Giulianova. Ritrovata una bomba a mano della 1° Guerra Mondiale

Alle ore 11.00 odierne, personale del distaccamento di Polizia Stradale di Giulianova (TE) veniva avvisato  da un residente di Giulianova che all’interno del giardino privato adiacente la propria abitazione , durante i lavori di manutenzione da lui effettuati, era stato rinvenuto interrato nel sottosuolo un ordigno bellico inesploso. Sul posto è subito intervenuta una pattuglia del predetto Distaccamento che,  dopo aver riscontato l’effettiva presenza di un ordigno, ha provveduto a mettere in sicurezza tutta l’area interessata delimitando e presidiando la zona.

Bomba a mano a Giulianova

 

E’ stato quindi richiesto l’intervento di una squadra di artificieri della Questura di Pescara prontamente intervenuta sul posto. Il citato personale, avviate le relative operazioni, ha provveduto a rimuovere l’ordigno dal sito per il successivo brillamento.

 

L’ordigno veniva identificato come “Bomba a mano Nazionalità inglese Mod.36 MILSS”  in uso durante la Prima Guerra Mondiale.




Coppa Italia: Vallelunga ospita il giro di boa della stagione

Un fine settimana ricco di gare e di piloti iscritti per un terzo round che sancisce il giro di boa della stagione 2018.  La Coppa Italia Velocità della Federazione Motociclistica Italiana fa tappa all’Autodromo “Piero Taruffi” di Vallelunga .

Matteo Ciprietti – FOTO ARCHIVIO

Pirelli Cup

Novità 2018 nel contesto della Coppa Italia, la Pirelli Cup promossa da Ideal Gomme Racing con il pieno supporto di Pirelli ha proposto gare e verdetti interessanti tra il Mugello e Misano, con la ripromessa di continuare su questo trend anche a Vallelunga. Nella Pirelli Cup 600 complici i risultati registratisi a Misano: Matteo Ciprietti conduce a quota 305 punti . Matteo cercherà in questo week-end di confermare l’ultimo risultato positivo , continuando con il suo Team RM di Padova a lavorare perfezionando la sua Kawasaki .Da segnalare, sempre per quanto concerne la Pirelli Cup 600, nel weekend di Vallelunga il gradito ritorno della Superpole “vecchio stile”, già sperimentata con successo a Misano per la 1000: un turno, in programma domenica mattina, ore 9.15 con l’accesso riservato ai primi 15 classificati nei due turni ufficiali del sabato con un giro secco per ciascun pilota che determinerà lo schieramento di partenza.

IL PROGRAMMA

Sabato, si disputano le qualifiche ufficiali, Domenica gara ore 15.30

BIGLIETTI

Ingresso gratuito per la giornata di venerdì 8 giugno, sabato 9 previsto a 10,00 € il biglietto intero, 8,00 € il ridotto. Domenica 15,00 € il biglietto intero, 10 € il ridotto per donne, ragazzi da 14 a 18 anni e Tesserati FMI, ingresso gratuito riservato per gli under 14 e per i Tesserati del Gentlemen’s Motor Club.

 




Al via da sabato 9 giugno le visite guidate gratuite dei musei civici e del centro storico di Giulianova con il trenino turistico

Interno Museo Archeologico, Giulianova

Partiranno da sabato 9 giugno le visite guidate gratuite a cura del Polo
Museale Civico e della cooperativa “Virate” che porteranno i visitatori
alla scoperta del centro storico cittadino, primo esperimento urbano
unitario del Rinascimento, e dei musei comunali in esso immersi: il museo
archeologico “Torrione La Rocca”, la Sala di scultura “Raffaello
Pagliaccetti” e la Cappella De Bartolomei. Le visite si svolgeranno per
tutto il mese di giugno, ogni sabato alle ore 17.30 con ritrovo presso il
Punto Informazioni e Accoglienza del Polo Museale in piazza Buozzi.
Quest’anno per la prima volta sarà disponibile il trenino turistico che
accompagnerà nella parte alta della città tutti i turisti che vorranno
partecipare alla visita, con partenza alle ore 16.45 dai campeggi del
Lungomare Nord fino in piazza Belvedere e ritorno al termine della
passeggiata, alle ore 19 circa. Il servizio sarà implementato nei mesi di
Luglio e Agosto. Per ricevere informazioni e prenotare la visita o il
trenino si prega di chiamare i numeri 0858021290 oppure 0858021308, mail
museicivici@comune.giulianova.te.it, facebook “Polo Museale Civico
Giulianova”. Si ricorda inoltre che i musei saranno aperti fino al 24
giugno secondo il seguente orario: Museo archeologico “Torrione La Rocca”
in via del Popolo, dal venerdì alla domenica, ore 17.30-20 e 21-22.30; la
Sala di scultura “Raffaello Pagliaccetti” e la Cappella De Bartolomei,
entrambe in piazza della Libertà, dal venerdì alla domenica, ore 21-22.30.




