Editoria: in arrivo “Le Origini della Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon (1859-1878)” di Alessandro Liviero

Nuovo Libro:

 

Un libro con la storia inedita della nascita delle Guardie d’Onore e dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheondal 1859 al 1878.

Il 19 gennaio scorsosi è tenuto un Convegno di studi in Campidoglio, nel quale la il ricercatore storico Alessandro Liviero (Guardia d’Onore Scelta della Delegazione della Valle d’Aosta) ha presentato il suo l’ultimo studio condotto in oltre quattro anni.

Ne è risultato un volume di circa 600 pagine in cui sono narrate le vicende che coinvolsero in prima persona i Veterani delle guerre combattute negli anni1848-49. Questi ultimi a partire dal 1859 iniziarono a ritrovarsi a Torino motivati da alcune importanti rivendicazioni, costituendo delle apposite Commissioni, senza mai fondare una Società di Mutuo Soccorso. Nel tempo, spiega l’autore, proseguirono così sino ad arrivare al 12 aprile 1874, data in cui fu finalmente fondato il Comizio Generale dei Veterani delle Guerre combattute negli anni 1848-49 per l’Indipendenza e l’Unità d’Italia. Quei Veterani sono da considerare a tutti gli effetti i prodromi dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon.

Un ventennio di storia del risorgimento fino ad oggi sconosciuta è stata finalmente ricostruita minuziosamente, non solo quella relativaal Comizio Generale di Torino ma quella di tantissimi Sotto-Comitati che si fondarono in tutte le regioni del Regno d’Italia e nelle più grandi città, come ad esempio Firenze, Milano, Roma. Genova e tante altre aderendo allo Statuto definitivo che fu approvato il 17 gennaio 1875. Nel volume sono narrati i primi anni di vita di tutti i piccoli Sotto-Comitati, con centinaia e centinaia di nomi di Veterani che si iscrissero e parteciparono alla vita e lo sviluppo diquello che è stato il più grande Sodalizio d’Italia, sia numericamente che per importanza tra quelli composti da ex-militari. Tantissimi personaggi del Risorgimento che vi aderirono sono stati nuovamente riconosciuti anche in questo ambito di cui non se ne era mai parlato, poiché il Comizio è stato vittima del revisionismo storico contro il Risorgimento, tema questo ampiamente argomentato nel testo.

Tantissimi i fatti e gli avvenimentinarrati, talvolta incredibili che accaddero, sia per la fondazione dei Sotto-Comitati che durante le attività da loro svolte, in particolar modo nelle grandi città come Firenze, Roma e Milano.

Sinteticamente l’autore riassume così la sua opera:

«Quest’opera costituisce un unicum, poiché è la prima volta che viene ricostruita la storia della Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon (1859-1878). In essa sono minuziosamente descritte tutte le vicende che videro come protagonisti i Veterani delle guerre del 1848-49. La ricerca ha portato alla luce una grandissima documentazione, che abbraccia vent’anni di storia del Risorgimento italiano completamente ignorati dalla storiografia italiana, su cui venne calato il silenzio da parte del revisionismo storico. Lo studio ha ridato onore a tutti gli ex-combattenti che servirono la patria fedeli a Casa Savoia»

Quest’opera si rivolge in particolare a tutti coloro che amano conoscere la nostra storia patria, considerando l’importanza didivulgarequesto ventennio di storia fino ad oggi sconosciuta.

 

Questo studio sarà pubblicato nel prossimo mese di giugno dalla Bastogi Libri di Roma.

L’autore e la Casa Editrice BastogiLibri, informano tutti coloro che fossero interessati all’acquisto del volume che è possibile effettuarne la prenotazione ad un prezzo scontato del 15% dal prezzo di listino – ossia a Euri 42,50 anziché 50,00, a cui si devono aggiungere euri 4,50 di spese di spedizione.

Questa prevendita in offerta terminerà il 3 maggio c.a.

 

In ultimo l’autore e la Casa Editrice sono lieti di comunicare che si è deciso di inserire nel volume una

TABULA  GRATULATORIA

Ovvero, tutti i nominativi di coloro che prenoteranno e quindi si acquisterannoil volume, entro la precitata data, saranno scritti nel volume in una appositaTabula Gratulatoria, a ringraziamento per il loro nobile gesto compiutocontribuendoalla pubblicazione del volume,quei nominativi rimarranno così nel tempo a testimoniareil loro amore per la storia.

 

 

 

Inserire la Cedola Libraria

 

 

 

 

 

 

 

 

Biografia dell’autore Alessandro Liviero

Alessandro LIVIERO nato ad Aosta nel 1957, ricercatore storico, è autore di molte ricerche pubblicate dal 1997 ad oggi su « Lo Flambò – Le Flambeau» rivista del Comité des TraditionsValdôtaines. Collabora con il Dipartimento di Soprintendenza ai beni e attività Culturali della Regione valle d’Aosta.

É coautore con E. Tognan dei seguenti libri: Il était une fois … le bourg d’Antey-Saint-André et son château au moyenâge(monografia 1998) – Nel 2003 il libro Alamans, elementi per una storia della colonizzazione Walser in Valle d’Aosta, pubblicato nel dal Walserkulturzentrum di Gressoney-Saint-Jean. Nel 2008 il volume : De Verrecio et Alexini – Histoire et généalogie d’une ancienne famille noble valdôtaine (XIIe-XVIIIesiècles).

