Calendario UNICA BEACH presentato all’Arca di Noè del Tg5

Domenica prossima 8 gennaio su Canale 5 andrà in onda il servizio dedicato al “Calendario UNICA BEACH 2017”, durante la rubrica L’Arca di Noè delle 13,30.
La giornalista televisiva Marialuisa Cocozza presenterà l’iniziativa rivolta ai bambini delle zone terremotate con un progetto di “supporto al sostegno psicologico”, mediante la presenza dei cani, nel superamento del trauma post sisma. cocozza-branellaIl Calendario è stato realizzato con la partecipazione dei fruitori, e dei loro cani, della spiaggia di Silvi Marina (TE), che quest’anno ha ospitato “UNICA BEACH”, dedicata appunto anche alla pet-therapy. Testimonial ancora una volta il Consigliere Regionale Pietrucci artefice dei contatti presi con le amministrazioni del comprensorio aquilano. Il progetto avrà inizio infatti a Montereale e sarà rivolto ai bambini delle scuole primarie e medie. A questa raccolta fondi, che si è estesa su territorio nazionale, ha voluto aderire anche la nota azienda di cosmetici Lush che devolverà l’intero ricavato della vendita dei propri prodotti durante due giornate dedicate alle attività  promosse dalla sottoscritta in qualità di presidentessa dell’Associazione no profit UNICA BEACH . Il calendario che verrà presentato durante la Rubrica dell’Arca di Noè può essere acquistato anche on line mediante la compilazione del modulo sul sito: www.centroveterinariozar.it. All’interno del calendario alcuni scatti del fotoreporter giuliese, Walter De Berardinis.

Walter De Berardinis, fotografato dal collega Mauro Piunti
Walter De Berardinis, fotografato dal collega Mauro Piunti

 




Giulianova. Neve: primi problemi nella parte alta della città! Cede tetto della Chiesa della Misericordia e un lampione in Via Diaz.

Giulianova. Primi danni e difficoltà nella parte della città. Una parte del tetto della Chiesa della Misericordia, nel cuore del centro storico sita in Piazza Dante Alighieri, sembra che sotto il peso della neve o alla mancata manutenzione sia rovinata (vedi nostre foto).

FOTO giulianovanews.it
FOTO giulianovanews.it

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Mentre in Via Diaz è caduto un lampione sulla strada (vedi foto).

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Foto Walter De Berardinis

 

 




Giulianova. Comune: l’Assessore Germano Giovanardi si dimette!

Rassegnate oggi le dimissioni dell’Assessore Giovanardi.

Nella mattinata di oggi, 5 gennaio, l’Assessore Germano Giovanardi,
delegato a Risorse Finanziarie (Bilancio e Programmazione, Tributi e
Patrimonio) e rapporti con Enti/Aziende Partecipate, ha rassegnato
formalmente le sue dimissioni nelle mani del Sindaco.

Germano Giovanardi
Germano Giovanardi

“La mia decisione – ha scritto Giovanardi nella nota inviata al Sindaco
Francesco Mastromauro – trae origine esclusivamente da motivi di natura
professionale e personale. Invero, nel novembre 2015 ho accettato il
delicato e prestigioso incarico con forte senso di responsabilità e ho
cercato di svolgere il mandato con umiltà, mettendo a disposizione Sua e
dell’intera comunità le mie competenze professionali ed il mio tempo. Ma
oggi i pressanti impegni della mia professioni richiedono un’attenzione
ancor più decisa e tempi tali che non sono per me più conciliabili con
l’impegno amministrativo. Per questi motivi, ritengo corretto e doveroso
restituire le deleghe affidatemi, sapendo che Lei saprà effettuare una
scelta giusta e lungimirante nell’individuare il mio sostituto al quale
metto a disposizione la mia modesta esperienza. Ringrazio i consiglieri ed
i colleghi assessori che hanno condiviso con me l’impegno
nell’espletamento del ruolo istituzionale che ho avuto l’onore di
ricoprire. Allo stesso modo ringrazio tutti i dipendenti comunali, in
particolare quelli dell’area finanziaria, che con estrema pazienza, hanno
sempre sopperito prontamente alle innumerevoli richieste da me sollevate.
Rinnovo la stima nei Suoi confronti e La ringrazio per avermi dato
l’opportunità di vivere un’esperienza che ha contribuito in modo
determinante alla mia crescita umana e politica.”

Il Sindaco a sua volta ha voluto esprimere a Germano Giovanardi tutta la
sua considerazione. “Un professionista attento e scrupoloso – dichiara
Mastromauro – sempre disponibile nei confronti dei cittadini. Non sempre
si comprende quanto sacrificio personale comporti avere responsabilità
amministrative. Si toglie tempo agli affetti più cari ed energie alla
propria attività professionale. In ogni caso so che Germano, al quale va
la mia gratitudine e quella dei colleghi di Giunta, ci sarà sempre vicino
e sul suo contributo potremo contare in futuro”.

“Curerò ad interim le delicate deleghe – aggiunge il Sindaco – riservandomi
di individuare altro assessore a cui affidarle. Inoltre, in relazione ad
alcune notizie apparse negli ultimi giorni sugli organi di stampa relative
al Bilancio Comunale, preciso che esse sono prive di ogni e qualsiasi
fondamento. Non è vero infatti che il Comune ha difficoltà nell’onorare
gli impegni economici contratti. Al contrario, le casse comunali giuliesi
godono di buona salute. In particolare, oltre ad avere sempre rispettato
il patto di stabilità e a non dover fare ricorso, come sono costretti a
fare altri Enti, ad anticipazioni di cassa da parte della Tesoreria
Comunale, nel 2016 siamo stati persino nelle condizioni di pagare debiti
milionari derivanti da espropri degli anni 70/80, come quelli relativi al
parco Franchi e agli impianti sportivi di Via Ippodromo”.