Giulianova. Un giardino per Ester. Alla scuola media “Bindi” un giardino fiorito ed una targa per ricordare la dottoressa Pasqualoni

GIULIANOVA –Questa mattina,  alle 10 e 30, nel cortile della scuola media “Bindi” di Giulianova, accompagnata dalle struggenti note di un violino e dalle parole di una poesia sulla primavera, si è  svolta la cerimonia di scopertura di una targa commemorativa dedicata al ricordo dell’oncologa  Ester Pasqualoni, uccisa il 21 giugno 2017 nel parcheggio dell’ospedale di Sant’Omero. A far da sfondo alla targa un meravigliosogiardino fiorito realizzato e curato dagli studentidocenti e dai volontari dell’associazione “Brucare Onlus”. L’iniziativa è stata ideata dall’Istituto Comprensivo Giulianova 2 con il Comune di Giulianova e la Commissione Pari Opportunità giuliese. La dirigente scolastica Angela Plalini, insieme alla professoressa Santina Di Domenicoreferente del progetto, all’assessore alla Pubblica Istruzione Nausicaa Cameli e alla presidente della Cpo di Giulianova Marilena Andreani ha presentato il progetto sottolineando l’importanza simbolica del “prendersi cura” e non solo della scuola e dei temi dell’amicizia e della memoria: i ragazzi e i professori si prenderanno cura di questo giardino, rendendolo ancor più ricco e rigoglioso, affinché la memoria della dottoressa Ester Pasqualoni, il suo buon cuore, la sua missione professionale, restino sempre vivi nei cuori di tutta la comunità. Sulla targa, realizzata a nome delle classi terze della “Bindi”, è riportata una poesia di Ada Negri che recita così : “Schiudete i cuori: in essi erompa intera di questo dì l’eterna giovinezza; io passo e canto che vita è bellezza…” passa e canta con me la primavera. A precedere la scopertura della targa una melodia suonata con il violino da una studentessa, la lettura di una poesia e del tema con cui gli studenti della “Bindi”  hanno partecipato alla prima edizione del premio letterario “Ester Pasqualoni”ideato dalla Commissione Pari Opportunità di Giulianova. A scoprire la targa è stato uno studente. I presenti hanno potuto ammirare anche una mostra di disegni sui temi della primavera e dell’amicizia ed assistere ad un concerto dei musicisti della banda della scuola.




Rissa alla Stazione di Giulianova: la Polfer denuncia 5 giovani                               Veloce la risposta all’illegalità in quell’area urbana.

 

 

 

 

I fatti risalgono al tardo pomeriggio del 22 maggio u.s.: la Polfer di Giulianova veniva avvisata di una rissa avvenuta poco prima delle 20.00 tra più persone in Piazza Roma, dinanzi la stazione ferroviaria di quella città.

Polizia di Stato

Da subito i poliziotti avviavano una meticolosa raccolta di informazioni, completata con immagini dell’impianto di videosorveglianza urbana installato dal Comune, nonché di telecamere di esercizi commerciali che si affacciano su quell’area urbana.

 

E’ stato così che gli Agenti della Polizia Ferroviaria sono riusciti a ricostruire lo sviluppo della rissa che, durata un quarto d’ora, aveva creato situazione di evidente pericolosità sia per i viaggiatori presenti nella stazione ferroviaria, che per gli utenti che sostavano nel piazza antistante in attesa dell’arrivo dei bus di linea.

