Maratona di lettura in open day al Serale Aterno-Manthonè di Pescara

Per l’apertura delle iscrizioni, il corso serale dell’Istituto Tecnico Statale Aterno-Manthonè di Pescara, rivolto a studenti dai 16 ai 90 anni, organizza un open day in presenza.

L’appuntamento è fissato per giovedì 9 maggio 2024, dalle 17 alle 19.30, nell’aula magna dell’istituto pescarese, in via Tiburtina 202. Un’iniziativa aperta al pubblico esterno, interessato a conoscere i corsi di studio – per ragionieri, ragionieri programmatori e geometri – e gli sbocchi professionali.

In adesione alla campagna nazionale del Maggio dei libri, si inizia con la maratona di lettura di brani in varie lingue: francese, inglese, italiano e spagnolo. I protagonisti saranno studenti di varie classi che leggeranno i loro testi preferiti, a scelta tra poesie, romanzi, canzoni.

L’iniziativa Il Maggio dei Libri è la prosecuzione dell’ultima edizione di Libriamoci, a cui il corso serale anche quest’anno ha aderito, e “vuole celebrare l’importanza della lettura come strumento di conoscenza e consapevolezza, capace di rendere autenticamente liberi” (www.ilmaggiodeilibri.cepell.it ).

La lettura dei brani sarà intervallata da testimonianze di ex studenti che racconteranno le loro esperienze post diploma, illustrando la spendibilità del titolo conseguito nel mondo del lavoro.

 




Rurabilandia apre le sue porte per un centro estivo ricco di iniziative Open day 13 maggio 2024 ore 16,30

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ATRI. Torna anche per l’estate 2024 il Centro Estivo di Rurabilandia, la fattoria sociale didattica della Asp 2 di Teramo, in Viale Europa Unita nel comune di Atri. Dal 17 giugno al 13 settembre 2024 la struttura sarà aperta dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 17,30 con numerose iniziative e attività. I partecipanti verranno accolti e suddivisi in gruppi per fasce d’età e verranno affidati agli educatori coordinati da uno psicologo. Durante la permanenza avranno la possibilità di scoprire la bellezza della natura, imparare a rispettarla e a preservarla attraverso attività come passeggiare nel frutteto e nell’orto didattico, imparando a conoscere gli animali della fattoria e incontrando esperti naturalisti. Il Centro Estivo offre anche molte attività ludiche e di aggregazione, come giochi all’aperto, laboratori didattici (pane, formaggio, confettura, pasta e altro), attività sportive, laboratori creativi, musicali e tanto altro ancora. Inoltre, grazie all’ampliamento della struttura, da questa estate è a disposizione una nuovissima piscina, oltre al campo polivalente, che andranno ad arricchire l’offerta. Gli operatori sapranno coinvolgere i bambini in attività divertenti e stimolanti, promuovendo lo sviluppo della creatività, della socializzazione e della collaborazione. La struttura è dotata di tutte le comodità necessarie per garantire il massimo comfort e la sicurezza di ogni bambino. Per saperne di più è possibile partecipare all’open day in programma lunedì 13 maggio alle 16,30.

La quota di partecipazione settimanale dipende dalla formula settimanale scelta tra le varie disponibili. Per ricevere ulteriori informazioni e chiarimenti su costi e formule disponibili è possibile chiamare il 389.4987359 o scrivere una mail all’indirizzo info@rurabilandia.it. Tutte le quote comprendono: i pasti della giornata, copertura assicurativa, laboratori, attività e altri costi di gestione.

“Finita la scuola – dichiara il coordinatore psicologo della struttura Domenico Meloni – subito tempo di una scuola di vita e tanto divertimento. In aiuto per le famiglie che lavorano, offriamo ai loro figli una occasione educativa, sociale e di svago. La strutturazione di competenze attraverso il gioco e l’esplorazione in tutta sicurezza. Quest’anno siamo certi che il nostro Centro Estivo sarà il più cool d’Abruzzo, grazie alla nuova refrigerante piscina, il campo da calcio, le favolose cavalcate tra la natura, i nostri animali da cortile, la nostra gentilezza e soprattutto la nostra eccellente cucina. Nel ringraziare la nostra presidentissima Giulia Palestini, per aver dato concretezza alla realizzazione di un Centro Estivo a 5 stelle di qualità, vi aspettiamo a braccia aperte. Buona estate”.