Nella collana dell’ArchivumAugustanum, dell’Archivi Storico della Regione Valle d’Aosta ha pubblicato nel 2001, coautore con E. Tognan, Le cartulaire du monastère Saint-Gilles de Verrès – 1784, sul ritrovamento del raro documento. Nel 2021 nel XIII vol. dell’ArchivumAugustanum, nuovaserie:Histoire et généalogie de la branche des coseigneurs d’Avise qui s’établit à Verrès (XIV e – XV e siècle).

È autore dei seguenti libri: nel 2002 Humbert-SéraphinJacquin – Père Blanc missionnaire d’Afrique nel medesimo anno: Villefranche – storia di un antico borgo.

Uno studio pubblicato sul Bollettino n° 6 del 2010 della Soprintendenza per i beni e le attività Culturali Regione Valle d’Aosta: Elementi per la storia del castello di Sarre dal 1805 al 1844.

Ancora nel 2010: La storia del jambon de Bosses e della salumeria del territorio di Saint-Rhémy-en-Bosses (il prosciutto di Bosses dal periodo romano ai giorni nostri).

Ancora autore nel 2014 del libro La boucherie à domicile nel territorio di Etroubles (XVII-XX secolo). Nel 2015, sul Bulletino dell’Accademia di Sant’Anselmo di Aosta uno studio dal titolo: Nuove ricerche sull’autore de L’Amant de Jésus-Christ ovvero il Servo di Dio Jean-Antoine Pellissier di Saint-Oyen.

Nel 2017, pubblica un libro ricerca storica mai eseguita che ha portato alla luce 86 sconosciuti Caduti in Francia nella Grande Guerra con le loro biografie, dal titolo: Caduti valdostani nella Grande Guerra … dimenticati in patria, patrociniodella Presidenza del Consiglio della Regione Valle d’Aosta.

Nel 2018, con il medesimo patrocinio, il libro Aosta ai suoi Caduti nella Grande Guerra in cui è ricostruita la storia dimenticata degli otto monumenti della città eretti in onore dei suoi Caduti con le loro biografie.

Nel 2021 pubblica il volume: Il Père Laurent e il Refuge des Pauvres, la storia del suo fondatore e tutte le vicissitudini della sua opera e il sostegno avuto da Casa Savoia nel tempo.

Negli anni ha collaborato e collabora con alcune Riviste italiane e francesi.

Collaboratore del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto per il censimento dei militari trentini Caduti in Galizia (Polonia) durante la prima Guerra Mondiale.

 

 

 




Brunico. Gaetano Braga finalmente ritrovato

di Stefano Veggetti*

Cosa determina il vero valore di un artista? Il suo innato talento, la capacità di sacrificarsi per raggiungere la perfezione assoluta, l’abnegazione totale alla sua missione durante il corso della propria esistenza, oppure il segno indelebile che lascia dietro di sé e per cui viene ricordato? Non esiste una sola risposta. Una cosa è però certa: Gaetano Braga, violoncellista e compositore, è stato una stella nel firmamento musicale europeo della seconda metà dell’Ottocento.

Se avessimo una bacchetta magica e riportassimo Braga nei giorni nostri, come violoncellista sarebbe paragonato a Yo-Yo Ma, e come compositore di arie per canto, godrebbe di notorietà a livello mondiale con la sua più celebre melodia, la Leggenda Valacca, tanto quanto Domenico Modugno con il suo Volare. Allora perché continuiamo a ricordarlo solo in alcune sporadiche occasioni o anniversari?

Il motivo è sempre lo stesso: se nasci in un piccolo paese di provincia e la natura ti regala un grande talento e hai poi la fortuna di trovare un mecenate che ti permette di coltivarlo, devi dirigere le tue mete altrove. La maggior parte delle volte non vi fai ritorno, creando un distacco dalla tua comunità di appartenenza che può portare a sentimenti di estraneità, invidia e gelosia da parte di coloro che sono rimasti.

Chi si accorge dello straordinario talento musicale del fanciullo è la duchessa d’Atri, che lo spinge verso il Conservatorio di Napoli, in quel momento la scuola di musica più prestigiosa d’Europa, assicurandone protezione e aiuto. L’avventuroso e lungo viaggio del fanciullo undicenne per raggiungere Napoli, accompagnato dal padre, è già un segno premonitore del futuro del ragazzo. Legge il manifesto della rappresentazione di un’opera di Mercadante, che sarà poi il suo maestro, e vi partecipa. Ne esce ipnotizzato e pone come sua meta quella di comporre per il teatro.

Dotato di una voce straordinaria e di una memoria strabiliante, sfugge per poco all’operazione di castrazione destinata ai coristi della Cappella Sistina, dove avrebbe dovuto accedere. Persa la voce sopranile con la mutazione, viene folgorato casualmente dal violoncello, che d’ora in poi diventa il suo mezzo d’espressione durante l’intero suo percorso artistico, ed è affidato agli insegnamenti del violoncellista Ciaudelli, rinomato didatta che Paganini afferma essere stato suo discepolo. Ma porta avanti infaticabilmente e parallelamente anche lo studio della composizione.

Conclusi gli studi a Napoli, comincia il suo perenne girovagare che lo porterà a stabilirsi a Parigi (ottobre 1854) e comincia a collezionare i primi successi teatrali, che fanno presagire un futuro pieno di trionfi. In effetti, tali furono le rappresentazioni delle prime opere a Napoli e Vienna, seguite da rappresentazioni nei teatri della Scala a Milano, Parigi, Trieste, Modena, Cagliari, Venezia, Lisbona. Ma l’insuccesso dell’ultima opera Caligola rappresentata alla Scala, orchestrato con una congiura nei suoi confronti, e la conseguente delusione, lo spingono a porre fine alla carriera di compositore teatrale. I successi come violoncellista (il più grande della metà dell’800 insieme ad Alfredo Piatti) e compositore e di arie per voce continuano, senza interruzioni, fino al suo ritiro dall’attività di concertista nel 1894 quando da Parigi, dopo 40 anni, si trasferisce a Milano dove conclude la sua esistenza terrena.