 

Cinque i giovani identificati e denunciati, tutti tra i venticinque e i trenta anni e di nazionalità italiana ( N.V.  di Montorio al V., D.P.M. , M.P. e  M.F. di Giulianova, S.M. di Tortoreto).

 

Dall’alterco tra due di questi, si era passati a pugni e calci ed anche all’uso di una bottiglia in vetro per un colpo in testa, con il ferimento di N.V. che riportava lesioni guaribili in dieci giorni. Verosimilmente problemi di spaccio di stupefacenti alla base della rissa.

 

Teramo, 7 giugno 2018




Cari amici, il 9 giugno, al MAS, ore 18:00, ci sarà l’ultimo evento, per Violoncello ed Orchestra, con musiche di Gaetano Braga, in ricordo di Padre Serafino.

Partecipiamo tutti per ascoltare il bellissimo ed inedito Secondo Concerto per violoncello ed orchestra di Braga, non più suonato dal 1899. Vi aspettiamo numerosi.

Comune di Giulianova, MAS, Associazione Musicale Orchestrale “I Sinfonici, Associazione Cult. “G. Braga” onlus.




Prefettura di Teramo. Visita Comandante Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova

Prefettura di Teramo. Visita Comandante Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova

Clarissa Torturo , Prefetto,




Acque a 360 metri a nord del Fiume Tordino: qualità ok dalle ulteriori analisi ARTA. Richiesta dal sindaco alla Regione la libera balneazione.

FOTO ARCHIVIO. Spiaggia libera a misura di disabile Giulianova Mare

Anche il campionamento effettuata dall’ARTA il 28 maggio nel tratto
compreso nei 360 metri a nord della foce del fiume Tordino ha dato esito
favorevole per tutti i parametri analitici, attestando quindi la qualità
delle acque di balneazione in quel tratto. Per cui anche sulla scorta del
precedente prelievo del 18 maggio, egualmente con esiti positivi, il
sindaco Francesco Mastromauro ha inoltrato richiesta al Servizio Opere
marittime e Acque marine della Regione di riaprire alla libera balneazione
l’intero tratto a 360 metri a nord del Tordino. “Ho tenuto a rimarcare
– dice il sindaco – come il risultato sfavorevole del campionamento del 14
maggio scorso non fosse dovuto ad un problema igienico-sanitario
conclamato bensì strettamente connesso a condizioni meteo di carattere
straordinario. E infatti il giorno scelto per il prelievo, appunto il 14
maggio, imperversava a Giulianova un violentissimo temporale che ha
determinato inevitabilmente una situazione di forte stress del sistema
fognario cittadino e il riversamento, da parte del Tordino, di ogni tipo
di deposito proveniente dall’entroterra. Non è un caso che i prelievi
effettuati il 14 maggio abbiano determinato gli stessi superamenti dei
limiti in altre 17 spiagge abruzzesi”.




Giulianova. Dal 9 giugno ogni lunedì, mercoledì, venerdì e sabato raccolta dei rifiuti spiaggiati lungo la battigia

a partire dalle 6 di mattina. I concessionari
dovranno salvaguardare al massimo la risorsa sabbia.

Il 9 giugno partirà il servizio estivo di raccolta dei rifiuti spiaggiati
lungo la battigia che i concessionari provvedono a rimuovere e ad
accumulare.

Ruspa spiaggia di Giulianova LAVORI pulizia SPIAGGIA (archivio)

La raccolta verrà effettuata nei giorni di lunedì, mercoledì, venerdì e
sabato dalle ore 6 sino alle 8.30 partendo dalle concessioni nord per
spostarsi progressivamente verso sud.
In caso di mareggiate saranno previsti passaggi straordinari.
In adesione agli obblighi imposti dalla FEE per le spiagge che hanno
ottenuto il riconoscimento della Bandiera Blu, tra le quali appunto
Giulianova, saranno rimossi solo i cumuli di rifiuti. Il gestore comunale
dei servizi di igiene urbana, pertanto, non sarà autorizzato a rimuovere i
mucchi contenenti sabbia.
Ai concessionari è richiesto di salvaguardare al massimo la risorsa sabbia
ed evitare il depauperamento dell’ecosistema che gestiscono.