ADUNATA DEGLI ALPINI: IMPATTO ECONOMICO DI 105 MILIONI E UN GETTITO FISCALE DI 26

L’Adunata degli Alpini: molto più di un volano di sviluppo economico territoriale. Questo, in sintesi, il messaggio emerso durante la presentazione del volume “L’Adunata degli alpini. Valori, economia e sostenibilità”, curato dalla prof.ssa Cristiana Compagno e pubblicato dalla casa editrice universitaria Forum.
Il volume raccoglie i risultati di una ricerca dell’Ateneo di Udine, che esamina l’impatto dell’edizione 2023 dell’Adunata degli Alpini, che proprio un anno fa animava la città friulana il territorio circostante.

Il progetto era partito a ottobre 2022, quando la Sezione di Udine dell’Ana, in accordo con la Direzione nazionale, chiese la collaborazione dell’Ateneo del Friuli per studiare gli impatti dell’Adunata in termini economici, sociali e di sostenibilità. L’Università costituì allora un gruppo di ricerca multidisciplinare con esperti di questioni economiche, statistiche, storiche e di sviluppo sostenibile. Il gruppo, coordinandosi con la Sezione Ana, avviò un ampio progetto di ricerca fra febbraio 2023 e febbraio 2024, coinvolgendo la comunità Alpina nazionale e l’intera comunità ospitante nelle sue diverse anime. Responsabile scientifica del progetto è la prof.ssa Cristiana Compagno, ordinaria di Management all’Università di Udine e già Rettrice dell’Ateneo. “L’idea alla base del progetto” spiega Compagno, “è stata analizzare l’evento-Adunata sulla base di un framework teorico che sintetizzasse strumenti di analisi propria dell’Event Management con quelli tipici dell’analisi economica, sociale e di sostenibilità, calati dentro la dimensione storico-evolutiva dell’evento stesso. “Ciò ci ha permesso”, sottolinea la docente “di studiare con rigore metodologico gli impatti economici, sociali valoriali e ambientali dell’Adunata”. Inoltre, continua Compagno “per comprendere a fondo quali presupposti consentano all’Adunata di produrre una tale molteplicità di impatti, abbiamo ritenuto opportuno esaminare la dimensione storica delle adunate nel nostro territorio e studiare nello specifico la macchina organizzativa dell’Adunata 2023: una struttura reticolare che garantisce all’organizzazione flessibilità ed efficienza, e integra meccanismi di risk management necessari a garantire la sicurezza dell’evento, dei partecipanti e delle comunità circostanti”.

La ricerca si è sviluppata in due fasi: una pre-evento e una post, caratterizzate dalla raccolta di specifici dati, attraverso più strumenti: questionari ad hoc (proposti distintamente a partecipanti, cittadini ed esercenti), focus group costituiti dai principali stakeholder locali dell’evento, e lo studio di centinaia di fonti documentali sull’Adunata e la sua storia. Raccolti i dati, i ricercatori han potuto disporre di oltre 3.400 interviste e di centinaia di variabili quali-quantitative relative agli impatti sistemici dell’evento sulle comunità di riferimento.

Il volume fornisce un quadro completo dell’ampiezza e della profondità dell’impatto dell’Adunata 2023, cominciando dalla dimensione economica, di primaria importanza come già peraltro evidenziato in ricerche passate. Nel caso di Udine, calcolando una base dipartendo da una base di 297.500 presenze, i ricercatori hanno stimato che il valore dell’impatto economico diretto e indiretto dell’Adunata sul territorio si attesta a quasi 105 milioni di euro. L’Adunata si conferma quindi anche volano di gettito fiscale, avendo contribuito infatti in media per circa 26 milioni di euro.

