L’Associazione Colibrì Giulianova: 10 anni di solidarietà da Milano al Senegal

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In occasione del suo decimo anniversario, L’Associazione Colibrì si conferma ancora una volta portavoce di un’umanità senza confini.
Quest’anno, in occasione della sua 10° missione umanitaria, l’associazione giuliese ha risposto all’avviso di donazione di beni dismessi pubblicato dalla Fondazione Irccs Ca’ Granda – Ospedale Maggiore Policlinico, avviando un viaggio di solidarietà che culminerà in Senegal con la consegna di attrezzature ospedaliere essenziali.
Da un decennio, il cuore del Colibrì batte insieme a quello delle comunità che sostiene, dimostrando che la vera dedizione umanitaria supera ogni barriera geografica. La missione di quest’anno inizia con un gesto di grande generosità da parte della Fondazione IRCCS Ca’ Grande Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, che ha scelto di donare attrezzature ancora efficienti ma sostituite da tecnologie più avanzate, assicurando che la loro seconda vita salvi migliaia di esistenze in Senegal.
Egidio Casati, rappresentante dell’Associazione Colibrì, si è recato a Milano lo scorso 29 febbraio per prendere in consegna un’importante dotazione di macchinari medici, tra cui: un ecografo pediatrico di ultima generazione, ecotomografi, sonde ecografiche e altro ancora. Nonostante il loro disuso in Italia, queste attrezzature sono in perfetto stato e rappresentano una risorsa vitale per il Senegal.
Con il ritorno da Milano, l’Associazione Colibrì avvia la fase preparatoria per la partenza verso il Senegal, segnando l’inizio della sua ° del 2024. Questo viaggio non solo porterà speranza e soccorso medico indispensabile ma rafforzerà ulteriormente i legami di solidarietà e comprensione reciproca.
La collaborazione tra il Circolo Colibrì e la Fondazione IRCCS Ca’ Grande Ospedale Maggiore Policlinico è un esempio di come solidarietà e rispetto per l’ambiente possano procedere mano nella mano, trasformando le dismissioni in opportunità di nuova vita. Questo anniversario celebra non solo dieci anni di impegno e dedizione del Colibrì ma anche la potenza della collaborazione e del riuso responsabile, principi che possono veramente cambiare il mondo.
Contatti:
Ambra Di Pietro, Presidente dell’Associazione Colibrì, tel: 389.653.64.53
Egidio Casati, Responsabile Relazioni Esterne dell’Associazione Colibrì, tel: 331.3632559
email: info@associazionecolibri.org



Bellante. Associazione Culturale “Nuove Sintesi”: conferenza dello storico Sandro Galantini sulla Bellante cinquecentesca.

Il 9 marzo conferenza dello storico Sandro Galantini sulla Bellante cinquecentesca.
Porterà i suoi saluti la Dott.ssa Teresa Di Berardino (Assessore Cultura).
L’evento è organizzato dall’Ass.ne Culturale Nuove Sintesi.

BELLANTE – Sabato 9 marzo, alle ore 17.30, nella Biblioteca comunale di Bellante, lo storico Sandro Galantini terrà una conferenza sulla Bellante del ‘500 con particolare riguardo ai gruppi sociali, alla struttura urbana e all’assetto del territorio. Considerata, nei documenti di metà Cinquecento, località “abundante”, cioè demograficamente robusta con i circa mille abitanti contabilizzati nel 1545, Bellante non a caso era “capitale” dell’omonimo marchesato acquaviviano disponendo di ospedale, di servizi strategici per la comunità di pertinenza feudale (dal forno al macello ma soprattutto al mulino, uno dei due in funzione lungo il Salinello) e meglio provvista di «persone civili et facoltose, dottori de legge, et di medicine, notari et altre persone di conditione», cioè di un ceto socialmente, professionalmente e culturalmente di peso. Lo sguardo ampio sulla Bellante cinquecentesca consentirà di comprendere l’importanza di questo centro che si dota di opere d’arte di rilievo, le vivaci relazioni commerciali intrattenute con le vicine Marche, le caratteristiche del territorio, la diffusione della masseria e le fortune di alcuni prodotti agricoli che nel Settecento e nell’Ottocento renderanno Bellante famosa nel Regno di Napoli.




Unitre Giulianova. Il 6 marzo nuova lezione dello storico Sandro Galantini sulla storia del Kursaal. 

 

GIULIANOVA – Domani, mercoledì 6 marzo, alle ore 16 nel Kursaal di Giulianova Lido, lo storico Sandro Galantini illustrerà la storia proprio del Kursaal in occasione dei corsi organizzati dall’Università della terza età e del tempo libero per l’anno accademico 2023-2024.

Attraverso un ricco corredo di immagini, verranno ripercorse le vicende che consentirono a Giulianova, apertasi precocemente al turismo balneare, di dotarsi nel 1913 di un grandioso edificio adibito a Club estivo, il Kursaal appunto, divenuto subito un punto di riferimento mondano per i numerosi turisti che già allora affollavano la spiaggia per i “bagni marini”.

