USA. I “dubbi” dei cattolici americani

Il 22 settembre il Papa visitera’ gli Stati Uniti. Il settimanale Newsweek pubblica in copertina una foto di Bergoglio e pone la domanda:”Il Papa e’ cattolico?”.

Una domanda inattesa per i cattolici negli Stati Uniti.Secondo la rivista il Santo Padre ha “scioccato i cattolici americani con alcune decisioni ed alcune frasi”.
Una,innanzitutto,ha colto di sorpresa i fedeli:”E chi sono io per giudicare gli omosessuali?”.Ma anche la decisione di lasciare ai vescovi il potere di annullare un matrimonio in pochissimo tempo non ha trovato d’accordo i cattolici che credono nella “fede di una volta”,come e’ stata qualificata da milioni di cattolici in una inchiesta svolta per conto di Newsweek.
Peccato che proprio a pochi giorni dal suo arrivo in USA una importante rivista americana abbia deciso di “prendere di mira” il comportamento di Bergoglio.
Una radio di Washington alcuni giorni fa mando’ in onda un programma nel quale
un gruppo di cattolici espresse il suo pensiero sulla presente situazione.
Alla fine e’ risultato che la maggior parte degli statunitensi e’ convinta che i cambiamenti nella dottrina della nostra religione si devono al fatto che Papa
Francesco e’ un gesuita.Un punto importante ma che va discusso in altra sede perche’
comporta ragionamenti molto profondi.
Benny Manocchia



Giulianova. Chi si ricorda di Gaetano Braga?

Certo in corso Garibaldi la sua casa e’ stata trasformata in un museo dedicato alla sua vita. Certo il suo nome e’ ricordato con affetto e ammirazione a Milano,Firenze,Parigi,Vienna.Certo oggi un gruppo di abruzzesi sta lottando per ottenere il permesso da parte delle autorita’ statunitensi per organizzare una serata in suo onore.Certo… Ma i giuliesi si ricordano di lui?Che cosa hanno fatto negli anni per tenere vivo il suo nome? Il suo nome (speriamo lo abbiate capito) e’ Gaetano Braga.Nacque a Giulianova,don

Gaetano, il 9 giugno del 1829.Mori’ a 78 anni in quel di Milano. Violoncellista e compositore di eccezionali qualita’al quale Victor Hugo affido’ alcuni suoi lavori da portare a La Scala. Chi ricorda oggi il suo nome a Giulianova? Non riesco ad accettare chi dice che soltanto i campioni dello sport e del cinema sono ricordati dai cittadini. E se e’ proprio cosi’,poveri noi…
Benny Manocchia



USA. Maledette regole all’italiana

E’ giusto che i minuti di gioco perduti per un motivo o per l’altro durante una partita di calcio siano recuperati.Ecco perche’ c’e’ “l’entita’ dei minuti da recuperare”. E’ giusto per gli spettatori che pagano il biglietto per assistere a novanta minuti di goco.Eppoi molti risultati di partite  provano che quei minuti “recuperati” riescono a dare la vittoria a una delle due squadre in campo. Negli Stati Uniti durante una partita di football usano un enorme orologio a un lato del campo,con un tecnico che assicura la sua perfetta funzione.Se il gioco viene fermato per un qualsiasi motivo,l’orologio si ferma.Quando l’arbitro fischia la ripresa del gioco,  l’orologio torna a ticchettare i secondi.Nessuno puo’ dire nulla,l’orologio e’ la prova che il tempo della partita e’ stato “usato” tutto .
In Italia,e credo nel resto del mondo del  calcio,e’ l’arbitro che decide l’entita’ di minuti da recuperare. Ogni volta c’e’ un cambio di giocatore,l’arbitro tiene in mente: trenta secondi.Tre calciatori entrano in cambio per sostituirne altrettanti,ecco novanta secondi.Poi,naturalmente,c’e’ l’incidente che tiene un calciatore per terra dolorante,per non parlare delle lunghe discussioni (Inutili,sembrerebbe) prima di un calcio di punizione.Insomma l’arbitro,coinvolto nella tensione del gioco,non puo’  valutare il tempo da recuperare,anche perche’  non ferma il suo cronometro quando il gioco e’ fermo.
E allora ho voluto seguire una partita alla tv con un cronometro nella mia mano .Ho fermato il cronometro (fatto partire al fischio iniziale) ogni volta che c’era un cambio e poi tutto il resto. Il risultato:5 minuti e mezzo.In quell’istante il cartellino mostrava il tempo da recuperare, mentre il telecronista annunciava “la decisione dell’arbitro e’ di concedere (verbo sbagliato,nessuna concessione,solo dovere) tre minuti di recupero”..
Scusate,ma mi ricorda tanto le famose regole all’italiana:le facciamo ma non le rispettiamo,oppure le rispettiamo a modo nostro…
Benny Manocchia



