Paganica, distrutta dal TERREMOTO, ha la SUA NUOVA CHIESA

Gentile direttore,
se può essere di qualche interesse, ecco una nota sulla nuova chiesa di Paganica, la più popolosa delle frazioni dell’Aquila. E’ stata realizzata dai dodici Comuni della Val Rendena, coordinati dal comune di Pinzolo, gemellato con Paganica per via dei Gruppi Alpini, cui si sono aggiunti gli aiuti di privati, della Curia di Trento e della Caritas di Bergamo. Una bella e commovente festa per l’inaugurazione del tempio, con tante personalità e testimonianze dal Trentino e dalla Lombardia. Come pure l’annotazione di tanti altri gesti di solidarietà e di amicizia.
Allegate tre immagini (foto abruzzoweb).
Con viva cordialità
Goffredo Palmerini
Immagini
chiesa Paganica 9 – in prima fila il sindaco di Pinzolo, William Bonomi, con accanto l’assessore provinciale Lia Beltrami.
chiesa Paganica 5 – Interno della chiesa
chiesa Paganica 11 – La nuova chiesa di Paganica

FOTO 9

Paganica, distrutta dal TERREMOTO, ha la SUA NUOVA CHIESA

La bella struttura in legno costruita con i fondi raccolti in Val Rendena (Trento) e a Bergamo

di Goffredo Palmerini

L’AQUILA – Di certo un bel fine settimana per Paganica, la più popolosa frazione dell’Aquila con i suoi settemila abitanti, il vasto centro storico quasi completamente distrutto dal terremoto del 6 aprile 2009 ed i centri che con essa costituiscono la X Circoscrizione comunale – Onna, San Gregorio, Tempera, Bazzano e Pescomaggiore – diventati icone stesse del dramma, per numero di vittime e disastrose conseguenze del sisma. Eppure, l’Italia più bella – non certo quella del degrado politico e morale che intristisce il tempo che viviamo, ma quella della solidarietà e dell’amicizia – ha saputo regalare ancora il sapore dolce e sincero della festa e tante emozioni ad un’intera comunità, rimasta priva del suo luogo più alto d’aggregazione spirituale. Per la verità, dei suoi luoghi di culto Paganica ne aveva avuto quasi superstiti, per ironia della sorte, i due più antichi: il santuario della Madonna d’Appari, impianto del XIII sec. e successive integrazioni, con l’interno affrescato a meraviglia da maestri abruzzesi del Quattro-Cinquecento, e la magnifica basilica romanica di San Giustino, edificata a cavallo tra l’VIII e il XII secolo, con preziosi reperti lapidei e colonne, relitti di preesistenti templi pagani. Le due chiese, nei mesi scorsi messe in sicurezza e curate nelle loro ferite più evidenti, hanno assicurato fino a qualche giorno fa un provvisorio servizio, sebbene per capienza insufficienti alle esigenze d’una comunità resa ancor più numerosa dall’arrivo di nuovi abitanti nelle due new towns del Progetto C.A.S.E. – ben 29 palazzine su piastre antisismiche – che ospitano migliaia di sfollati dell’Aquila, oltre che di Paganica. Le altre chiese paganichesi tutte gravemente compromesse dal sisma: dalla parrocchiale di Santa Maria Assunta con l’originale balconata sulla facciata, alla settecentesca chiesa della Concezione, squarciata, le cui immagini fecero il giro del mondo su giornali e tv, all’imponente e lesionata chiesa di Santa Maria del Presepe o del Castello, erta sul colle, alla chiesa frantumata di Sant’Antonio, alla malmessa chiesa della Madonna del Carmine, del monastero delle Clarisse, dove sotto le macerie la madre badessa restò vittima.

Il 30 luglio, però, finalmente è stata gran festa per l’inaugurazione della nuova chiesa, con l’ampia sua navata, più rispondente alle dimensioni della comunità parrocchiale. Davvero una gran bella struttura, architetture in legno, volta appena ogivale e sommità con una lunga fessura di luce verso il cielo, raffinato il design e particolari d’arredo assai curati. Sono arrivati in massa, dal Trentino e da Bergamo, gli amici che prontamente raccolsero il messaggio d’aiuto, l’aspirazione ad un luogo spirituale di raccoglimento e di culto, sicuro e capiente. Era stato appunto uno dei primi gesti di amicizia e solidarietà, fatto germogliare dalla testimonianza di don Ivan Maffeis, venuto tra noi una settimana dopo il sisma da Pinzolo, splendida cittadina in provincia di Trento, che condivide con Paganica un forte rapporto di gemellaggio tra Gruppi Alpini, estesosi pienamente alle due comunità. Il sacerdote aveva raccolto il grido di dolore dei paganichesi, nei giorni di lunedì e martedì di Pasqua, festività di San Giustino Patrono e Maria SS. D’Appari, nella tensostruttura che fungeva da chiesa nella tendopoli del Campo 3, allestita dalla Protezione Civile di Trento. Al suo ritorno a Pinzolo ne aveva parlato con alcuni collaboratori e con il sindaco, William Bonomi, ed era subito cominciato il tam tam con gli altri sindaci della Val Rendena, per raccogliere adesioni pari all’onerosità dell’impegno che ci si accingeva ad assumere.

D’altra parte, il Trentino aveva dato una tra le prove più generose di prontezza e d’efficienza nel soccorso alle popolazioni terremotate. Era giunto in forze a Paganica già nella tarda serata del 6 aprile, con la sua Protezione Civile – 180 Vigili del Fuoco con numerosi mezzi ed attrezzature – piazzandovi il proprio campo base nella chiusa di Villa Dragonetti de Torres. Nella mattinata dell’8 aprile era già a Paganica il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, con il capo della Protezione Civile provinciale, Raffaele De Col, e con loro il sindaco di Pinzolo, William Bonomi, con il comandante della Polizia Municipale, Loreto Leone, un paganichese da anni trapiantato nella cittadina turistica trentina. Il presidente Dellai, quella stessa mattina, aveva preso contatti all’Aquila con il capo della Protezione Civile Nazionale, Guido Bertolaso, e con la Municipalità aquilana, assicurando la più ampia disponibilità nei soccorsi e nell’emergenza, come in effetti poi è avvenuto. E tuttavia, oltre a questo, la Provincia Autonoma di Trento ha dato una prova straordinaria di qualità, generosità, dedizione ed efficienza negli aiuti alle popolazioni e nella realizzazione di opere che mai potremo dimenticare. Come non è possibile dimenticare la grande massa di volontari trentini che si sono alternati a Paganica durante i mesi dell’emergenza, per tutto il 2009, unitamente alle unità operative delle Regioni Umbria e Lombardia che con i relativi volontari hanno gestito altrettanto egregiamente altri due Campi di tendopoli, e infine la struttura operativa della Sezione Abruzzi dell’ANA, guidata dal gen. Antonio Purificati, che con gli alpini di tutti i gruppi abruzzesi ha assicurato il perfetto funzionamento della tendopoli del Campo 4.

