USA. Benny Manocchia: chi e’ in verità’ Donald Trump?

Mi hanno chiesto in molti: chi e’ veramente Donald Trump? Diciamo subito che non e’ un uomo

Benny Manocchia da New York
(C) Archivio www.giulianovanews.it

 politico.  Il presidente degli Stati Uniti non e’ un  uomo politico? Gia’, essere politici vuol dire,a
Washington, essere  avvocati. Vuol dire conoscere i giochetti,i trucchetti che occorrono per ottenere risultati. Vuol dire essere capaci di fare promesse ma nello stesso tempo essere capaci di dimenticarle. Vuol dire conoscere il modo migliore per avvicinarsi alla gente,a chi vota.
Donald Trump proviene da un’altra scuola,quella del business,dei grossi affari presi in mano dopo  la
morte di suo padre. Lentamente Trump e’ riuscito a mettere assieme un grosso capitale.
Lentamente ha imparato l’arte del deal,insomma di come fare affari. Ma Donald e’ anche un uomo che ama la nazione dove e’ nato,per cui oggi,da presidente,si interessa di cose che vanno al di
la’ della  politica,quella che serve per soddisfare tutti, o nessuno. La stampa americana lo attacca ogni minuto del giorno e Trump risponde con i tritters che urtano dannatamente i suoi
avversari. Ma nonostante la stampa USA (praticamente il 90%) gli da’ addosso,Donald Trump
procede nella sua marcia di riorganizzare le forze armate statunitensi,di abbassare le tasse che fino
a poco tempo fa assillavano gli americani. Se Obama (come ammettono un po’ tutti) ha fatto tutto il
possibile per indebolire questa nazione, oggi Trump sta riportando l’America ai giorni gloriosi di
Ronald Reagan. Avendo seguito personalmente i presidenti USA da Eisenhower a oggi, credo
di non esagerare se dico che Trump appare come uno dei migliori,ossia del gruppo che amano l’America. Tuttavia,the Donald e’ soltanto all’inizio.Vedremo che cosa si potra’ dire di lui alla fine del suo mandato.



GIULIANOVA 10 OTTOBRE ORE 18 | SALA BUOZZI SI PRESENTA IL LIBRO “ABRUZZO STARS&STRIPES” di Generoso D’Agnese, Geremia Mancini e Dom Serafini

 
OSPITE D’ONORE GERMANO D’AURELIO… ‘NDUCCIO
Martedì 10 ottobre 2017 alle ore 18 a Giulianova, presso la Sala Buozzi in Piazza Buozzi, si terrà l’attesa presentazione del libro “ABRUZZO STARS&STRIPES” di Generoso D’Agnese, Geremia Mancini e Dom Serafini, volume edito per i tipi della casa editrice teramana Ricerche&Redazioni nella Collana “Il senso della vita” diretta da Massimo Pamio.
 
All’incontro, patrocinato dalla Città di Giulianova, prenderà parte, insieme ai tre autori del bel libro, il musicista Germano D’Aurelio (’Nduccio) che ha firmato l’interessante contributo introduttivo al volume. A moderare la presentazione il giornalista giuliese Walter De Berardinis, che svolgerà anche una comunicazione sull’ultimo libro di Benny Manocchia dal titolo “Cronache americane”.
 
“Abruzzo Stars&Stripes” si compone di 176 pagine su carta naturale di pregio delle Cartiere Fedrigoni, cucito e rilegato artigianalmente, e «racconta le storie di cento e cento vite esemplari di abruzzesi costretti a emigrare negli Stati Uniti per tanti motivi – queste le parole di Pamio – : poche pagine che riassumono le loro esistenze. Il lettore resterà conquistato, avvinto, incantato, commosso dalle vicende di eccezionali e spesso ignote biografie. Conosceremo avventure memorabili, l’impresa epico-eroica di Louis Carrozzi, che attraversò a piedi tutto il continente americano, vite straordinarie, quella di Vincenzo Pelliccione, controfigura di Chaplin, esperienze tragiche come quella del Treno degli orfani. Gli appassionati di storia, di sociologia e del romanzesco non saranno delusi; neanche i più curiosi, quelli a caccia di novità che scopriranno notevoli figure di italoamericani delle quali si erano perse le tracce, perché avevano cambiato i loro nomi e cognomi, anglicizzandoli. Uno sguardo al passato, per meglio comprendere il nostro presente».
 