“E’ altresì priva di fondamento – coinclude Mastromauro – la notizia
secondo cui non avremmo onorato i pagamenti dei lavori dell’impianto
Sportivo Castrum. Al contrario, le fatture emesse dalle ditte sono state
tutte pagate regolarmente ovvero il mandato a copertura di quella emessa
nel mese di novembre 2016, è stato firmato in questi giorni rispettando la
tempistica di legge. Quindi, ove fosse vero che “qualcuno” ha cercato di
smontare le porte dell’impianto Castrum, ha consumato un reato e verrà
denunciato alle Autorità competenti. All’uopo ho già conferito incarico al
Comando di Polizia Municipale di rimettermi una relazione dettagliata
sull’accaduto”.




AbruzzoMeteo: Forti venti, mareggiate, temperature in sensibile diminuzione, nevicate anche in pianura

L’intenso nucleo di aria gelida di matrice artico-continentale ha
ormai raggiunto la nostra Penisola, determinando un deciso
peggioramento delle condizioni atmosferiche soprattutto sul settore
adriatico, dove sono in atto rovesci e manifestazioni temporalesche
con nevicate a quote collinari.

FOTO (C) WALTER DE BERARDINIS - WWW.GIULIANOVANEWS.IT
FOTO (C) WALTER DE BERARDINIS – WWW.GIULIANOVANEWS.IT

Ma nelle prossime ore l’aria gelida si
riverserà anche sulla nostra Regione favorendo un ulteriore sensibile
calo delle temperature con nevicate che interesseranno le aree di
pianura e la fascia costiera: nevicate a carattere di bufera sono
previste sulle zone collinari, alto-collinari, pedemontane e montuose
nonché sulla Valle Peligna, ma la neve non risparmierà la Marsica e
l’aquilano anche se gli accumuli più consistenti si registreranno
lungo tutta la fascia pedecollinare e sui rilievi che si affacciano
sul versante adriatico. Gelo intenso anche nella giornata di venerdì
con temperature che anche lungo la fascia costiera faticheranno a
superare quota zero gradi, nevicate diffuse su gran parte del
territorio regionale, più frequenti sull’asse pedecollinare, forti
venti di bora con mareggiate. La tendenza è verso un lento e graduale
miglioramento delle condizioni atmosferiche che inizierà a
manifestarsi nella giornata di sabato, in particolar modo nel
pomeriggio-sera e proseguirà nella giornata di domenica, anche se
continuerà a fare molto freddo e ci potrà ancora essere occasione
per precipitazioni nevose, in particolar modo sul settore orientale e
costiero. L3

Sulla nostra Regione si prevedono condizioni iniziali di cielo molto
nuvoloso o coperto con rovesci, localmente a carattere temporalesco,
specie in mattinata, accompagnate da un deciso rinforzo dei venti di
bora (raffiche localmente superiori a 80-90 Km/h), nevicate al disopra
dei 400-600 metri, in graduale calo nel corso della giornata fino al
livello del mare, specie nel pomeriggio-sera. Le nevicate
interesseranno anche le aree pianeggianti, l’aquilano, la Marsica, la
Valle Peligna e la fascia costiera con accumuli piuttosto rilevanti
sulle zone collinari, alto-collinari e pedemontane che si affacciano
sul versante adriatico, specie tra stasera-notte e per gran parte
della giornata di venerdì. Temperature in generale e sensibile
diminuzione con valori massimi che faticheranno a superare quota zero
gradi anche in riva al mare, specie nella giornata di venerdì. Un
lento e graduale miglioramento del tempo è previsto a partire dalla
seconda metà della giornata di sabato e proseguirà nella giornata di
domenica, anche se farà ancora molto freddo (pericolo ghiaccio,
attenzione) e potrebbero esserci ancora occasioni per addensamenti e
nevicate.

Temperature: In generale diminuzione, anche sensibile dal
pomeriggio-sera e in nottata. Gelo nella giornata di venerdì.

Venti: Moderati o forti dai quadranti nord-orientali con forti
raffiche sulle zone montuose e sul settore orientale, localmente
superiori a 80-90 Km/h.

Mare: Molto mosso o agitato con ulteriore aumento del moto ondoso.
Previste mareggiate, attenzione.

[1]

Links:
——
[1] http://www.abruzzometeo.org/1189464/forti-venti-mareggiate-temperature-i
n-sensibile-diminuzione-nevicate-anche-in-pianura/satellite-89/




Giulianova. INAUGURAZIONE UFFICIALE del nuovo Atelier del Maestro Liutaio Gianni Tribotti

INAUGURAZIONE UFFICIALE del nuovo Atelier del Maestro Liutaio Gianni Tribotti
Sabato 7 Gennaio ore 17.00
Giulianova Alta, Corso Garibaldi, 110.inaugurazione-laboratorio-di-liuteria-1

Per l’occasione si esibirà, su alcuni strumenti realizzati nell’Atelier, il QUARTETTO RE: Luca Matani e Maria Vittoria Di Donato – violini, Chiara Piersanti- viola, Galileo Di Ilio – violoncello. Saranno interpretati brani famosi di musica classica e moderna.

Contestualmente sarà aperto anche il Museo Civico “Casa-Braga” a cura dell’Associazione omonima.