Ma veniamo ora alla toccante cerimonia inaugurale della nuova chiesa, dedicata agli Angeli Custodi, forse non solo quelli in cielo, ma anche simbolicamente tutti quelli in terra che ci sono stati accanto nel dopo terremoto. Ricolma d’autorità e cittadini commossi per l’evento, è toccato al parroco di Paganica e direttore della Caritas diocesana, don Dionisio Rodriguez, dare il saluto d’accoglienza ai tanti ospiti trentini e bergamaschi, in una giornata attesa e particolare per la comunità paganichese. Il testimone degli interventi è passato poi di mano in mano, con testimonianze sobrie e dense d’emozione. Il primo contributo è stato di Lia Beltrami, assessore alla Solidarietà internazionale e Convivenza della Provincia Autonoma di Trento. Scrittrice e regista cinematografica, l’assessore provinciale trentina è persona di profonda sensibilità. Ormai conosciuta da tutti, all’Aquila e nei paesi del cratere è diventata di casa. Presente innumerevoli volte nei momenti più significativi del post-sisma, spicca la sua affabilità ed il tratto semplice ed immediato del carattere, come particolare è la sua attenzione specie verso i temi sociali.

L’assessore Beltrami ha ricordato l’incipit dell’opera, i propositi subito emersi in Val Rendena e la sua prima visita a Paganica: “Il 10 luglio 2009 ci fu il mio primo incontro con i paganichesi nelle tendopoli. Il clima era pesante. Ci impegnammo a costruire una chiesa, come abbiamo fatto anche a Cansatessa, Coppito, Onna e Barisciano. Ma la realizzazione di Paganica – ha tra l’altro aggiunto la Beltrami – è stata la più complicata, anche per la dimensione di questo complesso. Non è una chiesa che compete con la vostra parrocchiale, che sarà certamente restaurata, ma in futuro diventerà una struttura d’aggregazione al servizio della comunità. Abbiamo collaborato a realizzarla con lo spirito di chi tende la mano ad un amico in difficoltà. L’amicizia tra Pinzolo e Paganica era precedente al sisma, con il gemellaggio tra i gruppi alpini. Ora si rafforza. Oggi per me è una soddisfazione grandissima, perché questa chiesa è molto bella, come stupendo è il crocefisso sull’altare, opera dell’ebanista Carlo Caola.”

Dell’amicizia tra le due comunità ha parlato il sindaco di Pinzolo, William Bonomi, intervenendo anche a nome degli altri sindaci della Val Rendena presenti, in rappresentanza dei comuni di Carisolo, Giustino, Massimeno, Caderzone Terme, Strembo, Bocenago, Spiazzo, Pelugo, Vigo Rendena, Daré e Villa Rendena, che con Pinzolo hanno sostenuto il finanziamento di gran parte dell’opera, cui si sono aggiunti la Cassa Rurale di Pinzolo e Spiazzo, la Masé Termoimpianti di Strembo, la Curia Arcivescovile di Trento, e infine la Caritas di Bergamo, che ha contribuito a sostenere lo sforzo finanziario per il completamento del complesso. Il sindaco Bonomi ha voluto anche richiamare, con un encomio, l’architetto trentino Sergio Giovanazzi (progetto preliminare) e l’ing. Massimo Caola di Pinzolo (progetto esecutivo e direzione lavori), come pure l’impresa costruttrice dell’opera, la ILLE Prefabbricati di Pieve di Bono (Trento).

Il direttore della Caritas diocesana di Bergamo, don Claudio Visconti, nella sua testimonianza ha espresso la gioia d’essere stati chiamati a compartecipare alla realizzazione del tempio, cui la sua città ha risposto con generosità, attraverso donazioni di singoli e imprese. Il saluto delle istituzioni è stato portato dall’assessore Leonio Callioni, per la Città di Bergamo, e dall’assessore Fausto Carrara, per l’Amministrazione Provinciale, che hanno ringraziato per il particolare calore degli abruzzesi, come del desiderio di stare accanto alle popolazioni con ulteriori attenzioni, specie verso i giovani. Ne è prova la posa della prima pietra, poi avvenuta nel pomeriggio, d’un palazzetto dello sport a Paganica, finanziato dalla comunità di Bergamo. Il presidente della Camera di Commercio, Paolo Malvestiti, ha sottolineato la vicinanza delle attività economiche bergamasche al popolo aquilano, così duramente colpito. Il saluto delle istituzioni aquilane è stato espresso dal presidente della Provincia, Antonio Del Corvo, lieto del triangolo di solidarietà stabilitosi fra Trento, Bergamo e L’Aquila anche per sostenere altre iniziative comuni, mentre il vice sindaco dell’Aquila, Giampaolo Arduini, ha portato il saluto della Municipalità agli ospiti, con numerosi riferimenti a gesti di vera e solidale amicizia verso la Città, che gli aquilani serberanno sempre nel cuore.