La rilevanza artistica di Braga quale violoncellista e compositore è testimoniata dalle personalità artistiche e letterarie che erano legate alla sua figura, specialmente durante gli anni trascorsi a Parigi. Per citarne alcune: Verdi, Saint-Saëns, Gounod, Debussy, Meyerbeer, Borghi Mamo e Sivori tra i musicisti e compositori. Tra gli scrittori e letterati: Balzac, De Lauzirés, Dumas, D’Annunzio, Boito. Boldini, Delacroix e Morelli tra i pittori. Ma è il rapporto unico con Rossini a Parigi che conferma il suo status di artista celebrato. Il venerato maestro ne ammira il talento (lui che ne aveva da vendere), accoglie il giovane artista quasi come un figlioccio e gli dedica uno dei brani più belli per violoncello: Une larme. Lo vuole ospite fisso nel suo salotto parigino fino a coinvolgerlo nella preparazione ed esecuzione del suo ultimo capolavoro, la Piccola Messa Solenne. Così come straordinaria è l’amicizia con Antonio Fogazzaro che lo fa protagonista della novella Il fiasco del maestro Chieco, dove lo immortala e lo ritrae nella sua unicità di personaggio straordinario: eccezionalmente talentuoso, irriverente, sempre pronto allo scherzo, immerso totalmente nella musica appena abbraccia il suo violoncello che suona con occhi semichiusi, dando alle sue esecuzioni una vita indiavolata, facendo sospirare e gemere lo strumento più dolcemente di qualsiasi voce umana.

La monografia e l’epistolario che il Prof. Di Leonardo ha dato alle stampe sono una pietra miliare nel restituire (finalmente ed in modo definitivo) la straordinaria figura di Gaetano Braga al giusto riconoscimento e ammirazione che merita. Con un’attenta ricerca e una scrittura avvincente, l’autore ci offre uno sguardo approfondito sulla vita e l’opera del musicista, ripercorrendo ogni tappa significativa della carriera del musicista analizzandone la parabola artistica nel contesto culturale del suo tempo. Scorrendo la monografia ci immergiamo nelle vicende travagliate e appassionanti della vita di Braga, seguendo il suo percorso di crescita artistica e le conquiste sulle scene musicali europee. L’autore della monografia si cala nelle vesti di un detective competente ed appassionato, riporta con cura l’incredibile quantità di documenti scovati negli archivi d’Italia e d’Europa nel corso della sua lunga attività di studioso, li ordina, li verifica in modo inequivocabile, con un approccio di sincero rispetto e ammirazione verso il musicista. Aggiunge al testo note che sono illuminanti e schede sorprendenti per ricchezza di informazioni e considerazioni sui vari personaggi che hanno girato nella vita di Braga. Un lavoro titanico con un risultato straordinario. Con queste due ultime pubblicazioni dedicate a Gaetano Braga e con la realtà della Casa Museo Gaetano Braga, non c’è più giustificazione per continuare ad ignorare questo artista, che è sicuramente il personaggio più illustre di Giulianova. Doveroso è quindi promuovere la diffusione di questi lavori, nelle biblioteche ma soprattutto nelle scuole, dove si aprono innumerevoli opportunità di ricerca e approfondimento sulla vita e l’opera di Braga e di richiami storici e culturali riferiti alla vita di questo straordinario e unico artista. Braga avrebbe voluto tornare e concludere i suoi giorni a Giulianova ma non vi riuscì, a causa dei suoi parenti litigiosi e della mancanza di amici ed ambiente musicale e culturale adeguato. Tuttavia, grazie a questo studio appassionato del Prof. Di Leonardo, il musicista è riportato idealmente alle sue radici, riconciliandolo con la sua terra d’origine.

Nella Biografia di Braga sono compresi pregevoli saggi, anch’essi con taglio scientifico, sulla famiglia Gagliano, liutai in Napoli, su Gaetano Ciaudelli, alunno di Paganini e docente prestigioso, su Achille De Lauzières, poeta, librettista e musicologo, e su altri personaggi che hanno interagito con Braga.

Le opere di cu abbiamo trattato sono le seguenti:

– Giovanni Di LeonardoGaetano Braga, l’artista e il violoncello incantatore. Un musicista europeo del secondo Ottocento, Castellalto (TE), EditPress edizioni, maggio 2022.

– Giovanni Di Leonardo, Gaetano Braga attraverso la corrispondenza.Epistolario di un’anima artistica, con la consulenza musicale del M° Sergio Piccone Stella, Castellalto (TE), EditPress Edizioni, maggio 2023.

Stefano Veggetti

Brunico, 14 Marzo 2024

 

 

*Nato a Roseto degli Abruzzi, vive a Brunico, dove è violoncellista e direttore dell’Ensemble Cordia, nonché direttore artistico dell’Accademia di Musica Antica. Si è esibito come solista e in gruppi prestigiosi nei teatri e nei festival più rinomati in Europa e in America. Ha curato, su incarico della Sovrintendenza Archivistica Abruzzese, il restauro dell’opera inedita Ruy Blas e delle memorie di Gaetano Braga conservate nella biblioteca Bindi di Giulianova. Insegna Violoncello Barocco presso il Conservatorio dall’Abaco di Verona.