Reportage dal Friuli – LA RAPPRESENTAZIONE DEL PRESEPE VIVENTE COMMUOVE E CONQUISTA GORIZIA

3 gennaio 2017

 

LA RAPPRESENTAZIONE DEL PRESEPE VIVENTE COMMUOVE E CONQUISTA GORIZIA

“Come a Betleem” del Gruppo Artistico di Pianola (L’Aquila) incanta il pubblico: molti gli abruzzesi

 

di Goffredo Palmerini

 

 

GORIZIA – Uno straordinario successo per la missione culturale abruzzese in Friuli Venezia Giulia, nella splendida città di Gorizia. Organizzazione perfetta, curata nei minimi dettagli dall’Associazione Abruzzesi e Molisani e dal suo infaticabile presidente, gen. Roberto Fatigati. Accoglienza assai calorosa della città e del suo sindaco Ettore Romoli, entusiasta della manifestazione, che con l’intera Amministrazione comunale ha voluto sostenere l’evento, insieme alla Camera di Commercio. Incredibile la risposta del pubblico, commosso dalla rappresentazione di “Come a Betleem”, realizzata dal Gruppo Artistico di Pianola, frazione alle porte dell’Aquila che ha portato in trasferta, in una sorella terra di confine e con un essenziale numero di 50 figuranti rispetto ai 300 che solitamente schiera, l’antica tradizione del Presepe vivente, riuscendo ad intrigare e a commuovere un’intera città, i numerosi spettatori giunti da tutta la regione, gli abruzzesi e molisani confluiti da ogni angolo del Friuli Venezia Giulia. Questi in pillole gli esiti d’un evento culturale molto intenso di pathos e spiritualità che ha voluto unire due città, L’Aquila e Gorizia, in un abbraccio d’amicizia, di gratitudine e solidarietà. Ma ora andiamo per gradi a raccontare questa magnifica missione e le sensazioni che l’hanno accompagnata.

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E’ appena passata la mezzanotte quando l’autobus parte da Pianola con una cinquantina di persone d’ogni età, dal piccolo Manuel – l’ultimo nato del paese -, di appena un mese ma già protagonista in un ruolo cardine del Presepe vivente, Gesù Bambino, al più anziano figurante, l’ottuagenario Nello, destinato ad interpretare, come da oltre quarant’anni puntualmente fa, il Centurione romano. Tutti componenti dell’affiatato Gruppo Artistico che dal 1973 ogni anno rinnova a Pianola la suggestione della Natività di Cristo. La compagnia è festosa, simpatica, sotto la conduzione sicura del presidente Mario Corridore, succeduto recentemente alla guida dell’associazione dopo la scomparsa del fondatore, Andrea Corridore, che l’ha presieduta fino al giorno della sua morte, avvenuta qualche mese fa. E con lui c’è l’altro stratega del Gruppo, Carlo Gizzi, regista del Presepe vivente. Accompagna il Gruppo Artistico l’assessore alla Ricostruzione Maurizio Capri, a rappresentare la Municipalità aquilana, ma ci sono anche il consigliere comunale Guido Quintino Liris e la presidente del Consiglio territoriale di Partecipazione Sabrina Di Cosimo, sebbene entrambi con prevalente compito di attori di scena. Anche chi scrive è della comitiva, richiesto dal presidente dell’Associazione Abruzzesi e Molisani in Friuli Venezia Giulia, Roberto Fatigati, al quale non si può dire di no per la passione e l’impegno che dedica al sodalizio sin dal giorno della sua fondazione, nel 1989.

 

Attraversato il traforo del Gran Sasso, alle spalle la maestosità del Gran Sasso d’Italia, si scende verso l’Adriatico. Un’ora di viaggio e già Morfeo fa proseliti a bizzeffe. In autostrada solo una rapida sosta in autogrill nei pressi di Rimini, poi si fila verso il mattino. Un’enorme rossa palla di fuoco incendia l’orizzonte a ponente, quando siamo sul passante di Mestre. Sono quasi le 8, c’è traffico, ma si scorre fluidamente verso Trieste. Uscita a Sistiana, si prende la strada costiera. Ci attende Francesco Diana, componente dell’Associazione Abruzzesi e Molisani, risiede a Trieste ed ha il compito d’accoglierci e guidarci in visita alla città giuliana, capoluogo della regione Friuli Venezia Giulia. Francesco Diana, sottufficiale della Guardia di Finanza in pensione, è persona di grande garbo, conoscitore della storia e delle meraviglie di Trieste. La prima sosta è dedicata alla visita del magnifico Castello di Miramare, preziosa perla d’architettura situata sulla punta del promontorio di Grignano, in posizione magnifica per ammirare il panorama lungo l’intero arco del golfo. Voluto dall’arciduca Massimiliano d’Asburgo per sé e sua moglie Carlotta, nel 1855 ne affidò la progettazione all’architetto austriaco Carl Junker. Immersa in un parco di 22 ettari ricco di specie arboree, questa splendida dimora principesca costruita in pietra bianca d’Istria, anche dopo la tragica morte in Messico di Massimiliano, nel 1867, che di quel Paese era diventato imperatore, ospitò più volte il fratello, il re Francesco Giuseppe con sua moglie Sissi, in occasione delle numerose visite a Trieste, importante città portuale nel Mediterraneo e sbocco al mare del Regno d’Austria e Ungheria.

 

Come sempre interessante la visita al Castello di Miramare, dal 1955 diventato museo storico, per ammirare oltre alla bellezza architettonica, la ricchezza degli arredi, dei dipinti e degli arazzi, la raffinatezza delle suppellettili. Quest’anno, nel centenario della morte di Francesco Giuseppe, il Castello ospita una bella mostra, con opere che raccontano diversi episodi attraverso le cronache del tempo, riportate dai giornali dell’epoca, che documentano la centralità di Trieste come moderna città dell’impero. Sono quasi le 11 del 28 dicembre quando si riprende la via per Trieste, ammirando il lungomare e poi i fastosi palazzi che fanno da quinte verso Piazza dell’Unità d’Italia. E’ il salotto della bella città adriatica, una delle più grandi piazze – forse la più grande in assoluto – aperta sul mare. Contornata su tre lati da stupendi palazzi, da sinistra schiera il magnificente Palazzo della Luogotenenza austriaca, ora sede della Prefettura, il Palazzo Stratti, al centro il Palazzo Modello sede municipale, l’antico Palazzo Pitteri, a destra il Palazzo Venoli e il Palazzo del Lloyd Triestino ora sede della Regione. Al centro della piazza la settecentesca Fontana dei Quattro Continenti, con le allegorie dei continenti allora conosciuti. Davanti alla piazza, disteso sul mare, il Molo Audace, così nominato dopo la fine della Grande Guerra, quando la prima nave italiana – l’Audace, appunto – entrò nel porto di Trieste tornata italiana dopo l’annessione. E’ tardi, c’è solo tempo d’ascoltare dalla nostra guida informazioni sulla città mentre l’attraversiamo in pullman, salendo verso le colline che fanno da anfiteatro alla disposizione urbana. Ricordiamo la Risiera di San Sabba, lager di sterminio nazista in terra italiana, e la Foiba di Basovizza, mentre si va verso il Santuario di Monte Grisa, con vista spettacolare sul golfo e sulla città. E’ un’imponente costruzione in cemento armato, il Santuario, con struttura triangolare progettato dall’architetto Antonio Guacci, voluta dall’allora arcivescovo di Trieste Antonio Santin per assolvere ad un voto di protezione della città dalle distruzioni belliche. Dedicato a Maria Madre e Regina, fu completato nel 1965 come santuario nazionale mariano e nel 1992 visitato da Giovanni Paolo II. Erto a 330 metri sul mare, sul punto più alto dei colli che coronano la città, mostra un panorama sul golfo davvero mozzafiato. Interno alla costruzione il ristorante dove facciamo il pranzo. Salutiamo Francesco, la nostra premurosa guida triestina, riprendendo il viaggio verso Gorizia, ma con una sosta al Sacrario di Redipuglia.