E’ quindi iniziata la cerimonia religiosa, con la concelebrazione eucaristica presieduta dall’Arcivescovo dell’Aquila, mons. Giuseppe Molinari, affiancato dal Vescovo ausiliare, mons. Giovanni D’Ercole, dall’Arcivescovo di Trento, mons. Luigi Bressan, e dal Vicario Generale della diocesi di Bergamo, mons. Davide Belucchi. Nell’omelia di mons. Molinari e nelle parole espresse da mons. Bressan e mons. Pelucchi a conclusione della santa Messa è risuonato il valore dell’amore e della solidarietà come specchio d’una umanità migliore, quale quella vista all’opera durante la dolorosa prova che le popolazioni dell’aquilano hanno sofferto con il terremoto del 2009. A conclusione della cerimonia, a nome della comunità paganichese, il presidente della X Circoscrizione, Ugo de Paulis, ha ringraziato la Provincia di Trento per l’assistenza resa alla popolazione e per l’assidua presenza sul territorio anche nella realizzazione di altre importanti opere, quali la Scuola Media e il Centro medico di Paganica, e, con i fondi della Croce Rossa Italiana, la costruzione delle case della nuova Onna, accanto al paese distrutto. Quindi ha ringraziato uno per uno i dodici comuni della Val Rendena, gli sponsor trentini e bergamaschi, le istituzioni pubbliche, le diocesi di Trento e Bergamo, per aver tutti sostenuto la realizzazione della bella chiesa, circa trecento mq. coperti, con l’annesso parco giochi per bambini adiacente alla struttura. Gratitudine anche per il centro sportivo del quale si avvia la realizzazione, grazie agli amici della Caritas di Bergamo. A tutti, in segno di riconoscenza, il presidente della Circoscrizione di Paganica ha consegnato un artistico omaggio con immagini e simboli del luogo. La manifestazione inaugurale si è poi conclusa con un’agape fraterna, approntata dai volontari del Nucleo di Protezione Civile del Gruppo Alpini di Paganica. Non saranno mai sufficienti ed adeguate le parole per ringraziare di tanta generosità, fatta non solo di opere, ma anche di affettuose attenzioni verso la popolazione paganichese. La cittadina gemella di Pinzolo, perla della Val Rendena dove il turismo estivo ed invernale è una delle voci più marcate della propria economia –  basti citare la frazione di Madonna di Campiglio – ha offerto alle famiglie paganichesi colpite dal sisma numerose settimane d’ospitalità gratuita nelle sue strutture alberghiere, per oltre quattrocento presenze nel 2009, sopra tutto bambini e ragazzi. Un’accoglienza replicata anche da altri centri del Trentino verso le popolazioni del cratere, organizzata in collaborazione con la Provincia Autonoma, che segnala il significativo contributo di solidarietà delle popolazioni trentine verso gli Aquilani, quasi a risaltare la particolare affinità tra gente di montagna.




Teramo. Bando “Fedeltà al Lavoro e del Progresso Economico” – Edizione 2010

Bando “Fedeltà al Lavoro e del Progresso Economico” – Edizione 2010

La Camera di Commercio di Teramo  informa che sono aperti i termini per la presentazione delle domande di ammissione al “Premio fedeltà al lavoro e progresso economico”, che nella nuova formulazione camerale prevede l’assegnazione di 60 riconoscimenti, ripartiti in 12 categorie.

“Sessanta premi – spiega il presidente Giustino di Carlantonio – saranno infatti aggiudicati ad imprenditori ed imprese che abbiano almeno 25 anni di ininterrotta attività e a lavoratori residenti in provincia in attività o collocati a riposo che svolgano o abbiano svolto servizio alle dipendenze di imprese operanti nei diversi settori per almeno 25 anni. Un premio  è riservato, altresì, al terziario avanzato, Ai vincitori del concorso, che saranno premiati nell’ambito di una cerimonia pubblica, sarà consegnata una medaglia d’oro e un diploma di merito”.

Le richieste di partecipazione al concorso dovranno essere presentate alla Camera di Commercio entro e non oltre il 24 settembre 2010.

Copia del bando di concorso e la relativa modulistica sono disponibili presso l’Ufficio Segreteria Generale della Camera di Commercio (1° piano sede camerale) in Via Savini 48/50 oppure scaricabile sul sito web: www.te.camcom.it alla pagina URP – Sezione “Documentazione”.

Per ulteriori informazioni: Segreteria Generale  (tel. 0861.335243-335280 – segreteria.generale@te.camcom.it)

http://www.te.camcom.it/upload/file/752/376090/FILENAME/bando_definitivo_2010.pdf

Premiazione della Fedeltà al Lavoro e del Progresso Economico – Edizione 2010

IL PREMIO
La Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Teramo, nell´intento di dare un giusto riconoscimento a coloro che hanno contribuito con impegno costante alla crescita dell´economia locale, bandisce il concorso per la Premiazione della Fedeltà al Lavoro e per il Progresso Economico.

Si tratta di una manifestazione tradizionale che premia i lavoratori dipendenti (in servizio o in pensione) che hanno dedicato almeno 25 anni di lavoro ad una stessa azienda e gli imprenditori che hanno gestito un’impresa da almeno 25 anni.

Per l´edizione 2010,  approvata con deliberazione della Giunta camerale n. 105 del 19 luglio 2010, sono stabiliti:

Categoria 1 – DIRIGENTI DI AZIENDA
n. 1 premio a dirigenti di azienda nei settori: industria, artigianato, commercio, agricoltura, turismo, pesca, cooperazione e servizi con anzianità presso la stessa azienda di almeno 25 anni e la qualifica di dirigente da almeno 15 anni;

Categoria 2 – LAVORATORI DIPENDENTI
n. 4 premi a lavoratori dipendenti, anche di associazioni di categoria, che prestino presso la stessa azienda, o associazione, nei settori di cui alla categoria 1, lodevole e ininterrotto servizio da almeno 25 anni.
Al vincolo della prestazione dell’attività lavorativa presso la stessa azienda per almeno 25 anni fanno eccezione i lavoratori del settore della pesca per i quali, stante la peculiarità dell’attività, il periodo di lavoro dei 25 anni verrà rilevato dal libretto di navigazione. Per tali lavoratori il periodo di lavoro dei 25 anni può presentare interruzioni.
La permanenza presso le aziende dovrà risultare continuativa. I periodi di interruzione per malattia, infortunio sul lavoro, maternità o per l’adempimento degli obblighi di leva saranno considerati validi ai fini del computo dell’anzianità.
Il servizio sarà considerato ininterrotto anche se l’azienda presso la quale è prestata l’opera sia stata oggetto di procedure concorsuali, modificazioni o di trasferimento di proprietà.

Categoria 3 – LAVORATORI PENSIONATI
n. 2 premi a lavoratori che abbiano prestato lodevole servizio alle dipendenze di imprese dei settori del commercio, dell’industria, dell’artigianato, dell’agricoltura, della cooperazione, del turismo, del credito-assicurazioni e servizi alle imprese, dei trasporti e spedizioni e della pesca. Costituirà, a titolo preferenziale, a parità di merito, l’aver prestato servizio nella medesima impresa per almeno 15 anni.

Categoria 4 – IMPRENDITORI AGRICOLI E COLTIVATORI DIRETTI
n. 8 premi ad imprenditori agricoli e coltivatori diretti che abbiano prestato presso la stessa azienda lodevole e ininterrotto servizio da almeno 25 anni.

Categoria 5 – SETTORE PESCA
n. 2 premi ad imprenditori della pesca che abbiano prestato presso la propria azienda lodevole ed ininterrotto servizio da almeno 25 anni.
Per il computo dei 25 anni di attività per tale settore, si terrà conto dei dati risultanti dal Registro delle Imprese.