Il vero excelsior si ha però nel 1929, allorché su progetto del noto architetto Antonio Petrignani si realizza la sopraelevazione dell’edificio, che pure era stato il primo in cemento armato nella zona, facendone un lussuoso hotel, vero cuore pulsante del bel mondo negli anni Trenta.




LA RAPPRESENTAZIONE FEMMINILE NELLE OPERE DI ADOLFO DE CAROLIS

 

Un incontro organizzato dalla Cassa di Risparmio di Fermo in occasione dei

150 anni dalla nascita dell’artista

 

Venerdì 8 marzo, presso la Sala Assemblee della Cassa di Risparmio di Fermo a Fermo, si terrà l’incontro “Lina Ciucci: in una donna, mille donne”.

 

L’evento, organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo e dalla Carifermo Spa in collaborazione con il Comune di Montefiore dell’Aso, fa parte di un cartellone di iniziative che si terranno nel corso dell’anno per ricordare i 150 anni dalla nascita di Adolfo De Carolis (6 gennaio 1874  Montefiore dell’Aso, 7 febbraio 1928 Roma).

 

A partire dall’opera giovanile dell’artista “Donna con foulard rosso”, sarà proposta una riflessione sulla figura femminile nei lavori di Adolfo De Carolis.

Alle ore 17,30, dopo i saluti del Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo Giorgio Girotti Pucci, del Sindaco di Montefiore dell’Aso Lucio Porrà e della nipote di Adolfo De Carolis, Donella De Carolis, Stefano Papetti interverrà su “L’eterno femminino: la bellezza ideale nei dipinti di De Carolis”.

 

L’opera “Donna con foulard rosso”, che sarà possibile ammirare dal vivo durante l’incontro,

si colloca agli esordi dell’attività del pittore, frutto di una fervida stagione formativa. Acquistata dalla Fondazione nel 2008, rappresenta la moglie del De Carolis, Lina Ciucci, musa ispiratrice di tante opere dell’artista montefiorano.

L’intenso ritratto femminile fa parte di un Fondo, alimentato nel 2018 da una importante acquisizione, di disegni, schizzi, fotografie, xilografie e dipinti, decarolisiani, fra i quali si segnala il “Trittico del mare”, opera che si colloca al vertice dell’attività dell’artista per la sua qualità pittorica e i riferimenti culturali.

 

Adolfo De Carolis rappresenta una figura complessa ed eterogena, un artista completo, un documentarista attento, cittadino orgoglioso di questo territorio, un protagonista affascinante nel panorama delle arti figurative e decorative a cavallo tra Ottocento e Novecento. Ha influito in modo determinante negli sviluppi formativi del gusto floreale, operando in egual misura anche nei campi dell’illustrazione, della pittura e della fotografia. Collocato dalla critica nel contesto liberty, non ha mai tradito la sua fede artistica nella tradizione rinascimentale. Inconfondibile la sua grafica nelle collaborazioni con grandi letterati quali  Gabriele D’Annunzio e Giovanni Pascoli, per i quali ha illustrato con disegni e xilografie gli scritti più famosi.

 

L’iniziativa si avvale anche della partecipazione della Distilleria Varnelli. È di De Carolis l’etichetta dell’Amaro Sibilla, prodotto nato con la fondazione della Distilleria nel 1868. Un liquore legato ad un’immagine mitologica che sancisce un profondo legame con il territorio, reso ancora più stretto dal decoro della Sibilla che ancora oggi, a distanza di tanti anni, dà lustro al liquore e testimonia le radici antiche dell’azienda con la terra d’origine e la sua storia.

 

L’evento ha l’obiettivo di condividere un patrimonio culturale costituito nel tempo da collezioni d’arte pittoriche e di arti applicate, testimonianza della vita civile del territorio, che la Cassa di Risparmio di Fermo conserva e valorizza.




Gli scrittori italiani a Vienna per il Festival della Letteratura Di Arturo Varè

 

La terza edizione del Festival della letteratura italiana “La Fonte”al Teatro Odeon di Vienna, dall’1 al 3 marzo, ha visto la partecipazione di numerosi noti scrittori italiani che hanno parlato dei temi dei loro libri. Alessandro Barbero, Gianrico Carofiglio, Serena Dandini, Domenico Dara, Manuele Fior, Fabio Genovesi, Dacia Maraini, Stefano Mancuso, Benedetta Tobagi sono solo alcuni dei nomi che hanno affollato l’intensa tre giorni viennese. Una risposta di pubblico estremamente positiva che ha confermato la validità della formula adottata dagli organizzatori:l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna, l’Associazione culturale Librai in Corso e l’Associazione Libellula di Vienna.