 




GIULIANOVA. “L’ALBERO DI FALCONE” – MESSA A DIMORA ESSENZE ARBOREE: mercoledì 27 marzo, ore 9

Aderendo al progetto di educazione alla legalità, denominato “Un albero per il futuro” e promosso dal
Ministero della Transizione ecologica, gli alunni delle classi terze di scuola secondaria e quelli delle classi
quinte delle scuole primarie incontreranno i Carabinieri della Forestale di Pescara per mettere a dimora
e prendersi cura di un albero simbolo dell’impegno e della lotta alle mafie: l’albero del giudice Giovanni
Falcone. Alcune gemme del famoso Ficus, che cresce nei pressi della casa del giudice assassinato nel
1992, sono state raccolte per creare nuove piante. Una di queste sarà donata all’Istituto Comprensivo
Giulianova 2 il prossimo 27 marzo 2024.
In tale occasione, alle ore 9:30 le classi terze della scuola secondaria “Bindi/Annunziata” e le classi quinte
delle scuole primarie “G. Braga” e “Don Milani” parteciperanno ad una conferenza tenuta dal personale
del reparto Carabinieri della Biodiversità di Pescara.
Con la collaborazione dell’associazione “UN ALBERO IN PIU’” metteremo a dimora l’ALBERO DI
FALCONE, una pianta che richiederà cure costanti per rappresentare l’impegno della nostra istituzione
nell’educazione alla legalità, .
Assieme a quest’albero, i Carabinieri doneranno al nostro Istituto altri venti esemplari arborei: queste
piante, tipiche dell’ambiente mediterraneo, saranno messe a dimora negli spazi esterni del plesso
scolastico “V. Bindi” e contribuiranno ad arricchire il grande “Bosco della Legalità”, un bosco diffuso in
tutta Italia grazie al coinvolgimento di centinaia di scuole del nostro Paese.
Questa iniziativa aiuterà l’assorbimento di anidride carbonica e coinvolgerà gli studenti nel contrasto ai
cambiamenti climatici, fornendo loro competenze ambientali ed ecologiche e promuovendo la legalità e
la cittadinanza attiva.




Torrevecchia Teatina, nasce la nuova realtà socio-culturale LIBRA

L’Associazione di Promozione Sociale si è presentata ufficialmente

Sabato 23 marzo 2024 si è svolta al ristorante Le Duchesse di Torrevecchia Teatina, la serata di presentazione ufficiale dell’APS-ETS LIBRA.

Un grande successo di pubblico, con il locale sold out, che ha visto la partecipazione dell’amministrazione comunale di Torrevecchia Teatina nelle persone del sindacoFrancesco Seccia e l’assessore alle Politiche SocialiValeria Sbaraglia.

Un’associazione costituita da donne alla cui presidenza c’è l’imprenditrice Martina Baboro che ha al suo fianco: Elisabetta Di Francesco (psicologa, vice presidente), Giorgia Altobelli (sociologa, tesoriere), Francesca Di Giuseppe (giornalista, segretario), Tania Fatone e Antonella De Donatis entrambe socie fondatrici.

“Quando nasce un’associazione – ha dichiarato nel suo saluto il primo cittadino – per chi amministra e per la comunità è sempre un valore aggiunto così come sono le donne. Sono convinto che laddove l’uomo applica la violenza, è solo perché non riesce a stare al passo delle stesse. Iniziare è difficile ma non impossibile, portare avanti un progetto, perseguire gli obiettivi è la cosa più complicata auguro quindi a voi donne con la grinta negli occhi e la voglia di fare, di far nascere belle iniziative che spero il territorio riesca a recepire, raccoglie e si impegni a sostenere”.

“E’ da un anno che lavoriamo per rendere attiva la nostra APS – dichiara la presidenteBaboro – è stata una serata emozionante anche solo nel veder finalmente giunto il momento. Siamo donne determinate con le idee chiare su come agire e i progetti da portare avanti e ne abbiamo già diversi in corso di realizzazione. Siamo neonate e abbiamo bisogno di sostegno e di chi crede in noi; siamo aperte e cooperazioni con altre associazioni ed enti del terzo settore. Femministe? No, crediamo fermamente nella collaborazione tra tutti; quindi se qualche maschietto vuole essere dei nostri ne siamo ben felici. Ci aspetta – conclude Martina Baboro – tanto lavoro ma non ci spaventa”.

 

INFO LIBRA

L’Associazione di Promozione Sociale, iscritta al RUNTS (Registro Nazionale Terzo Settore) con sede proprio della cittadina in provincia di Chieti, inizia dunque la sua attività sul territorio.

L’APS ha quale mission la promozione e intrattenere rapporti con altre organizzazioni del Terzo Settore e con enti pubblici del territorio regionale al fine di realizzare intenti, programmi e iniziative comuni.

 

 

LIBRA APS-ETS ATTIVITA’:

  • organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche e ricreative di interesse sociale;
  • organizzazione e gestione di attività turistiche di interesse sociale, culturale e religioso;
  • organizzazione e gestione di attività sportive amatoriali.

 

OBIETTIVI:

Attività di cui sopra che consentiranno, con le prestazioni dei volontari dell’APS-ETS LIBRA, di raggiungere i seguenti obiettivi:

  • realizzare attività di promozione del benessere psico-fisico delle donne adulte;
  • promuovere e realizzare attività ricreative a sostegno del processo di crescita personale, sociale e relazionale del mondo femminile over 30;
  • promuovere attività di sensibilizzazione verso la pratica sportiva amatoriale;
  • promuovere e realizzare eventi, manifestazioni e attività formative volti a diffondere il tema della parità e dell’uguaglianza di genere anche attraverso il coinvolgimento delle scuole;
  • promuovere e realizzare gite e attività turistiche di carattere sociale, culturale e ricreative.