 

Con un qualche ritardo sulla tabella di marcia arriviamo a Redipuglia intorno alle 3 e mezza del pomeriggio. Ci attende Fabio Fatigati, figlio di Roberto, per accompagnarci nella visita all’immenso Sacrario dove campeggia il motto “Presente” ripetuto all’infinito sui frontoni degli innumerevoli gradoni lapidei della lunga scalinata del monumento, confinata da due filari di cipressi, sulla cui sommità in struggente prospettiva dominano le tre croci, come un nuovo doloroso monte Calvario. “Presente” è scolpito per ogni caduto di quel monumentale cimitero a 100mila vittime della Grande Guerra, riportate in rigoroso ordine alfabetico, a ciascuna la sua lastra di bronzo. In 35mila i conosciuti, gli altri 65mila sono militi ignoti. Lì nei pressi scorre l’Isonzo, il fiume rosso di sangue dei caduti, poco distante dalla tristemente famosa Caporetto, ora in terra slovena, laddove il 24 ottobre 1917 il fronte italiano cedette all’assalto dell’esercito austro-ungarico, nella “rotta” diventata la più grave disfatta per l’esercito italiano, seguita dalla ritirata oltre il Piave, prima di preparare la riscossa, il 4 novembre dell’anno seguente, immortalata nel celebre Bollettino della Vittoria diramato dal generale Armando Diaz. Proprio in questi luoghi del Carso bagnati dall’Isonzo operò la Terza Armata dell’Esercito italiano, comandata dal generale Emanuele Filiberto di Savoia Duca d’Aosta, onorato con un grande cippo di marmo verde ai piedi della scalinata. Dopo la visita ai resti delle trincee blindate, ai piedi del Sacrario, raggiungiamo Nova Gorica, in Slovenia, dove siamo sistemati in albergo. Sullo sfondo il monte Sabotino e il Monte Santo, entrambi segnati dalla Prima Guerra Mondiale. Il sole va tramontando quando ci rechiamo a Gorizia, praticamente attaccata alla parte di città in Slovenia. E’ Gorizia città di confine e incrocio di genti e culture. E’ una bella città, Gorizia, con una lunga storia.

 

Nei pressi del sito dove oggi si dispiega Gorizia (dallo slavo gorica, diminutivo di gora – monte, dunque piccolo monte) dal primo secolo a.C. sorgevano infatti due villaggi romani, Castrum Silicanum, l’attuale Solkan, e Pons Aesontii, oggi Mainizza, come indica la Tavola Peutingeriana, copia d’una antica carta romana che mostrava le antiche vie militari dell’Impero. Lì, sulla via Gemina, nel punto in cui veniva attraversato l’Isonzo, c’era una mansio, stazione di posta e foresteria gestita dal governo romano e messa a disposizione di dignitari e ufficiali che viaggiavano per ragioni di stato. Intorno a tali strutture, poste sulle vie consolari e militari romane, si sviluppavano solitamente centri abitati. Appunto queste le prime origini dell’attuale Gorizia, allora confine con l’antica provincia romana del Norico. Ma per trovare nella storia la prima citazione della città bisogna aspettare l’anno 1001, quando Gorizia compare in una donazione dell’imperatore Ottone III con la quale si cedeva in parti uguali il castello di Salcano e la villa denominata Goriza a Giovanni, patriarca di Aquileia, e a Guariento, conte del Friuli. La città dal 1090 venne governata dapprima dai Mosburg, quindi dai Lurngau. Sotto il loro governo Gorizia si sviluppò, crebbe la sua popolazione, costituita in massima parte da friulani e giuliani, tedeschi e sloveni, questi ultimi insediati generalmente nella periferia della città. La potenza militare dei Conti di Gorizia, unita ad una saggia politica matrimoniale, permise alla Contea, nel periodo di massimo splendore tra la seconda metà del Duecento e la prima del Trecento, d’estendersi su gran parte del nordest italiano, ivi comprese per un breve periodo anche le città di Treviso e Padova, la parte occidentale dell’attuale Slovenia, l’interno dell’Istria e alcune parti di territorio in Tirolo e Carinzia.