 

Gli autori e le autrici che hanno partecipato hanno raccontato la letteratura italiana contemporanea attraverso i diversi generi letterari e linguaggi affrontati nei loro libri, pubblicati anche in tedesco: dal saggio al romanzo, dal graphic novel al giallo fino ai mondi fantastici dei libri per bambini. Lo svolgimento di tutti gli incontri in lingua italiana e tedesca ha permesso un attivo coinvolgimento dei partecipanti che hanno potuto così conversare e confrontarsi con gli autori.

 

L’ambasciatore d’Italia a Vienna, Giovanni Pugliese, ha inaugurato il festival e la Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a Vienna, l’ambasciatrice Debora Lepre, ha introdotto i lavori della giornata di domenica. Nell’ambito del festival è stata anche allestita una mostra di pannelli dal titolo “La penna del diplomatico” ideata e realizzata dall’ambasciatore Stefano Baldi, Rappresentante Permanente d’Italia presso l’OSCE a Vienna.

 

La mostra, composta da pannelli tematici relativi a circa 400 copertine di libri, ha costituito l’occasione per conoscere una nicchia della produzione libraria italiana e scoprire un lato meno noto dei diplomatici, rappresentato dalle loro pubblicazioni. Storia, biografie, memorie e ricordi, politica internazionale, diplomazia, narrativa, poesia e teatro, italiani all’estero, pubblicazioni in altre lingue e monografie sulle ambasciate italiane sono le aree tematiche dei libri illustrati nei pannelli, ciascuno accompagnato da una breve descrizione. Inoltre, un pannello appositamente realizzato per l’occasione è stato dedicato ai libri pubblicati da diplomatici scrittori austriaci.

 

La mostra rientra nel quadro di un vasto progetto di ricerca “La penna del diplomatico” inaugurato nel 2006 con la pubblicazione dell’omonimo libro da parte di Stefano Baldi e Pasquale Baldocci. Ad oggi, la ricerca ha portato all’individuazione e catalogazione di oltre 1.400 titoli pubblicati da oltre 340 autori diplomatici dal secondo dopoguerra, mettendone in luce non solo la considerevole produzione libraria e la loro attività pubblicistica, ma anche gli interessi ampi e diversificati che contraddistinguono chi svolge questa professione.Gli organizzatori, molto soddisfatti per il successo riscosso dall’edizione di quest’anno, hanno annunciato che la quarta edizione del Festival si terrà nel marzo 2025.

 

 




L’AQUILA. E’ MORTO GABRIELE DI FRANCESCO, IL CORDOGLIO DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE

L’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo esprime profondo cordoglio e sincera vicinanza ai famigliari del professore e giornalista Gabriele Di Francesco che ci ha lasciati in data odierna. Già Professore associato di Sociologia generale e giornalista pubblicista, Gabriele Di Francesco è stata una delle colonne portanti dell’ex facoltà di Scienze sociali dell’Università Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, dove ha insegnato Istituzioni di sociologia, Metodologia e tecniche della ricerca sociale, Organizzazione dei servizi sociali. Gabriele Di Francesco ha saputo coniugare il rigore metodologico e didattico con la passione per i processi culturali e antropologici del territorio, studiati con versatilità e originalità. La sua intensa produzione editoriale testimonia la vivacità dei suoi interessi, intellettuali e di ricerca, sempre ispirati al connubio tra conoscenza e territorio.  Nel 2022 il prof. Di Francesco aveva vinto il Premio giornalistico “Polidoro” classificandosi al primo posto.




I COLLAGE IN CONCERTO A SULMONA (L’AQUILA).   SERATA IN SOSTEGNO DEL REPARTO DI ORTOPEDIA DELL’OSPEDALE DI SULMONA

 

VENERDI’ 19 APRILE 2024

ORE 21 – TEATRO COMUNALE SULMONA

Venerdì 19 aprile 2024, alle ore 21, al Teatro comunale di Sulmona (L’Aquila), ci sarà il concerto dei Collage, una delle formazioni italiane più note della musica pop italiana nata alla fine degli anni 70’. L’appuntamento è stato presentato questa mattina nel capoluogo peligno nel corso di una conferenza stampa, che ha visto la partecipazione della formazione sarda, composta dal leader Tore Fazzi (voce solista e basso), Francesco Astara (batteria), Fabio Nicosia (tastiere, pianoforte e cori) e Uccio Soro (chitarre e cori).

Il concerto, promosso dall’Associazione Culturale Nomadi Fans Club “Un giorno insieme” di Sulmona, con il patrocinio del Comune di Sulmona, darà il via alla nuova edizione di “Musica e solidarietà – Una colonna sonora per la vita” a sostegno quest’anno del reparto di ortopedia dell’Ospedale di Sulmona. I posti a sedere sono numerati con prenotazione obbligatoria (per informazioni sulla serata si può contattare il 389 9737620 oppure scrivere a vbisestile@gmail.com).

“Dopo il successo delle precedenti edizioni”, ha spiegato il presidente del Nomadi Fans Club, Vincenzo Bisestile”, “Ci siamo posti per il 2024 un nuovo obiettivo, che è quello di acquistare un macchinario di ultima generazione da destinare al Reparto di ortopedia dell’ospedale di Sulmona e da rendere disponibile per l’utenza del centro Abruzzo. Abbiamo scelto i Collage che hanno subito sposato questa iniziativa di musica e solidarietà”.