USA. L’incognita di investire in america

Una volta Frank Sinatra disse:”Quando sono a New York scendo sempre al Waldorf Astoria”.Una giornalista gli chiese:”Perche’ ti piace tanto il Waldorf?”.
E lui:”E’ l’unico hotel dove posso chiedere una pizza in camera alle quattro
del mattino!”.
Un hotel a cinque stelle che aveva tutto.Ma proprio tutto.Preferito dalla
Lollobrigida e da Mastroianni;da importanti uomini d’affari e da campioni dello
sport che potevano permettersi di pagare duemila dollari a notte. Era in vita dal
1931,eretto lungo la Park Avenue,una mastodontica montagna di 47 piani con una fantastica suite riservata al presidente degli Stati Uniti.
Mi accorgo di stare parlando del Waldorf come se avesse cessato di esistere,mentre invece  parlo della sua vendita ai cinesi per un paio di miliardi
di dollari.Un altro “pezzo” degli Stati Uniti che passa nelle mani degli asiatici.
Hanno giustificato la vendita a causa dei problemi posti sempre di  piu’ dai sindacati.
Adesso I cinesi dovranno vedersela con scioperi  a catena che negli ultimi tempi
hanno  dovuto affrontare gran parte degli albergatori. Un giornale di Shangai
ha scritto che “se le cose rimarrano come prima,i nuovi proprietari chiuderanno l’hotel ed in seguito sfrutteranno l’immenso locale come
casa=mostra delle auto cinesi”. Chissa’.E’evidente,comunque,che Pechino non consoce molto bene l’America e gli americani.
 Wall Street dice che non e’ poi tanto male,tornano a casa alcuni miliardi che abbiamo speso per acquistare i prodotti cinesi. Ma tengono nascosto il poblema degli acquisti da parte di giapponesi e cinesi di  miliardi
di azioni americane. E c’e’ anche chi – in una apparente crisi di nervi -parla dell’impero USA che crolla un po’ alla volta come quello dei Romani.
C’e’ stata una reazione da parte di Obama e del suo governo.D’ora in poi il presidente negro non alloggera’  al Waldorf quando deve andare a Manhattan per impegni. Sempre piu’ ridicolo l’amore= odio di questa nazione con
quella di Mao Tse Tung.
Benny Manocchia



USA. La Giulianova che non c’è più!

