NERETO. TUTTA UN’ALTRA STORIA: rassegna di Teatro il 17 e 18 luglio

 

L’Associazione Culturale “L’isola che non c’è” di Nereto, per festeggiare i suoi primi 10 anni di vita, è lieta di presentare due serate dedicate al teatro, attività che negli anni l’ha contraddistinta, accogliendocentinaia di iscritti, tessendo relazioni sociali importanti, momenti di cultura partecipata e viva.

 

Il 17 e 18 luglio 2023 a Nereto (Te) presso il Teatroall’aperto “B. Brecht”si terrà la terza edizione dell’evento “TUTTA UN’ALTRA STORIA- Rassegna di Teatro” organizzata dall’ Associazione Culturale“L’Isola che non c’è” conil sostegno della Fondazione Tercas.

Un evento pensato e dedicato a tutti gli amanti del teatro affinché possano immaginare e sognare attraverso storie e racconti.

 

Ingresso gratuito senza prenotazione

 

PROGRAMMA

Lunedì 17 Luglio – ore 21:15

Spettacolo teatrale tout public dai 13 anni

TARTUFO – Laboratorio Teatrale L’Isola che non c’è

Regia di Ottaviano Taddei della Compagnia Teatrale Terrateatro

 

Dall’omonima e celebre opera di Moliere, prende vita lo spettacolo frutto di un percorso di formazione curato e gestito magistralmente dal regista Ottaviano Taddei, che vedrà in scena i ragazzi dell’Associazione Culturale L’Isola che non c’è. Lo spettacolo raccoglie l’invito di Moliere, mettendoci in guardia dagli ipocriti di ogni specie che ora, come allora, esistono e inquinano la società a vari livelli. Come accade sempre nella commedia, il tentativo è quello di educare il pubblico divertendolo e mettendo in luce i vizi e i difetti dell’uomo.

 

 

Martedì 18 Luglio – ore 21:15

Spettacolo teatrale tout public dagli 8 anni

RACCONTANDO PAOLO DEI LUPI – Bradamante Teatro

ispirato alla vita del biologo e poeta abruzzese Paolo Barrasso

Regia Roberto Anglisani

Di e con Francesca Camilla D’Amico

 

Lo spettacolo trae ispirazione dalla vita avventurosa del biologo e poeta PaoloBarrasso (Sulmona 1949 – M.Morrone 1991) che fu tra i primi a credere e adagire, negli anni ’70, nel primo progetto per la salvaguardia del Lupo Appenninico in Italia: l’“Operazione San Francesco”, promossa dal WWF. Nello spettacolo emergono anche le difficoltà e i conflitti con i cacciatori e con gli “scettici”. Conflitti tutt’oggi non ancora superati nel nostro Paese, in termini di tutelaambientale e di convivenza con la fauna selvatica. Lo spettacolo intende sfatare miti e false convinzioni sulla figura del Lupo, per favorire la conoscenzadi uno degli animali simbolo delle nostre montagne e raccontare come l’uomopossa intervenire in maniera costruttiva sui delicati equilibri dell’ecosistema.Paolo Barrasso era anche un poeta, il suo amore per la natura lo aveva portato a volerla raccontare per farne conoscere le meraviglie e i segreti.

 

Pagina Fb. https://www.facebook.com/tuttaunaltrastoria.teatroragazzi

 

 

 




Giulianova. Annullato il concerto di Paki e Shiva in programma questa sera in piazza Buozzi.

E’ stato annullato il concerto di Paki e Shiva previsto per questa sera, venerdì 14 luglio, in piazza Buozzi. A confermare la notizia, un breve comunicato dell’agenzia Milano Ovest organizzatrice del tour. Per l’indisponibilità di Shiva, le date della tournee estiva sono sospese fino al 22 luglio.




“Abruzzo, d’oro e di terra”. In mostra per il festival “Approdo” nel Polo Museale Civico di Giulianova le opere di Fausto Cheng, Mariano Moroni, Fabrizio Sannicandro e Noemi Caserta, e le creazioni orafe di Luigi Valentini.

L’inaugurazione con gli artisti martedì 18 luglio alle 18.30 nel loggiato “Cerulli” sotto Belvedere.