 

 

Info: libraaps23@gmail.com

Stampa: libraufficiostampa@gmail.com

Pagina Facebook: LIBRA




NASCE “GIORNALISTE ITALIANE”, UN’ASSOCIAZIONE DI DONNE NEL MONDO DELL’INFORMAZIONE

Il mondo dell’informazione al femminile

 

Giovedì 21 marzo, a Roma è stata presentata l’associazione “Giornaliste Italiane”, presso la sede di Associazione Civita a Piazza Venezia.

 

Le donne stanno vivendo una congiuntura storica favorevole che le vede alla guida delle Istituzioni europee, dalla Commissione con Ursula von derLeyen, al Parlamento con Roberta Metsola ed in Italia con Giorgia Meloni, prima donna Presidente del Consiglio della storia repubblicana. E poi ancora con Antonella Polimeni, prima rettrice donna dell’Università La Sapienza, una delle più grandi d’Europa, dove si forma la futura classe dirigente.

 

Le fondatrici credono sia giunto il momento di spingere sull’acceleratore per superare i luoghi comuni e passare alle azioni: quante donne dirigono quotidiani, agenzie e testate radio e tv? E quelle poche che ci sono, guadagnano quanto i loro omologhi uomini?

 

Su 38 direzioni di giornali in Italia, 6 direttori sono donne e 32 sono uomini. È quanto emerge dalla mappatura digitale del divario di genere nel giornalismo italiano, realizzata da SocialCom e presentata durante l’evento.Sono necessarie azioni mirate alla valorizzazione delle donne e al raggiungimento di una piena parità di generesia nell’occupazione sia nella crescita professionale.

 

La parità dei diritti deve essere reale e non artificiosamente simulata attraverso la creazione di quote stabilite per legge. L’obiettivo finale non può e non deve essere l’introduzione di neologismi come “direttora”, ma lo sradicamento dei pregiudizi che pongono le giornaliste in posizione subalterna rispetto agli uomini. Le riforme vere e necessarie non sono quelle lessicali, bensì quelle culturali.Come ha ricordato il Presidente Mattarella, le donne hanno bisogno di un supplemento di fatica per affermarsi, ma quando ottengono ruoli di rilievo, sono affidabili, capaci, caparbie e rispettose.

 

Un ringraziamento adIlaria Alpi, dicui il 20 marzo ricorreva il trentesimo anniversario dell’uccisione,perché “ci ha lasciato un messaggio importantee cioè che nonconta essere uomini o donne, l’importante è che i giornalistisiano capaci. Ecco perché abbiamo pensato di creareun’associazione di giornaliste, per dare voce a tutte quellecolleghe che oggi, pur essendo brave, non hanno il successo chemeriterebbero”. Così Ida Molaro, giornalista parlamentaredi Mediaset, ha dato il via alla presentazione.

 

“Questa è un’associazione di cui c’era un gran bisogno, per ottenere più diritti, meno pregiudizi ed essere libere di valere,come dice il nostro slogan”, afferma Paola Ferazzoli, giornalista Rai nonché segretario di “Giornaliste italiane”.

 

“Farsi valere non è facile e non è uguale per tutti. Vogliamo essere una squadra che cammina insieme alle altre, per raggiungere obiettivi comuni.Puntiamo a nuovi modelli di organizzazione del lavoro che non implichino rinunce professionali per le donne, che garantiscano loro le stesse prerogative di cui godono i colleghi uomini nelle progressioni di carriera e nel raggiungimento di ruoli apicali. L’associazione ha l’ambizione di diventare un manifesto culturale per tutte le giornaliste libere: libere dalle appartenenze e dalle catene del conformismo linguistico-culturale.Dar vita ad una nuova associazione di giornaliste è una priorità non più rinviabile. Siamo professioniste della comunicazione che meritano rispetto, lo stesso che darebbero ad un uomo. Siamo tenaci, affidabili e caparbiee abbiamo l’ambizione di diventare un movimento culturale per le colleghe. Non siamo le “mogli di”, “fidanzate di”, “amiche di”, non siamo una specie protetta. Non ci interessa essere chiamate ‘direttora’, ma farci trattare da direttore ed il confronto con tutte le donne, con l’obiettivo di migliorare questo percorso, è per noi una stella polare”.

 

Questo il messaggio unitario che vuole essere diffuso dalle fondatrici dell’associazione: Paola Ferazzoli, Federica Frangi, Elisabetta Mancini, Maria Antonietta Spadorcia,Ida Molaro, Francesca Avena e Manuela Biancospino.Tra le promotrici dell’evento, Giovanna Ianniello, responsabile della comunicazione e storica portavoce del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e Silvia Cirocchi, portavoce del Ministro Nello Musumeci.Direttrici e direttoridi vari quotidiani, agenzie di stampa, testate televisive e volti noti della tv hanno partecipato all’evento, nonché vertici Rai.

 

Importanti le parole delle istituzioni presenti, tra cuiil Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano; la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Maria Roccella ed il Ministro per la protezione civile e le politiche del mare,Nello Musumeci.

 

Libere dai pregiudizi, libere di valere. Abbiamo sintetizzato in questo slogan, riportato anche nel nostro sito (www.giornalisteitaliane.it), le ragioni che ci hanno convinte a costituire l’associazione “Giornaliste Italiane”.Giornaliste perché abbiamo fatto la gavetta macinando chilometri e fallimenti,Italiane perché veniamo da ogni angolo di quello che consideriamo il Paese più bello del mondo, la casa che ci ha dato le radici. E proprio come di una casa ce ne prendiamo cura raccontandone, con il nostro lavoro, non solo i pregi ma anche i difetti da correggere.Il Tricolore richiamato nella penna stilografica che abbiamo nel nostro logo è un omaggio alla Costituzione che all’articolo 12 recita: La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso a tre bande verticali di eguali dimensioni”, è questo che affermano coralmente le fondatrici.

