USA. Ma i politici italiani ascoltano i “problemi” dei loro concittadini?

Quando lavoravo a tempo pieno come giornalista dovevo spesso andare  a Washington per seguire da vicino la situazione politica.C’erano “navette” ogni mezz’ora.Una quarantina di minuti ed ero nella capitale. Si respirava un’aria molto diversa da quella di Manhattan.Piu’ densa,a volte quasi asfissiante.Ma non mi ci volle molto per capire che non si trattava di una diversa situazione meteorologica. A
Washington girava “l’aria politica” di ogni Capitale. E tu eri costretto a
respirarla se volevi entrare nel giro e capire che cosa stesse succedendo. Fu cosi’
che lentamente cominciai a capire la politica,anche se comprendere veramente la politica e’ quasi impossibile.
 Fu un senatore dell’Arizona che,durante una intervista,mi
disse senza esitazione:la politica,che ci piaccia o meno,e’ uno strumento per ottenere quello che si vuole,costi quello che costi.Dapprima ritenni eccessivo il suo commento.Piu’ tardi dovetti ammettere che aveva ragione.E quando gli feci notare che in sostanza mi stava dicendo che la politica non va presa molto seriamente,il senatore non rispose,ma mi offri’ un sorriso.
Oggi penso alla politica italiana,pur lontano da Roma, e credo di capire una cosa
che pure non e’ comprensibile per molti. Tuttavia su un solo punto rimarro’ incerto.
Perche’ alcuni uomini politici italiani dimostrano chiaramente di rifiutare il chiaro lamento dei cittadini di casa nostra per quanto riguarda la situazione delle migliaia e migliaia di persone che entrano in Italia in ogni modo?
Il ragionamento che fanno e’ questo:gli stranieri miglioreranno l’economia
Italiana e miglioreranno la nostra cultura. Insomma ammettono che in Italia si sta molto
male economicamente e che culturalmente abbiamo molto da imparare dagli altri.Economicamente – per la verita’ = si sta molto male anche in tante altre nazioni del mondo, dove appunto gli immigrati potrebbero andare per aiutare quelle nazioni a migliorare il loro livello economico.Per quanto riguarda la  cultura  non credo che l’Italia abbia molto bisogno di aiuti esterni.E cosi’ arriviamo alla domanda piu’ importante:la politica non e’ uno strumento per aiutare il popolo sovrano ed ascoltare
le sue richieste? La risposta e’ no, sembrerebbe. E quindi la politica (ed ovviamente I suoi rappresentanti ufficiali) se ne frega di noi tutti.
 Questo ragionamento per arrivare alla domanda finale,quella che conta e che richiede una risposta.Non una serie di corbellerie.Una risposta,semplice e chiara.
Perche’ Alfano,Renzi,Boldrini e compagnia bella si rifiutano di capire il problema degli immigrati che assilla oggi gli italiani?
Benny Manocchia



USA. Cari giuliesi, che pensate della situazione migranti per quanto riguarda l’Italia e l’Abruzzo?

Caro Direttore, a questo punto della pericolosa situazione che riguarda I cosiddetti migranti che sbarcano in Italia a decine di migliaia, ti chiedo il permesso di rivolgere ai giuliesi la domanda che interessa tutti:che  pensate della situazione migranti per
quanto riguarda l’Italia e l’Abruzzo? Semplice e chiara.
Vi prego dI mandarci i vostri commenti. Il soggetto e’ troppo importante,oggi,per cercare di evitarlo.
Benny Manocchia
mail
italianinusa55@gmail.com



USA. Politica: ma voi italiani siete liberi di decidere?