 

Gorizia, che ormai aveva acquisito connotazioni urbane, ottenne il rango di città durante il regno di Enrico II (1304-1323). Nei primi decenni del secolo successivo, con l’assorbimento alla Repubblica di Venezia del Principato patriarcale di Aquileia, i conti di Gorizia chiesero al Doge l’investitura feudale, riconoscendosi quindi vassalli della Serenissima. Nel 1500 Leonardo, ultimo conte rimasto senza discendenti, alla sua morte lasciò in eredità la contea a Massimiliano I d’Asburgo. L’atto, non valido per il diritto internazionale del tempo, per il fatto che la Contea di Gorizia era unita alla Repubblica veneta da vincoli di vassallaggio, spinse la Serenissima a denunciare tale violazione attraverso i canali diplomatici. Ma ogni tentativo veneziano di riappropriarsi della città, anche mediante la forza, risultò tuttavia vano. Occupata militarmente nel 1508, per sedici mesi, dopo la disastrosa sconfitta subita dai Veneziani ad Agnadello ad opera dei Francesi, la guarnigione veneta fu costretta ad abbandonare la città. Da allora Gorizia farà parte dei domini asburgici, prima come capitale dell’omonima Contea e, successivamente, come capoluogo della Principesca Contea di Gorizia e Gradisca, entrando a metà dell’Ottocento a far parte del Litorale Austriaco. Suoi conti saranno gli stessi imperatori asburgici, fino al 1918.

 

Nel corso della Prima Guerra mondiale, a prezzo di enormi sacrifici di vite umane tra cui si segnalarono sopra tutto i Gialli del Calvario, così chiamati per il colore delle mostrine e per gli atti di valore sul Monte Podgora, le truppe italiane entrarono una prima volta a Gorizia nell’agosto 1916. In quella cruenta battaglia del 9 e 10 agosto  persero la vita 1.759 ufficiali e 50.000 soldati circa di parte italiana e dalla parte austriaca morirono 862 ufficiali e circa 40.000 soldati. Fu uno dei più grandi massacri di quella sanguinosissima guerra. Persa a seguito della rotta di Caporetto, nell’ottobre 1917, la città venne definitivamente ripresa dall’esercito italiano il 7 novembre 1918. Al termine del secondo conflitto mondiale, con il Trattato di pace, Gorizia dovette cedere alla Jugoslavia tre quinti circa del proprio territorio. Il centro storico e la massima parte dell’area urbana restarono però in territorio italiano. Il confine attraversava una zona semicentrale della città, lasciando nella parte non italiana anche molti edifici e strutture di pubblica utilità. Tra queste la stazione di Gorizia Montesanto, che si trovava sulla linea ferroviaria Transalpina collegante la città all’Europa Centrale. La piazza antistante la stazione, suddivisa tra le due nazioni, dal 2004 è stata resa visitabile liberamente su entrambi i lati dopo l’abbattimento di parte della rete confinaria avvenuto con l’entrata della Slovenia nell’Unione Europea. Lo stesso provvedimento di eliminazione del “muro” divisorio ha consentito di “liberare” le relazioni in territorio sloveno con la moderna città di Nova Gorica, costruita negli anni Cinquanta del secolo scorso quando i territori annessi alla Jugoslavia, con la chiusura del confine verso l’Occidente, vennero a trovarsi senza un centro amministrativo ed economico dove poter gravitare.

 

Dal 21 dicembre 2007, con il trattato di Schengen, le città di Gorizia e Nova Gorica sono finalmente senza interposti confini. Il legame sempre più forte che le unisce ha permesso alle due città d’avviare un processo di formazione d’un polo di sviluppo unico che rivestirà sempre più una notevole importanza, nella reciproca collaborazione fra Italia e Slovenia. Negli ultimi anni Gorizia sta conoscendo una lenta ma costante rinascita, sia a livello infrastrutturale che sociale. Vi si respira infatti l’atmosfera sospesa, tipica d’una città di confine. Una bella città. Il Castello medievale, con il suo incantevole borgo, è un vero gioiello. Dai suoi spalti la vista può spaziare sulle dolci distese di colli e sull’intera città, dove convivono in modo armonioso architetture medievali, barocche e ottocentesche. La borghesia asburgica amava Gorizia per il suo clima mite: non a caso la città era chiamata la “Nizza austriaca”. Incantevoli i suoi parchi, come il Parco Piuma sul fiume Isonzo, il Parco del Palazzo Coronini Cronberg e il Parco Viatori. Grandi spazi ha anche la cultura, con tanti musei, come il Museo della moda e delle arti applicate, il Museo della Grande Guerra e la Collezione Archeologica, il Museo del Medioevo Goriziano all’interno del Castello e la Pinacoteca di casa Formentini. Fra i molti palazzi storici della città emergono il Palazzo della TorrePalazzo Attems Petzenstein e Palazzo Werdenberg. La storia della comunità ebraica di Gorizia è raccontata invece nel Museo Sinagoga Gerusalemme sull’Isonzo. Sulle alture della città si trova l’imponente Ossario di Oslavia, che raccoglie le spoglie di soldati italiani ed austro-ungarici caduti durante la Prima Guerra Mondiale e, in occasione del Centenario della Grande Guerra, dovrebbe davvero far riflettere sull’insipienza umana.

 

Tornando alla rappresentazione del Presepe vivente, sarà Piazza della Vittoria, cuore della città, ad ospitare la manifestazione. Oggi è giorno della vigilia dell’evento. La città vive grande attesa per una rappresentazione del tutto nuova e singolare. E’ infatti la prima volta che Gorizia vede un Presepe vivente. Molto diffuso nel meridione d’Italia, l’Abruzzo ne conta diversi e di notevole rilievo. Quello di Pianola, “Come a Betleem”, vanta una tradizione lunga 44 anni, una straordinaria partecipazione di volontari per gli oltre 300 personaggi, un contesto ambientale unico per la rappresentazione – una cavea naturale alle porte dell’Aquila dove un villaggio palestinese è stato riprodotto, insieme alle scene mobili, su progetto dell’architetto Giuseppe Santoro -, la qualità e la bellezza dei costumi di scena. Antica terra di pastori e transumanze, l’Abruzzo ha nelle sue corde culturali più profonde lo spirito della tradizione del Presepe vivente. Quello di Pianola si colloca nei piani alti della qualità e della suggestione. Il nucleo essenziale di figuranti darà vita ad alcune scene significative che raccontano la storia della Salvezza, dall’annunciazione a Maria a quella di Giuseppe, all’arrivo a Gerusalemme per il censimento e poi a Betleem, alla natività del Redentore, all’adorazione dei pastori fino all’arrivo dei Magi.