L’assessore al bilancio del comune di Sulmona, Armando Critani, ha portato il saluto dell’amministrazione comunale “che da sempre è vicina agli appuntamenti culturali, soprattutto se sono finalizzati a un fine sociale. Appuntamenti di questo tipo sono sempre da lodare e siamo sicuri che anche quest’anno l’obiettivo sarà raggiunto”.

Il direttore facente funzioni del reparto di ortopedia dell’Ospedale di Sulmona, Fabio Lombardi ha spiegato l’obiettivo di quest’anno. “Si tratta di un ecografo portatile, che potrà essere utile al nostro reparto sia in campo diagnostico che terapeutico”, ha spiegato Lombardi, “Sarà utile per le infiltrazioni articolari e soprattutto per l’anca. Ritengo che poter avere nel reparto questo apparecchio ci permetterà di poter migliorare e implementare le richieste che sono sempre più numerose”.

I Collage presenteranno al pubblico tutti i maggiori successi, come “Due ragazzi nel sole”, “Tu mi rubi l’anima” “donna musica”, “Sole rosso” e tutti gli altri, fino al più recente singolo “Rinasco”. “Sono sicuro che questo ecografo portatile arriverà all’ospedale di Sulmona”, ha detto il fondatore del gruppo Tore Fazzi, “Anche la musica fa bene alla salute e al benessere delle persone. Ringrazio l’associazione Nomadi Fans Club e Vincenzo Bisestile per averci coinvolto in questo progetto. Faremo una grande festa il 19 aprile. Canteremo tutti insieme e ci divertiremo. Sin dai nostri esordi siamo sempre venuti a suonare in Abruzzo. Ogni anno facciamo almeno cinque tappe in questa regione e siamo contenti di tornare a Sulmona, dove abbiamo suonato alcuni anni fa”.

I Collage hanno propiziato gli amori estivi di diverse generazioni. Con la loro musica hanno conquistato notorietà e successo negli anni Settanta e Ottanta, affermandosi con un pop melodico originale e coinvolgente. Nel 1976 si aggiudicarono il Festival di Castrocaro con “Due ragazzi nel sole”, mentre l’anno seguente si piazzarono al secondo posto al Festival di Sanremo con il brano “Tu mi rubi l’anima”. Un brano, quello che arrivò secondo alla kermesse sanremese, che poi scalò le classifiche di gradimento, affiancandosi a dei big della musica nazionale e internazionale. Della formazione storica del gruppo, l’unico rimasto è Tore Fazzi. Tra un tour e l’altro la band partecipa ad altre tre edizioni del festival di Sanremo (alla XXIX edizione del 1979 con “La gente parla”, alla XXXI edizione del 1981 con “I ragazzi che si amano” e alla XXXIV edizione del 1984 con “Quanto ti amo”) e lancia in Spagna e Sudamerica “Como dos niños”, “Poco a poco…”, “La gente habla” e “Sol caliente”, versioni spagnole di alcuni tra i maggiori successi del complesso. Negli anni ’90 il rilancio discografico con l’album “Replay” (1994) e l’antologia “Settantaseiduemila” (2000). Nel 2003 nascono le nuove atmosfere di “Abitudini e no”, un progetto discografico di inediti dove le melodie italiane si vestono di sonorità e ritmi rock-blues e persino funky. Dal concerto registrato nell’agosto 2008 a Muro Leccese (Lecce) viene pubblicato un doppio album live nel 2010, che raccoglie le atmosfere delle ultime esibizioni e un nuovo singolo inedito: “Non ti dimenticherò”. Nel 2020, in piena pandemia, il frontman Tore Fazzi pubblica il suo primo album solista, “Lughe noa”, contenente tracce inedite in lingua sarda, oltre alla più classica delle melodie sarde, “No potho reposare”. Nel 2022 il gruppo ha pubblicato il singolo “Accanto”, mentre lo scorso anno è uscito “Rinasco”.




I 2 marzo si parlerà di salute mentale a Teramo

Il 2 marzo ore 18:00 presso il conservatorio Braga di Teramo andrà in scena lo spettacolo teatrale “StraVaganti, voci sorde della mente” con il maestro, Direttore del conservatorio, Federico Paci,  Nancy Fazzini, Sara Palladini, Ilenia Molinis e Daniele di Furia con la partecipazione del Procuratore  capo di Teramo Ettore Picardi in un viaggio nella memoria degli ex-manicomi italiani. Uno spettacolo duro, emozionante, coinvolgente.

Le performer attraverso musica, danza, teatro “giocano”, mettendo a confronto la vita degli internati di un tempo con quella che viviamo ai nostri giorni. Gli spettatori “vivono” così in prima persona la realtà manicomiale, viaggiando nei luoghi e nelle situazioni di internamento accompagnati dalla performance immaginativa di Alessandra Martelli, psicologa di Unite.