Abruzzo Stars&Stripes è un libro “potente”, dedicato ai tanti abruzzesi emigrati in America: un libro da leggere tutto d’un fiato, che vi conquisterà per stile narrativo e ricchezza di contenuti!



New York. Non dimentichiamo di essere abruzzesi

Cerchiamo di ricordare,anzi di non dimenticare chi siamo noi abruzzesi “forti e gentili”. Uomini di montagna e di mare. Forse

un po’ chiusi ma sempre pronti ad aiutare chi ha bisogno. Terra di Rocky Marciano e Dean Martin,di Gabriele d’Annunzio
e Benedetto Croce. E scusate se e’poco.
Dalle montagne al mare panorami bellissimi. Tre parchi nazionali,trenta riserve naturali. Lungo le coste fresche pinete e
spiagge di sabbia dorata. Riserve marine di Cerrano e Punta Aderci.. Settecento cinquanta hotel di grande stile pronti ad accogliere
visitatori da ogni parte del mondo.Carnevale estivo a Alba Adriatrica. Parco acquatico a Tortoreto Lido.

I giornalisti, Lino e Benny Manocchia 31 maggio del 1964

In Abruzzo non avrete mai “fame”,nel senso che l’invito della cucina e’ sempre presente. Una cucina seria,domestica,forse
ineguagliabile. Preferite il pesce? Il brodetto preparato a Giulianova e’ finito in alcuni film hollywoodiani L’amatriciana inizio’
come pasto dei poveri,negli anni e’ diventato un piatto che “non lascia dubbi” sulla bonta’ della cucina di quella regione piccola
ma tosta.,come scrisse Hemingway.  E le mazzarelle? E i maccheroni alla chitarra? Be;qui occorre sostare un attimo perche’ li maccaruni alla chitarre fanno impazzire gli americani che hanno avuto la fortuna di sostare da noi e mangiare piattoni di  quel
pasto paradisiaco.
Quindi cerchiamo  di ricordare chi siamo e che cosa offriamo al resto del mondo. E a chi non piace la nostra regione.siamo
costretti a  dire: fate le  valige e lasciate pure la nostra terra benedetta.

L’ultima fatica editoriale di Benny Manocchia, Cronache Americane




New York. Degli italiani in america devi accettare tutto, buoni e cattivi.

Una e.mail da Roseto,non il paese in Abruzzo ma  Roseto in Pennsylvania,popolazione di 1600 anime.

cronache-americane-
Benny manocchia

La signora Giovanna de Santis ha letto il mio libro in ebook e si congratula per il mio appproccio nei confronti degli
italiani in America. Poi ricorda i problemi affrontati dagli italiani in questa nazione per la  solita mafia. Ma,gentile Giovanna,

la mafia non e’ tutto. Nel senso che gli italiani giunti qui dalla fine del 1800.hanno offerto un modo di pensare e di vivere sostanzialmente diverso dal resto degli americani. Un esempio? Il vacillare tra volubile romanticismo e il cocciuto

benny a casa di franco manocchia

 

pragmatismo. Tuttavia nessuno potra’ negare che gli italiani in America si sono imposti poggiando i piedi su due solide basi:lavoro e famiglia.Guai a credere altrimenti. Eppoi la forza mentale e fisica di personaggi come Fiorello La Guardia e Mario Cuomo,
Rodolfo Valentino e Frank Sinatra senza dimenticare A.P.Giannini,fondatore della Bank of America,per molti anni la numero uno in questa nazione. Non parliamo poi del cinema,dove De Niro e.Pacino hanno superato ogni aspettativa diventando lentamente i piu’rinomati,attori di questa nazione.In poche parole,noi ialiani siamo amati e odiati. Forse piu’ il primo che il secondo…
Come sento ripetere spesso a Brooklyn:devi accettare il buono e il cattivo.,the good and the bad.!
Benny Manocchia



New York. Le Ferrari sono il “nostro” Made in Italy

New York. Non meravigliatevi se domenica 17 settembre vedrete, a Tortoreto Alto, un gruppo di signori americani vestiti alla cowboy. Saranno nella storica cittadina abruzzese perché’ un piccione viaggiatore ha informato gli  appassionati  texani del cavallino rampante che domenica,appunto,ci sara’ il primo raduno Ferrari. Un raduno organizzato nei minimi particolari da un bel gruppo di lavoro capitanati da Gabriele Barcaroli, main sponsor dell’evento. Signori,non scherziamo.Si tratta di gente che andrebbe sulla luna. per assistere a un avvenimento del genere.