Categoria 6 – SETTORE COOPERAZIONE
n. 1 premio ad imprenditore della cooperazione che abbia prestato presso la propria azienda lodevole ed ininterrotto servizio da almeno 25 anni.

Categoria 7 – SETTORE INDUSTRIA
n. 11 premi ad imprenditori industriali che abbiano prestato presso la propria azienda lodevole ed ininterrotto servizio da almeno 25 anni.

Categoria 8 – SETTORE COMMERCIO E TURISMO
n. 11 premi ad imprenditori del settore commercio e turismo che abbiano prestato presso la propria azienda lodevole ed ininterrotto servizio da almeno 25 anni.

Categoria 9 – SETTORE ARTIGIANATO
n. 11 premi ad imprenditori del settore artigianato che abbiano prestato presso la propria azienda lodevole ed ininterrotto servizio da almeno 25 anni.

Categoria 10 – AGENTI E RAPPRESENTANTI DI COMMERCIO
n. 2 premi ad agenti e rappresentanti di commercio che abbiano ininterrottamente svolto tale attività per un periodo di almeno 25 anni.

Categoria 11 – SETTORE DEL TERZIARIO AVANZATO
n. 1 premio a titolare che opera nel settore del cosiddetto “terziario avanzato” con moderne attrezzature informatiche e telematiche e la cui attività di servizi tende a favorire i vari comparti economici (primario, secondario e terziario stesso) ai quali trasferiscono Know-how, innovazioni tecnologiche, professionali ed i risultati della ricerca applicata ad es.: consulenze informatiche, consulenze aziendali, system engineering, formazione manageriale, brokeraggio, ecc., il quale dimostri di aver concorso in modo determinante alla innovazione di aziende con il conseguimento degli obiettivi prefissati.

Categoria 12 – IMPRESA
n. 6 premi alle imprese individuali e alle società dei settori agricolo, industriale, artigiano, commerciale, della cooperazione e del turismo con almeno 25 anni di attività.

PARTECIPAZIONE
Per poter partecipare al premio gli interessati devono presentare domanda su apposito modulo, (all. n.1), debitamente compilato e sottoscritto o dal diretto interessato o dal legale rappresentante corredata dalla documentazione di cui all’art. 3 e da fotocopia di un documento di riconoscimento in corso di validità.

Le domande di partecipazione, redatte in carta semplice, dovranno pervenire alla Camera di Commercioentro e non oltre il termine perentorio del 24 settembre 2010 – ore 12.00 – e dovranno essere trasmesse mediante una delle seguenti modalità:
– tramite lettera raccomandata A.R. indirizzata alla Camera di Commercio di Teramo, Ufficio Segreteria Generale, via Savini, 48/50 – 64100 Teramo
– oppure presentate, a mano, all’Ufficio Protocollo – II piano, via Savini, 48/50 – 64100 Teramo, dalle ore 9 alle ore 12, dal lunedì al venerdì;
– oppure inviate al seguente indirizzo di posta elettronica certificata istituzionale (1):cciaa.teramo@te.legalmail.camcom.it

Agli effetti dell’osservanza del termine stabilito per la presentazione della domanda di partecipazione alla presente procedura di mobilità farà fede:
– la data di rilascio della ricevuta per accettazione emessa dall’ufficio incaricato a ricevere la documentazione (Ufficio Protocollo);
– la ricevuta del sistema di posta elettronica certificata per le domande inviate tramite posta certificata;
– il timbro dell’Ufficio Postale accettante per le domande spedite tramite raccomandata postale. In tal caso sono considerate valide le domande che, spedite nei limiti e secondo le modalità di cui sopra, pervengono nei cinque giorni successivi alla scadenza stabilita.
La Camera di Commercio non assume alcuna responsabilità nel caso di dispersione di comunicazioni.
(1) Questa possibilità è consentita solo se il mittente utilizza una casella di posta elettronica certificata; invece se il mittente utilizza una casella di posta elettronica non certificata riceverà un messaggio che segnala anomalia, in tal caso l’invio della domanda di partecipazione non sarà considerato valido.

MODULISTICA:

– Bando di concorso
– Domanda di partecipazione (all. 1)
– Dichiarazione del datore di lavoro (all. 2)
– Dichiarazione del coltivatore diretto (all. 3)
– Dichiarazione dell’imprenditore (all. 4)
– Dichiarazione del legale rappresentante di società (all. 5)





Chieti. Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia la rivoluzione parte dal Sud… Chieti, prima classifica sul Monòpoli

Chieti, 3 Agosto ‘10, Martedì, S. Lidia – Anno XXXI n. 303 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. di Ch  n. 1/81


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Ap – Commenti

Nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia la rivoluzione parte dal Sud…

Chieti, prima classifica sul Monòpoli

di Rosaria Maresca

CHIETI, 3 Agosto ‘10 – Era il 1935 quando uno dei più conosciuti e diffusi giochi da tavola varcò le Alpi e si diffuse sul suolo italico, parliamo del Monopoli, il passatempo “capitalista” per eccellenza. Sul suo tabellone nomi celebri di strade e piazze italiane e soldi, tanti soldi per acquistare e vendere proprietà. Dadi lanciati per lo spostamento delle pedine e qualche interrogativo di adolescente curioso su dove fossero effettivamente localizzati quei posti. Roma e Milano le protagoniste, sporadicamente qualche riferimento geografico al sud. In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, la società che produce e diffonde il celebre gioco ha pensato bene di rinnovarne la grafica e, sorpresa, anche di cambiarne i nomi. Ma in che modo? Affidandosi al giudizio popolare, ovvero facendo votare gli stessi cittadini tramite internet. I risultati? Inverosimilmente, al posto delle blasonate città italiane – Torino, Genova, Milano – sola e indiscussa, sul gradino più alto del podio, si è classificata la città di Chieti.

L’agognato “Parco della Vittoria”, milanese della zona Moscova (e scusate se è poco) cederà il suo “costoso” posto al capoluogo di provincia abruzzese. E pensare che nelle settimane precedenti, proprio il primo cittadino milanese, Letizia Moratti, aveva invitato tutti gli abitanti della città scaligera a votare per la rimonta in classifica. E Chieti? Il passaparola dei cittadini e la community di TifoChieti.com, il portale della squadra di calcio, ha sostituito e sbaragliato tutto il resto d’Italia, comprese le postazioni milanesi poste vicino al Duomo. Il Sindaco Umberto Di Primio, lusingato per il risultato e orgoglioso della propria città, ha commentato così l’evento:

«La rinascita della nostra Città può passare anche attraverso questa vittoria. L’Amministrazione Comunale, impegnata ad affrontare tanti problemi ereditati in gran parte dal passato, ha volutamente deciso di assumere un atteggiamento di basso profilo nei confronti del concorso, pur tenendosi costantemente aggiornata sui dati. A differenza di altre realtà, Chieti, pur senza clamori mediatici, ha vinto perché ha potuto contare sull’affetto e sull’orgoglio dei propri cittadini che, giorno dopo giorno, votando con costanza, hanno permesso l’ottenimento di questo risultato. Sono pertanto lusingato di vedere la mia Città prima in classifica, in un concorso che, visto l’accanimento mostrato nelle settimane scorse da alcuni miei illustri colleghi primi cittadini, non è per nulla di secondaria importanza.»