I ricercatori spiegano come l’impatto dell’Adunata vada ben oltre la dimensione economica. Approfondendo le ricadute sociali, valoriali e ambientali dell’evento (grazie a strumenti quantitativi di analisi statistica) si rileva come oltre il 60% del campione riconosca l’evento come unico nella sua capacità di creare condivisione e vicinanza intergenerazionale, nonché un’importante occasione di socialità.
Non meno significativo l’aspetto valoriale: in base ai dati pre e post evento, i ricercatori spiegano infatti che l’Adunata rafforza il processo di trasmissione dei valori alpini tra la popolazione: la percezione di valori come fratellanza, solidarietà, allegria e amor di Patria è molto più elevata nella fase ex-post piuttosto che in quella ex-ante, specie fra i non alpini.
Infine, il volume rivela come l’Adunata di Udine abbia prodotto impatti ambientali consapevolmente controllati. Per esempio, le attività di raccolta rifiuti sono state gestite in maniera proattiva dagli Alpini, contribuendo in maniera determinante all’efficacia del lavoro degli operatori comunali, riducendo così l’impatto ambientale dell’evento.
Inoltre, l’Adunata ha minimizzato il proprio impatto anche in termini di consumo di risorse locali. In tal senso, l’analisi dei dati di consumo d’acqua rivela come l’impatto dell’evento sia del tutto contenuto. Un profilo, quello ambientale, evidentemente legato a valori degli Alpini, per cui il rispetto dell’ambiente è da sempre una priorità.

Le dichiarazioni
Il volume – afferma il Rettore – aggiunge non solo un tassello importante alle conoscenze, gettando luce su ciò che avviene dietro le quinte di un grande evento, come l’Adunata nazionale degli alpini, ma, andando oltre agli aspetti quantitativi, documenta il legame strettissimo tra il Friuli e gli alpini.

“L’Adunata degli alpini è un fenomeno unico al mondo, capace di riunire in una città centinaia di migliaia di persone, attratte da quel formidabile collante che è il cappello con la penna nera” – afferma il Presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini Sebastiano Favero – “ed è un fenomeno trasversale, che coinvolge territorio, popolazione, cultura ed economia. Per questo un lavoro di ricerca come quello svolto dall’Università di Udine assume un’importanza fondamentale, perché con criteri rigorosi e scientifici definisce un ritratto globale dell’impatto di un’Adunata sulle persone e sul loro ambiente. Uno strumento autorevolissimo che, oltre a fornire riferimenti precisi, diventa prezioso anche in prospettiva, per leggere le Adunate in una chiave sempre più oggettiva”.

“Il lavoro dell’Università di Udine è un importante punto di arrivo del lavoro costruito insieme con l’Associazione Nazionale Alpini” afferma il Presidente sezionale di Udine Mauro Ermacora, “ma anche un’occasione per prendere consapevolezza e riflettere sui grandi potenziali trasformazionali dell’evento sulle collettività di riferimento”




BUGNARA: UNA GIORNATA DEDICATA A MARIO SETTA

Il secondo appuntamento con la rassegna Primavera dei Libri sarà dedicato al prof. Mario Setta attraverso la presentazione del nuovo volume curato da Goffredo Palmerini.
Al via inoltre la nuova collaborazione tra il Centro Studi “Nino Ruscitti” e la libreria Ubik di Sulmona che sarà presente agli incontri.

Sabato 11 maggio alle ore 17.00, presso il Centro Congressi in Piazza Annibale De Gasparis a Bugnara,  è in programma il secondo appuntamento con la Primavera dei libri, la rassegna letteraria organizzata dal Centro Studi e Ricerche Nino Ruscitti.
L’incontro sarà dedicato al ricordo del prof. Mario Setta a partire dal volume curato da Goffredo Palmerini “Mario Setta. Testimonianze di libertà”.

A celebrare il ricordo del Professore saranno Antonietta Pace, assessore alla cultura del Comune di Bugnara, Matteo Servilio, presidente del Centro Studi “Nino Ruscitti”, Carlo Fonzi, Presidente dell’Istituto Abruzzese di Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea, Franca Del Monaco, compagna di vita di Mario Setta, Giovanni Ruscitti, direttore del quotidiano on line “Corriere Peligno”, e Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore, curatore del volume.

