità in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.

Insieme alla presidente Erika Angelini e alle componenti della Commissione interverranno:
Presidente della Provincia – Camillo D’Angelo

Direttrice Casa Circondariale – Lucia Avantaggiato
Comandante Carabinieri – Pasquale Saccone
Comandante Guardia Finanza – Fabrizio Chirico
Prefetto – Fabrizio Stelo
Questore – Carmine Soriente
Consigliera di Parità della Provincia di Teramo – Monica Brandiferri



A Pineto il 21 novembre si celebrerà la Festa dell’Albero

 

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PINETO. È in programma per giovedì 21 novembre 2024 dalle 9,30 nel Teatro Polifunzionale di Pineto la Festa dell’Albero. L’iniziativa – organizzata dal Comune di Pineto, in collaborazione con l’AMP Torre del Cerrano, Res Agraria, il WWF Teramo, l’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Pineto, il coordinamento nazionale per gli alberi e il paesaggio, il Gruppo Scout Agesci Pineto 1, gli Alberi di Alessia – sarà introdotto dai saluti istituzionali del Sindaco di Pineto, Alberto Dell’Orletta e della Presidente del Consiglio Comunale Marta Illuminati. Interverranno: Attilio Faiazza di Res Agraria; il rappresentante di Conalpa, Roberto Colazilli; la dirigente Scolastica dell’IC Giovanni XXIII di Pineto, Sabrina Del Gaone; Alessia Roselli del progetto Gli alberi di Alessia; Fausta Filippelli del WWF; Fabiano Aretusi, Presidente dell’AMP Torre del Cerrano. Presenti referenti del gruppo scout Agesci Pineto 1 e alcune classi della Scuola Secondaria di Primo Grado di Pineto.

 

“Anche quest’anno – dichiara Illuminaticome Amministrazione Comunale abbiamo voluto che sul nostro territorio ci fosse la festa dell’albero perché abbiamo molto a cuore il verde pubblico e il patrimonio arboreo della nostra città, che sin dal nome ricorda l’importanza della sua pineta e degli alberi che sono il nostro biglietto da visita. Ringrazio tutti i relatori che interverranno, l’assessore Giuseppe Cantoro e l’assessora Jessica Martella per la collaborazione su questi temi e la dirigente scolastica del nostro istituto comprensivo Sabrina Del Gaone per aver consentito la partecipazione di alcuni studenti. Siamo certi che anche questa giornata avrà un grande valore formativo, soprattutto per i ragazzi i quali potranno ascoltare qualificati relatori e comprendere meglio l’importanza degli alberi per l’ambiente, il primo atto per abbattere la CO2”.




Il Sindacato dei giornalisti abruzzesi considera inaccettabili i giudizi espressi, in una sede istituzionale quale è quella del Consiglio comunale, dal sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis.

 L’attacco alla professionalità di tutti quei colleghi che, ogni giorno, raccontano il territorio, testimonia un’ostilità preconcetta nei confronti di tutti coloro che non si allineano al pensiero di chi amministra. E’ grave che il sindaco di una delle principali città d’Abruzzo consideri le ricostruzioni dei cronisti come “stupidi articoli” e “chiacchiericcio da bar lontano dalle logiche dell’informazione” soltanto perché danno voce ai cittadini, riportando fatti e polemiche così come si sono verificati. Ringraziamo la consigliera comunale Manuela Natale per la solidarietà che ha voluto esprimere alla categoria; al sindaco ricordiamo che non può permettersi in alcun modo di mettere in discussione l’integrità di professionisti che, con il loro impegno quotidiano su carta stampata, radio, televisione e web, garantiscono ad ogni cittadino il diritto di essere informato.