Benny Manocchia giornalista e Sammy Davis Jr. (Harlem, 8 dicembre 1925 – Beverly Hills, 16 maggio 1990) è stato un ballerino, cantante, vibrafonista, batterista, attore e comico statunitense.

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Un amore profondo. Le 1750 Ferrari vendute l’anno scorso  negli Stati Uniti (il 20 per cento piu’ dell’anno precedente) sono state acquistate’ in gran  parte da signori e signore del Texas. Quando parlano della “Fewawi” (pronunciano cosi’) si ferma tutto. . Tengono le auto rosse in speciali locali praticamenge blindati. Mostrano i loro gioielli,ad amici fidati dopo averli pregati di ”non toccare please”. Qualche volta fanno  gare per vedere chi possiede ll miglior gruppo di foto delle loro amate (e costose) creature. A Tortoreto incontreranno probabilmente,i fans cinesi della nota auto,visto che l’anno  scorso la Ferrari ne  vendette 300 in quella parte del mondo,raggiungendo  cosi’ il numero totale  di 999 Ferrari a partire dal 2004. Sergio Marchionne(teatino),chief executive  officer della ditta di Maranello, ha detto tempo fa:”La Ferrari rappresenta il valore dell’Italia”. E chi può’ dargli torto? L’altro americano, Donald Trump, ama  la Ferrari ma , per molti anni, non potra’ guidare… Si prende una piccola rivincita, parlando della “mania”  di Sergio di  indossare (estate e inverno) il solito maglioncino nero a girocollo.

Allora, arrivederci a Tortoreto Alto.
Benny Manocchia



New York. Solo un sogno……..

Caro Direttore, stanotte ho sognato un sogno. Mi accade di rado. Un sogno cosi’ vivido

che mi permette di ricordare  tutto. Camminavo tutto solo quando ho
sentito una voce. E’ ora che le cose cambino,mi ha detto in un orecchio.Non ho riconosciuto quella voce,anche se so che era di un uomo. Devo avergli chiesto: che vuoi dire? perche’ ha risposto:L’italia deve cambiare,una nazione  piccola ma  bella, con gente simpatica ed intelligente.

benny a casa di franco manocchia

Dal Piemonte alla Sicilia le cose devono cambiare:tutto deve marciare su binari solidi che

porteranno alla conquista dei nostri sogni.La politica rallenti,liti tra fratelli smetta, ha detto,stavolta ad alta voce.Uniamoci dietro la nostra bandiera,riconquistiamo il nostro decoro, il nostro
affetto per  le belle citta’ di casa  nostra, guardiamo avanti sorridendo,potremo fare tutto quanto abbiamo in mente,ridiamo orgoglio
ai nostri prodotti,ai nostri uomini che hanno sempre avuto idee chiare ,e felici.   Dobbiamo cambiare prima che sia troppo tardi. Una nazione puo’ anche fallire se ci limitiamo a fare poco o niente.
.Abbiamo dimenticato.che l’Italia e’ la piu’ bella nazione del mondo?
Sono rimasto incantato.  Pero’ ho capito che molto probabilmente aveva sbagliato indirizzo. Le sue parole erano indirizzate a qualcun’altro. Ecco perche’ quando gli ho detto che lui stava sognando con quel pacchetto di belle speranze, lui,il mio sogno, mi ha lasciato seccato.  Ma non ho dimenticato le sue idee,le sue richieste…

Benny Manocchia

Cronache americane – Da Manhattan a Papeete, passando per la Casa Bianca

Benny Manocchia torna indietro con la memoria e ci racconta l’America per come l’ha vissuta: tra interviste a personaggi famosi, elezioni, viaggi ed emozioni riesce a farci respirare l’aria di un’epoca non molto lontana. Dagli anni ’50 all’11 settembre, in una terra che vedeva gli italiani come fumo negli occhi, Benny ci presenta gli States in una maniera del tutto personale. Tra immagini e parole tutto quello che non sapete sugli Stati Uniti.




New York. Dovete spendere in pubblicità per vendere il nostro Made in Italy.