Ad impreziosire l’apertura della terza edizione del festival delle arti “Approdo” nel centro storico di Giulianova, verrà inaugurata, martedì 18 luglio alle ore 18.30 nel loggiato “Riccardo Cerulli” sotto Piazza Belvedere, la mostra dal titolo “Abruzzo, d’oro e di terra”.
Un percorso espositivo, curato da Sirio Maria Pomante, in tre sedi del Polo Museale Civico, che intende approfondire i temi scelti per il festival di quest’anno, ovvero bellezza e tradizione, che incontreranno l’oro e la terra, due elementi che, arrivando dalle radici del sottosuolo, hanno segnato la storia dell’arte in Abruzzo lungo i secoli.
La proposta è quella di un’esperienza attraverso i linguaggi espressivi di quattro artisti, generazioni diverse, percorsi differenti, che si avvicinano nella comune sperimentazione di tecniche derivanti da elementi della natura, nel lavoro delle mani, nell’uso dell’argilla, in un dialogo con i luoghi, quali il Loggiato sotto piazza Belvedere o il Torrione del Museo archeologico, architetture che, come tutta la città antica, hanno membrature in cotto. Soprattutto, si vuole compiere un itinerario nella memoria che riaffiora nelle forme levigate delle maschere mute di Fausto Cheng, nelle tele di Mariano Moroni, nelle opere di Fabrizio Sannicandro, nei volti straziati dalle mani di Noemi Caserta.
La Pinacoteca ospita invece alcune piccole creazioni del maestro orafo Luigi Valentini, sia nelle forme più tradizionali, dalla Presentosa all’Amorino, alle Sciacquajje che compaiono nella celeberrima “Lavandaia” di Pasquale Celommi, come anche nelle sue declinazioni odierne, con “L’Approdo”, l’originale pendente creato quale immagine simbolo del Festival.
La mostra, visitabile con il biglietto unico del Polo Museale fino al 3 settembre, seguirà i seguenti orari: Loggiato “R. Cerulli” sotto piazza Belvedere, dal martedì al venerdì, dalle 17 alle 22, il sabato e la domenica con orario 10 -12.30 / 17-22.30; Pinacoteca civica “V. Bindi”, corso Garibaldi 14, dal lunedì al venerdì, dalle 17 alle 22, il sabato e la domenica con orario 10 -12.30 / 17-22.30; Museo civico archeologico “Torrione La Rocca”, via del Popolo, dal martedì alla domenica, dalle 21 alle 23.



Fotografie di Aram Kirakosyan   A cura di Paolo Dell’Elce 15 luglio – 28luglio ONE GALLERY -Via Roma, 67, L’Aquila

 

 

La ricerca formale e la sperimentazione linguistica hanno un peso rilevante nella fotografia di Aram Kirakosyan, i suoi lavori hanno sempre una solida struttura visiva e il suo segno fotografico è deciso e impattante. Questo formalismo, tuttavia, non irrigidisce e non riduce la forza della sua fotografia che balza agli occhi in tutta la sua pienezza semantica ed estetica.

Il poeta Osip Mandel’śtam scrive: «gli uomini dalle grandi bocche e dagli occhi trapanati direttamente nel cranio: gli armeni». Mi ha colpito molto quest’immagine cruda, da parte mia ho sempre colto un velo di tristezza negli occhi degli armeni che ho incontrato e questo me li ha fatto amare subito. Guardando il lavoro di Aram mi si palesa un possibile senso per queste parole. Vedere non è una scelta, ma è forse un destino, un destino doloroso “trapanato direttamente” nella struttura ossea del vivente, dell’uomo o almeno dei veggenti. Fotografare è trapanarsi il cranio con una macchina fotografica. È come puntarsi una pistola alla roulette russa. Aram Kirakosyan come ogni fotografo ha lungamente praticato questo gioco su di sé. Ogni presa di coscienza passa attraverso l’autovisione: la “fase dello specchio” ritorna a più riprese nella vita di un uomo. “Chi è quel signore che avanza l’inammissibile pretesa di essere me?” si chiedeva Paul Valéry. Ecco riaffacciarsi l’enigma dell’identità, l’Altro da sé e l’Altrove dimensioni speculari dell’esistente. “Lì si incominciano a vedere le cose” scrive Pessoa. L’Altrove è dove l’occhio si apre all’invisibile.

