IL 16 DICEMBRE APPUNTAMENTO CON LA PAGELLA D’ORO. La storica iniziativa è organizzata dalla Cassa di Risparmio di Fermo

 

 

La Carifermo S.p.a. e la Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo organizzano sabato 16 dicembre (ore 10) presso il Teatro dell’Aquila di Fermo la 61ma edizione della Pagella d’Oro.

Il riconoscimento è dedicato agli studenti segnalati come migliori da tutte le Scuole Secondarie di Primo e Secondo Grado delle località dove la Carifermo Spa è presente con sue Filiali.

 

La tradizionale cerimonia, una delle più longeve, vedrà la partecipazione del Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo Giorgio Girotti Pucci, di quello della Carifermo Spa Alberto Palma, dei ragazzi premiati e dei Dirigenti Scolastici.

 

Per essere aggiornati sulla cerimonia e sui premiati è possibile consultare la pagina dedicata sul sito carifermo.it o cliccare “mi piace” sulla pagina fb Carifermo Spa.

 

 

 




Castelli. Mostra “Maria Mater Dei – Artisti per Castelli”, evento-omaggio alla Madonna in Trono con il bambino. Domenica 10 dicembre, ore 10. La mostra è stata curata da Vinicio Benedetti, Alfredo Celli e Annalisa Paoletti.

La Pro Loco di Castelli, il Comune di Castelli ed il Comitato Con-Fraternità, hanno considerato di organizzare un evento espositivo in onore al rientro della Madonna lignea, in seguito al restauro post terremoto e ad una esposizione al MUNDA de L’Aquila.

La Madonna lignea di Castelli, “Madonna in Trono con Bambino” della fine del XII secolo, dalla straordinaria capacità scultorea di un maestro abruzzese, appartenuta all’abbazia benedettina di San Salvatore presso Castelli, rientra tra le opere di rilievo nel panorama della scultura lignea italiana, perché indica al meglio l’alta perizia tecnica e la capacità espressiva delle maestranze attive nel Medioevo.

La mostra, dal titolo: ”Maria Mater Dei” Artisti per Castelli è a cura di Vinicio Benedetti, Alfredo Celli, Annalisa Paoletti verrà inaugurata il 10 dicembre ore 16,00, alla Sala Consiliare del Comune di Castelli. Intervengo: Rinaldo Seca, Sindaco di Castelli; Annalisa Paoletti, membro della Con-Fraternità, Sandro Melarangelo, Artista; Giuseppe Bacci, Critico d’Arte. Modera: Prof. Marina Wallace, curatrice d’arte, già professore di curatela, University of the Arts, London.

Espongono: Guglielmo Benedetti – Vinicio Benedetti – Giancarlo Bucci – Maurizio Carbone – Alfredo Celli – Beatrice Celli – Fausto Cheng – Vittorio Crocetti – Eugenio De Prophetis – Sandria Di Monte – Adelina Laveni – Emidio Di Paolo – Renato Fangerri – Donato Francia – Daniele Guerrieri – Giovanni Luciotti – Marino Melarangelo – Sandro Melarangelo – Eugenio Melchiorre – Marcello Melchiorre – Barbara Mercante – Francesco Mercante – Remo Mercuri – Fernando Palmieri – Giovanni Pardi – Ivano Pardi – Pietro Pisano – Fabrizio Sannicandro – Peppino Scarselli – Angelo Sciannella – Vincenzo Terregna – Giancarlo Urbani

Periodo apertura della mostra dal 10 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024 presso le “Vetrine espositive” e lo spazio Falone Costruzioni ER Srl di Via Silvio Antoniano.

 

 




Matthew Lee, il re del Rock & Roll, in concerto il 10 dicembre alle 21 al Teatro Comunale di Atri L’iniziativa, a cura di Sinergie Moderne, concluderà il ricco cartellone di eventi del fine settimana dell’Immacolata

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ATRI. C’è attesa ad Atri per il concerto del re del Rock & Roll Matthew Lee il quale si esibirà il 10 dicembre 2023 nel Teatro Comunale alle 21, sul palco con lui una band straordinaria e il chitarrista Lorenzo Assogna. Il concerto, a cura dell’associazione o Sinergie Moderne presieduta da Claudio Petraccia con il patrocinio del Comune di Atri, concluderà la settimana più lunga dell’anno per la città di Atri legandosi al millenario rito dei Faugni che tradizionalmente si tiene nella notte tra il 7 e l’8 dicembre con numerosi appuntamenti per tutto il week-end. Il concerto di Lee sarà aperto dai Soulmates con Rocco Ferri Paolo Mazziotti. L’artista poi proporrà uno show come sempre coinvolgente e adrenalinico, unendo brani originali ai grandi classici del rock’n’roll e ad alcune rivisitazioni di grandi successi italiani. Con il suo eccezionale virtuosismo al pianoforte l’artista offrirà un concerto unico nel panorama della musica dal vivo.