Ma se Chieti si è conquistata una meritata medaglia d’oro, l’orgoglio teramano e aquilano non è stato da meno. Le altre due città, infatti, prenderanno il posto di “Vicolo Corto” e “Bastioni Gran Sasso”, facendo salire a tre le abruzzesi presenti su uno dei giochi più conosciuti del mondo. Delle rimanenti 19 città, infine, più della metà sono rappresentate da località del sud con la Calabria e la Puglia a sbancare sugli altri territori.

E se nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia la rivoluzione partisse dal Sud?

New York:                                                              Londra:                                                                  Milano:

Lino Manocchia, Linoman98@aol.com Emiliana Marcuccilli, emilianamarcuccilli@libero.it Alessandra Nigro alessandra.nigro@gmail.com

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USA. Appello ai politici: Basta con lo sconcio politico-economico. Non fate dell’Abruzzo un secondo Texas!

Chieti, 2 Agosto ‘10, Lunedì, S. Eusebio – Anno XXXI n. 302 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr.  n. 1/81


Agenzia ABRUZZOpress >>> Nazionale


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Ap – Da New York

Appello ai politici: Basta con lo sconcio politico-economico.

Non fate dell’Abruzzo

un secondo Texas!

di Lino Manocchia

NEW YORK, 2 Agosto ’10 Il nostro “personaggio” è una graziosa “giuliese” puro sangue, laureata in “Lettere antiche”, socia di Italia nostra di Giulianova, in provincia di Teramo, coordinatrice dell’lncontroLa bellezza e l’inferno”, trabocchi e piattaforme petrolifere, ospite eccezionale la combattiva, intelligente, Dott.ssa Maria Rita D’Orsogna.

La coordinatrice dell’incontro si chiama Ludovica Raimondi (foto). Amabile interlocutrice, conversatrice avvincente. Niente sembra scomporla. Ludovica pensa chiaro e chiaro scrive senza peli sulla lingua. Non è poco tenuto conto che alle sue spalle non ha santi patroni, ne’ politici o sindacali. Ludovica non è femminista, non crede ai miracoli e considera il nostro più amabile vizio… “La buona cucina.” Abbiamo concentrato le sue preziose risposte sicuri di far cosa gradita ai lettori del nostro Internet.

Come è nata l’idea di “La Bellezza e l’inferno” trabocchi e piattaforme petrolifere a Giulianova?

«L’iniziativa è andata sotto il nome di Italia Nostra, essendomi iscritta qualche mese fa alla sezione di Giulianova. La presenza della Dott. Maria Rita D’Orsogna, che insegna all’Università californiana, il suo intervento sul tetto dell’Università, è sorto uno scambio di battute su face book ed ecco la concretizzazione dell’evento. Per questo ringrazio la sezione di Giulianova di Italia Nostra e tutti coloro che hanno contribuito a tale evento.»

Perché il titolo che richiama lo scrittore anti-camorra Roberto Saviano?

«Perché dopo aver letto Roberto Saviano non si può rimanere indifferenti al messaggio che lancia attraverso la parola e la riappropriazione del senso vero che essa assume nella letteratura, cercare di smuovere le coscienze e partecipare attivamente al moto evolutivo  della società  e di queste realtà italiane, in cui includerei la nostra regione.»

È soddisfatta dell’esito dell’evento? Quale messaggio e quale risultato ne sono scaturiti?

«Dell’esito sono soddisfatta perché aver potuto dar vita ad una manifestazione che coniuga il linguaggio scientifico con quello artistico e letterario mi inorgoglisce. Era il mio obiettivo per dimostrare che chiunque può aderire alla causa con un proprio stile e una propria competenza. L’importante è avere la volontà di impegnarsi.» (foto, una fase dei lavori)

I suoi ideali?

«L’ideale di un mondo dove si possa vivere pensando che prima o poi i continenti torneranno ad essere  l’originaria

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ABRUZZOpress – N. 302 del 2 agosto ’10                                                                                                                                Pag 2

Pangea e che tutti i confini geografici e mentali possano scomparire, per fare posto a uno spazio unico. Non concepire i freni alle libertà individuali e collettive, l’intrusione nelle vite domestiche per decidere come e quando bisogna nascere e morire. Un mondo dove non sia un reato essere nero, omosessuale, clandestino, e non ci si abitui ad essere giudicati diversi.»

Colore che ama di più?

«Mi verrebbe da dire il rosso. Scherzi a parte, abitando in un paese di mare si impara a conoscere l’intensità di tutti i colori, le diverse sfumature che dipingono le bellezze naturali e alla fine non puoi mai dire “oggi il colore prevalente è questo”.»

Ludovica rimpiange l’adolescenza?

«Premesso che non sono un tipo che rimpiange, le rispondo di no. Posso dirle che ad oggi il ricordo più intenso e più vivo che mi accompagna è quello dei miei primi nove anni di vita, che considero le mie solide radici.»

Cos’è l’amore?

«Non so rispondere con autorevolezza. I credenti direbbero che l’Amore è Dio, l’emanazione di un Essere superiore che ha voluto che ci fosse tutto questo. Io credo che anche senza Dio l’Uomo possa amare l’Universo e l’Umanità. Comunque a me piacciono i plurali. Gli amori, i dolori, le gioie, tutti con l’iniziale piccola, perché non esistono – a mio avviso – gli assolutismi.»

Cos’è la felicita’?

«Esiste la felicità? La mia vera aspirazione è la serenità.»

A cosa è dovuto il successo dei blue jeans?

«Una volta ho fissato nella mia testa questa informazione: i blue jeans erano le tute degli operai e se non sbaglio erano usati a Genova. Sbarcano in America e diventano un capo di abbigliamento su cui attaccare una targhetta firmata e con cui lanciare una moda.»

Crede nella fortuna?

«Mi piace pensare alla positività degli eventi e alla possibilità di ciascuno di poter partecipare attivamente e consapevolmente al proprio “destino”.»