Paolo Dell’Elce

 

 

 

 

 

 

 

(da “Qui è come altrove” catalogo Stills of Peace IX Italia e Armenia, 2022, Delloiacono Edizioni)

 

Aram Kirakosyan

 

Nasce a Yerevan nel 1987. Fotografo professionista si occupa di fotografia documentale e ricerca estetica.

Nel 2015 si laurea in regia cinematografica all’Armenian State Pedagogical University.

Dal 2010 ad oggi ha tenuto numerose mostre personali e collettive nel suo Paese e all’estero.

Ha vinto diversi concorsi tra cui nel 2013 il concorso “Speak in a loud voice” e nel 2014 è vincitore per la categoria “best story” nel progetto “Emerging Talent DocumentaryFilmmaking Workshop + Competition”, organizzato dall’Ambasciata degli Stati Uniti in Armenia in collaborazione con il Tumo Center of Creative Technologies.

 

 

 




Successo per le date di luglio di Atri a Tavola dedicate a lo Sdijuno e a lu Cumblimente

*****

            ATRI. La tradizione è stata la grande protagonista delle date di luglio della XX edizione di Atri a Tavola, il Festival Nazionale del Cibo. Durante le due serate, davanti a un attento e caloroso pubblico, c’è stata una gara simbolica legata allo Sdjiuno (il 12 luglio) e lu Cumblimente (il 13 luglio). L’iniziativa, a cura dell’Associazione Promo Eventi e del Comune di Atri, è stata presentata dalla giornalista Evelina Frisa, la quale ha accolto sul palco ospiti ed esperti ed è stata affiancata da Concetta Pavone ideatrice nei mesi scorsi di una analoga gara tra casalinghe e appassionate di cucina organizzata in collaborazione con la “Gastronomia mangia e bevi fatto da me” e patrocinata dal Comune di Atri. Una qualificata giuria ha decretato nelle due serate la preparazione migliore. A vincere per lo Sdjiuno è stata Antonietta Forese con il suo “Pane, peperoni, uova e patate”, ad aggiudicarsi il primo posto con lu Cumblimente è stata Silvana Tuttolani con il “Tronchetto alle noci”. Ad arricchire la serata, le poesie a tema di Maria Matani.

            I giurati della prima serata sono stati: il rettore dell’Università di Teramo Dino Mastrocola, il quale ha anche parlato in apertura della ricerca “CenTEnari” portata avanti dall’ateneo termano sui benefici per la salute de lo Sdjiuno; dallo chef Santino Strizzi, dal giornalista di Virtù Quotidiane Giancarlo Pierannunzi, da Antonio Moscianese Santori dell’Accademia Italiana della Cucina Delegazione di Atri e dai giudici popolari Peppe Santone e Gabriele Pavone. Per la seconda giornata lo chef pasticcere Federico AnzellottiPatricia Giosuè Aurelio Menozzi dell’Accademia Italiana della Cucina Delegazione di Atri; la giornalista enogastronomica Carla De Iuliis; il giornalista di Virtù Quotidiane Pierannunzi; la Presidente dell’Associazione Commercianti di Atri e titolare della gastronomia “Sapori da Sogno, Federica Pallini e la titolare del bar Iezzi, Giuliana Iezzi. Ad accompagnare gli assaggi dello Sdjiuno i vini offerti dalla Cantina Centorame di Lamberto Vannucci di Casoli di Atri, i cumblimende sono stati accompagnati dai liquori offerti dall’attività Pomodoro e Basilico.

Tanti gli aneddoti raccontanti durante le due serate. Lo sdijuno è il pranzo (molto abbondante) di metà mattinata dei contadini abruzzesi. È il primo pasto consistente della giornata che rompeva il digiuno della notte e forniva l’energia per tutto il giorno. Il suo significato si collega anche all’abbondante colazione della mattina del giorno di Pasqua che rappresentava il felice termine dei giorni duri di digiuno quaresimale. Lu Cumblimente è invece gesto di “accoglienza” che ribadisce il senso di una sincera amicizia e cordialità, caratterizzato per lo più da dolci della trazione, solitamente offerti agli ospiti durante le visite a domicilio.