Matthew Lee, 7 album all’attivo, nasce a Pesaro e da piccolo si innamora del Rock’n’roll grazie ai dischi del padre, che gli fa conoscere Elvis Presley e Jerry Lee Lewis. Dimostrando talento e amore innato per la musica, frequenta il conservatorio Rossini di Pesaro, da cui viene però radiato dopo quasi 9 anni, per incompatibilità del suo stile “esuberante” con gli studi classici. Ma proprio quello stile definito “esuberante” diventa la sua cifra stilistica e la sua fortuna. Comincia infatti giovanissimo a esibirsi dal vivo, e la sua carriera live cresce rapidamente: suona prima in Italia, ma presto comincia a esibirsi in tutta Europa, ottenendo grande successo in Inghilterra, dove partecipa a numerosi Festival, suonando prima di artisti del calibro di Van Morrison e Tom Jones, la stampa inglese lo definisce “The Genius of Rock’n’Roll“. Nel 2010, dopo essersi laureato in Giurisprudenza all’Università di Urbino, debutta negli Stati Uniti al “Cincinnati Blues Festival” al fianco di grandi nomi del blues americano. Successivamente il tour lo porta a esibirsi regolarmente oltre che in Europa anche in Russia, Emirati Arabi, Cina e Africa. Nel 2015 esce l’album “D’altri Tempi”, pubblicato con la storica etichetta milanese Carosello Records e con il singolo “È tempo d’altri tempi” è il vincitore assoluto del Coca Cola Summer Festival per la categoria giovani e viene definito “il nuovo fenomeno italiano del rock’n’roll”. Sui social ha grande seguito, e sono ormai famose le sue improvvisazioni al pianoforte negli aeroporti e nelle stazioni, tanto che l’aeroporto di Bruxelles lo ha nominato Ambasciatore dell’aeroporto Charleroi, dove spesso si ferma in occasione delle trasferte all’estero. Alla fine del 2020 esce l’album “Rock & Love” per la prestigiosa Decca Records (Universal). Attualmente con la sua band è in tour in tutto il mondo, con date in calendario in Francia, Svizzera, Stati Uniti, Dubai, oltre che in Italia.

Dopo i concerti di Terni e Milano e prima di quelli in Uzbekistan e a Dubai il talentuoso Matthew Lee si esibirà ad Atri e noi ne siamo estremamente orgogliosi – commenta il Presidente dell’associazione organizzatrice Petraccia, parlando anche per conto degli altri componenti del direttivo – in questo periodo dell’anno tradizionalmente organizziamo il ‘Sinergie Winter Festival’ e questo concerto si inserisce proprio in questo filone che l’obiettivo di regalare alla città emozioni in musica anche nel periodo invernale. Sono rimasti solo pochissimi posti disponibili, acquistabili nel Bar Jolly di Atri, segno dell’apprezzamento da parte del pubblico per i nostri sforzi. Questa estate è stato un successo il nostro ‘Periferie Sonore’ nel quartiere Sant’Ilario e continueremo a proporre musica di qualità per il nostro pubblico affezionato, per i cittadini e i turisti. Ringraziamo l’amministrazione comunale di Atri, Franco Angelozzi Emidio Balducci per la direzione artistica e tutti coloro che ci sostengono e supportano sempre con affetto”.

Tutte le informazioni sul concerto sono reperibili sulla pagina Facebook di Sinergie Moderne.




L’Aquila. CAI: presentazione della ponderosa opera di Lina Ranalli che racconta cinque secoli di Gran Sasso d’Italia. 

Giovedì 7 dicembre, ore 18, nella storica sede della Sezione C.A.I. dell’Aquila che quest’anno celebra il suo Centocinquantenario (Via Sassa, 34), si terrà la presentazione della ponderosa opera di Lina Ranalli che racconta cinque secoli di Gran Sasso d’Italia.