Castelli e fortificazioni in Abruzzo dal VI al XVI secolo   di Gabriella Izzi Benedetti *

 

 

Le ragioni che hanno determinatoin Abruzzo una così grande quantità di castelli e fortificazioni sono in prevalenza riferite alla sua configurazione: l’aspetto geografico montuoso e accidentato non ha favorito il formarsi di grossi agglomerati urbani, impedendo il determinarsidi una difesa centralizzata, sicché piccoli e medi centri si  frantumarono in una miriade di piccole roccheforti; e poi il fatto che per secoli l’Abruzzo è stata terra di confine e come tale bisognosa di una ricca tessitura difensiva. Non dimentichiamo le innumerevoli valli, gole; i passi, i boschi, di cui la regione è dotata, tutti luoghi infidi.Il castello fortezza di Civitella del Tronto, a confine con le Marche è la più straordinaria espressione difensiva dei confini, la più importante del centro sud Italia, e in linea con le migliori d’Italia, con una superficie di 25.000 mq. Di stile rinascimentale fu l’ultimo baluardo della resistenza borbonica contro i garibaldini. Capitolò tre giorni dopo la proclamazione dell’Unità d’Italia.

 

Questo insieme di fattori rese l’Abruzzo di più difficile accesso e solo dal VI secolo si assiste da parte dei Goti alla distruzione delle poche città esistenti e delle strutture difensive. La gente fuggì, il bosco si sostituì alle zone coltivate, i grandi pascoli si frantumarono, la transumanza subì un arresto, le strade divenute impraticabili crearono una situazione di stallo con grave danno economico. Ma tra le motivazioni non può mancare l’essere l’Abruzzo anche zona rivierasca e come tale esposta a incursioni piratesche, tentativi di invasione stabile via mare da parte di popolazioni orientali, pensiamo all’espansionismo islamico. Ecco dunque che già dal VII secolo troviamo torri, incastellamenti a livello marino, o in zone paludose e boscose specie a nord e in entroterra collinari non distanti.

 

L’Italia per circa mille anni pagò il disfacimento dell’Impero romano e questo ancor prima della sua caduta ufficiale(476 d. C.). I barbari si sentirono liberi di saccheggiare, distruggere, creare nuove strutture. I bizantini si reputarono,specie a sud, i veri depositari dell’eredità romana; e poi Arabi, drappelli di guarnigioni romane irriducibili ad accettare la nuova realtà, Longobardi, Saraceni. In seguito sarà la volta di Franchi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, per finire con le grandi lotte di potere tra Francia e Spagna, i vari domini germanici e ci fermiamo qui.In questo arco di tempo le strutture fortificate assumono un ruolo centrale. Ha origine il fenomeno dell’incastellamento che include non solo il castello di tipo classico, ma ogni tipo di fortificazione a scopo difensivo o di contrattacco.

 

Il castello è condizione insostituibile in un’epoca in cui popolazioni allo sbando trovano in esso possibilità di sopravvivenza. Castello dal latino castrum, accampamento militare di grandi proporzioni. Siamo di fronte a un nuovo ciclo storico. Il castello, circondato da profondi fossatile cui sponde erano collegate dal ponte levatoio, possedevaripari rettangolari, i merli, muniti di feritoie molto piccole dalle quali era possibile colpire i nemici con scarsissima probabilità diessere a loro volta colpiti, e poi saracinesche, piombatoi, passaggi segreti, e nei sotterranei le segrete, cioè prigioni.Nel castello confluivano le popolazioni circostanti all’affacciarsi di un pericolo, mettendo al sicuro in appositi silos, i raccolti. L’economia curtense è questa: vivere di una economia autonoma. All’interno della corte, organismo giuridico ed economico, si compiva il ciclo della produzione e dello scambio, si svolgeva l’attività amministrativa sotto la protezione di un capo unico fornito di immunità tributaria e giurisdizionale.