Si considera custode della tradizione?

«No. Se accostati, i due termini possono condurre ad una chiusura verso l’Altro: il verbo custodire indica che qualcuno tiene stretto a sé un qualcosa che deve essere preservato, allontanato da possibili agenti esterni ed estranei; il termine tradizione, invece, indica una volontà di tramandare quel modo di essere, di esistere e di vivere di una determinata cultura, usanza o di un determinato credo.»

Cosa più la disarma?

«Dovrei fare un elenco infinito: L’ignoranza e l’indifferenza, la strumentalizzazione delle parole e dei loro significati per mera propaganda.»

Cosa più l’esalta?

«La curiosità. Leggere i libri e scoprire quel sottile filo che lega ogni essere umano, del passato e del presente. Mi esalta scoprire la bellezza delle persone sensibili e ricche di vita, le bellezze della natura, la continua policromia del mare. Mi esalta la bellezza delle emozioni e dei sentimenti.»

Citando Pirandello, l’onestà oggi è davvero un piacere?

«Per me l’onestà è al primo posto nella mia scala di valori. A volte penso che sia frustrante essere onesti, perché il sistema non lo richiede. Ma è ancora più frustrante e disarmante non essere onesti.»

Perché nel nostro Paese la protesta non è quasi mai sostenuta da un impegno morale?

«Mi interrogo spesso sul perché in Italia si continui a parlare di corruzione e di imbrogli, di intrighi e malaffare senza che ciò susciti una vera rivoluzione. Si dice che il Governo di un Paese sia lo specchio dei suoi cittadini: può anche essere vero, ma credo che oggi più di ieri siano le lobby a decidere chi deve sedere sugli scranni. La X che ci siamo guadagnati con dure battaglie è solo una formalità. Non so che percezione abbiate voi oltreoceano, ma il movimento popolare che sta emergendo in diverse parti della nostra nazione, mi fa pensare che si stia seminando su un terreno nuovo, promettente un buon raccolto. Prenda l’Abruzzo del dopo terremoto e del rischio petrolizzazione verso cui cominciano a sollevarsi le voci dei cittadini a vantaggio delle future generazioni.»

Ti preoccupa più la serietà dei nostri problemi o la mancanza di serietà di chi deve risolverli?

«Mi preoccupa la mancanza di serietà di chi deve risolvere i nostri problemi.»

L’intellettuale deve scendere in piazza?

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ABRUZZOpress – N. 302 del 2 agosto ’10                                                                                                                                Pag 3

«Sì. La piazza è il luogo deontologicamente deputato per l’espressione democratica di una società civile e tutti possono prenderne parte. Ogni essere umano e ogni categoria professionale ha un proprio linguaggio e con questo si unisce al coro dei suoi concittadini.»

Ti senti un’idealista?  E nel caso essere idealista è un pregio o un  difetto?

«Sì, sono un’idealista e per come vivo i miei ideali credo che sia un pregio.»

Basta la volontà a disarmare il destino?

«La volontà come autodeterminazione della coscienza umana è necessaria per non arrendersi all’idea che il motore di tutto sia il destino.»

C’è successo senza audacia?

«Tutto ciò che si fa ha bisogno dell’audacia.»

In America moltissimi abruzzesi rivolgono l’angosciosa domanda all’Eni e ai dirigenti politici italiani, che hanno scelto la… via del “silenzio”: renderanno l’Abruzzo una sorella del Texas? La PB docet… Lei è dello stesso parere?

«Ascolto questa affermazione quasi sempre riferita alla problematica del petrolio. Credo che da un punto di vista politico stiamo toccando il fondo. Si respira un’aria pesante. Frustrazione e amarezza imperano in diversi settori professionali e culturali. Posso usare il termine asfissiante per rendere l’idea?»

L.M.

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Musica. Enzo Avitabile live e Casalincontrada (CH)

Chieti, 2 Agosto ‘10, Domenica, S. Eusebio – Anno XXXI n. 300 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr.  n. 1/81


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Ap – Estate nel chietino

Enzo Avitabile live e Casalincontrada (CH)

di David Ferrante

CASALINCOTRADA (CH), 2 Agosto ’10 – Enzo Avitabile si è esibito in concerto ieri, domenica 1 agosto, a Casalincontrada nella piazza Martiri d’Ungheria per i festeggiamenti in onore di Santo Stefano Protomartire.

Dopo la magica atmosfera creata a Chieti il 22 luglio da Enzo Gragnaniello che con la sua voce graffiante, drammaticamente melodiosa, ha riproposto, accantonando la sua discografia, alcuni classici della canzone napoleta-na, arriva nell’area teatina un altro grande musicista partenopeo: Enzo Avitabile.

Il bravissimo sassofonista e cantautore napoletano ha coinvolto e divertito la gioiosa e partecipe piazza con una musica molto lontana dal pop per le masse.

Accompagnato da ottimi musicisti tra cui i Bottari di Portico (CE) ha proposto la sua originale musica incontro di tradizione e nuove sperimentazioni musicali.

Il (pop)olare, quello della cultura popolare, quello delle radici di ogni popolo, e non il pop facile per orecchie distratte e abituate, non quella cultura che chissà chi ha deciso essere alta e colta, quella di una presuntuosa e classista superiorità, ma l’arte della vita concreta, l’opera d’arte che viene dal basso e sale verso le stelle, ha travolto gli spettatori di ogni età presenti nella piazza.

Le varie culture, napoletana, araba, africana, nera americana, eccetera, nella fierezza della loro unicità e delle loro radici, in un incontro senza prevaricazioni, che crea arte, producendo musica. Convivenza di unicità.

Il sassofono di Avitabile, che ha accompagnato grandi della musica internazionale come James Brown ed altri, avvolto dalle botti, dai tini e dalla falce percossi dai Bottari all’inno di: Salvamm ‘o Munno!

Il suo album più recente, Napoletana (2009), ha ottenuto il Premio Tenco 2009 nella categoria miglior disco in dialetto, riscosso notevole successo al Premio Nazionale Città di Loano e vinto il Premio Harpo Marx, che l’artista ritirerà il 7 agosto a Viggiano (PZ) nell’ambito della III edizione del Festival dell’Arpa, per aver ideato e realizzato la pentarpa suonata nell’album.