«La prima e organica bibliografia del Gran Sasso – scrive l’autrice nella sua premessa all’opera –, la “Bibliografia Generale del Gran Sasso d’Italia”, opera degli autori aquilani Carlo Console, Bernardino Romano e Carlo Tobia, risale al 1982: nomi autorevoli in tema di Gran Sasso, ai quali va la mia riconoscenza per aver battuto la traccia.»
Ranalli ha già pubblicato con Ricerche&Redazioni l’”Atlante Storico del Gran Sasso d’Italia” (2012, con Silvio Di Eleonora e Fausto Eugeni) e curato “Il Corno Piccolo” di Ernesto Sivitilli (2013, rist. anast. ed. 1930).
Con prefazione di Luigi Ponziani e introduzione di Fausto Eugeni, il volume è il più ampio e completo repertorio bibliografico commentato mai realizzato sulle tematiche riguardanti il Gran Sasso, una sorta di grande racconto dei racconti sulla montagna più alta e amata degli Appennini.
L’opera raccoglie le schede di 3226 pubblicazioni per uno sviluppo cronologico che va dal 1576 al 2023, ben 447 anni di storie, racconti e resoconti sul Gran Sasso, tra scienza e letteratura, esplorazione e tradizioni, natura e cultura.
Edito da Ricerche&Redazioni nel novembre 2023, il volume si compone di 632 pagine e reca un prezzo di copertina di € 40.



Teramo. Ecco il programma natalizio dell’Associazione Culturale “dal Vesuvio al Gran Sasso”, cui seguirà anche quello per il primo decennale dell’Associazione 2024. In anteprima i due componimenti del “nostro” vulcanico Mario De Bonis

Carissimi Amici, sono versi napoletani  sulla dolce polemica:il Presepio o l’albero?Il nord o il sud della nostra Italia e dell’Europa? Belli tutti e due,così come per i Papi a Piazza S.Pietro,con l’albero che protegge la capanna di Betlemme. E’ il sincero augurio a Voi tutti,con pensieri che mi faranno dedicare a tutte le Famiglie della  bella Provincia di Teramo,in particolare  ai nonni e loro nipotini,martedì 21 dicembre p.v. dal palcoscenico del teatro comunale di Atri, in uno al Maestro Falasca e con una storia della Famiglia di Gesù animata e soprattutto umanizzata.La  moglie di cui al racconto non è certamente la mia,che ama il Presepio fino al punto di tenere esposta in casa una ventina di belle ed inedite miniature presepiali,raccolta in varie parti del Mondo  Se Vi piace,venite pure a trovarci ,in uno ai  cari bambini,per curiosare e per scambiarci ancora tanti sinceri auguri per il nuovo anno 2024,con  un cortese preavviso da formulare a mezzo internet. A presto! Vi aspettiamo! Auguri di ogni bene!
Mario e Celeste De Bonis.

 

 

 

 




Torna ad Atri La Notte dei Faugni Tutti gli appuntamenti per la magica notte tra il 7 e l’8 dicembre

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ATRI. Anche quest’anno, come accade da millenni, torna ad Atri tra il 7 e l’8 dicembre l’antico rito pagano dei Faugni, poi legato all’Immacolata Concezione, in grado di regalare emozioni e suggestioni uniche. I Faugni, alti fasci di canne infuocate, legate da lacci vegetali o fili di ferro, vengono portati in processione all’alba in origine in onore del Dio Fauno. L’appuntamento più magico della città vetusta che rivive il millenario legame con un rito che ancora oggi stupisce e sorprende.

Per l’occasione tantissime persone che vivono all’estero tornano per rivedere i propri cari e la propria terra d’origine. Una notte dell’attesa che in passato si trascorreva nelle case, andando a letto per poi svegliarsi all’alba e prendere parte al rito della processione. Circa 60 anni fa, le persone hanno iniziato ad aspettare svegli l’alba nelle abitazioni con cibo, musica e allegria. Novità dell’ultimo ventennio è La Notte dei Faugni. Oltre che nelle case, l’attesa dell’alba e della processione si è spostata anche nei ristoranti e nelle taverne del centro con appositi menù, oltre che nelle piazze e per le vie. Una scelta che ha riportato vigore e accresciuto il fascino del rito. Una notte piena di appuntamenti quindi, che spaziano dalla musica al teatro, passando per la presentazione di libri e molto altro. Alle 19 in Piazza Duomo ci sarà la tradizionale accensione e benedizione del fuoco sacro, al Teatro Comunale alle 21 ci sarà lo spettacolo della Stagione di Prosa con la direzione artistica di Pino Strabioli “Donne in pericolo” con Vittoria BelvedereBenedicta Boccoli e Gabriella Germani, affiancate da Francesco Scimemi, commedia firmata da Wendy Macleod e diretta da Enrico Maria Lamanna. Alla stessa ora in piazza Duchi Acquaviva ci sarà il concerto del duo Luca Mongia. Alle 23,30 nell’Auditorium Sant’Agostino è in programma l’incontro con il giornalista e scrittore, volto noto de Le Iene Filippo Roma, il quale presenterà con la giornalista Evelina Frisa il libro “Boomerang” editore Salani.