Plutarco racconta che Cesare distribuiva vino ai suoi soldati per debellare una malattia che stava decimando l’esercito. Bacco,nel novero degli Dei, si fece promotore della diffusione della viticoltura in tutte le province dell’impero.Il vino giunto

Benny Manocchia da New York
(C) www.giulianovanews.it

in Italia dalla Mesopotamia, e’ diventato nei secoli uno dei migliori nel mondo.
L’America scopri il nostro nettare durante il secolo scorso.e  divenne lentamente un affezionato consumatore dei nostri vini.
Ma,come succede di tanto in tanto,qualche sciagurato produttore italiano comincio’ a mandare negli Stati Uniti aceto piu’ che vino. Ma le cose lentamente cambiarono. l’Italia wine and food institute,guidato dal dr. Lucio Caputo,inizio’ una buona campagna per
ricordare che una ‘rondine non fa primavera’. Che insomma i nostri vini migliori saranno mandati negli Stati Uniti.
Oggi,proprio Caputo ha messo in evidenza il problema. C’e’ un calo nella vendita dei nostri vini, proprio in fase di espansione del mercato,
. Perche’ gli americani non amano piu’ il nostro prodotto? La verita’ e’ che Argentina e Australia hanno intensificato la loro produzione,inondando nel contempo l’America di una pubblicita’ seria e molto bene organizzata.
Noi italiani,poco o niente.Vivo in questa nazione da tanti anni e posso dire che e’ mia abitudine seguire da vicino quanto
riusciamo a combinare in USA. Niente.Un vizio incredibile in casa nostra.Allorche’ un prodotto conquista uno specchio del mercato,quasi subito in Italia si bloccano le spese per la pubblicita’. Siamo sempre al rilento nel pubblicizzare un prodotto,
In Italia non si conosce il detto:spendere per guadagnare. In parole povere,vogliono guadagnare senza spendere. Ebbene
non funziona.. Negli Stati Uniti una ditta fa entrare nel budget annuale almeno il dieci per cento proprio per la pubblicita’.
Cosicche’ i francesi hanno superato (anche se di poco,per il momento) le vendite dei nostri splendidi vini.
Eppoi,al mio occhio di …lince sfugge oggi la vista negli scaffali dei negozi che vendono vini, dei nostri cari Montepulciano
d’Abruzzo,Trebbiano e Cerasuolo.
Vergogna!
Benny Manocchia
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L’ultima fatica editoriale di Benny: Cronache americane – Da Manhattan a Papeete, passando per la Casa Bianca 




New York. L’incognita del mestiere di giornalista

Parlavo con un giornalista americano sugli incerti del mestiere.;lo  strano mestiere del giornalista.

Benny Manocchia e Alberto Rusconi

A sentire lui ne aveva passati di guai,povero collega statunitense. Una volta aveva ricevuto addirittura una ombrellata in testa da una signora

di una certa eta’ alla quale  lui aveva posto una domanda…. indecente.
Confesso di non avere mai ricevuto ombrellate da parte di signore da me intervistate. Tuttavia,proprio per restare nel
 campo degli “incerti del mestiere”, lasciate che vi racconti brevemente un mio caso particolare. Nel 1980 l’attore Richard
Burton aveva da poco lasciato il centro di riabilitazione dove aveva trascorso un po’ di tempo per curare il problema dell’
alcolismo. Subito aveva accettato l’offerta per un film che Hollywood avrebbe girato in Canada.A quell’epoca molti film
vennero prodotti in Canada,dove i costi erano inferiori.. L’attore accetto’ la mia richiesta  per una intervista che aveva
chiesto il gruppo tv della Rusconi. Un direttore mi disse che un giovane milanese stava per venire in America e lui lo raccomandava come cameraman e fotografo. Bene,saremo andati in Canada insieme. Fu proprio il giovane a
insistere di evitare il viaggio in aereo. Lui aveva un  amico che gli avrebbe prestato la sua auto. Pronti via. Arrivammo sulla localita’
degli esterni per il film Circle of two  prima ancora di vedere Burton Ecco che arriva Tatum O’Neal la giovane simpatica attrice
figlia di Ryan O’Neal.Mi disse,sempre sorridendo,che aveva la parte di una ragazzina invaghita del suo professore,appunto il 60enne,Richard Burton.
Ed ecco Burton,fresco,in perfetta forma. Ci sedemmo mentre il cameraman piazzava la sua cinepresa.Un momento:era una macchina da presa piccola piccola.Imbarazzo da parte mia. ma inizio’ comunque la conversazione.A un certo punto uno strano rumore ed un puzzo invasero la saletta.Burton,con aria seria,disse:oh,la macchina sta bruciando.  Fu un momento incredibile, mentre l’attore,professionista,diceva:queste cose succedono. Insomma niente filmato.Ma la giornata nera non era finita del tutto.Tornando a New York l’auto si blocco’. A questo punto ero pronto a prendere il giovane di peso e buttarlo a mare.
Quando si parla di incerti del mestiere….