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Chieti. CHIETI D’AUTORE 2010 Il 6, 7 e 8 agosto tre serate di grande Jazz

Chieti, 2 Agosto ‘10, Domenica, S. Eusebio – Anno XXXI n. 299 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr.  n. 1/81


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Ap – Estate teatina

CHIETI  D’AUTORE  2010

Il 6, 7 e 8 agosto tre serate di grande Jazz

di Rosaria Maresca

CHIETI, 2 Agosto ’10 – Più volte, nel corso di questi ultimi mesi, abbiamo sentito pronunciare dal Sindaco Umberto Di Primio e dagli assessori del Comune di Chieti il motto “Eventi tutto l’anno”, nella ferma considerazione che lo sviluppo economico e la capacità di attrarre turisti in città passi proprio attraverso questa presa di posizione. La “Settimana Mozartiana”, il “Festival degli artisti di strada” e il “Settembre scalino” – solo per citare gli eventi estivi – fanno ben sperare. Alle tre manifestazioni stagionali appena menzionate, però, presto se ne aggiungerà una quarta: Chieti d’autore che quest’anno festeggia il suo secondo compleanno. Il 6, 7 e 8 agosto prossimi, infatti, la centralissima Piazza Umberto I ospiterà, a suon di musica, tre serate dal pregevole spessore qualitativo, musicisti di primo piano della scena nazionale ed internazionale.

«“Chieti d’autore”, inserita cronologicamente fra la “Settimana Mozartiana” e il “Festival Chieti in strada”, vuole essere uno strumento di sviluppo della città alla quale siamo profondamente legati. Teatinità, per altro, espressa anche attraverso il logo della manifestazione, il cui simbolo è il Guerriero di Capestrano e l’ Achille a cavallo,» spiega Lucio Fusella, presidente dell’Associazione “Il Muro”, ideatrice della Manifestazione. «La nostra città ospiterà artisti di prim’ordine: Lino Patruno (foto), Fabrizio Bosso (foto), Rosalia De Souza (foto) e ciò non fa altro che attestare Chieti, a livello regionale, fra le città maggiormente attive sotto il profilo culturale. L’ amministrazione comunale si impegnerà, per i prossimi cinque anni, a fare in modo che il nome della città si leghi a degli eventi di spessore, riconoscibilissimi in tutta Italia.

Lavoreremo sulla progettualità, conside-rando il settore culturale prioritario e fondamentale per l’economia cittadina,» commenta lo stesso sindaco Di Primio alla presentazione dell’evento. La Fondazione Carichieti – co-sponsor dell’evento insieme al Comune – tramite il presidente, l’arch. Di Nisio, precisa che, nonostante le tantissime richieste indirizzate all’Ente e purtroppo non tutte finanziabili, continua nel sostegno della territorialità, impegnandosi economicamente in progetti qualitativamente validi come quello di Chieti d’autore.

«Una manifestazione nata dalla conoscenza e dalla passione personale degli associati, il cui augurio è che possa crescere negli anni, anche fuori Regione,» annota il Consigliere comunale Emiliano Vitale.

I tre concerti, tutti ad ingresso gratuito, avranno inizio alle ore 22.00 in piazza Umberto I e, in caso di pioggia, si sposteranno all’interno del Teatro Supercinema, in via Spaventa. Venerdì 6 agosto andrà in scena Rosalia De Souza quartet; sabato 7 Lino Patruno and His Blue Four; domenica 8 New Italian Trio: Bosso, Ariano, Bulgarelli. Tre serate di grandi interpreti.

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Venezia. Gli studenti dell’Accademia dell’Immagine raccontano L’Aquila a Venezia

Onna

Gentile direttore,
credo possa essere d’interesse questa nota di Alessia Moretti sulla partecipazione alla 67^ Mostra Internazionale del Cinema di Venezia di un documentario  degli studenti dell’Accademia dell’Immagine dell’Aquila, che riporta eventi ed immagini ad un anno dal sisma. Ricordo che l’anno scorso un altro video fu del pari ospitato alla Mostra, con grande successo. Sono allegate tre immagini dell’Aquila.
Assai cordialmente
Goffredo Palmerini

Caro Goffredo,

pensi possa interessare questo articolo sugli studenti dell’Accademia dell’Immagine alla Mostra del Cinema di Venezia?
Buona serata!
Alessia Moretti

Gli studenti dell’Accademia dell’Immagine raccontano L’Aquila a Venezia

di Alessia Moretti

L’AQUILA – Verrà presentato, il 10 settembre, nell’ambito della 67. Mostra del Cinema di Venezia il filmato “L’Aquila. Un anno dopo” realizzato dagli allievi del III anno di corso dell’Accademia dell’Immagine, nell’ambito del workshop didattico svolto quest’anno con la supervisione degli insegnanti Gianfranco Rosi e Stephen Natanson e in collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia. Il documentario della durata di circa 25 minuti è stato inserito, fuori concorso, nella sezione ufficiale del Festival “Orizzonti”, dedicata alle nuove tendenze del cinema mondiale.

L’idea alla base del lavoro degli studenti è quella di raccontare – a partire dalla fiaccolata che il 6 aprile 2010 ha ricordato le vittime, la paura e lo smarrimento della notte dell’anno precedente – il cambiamento subito dalla città dell’Aquila, ancora una volta ad opera di un evento sismico: uno stravolgimento umano, urbanistico e sociale.

Attraverso attente inquadrature di quello che è L’Aquila oggi, con i suoi luoghi disabitati e le nuove aree di socialità (le c.a.s.e., i centri commerciali, le fermate degli autobus), si propone allo spettatore un viaggio, tra centro e periferia, raccontato anche dalle parole di alcuni cittadini aquilani che, a vario titolo, sono stati testimoni e protagonisti di questo momento difficile ancora da interpretare e razionalizzare. Il filmato, accompagnato dalla musica composta dagli allievi del Conservatorio “A. Casella” e con il supporto tecnico di Agorà srl e della Onlus The Co2, si propone quindi di essere un primo capitolo di un film collettivo da portare avanti negli anni e affidato, di volta in volta, agli allievi dell’Accademia dell’Immagine. L’obiettivo è quello di conservare la memoria delle esperienze trascorse e dei momenti che la città dell’Aquila dovrà affrontare per tornare ad una nuova “normalità”.

Questi i nomi degli studenti che hanno realizzato il cortometraggio: Danilo Barozzi, Sebastiano Cantalupo, Marco Castellani, Fabio Ciotti, Antonio Iacobone, Stefano Ianni, Carlo Liberatore, Cosimo Gabriele Scarano, Antonio Moscaggiura, Alessandro Venuto ed inoltre Matteo Di Berardino, Antonella Deplano, Armando Verrocchio, Lorenzo Settevendemie. Alcuni di loro hanno descritto questa esperienza didattica, ma anche e soprattutto di ricerca e di scambio umano.