Intanto nel centro storico saranno tanti i gruppi musicali ad alternarsi per regalare emozioni al pubblico: alle 23.30 in piazza Duchi Acquaviva ci sarà Rockin’ Riot in concerto; alle 24 in piazza Martella ci sarà il concerto dei Mobili Trignani; all’1 in Piazza Duomo ci sarà il concerto degli Studio 54 live band. Gli Exentia proseguiranno con la loro musica dalle 2 in Piazza Martella e alle 2,30 in piazza Duomo ci sarà il concerto di Osvaldo Bianchi.

Alle 5 del mattino, il rintocco del “Campanone” pone fine ai festeggiamenti e richiama l’attenzione delle persone per dare il via all’aspetto peculiare e più affascinante della manifestazione. Dal fuoco sacro acceso la sera precedente in piazza Duomo, vengono incendiati i Faugni. Centinaia di persone di ogni età, imbracciando ognuna il proprio fascio infuocato, danno vita al festoso corteo che percorre le vie della cittadina, accompagnato dalle note dell’inconfondibile “Marisa”, tradizionale marcia suonata dalla banda “V. & B. Celli’ di Casoli di Atri . La Processione dei Faugni acquista un particolare fascino dovuto anche alla cornice storica in cui essa si ripete: si percorrono le vie e i quartieri del centro storico ducale, costeggiando i resti di un antico teatro del I sec. d.C., le chiese dal XIII sec. al XVIII sec. e il palazzo ducale degli Acquaviva (una delle famiglie più potenti dell’Italia centro meridionale dal XIV al XVIII secolo).

Alle 6 del mattino, la processione completa il suo giro del centro storico tornando in piazza Duomo e i mozziconi di ciascun Faugno vengono buttati tra i resti ancora ardenti del falò. Seguirà la Santa Messa dell’Aurora alle 6 in Cattedrale. Così giunge al termine la lunga e gelida notte dicembrina, scaldata dall’odore dei camini fumanti e dal “sacro cuore” che ancora crepita, custode della Cattedrale. Tanti gli appuntamenti anche per la giornata dell’8 dicembre tra tour, mercatini, spettacoli per bambini, presentazione di libri e molto altro.

“La Notte dei Faugni – dichiara il direttore artistico Luciano Alonzo dell’associazione PromoEventi- nasce nel 2006 con un preciso obiettivo: ospitare e, nel contempo, offrire la possibilità anche ai turisti di prendere parte alla notte più magica di Atri: Li Faegn. Sembrerà strano, ma questa tradizione, pur rappresentando una vera e propria potenzialità turistica per la nostra città, era poco conosciuta fuori dalle mura ducali. Grazie a un attento lavoro di comunicazione e promozione oggi è conosciuta in tutta Italia. I consensi di pubblico e le richieste di prenotazione da parte di tante persone che vogliono pernottare ad Atri durante questa suggestiva notte è la tangibile dimostrazione di essere riusciti a centrare pienamente l’obiettivo prefissato, in questi giorni ci è pervenuta anche una richiesta da Salerno e ne siamo orgogliosi. Le cose belle vanno mostrate e condivise, non nascoste. Tra le altre cose abbiamo fatto realizzare un video promozionale destinato ai social con delle suggestive immagini notturne del centro storico visto dall’alto che in poche ore ha fatto registrare oltre 20mila visualizzazioni. Un altro video sarà realizzato durante la nottata per mostrare e custodire la bellezza di questa magica notte. Ringrazio l’Amministrazione Comunale per il lavoro svolto, tutti coloro che a vario titolo renderanno possibile la riuscita di questa edizione, sia dal punto di vista della sicurezza che per le iniziative curate che sapranno certamente rispondere alle varie esigenze e regalarci, ancora una volta, emozioni indimenticabili”.