Per le due giornate la città di Atri si è trasformata come ogni edizione in un villaggio delle tipicità con un caratteristico mercatino dove i visitatori hanno potuto passeggiare, conoscere, provare e acquistare, a km0, le eccellenze agroalimentari: pasta, olio evo, formaggio, salumi, porchetta, peperoni dolci, tartufi, zafferano, vino, miele, birra agricola e dolci lungo il corso Elio Adriano, denominato per l’occasione via del Gusto. Tra gli stand presenti anche quello dei ragazzi della Fattoria Sociale della Asp n.2 di Teramo, Rurabilandia, che in 15 anni di attività hanno conquistato il mondo con i prodotti frutto di una agricoltura sociale che mette in tavola il proprio valore etico per diffondere un modello economico, ambientale e sociale che parla di integrazione e condivisione. Apprezzato anche lo street food in una apposita area con circa 300 posti a sedere, caratterizzata da truck e stand. I ristoranti della città, inoltre, hanno proposto piatti speciali per l’occasione. È stato infatti ideato un percorso enogastronomico con 7 punti food, oltre 400 posti a sedere, dove è stato possibile cenare con le specialità abruzzesi, tra le quali: mazzarelle, chitarra alla teramana, cannelloni, pecora alla callara, pallotte cacio e ove, trippa all’atriana, formaggio fritto, arrosticini, pizza “Atri a Tavola” e per finire in dolcezza il gelato: al Cantuccio, al Pan Ducale e alla Liquirizia di Atri. Il tutto a cura delle attività del centro storico. Il Festival è stato anche importante per far scoprire il patrimonio culturale della città ducale: la Basilica Concattedrale di Santa Maria Assunta, il Teatro Comunale, il Palazzo Ducale, i Calanchi, la Villa Comunale. Presenti anche i referenti del GAL Terreverdi Teramane con degustazioni guidate gratuite con i ragazzi dell’Agrario dell’IIS Zoli.

La scelta di proporre questa simbolica gara nelle date di luglio, da sempre caratterizzate da una attenzione alla cucina locale – commenta Luciano Alonzo della Promo Eventi e direttore artistico dell’iniziativa – è stata vincente e molto apprezzata. Nonostante il poco tempo a disposizione, dato che l’amministrazione comunale si è da poco insediata, siamo riusciti a regalare alla città un’altra edizione di successo Ringrazio tutti coloro che a vario titolo hanno reso possibile la riuscita di queste due serate. Siamo già al lavoro per le date di agosto (12 e 13) caratterizzate da grandi ospiti. Quest’anno però nella giornata finale ci sarà anche una gradita sorpresa per tutti per festeggiare i 20 anni di questo progetto”.

Il nostro pubblico ha molto apprezzato la formula scelta per queste prime due giornate di Atri a Tavola – dichiara l’Assessore al Turismo e alla Cultura del Comune di Atri, Domenico Felicione – ne siamo fieri e orgogliosi perché un nostro intento è da sempre valorizzare le tipicità locali e le tradizioni abruzzesi, non a caso negli anni questo festival ha ottenuto la Medaglia da parte del Presidente della Repubblica e vari patrocini ministeriali. Presto scopriremo gli ospiti delle date di agosto. Ringrazio anche io tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di queste due serate, in particolare la Promo Eventi, Concetta Pavone e il suo staff, le casalinghe che hanno partecipato, la giuria e le aziende presenti nella via del Gusto e nello Street Food e grazie anche alle attività commerciali del centro storico”.




IL MONDO DI MARIO FRATTI RACCONTATO DA GOFFREDO PALMERINI Tra utopia sociale e sogno americano di Giuseppe Lalli

L’AQUILA – Goffredo Palmerini, giornalista e scrittore la cui fama ha da tempo travalicato i confini dell’Abruzzo, non finisce mai di stupirci con la sua prolifica attività editoriale. Ineguagliabile narratore di storie umane esemplari, dalla sua fervida penna escono figure vive, palpitanti, plastiche, che diventano, nelle sue pagine, veri compagni di strada del lettore.

È stato presentato nel pomeriggio del 12 luglio 2023 a L’Aquila, nella sede del Gran Sasso Science Institute, il volume “Il mondo di Mario Fratti”, la sua ultima fatica, se fatica si può definire uno scritto dedicato ad un amico. Tante le testimonianze, dall’Italia e dall’estero, che hanno contrassegnato questo magnifico Memorial per Mario Fratti, trasmesso in diretta e ora disponibile anche in registrazione video.