Giulianova. Febbraio 1929 – L’Ultima ascensione di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti. Presentazione venerdì 9 giugno 2018 Sala Buozzi

Amici, dopo più di sei anni di minuziose ricerche di tutti gli elementi di verità e di cronaca, finalmente ce l’ho fatta: a breve, uscirà il mio libro che, partendo dalla drammatica vicenda di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, ripercorre la storia dell’alpinismo sul nostro Gran Sasso d’Italia, dove, i due protagonisti, persero la vita nel terribile inverno del 1929. Non sono uno scrittore, la mia professione è ben altra, ma la passione per le nostre magnifiche Terre Alte e amore di verità mi hanno spinto a questa impresa più difficile di mille scalate!

Ci sono parecchi eventi programmati, in varie città del centro Italia, in cui presenterò il libro, spero vivamente che vogliate partecipare.

 

Pasquale Iannetti

Personaggio poliedrico, nato a Villa Penna di Campli in provincia di Teramo, Geometra e mancato Architetto ha spaziato in vari campi quali, la ristorazione (Rifugio Carlo Franchetti, Rifugio delle Guide e ristorante Bucciarello da Montone), lo sport la fotografia e tanto altro, ma l’innata passione per la montagna ha dominato la sua esistenza, spingendolo a diventare Guida Alpina, Maestro alpinismo e sci-alpinismo in giovanissima età.
Ancora oggi le cime e l’ambiente montano rappresentano la sua ragione di vita. Il Gran Sasso i Monti Gemelli e gli splendidi Monti della Laga sono la sua casa.

Nel cuore del Gran Sasso, in un posto magico, nel Vallone delle Cornacchie  ha gestito per vent’anni il Rifugio Franchetti, contribuendo con dedizione alla promozione di queste magnifiche Terre Alte.
Ispirato dalle gesta dei grandi Emilio Comici e Walter Bonatti e dagli insegnamenti dei suoi due maestri, Gigi Mario e Luigi Muzii, ha aperto parecchie vie alpinistiche sul Gran Sasso, concorrendo alla nascita dell’arrampicata moderna con le sue “mitiche Superga”.

Avventura e ponderatezza le sue parole d’ordine, confortate dalla sua citazione preferita da “Giorni di Ghiaccio” di Marco Confortola: le vere Guide Alpine sono quelle che arrivano alla vecchiaia, di eroi sono pieni i cimiteri.

casa Cichetti

Nicola Cichetti

Papà di Paolo, era originario di Giulianova e viveva con la famiglia in una bellissima villa situata sulla strada statale per Teramo in località Terravecchia, al bivio di Bellocchio e si trasferì a Roma per studiare Medicina e Chirurgia a cavallo dei due secoli e, una volta laureato, ci rimase impostando una solida attività professionale come odontoiatra, fino ad annoverare tra i propri pazienti addirittura i membri della famiglia reale.

Figlio di Giulio ed Irene Taraschi, provenienti da Canzano, Nicola ha dieci fratelli: Bartolomeo, Domenico, Filomena, Giuseppe, Gaetano, Francesca, Anna, Giovanni, Emanuela e Caterina. Da un primo matrimonio nasce la figlia Maria e dalle seconde nozze con Michelina Papalini, seguono tre figli maschi: Paolo Emilio, Dino e Pier Luigi.

Che cosa c’è oltre quella montagna? Una montagna. 

oltre quell’altra? Un’altra montagna.

Questa è stata la mia vita.

Una continua ricerca… in montagna.

 

Locandina di Giulianova Cichetti

 

Febbraio 1929 l’ultima ascensione di Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti
Pasquale Iannetti
Artemia Nova editrice

Sintesi della vicenda.