«Siamo felici di poter partecipare, attraverso il volume curato da Goffredo Palmerini, al ricordo di Mario – ha detto il Presidente del Centro Studi, Matteo Servilio. È un evento a cui teniamo particolarmente per la stima e l’amicizia che ci univa. Mario ha contribuito attivamente, attraverso i suoi scritti e attraverso le sue ricerche, alla memoria storica di Bugnara. Il giusto modo di onorarlo sarebbe quello di contribuire all’opera di raccolta documentale da mettere a disposizione delle nostre comunità»

Inizia inoltre la collaborazione tra il Centro Studi Ruscitti e la libreria Ubik di Sulmona, che sarà presente alle presentazioni e che avrà a disposizione nel suo punto vendita in Corso Ovidio i volumi protagonisti della rassegna “Primavera dei Libri”.




I giuliesi tornano “in scena” con la commedia teatrale “Virus”, scritta dal regista Marco Luciani

 

 

GIULIANOVA – Finalmente, dopo due rinvii forzati, vedrà la luce “Virus”, la nuova commedia brillante, in due atti, scritta e diretta dal regista Marco Luciani e messa in scena dalla compagnia teatrale “Giuliesi in scena”. La prima dello spettacolo si terrà questa estate, esattamente il 13 luglio, in piazza Buozzi a Giulianova Alta, ore 21.30. Come è abitudine della compagnia, anche stavolta, l’intero incasso dei biglietti venduti, al netto delle spese, sarà devoluto in beneficenza all’A.I.S.M. (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) e all’associazione benefica “Colibrì Onlus”. Il contributo che ogni spettatore potrà dare è di 10,00 euro a biglietto. Lo spettacolo verrà ospitato nella suggestiva cornice della piazza delle meraviglie, con 800 posti a sedere.

Nella commedia Virus ho voluto descrivere, con ironia e un velo di tristezza, come si è vissuto il terribile periodo della pandemia – spiega il regista Luciani-  ambientando la storia in un appartamento di pochi metri quadri in cui si intrecciano le storie di moglie, marito, due figli, un nonno e una nonna. E il clou dello spettacolo può essere racchiuso in questa frase del grande Eduardo: ” nel teatro si vive sul serio quello che gli altri nella vita recitano male“.

La compagnia “Giuliesi in scena” è composta dagli attori in scena Piergiorgio Casaccia, Mario Bellocchio, Maria Ciprietti, Marco Luciani, Fiorella Marcozzi e dagli attori fuori scena Azzurra Marcozzi, Sergio De Lucia, Andrea Sartori.

Regia di Marco Luciani.

Service luci e audio a cura di SDG on STAGE srls.

Scenografia a cura di “Giuliesi in scena”.




Editoria. 4.580 PAGINE DI STORIA CIVILE E SOCIALE: IL “DIARIO GIORNALIERO (1854-1870)” DI DOMENICO SAVINI IL 9 MAGGIO ALLA BIBLIOTECA DELFICO DI TERAMO. UNA NUOVA FONTE PER LA STORIA DI TERAMO E PROVINCIA, UNA DELLE OPERE PIU’ CORPOSE MAI PUBBLICATE