Giulianova. L’ultima fatica editoriale del giornalista giuliese Benny Manocchia dagli USA

Dalla natia Giulianova alle stanze del potere e ai luoghi più fashion del mondo, Benny Manocchia ha percorso con grande mestiere e un’innegabile classe tipicamente italiana oltre mezzo secolo di vita giornalistica mondiale, scrivendo, come corrispondente estero, per le più prestigiose testate italiane.

cronache-americane-
Benny manocchia

Oggi, ormai assurto al rango di vecchio saggio, ma con un’arguzia e una lucidità mentale che molti giovani possono solo invidiargli, consegna alle stampe le sue memorie definitive.

Cronache americane- Da Manhattan a Papeete, passando per la Casa Bianca, è un libro pieno di ricordi, di meditazioni e di spunti di riflessione, che parla degli Stati Uniti tanto quanto parla dell’Italia, di ieri e di oggi. Un libro che parla anche dell’amarezza dell’emigrante, quasi facendo risuonare nuovamente il dantesco “Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui”, un lamento tornato di particolare attualità oggi che, di nuovo, tanti giovani italiani lasciano la patria.

Il libro contiene molte chicche, retroscena delle interviste realizzate da Benny a grandi come Hemingway e Marlon Brando, Pelè, e zingarate giornalistiche dei tempi in cui internet ancora non esisteva e i giornalisti dovevano ottenere le informazioni col sudore della fronte.

Cronache americane, edito da Le Mezzelane Casa Editrice, è impreziosito da un esclusivo album fotografico composto da immagini provenienti dagli archivi dell’autore e da un’originale copertina, disegnata appositamente da Daniele Franchi, illustratore di prestigio della scena berlinese e inserita nel progetto grafico di Gaia Cicaloni, graphic designer italiana con sede a Berlino.
Il volume è reperibile presso tutte le librerie italiane, i siti di vendita elettronica o presso la casa editrice.

Per informazioni www.lemezzelane.it, facebook: Le Mezzelane Casa Editrice, email: lemezzelane@gmail.com oppure ritaangelelli63@gmail.com

 




New York. La triste vicenda del World Trade Center e il bombardamento della mia città.

Era un mattino chiaro, cielo azzurro, gente che camminava tranquilla e ti salutava anche senza conoscerti.Dicevano un po’

Benny Manocchia da New York
(C) www.giulianovanews.it

come il nostro ciao che usiamo quando ci incontriamo e quando ci lasciamo. Una Manhattan contenta. Io ero lungo la
Church Street,stavo andando al mio ufficio situato al 31mo piano del Pan Am Building.  Avvertii un rumore come di un  elicottero
in difficolta’.Guardai in alto e vidi un aereo che ondeggiava. E’ nei guai,pensai,  sta  perdendo quota. Invece si diresse dritto verso una delle due Torri e
si infilo’ dentro come un  coltello in una fetta di formaggio. Tu guardi e per un istante ti sembra di sognare. Sentivo  grida di donne
e poco dopo il secondo aereo. Il sogno svani’ in un attimo e quasi subito fui investito da una nube di polvere nera. Ormai
le grida divennero urla feroci di gente impazzita. Crollava il sogno americano di sentirsi tranquilli. Nessuno avrebbe  mai osato
attaccare la nazione. Invece le due Torri di Manhattan e li Pentagono furono vittime di assalti che portarono alla morte piu’ di tremila americani. Risveglio’ cosi’ negli statunitensi  l’amore per la loro patria e la determinazione di fare subito
qualcosa, Subito e senza pietà’, Il presidente George Bush parlo’ di vendetta:,creeremo un nuovo mondo – disse – dove lle
leggi saranno rispettate.  Ora sapranno – disse – chi siamo…
Quel mattino del 9/11 lo ricorderò’ per sempre,anche perché’ mi riporto’ alla mente il bombardamento a Giulianova,nel corso del quale mori’ mio padre e io finii all’ospedale per 70 giorni con 13 schegge nel mio corpo di ragazzo di nove anni.
(C) Benny Manocchia
in questi giorni in uscita la sua ultima fatica editoriale
Cronache americane- Da Manhattan a Papeete, passando per la Casa Bianca

Per informazioni www.lemezzelane.it, facebook: Le Mezzelane Casa Editrice, email: lemezzelane@gmail.com oppure ritaangelelli63@gmail.com