 

Anche quest’anno – commenta l’assessore alla cultura del Comune di Atri, Domenico Felicione, – in collaborazione con PromoEventi e il Comitato Festa dell’Immacolata, che ringrazio, abbiamo proposto un’offerta ricca di musica, teatro, cultura e divertimento in questa suggestiva notte dell’attesa. La manifestazione prosegue fino a domenica 10 dicembre grazie alle tante iniziative che sono state proposte dalle varie associazioni del territorio cui va un grande plauso. Siamo certi che anche quest’anno ci sarà il pubblico delle grandi occasioni, la nostra macchina operativa è ormai rodata e cercheremo di rendere per tutti l’esperienza ricca di emozioni e suggestioni indelebili”.

Per la manifestazione dei Faugni l’amministrazione comunale ha attivato: il COC – Centro Operativo Comunale aperto nell’ufficio tecnico di Palazzo Acquaviva, dalle ore 18 di giovedì 7 dicembre fino alle ore 10 di venerdì 8 dicembre, a disposizione dei cittadini per chiedere informazioni, aiuto e soccorso, il COC è contattabile al numero: 0858791227.

Il parcheggio/piazzale della Scuola Media in Via Sant’Ilario sarà adibito ad area camper non attrezzata dalle 14 di giovedì 7 dicembre alle 18 di domenica 10 dicembre. L’area si trova a pochi passi dal centro storico. Queste sono le coordinate GPS per raggiungere l’area camper: 42.578679, 13.981367. Sarà attivo un bus navetta dalle 21 di giovedì 7 dicembre fino alle ore 6 di venerdì 8 dicembre. Da piazzale Tigre, Ospedale, Ingresso Centro Storico e Campi da tennis. Inoltre ci saranno due ambulanze del 118 e all’interno del Centro Storico, una in Vico Tedeschini, l’altra in via Andrea De Litio (davanti Bar René).

I bagni pubblici sono presenti: in Via San Francesco (Arco San Francesco); nel Largo dei Faugni (dietro Cattedrale da piazza Duomo) per persone con disabilità; in via Santa Chiara e in via Sant’Agostino.




IL CUORE NEL MONDO. DODICI CITTA’ PER DODICI MESI. Il nuovo libro del giornalista lancianese Giuseppe M. Gnagnarella

 

PRESENTAZIONE MARTEDI’ 5 DICEMBRE 2023

ORE 18.30 – CIRCOLO TENNIS BONACOSSA – MILANO

Lanciano, 4 dicembre 2023

Arriva nelle librerie il nuovo libro di Giuseppe M. Gnagnarella. Si tratta di “Il cuore nel mondo. Dodici città per dodici mesi” (Crocetti Omar Editore), scritto dal noto giornalista abruzzese, già corrispondente Rai e volto noto della tv.

Il libro sarà presentato martedì 5 dicembre, alle ore 18.30, al Circolo Tennis Bonacossa di Milano (Via Giuseppe Arimondi, 15). Al tavolo dei relatori Adolfo Vannucci, Francesca Schiavone e Gianfranco Comanducci coordinati dal giornalista Davide D’Amico.

“Ho sempre avuto bisogno di provare quella gioia unica che è il partire per raggiungere posti nuovi e gente sconosciuta. Per vivere la libertà di conoscere, per fare esperienze nuove senza lasciarsi trasportare, conservando il gusto magico, anarchico e sorprendente dell’andare”. Giuseppe Maria Gnagnarella, un passato in Rai come inviato di guerra, cronista e commentatore politico e poi dirigente a Viale Mazzini, riassume così il senso del suo nuovo libro “Il cuore nel mondo. Dodici città per dodici mesi” che sarà presentato il 5 dicembre a Milano al Circolo Tennis Bonacossa.

Un libro completamente diverso dai precedenti di Gnagnarella, libri di storia politica o romanzi, favole come le definisce lui. Questo è quasi un’autobiografia. Il racconto di un mondo assolutamente personale che parte da Gerusalemme (Gnagnarella fu uno dei primi ad arrivare in Israele allo scoppio dell’Intifada) e attraverso Parigi, la città dei sogni quasi sempre presente nei libri di Gnagnarella, il mare di Nizza, i segreti di New York, la confusione di Buenos Aires, l’amica Perth, la dolce Atene, l’amata Roma, la modernità di Singapore, la dolce Siviglia, Tromso, il suo Nord, Torino, a volte amica a tratti avversa ma sempre ricca di fascino, diventa il pretesto per aprire il cassetto dei sogni mentre sullo sfondo sembra di sentire la voce di Ulisse che dice ai suoi “fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtute  e conoscenza”.