Il libro, pubblicato per i tipi della One Group Edizioni, è dedicato all’aquilano Mario Fratti, drammaturgo da poco scomparso a 95 anni (era nato nel capoluogo abruzzese nel 1927) a New York, dove dal 1963 aveva iniziato una feconda esperienza intellettuale, alternando l’insegnamento universitario con la coltivazione di una vena artistica dalla quale sono scaturite un centinaio di opere teatrali, e con il quale Palmerini ha intrattenuto un lungo, sincero ed arricchente rapporto di amicizia.

A beneficio di chi non lo conosce, giova tratteggiare la biografia – raccontata nel libro da lui stesso e ricordata nell’incontro da Palmerini – di questo straordinario personaggio che ha dato lustro alla nostra città in terra americana. Una vita intensa e avventurosa, quella di Mario Fratti.

Nacque all’Aquila il 5 luglio 1927 in via Fortebraccio n. 7, primo di tre figli di Leone Fratti, cameriere con una discreta cultura, e Mimina, casalinga dal carattere sensibile. Conseguì la maturità magistrale. Ancora studente, divenne amico di alcuni giovani che, saliti sulla montagna dopo l’8 settembre 1943 in opposizione all’esercito tedesco invasore, denunciati e catturati, furono uccisi dopo essere stati costretti a scavarsi la fossa. Si tratta dei tristemente celebri nove Martiri aquilani (sulla tragica vicenda, che lo segnò profondamente, Fratti scrisse, verso la fine della sua vita, un lavoro teatrale).

Dopo la maturità, prestò il servizio militare come sottotenente nel Corpo dei Bersaglieri. Dopo il congedo, si iscrisse all’università Ca’ Foscari di Venezia, laureandosi in Lingue e Letterature Straniere. Si sposò con Lina Fedrigo, dalla quale ha avuto due figli: Mirko e Barbara. Iniziò a collaborare con alcuni giornali del nord Italia, cominciando a coltivare la sua passione per la scrittura, dapprima poetica, che lo porterà, verso i trent’anni, a scrivere opere drammaturgiche, ciò che sarà la passione e l’impegno della sua lunga ed operosa vita.

Nel 1959 scrisse un dramma, Il nastro, con il quale vinse un premio Rai per un’opera letteraria destinata alla radio, ma il lavoro non fu mai allestito dalla Rai e quindi mai radio trasmesso, perché giudicato “sovversivo”: parlava di alcuni partigiani che si rifiutavano di parlare e che per questo venivano uccisi dai fascisti.

All’inizio della sua esperienza letteraria, scrisse un romanzo ambientato all’Aquila nel periodo del fascismo e a Venezia negli anni successivi alla Liberazione, ma il crudo realismo dello scritto, in un’Italia che voleva far dimenticare quello che per molti era un imbarazzante passato, non ne permise la pubblicazione (un editore napoletano pubblicherà il manoscritto, da Fratti conservato, nel 2013).

Questa deludente esperienza lo orienterà verso la scrittura dei testi teatrali. Fu così che un suo dramma, Suicidio, rappresentato a Spoleto al Festival dei due Mondi e messo poi in scena con successo a New York per iniziativa di Lee Strasberg (1901–1982), attore e regista teatrale che aveva visto ed apprezzato il lavoro, segnò l’inizio della sua sfolgorante carriera teatrale americana. Questo fatto cambiò la sua vita. La crescente attenzione che la critica e i gli impresari teatrali gli riservarono gli giovarono il conferimento di incarichi universitari.

Si sposò in seconde nozze con Laura Dubman, una talentuosa pianista dalla quale ha avuto la figlia Valentina, una valente attrice e regista teatrale. Nonostante i critici le predicessero una brillante carriera artistica, Laura preferì dedicarsi all’insegnamento di quella tecnica pianistica che possedeva in sommo grado, ciò che le fece conoscere Katharine Hepburn, la grande attrice con la quale strinse una forte amicizia. Alla creazione di innumerevoli opere teatrali, per le quali ha ricevuto numerosi premi e attestati, Fratti ha aggiunto una intensa attività pubblicistica in giornali e riviste americane.