 

Nella parte alta del castello abitavano il feudatario e i più alti capi militari; in quest’area troviamo l’armeria e il tesoro. Il resto della guarnigione militare, la servitù e altre presenze vivevano ai margini del castello munito di cinte di mura concentriche o esagonali, interrotte spesso da torri fortificate. Non mancava della spaziosissima corte la chiesa il cui campanile svolgeva la stessa funzione delle torri d’avvistamento. Gli abitanti delle cinte più esterne erano soggette, forse perché meno controllabili, a uno speciale giuramento di fedeltà.Le fortificazioni fannoinvece parte di un’ampia gamma di strutture, poste in genere in luoghi alti, in modo da abbracciare un ampio orizzonte, lontane da vie consolari e percorsi più noti. A volte gruppi di fortificazioni si univano creando città fortificate che presero il nome di cerchie o contee.

 

Quella più famosa in Abruzzo, ma anche esempio raro in Italia fu la città dell’Aquila, sorta dall’unione di 99 castelli; ma su questo dato non esiste certezza storica.Oltrealle torri di genere difensivo, come le fortezze che privilegiavano luoghi pianeggianti, vicinanza di fiumi o laghi, esistono i borghi fortificati, le terre-mura, le rocche.I castelli in Abruzzo non cambiano di molto la propria struttura con l’avvicendarsi di dominazioni, anche per il sovrapporsi di stili dovuti a distruzioni e ricostruzioni; ma c’è una particolare tipologia tutta abruzzese (due esemplari si trovano solamente in Umbria) e sono i castelli recinto ocastelli pendio. Creati con grande intelligenza conciliavano sicurezza e tranquillità di lavoro all’esterno dell’abitato.

 

Ubicati con alle spalle uno strapiombo impraticabile, in luoghi dotati di un pendio anche ripido e di un fondo vallivo il più possibile vicino da adibire a pascolo e agricoltura, si prolungava oltre il recinto con un borgo collocato nel pendio fronteggiante la valle, con in vetta un’altra torre di avvistamento, il puntone rivolto verso lo strapiombo non abitato, sicché il nemico era avvistato immediatamente. Al suono del corno tutti gli abitanti e il bestiame abbondavano il borgo rifugiandosi nel castello dove era custodito il raccolto assieme a ciò che di prezioso aveva la popolazione. In tal modo si poteva resistere per mesi. Un esempio tra i più antichi è quello del castellodi Beffi, nelle vicinanze dell’Aquila; rimangonola torre alta più di 100 metri, cinte murarie, feritoie, edifici interni ristrutturati,grotte e terrazzamenti.I resti della fortificazione si trovano aipiedi del paese, presso il fiume Aterno.

 

Ne troviamo a Barisciano con pianta quadrangolare, aSan Pio, realizzato in più tempi, aPereto, aMontegualtieri con torre triangolare d’avvistamento, e non solo. Il castello pendio di Introdacqua, ha una torre cintata ancora in ottime condizioni.Il mutamento politico irreversibile avvenne con i Longobardi che crearono un nuovo assetto in grado di offrire stabilità di dominio. Stanziatisi nelle regioni nordiche intorno al 571, discesero a sud già in parte integrati con le popolazioni; convertitisi al cristianesimo, rispettarono la parte di territorio “di san Pietro”, di pertinenza papale; penetrarono nell’area interna centro meridionale dando origine al ducato di Spoleto a nord e di Benevento a sud. L’Abruzzo ne fece parte: a nord fu incluso nel ducato di Spoleto, a sud in quello di Benevento; il fiume Sangro ne delimitava i confini.