 

La mission di “Giornaliste italiane” è di puntare a nuovi modelli di organizzazione del lavoro che non implichino rinunce professionali per le donne, che garantiscano loro le stesse prerogative di cui godono i colleghi uomini nelle progressioni di carriera e nel raggiungimento di ruoli apicali.

 

Tra gli obiettivi centrali anche una battaglia culturale e fattuale per promuovere la reale parità di genere, anche grazie ad azioni che rimuovano gli ostacoli che le donne incontrano ogni giorno per coniugare lavoro e famiglia.L’intenzione è quella di lavorare con la solerzia che scaturisce dalla forza femminile: coscienza e coraggio.

 

 

NELLA FOTO: Le socie fondatrici, da sx: Francesca Avena, Paola Ferazzoli, Ida Molaro, Manuela Biancospino, Elisabetta Mancini, Federica Frangi e Maria Antonietta Spadorcia.

 




Abruzzo DAB+, Consorzio che rappresenta le storiche radio abruzzesi al servizio dell’Abruzzo

Abruzzodab

 

PESCARA – L’11 Marzo 2024, sono iniziate le trasmissioni radiofoniche in DAB+ (Digital Audio Broadcasting) sul canale 7B delle 17 emittenti sparse in tutta la regione Abruzzo. E’ stato infatti attivato un ripetitore che copre tutta la costa abruzzese e parte dell’entroterra.

Non è una coincidenza che l’attivazione del Consorzio Abruzzo DAB+ coincide proprio con il giorno della elezione del nuovo Consiglio Regionale D’Abruzzo e della riconferma del Presidente Marco Marsilio che certamente riserverà particolare attenzione all’unico Consorzio abruzzese DAB+.

Le radio abruzzesi che fanno parte del consorzio e che sono radicate sul proprio territorio sono:  Radio Abruzzo Marche, Radio C1, Radio Centrale, Radio Città, Radio DJ International, Radio Frequenza, Radio G Giulianova, Radio Lanciano, L’Aquila 1, Radio Monte Velino, Radio Sole, Radio Stella, Radio Super Hit, RTin Radio.

A queste vanno aggiunte Radio Luna Network, Radio Margherita e Radio Norba.

“Aspettavamo l’autorizzazione per l’attivazione del nostro primo ripetitore già da tempo – afferma il Dott. Giovanni Fimiani, presidente del Consorzio – e quando abbiamo realizzato che l’11 Marzo avrebbe segnato la storia della nostra regione negli ultimi due giorni ci siamo impegnati 24 ore su 24 per cogliere questa occasione. E ci siamo riusciti”.

“Il nostro Consorzio – aggiunge Fimiani – rappresenta le radio storiche della regione Abruzzo, le pioniere dell’etere in FM, e le tre più grandi realtà del Mezzogiorno con un patrimonio netto di tutti i consorziati di circa 5 milioni di euro. Tutte le radio sono dirette da persone competenti e di esperienza, ma il nostro intento è quello di far avvicinare il più possibile i giovani all’attività radiofonica e di informazione. I soci del Consorzio Abruzzo DAB+ stanno già lavorando su nuovi progetti di informazione, culturali, sociali e per le scuole che coinvolgeranno una popolazione di oltre 700.000 abitanti.”

Tutte le emittenti radiofoniche del Consorzio seguiranno con attività informative e promozionali ogni ambito delle attività istituzionali locali e regionali con un costante supporto alla Comunicazione per gli Abruzzesi.

“Colgo l’occasione – conclude Fimiani a nome di tutte le radio associate – per augurare al Presidente Marsilio, a tutti i componenti del Consiglio regionale eletti e al Prof. Luciano D’Amico in rappresentanza di tutta l’opposizione, una sana e costruttiva collaborazione per il bene e la crescita del nostro Abruzzo”.

 

Abruzzo DAB+




Torano Nuovo. Concetto Zenobi (1897 – 1944), un toranese morto a Mauthausen (Austria)

Grazie alla sensibilità della Sindaca di Torano Nuovo, Anna Ciammariconi e dell’avviso di ricerca del deportato Concetto Zenobi (rubrica lettere) della sezione ANED di Roma sul periodico “Triangolo Rosso” (edito dall’Associazione nazionale ex deportati nei Campi nazisti), ho scoperto questa incredibile storia. Da ex combattente e invalido della Prima Guerra Mondiale a partigiano con l’O.M.P.C.I.-Organizzazione Militare del Partito Comunista Italiano a Roma.