Musica, teatro e danza danno parola ai pensieri degli internati. Voci negate di tanti, uomini e donne, rinchiusi nei manicomi, voci che si liberano da quei muri freddi ed incrostati di rabbia, grida, suppliche e silenzi, voci che meritano di essere ascoltate. La sceneggiatura teatrale ha ispirazione anche dal libro “La nave dei folli”di Marcello Mazzoni edito da Artemia Nova Editrice. A presentare la performance , lo scrittore Enzo Delle Monache.




IMMINENTE L’USCITA DEL VOLUME “MARIO SETTA, TESTIMONIANZE DI LIBERTÀ”A CURA DI GOFFREDO PALMERINI

28 febbraio 2024

 

 

L’AQUILA – “[…] Mario mi mandava i suoi scritti. Erano tutti d’una intensità e d’una profondità etica e culturale straordinarie. Molto spesso ero io stesso che gli proponevo di diffonderli attraverso la rete dei miei contatti stampa, conoscendo la sua discrezione e la sua modestia egli non lo avrebbe mai chiesto. Ed è così che una straordinaria fioritura di scritti è comparsa su decine di testate in Italia e su molte altre all’estero. Sarebbe il caso di raccoglierli, questi scritti, per farne una pubblicazione, e forse lo farò. Temi ricorrenti erano approfondimenti storici, filosofici, artistici, sociali, un ampio spettro di questioni trattate con spiccata competenza, esposte con chiarezza e con il dono d’una magnifica scrittura. […]”

 

Così tra l’altro scriveva Goffredo Palmerini qualche giorno dopo la scomparsa di Mario Setta, storico e intellettuale abruzzese, avvenuta a Sulmona il 25 marzo 2022. Un proposito che il giornalista e scrittore aquilano, amico di Setta, sta oraper portare a compimento, essendo il libro in corso di stampa. Il volume “Mario Setta, testimonianze di libertà” (Edizioni Etabeta), a cura di Goffredo Palmerini, è infatti oltre che una raccolta di scritti dello storico, un tributo alla memoria per ricordarne l’opera intellettuale, i valori etici, l’amore per la libertà latamente intesa, la forte testimonianza di vita. Gliarticoli raccolti nel volume, recuperati dal curatore nel suo archivio e dagli archivi delle redazioni cui a suo tempo li aveva inviati, datano Marzo 2015-Marzo 2022 e sono uno spaccato significativo dell’intellettuale e dello storico, ma soprattutto di Mario Settapersona nella sua autenticità, nella ricchezza dei suoi valori civili e spirituali, nella sua profonda umanità.

 

Questo piccolo tributo– dichiara Palmerinispero sia utile per fare un altro passo in avanti verso la consapevole conoscenza di Mario Setta, della sua poliedrica figura di intellettuale, mai sussiegoso, e di uomo a tratti “profetico”. Mi auguro, inoltre, che contribuisca a consegnare un ulteriore tassello alla sua memoria.” Con il consenso del curatore, qui di seguito si riporta il testo della Prefazione al volume, scritta dalla giornalista Maria Rosaria La Morgia, e l’INDICE dei capitoli.

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IL CORAGGIO DI UN INTELLETTUALE LIBERO

 

diMaria Rosaria La Morgia *

 

 

Libertà è la parola che più ricorre negli scritti che Mario Setta per sette anni, dal marzo 2015 a quello del 2022, ha affidato a Goffredo Palmerini per diffonderli in diverse pubblicazioni in Italia e all’estero. Articoli che sono stati raccolti in un unico volume, Testimonianze di libertà, pubblicato a due anni dalla scomparsa dello storico abruzzese.Per Mario la libertà era il principio guida: libertà interiore e politica, libertà religiosa e culturale, libertà che coniugava sempre con dialogo e rispetto dell’altro. È stato un intellettuale che non si è mai sottratto all’impegno concreto, nella quotidianità, in continuità con quanto aveva scritto nel suo primo libro Cristo ha le mani sporche (ed. Presenza, 1967) raccontando la storia di un prete operaio, esperienza che aveva vissuto direttamente.

 

Nato a Bussi sul Tirino in una famiglia operaia era entrato in seminario a quindici anni, nel 1951, e si era formato a Bologna. Per lui si rivelarono particolarmente importanti gli anni trascorsi a Roma come “cappellano degli edili”, dal 1962 al 1970, missione che gli consentì di vivere nella quotidianità quei valori di solidarietà e di amore per l’altro che lo avevano ispirato fin da ragazzino e che ribadì nella lettera indirizzata ai parrocchiani di Badia, frazione di Sulmona, dopo aver celebrato l’ultima messa il 7 aprile 1979, quando si concluse la sua prima vita, quella da prete. Scrisse: «Continuerò a credere nell’Amore Universale, come legge fondamentale dei rapporti tra gli uomini. Continuerò a lottare per una società più giusta, più fraterna, convinto come sono che la vita abbia senso solo se donata».