Sul retro dell’affascinante copertina con un uomo (l’autore?) che guarda dall’alto una città ricca di monumenti e di verde, l’editore Omar Crocetti, scrive che il libro è “un baedeker della felicità alla scoperta dell’anima dei luoghi e di quella dei suoi abitanti”. Giusta sintesi, quel che resta in parte segreta è l’anima dell’autore: Gnagnarella, sembra, della sua anima resta sempre un po’ geloso. Per fortuna non dei suoi gusti e dei suoi disgusti di viaggiatore pronto a partire “leggero” per andare senza farsi portare. “Non ho mai trascurato”, scrive Gnagnarella, “l’importanza delle radici, ma ho sempre pensato che se abbiamo gambe dobbiamo usarle per andare, penseranno poi loro a riportarci a casa”. Ma la casa di Gnagnarella è in Abruzzo, a Roma, a Milano, a Dublino, a Perth, in Francia o dove…?

Giuseppe Maria Gnagnarella, giornalista, nato a Lanciano, è stato responsabile della comunicazione della Presidenza della Rai, portavoce del Vice Direttore Generale della Rai, capo ufficio stampa di Rai2, responsabile dei rapporti Rai con la Commissione parlamentare di Vigilanza e con gli Enti locali, capo redattore politico del Tg3 e del Giornale Radio, Vaticanista e inviato speciale di guerra in Israele, Libano, Nicaragua ed ex Jugoslavia. Già Consigliere di Amministrazione della LUISS Guido Carli, è autore dei volumi: “1978, l’anno che ha cambiato la Repubblica”, pubblicato da Le Monnier nei “Quaderni di Storia di Spadolini”; “La bella preda”, pubblicato da Carabba e “Storia politica della Rai”, pubblicato da TEXTUS Edizioni. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo romanzo “Rendez-Vous a Saing Germain” (Gangemi), mentre è del 2017 “La ragazza con l’accendino” (Kirke). Nel 2018 ha pubblicato “La sposa contesa. Viaggio nella prima Intifada” (Kirke), mentre nel 2021 “Madreselva” (Kirke). Ha insegnato nelle Facoltà di Scienze della Comunicazione all’Università La Sapienza di Roma, all’Università Salesiana e all’Università di Cassino. Premio “Abruzzese dell’anno” nel 2006, Premio “Penne pulite” nel 1999.




L’associazione Unica Stella porterà in scena la 26esima edizione del presepe vivente in stile napoletano il prossimo 26 dicembre 2023.

2023

Il titolo di questa edizione sarà “Il viaggio”. Un viaggio fisico, culturale e spirituale. Unico nel suo genere per i costumi e le ambientazioni, che vogliono far immergere lo spettatore nella Napoli del ‘700. 12 saranno le scene. L’ ingresso sarà posto su piazza Buozzi e l’uscita su via della Rocca. La scena della Natività per la prima volta sarà collocata nella chiesa di Sant’Anna. Sarà un presepe particolarmente musicale, tanti gli strumenti presenti da quelli prettamente napoletani a quelli della cultura folkloristica abruzzese. Infatti suoneranno: mandolini, chitarre, flauti, fisarmoniche, tamburi, zampone e dubbotti. L’ingresso sarà sempre gratuito e con prenotazione consigliata attraverso un codice QR (disponibile da domani). La manifestazione si aprirà con il corteo dei figuranti alle 17.30 in piazza Buozzi e si protrarrà fino alle 23.00.




Giulianova. “La Patria Sconfitta” è il nuovo romanzo storico per ricordare gli internati di Borovnica. Anche Armando Volpe, citato nella lapide di Giulianova, trovò la morte nel campo di concentramento.