 

Roberto Fatigati viene ad incontrarci in albergo, restando a cena con noi. Si sincera che tutto sia a posto, attento com’è ad ogni aspetto organizzativo, supportato efficacemente dalla signora Silva, sua moglie. E’ un evento impegnativo per l’associazione che presiede, a consolidare la qualità delle proposte culturali che il sodalizio da oltre un quarto di secolo offre alla città, conquistandosi considerazione e stima. Nel suo intervento di saluto al Gruppo di Pianola queste cose Fatigati dice, dichiarando l’orgoglio delle proprie origini abruzzesi, egli aquilano, che lo porta ad operare sempre per dare lustro all’Abruzzo, anche se talvolta le istituzioni abruzzesi non sono molto attente a quanto gli abruzzesi emigrati fanno, in Italia e all’estero. L’atmosfera festosa fa preludere ad un domani senza patemi. Tutto pare pronto a dovere. Il presidente del Gruppo Artistico, Mario Corridore, insieme al regista Carlo Gizzi, hanno parole di viva gratitudine per il gen. Fatigati e per l’Associazione Abruzzesi e Molisani del Friuli V.G. Appuntamento all’indomani, 29 dicembre, giorno della rappresentazione.

 

Corridore e Gizzi, in prima mattinata, raggiungono Piazza della Vittoria per fare il punto dell’organizzazione e dei supporti tecnici. S’incontrano con l’assessore Arianna Bellan, che sta curando per l’amministrazione civica gli aspetti logistici dell’evento. E’ presente Roberto Fatigati e anche Giorgio Lorenzoni, presidente della Pro loco che insieme al Kulturni Dom e al Gruppo Alpini di Gorizia collabora con il Comune nell’organizzazione dell’evento. Vengono risolti gli ultimi problemi per la preparazione dell’amatriciana della solidarietà, con la raccolta fondi per le popolazioni terremotate del centro Italia, a fine rappresentazione del Presepe vivente. Definiti i dettagli con l’assessore Bellan, molto disponibile ed efficiente, si va al Kulturni Dom, dove ci attende il direttore Igor Komel. Persona amabile e di grande cultura, Komel ci conduce in visita negli ambienti della Casa della Cultura slovena, dove ammiriamo una grande sala teatrale, ampi spazi per mostre – attualmente allestita un’interessante esposizione dell’artista Laura Grusovin -, un bel Ridotto per conferenze e persino una magnifica palestra per basket e pallavolo. Tutto, nella struttura, sembra girare alla perfezione. Il direttore non fa mistero dell’amicizia esistente con l’Associazione Abruzzesi e Molisani e la stretta collaborazione intessuta con il sodalizio. Nel primo pomeriggio siamo già nella grande piazza per seguire gli ultimi aspetti operativi e per quanto necessario per l’amatriciana, da prepararsi con la cucina da campo del Gruppo Alpini di Gorizia, in arrivo puntuale all’ora convenuta.

 

Alle 17:30 il gruppo del Presepe vivente raggiunge Piazza Sant’Antonio. Da lì muoverà in fiaccolata, attraversando le strade del centro storico cittadino, fino a Piazza della Vittoria. Il giorno volge alla sera. La piazza si va riempiendo di gente, molte persone giungono da varie località della regione. C’è curiosità e attesa per l’evento. Molta animazione nella piazza, ormai gremita. Poi si fa silenzio quando il centurione con un drappello soldati romani, con insegne dell’impero, arriva nel luogo della rappresentazione, seguito dagli altri figuranti con le fiaccole accese, e a chiudere i Re Magi, uno dei quali è don Luciano Bacale Efua, parroco di Pianola e originario della Guinea equatoriale, il cui paramento dorato ben contrasta con la pelle nera del viso. Il sindaco Ettore Romoli, dal palco, saluta il pubblico presentando l’evento, proposto al Comune dall’Associazione Abruzzesi e Molisani in Friuli. “E’ una serata inusuale per la città – dice il sindaco Romoli – per la prima volta Gorizia assiste ad una simile rappresentazione. Il presepe vivente è infatti una tradizione dell’Italia centro meridionale. Oggi siamo grati agli amici dell’Aquila che ci portano tutta la loro spiritualità e tenacia, facendoci sentire ancor più vicini alle popolazioni terremotate…”. L’assessore regionale Sara Vito è altrettanto affettuosa nel suo saluto, rimarcando il valore simbolico dell’evento.

 

La rappresentazione ha inizio, le scene a terra o sopra al palco. Il racconto evangelico che prelude alla natività e poi alla nascita di Gesù in un’umile capanna di Betleem si svolge con una forte carica d’emozionante spiritualità. La voce narrante, il commento musicale, le voci dei dialoghi richiamano l’atmosfera di duemila anni fa. Il pubblico segue con attenzione le scene, quasi in raccoglimento. Fino alla scena madre della nascita di Gesù, nella mangiatoia, con il piccolo Manuel che a un mese di vita raccoglie applausi e provoca emozioni. Le scene dell’adorazione dei pastori e dei Magi chiudono la rappresentazione, accolta dal calore del pubblico e da un lungo applauso, a testimonianza che la tradizione del Presepe vivente ancora una volta affascina. Roberto Fatigati, dal palco, ringrazia il sindaco e l’Amministrazione, gli enti che hanno collaborato, il Gruppo Artistico di Pianola. L’evento ha rafforzato il legame tra l’Abruzzo e il Friuli V.G., tra L’Aquila e Gorizia, tra i friulani e gli abruzzesi e molisani che qui hanno trovato la loro seconda terra, dopo quella natale. Chi scrive, a nome del Gruppo Artistico di Pianola, ringrazia la Municipalità e la comunità di Gorizia per l’accoglienza. Grandi affinità hanno gli abruzzesi e i friulani, entrambi caratterizzati da una gente forte, tenace, di poche parole e molti fatti. Come l’alpinità delle due regioni di montagna, simili anche per l’indole della loro gente. E con un elemento che le affratella, come la nascita qui a Gorizia, nel 1935, del Battaglione Alpini “L’Aquila”, che per 40 anni ha operato in Friuli nella Brigata Julia. Caloroso e appassionato il saluto dell’assessore Maurizio Capri a nome della Municipalità e dell’intera comunità aquilana, fortemente grata per i gesti di vicinanza e di concreto aiuto che Gorizia ha riservato all’Aquila dopo il terremoto del 2009. Il Presepe vivente vuole dunque essere anche un segno di gratitudine verso Gorizia e l’intero Friuli Venezia Giulia.