L’eroico tentativo di due giovani alpinisti  e la straordinaria avventura per la loro salvezza

Nel febbraio1929 una grave tragedia colpì il piccolo mondo dell’alpinismo. Due giovani, soci della SUCAI di Roma (la sottosezione Universitaria del CAI), Mario Cambi e Paolo Emilio Cichetti, tentarono la prima salita invernale del Corno Piccolo lungo la cresta Sud-Sud-Est per la via Chiaraviglio – Berthelet. Bloccati a poca distanza dalla vetta, dal freddo intenso e dalle proibitive condizioni della neve, particolarmente abbondanti quell’anno, tornarono al rifugio Garibaldi per il Passo del Cannone dove rimasero bloccati dalla tormenta senza l’adeguato equipaggiamento, al freddo, semi assiderati e senza viveri. Dopo tre giorni di maltempo, durante i quali cadde un’enorme quantità di neve, ridotti allo stremo, i due tentarono una disperata discesa in direzione del paese di Pietracamela ma persero la vita per sfinimento e per assideramento.

Paolo Emilio Cichetti e Mario Cambi partivano in treno da Roma il 7 febbraio perfettamente equipaggiati ed abbondantemente provvisti di viveri, comunicando ai parenti e agli amici più stretti, la loro intenzione di fermarsi per diversi giorni sul Gran Sasso per compiervi la prima salita invernale della cresta Sud del Corno Piccolo. A conclusione sarebbero tornati a Pietracamela e poi a Teramo dove avrebbero festeggiato il carnevale in compagnia delle rispettive fidanzate: Bianca e Stefania Nardi. La sera del 7 febbraio pernottarono nell’albergo di Assergi, condotto dalla famiglia Acitelli ed al mattino del giorno 8, lasciando inspiegabilmente gli sci ad Assergi, iniziarono la marcia verso il Garibaldi attraverso il Passo della Portella. Alcuni alpinisti, che si erano recati colà per assistere alla messa in suffragio della compianta Guida Giovanni Acitelli, li videro arrampicarsi per l’erta faticosa. Infine essi scomparvero in lontananza. Il tempo si mantenne incerto nei giorni 9 e 10 e divenne pessimo l’11 e seguenti. Dall’8 al 12 febbraio del 1929 furono scritte di pugno da Cichetti le note drammatiche del medesimo e di Mario Cambi che precedettero la loro fine. Il corpo di Paolo Emilio Cichetti fu rinvenuto il 18 febbraio a 3 chilometri da Pietracamela dalle squadre del soccorso guidate da Ernesto Sivitilli.  Le ricerche di Mario Cambi si spostarono in alto; il 21 febbraio il rifugio  Garibaldi viene raggiunto dalla squadra di soccorso di Pietracamela guidata Luigi Paglialonga ed il 23 febbraio da un gruppo di giovani della SUCAI di Roma, Giovanni Enriques, Edoardo Amaldi, Ninetta De Angelis e Giancarlo Canavesio, amici dei due sfortunati alpinisti. Dal 9 marzo al 24 aprile si susseguirono nel registro del rifugio Garibaldi le firme del cap. Mulattieri, quelle frequenti del tenente Enrico Silvestri, campione militare olimpionico di sci, e dei numerosi alpini del 3° reggimento di stanza a Pietracamela. Il corpo di Mario Cambi, già composta amorevolmente dal compagno, fu ritrovata il 25 aprile presso la riva del Rio Arno in località Peschio Ricciuto.