Ormai non si tratta piu’ di politica. Che cosa importa piu’ la politica se viene quotidianamente frantumata da decisioni paranoiche,individuali  che non fanno altro che avvilire i poveri cittadini.? Ora si torna alla “dittatura”,
che dopo il periodo mussoliniano sembrava essersi pacata. Vedete,disturba maledettamente leggere su alcuni giornali italiani reputati “seri” che il Presidente della Repubblica Mattarella ha gia’ deciso: qualora il governo Renzi dovesse chiudere I suoi giorni al Senato,il capo toscano del governo resterebbe al suo posto. Insomma dimenticate la parola elezioni.E’ gia’ successo con Napolitano che mando’ al potere ben tre premier senza mai chiedere agli italiani di esprimere il loro parere. Un Paese cosiddetto democratico non puo’ andare avanti cosi’,Perche’ in Italia ci sono certamente individui che vogliono soltanto approfittare della poltica  e dei suoi movimenti,ma ci sono anche
persone desiderose di decidere chi dovra’ guidare le sorti d’Italia. In un mondo che rischia l’islamizzazione totale
non si puo’ muovere lo scettro e dire:tu sarai il capoccia perche’ cosi’ decide (ma sara’ poi vero?) la nostra tanto
valorizzata Costituzione. Se siamo un paese appunto democratico,allora deve essere l’elettore a decidere chi sara’
a capo della nazione. Ripetiamolo fino alla nausea…
Non si puo’ piu’  restare zitti e quieti. Proprio non si puo’.
Per cui se le previsioni dei giornali “seri” diverranno realta’, l’italiano dovra’ assolutamente fare qualcosa.Non chiedetemi cosa.Stara’ a voi decidere.Se veramente vi sentite “liberi e democratici”.
Benny Manocchia



USA. Scuola: zaini in spalla……si riparte

Sapete chi ha creato i back packs per gli studenti? A sentire gli americani sono stati loro,come per tante altre
cose che conviene lasciar perdere. Da quell’idea e’ venuto fuori un business di 17 miliardi di dollari (soltanto negli Stati Uniti).
Oddio,non e’ stata una “invenzione” vera e propria.I sacchetti  a spalla erano usati tanti anni fa dai montanari e  anche
dai soldati,seppure questi ultimi portavano a spalla sacchi di iuta rozzi e scostanti.Oggi,con l’avvento del back pack per gli studenti,si e’ sbizzarrito tutto il fervore di sarti,disegnatori e perfino pittori. In questa nazione potete acquistarne uno per il…
modico prezzo di 60 dollari per salire fino a 100.
Pensare che quando andavo a scuola io (elementari e medie)  usavamo tutti, guarda un po’,le nostre mani.Anche perche’ andavamo a scuola con un quaderno,una penna o matita e quando occorreva un libro (al massimo due).
Poi qualcuno penso’: poveri ragazzi che ogni mattina devono  andare a scuola e portarsi addosso dodici libri,quindici quaderni,un vocabolario di diecimila pagine, questi poveri studenti avevano proprio bisogno di un back pack.Dapprima ci e’ stata una reazione da parte dei genitori:non bastano le tasse scolastiche,le spese per il lunch,le spese per treno, autobus  e
perfino moto? No,siamo in un’era moderna,le cose cambiano dicono tutti.Qui ci vuole un bel back pack che non solo aiuta i ragazzi a portare tutta quella roba in classe,ma da’ loro un certo aspetto di stile.
Agli studenti piace moltissimo,piu’ ai maschi che alle femminucce.Cosi’,come ogni anno,il 14 settembre quando dovrebbero riaprire le scuole d’Abruzzo,rivedrete la stupenda carrellata di back packs multicolori trainati  a spalla da giovani che hanno deciso di “custodire” il loro cervello,la loro sapienza nel sacco che una volta serviva,almeno in America,per trasportare le
mele dalla campagna alla casa.
Benny Manocchia



USA. Il Giulianova vittorioso al Rubens Fadini

La prima era sempre la piu’ difficile, per noi.C’era emozione,paura,fiducia nei ragazzi che conoscevamo tutti bene.Quando entravano in campo li chiamavamo per nome,oppure con quel caro soprannome che a Giulianova era una abitudine molto simpatica.