 

Intanto la cucina da campo degli Alpini di Gorizia è in piena attività. Si cuoce la pasta all’amatriciana, preparata dal team dell’associazione “Scherza col cuoco” coordinato da Carlo Gizzi. Ordinatamente la fila del pubblico riceve al bancone il piatto di pasta all’amatriciana, con il gustoso odore di guanciale soffritto. Chi vuole lascia liberamente un’offerta per le popolazioni terremotate del Lazio, Umbria e Marche. Vengono alla fine distribuiti circa 400 piatti, 25 i chili di pasta cucinati, 25 i chili di pomodori pelati e 10 chilogrammi di guanciale per la preparazione del prelibato sugo all’amatriciana. Circa 900 euro raccolti, che andranno in donazione al comune di Amatrice. Soddisfatti tutti della perfetta riuscita della manifestazione e dell’iniziativa di solidarietà per le popolazioni terremotate. Entusiasta il sindaco Ettore Romoli, rimasto fino a chiusura della manifestazione insieme all’assessore Arianna Bellan. La cttà ha dato una bella prova di attenzione culturale e di solidarietà. L’Aquila e Gorizia si sentono ancora più legate d’amicizia, come l’assessore Maurizio Capri annota, preludendo ad ulteriori iniziative. Molto soddisfatto il presidente Roberto Fatigati, che vede coronato dal successo l’impegno profuso in mesi di preparazione. Abbracci ed auguri a chiusura della serata. Il mattino seguente si riparte per L’Aquila, con una sosta a Ferrara, per pranzo e visita alla città, tutto in 4 ore. Si apprezza la bellezza della città degli Estensi, la magnifica Cattedrale, il Castello, il Palazzo dei Diamanti, l’intrico delle vie del centro storico e la buona cucina d’una trattoria tipica, nel cuore della città. L’arrivo a Pianola intorno alle 23, arricchiti di emozioni e di nuove amicizie. Un buon viatico per l’anno nuovo che viene.

 

 

 

 

 

 




MASTROFRANCESCO E LE COLPE DEGLI ALTRI

 

Si è saputo che nel Bilancio del Comune per la quadratura dei conti mancano 900mila euro. La colpa pare non sia del modo di spendere, di aver elargito contributi, di amministrare attività sempre e soltanto passive – non importa se Mercato Ittico, Piscina, Impianti sportivi – senza mai chiedersi se il fenomeno dipendesse, eventualmente, dalla logica amministrativa adottata. La colpa non è certamente del bajon. Di chi, allora? Lo ha scoperto l’amministratore Unico Mastromauro: è colpa dello Stato. Sì, perché di recente ha soppresso l’imposta di soggiorno, già prevista in entrata dal Comune.

EDEN CIBEJ
EDEN CIBEJ

Premesso che a suo tempo il Sindaco – perdurante il sonno profondo del pseudo PD – preferì condannare i cittadini al pagamento della sosta ogni qualvolta si spostassero sul ‘proprio’ territorio (non è forse casa loro il suolo di Giulianova?) per poi incassare, tra l’altro, circa 200mila euro l’anno quando se ne potevano ottenere 400mila facendo pagare ai villeggianti, non ai giuliesi, meno di un caffè al giorno, si è perso tempo prezioso nel condurre inutili trattative con altri comuni, anche di diverso colore politico (messo che quello di Giulianova ne abbia uno), i cui contenuti suscitavano sentimenti oscillanti tra l’indignazione e la derisione.

Sulla base della mia esperienza di presidente dell’Azienda di Soggiorno, in Italia e all’estero (principalmente Germania, Inghilterra, Francia, Svizzera, Austria), posso affermare che nessuna Agenzia turistica ha mai fatto obiezione sull’imposta di soggiorno applicata in Italia. Neppure gli albergatori, consapevoli che l’imposta sarebbe stata addebitata al cliente (come oggi l’Iva) e poi utilizzata dall’Azienda di Soggiorno per iniziative di promozione turistica a tutto vantaggio primario degli alberghi. Probabilmente la loro fiducia nell’Azienda del Turismo era diversa da quella che oggi viene riservata al Comune.

Eden Cibej

 




Giulianova. SORPRESI DAI CARABINIERI CON OLTRE 8 KG DI MARIJUANA E DUE REPLICHE DI PISTOLE. ARRESTATI DUE ALBANESI ED UN ITALIANO.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Teramo hanno tratto in arresto, in flagranza di reato, due albanesi ed un italiano trovati in possesso di 8,5 kg di marijuana.reperti

Erano un paio di giorni che i Carabinieri avevano notato la presenza di due albanesi in compagnia dell’italiano che giravano per Giulianova. Uno dei due albanesi tempo addietro era già stato arrestato dai militari perché trovato in possesso di eroina in provincia di Ascoli Piceno. I Carabinieri hanno così deciso di procedere ad un servizio di osservazione per comprendere se lo straniero fosse ancora dedito all’illecita attività e dove potesse detenere, eventualmente, lo stupefacente.