 

Di nuovo Abruzzo terra di confine. I raggruppamenti di famiglie in borghi detti Fare vennero muniti di difese incluse in grandi contee e gastaldati abitati da feudatari così potenti che spesso erano in grado di sconfiggere nemici esterni, ma non di controllarsi l’un l’altro, il che li indebolì politicamente, ma non incise sull’economia, avvantaggiatasi della stabilità di dominio. Vennero riutilizzati percorsi sconnessi della viabilità romana e preromana presenti specie in zone montuose e vennero create le basi per la più importante strada che da Firenze raggiungeva Napoli, la via degli Abruzzi, intersecando la regione dotata di 11 fortificazioni che rendevano sicuro il tragitto, dando modo all’Abruzzo di riprendere l’esportazione delle sue maggiori ricchezze quali lana zafferano, prodotti caseari. La produzione di olio e grano appartenente a zone collinari o costiere usufruiva di trasporti marittimi specie verso Puglie, Marche e Veneto. Venne riattivata la transumanza con i benefici che conosciamo. Nella complessa realtà medievale un ruolo determinante è quello della Chiesa nel bene e nel male; ma bisogna riconoscerle l’enorme ruolo civilizzatore e quello difensivo.

 

In questo le Pievi (dal latino plebs popolo, pievi rustiche) furono risolutive. Situate spesso lungo i percorsi tratturali, oltre ad assolvere funzioni religiose e proteggere, mettevano al sicuro i raccolti, amministravano la giustizia. La loro importanza decadde con l’avvento dei grandi monasteri Benedettini, (in Abruzzo tra monasteri, monasterini e celle se contavano 300), dotati dispazi agricoli propri, grandi strutture, tra cui quelle di ospitalità e cura; erano luoghi sicuri. Divennero in più d’un caso feudi di tipo ecclesiastico, temibili concorrenti del potere feudale laico, godendo fra l’altro di benefici e garanzie particolari; sicché a molti nobili, specie se di ramo cadetto, convenne entrare nello stato ecclesiale. Tra i due poteri s’istaurò una complessa tessitura di alleanze e inimicizie.

 

Anche dei castelli longobardi troviamo testimonianza nella zona della Marsica, del Fucino: Pescina, Navelli, Torre della Fara, Rapino, Gessopalena, e altrove.La loro stabilità di domino concorseall’impulso verso scambi commerciali ad ampio raggio. In quel periodo i Saraceni iniziarono ad assediare le coste e fu indispensabile arricchirle con torri d’avvistamento, castelli verso l’interno e borghi fortificati. Ma verso l’XI secolo ai Longobardisi sostituirono i Normanni giunti come mercenari, fuggendo dalla Normandia dove l’incremento demografico creava difficoltà di vita. Astutissimi, basti pensare a Roberto d’Altavilla detto il Guiscardo (o Terror Mundi), in breve si impossessarono di tutte le terre fino al Tronto, si convertirono al cristianesimo avendo così il riconoscimento giuridico pontificio.

 

Da questa nuova situazione politica l’Abruzzovenne aggregato al meridione fino alla unità d’Italia. Lo stato venne diviso in contee e baronie; si cercò di centralizzare il potere inserendo i castelli all’interno delle città. I Normanni crearono un loro modo di costruire torri su base quadrata, alte, prive di scarpata troviamo qualche esempio nella zona della Marsica, del Fucino, come, tra le altre,in Pescina, Navelli, Popoli, Roccaspinalveti. Tra gli aspetti positivi del dominio normanno ci fu il cambio di mentalità: il territorio non più visto come miniera da sfruttare. Ma un bene da valorizzare e tramandare. Diedero anche impulso alle arti e vennero create molte abbazie e cattedrali. A loro si deve il consolidamento attraverso l’Appennino della via degli Abruzzi che da Napoli a Firenze creava una continuità di scambi con il resto dell’Europa.