 

Nel 1982, dopo essere stato eletto consigliere comunale a Sulmona nella lista del PCI che lo aveva candidato come “indipendente”, fu sospeso a divinis. Una condizione di emarginazione che riecheggia nell’articolo (settembre 2017) dedicato alla memoria dei fratelli Spaventa e allo spazio che veniva riservato a Silvio, di solito maggiore di quello destinato al filosofo Bertrando. Citando Elena Croce scrive: «era naturale essere fiero di un illustre statista, ma più arduo appropriarsi i meriti di un filosofo e superare la circostanza che egli fosse un sacerdote che aveva lasciato l’abito». Mario Setta, per la sua condizione di prete sospeso a divinis, si vide negato il diritto al lavoro pubblico che aveva conquistato vincendo un concorso come insegnante e, per trovare un’occupazione, fu costretto anche ad emigrare. Dovrà aspettare la riforma del Concordato del Governo Craxi nel 1984 e l’abolizione dell’art. 5 che vietava l’assunzione negli uffici pubblici di “sacerdoti apostati o irretiti da censura” per entrare a pieno titolo nel mondo della scuola. Da quel momento inizia la sua vita di docente nel Liceo Fermi di Sulmona dove diventa un punto di riferimento umano e culturale. Ed è nella scuola che la sua passione per la ricerca storica cresce e si rafforza.

 

Nei primi anni ’90, dopo la visita a Sulmona di J. Keith Killby, fondatore di un’associazione di ex-prigionieri: il Monte S. Martino Trust, il preside di allora, Ezio Pelino, gli affidò il compito di coordinare un laboratorio di ricerca storica sull’aiuto dato dalla popolazione locale ai prigionieri alleati fuggiti dal campo di concentramento di Fonte d’Amore, Campo 78. È del 1995 la prima edizione del libro E si divisero il pane che non c’era, un’opera collettiva di studenti e di docenti su quella che sarà definita la Resistenza Umanitaria. Qualche anno dopo iniziò anche l’avventura del “Sentiero della Libertà”: nacque l’Associazione (Mario ne fu il primo presidente) e la marcia che, in tre giorni, ripercorre il cammino che fecero in tanti per attraversare la Maiella, da Sulmona a Casoli, e raggiungere l’esercito alleato e le zone d’Abruzzo già liberate. Tra loro il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che in Abruzzo, prima a Scanno e poi a Sulmona, aveva trovato rifugio.

 

Nell’articolo pubblicato il 19 gennaio 2020 Mario Setta scriveva: «Oggi la Marcia InternazionaleIl Sentiero della Libertà – FreedomTrail – Freiheitsweg – Chemin de la Liberté è certamente il simbolo di Libertà più attuale, interessante, partecipato, giunto alla ventesima edizione, nato per rievocare il passato e proporre la riflessione sui valori di Libertà, Solidarietà, Pace, espressa dalle parole dell’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nel discorso per la prima edizione del 2001: Oggi un gruppo si accinge a ripercorrere quegli aspri sentieri, i sentieri della libertà. Anch’io fui uno di loro, lasciai Sulmona, lasciai coloro che mi avevano accolto come un fratello, nelle loro case qui a Sulmona. […] Vedo qui oggi tanti giovani, che sono partecipi, con tutta la passione dei loro anni, di questa straordinaria manifestazione… E a voi giovani ripeto l’invito che rivolgeva a tutti gli uomini il vostro grande poeta Ovidio: guardate in alto, rivolgete sempre gli occhi alle stelle; abbiate ideali, credete in essi e operate per la loro realizzazione».

 

In tutti gli scritti di questa raccolta Mario ha lasciato il segno del suo pensiero che era uno stile di vita. Gli erano estranee ipocrisie e bugie, invidie e cattiverie, era un uomo generoso, libero, capace di scelte coraggiose. È stato un intellettuale che, in tutta la sua vita, si è battuto per la libertà, per i diritti umani, per la diffusione delle conoscenze, per la pace. L’ultimo scritto della raccolta porta la data del 6 marzo 2022, solo diciannove giorni prima della sua scomparsa, e ancora una volta le sue parole rappresentano una denuncia e un appello: «Mai, come in questo periodo di grave crisi socio-economico-politica, sembra così impellente e improcrastinabile il bisogno di una Costituzione universale. La terra è diventata finalmente la “casa comune”, ma la globalizzazione non può ridursi alla compravendita di uomini e di merci.»