Ci sono momenti o periodi trascorsi – ha annotato Fabio Ciotti – che ti cambiano diametralmente. Da lì in poi c’è il prima e il dopo quella esperienza che ti ha condotto in una nuova direzione di vita. Questo film per me è stato tutto questo; un nuovo panorama del cinema, l’avere nuovi punti di vista, la sottile linea di confine che separa la fiction e il documentario, le forze potenziali che governano il cinema segretamente e in ultimo la cosa che mi ha maggiormente stravolto l’animo: la possibilità di fare film con poco e con le proprie forze. L’Aquila è il riassunto di questo, e lo è anche il film che è l’ anima velata e sospesa di una città che ha subito un torto, ormai dimenticato dopo un anno esatto dalla tragedia, che racconta un giorno di raccoglimento che culminerà con la fiaccolata e la celebrazione delle 308 vittime, catturando testimonianze, racconti, voci, rumori, silenzi, in un viaggio che inizierà in incognito dentro un pullman, che viaggerà raccogliendo storie che hanno deciso di salire in una corsa senza biglietto e senza meta”.

Carlo Liberatore ha così commentato: “L’approccio alla descrizione di una realtà drammatica come quella aquilana deve tenere conto di una capacità di osservazione che sappia valicare i confini del visibile e protrarsi in una dimensione in cui si esplori il non detto. Credo che la forza di questo breve documentario risieda nella capacità di sottolineare non tanto ciò che è accaduto, ma quanto l’universo dei silenzi, degli sguardi delle persone che ne sono protagoniste. Questo è stato l’insegnamento che più di tutti ho fatto mio: la bellezza del reale suscitata dalla verità, un’autenticità figlia di sentimenti universali come il dolore e il senso d’identità. E’ stato un viaggio introspettivo, uno sguardo sul significato della parola appartenenza. Un confronto con la consapevolezza della perdita e l’essenza delle vite sospese.”





Giulianova. Domani Consiglio Comunale: i punti all’ordine del giorno.

Domani Consiglio Comunale: i punti all’ordine del giorno.

Convocato per domani, martedì 3 agosto, alle ore 15:30, il Consiglio Comunale.

Questi i punti all’ordine del giorno:

1-COMUNICAZIONE AL CONSIGLIO COMUNALE DI PRELIEVI DAL FONDO Di RISERVA CON DELIBERE DI GIUNTA N. 164 E N.I65 DEL 05.07.2010 – N. 175 DEL 22.07.2010,

2-O.D.G. RICHIESTA ABROGAZIONE ALLA REGIONE ABRUZZO DELL’EMENDAMENTO ALL’ART.10 DELLA L.R. N.141 SUL DEMANIO MARITTIMO.

3-“STATO DELL’ARTE DELLA SOCIETÀ’ PARTECIPATA CIRSU, QUALI PROSPETTIVE FUTURE PER LA CITTA’ DI GIULIANOVA” –

4-APPROVAZIONE VERBALI SEDUTE DEL 30.06.2010, E 05.07.2010

5-APPROVAZIONE REGOLAMENTO SUL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO

6-INDIRIZZ1 PER L’ADOZIONE DEL REGOLAMENTO PER L’ORDINAMENTO DEGLI UFFICI E DEI SERVIZI ALLA LUCE DEI PRINCIPI INTRODOTTI DAL D.LGS.150/09

7-MODIFICA DELIBERA N° 75 DEL 30/06/2006 – CARTELLA 10 “DISCIPLINA PER LA MONETIZZAZIONE DELLE AREE DI CESSIONE”

8-VARIANTE AL PIANO DI RECUPERO IN ZONA B3.4, RELATIVA ALL’UNITA’ MINIMA D’INTERVENTO N. 2 – DITTA MARA’ FLAVIANO ED ALTRI – ADOZIONE.




Giulianova. Valequarantesei campione europeo. I rallegramenti del Sindaco.

Valequarantesei campione europeo. I rallegramenti del Sindaco.

Ad appena nove anni diviene campione europeo 2010 della classe Junior A nelle competizioni di Minimoto e miniGp disputate a Wittenborn, in Germania. Si tratta del giuliese Valequarantasei, pseudonimo di Bruno Ieraci, che ha dimostrato ancora una volta il suo potenziale mettendo il sigillo su questo Europeo corso sempre da protagonista, grazie al secondo posto centrato in Gara 3. Al piccolo campione europeo, il sindaco Mastromauro, che già lo scorso 10 dicembre aveva voluto tributare un pubblico riconoscimento mediante una targa, ha inviato una lettera di congratulazioni per il brillante successo conseguito.




Giulianova. Riunione dei sindaci per il Piano Operativo Sanitario. Il sindaco Mastromauro ribadisce la necessità di privilegiare le strutture pubbliche su quelle private.

Riunione dei sindaci per il Piano Operativo Sanitario. Il sindaco Mastromauro ribadisce la necessità di privilegiare le strutture pubbliche su quelle private.

Folta presenza, stamane, di operatori sanitari, medici, sindacalisti ed amministratori pubblici nella Sala convegni dell’Ospedale civico “Maria Ss. dello Splendore”, per la riunione indetta dal sindaco Francesco Mastromauro relativamente al Piano Operativo Sanitario.

Presenti i sindaci, o loro delegati, di Civitella del Tronto, Sant’Omero, Bellante, Tortoreto, Nereto, Martinsicuro, Castelli, Morro d’Oro, Mosciano Sant’Angelo, Alba Adriatica, Pietracamela, Notaresco, Montorio al Vomano, Controguerra ed Atri, ed affiancato dal sindaco di Teramo e presidente del Comitato ristratto dei sindaci Maurizio Brucchi, il sindaco Mastromauro ha ribadito la necessità che le strutture private facciano qualche sacrificio in più a beneficio di quelle pubbliche perchè, ha detto il sindaco, “non si possono alimentare i privilegi del privato, né permettere che facciano concorrenza con i soldi pubblici. Se bisogna fare una dieta dimagrante, allora questa dieta non deve essere a carico del privato cittadino”. Sulla necessità del riequilibrio tra pubblico e privato, e dunque che tale riequilibrio sia contemplato dal  Piano Operativo Sanitario, tutti si sono trovati d’accordo: una rivisitazione in tal senso verrà portata all’attenzione del prossimo Tavolo tecnico provinciale.

L’iniziativa del sindaco Mastromauro, e il suo invito a “fare squadra”, hanno riscosso grande apprezzamento: unanime la decisione, infatti, di ripetere prossimamente questo incontro, giudicato assai proficuo.