 

Il passaggio dal loro dominio a quello svevo fu indolore, con il matrimonio dell’ultima Altavilla, Costanza, data il sposa al figlio dell’imperatore svevo Federico Hohenstaufen, Enrico VI. Nonostante la fedeltà normanna al Papa (Costanza era sotto sua tutela) i rappresentanti dell’impero e del papato erano storicamente in collisione. Sorvolando sulle note storiche, i castelli svevi vengono definiti federiciani in quanto fu Federico IIpersonaggio d’intelligenza e apertura mentale straordinaria, che diede incremento alla cultura,a opere di ingegneria, modificando fra l’altro il sistema di realizzazione dei castelli costruiti fino ad alloracon l’adattarsi alle condizioni del terreno. Invece i castelli federiciani hanno un’articolazione indipendente dal terreno; venivano scelti luoghi adatti non solo strategicamente ma territorialmente, ispirandosi agli impianti difensivi arabi e bizantini. Hanno una regolarità matematica, si articolano su pianta quadrata con quattro ali munite di torri poligonali o cilindriche, in corrispondenza degli angoli. Ne abbiamo esempi: Rocca Calascio, Castel Manfrino costruita dal figlio di Federico, Manfredi, Tagliacozzo e altri. Come sappiamo gli Angioini, invitati dal papa, essendo di parte guelfa e dunque fedeli alla Santa Sede discesero alla conquista del territorio, dopo la morte di Federico II (1250), e riuscirono. In breve in Abruzzo i feudatari divennero tutti francesi, eccetto una piccola schiera autoctona tra cui i Valignani di Chieti e gli Acquaviva di Atri. I castelli angioini non si discostarono molto da quelli svevi ma prevalse l’uso delle torri cilindriche aumentate di dimensioni, venne abbassata per sicurezza la torre centrale, si munì la sommità delle torri con merli, beccatelli, caditoie; in Abruzzo ne reperiamo a Palmoli, Bussi, Bominaco, Crecchio, Vasto, Ortona, Carsoli e poco d’altro. Anche il regno angioino durò poco, le lotte di conquista lunghe e complesse portarono nel 1504 Luigi XII di Francia a cedere il regno dei d’Angiò alla Spagna. Ma, a causa dell’intrecciarsi di parentele i vari sovrani incominciarono a reclamare diritti.

 

L’Italia divenne un campo di battaglia e grande fortuna raggiunsero i capitani di ventura; in Abruzzo fra gli altri Braccio da Montone, Muzio Attendolo Sforza, Jacopo Caldora. Quest’ultimo, in uno slalom tra i vari contendenti riuscì a possedere castelli, in zona Fucino, a Vasto, ad Archi e altrove. Intanto il modo di fare guerra cambiava velocemente con l’uso della polvere da sparo, che tra il XV e il XVI secolo trasformò lo scenario bellico. Fu possibile a distanza l’annientamento di formazioni di fanteria. Il mortaio da assedio venne rimpiazzato col cannone da campo a canna liscia che colpiva la fanteria avversaria prima di ingaggiare un combattimento corpo a corpo. Si trattò di una vera rivoluzione.

 

In questo nuovo modo di difendersi si cercarono alternative architettoniche e gli architetti toscani spiccano come Giorgio Martini, i Sangallo e soprattutto Michelangelo. L’ultima immagine del castello fortificazione è quello rinascimentale a pianta quadrata, con quattro bastioni agli angoli e le mura che vanno da bastione a bastione. Il castello dell’Aquila ne è tipico esempio come quello di Casoli. Nei secoli seguenti divennero luoghi residenziali di nobili e re come aTocco Casauria oBalsorano. I castelli sono ormai parte del nostro passato, ma continuano ad attrarci come tutto ciò che stimola la fantasia. Il periodo romantico ne esaltò quanto di misterioso, avventuroso, eroico e poetico emanavano.  Ma, purificati dal tempo, racchiudendo in sé l’essenza stessa dell’umanità con quanto di bene e di male, tenero e crudele è in essa, continuano a sedurcicon il loro fascino emblematico.

 

*Presidente Società Vastese di Storia Patria




A fine anno sarà pronto il campo di calcio di Nepezzano – sede storica della società del Nepezzano calcio – annesso alla scuola Agraria. Anche i lavori di manutenzione straordinaria della scuola sono conclusi. Le prossime tappe definite con il sopralluogo della consigliera delegata Libera D’Amelio.