Il ricercatore storico Walter De Berardinis sta cercando i discendenti per il conferimento della  “Medaglia d’Onore ai congiunti degli infoibati”

Giulianova. Dopo il libro “Borovnica e altri campi di Tito (con liste inedite dei prigionieri di Borovnica)”, dell’autore Franco Giuseppe Gobbato e la collaborazione di Giovanni Peco, esce “La Patria Sconfitta” per le Edizioni Ritter. Il nuovo Romanzo storico che copre un periodo che va dal 1943 al 1947. Il soggetto è un uomo, il padre dell’autore, travolto dagli eventi, più grandi di lui e anche di tutta la sua generazione. Quella generazione di diciottenni, di allora, costretti comunque ad una scelta di parte, in entrambi gli ambiti difficile, che vede il protagonista entrare a far parte della R.S.I. in un Battaglione Costiero di Posizione di istanza in Istria. La storia si dipana fra Padova, Gorizia, Pola, Buie, Capodistria nel Carcere mandamentale, Borovnica nel tristemente famoso Campo di Concentramento, Udine, di nuovo Padova per finire a Torino. La microstoria è inserita negli eventi sconvolgenti della macro-Storia, raccontando anche situazioni poco conosciute e traendo, dalla tragica difesa del confine orientale condotta come possibile dagli ultimi italiani rimasti in armi, i soldati della RSI, spunto per riflessioni sulle anomalie createsi nel Litorale Adriatico, rispetto al resto d’Italia. Anomalie riscontrabili sia durante che nel dopoguerra, non mancando di toccare “l’epurazione” perpetrata anche nel territorio nazionale e le scelte di condotta fatte dal PCI, già dal 1943, con tanto di documenti riprodotti integralmente. Tra i soldati che morirono nello stesso campo, dove era detenuto il papà dell’autore, vi erano quattro abruzzesi: Amantino Alfino di Rocca San Giovanni (disperso in Slovenia dal 7 agosto 1945), Angelo Ippolito di Pescara (disperso in Slovenia dal 31 maggio 1945), Armando Volpe di Castel di Sangro ( disperso dal 22 luglio 1945 e ricordato a Giulianova) e Corradino Liberatore di Castiglione Messer Marino (nome e cognome da verificare)

Anche a Giulianova, sulla lapide dei caduti della Seconda Guerra Mondiale, posta all’interno del Cimitero monumentale, viene citato un caduto nel campo di concentramento di Borovnica: Armando Volpe, nato a Castel di Sangro il 28 novembre 1919 dal ferroviere Ferdinando e Maria Paolini, trasferito con l’intera famiglia a Fiume (Via Colle del Forno, 5 e successivamente in Via Salita Calvario) insieme ai fratelli: Bruno, Giulio, Gino, Leo ed Elisa Volpe. Il 22 luglio 1945, alle ore 9, moriva all’interno del lager citato nel romanzo di Gobbato. L’intera famiglia, dopo l’esodo Giuliano-Dalmata, furono accolti come profughi a Giulianova. Successivamente all’apposizione della lapide, da parte dell’Associazione Combattenti e Reduci, la famiglia chiese di ricordare il loro congiunto nella lapide dei caduti della Seconda Guerra Mondiale. Lo storico Walter De Berardinis, grazie alla collaborazione dell’autore, sta cercando di rintracciare i discendenti di Armando Volpe per il conferimento della Medaglia d’onore ai congiunti degli infoibati (legge del 30 marzo 2004, n. 92)

Molti invece furono gli abruzzesi che si salvarono da quel campo e tornarono tra l’estate del 1945 e gli inizi del 1946, si segnalano: Guerrino D’Amico e Alfio Ramallo di Pescara; Ermindo D’Annunzio, Arminio D’Aristole, Francesco Ranalli, Guido Ritelli, Domenico Rittoli, Mario Tacconelli, Dino Carducci, Domenico Di Tommaso, Fedele Roddi di Chieti; Francesco Derandi, Gino Rossini di Carpineto della Nora; Fernando Di Tommaso di Cepagatti; Mario Di Valentino di Montorio al Vomano; Raffalele Fantazzi, Florindo Tullio di Balsorano; Donato Genelli di Cugnoli; Dino Mancini e Fido Nardone di Ortona; Guerino Montini, Tito Valentini di Teramo; Ermenegildo Narre di Torricella Sicura; Nicola Colangelo di Pollutri; Antonio Crognale, Giuseppe Crognale, Tommaso Di Donato di Castel Frentano; Giuseppe Petrella di Castiglione Messer Marino; Nicola Lucci di Liscia; Vincenzo Popolare, Eduardo Tritapepe di Lanciano; Fedele Rossi di Monteodorisio;

