Rassegna di documentari dell’Archivio del Festival del documentario d’Abruzzo – Premio Internazionale Emilio Lopez organizzata dall’A.C.M.A. (Associazione Cinematografica Multimediale Abruzzese).
Un cinema pieno di contenuti, ironico, scomodo, difficilmente sostenuto dalla distribuzione e dalle istituzioni, ma in linea con il lavoro di ricerca dell’ACMA e con l’esigenza di autenticità sempre più presente nel pubblico.
L’A.C.M.A. è un’associazione culturale senza scopo di lucro che ha, tra i suoi obiettivi il diffondere la cultura cinematografica ed audiovisiva e favorire, ampliandola, la fruizione delle molte attività multimediali esistenti nel territorio e promuoverne di nuove.
Si prefigge, inoltre, di avviare attività produttive cinematografiche e audiovisive di soggetto abruzzese.
Venerdì 30 aprile ore 19.15
8744 di Alessandro Di Gregorios (2006, 55’)
“Da quel giorno il nostro nome fu spento; quel nome avuto nel santo Battesimo, scelto dai nostri genitori ci fu tolto per sostituirlo con un numero qualunque fattoci capitare dal destino.
Con quel numero ci chiamavano al lavoro, all’appello, alla visita medica, perfino le punizioni venivano inflitte al numero…” (Anselmo Mazzi: Memorie di un internato militare italiano).
Alessandro Di Gregorio nato a Vasto vive a a Roma; 34 anni, regista, ha al suo attivo documentari, speciali televisivi, spot pubblicitari e cortometraggi.
Ha vinto, nel 2007 con 8744, il film sulle deportazioni dopo l’8 settembre del ’43, il premio “Libero Bizzarri – Il nostro tempo è ora” ed il premio come miglior documentario al 2° Festival del documentario d’Abruzzo.
Nel 2008 con “Confessioni di un Avatar” ha vinto nuovamente il Libero Bizzarri.
Presentazione alla pagina web http://www.webacma.it/2010/doc_cafe/doc_cafe_30_aprile_2010.htm
INFO: 085 4210031 – www.webacma.it – www.abruzzodocfest.org
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“8744” prende le mosse dalla storia del professor Bernhard Lehmann per raccontare una delle pagine più dolorose della nostra storia recente: quella degli oltre 500mila italiani deportati in Germania dopo l’8 settembre 1943 e costretti a lavorare nelle fabbriche belliche naziste.
50 mila di loro morirono a causa delle condizioni igienico-sanitarie precarie, della denutrizione e delle violenze psicologiche e fisiche cui vennero sottoposti.
Si stima che altri 50mila di loro morirono – tra la primavera e l’autunno del 1945 – al loro rientro in Italia.
Nel 2001 Bernhard Lehmann, insegnante del liceo Paul Klee di Gersthofen (Baviera) intraprende con alcuni studenti un progetto di ricerca sul lavoro coatto durante il Terzo Reich.
Scoperto che nella Hoechst A.G. e nella Transehe, due industrie chimiche di Gersthofen, erano stati deportati e schiavizzati centinaia di militari e civili provenienti in prevalenza da Russia, Ucraina e Italia, Lehmann decide di comprendere fino in fondo la portata del fenomeno.
L’attenzione del professore si focalizza in particolare sugli internati italiani ed ucraini, quelli che la Fondazione “Memoria, Responsabilità e Futuro” – istituita con la legge della Repubblica Federale Tedesca del 12 agosto 2000 allo scopo di indennizzare il lavoro coatto estorto dalla Germania nazista – aveva deciso di escludere dal programma di risarcimento. Di fronte alla chiusura da parte delle Istituzioni e delle fabbriche nel concedergli l’accesso ai rispettivi archivi, Lehmann decide di citare in giudizio la municipalità di Gersthofen; vince il ricorso e riesce a ricostruire le liste dei nostri connazionali internati nella Hoechst A.G. e nella Transehe: i cosiddetti “schiavi di Hitler”.Inizia così a cercare di contattare eventuali superstiti (o le famiglie dei deceduti) e, parallelamente, ad organizzare eventi di beneficenza per raccogliere fondi da destinare ad un simbolico risarcimento degli ex internati.
Dopo aver raccolto circa 75mila Euro ed aver individuato i destinatari del suo gesto di riconciliazione, inizia un pellegrinaggio che lo porta a toccare diverse località italiane: Trieste, Como, Casina (RE), Arezzo, Roma, Galluccio (CE). Nel corso del viaggio incontra gli ex internati deportati a Gersthofen e le loro famiglie; consegna loro un assegno simbolico di 750 Euro e le scuse a nome del suo Paese.
Rientrato in Germania si attiva per realizzare un monumento alla memoria degli internati militari e civili deportati a Gersthofe; il monumento verrà inaugurato il 24 ottobre 2005.
“8744” è un documentario che racconta il passo indietro fatto da una Nazione – la Germania – sulla strada della riconciliazione, del perdono e del rispetto dei lavoratori e della dignità umana. “8744” è la testimonianza dell’impegno di un uomo, il professor Bernhard Lehmann, affinché quegli stessi valori non perdano definitivamente di significato.
Il documentario si divide in due parti: una prima parte in cui si ripercorrono le tappe del progetto portato avanti dal professore e dai suoi studenti ed una seconda in cui si ricostruisce il viaggio che lo ha portato in Italia ad incontrare i superstiti del campo di Gersthofen.
Il viaggio del professor Bernhard Lehmann da Gersthofen all’Italia è lo stesso percorso, ma inverso, fatto sessant’anni prima da centinaia di migliaia di persone che sarebbero diventate gli schiavi di Hitler.
Attraverso Lehmann ascoltiamo le loro storie e riviviamo una delle pagine più terribili della storia recente della nostra Europa.
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