Teramo 18 dicembre 2024. Sarà pronto entro Natale il campo di calcio all’aperto di pertinenza dell’Ipsaa “Di Poppa-Rozzi” (814 mila euro) sede storica del Nepezzano Calcio.  Sono in corso gli ultimi lavori per la posa in opera del manto in erba sintetica. La Provincia ha finanziato l’opera per 814 mila euro candidandosi ad un bando Pnrr (Misura 4  C1) che aveva come obiettivo proprio la riqualificazione delle palestre e degli spazi dedicati all’attività motoria.

Il cantiere (aggiudicato alla ditta DELFINO SPORT SRL di Mosciano Sant’Angelo specializzata nella realizzazione di campi sportivi) è stato visitato dalla consigliera delegata al PNRR e all’edilizia scolastica, Libera D’Amelio e dal dirigente Christian Francia che hanno potuto constatare lo stato dell’arte pensando alle cose da concludere prima dell’inaugurazione. “Non mi aspettavo una struttura così bella e non vediamo l’ora di restituirla al Nepezzano Calcio, alla scuola calcio e agli studenti dell’Agrario – dichiara la consigliera – il manto sintetico e il potente impianto di illuminazione rendono il campo adatto ad ospitare iniziative sportive di diverso genere. Ora pensiamo agli ultimi ritocchi e vorremmo coinvolgere l’Agrario, viste le competenze degli studenti e dei professori, per la sistemazione del verde attorno al campo”.

Anche il plesso dell’Agrario è stato oggetto di un finanziamento PNRR, in questo caso di 250 mila euro e per una riqualificazione che ha affrontato problemi annosi: sono stati completamente ristrutturati i servizi sanitari e sistemate parti strutturali in degrado.

Con la cantina e il frantoio che producono e imbottigliano con propria etichetta, il vivaio, i sistemi di irrigazione, questa scuola rappresenta un sistema riconoscibile ed apprezzato che ha in sé le caratteristiche proprie di un campus – sottolinea la D’Amelio – insieme alla vicepreside Maria Rosaria Armenio abbiamo valutato una serie di progetti e gli interventi  di edilizia che, nell’ottica di una programmazione pluriennale, sono da mettere a bilancio.

Il presidente Camillo D’Angelo ricorda che: “la Provincia, sempre con il PNRR, sta realizzando anche una nuova palestra all’Istituto “Levi” di Sant’Egidio con la costruzione di un nuovo plesso collegato all’esistente e al “Curie” di Giulianova: anche in questo caso con la realizzazione di una struttura nuova collegata all’edificio principale”.

LE FOTO

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Lions Club Roseto degli Abruzzi Valle del Vomano insieme al banco Alimentare per la Colletta alimentare 2024

ROSETO –  Risultato eccellente  per i volontari del Lions Club Roseto degli Abruzzi Valle del Vomano per colletta alimentare 2024 organizzata dal Banco Alimentare dedicata alla raccolta di generi alimentari da donare a chi è in difficoltà.

I volontari Lions, guidati dalla presidente Donatella Croce, presenti nel supermarket MD di Campo a mare di Roseto, hanno raccolto oltre 583,30 kg di generi alimentari non deperibili donati dai clienti presenti per fare la spesa. Sono stati  riempiti ben 50 scatoloni di alimenti, tra olio, prodotti per l’infanzia, pasta, riso e prodotti per la persona.

“Una giornata dedicata a chi oggi sta vivendo  momenti difficili – ha detto la presidente Donatella Croce  a fine giornata – con il nostro club sempre impegnato a supportare chi è meno fortunato” . Un ringraziamento particolare al Banco Alimentare che ha organizzato l’iniziativa e a tutti i volontari della Protezione Civile che hanno sostenuto l’intera operazione fornendo i mezzi per il trasporto degli alimenti e supporto tecnico.