Foto Walter De Berardinis
Foto Walter De Berardinis

Poco prima delle due la zona antistante il campo sportivo era piena di auto,ma anche di moto e biciclette.A un lato c’era sempre il solito vecchino che vendeva noccioline americane e lupini.C’erano sempre tanti papa’ con i piccoli sulle spalle,mentre le signore   indossavano sempre abiti di stile.Da un balcone di fronte al campo un grosso altoparlante emetteva musiche gradevoli.Io entravo negli spogliatoi,prendevo le formazion delle due squadre,il nome dell’arbitro e poi mi chiedevano di leggere
I nomi agli spettatori attenti.
Il campo era tenuto in ottime condizioni,considerando  che durante la Guerra aveva ricevuto molte sberle… I giocatori erano …protetti dai tifosi con una rete metallica in verita’ non molto solida. Il tifoso
che  si infuriava per “quel dannato arbitro”s’appoggiava alla rete:  c’era il pericolo che il tutto venisse giu’.
Era un tifo modesto ma simpatico.Certo non da premio Oscar:oh oh oh oh l’avemo mbriacati…
oppure:occhio,finocchio,benzina minerale pe’ batte il Giulianova c’e’ vo’ la nazionale…
Gli applausi erano scroscianti, come si dice. Tra il primo e il secondo tempo si camminava nella piccola collina creata per dare la possibilita’ di vedere la partita da una piccola altura.
La vittoria portava il paese a un entusiasmo incredibile.”Dopo la partita – qualcuno diceva all’altoparlante – tutti al cinema Moderno per assistere al film…”.Grosse star americane.
La sconfitta era presa a muso duro,anzi a testa bassa.Non ci piaceva discutere.Io dovevo
subito andare dalle Testoni (se ricordo bene) per leggere l’articoletto al Corriere dello Sport.Il giorno dopo pubblicavano un mio commento sul Momento Sera,che spesso procurava
la reazione di qualche tifoso.
Dio che momenti! Vorrei che alla prima di quest’anno I giuliesi,in massa,accorressero al campo  sportivo Rubens Fadini (vero?),per lupini e noccioline e gridare ad alta voce,uniti,forza Giulianova!
Benny Manocchia
italianinusa55@gmail.com



USA. Gli italiani famosi

Prima Alfredo detto Fred Bongusto. Un molisano che  adorava il concetto di Abruzzo-Molise.Mi disse quasi urlando:”Siamo i migliori del mondo” nel suo
stretto dialetto campobassano.”. Lo intervistai a Pescara prima che si esibisse in un teatro della citta’ in uno show che mando’ in visibilio gli spettatori. Viveva a Roma perche’ il lavoro  glielo imponeva,ma il suo cuore era in quella “fetta d’Italia che fa invidia al Sud e rende mervoso il Nord”.
Una voce davvero melodica che piaceva tanto alle ragazze. Gli dissi che ero a casa per un periodo di riposo ma la Rai di Pescara non mi dava tregua.Fu  il direttore Tiboni a dirmi:fagli una intervista e poi dimmi se e’ piu’ facile intervistare I nostri o quelli d’oltreoceano.La risposta mi fu facile:i cantanti italoamericani sono sempre i piu’ cordiali e quando vengono intervistati da un giornalista italiano diventano quasi commoventi.
“Forse mi sbaglio” disse Fred “ma abbiamo un po’ tutti il sogno di venire a cantare in America.Gia’,il sogno Americano.Come quello di Domenico Modugno che incanto’ milioni di americani con il suo “Volare”.Subito dopo
Dean Martin (Dino Crocetti di Montesilvano) rese la canzone ancora piu’ .
popolare.
Oggi Fred Bongusto ha 80 anni e sono sicuro che e’ ricordato da milioni di italiani.
Cosi’ come e’ nella memoria di milioni di italiani il signor Gino Bartali,detto il Ginettaccio toscano.Si’,quello del “glie’ tutto da rifare” perche’ aveva capito sin da allora che molte cose da noi andavano rivedute e corrette.
Ero andato a Pescara da Giulianova per seguire la corsa ciclistica Coppa Matteotti.Avevo con me un pesante Niagra per registrar  le interviste con i ciclisti, quando sentii una voce alle mie spalle:”Te’ tu sei con la Rai?” E
cosi’ comincio’ il mio piccolo sogno che avevo coltivato da bambino.Bartali e’
sempre stato il mio eroe. Parlammo del piu’ e del meno.Veramente parlo’ lui
e io ascoltavo. Senza che me ne accorgessi se era formato attorno a  noi un cerchio di persone che guardavano ammirati Gino. Gli dissi che mia madre era Toscana e mio pdrew abruzzese.E cosi’,chissa’,forse per farmi piacere,mi disse che lui amava l’Abruzzo,dove durante la Guerra giungeva in bicicletta da
Firenze portando con se’ messaggi segreti che consegnava alle autorita’
ecclesiastiche. “Lunghe sgroppate,davvero.Pero’ sapevo che un volta qui mi aspettava un ottimo,solido piatto abruzzese”,mi disse.
Ma non mi disse mai che l’aspettavano i mitra dei nazisti se l’avessero scoperto.Il nostro bravo Ginettaccio che ancora oggi direbbe:”Glie’ tutto da rifare!”.
Benny Manocchia