Ho incontrato a New York,quasi per caso,un signore di Giulianova venuto negli Stati Uniti non ho capito bene se per affari oppure per restarci un bel po’.Lui e’
stato vago.Forse non ha ancora deciso che cosa vuole fare. Non posso menzionare il suo nome in quanto ho fatto promessa formale di lasciare la chiacchierata anonima. L’eta’ del mio Mister X  dovrebbe oscillare tra i 45 e i 50 anni. Mi conosceva perche’ aveva visto alcuni miei servizi per la televisione di Rusconi (Italia Uno.Canale4, che in seguito vennero acquistati da Mediaset). Proprio per questo motive lui ha acconsentito di parlare di Giulianova (per me e’ stato come una grossa boccata di aria fresca)ma mi ha chiesto di non fare il suo nome.
Quindi non si e’ trattato di una intervista ma di un piccolo racconto di chi in questo momento non e’ piu’ a casa sua. La prima solita domanda e’ stata:  com’e’ oggi il nostro paese?
 “Attraversa un periodo sconvolto dalla confusione” ha risposto. “Una confusione che ha avvolto uomini e donne,insomma intere famiglie.Una
confusione che e’ arrivata come una nebbia spinta dal vento creato dalla paura del lavoro che manca e dalla politica alla quale un po’ tutti vogliono credere ma
non ci riescono”.
In fondo,devo ammettere,mi stava dicendo cose che avevo avvertito  leggendo ed ascoltando le notizie da Giulianova. Ma allora i giovani non riescono
a rinfocolare il camino di casa con la  verve giovanile,con sforzi,con il coraggio dei venti anni?
“Guarda,a Giulianova oggi manca una cosa molto importante:il rispetto.Mentre invece c’e’ tanta pigrizia.Il rispetto che io conoscevo a 15 anni,per esempio e che magari anche tu avrai conosciuto quando eri ragazzo.Per la prigrizia,ebbene,i  giovani giuliesi di oggi non hanno sofferto quanto tu e gli amici della tua generazione.Nonostante tutto,non hanno sofferto perche’ a casa nostra vive ancora,e va avanti come un carro armato,la forza della famiglia che tiene in vita la
famiglia,dal nonno agli zii tutti cooperano alla sopravvivenza della famiglia.”. Una pillola amara da una parte,una zolla di zucchero dall’altra.
“Gia’,proprio cosi'”.
E allora che cosa possiamo aspettarci? “Ma,vedi,saliamo su un aereo e cerchiamo disperatamente di migliorare il nostro futuro,di ampliare le nostre vedute,di dimenticare tutti i nostri rancori per cercare di mettere bene in mostra quanto i giuliesi possiedono da oltre mille anni.Una volta arrivati nel fondo non si puo’ fare altro che risalire.Il giuliese cambiera’,questo il giuliese lo sa molto bene.Adesso vediamo quanto tempo prendera’ per arrivare  a quel punto”.
Speriamo un tempo breve.
Benny Manocchia



USA. Questioni di voce

 Mentre la medicina moderna insiste nel sostenere che occorre muoversi,camminare o andare in bicicletta,fare ginnastica o nuotare per mantenersi in forma ed in salute, la Apple (rinomata in tutto il mondo)
ha deciso che “tutto deve cambiare”con I suoi telefonini tascabili.
Senza entrare nei dettagli,che spesso sono noiosi ed inutili,vorrei soltanto menzionare l’ultima della “scoperta” che la Mela mette in campo.
Si tratta di questo:voi state sdraiati sul sofa’,o a letto,tranquilli,rilassati ,ma
volete cambiare canale,ce ne sono tanti oggi che esiste proprio l’imbarazzo della
scelta.E allora ecco che siete costretti a  spingere quel bottone e stancare la mano o meglio
un dito,quello che usate proprio per cambiare canale.Un lavoraccio! Percio’ Apple ha deciso che tra pochi giorni mettera’ sul mercato quell’oggettino sempre piu’ piccolo ma anche  piu’ meraviglioso che rispondera’ a un comando a voce:niente piu’ cliccare quell bottoncino, insomma.Invece bastera’ dire”vai al acanale tot”,oppure cambia canale per me che sono stanco.
In America il “miracolo della voce” e’ gia’ in vendita per la modesta somma di 200 dollari.In Italia mi hanno detto arrivera’  a fine settembre o inizi ottobre.
Non sappiamo ancora se il “miracolo voce” accettera’ le tante lingue del mondo o se lo stanco telespettatore dovra’ frequentare una scuola speciale oer imparare l’inglese,o il tedesco,o il cinese…
E un’altra cosa:non ci hanno ancora detto se da i sordomuti il “miracolo della voce” accettera’ magari un mugugno o se, soltanto per loro,quanto prima metteranno in vendita un oggettino che rispondera’ a un comando mentale:tu pensi devo cambiare canale e il televisore obbedira’.Ma in quel caso attenti a schiarire le idee e non pensare a frasi che potrebbero essere censurate dal piccolo
schermo idiota.
Benny Manocchia