 

*Giornalista, presidente dell’Associazione “Il Sentiero della Libertà”

 

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INDICE                                                                                                 

 

 

PRESENTAZIONE – di Goffredo Palmerini

PREFAZIONE – di Maria Rosaria La Morgia

NOTA DEL CURATORE – di Goffredo Palmerini

L’AQUILA DI FRIEDRICH NIETZSCHE

RELIGIONE E POLITICA: IL CASO SULMONA

L’ITALIA FUORI È MIGLIORE DELL’ITALIA DENTRO

IL SENTIERO DELLA LIBERTÀ – con Goffredo Palmerini

LA RESISTENZA UMANITARIA IN ABRUZZO

LUCI E OMBRE NEI PLEBISCITI

UN UOMO GENIALE, VENANZIO DI BIASE

LAPEDOFILIA NELLA CHIESA

BERTRANDO E SILVIO SPAVENTA: TORNIAMO A BOMBA…

NOI FIGLI DI ABRAMO

55 ANNI FA IL CONCILIO VATICANO II

LA DONNA, IERI E OGGI

500 ANNI FA LA RIFORMA DI MARTIN LUTERO

NOVEMBRE 1943, L’ECCIDIO DI PIETRANSIERI

AMORE OLTRE LE BARRIERE

MEZZOGIORNO TRA IDENTITÀ E STORIA

CELESTINO E FRANCESCO

PREMIO POLIDORO 2017 A MARIA ROSARIA LA MORGIA

NATALE DI SANGUE 1943

EMANUELE FELICE E LA FELICITÀ

AUSCHWITZ, OGGI E IERI

GIORNATA DELLA MEMORIA: 27 GENNAIO 1945

FEBBRAIO, IL MESE DEI CONCORDATI TRA STATO E CHIESA

NOI SIAMO BRUZZESI DI MAURO TEDESCHINI

MARIA DI MARZIO – con Maria Rosaria La Morgia

PAPA FRANCESCO DAPADRE PIO

IL MISERERE DEL VENERDI’ SANTO

UNO CHEF: DOMENICO SANTACROCE

IL 5 MAGGIO RIAPRE UN TESORO ABRUZZESE

MATTARELLA E LA RESISTENZA UMANITARIA IN ABRUZZO

FAMIGLIA INCONTRA PARENTI EX PRIGIONIERO – con Mario Salzano

FONTE D’AMORE, LEZIONE DI UMANITA’ – con Mario Salzano

19 MAGGIO 1296, LA MORTE IN PRIGIONE DI CELESTINO V

UN ANNO A ROVERE (1943-1944)

RICORDANDO CAVOUR

IL “CASO” PASCAL D’ANGELO

CRISTO, UOMO DEL SUD

UNA SCRITTRICE ABRUZZESE: AIDA STOPPA

UNA NUOVA REALTÀ

DONNE NELLA RESISTENZA: ADA GOBETTI E IRIDE CAMPEROLI

PAPA FRANCESCO: LA CHIESA HA FALLITO

REDENZIONE. LA NUOVA WELTANSCHAUUNG

75° ANNIVERSARIO DELL’ARMISTIZIO

ELOGIO DEI POCHI

A SCUOLA, SEMPRE

QUESTA, L’AMERICA!

LA GRANDE GUERRA: STORIA E PERSONAGGI

M, IL FIGLIO DEL SECOLO, DI ANTONIO SCURATI

NATALE, LA STORIA

LA GRANDE GUERRA DI ARMANDO DIAZ

L’ABRUZZO TRADITO(RE) – con altri firmatari

FARE STORIA, RIFLESSIONI SU METODI E FORMAZIONE

ATTUALITÀ DELL’UTOPIA

LA LIBERAZIONE E LA RESISTENZA UMANITARIA

L’ITALIA, LA CORRUZIONE, LA CHIESA

LA STORIA AL MICROSCOPIO

UNA STORIA DEGLI UOMINI SCRITTA DA UOMINI

IN UN LIBRO LA VICENDA UMANA DI UN ANARCHICO

LE DIMISSIONI DI CELESTINO E BENEDETTO – con Goffredo Palmerini

I SIMBOLI DELLA LIBERTÀ – con Maria Rosaria La Morgia

GIORNATA DELLA MEMORIA, EBREI IN ABRUZZO

PANDEMIA E GLOBALIZZAZIONE

L’UMANITÀ ALLO SPECCHIO DEL CORONAVIRUS

25 APRILE: L’ALTRA FACCIA DELLA RESISTENZA

9 MAGGIO 1974, STORIA DI UN’EVASIONE

SULMONA, 27 AGOSTO 1943

AMOR SACRI, IL RIMOSSO DELL’OCCIDENTE

EVA E IL PECCATO ORIGINALE

L’ENIGMA BERGOGLIO DI MASSIMO FRANCO E FRATELLI TUTTI

LA LIBERAZIONE DELLA CHIESA – con Raffaele Garofalo e Pasquale Iannamorelli

LA GUERRA IN CASA 1943-1944

LA CONQUISTA DELLA LIBERTÀ

LA FRATELLANZA DI CRISTO

IL SENTIERO DELLA LIBERTÀ, EDIZIONE 2022 – con Maria Rosaria La Morgia

FREEDOM TRAIL, XX EDIZIONE – con Maria Rosaria La Morgia

NESSUNA COLPA uguale NESSUNA SCOMUNICA

L’APPELLO PERLA PACE COL PROGETTO DI IMMANUEL KANT

 




Domenica 3 marzo, alle ore 17:00, si inaugura a Teramo, presso la Sala espositiva comunale di via Nicola Palma, la mostra collettiva d’arte contemporanea dal titolo “Amo – Ter”.