USA. I miei nonni

Nonno mio di Giulianova.Voglio dire thank you to miei compaesani per mia bellissima vacanza alla spiagia

che mi raccontava mio nonno.Siete popolo veramente marvelous…
Rosella Giorgi Robertson = Detroit
Cos’altro c’e da aggiungere? Bravi giuliesi!
Benny Manocchia

 




USA. Una lotta tra poveri

Caro Direttore,spesso una situazione poco chiara viene artamente creata per confondere i cittadini

italiani che hanno ben altro da pensare.Lasciando da parte la politica (che ha stancato pure i santi)
il ministro Padoan ha dichiarato che i cosiddetti migranti risolveranno il problema demografico
italiano.Insomma non facciamo piu’ figli in Italia per cui occorre “pienare il vuoto”.Una dichiarazione che ha subito offeso le donne e le mamme italiane.Se esiste un problema demografico (troppi vecchi e pochi giovani oggi in Italia)
la colpa (se una colpa c’e’) va attribuita al fatto che le coppie di casa nostra ci pensano due volte prima di mettere al mondo bimbi che incontrerebbero perfino la fame,e piu’ avanti disoccupazione e le  chiacchiere dei politicanti.Padoan vorrebbe famiglie con sei figli? Abbassasse le tasse e tutto il resto,rendesse (con i suoi colleghi) la vita lievemente piu’ facile per la nostra gente. Comunque il punto piu’ oscuro della dichiarazione del ministro e’ questo:i migranti risolverebbero il problema demografico italiano
con la loro presenza:da 60 milioni potremmo arrivare a 70 milioni.Ma il problema demografico a quel punto diventerebbe il problema per la sopravvivenza,perche’ anche gli africani,come per  gli italiani,non avrebbero lavoro e quindi…
L’Italia non ha mai avuto un problema demografico;semmai le nostre famiglie erano ammirate ed apprezzate in Europa per il numero elevato di bebe’  e per il modo come erano allevati.Allora cominciamo a chiederci perche’ e’ sorto questo problema demografico.
Benny Manocchia