Ebensee

Concetto Zenobi, figlio di Giustino e Teresa Antonini, nasce in contrada Case Lucidi di Torano Nuovo (provincia di Teramo), alle ore 23, dell’8 dicembre 1897. L’11 maggio 1916 viene arruolato in 2° categoria con le seguenti caratteristiche: alto 1,50 e 0,80 di torace; capelli biondi e ondulati; naso e mento regolare; occhi celesti e colorito roseo; dentatura sana e di professione contadino; sa leggere e scrivere. Il 3 ottobre viene chiamato alle armi e giunge del deposito dell’81° reggimento fanteria, brigata Torino. Non verrà impiegato perché l’intera brigata riposa fino a dicembre. Il 10 febbraio 1917 viene trasferito nel trevigiano (Asolo e Maser) dove si costituisce il 239° reggimento fanteria – brigata Pesaro. Operante sull’altipiano di Asiago, conquisterà ed indietreggerà più volte sul Monte Zebio. Con la 59° divisione prenderà parte alla battaglia della Bainsizza e sulle alture del Sober (oggi Slovenia occidentale). Alle ore 2,00, del 24 ottobre, si ritrova dentro la battaglia di Caporetto con le forze austroungariche e tedesche che iniziano lo sfondamento, resistendo a Villanova di Monte Fortin (Isonzo) e successivamente oltre il Fiume Tagliamento per riposizionarsi dopo dal Monte Oro a Monte Meda. Il 15 giugno subisce l’attacco degli austroungarici sul Monte Pertica e il Monte Rivon riuscendo a tenere la posizione. Il 23 ottobre, in vista dell’offensiva finale, viene dislocato sul Monte Grappa. Il 26 ottobre, mentre gli austroungarici tentano di sfondare la linea, Concetto Zenobi viene ferito da una granata alla coscia destra e portato in un ospedale da campo. Dopo l’armistizio del 4 novembre, viene inviato nel deposito del 59° reggimento fanteria a Civitavecchia e il 22 maggio 1919 rientra a Torano Nuovo perché congedato. Solo il 31 maggio 1924 gli viene riconosciuta l’invalidità di guerra e la pensione a vita per inabilità alle fatiche di guerra. Si unisce in matrimonio a Torano Nuovo, il 22 gennaio 1925, con Ergisa Conti che gli darà 5 figli. Durante il ventennio fascista, forse per motivi di lavoro, si trasferirà a Roma con tutta la famiglia. Dopo l’8 settembre entra come partigiano nell’Organizzazione Militare del Partito Comunista Italiano. Il 21 dicembre 1943 viene catturato a Roma e portato a Regina Coeli, passando prima per le famigerate prigioni di Via Tasso. Viene prelevato dai tedeschi il 5 gennaio 1944 e deportato in Austria.

Giunge a Mauthausen il 13 gennaio 1944 ed immatricolato con il numero 42054 con classificazione “POL” (deportato politico) e di mestiere operaio. Il primo trasferimento avviene a Schlier-Redl Zipf (Fu uno dei 60 sottocampi di Mauthausen in Alta Austria); poi a Solvay-Ebensee dal  il 12 maggio 1944 (sottocampo di Mauthausen), qui compare nei registri dell’ospedale perché operato dal medico deportato francesce François Wetterwald (1911-1993, medico, poeta e scrittore); per poi tornare di nuovo, il 10 dicembre 1944 a Mauthausen ed infine torna da malato a Zemet-Ebensee. Muore alle 7,55 del  del 14 dicembre 1944 a Ebensee. Aveva da poco compiuto 47 anni. Per lo stato italiano è ufficialmente considerato un partigiano che ha partecipato alla guerra di liberazione sul territorio italiano dall’8 settembre 1943 al 10 marzo 1945 dalla Commissione Regionale Partigiani Lazio. Oggi, dopo 80 anni dai quei tragici fatti, sarebbe auspicabile che il suo comune di nascita gli dedichi una via o un parco.

Walter De Berardinis

© giulianovanews.it

Si ringrazia per le informazioni

Museo di storia contemporanea Ebensee

Mag. a Nina Höllinger

e la Signora

Charlotte Lugmayr Frantz




Ricordo di Mario Setta, a due anni dalla scomparsa. Sulmona, lunedì 25 marzo ore 17:30, Aula consiliare del Comune (Via Mazara 22)

SULMONA – A due anni esatti dalla scomparsa, lunedì 25 marzo 2024 alle ore 17:30, nell’Aula consiliare del Comune di Sulmona sarà ricordato lo storico Mario Setta in un evento intitolato “Il coraggio di un intellettuale libero”. All’incontro commemorativo, che sarà aperto dal saluto e dall’intervento del Sindaco Gianfranco Di Piero, parteciperanno con le loro testimonianze Maria Rosaria La Morgia – Presidente dell’Associazione Il Sentiero della Libertà, Carlo Fonzi – Presidente dell’IASRIC, Giovanni Ruscitti – direttore del Corriere Peligno, Nicola De Grandis – dirigente scolastico, Bruno Di Bartolo – Presidente del Centro Studi Vittorio Monaco, Goffredo Palmerini – giornalista e scrittore, e Franca Del Monaco, compagna di vita che con Mario Setta ha condiviso gli anni dell’impegno civile. Nel corso dell’evento sarà anche presentato il volume “Mario Setta, testimonianze di Libertà” (Edizioni Etabeta), una significativa raccolta di scritti e articoli di Setta, curata da Goffredo Palmerini, usciti sulla stampa in Italia e sulle testate italiane all’estero, dal 2015 al 2022.

 “Mario mi mandava i suoi scritti – scrive tra l’altro Goffredo Palmerini nella pagina di Presentazione che apre il volume -. Erano tutti d’una intensità e d’una profondità etica e culturale straordinarie. Molto spesso ero io stesso che gli proponevo di diffonderli attraverso la rete dei miei contatti stampa. Conoscendo la sua discrezione e la sua modestia egli non lo avrebbe mai chiesto. Ed è così che una straordinaria fioritura di scritti è comparsa su decine di testate in Italia e su molte altre all’estero. Questo modesto tributo spero sia utile per fare un altro passo in avanti verso la consapevole conoscenza di Mario Setta, della sua poliedrica figura di intellettuale, mai sussiegoso, e di uomo a tratti “profetico”. Mi auguro, inoltre, che contribuisca a consegnare un ulteriore tassello alla sua memoria. […]”