Dopo tanta attesa arriva la presentazione del Diario Savini il 9 maggio alla Biblioteca “Melchiorre Dèlfico” di Teramo (ore 18), la straordinaria edizione costata 8 anni di lavoro editoriale, un vero e proprio libro dei record, il “Diario giornaliero (1854-1870)” di Domenico Savini, costituito di 8 tomi in cofanetto per complessive 4.580 pagine, una delle opere più corpose mai pubblicate.
Per l’occasione sarà presentato in veste editoriale autonoma anche il volume “L’Ottocento di Domenico Savini” di Luigi Ponziani, che contiene il saggio introduttivo al Diario saviniano.
All’evento prendereanno parte, Franciska Stenius Savini, coordinatrice del progetto, la storica Francesca Fausta Gallo, direttrice del Dipartimento di Scienze Politiche presso UNITE, lo storico Luigi Ponziani dell’Istituto Abruzzese di Ricerche Storiche e Simone Gambacorta, vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo.
L’OPERA
Il Diario di Domenico Savini, che va dal 1854 al 1870, costituisce un corpus documentario di primaria importanza per lo studio della storia economica, sociale, ma anche civile e culturale della Città di Teramo e dell’ampio territorio della vecchia provincia aprutina del quale fu capoluogo. Quasi una fonte primaria tanto più rappresentativa in quanto scarse ancora sono le testimonianze di prima mano di personalità che ebbero un ruolo eminente nella storia aprutina del XIX secolo. Molteplici sono le ragioni di tale rilevanza: in primo luogo l’ampiezza temporale e l’assiduità giornaliera del documento diaristico; quindi il periodo storico descritto che consente di cogliere passo dopo passo i processi politici e istituzionali che preludono alla crisi finale del Regno delle Due Sicilie e alla nascita del nuovo Regno d’Italia;
infine le connessioni sociali che dalla narrazione risaltano con particolare evidenza e che ci consentono di coglierne dinamiche, movenze, caratteri nel corso di un tornante fondamentale della storia teramana, abruzzese, nazionale: giorno dopo giorno scorrono personaggi grandi e piccoli della società del tempo, avvenimenti locali e nazionali, gli accadimenti europei con gli effetti che producono nell’apparente lontana e appartata provincia del Regno. Cosicché il racconto che ne deriva ci restituisce un caleidoscopio umano, sociale e civile di sicura vivacità.
L’importanza del documento risiede altresì nel ruolo che il suo estensore riveste e che non si esaurisce nella sua specifica individualità, ma si connette ad una tradizione famigliare di governo che, per il peso economico assunto in un arco temporale relativamente breve, faceva della famiglia Savini una componente essenziale della società teramana del tempo.
Figlio di Sigismondo (1777-1851) sindaco di Teramo nel 1815 al tempo della seconda “realizzazione” del Regno borbonico, nipote di Berardo (1746-1818) e pronipote di Ferdinando che già nel 1788 aveva ricoperto la carica di sindaco annuale della Città alla fine del governo oligarchico, Domenico (1810-1889) apparteneva a una famiglia che attraverso i commerci, le successive acquisizioni fondiarie e le proprietà acquistate tra Sette-Ottocento all’interno della Città si proponeva tra le più cospicue, anche se non tra le più antiche, della vecchia provincia teramana.
Sigismondo, poi, sposando nel 1808 Barbara Palma sorella di Niccola, Pancrazio, Emanuele e Vincenzo, si inseriva prepotentemente all’interno del ceto amministrativo e civile cittadino divenendone tra le massime espressioni.
Domenico stesso, due volte sindaco triennale di Teramo nel 1842 e nel 1852, divenne a sua volta protagonista della vita economico-sociale e amministrativa provinciale, fino alla caduta del Regno meridionale; ma anche successivamente, all’interno del nuovo quadro istituzionale dello stato unitario, egli ebbe sempre elevato prestigio sebbene rimase in posizione più defilata rispetto al passato.
Domenico è un cattolico assai ligio ai precetti e ai canoni della Chiesa ai quali impronta i suoi comportamenti quotidiani; è un conservatore di evidenti sentimenti filo borbonici; possiede una cultura nient’affatto superficiale e una sensibilità marcata che gli consente di cogliere e interpretare originalmente gli avvenimenti che incrociano la sua vita.
Alla svolta del 1860-61 egli non pone in essere alcun comportamento ostile nei confronti del nuovo governo: si limita ad un atteggiamento di sostanziale dissimulazione. La deprecatio temporum che egli sviluppa, assai raramente acquista rilievo pubblico dal momento che la sua cultura civile non gli consente di debordare dal sostanziale (oltre che formale) ossequio ad una idea di ordine sociale che poteva ben condurlo entro le coordinate del nuovo stato unitario una volta ristabilita la tranquillità pubblica e debellata ogni anarchia.
Questa originalità di pensiero e di azione è ben presente all’interno del Diario che diviene in tal modo una lente di ingrandimento capace di guardare la società contemporanea e individuare i nodi che la inviluppano in un periodo storico così cruciale. Talché le informazioni che traiamo dalla lettura e dallo studio del Diario di Domenico Savini toccano una infinità di temi atti a ricomporre criticamente non solo la vita individuale comunque di un protagonista, ma anche quella di una realtà territoriale periferica, ma non per questo meno significativa. Finanza, economia agraria, commerci, tecniche agronomiche, vita quotidiana, relazioni sociali, usanze e tradizioni popolari, organizzazione e comportamenti religiosi, assetti territoriali, viabilità, agenti atmosferici, cronaca cittadina, vita civile, cultura, tutto trova spazio e sistemazione all’interno della narrazione diaristica che finisce per riassumere gran parte della storia municipale di Teramo e del suo territorio.
Di qui l’importanza della pubblicazione integrale del manoscritto saviniano che, in assenza di documenti similari (memorie, carteggi) per il periodo considerato, assurge a fonte primaria capace di restituire con vividezza un periodo cruciale della nostra storia contemporanea.
Nella copertina di entrambi i volumi, è riprodotto un prezioso ritratto di Domenico Savini (1810-1889), tratto da un dagherrotipo degli anni ’40 dell’Ottocento custodito nella biblioteca di famiglia di Villa Savini a Selva dei Colli.
LA PUBBLICAZIONE DEL DIARIO
“DIARIO GIORNALIERO (1854-1870)”
di DOMENICO SAVINI
– Coordinamento editoriale di Franciska Stenius Savini
– Saggio introduttivo e revisione trascrizione di Luigi Ponziani
– Trascrizione di Franciska Stenius Savini e Emma Moscardelli Filippone Thaulero
– Progetto sostenuto per le fasi di trascrizione e studio dalla Fondazione Tercas
– Iniziativa promossa dall’Associazione Poggio Spoltino Cultura di Barbara Savini
Ricerche&Redazioni, Teramo 2024
4.580 pagine, 8 tomi, cofanetto cartonato | ISBN 978-88-85431-76-8
> Edizione cartacea e digitale: € 600,00
> Edizione digitale: € 300,00
LA PUBBLICAZIONE DEL SAGGIO AUTONOMO
“L’OTTOCENTO DI DOMENICO SAVINI”
di LUIGI PONZIANI
– Presentazione di Franciska Stenius Savini
Ricerche&Redazioni, Teramo 2024
204 pagine | ISBN 978-88-85431-79-9
> Edizione cartacea: € 24,00