Prefazione del prof. Vincenzo Cerulli Irelli
L’autore di questo libro, uno dei principali protagonisti dell’alpinismo sul Gran Sasso degli ultimi decenni, è un uomo che vive di un amore immenso per la montagna, infatti, essa è la sua casa, tanto che le cose, gli uomini, le avventure e tutto ciò che la riguarda sono al centro dei suoi pensieri, dei suoi affetti. E così, dopo aver percorso tante volte la Val Maone ed essersi fermato, pensoso e un po’ commosso, davanti ai piccoli monumenti di Mario Cambi e di Paolo Cichetti, avvolti nel verde e protetti dall’ombra dei faggi, trova un giorno pubblicate su una rivista, alcune righe del libro del Garibaldi scritte da Cichetti sugli ultimi istanti prima di lasciare il rifugio, viene preso dal desiderio di rivivere quella tragica vicenda, di ricostruire la vita dei due alpinisti e di capire perchè la morte nella quale quella vita, ricca di eventi, di passioni, di amori, doveva spegnersi.
Il libro si svolge su più cerchi concentrici. Anzitutto c’è l’avventura, mossa dalla passione dei protagonisti, quella stessa passione che fa superare ogni sacrificio, come partire da Assergi a piedi, col tempo incerto che volge al peggio, d’inverno (quello terribile  del 1929) verso il Corno Piccolo, tentare in invernale la Chiaraviglio e, fermati dalla tormenta, scendere al Garibaldi, trovare il rifugio aperto alla tormenta del tutto privo degli attrezzi più elementari (la pala!), essere costretti a lasciarlo, ormai privi di viveri, scendere in Val Maone verso Pietracamela, non poterla raggiungere, stremati dal freddo, dalla neve, dalla stanchezza che spezza il cuore.
La vicenda si rappresenta ai nostri occhi nella sua drammaticità; come fatto dovuto a sfortunate circostanze che spezzano l’ardimento degli uomini e che rendono loro irraggiungibile la meta alpinistica. Ma la loro avventura è parte della storia dell’alpinismo, soprattutto del primo, quello dei tempi eroici, delle prime ascensioni, dell’apertura delle prime vie, della scoperta dello sci alpinismo (questa pazza idea di salire con gli sci per conquistare con la fatica il piacere della discesa!), delle poche attrezzature, delle impervie vie d’accesso, dell’ assenza di posti di sosta e di ristoro (c’era solo il Garibaldi, del tutto carente, nella catena del Gran Sasso!).
E qui, il secondo cerchio della narrazione: la storia dell’alpinismo della quale i due giovani sono protagonisti (e di loro vengono narrate le altre imprese, quelle felici e fortunate) insieme a tanti altri protagonisti del nostro territorio, di qua e di là dal Monte. Particolarmente caro ci è il racconto dei primi alpinisti di Pietracamela, alcuni dei quali abbiamo conosciuto ormai anziani ma ancora vigorosi e del carissimo Lino D’Angelo, allora bambino di sette anni, che ricordava ancora la tragedia, lo stupore e la commozione della comunità che, una volta conosciuta la sciagura,  avviava i primi, difficilissimi soccorsi.
Ma anche alpinisti di fuori, di altre parti d’Italia vengono attratti da questa straordinaria montagna. E tra questi, il lettore trova con sorpresa grandi personaggi della nostra storia scientifica e intellettuale, i fisici di Via Panisperna, essi stessi coinvolti nel dramma e partecipi dei soccorsi. Un’immagine dell’alpinismo che si accompagna alla scienza, come a completare, attraverso lo sforzo fisico e la gioia della conquista, lo sforzo della mente che tenta nuove vie del sapere.
C’è un terzo cerchio della narrazione, quello degli affetti e dell’amore: le fidanzate che attendono a Teramo, nel calore di dolci vite familiari, la città che sta vivendo il carnevale, le ragazze che si preparano per la festa del giovedì grasso, una festa che non arriverà mai, sepolta nella neve di Val Maone. L’autore scava nei ricordi, negli oggetti (l’anello!), nei sentimenti che affiorano dalle vecchie testimonianze. La morte qui risalta in tutta la sua inspiegabile assurdità, nel momento in cui viene confrontata alla vita che è in moto, che attende e, all’improvviso, viene spezzata.
Un quarto cerchio della narrazione è quello della società dell’epoca, nella quale i due giovani protagonisti, i loro genitori e le loro famiglie, sono inseriti con piena partecipazione. L’immagine della società nell’atmosfera del fascismo, che oggi ci sembra tanto lontana, qui compare, e viene rappresentata in quegli aspetti che restano positivi, lo sport, il coraggio giovanile, il gusto dell’avventura ed il piacere di osare oltre i propri limiti. Al di là della retorica dei discorsi, c’è qualcosa di vivo e di vero, qualcosa che si rende concreto nella vita e nella morte di Mario e di Paolo.
Credo che dobbiamo essere grati a Pasqualino Iannetti per questo paziente appassionato e lungo lavoro di ricerca, che apre una ricca veduta su un’epoca che non dobbiamo dimenticare, su vicende che costituiscono l’anima stessa della nostra montagna.                                                                                                                                                 V.C.I.