USA. Una differenza abissale

Un mio amico americano spesso mi punzecchia ricordandomi che l’America divenne nazione nel 1776 mentre l’Italia soltanto nel 1861. Potremmo anche accettare questo paragone se non fosse che gli Stati Uniti

divennero veramente uniti soltanto nel 1959 allorche’ Alaska e Hawaii entrarono nel gruppo degli altri 48
Stati.
Solo chi non conosce la storia d’Italia puo’ cercare di scherzare sull’eta’ della nostra penisola.Il
cronista e’ tentato di spingersi nell’intricata ragnatela che ha avvolto la nostra storia in vari millenni.
Ma lo spazio,si sa,e’ avaro.Tuttavia potremmo preparare una rapida carrellata sulla storia della nostra Giulianova e presentarla come fulgido esempio di quanto e’ avvenuto sulla nostra terra per tanti secoli.
Le origini di Giulianova risalgono al terzo secolo a.C. quando i romani crearono una nuova colonia
marittima chiamata Castrum Novum che divenne un importante nodo stradale e porto commerciale.
Nel medio evo la citta’ fu rinominata Castel S. Flaviano. La citta’ medievale passo’ agli Acquaviva
che vi risiedettero fino alla distruzione del 1460, durante la battaglia del Tordino tra le truppe di
Federico  di Montefeltro e Alessandro Sforza contro quelle di Jacopo Piccinino e Bosio Santofuora.
Dieci anni dopo il duca Giuliantonio Acquaviva fondo’ una nuova citta’, che rimase invariata fino agli
anni 70/80.
Lo stemma originario degli Acquaviva era rappresentato da un leone rampante con  mezzo drago a lato.
Mettiamo in evidenza questo particolare per ricordare ai giuliesi chi eravamo…e chi possiamo ancora essere.
La Giulianova moderna? Nel  1874 avviene la “scoperta” del turismo balneare,che negli anni e’ stato  un valido apporto economico alla citta’. Nel 1884 nasce la strada ferrata per Teramo.Nel 1934 avviene la
fusione amministrativa tra Giulianova e Giulianova Spiaggia.Nel 1936 l’imponente Kursaal.
Ora tradurro’ questo rapido passaggio della nostra storia e lo daro’ al mio amico americano.Una pillola che lo yankee avra’ difficolta’ a mandare giu’…
Benny Manocchia



USA. Il compleanno di Sean Connery

Dell’Abruzzo aveva sentito parlare spesso.Sua moglie (la prima)Diana Cilento gli aveva detto che suo

padre,un medico in Australia,era di origine abruzzese,e gli aveva anche menzionato il nome del paesino in Abruzzo che lui,Sean Connery, con il suo accento scozzese,la esse lunga scivolosa aveva difficolta’ a enunciare.
Quando lo conobbi,a New York,nel corso di una di quelle serate organizzate per rivedersi e scolarsi sean connery
magnum di champagne ,Sean mi aveva subito detto che preferirebbe essere chiamato John.
Alto,interessante,cominciava gia’ a perdere capelli.Credo avesse 50 anni,  che portava meravigliosamente bene.Si allenava ogni giorno per via dei suoi film pieni di action,come quelli di James Bond che lo avevano reso ricco.Gia’,pero’ mi descrisse in un paio di minuti la sua decisione di lasciare l’Inghilterra e prendere cittadinanza altrove,forse in Spagna perche’ “le tasse in Inghilterra mi stanno  rovinando”.Con Diana era tutto finito e ora stava con una francese.Sorridendo mi disse che prima o poi avrebbe sposato “donne di mezzo mondo”.
Degli undici anni assieme a una italo=australiana aveva ricordi particolari. “It was different”,era differente, ammise.
Le italiane,anche se nate in altre parti del mondo,rappresentano il tocco di classe femminile,ma anche
la “feroce volonta’” di mettere il marito su binari giusti,ossia “i loro binari”…
Oggi John Connery,armato di un numero incredibile di awards,compira’ 85 anni.OK,non ha piu’
capelli,la sua esse e’ ancora piu’ scivolosa ma al mattino continua a fare un’ora di esercizi fisici
 e la sera continua ad ammirare le belle figliole.
Auguri al nostro James Bond,con licenza di dire “lu bell Abruzz”.
Benny Manocchia