USA. La riscossa degli italoamericani

L’appuntamento era per le undici del mattino.Il primo ad arrivare fu Rocco Barbella ,e mentre si rideva sulla scelta del suo nuovo nome,Rocky Graziano(ripreso dalla marca di un vino italiano dell’epoca )  arrivo’ Jacke LaMotta,l’altro peso medio
che  galvanizzava,con Rocky, mezzo mondo dell boxe americana. Rocky parlava nel tipico accento di Brooklyn.La Motta
in apparenza piu’ serio,direi piu’ siciliano.Mio fratello ed io ponemmo alcune domande e tutti e due ci chiesero se in Italia gli sportivi fossero interessati alla loro attivita’ pugilistica.Ancora una volta Rocky si mostro’ attento,oserei dire piu’ italiano del suo collega ed amico.Poi La Motta mi disse che lo avevano contattato per ottenere il permesso di fare un film con il suo libro.
Mi fece vedere una copia:ricordo non c’era la copertina e fu proprio Graziano a dirgli:ma scrivi una dedica…e poi rivolgendosi a me con un sorriso I siciliani non sanno scrivere…
Intanto attorno al locale si era formato un cerchio di uomini attenti che cercavano di capire che cosa stessero  dicendo i due pugili.
Jake mi diede la copia senza copertina del libro e  poi mormoro’ :”Ma c’e’ qualcosa per me…di dollari…”  Rocky alzo’ la voce e gli disse: “Ma che fai,questo e’ italiano.,,mannaggia!”. LaMottA abbozzo’ un sorriso e brontolo'”Ah gia’,vero e’…”.
Il libro con dedica lo diedi a mio fratello Franco quando tornai in Italia per una visita e lui,redattore del gruppo Corriere della Sera,ci scrisse un bell’articolo.Erano i primi approcci che avrebbero portato alla realizzazione del film Toro infuriato,con l’interpretazione fomidabile di De Niro, Fu un tour de force per l’attore di origine molisana:dovette ingrassare  almeno 30 chili per la prima parte del film e poi ci fu una sosta di tre mesi per un dieta che sconvolse il mondo del pugilato.
La vita di Rocky Graziano,ragazzo di origine campana che fini’ in galera da giovane eta’ e  poi cacciato dall’Esercito per il suo comportamento,  venne affrontata da Hollywood con il film Qualcuno lassu’ mi ama.La parte di Rocky fu
affidata a Paul Newman. Paul,anni dopo,mi confesso’ di avere avuto paura. insomma non credeva di potercela fare.Poi
lentamente capi’ il carattere di Rocky,il suo astio interno opposto alla dolcezza di certi suoi comportamenti e lavoro’ per
,mesi insieme all” attrice Italiana Anna Maria Pierangeli nella parte di sua moglie.
Oggi, guardando per l’ennesima volta alla tv quel film,mi e’ tornato alla mente Il ricordo di quell’incontro.
Rocky  e Jacke rappresentavano, a modo loro,l’Italia e gli italiani nati in Usa :un misto di rancore risultato della poverta’ e la vittoria nel cuore per la riscossa che oggi gli italoamericani vedono nell’altro eroe del ring  ,Rocky Marciano. ,Rocco Marchegiano,abruzzese di Ripa Teatina.
Benny Manocchia



USA. Calcio: anche noi giuliesi d’oltreoceano vogliamo sapere le sorti del Giulianova.

Leggo che il Giulianova ricevera’ l’Isernia mercoledi 16 di questo mese.E non
ho trovato una spiegazione del perche’ l’incontro non avra’ luogo domenica.
Comunque, l’importante e’ che  il mio “angelo custode” mi ha detto che la squadra di Giorgini fara’ polpette dei molisani
 mandando in visibilio i tifosi giuliesi. della penna_calcio giulianovaIntanto
li vedo da cosi’ lontano (ma li vedo,credetemi) che lentamente,in fila,i tifosi vanno ad affollare il campo Fadini e ad incitare i ragazzi nella prima partita che si svolge in casa. Sara’ il primo,importante passo verso la lenta ma sicura ripresa del calcio a Giglije. Ci vorra’ volonta’,decisione,coraggio.
Ma mentre voi godrete la partita e potrete urlare “forza ragazzi” a squarciagola,noi  a New York saremo costretti ad attendere il giorno dopo per conoscere il risultato.A meno che…Ecco personalmente avrei una richiesta,macche’,una preghiera da rivolgere ai miei amici di Giulianova:con I vostri telefonini ,o computer,con ogni mezzo, se potete ogni 15 o anche 30 minuti comunicare a me ed ai giuliesi di New York come e’ la situazione sul campo,ecco, farete proprio un’opera di bene.Solo pochissime parole:stanno vincendio I giallorossi…
Ed ecco il mio indirizzo e mail;  italianinusa55@gmail.com.
Chissa’ se mercoledi assisteremo a un piccolo miracolo…
Benny Manocchia