Franco Giuseppe Gobbato (Vittorio Veneto, 1964), ricercatore storico e scrittore. Nel gennaio 2009 è stato uno degli otto ricercatori del Dipartimento misto (italiani, sloveni e croati) istituito dal Centro Studi e Ricerche Storiche “Si­lentes Loquimur” di Pordenone, per indagare sui fatti tragici avvenuti alla fine della seconda guerra mondiale sul confine orientale. Dal 2011 è socio del Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche, per il quale ha tenuto diverse conferenze su ricerche storiche effettuate. È socio fondatore dell’Associazione Culturale “Luce nella Storia”. Nel 2017 è nominato, dal Comune di Vittorio Veneto, referente del Memoriale dei Cavalieri di Vittorio Veneto presso il Museo della Battaglia di Vittorio Veneto quale ideatore dello stesso. Ha curato la parte storica di diverse mostre fotografiche tenute nel vittoriese ed ha al suo attivo una ventina di pubblicazioni, l’ultima delle quali si intitola “Borovnica e altri campi di Tito” – Ritter Edizioni – 2023.

Giovanni Peco (Monza, 1962). Da oltre vent’anni si occupa di ricerche storiche sul confine orientale e del periodo 1943-1945. Ha collaborato con l’autore Pierangelo Pavesi al libro “Le vittime dimenticate” e con Franco Giuseppe Gobbato al libro “Borovnica e altri campi di Tito” – Ritter Edizioni – 2023. È socio dell’Associazione Culturale “Luce nella Storia”.




Riflessioni su “Silverciciar: chiacchiere in racconti e poesie”  di Silvia Vercesi, pp. 147, Apollo Edizioni, 2022 di Gianluigi Chiaserotti

 

Silverciciar: chiacchiere in racconti e poesie” della collega Silvia Vercesi è una raccolta molto originale di racconti e di poesie, con intermezzi di collegamento molto precisi.

Infatti quest’opera poetico-letteraria, oserei scrivere, è divisa in sei capitoli: “Ricordi dei tempi che furono”; “Riflessioni sulla nostra società, sui nostri tempi e sul nostro prossimo futuro”; “Quando è la natura ad ispirare”; “I luoghi del cuore”; “Quando ci sono i sentimenti: poesie d’amore ma non solo” e “Tre piccole storie da paura (ma non troppo)”.

Silvia, con un linguaggio scorrevole ed in una forma italiana che dire perfetta è poco, “chiacchiera” di lei, delle sue passioni, delle sue scelte di vita, della sua famiglia, delle sue origini, del suo e del nostro passato (mai dimenticare chi è stato prima di noi), della sua più che giusta passione per la buona cucina (che ci sta sempre bene), di alcuni luoghi a lei cari (l’amata Puglia da cui la sua famiglia è originaria), ma anche della nostra natura che ci circonda, dei tempi in cui viviamo (spassosissimo è un racconto ambientato nel periodo Covid in cui per uscire dovevamo fare i salti mortali), ma anche del nostro ipotetico futuro.

Alle volte tutte le considerazioni che riporta la Vercesi appaiono come un sogno e lei, per mano, ci conduce in questi momenti.

In codesta pubblicazione, sempre con vera ed unica originalità, il tutto si articola in svariati quadri, che potrebbero tranquillamente essere ciascuno una narrazione a sé stante.

Meglio di qualsivoglia recensione, l’Autrice nella sua “Introduzione” ci espone, con uno stile fluido e lineare, l’intera pubblicazione:  «In questa antologia, che si ispira sì ad esperienze autobiografiche, credo però che un po’ chiunque di noi ci si possa ritrovare, perché quello che è patrimonio personale puo’ essere universale e viceversa […]».

Sono lavori, come dice il titolo, quasi come una chiacchierata in prosa ed in rima, ma anche con disegni (ulteriore passione dell’Autrice) e fotografie esplicative.

Singolare è la parola onomatopeica del titolo “Silverciciar”, che fa captare benissimo la forma della “chiacchierata” base appunto del lavoro.

Poi nell’ultimo capitolo ci sono tre racconti da brivido molto profondi, e ciò antica passione di Silvia Vercesi.

Comunque ringraziamo la Nostra per aver avuto il coraggio di porre per iscritto la sua vita, le sue impressioni, le sue speranze in un modo veramente originale.

Ed è sicuramente un ottimo inizio di una proficua e foriera carriera di scrittrice, di narratrice e di vera osservatrice della nostra Società.