Bellante. Associazione culturale “Nuove Sintesi” presenta: “DRIEU LA ROCHELLE. IL SOCIALISMO, IL FASCISMO, IL TOTALITARISMO” (edito dalla Casa Editrice Solfanelli).


L’evento avrà luogo sabato 11 maggio 2024 a Bellante paese (Te), con inizio ore 17.30, presso la Biblioteca Comunale (all’interno del Municipio) di Piazza Mazzini.

Interverrà l’autore del libro Luigi Copertino (Giornalista, Saggista).



DALLA QUARTA DI COPERTINA
“Questo libro ricostruisce, in una chiave attualizzante, la vicenda politica ed esistenziale di un “anarco-fascio-comunista”, Pierre Drieu La Rochelle, che è stato “profeta” della crisi dell’Europa. Inquieto testimone della decadenza moderna dell’Europa Drieu ha creduto che il totalitarismo politico, rosso e/o nero, potesse riaprire la via del recupero della Tradizione attraversando il deserto nichilista della modernità per ritrovare lo Spirito alla fine del percorso. Fu una speranza alla quale milioni di uomini tributarono fatiche e sacrifici. Il crollo delle illusioni, quando il totalitarismo mostrò il suo vero volto, ha travolto quella speranza, in sé onestamente nutrita, e con essa coloro che, come Drieu, la alimentarono eroicamente e tragicamente. Ripercorrere l’inquieto percorso esistenziale e politico di Drieu vuole essere occasione per comprendere anche le illusioni del dopoguerra, in particolare di quelle del cattolicesimo liberale, quando mancò l’intuizione, che invece fu propria di Drieu, per la quale il “totalitarismo” non è solo quello statuale, conosciuto nella modernità, ma che esso è capace di assumere forme libertarie e virtuali, non per questo meno oppressive, più adatte al post-moderno. Forme nuove ed inedite, quelle della “quarta rivoluzione industriale”, magnificata, con i toni dell’apoteosi millenaristica, dal potere finanziario apolide e dai media al suo servizio. Forme nuove che, tuttavia, sono l’esito ultimo e maturo delle vecchie forme. Si tratta del “totalitarismo della dissoluzione” molto più capace di domino dei precedenti hitleriani e staliniani. Un neo-totalitarismo in veste liberale, libertaria e globalista che coincide con la “società liquida” dei nostri anni”.