USA. I flussi dei migranti verso l’Italia

Secondo il Security Council delle Nazioni Unite, oggi nel continente africano
ci sono tre guerre in corso.In Egitto violenza ai massimi livelli con l’intervento
degli estremisti islamici. In Libia infiamma una seconda Guerra civile. Guerra
civile anche nel Sudan del sud. Ci sono “focolari”,secondo l’ONU,in altre
nazioni dell’Africa.Situazioni  vivaci in parte controllate che si accendono e si spengono
senza risultare “oppressive”.
Detto questo,ci rifacciamo alle dichiarazioni del Ministero degli Interni di Roma e
di altri Stati europei,come Atene,Madrid.Le comunicazioni di questi enti ministeriali sono state semore chiare,almeno in apparenza:l’Africa si sta incendiando,la gente scappa dalle tante guerre un po’ dappertutto:fame e morte in quasi tutto il “continente nero”. Cosi’ hanno detto e .continuano a ripetere.
L’Africa ha una popolazione di 1 miliardo 300 milioni di abitanti distribuiti su
31 milioni di chilometri quadrati.Il secondo continente nel mondo.
Oggi sta succedendo qualcosa che non appare chiara. In Italia e in altre nazioni europee giungono con ogni mezzo centinaia di migliaia di africani che “scappano dalle guerre”.Giungono perfino dall’Afghanistan,dal Bangladesh Un certo numero di africani nel passato hanno raggiunto
l’ Europa in cerca di lavoro,di una vita migliore.Ma ultimamente il numero
di persone che entrano nel nostro continente sta raggiungengo cifre incredbili.Persone forzate ad abbandonare il loro paese a causa delle guerre e della fame.Ma otrnando indietro all dichiarazioni udficiali delle Nazioni Unite,soltanto tre nazioni africane sono oggi prese nella tenaglia di unaguerra piu’ che altro civile.Altre piccoli Stati non sono in guerra.
E’ estremamntw difficle cercare di spiegare in qualche modo perche’ questo esodo dal sud al nord,dal KIlimajaroi alle Alpi.dal
Lago Vittoria ai lfghi italiani,dalle foreste savane agli zoo di casa nostra.
E gli europei hanno il dovere ed il diritto di chiedere una spiegazione.Ma chi potra’ darla? O forse dovremmo dire (malignamente):chi sapra’ spiegarla?
Benny Manocchia



USA. I cattolici verso una nuova era

Il Washington Post ha rappresentato per anni milioni di americani convinti di appartenere a un mondo moderno ma anche conservatore.  Forse l’accoppiamento puo’ confondere.L’era moderna non ama il conservatore che =come la parola spiega = e’contrario a innovazioni e a riforme.L’era moderna,invece,sembra voler adottare tutto il contario,ossia innovare e riformare. Non meravigliatevi,allora,se vi dico che negli Stati Uniti I giornali che vanno per la maggiore seguono proprio questo sistema (chiamiamolo pure cosi’ perche’ in sostanza si tratta proprio di un sistema).
E per la stessa ragione non  meravigliamoci se proprio il Washington Post ha deciso di prendere di petto il Vaticano e quindi il suo leader. Forte di un
esercito di preti e vescovi e di una armata di milioni di cattolici americani che la pensano come il giornale, il Washington Post  ha detto chiaro e tondo:Bergoglio stai
entrando in una palude malsana con una “rivoluzione” della quale forse ti  pentirai. Il giornale si riferisce alla decisione del papa di cambiare dopo tre
secoli il processo per annullare i matrimoni cattolici. Basta una firma del vescovo per velocizzare la pratica.
Cosi’,nel giro di breve tempo,si e’ formato negli Stati Uniti un folto gruppo di “nemici interni” del papa,ormai definito
“too liberal”.
Il cardinale Raymond Burke,a capo di altri cardinali americani attenti alla Dottrina della Chiesa,  si sono dichiarati  oppositori
della “ventata” liberale di Bergoglio.
“Il potere del pontefice  – ha detto Burke – non e’ ”assoluto” e il papa non ha il potere di cambiare la dottrina”.
Parole pesanti.
Benny Manocchia