Il curatore ed organizzatore dell’evento, Leonardo Paglialonga, in qualità di Presidente dell’Associazione “Nemesis”di Francavilla al Mare, ha invitato ad esporre oltre trenta artisti, in prevalenza della provincia di Teramo, per ancorare maggiormente il progetto al territorio, ma provenienti anche dalle altre province abruzzesi nell’ottica ormai consueta per l’associazione, di valorizzare l’Abruzzo attraverso l’Arte e la Cultura in tutte le loro sfaccettature in una visione mutuata da Francesco Paolo Michetti ed il suo Cenacolo francavillese. Un omaggio particolare verrà attribuito al Maestro Sandro Melarangelo.
Nato a Teramo nel 1941, è avviato alla pratica della pittura da suo padre Giovanni.  di denuncia civile: egli si occupa, in effetti, degli “ultimi della terra”, gridando tutta la sua indignazione contro le sopraffazioni dell’uomo sull’uomo, le ingiustizie, le oppressioni. Ma anche di temi sociali quali lo sfruttamento sul lavoro, la violenza politica, la condizione della donna, il nazismo, l’emigrazione. Una narrazione degli ultimi, dunque, che dà voce a chi oggi come ieri è escluso dalla parola pubblica: i braccianti, i barboni, gli internati dei campi di concentramento, le prostitute, le madri sole, gli emigranti in cammino verso una speranza. La tensione di Sandro Melarangelo si placa nelle nature morte, nei nudi (specie quelli giovanili) e negli affetti familiari, attraverso i ritratti: particolarmente significativi sono sia quello che realizza ad olio nel 1960 dal titolo “Madre che cuce”, raffigurante l’amata mamma Lidia Colonna, sia un altro intitolato “Annetta” dipinto nel 1971, dedicato alla moglie Anna Pepe, figlia del tenente Alberto Pepe, uno dei 44 eroi del campo di Unterluss, che durante la Seconda Guerra Mondiale, il 24 febbraio 1945, si ribellarono alle imposizioni tedesche sostituendosi a 21 loro compagni scelti per la fucilazione.

La mostra gode del patrocinio del Comune di Teramo, delle Associazioni “Bellantarte”, Art Abruzzo, Arabona APS, ASCOM Abruzzo sez. di Teramo.
Durante la conferenza inaugurale si avranno i saluti istituzionali di Gianguido D’Alberto, Sindaco di Teramo, Antonio Filipponi, Assessore alla Cultura del Comune di Teramo, Claudio Boffa, Presidente Ascom Abruzzo prov. Di Teramo, Frank Wiliam Marinelli, Presidente Art Abruzzo e Arabona APS. A seguire gli interventi di Leonardo Paglialonga, Presidente Ass. “Nemesis”, organizzatore e curatore della mostra, di Luciano Paesani, già docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, di Bruno Dante, scrittore e autore del libro “La pantera rossa – Storia del partigiano Guido” e, infine, di Patrizia Navarra, artista e studiosa di antropologia culturale, già curatrice del Museo Storico della Comunicazione di Roma.
La poetessa Mara Motta, autrice pescarese di diverse sillogi poetiche, rivestirà il ruolo di moderatrice dell’evento e declamerà alla fine del vernissage una sua poesia scritta in occasione dell’80° anniversario della morte di Munch (1944 – 2024) e ispirata al famoso quadro dal titolo “L’urlo”.
Di seguito l’elenco degli artisti partecipanti: Ovidio Arena – Leondina Astolfi – Caterina Caldora – Maurizio Capece – Vincenzo Celli – Nicola Costanzo – Teresa D’Ambrosio – Michele De Flaviis – Antonella Di Giandomenico – Giulio Di Marco – Sergio Di Mattia – Franco Di Nicola – Guido Di Renzo – Antonio Di Valerio – Luigi Maria Feriozzi – Pasquale Lucchitti – Tonino Macrì – Ibrahim W Mahjoub – Giustino Massucci – Cristiane Marà – Alessio Mazzarulli – Sandro Melarangelo – Moiradea – Lucio Monaco – Marcela Nanni – Tullio Nardi – Patrizia Navarra – Bruno Paglialonga – Patrizia Papini – Lauro Potenza – Ravel – L’arte del riciclo – Mimmo Sarchiapone – Miriam Scarpone – Adele Schiazza – Chiara Tardino – Guerino Tentarelli – Marialuisa Torlontano.
La mostra, visitabile tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 17:00 alle 20:00, proseguirà fino a sabato 16 marzo. Per quest’ultima data è previsto un evento di finissage, un Simposio culturale che consisterà in un Reading poetico dal titolo “Il coraggio delle idee” con degli intermezzi musicali in ricordo di Ivan Graziani. Ingresso libero.