Teramo. L’ACI – Automobile Club Teramo compie 100 anni: presentazione alla stampa degli eventi per il Centenario

Un’occasione che il Presidente Carmine Cellinese vuole ricordare nel corso di una
conferenza stampa convocata per giovedì 9 maggio alle 11,30 all’Hotel Sporting di
Teramo. Nel corso della conferenza stampa sarà tracciato un bilancio delle attività dell’Aci di
Teramo e soprattutto il programma delle iniziative allestite per il centenario.
Interverrà anche l’assessore alla cultura e gli eventi del Comune di Teramo Antonio
Filipponi.




IV edizione del Premio PoetaMi – Miglianico Borgo in Poesia, sulle orme di Paride Di Federico

Ecco i vincitori per categoria.

Cat. A (poesia singola):

7° Antonella Ridoni con “Cuore in tasca” – Cerveteri (RM).

Cat. B (raccolta)

Il Premio “Under 35” è stato ritirato da Bruna Cerasa di Cepagatti (Pe) per “Il coraggio di essere”.

Per quanto riguarda invece il Premio Paride Di Federico, XV edizione rivolto alle scuole (primaria), sono stati premiati:

a B Miglianico con “Luce e buio”.

Sui social @scuolamacondopescara, @premiopoetami.




Corropoli. Editoria: il libro “DIRITTO ALLA BELLEZZA” presentato a Ripoli

Al polo culturale di Ripoli (Corropoli-Teramo) si è svolta la presentazione del libro “Diritto alla Bellezza”, il quale raccoglie gli atti di una conferenza internazionale dedicataalla complessa tematica della salvaguardia e valorizzazione dei Beni Culturali, che si è tenuta dieci anni fa proprio a Corropoli, ideata e curata da Italico Onlus e dall’Università degli Studi di Teramo, e sostenuta dallaTecnomatica spa.

Tra gli intervenuti, accolti dal presidente Maurilio Migliorati e dal direttore artistico Dino Di Berardino di Italico onlus, il sindaco di Corropoli Dantino Vallese, il vice Presidente della Fondazione TercasMartina Di Musciano,la docente di criminologia alla facoltà di giurisprudenza dell’Università degli Studi di Teramo Maria Cristina Giannini, eAndrea Pessinagia’ Soprintendente in Abruzzo e a Firenze ed attualmente Soprintendente ad interim Archeologia e Belle Arti del Friuli Venezia Giulia. La giornalista Evelina Frisa ha moderato gli interventi.

 

Un’autentica “lectio magistralis”di Andrea Pessina ha rappresentato il momento centrale della presentazione. L’insigne professore ha sapientemente illustrato lo speciale percorso che ha permesso all’Italia, anche grazie ai Padri e Madri della Costituzione Italiana (Art.9 dei Principi Fondamentali), di far diventare la conservazione, la tutela e la promozione di tutto il patrimonio culturale della Nazione, un atto di principio fondamentale e di dovere nei confronti delle generazioni future. Il riferimento alle ricerche in corso nel famoso villaggio neolitico di Ripoli, datato 5200-4000 anni avanti Cristo circa, ha concluso una prolusionedallo straordinario livello scientifico e culturale.

 

Il libro “Diritto alla Bellezza”, edito a cura di Italico onlus e sostenuto dal Comune di Corropoli, è dedicato alla memoria di Paolo Giorgio Ferri che, in particolare da sostituto procuratore di Roma (1991-2010),ha dato un contributo eccezionale al recupero del patrimonio archeologico italiano, saccheggiato da scavatori clandestini e trafficanti italiani e internazionali. Il suo è stato un impegno determinante nella definizione di un modello operativo capace di integrare e dare seguito giudiziario nei tribunali italiani e internazionali, all’azione sul campo svolta dalle forze di polizia, coordinata dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

 

Gli studenti iscritti al Master di secondo livello in “International Co-operationagainst Trans-National Financial Organized Crime” dell’Università degli Studi di Teramo, diretto dalla esimia professoressa Maria Cristina Giannini, hanno seguito on line la presentazione.