Mario Setta (Bussi sul Tirino, 19 novembre 1936 – Sulmona, 25 marzo 2022), frequentato il liceo e gli studi teologici a Bologna, era stato ordinato sacerdote nel 1962. Svolse attività pastorale a Roma, poi dal 1970 fu parroco a Badia di Sulmona. Sospeso a divinis nel 1982 perché candidato come indipendente al Comune di Sulmona, fu eletto consigliere comunale. Laureato in Sociologia e Filosofia, ha insegnato al Liceo scientifico “Fermi” di Sulmona, dove ha diretto il Laboratorio di Storia, curando la pubblicazione dei volumi E si divisero il pane che non c’eraIl sentiero della libertà-Un libro della memoria con Carlo Azeglio Ciampi (Laterza, 2003) e le traduzioni delle memorie degli ex-prigionieri alleati del Campo 78 di Sulmona. Ha pubblicato con Maria Rosaria La Morgia Terra di libertà ed è stato cofondatore dell’associazione culturale “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail”. Ha inoltre pubblicato Cristo ha le mani sporche, il volume autobiografico Il volto scoperto e il libro teologico-poetico di critica al dogma del peccato originale HOMO, Elogio di Eva.




Giulianova. Presentata la X edizione del torneo memorial “Emilio Della Penna” 2024. Premi al mister Nicola Tribuiani e Circolo Colibrì

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Tra atleti, allenatori, accompagnatori, arriveranno a Giulianova, la settimana prossima, quasi in 5000. Il Torneo Memorial Emilio Della Penna, in programma dal 29 marzo al Primo aprile, conferma di essere l’evento calcistico più significativo e partecipato dell’anno. E gli anni, in questo 2024, sono dieci. La X Edizione del Torneo, non a caso, è stata illustrata questa mattina in Sala Buozzi. La presentazione, moderata dal giornalista Walter De Berardinis, ha visto la presenza del Sindaco Jwan Costantini e del patron dell’evento Giulio Ettorre. In platea, il mister per antonomasia Francesco Giorgini. I giovanissimi calciatori delle 143 squadre partecipanti si affronteranno, durante le feste pasquali, sui campi di Giulianova, Tortoreto, Mosciano, Alba Adriatica, Martinsicuro, Porto d’Ascoli. “ Una grande occasione di sport e socializzazione – ha detto il Sindaco Jwan Costantini – ed anche un formidabile veicolo promozionale, prezioso soprattutto perché capace di accendere i riflettori sul territorio in un periodo di bassa stagione”.
Nel corso della presentazione, sono stati assegnati anche quest’anno i premi “Orgoglio giuliese”, andato all’allenatore e uomo di sport Nicola Tribuiani, e “Leo Giannattasio”, attribuito ad Ambra Di Pietro ed Egidio Casati per il Circolo Colibrì. A loro, due opere originali dell’artista giuliese Edoardo Ettorre. Tanti i momenti di vera emozione: dal racconto per immagini dell’attività del Colibrì all’intervento di Stefano Giannattasio, dai ringraziamenti degli organizzatori alle parole commosse di Nicola Tribuiani.
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A CIVITARETENGA ARTE È PARTECIPAZIONE. AL VIA GLI EVENTI DI C.ON.VEN.T.U.S., PROGETTO CULTURALE DI RIGENERAZIONE URBANA CHE FINO A LUGLIO ACCENDERÀ LA PICCOLA FRAZIONE DELL’ENTROTERRA ABRUZZESE

 

Civitaretenga, 21 marzo 2023

 

C.On.Ven.T.U.S è un progetto di rigenerazione urbana attraverso l’arte partecipata che si sta realizzando a Civitaretenga, piccola frazione di Navelli. Sostenuto dal bando Creative Living Lab – Edizione 5, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura che ne ha riconosciuto il valore rendendolo unico vincitore in Abruzzo, ha come ente capofila la Cooperativa di Comunità “Oro Rosso” da sempre attiva per dare alimento alle potenzialità del territorio.

 

Da Marzo a Luglio il progetto realizzerà una serie di laboratori e residenze artistiche finalizzate alla realizzazione di un grande evento finale che andranno a coinvolgere un ampio pubblico a partire dagli abitanti di Civitaretenga e Navelli.  Proprio in questi giorni il TeatroVagante è immerso in una intensa sessione di studio e ricerca creativa sostenuta dal Teatro Stabile d’Abruzzo, affiatato partner di progetto insieme al Comune di Navelli, l’Università degli Studi dell’Aquila e la Fondazione Silvio Salvatore Sarra.

 

Il primo appuntamento aperto al pubblico sarà una sessione residente di 3 giornate professionali di studio dal titolo “Arte è Partecipazione – I processi artistici come motore di rigenerazione dei luoghi e delle comunità” che dal 3 al 5 maggio rifletteranno sull’impatto dei processi artistici nella riattivazione dei territori e sul loro potenziale nel contrasto allo spopolamento degli abitati o alla loro gentrificazione. L’evento è curato da Federico Toso, responsabile del settore Outdoor Arts e Circo di Doc Servizi, e risponde alla missione di promozione e sviluppo della Rete Doc, network di professionisti della cultura e della creatività basato sui valori del modello cooperativo. Le giornate saranno guidate in sinergia con la Federazione Nazionale Arti in Strada, mentor di progetto, e si innesteranno nel solco del proprio ruolo internazionale di promozione di un rapporto costruttivo tra arte e spazio pubblico.

 

Conventus dà voce e forza a un territorio ricco di risorse amplificando la sua vocazione culturale e portando una piccola comunità e i luoghi che vive al centro dell’attenzione nazionale.

 

Per maggiori dettagli sul programma e per saperne di più sul progetto è attivo il sito https://www.conventus.it/.