Ieri sera D. V. trentaduennne aquilano, S. A. e M. A. entrambi quarantaquattrenni albanesi, si sono fermati in una via a ridosso della Nazionale di Giulianova. I Carabinieri del Nucleo Investigativo li hanno seguiti fino a quando non hanno aperto la porta di casa e sono entrati con loro per evitare potessero disfarsi dello stupefacente in loro possesso.

Effettuata la perquisizione di quell’abitazione, dietro una porta della camera da letto, nascosti in un imballo per televisore, sono stati rinvenuti otto involucri del peso lordo di 8,5 kg nonché due repliche di pistole semiautomatiche, di cui una priva del tappo rosso, ed il relativo munizionamento.

Considerato il consistente quantitativo di sostanza stupefacente i tre sono stati arrestati e tradotti presso la Casa Circondariale di Teramo.

Sono in corso ulteriori accertamenti da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo per verificare se le armi trovate nelle loro disponibilità siano state usate per la perpetrazione di altri reati.

 




Giulianova. Sono state rinvenute inedite lastre fotografiche che testimoniano il villino Castelli di Giulianova, unicum architettonico Liberty in città.

 

Giorni fa Giovanni De Carolis contattò l’Istituzione Culturale ITALIA LIBERTY rappresentata da Andrea Speziali, uno tra i massimi esperti di Liberty sul panorama nazionale e gli mostrò una decina di lastre fotografiche ritraenti una bella villa Liberty domandando informazioni di dove fosse.
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L’istituzione raggiungibile dal portale www.italialiberty.it ha lo scopo di censire e promuovere il patrimonio Liberty italiano dalle architetture alle opere d’arte, producendo mostre, convegni conferenze e itinerari Art Nouveau in Italia.
Quando l’architetto De Carolis contattò Speziali gli spiegò che il ritrovamento dei negativi proveniva dall’archivio di famiglia. I documenti fanno parte di un lotto di 54 lastre totali realizzate dal grande artista decoratore Adolfo De Carolis.
Le foto servivano al De Carolis come libretto d’appunti e tutte le immagini venivano poi rielaborate nelle opere grafiche o pittoriche. Le foto che possiede Giovanni si riferiscono principalmente a temi di carattere familiare (foto delle figlie) o di curiosità di costume (le foto delle processioni di Loreto e di Acquaviva Picena) o di paesaggio. Ci sono inoltre le foto di una gita con una comitiva di amici tra i quali sono stati riconosciuti il pittore Napoleone Parisani al romitorio di San Marco che si trova ad Ascoli Piceno e altri noti.
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La felice scoperta avviene quando il direttore artistico di Italia Liberty riconosce che la villa si trova a Giulianova perchè studiata di recente e censita nel database online lo scorso anno. Grazie ai documenti iconografici è possibile ora affermare che l’autore delle decorazioni è l’artista Liberty Adolfo De Carolis. Una grande scoperta che una firma di così rilievo abbia lavorato nella cittadina di mare.

La villa Castelli-Montano, posta all’inizio di viale dello Splendore fu edificata tra il 1910 e il 1918. Caratterizzata da una torre d’angolo che, con le sue ampie vetrate decorate, conferisce all’architettura della casa carattere di pregio e singolarità per il richiamo di queste strutture con gli elementi a torre dei castelli, riproponendo una tipologia di chiara derivazione toscana diffusa anche lungo il litorale adriatico. Quasi una tendenza eclettica per le decorazioni tra Liberty e stile fiorentino. L’impianto è asimmetrico, sia nella pianta che nella composizione dei prospetti, originale per il modello di villeggiatura al mare. La villa si sviluppa su un piano seminterrato più due livelli, in cui si distribuiscono varie aperture di altrettanto varia tipologia: loggiati con colonnine, finestre bipartite e tripartite e, nella esclusiva torretta, finestroni circolari. Il tutto è ornato con i più variegati e raffinati decori: a stucco e dipinti con temi di natura floreale e a strisce.

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Giulianova si può riscoprire una città Liberty e grazie a questa inaspettata sorpresa l’istituzione Italia Liberty invita i cittadini a poter fotografare il patrimonio Art Nouveau in città e di inviarlo via mail a info@italialiberty.it per segnalare Giulianova come Miglior Città Liberty per l’anno corrente attraverso il premio ”Best LibertyCity”.
L’anno scorso fu Catania a vincere il premio. Prossimamente sul sito ( www.italialiberty.it) sarà pubblicato un itinerario Liberty da percorrere a Giulianova.

Nel frattempo le foto troveranno spazio nella monografia ”The World Atlas of Art Nouveau” in corso di pubblicazione per i Tipi di Cartacanta. Sarebbe l’opportunità giusta per presentare il volume scritto da Speziali nella ruggente Giulianova e in seguto la conferenza condurre il pubblico con una passeggiata tra i tesori del Novecento in città.
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Redazione Italia Liberty
L. Rastelli

Contatto di riferimento dott. Andrea Speziali
www.italialiberty.it
info@italialiberty.it




Giulianova. Comitato del Quartiere Annunziata: “Il 6 gennaio arriva la Befana in ambulanza all’Annunziata”

GIULIANOVA – Il 6 gennaio i volontari dell’associazione “Croce Amica” di Giulianova, in collaborazione con il Comitato di Quartiere Annunziata e i volontari della Protezione Civile – Gran Sasso D’Italia, organizzano con la partecipazione di alcuni commercianti del quartiere “La Befana in ambulanza”.befana-in-ambulanza-allannunziata

L’evento, con il patrocinio del Comune di Giulianova, si terrà venerdì 6 gennaio nel piazzale del Centro Commerciale “I Portici” di Giulianova Lido.

La Befana in ambulanza arriverà alle 17:30 e sarà lieta di regalare un sorriso a tutti i bambini presenti.

In concomitanza dell’evento ci saranno dalla mattina alle 10:00 fino alla sera alle 20:00 il parco giochi gonfiabile gratuito di R9 Kids, sempre disposti nel piazzale de “I Portici”.

L’evento in caso di pioggia si svolgerà regolarmente e la Befana saluterà i bambini all’interno del centro commerciale.