In occasione del suo 80° compleanno, la sua amata città dell’Aquila e il Teatro Stabile d’Abruzzo, con la “complicità” del suo amico Goffredo Palmerini, gli regalarono una memorabile giornata di festa. Un’altra festa, da lui non meno gradita, gli fu tributata da Consiglio Regionale abruzzese in occasione del suo 90° genetliaco. Era felice, perché la sua terra lo aveva riconosciuto, contravvenendo per lui al principio che nessuno è profeta in patria.

Con Mario la vita è stata generosa di successi e di anni. Egli stesso raccontava, non senza una vena di compiacenza che, avendogli anni addietro una chiromante incontrata a San Pietroburgo pronosticato ben 99 anni di vita (99 è numero perfetto per un aquilano, come lui non mancava argutamente di osservare), ne avrebbe volentieri accettati di più, dal momento che sentiva di avere ancora molte cose da fare.

Liliana Biondi, già docente di critica letteraria all’Università degli Studi dell’Aquila, dove il celebre drammaturgo aquilano-americano fu accolto in occasione della presentazione di una sua novità editoriale, la silloge Volti, e che seppe trarre dai suoi versi il profondo spessore artistico dell’autore, ricordando nel libro l’incontro che ebbe con lui allorché lo conobbe all’Hunter College (università dove Fratti ha insegnato fino al suo pensionamento) in occasione di un convegno internazionale di studi dedicato alla figura di Ignazio Silone nel ventennale sua morte, ne fa, con poche pennellate di stile, un ritratto assai accattivante e veritiero, descrivendolo come una persona

[…] dall’innata abilità osservatrice: occhi azzurri, vivaci e mobilissimi e uno sguardo penetrante che sul volto sempre atteggiato a sorriso si convertiva immediatamente in parola: un paragone, una metafora, un giudizio di valore talvolta mordace, ma talmente vero che, impressionata, gli confessai che non osavo chiedergli cosa cogliesse in me […]. Quello che mi colpì in lui, fu questo duplice aspetto: una intelligenza simpaticamente estroversa ed arguta che sottendeva ad un certo scetticismo, ad una velata, generale, malinconica diffidenza verso tanta esteriorità, dove, tuttavia, egli si muoveva bene e a suo agio.

Vero uomo di testa e di cuore, dunque, e provvisto, come queste poche ed eloquenti righe mostrano, di una buona dose di ironia e persino, all’occorrenza, di sarcasmo. La stampa americana ha inserito Mario Fratti, insieme a Eduardo De Filippo, Ugo Betti e Luigi Pirandello, tra i massimi autori di teatro italiani.

Un dato colpisce della biografia di Fratti. Egli, come tanti giovani intellettuali italiani della sua generazione nel dopoguerra, fu attratto dal comunismo, si innamorò, come scrive sua figlia Valentina, della ideologia marxista–leninista, identificando forse in questa ideologia lo strumento teorico e politico del riscatto di quella povera gente che lui aveva conosciuto nella sua non facile infanzia e giovinezza. La storia del Novecento ha mostrato il vero volto di questa ideologia: materialistico e sostanzialmente disumano, ancorché abbia incarnato per molto tempo e per milioni di persone le esigenze della giustizia sociale.

Mario Fratti, uomo intellettualmente onesto, avrà sicuramente preso atto di questa dura lezione della storia, e avrà finito per apprezzare quella società americana che, pur tra contraddizioni e limiti, è terra di libertà, che gli ha consentito persino quello che l’Italia gli aveva negato. C’è da credere (un’attenta lettura delle sue opere ce lo confermerebbe) che, al netto delle disillusioni, la giovanile utopia sociale, mantenuta da vecchio come orizzonte morale cui uniformare il proprio comportamento, ha convissuto con il “sogno americano”, quello che portò agli inizi del secolo scorso il nonno dello scrivente ad andare a lavorare nelle miniere di carbone della Pennsylvania.

Esemplare, a questo riguardo, il giudizio – riportato nella seconda di copertina del libro – che dell’opera di Fratti dava Paul Thomas Nolan, professore della University of Southwestern Louisiana scomparso nel 1995, secondo il quale il grande drammaturgo italo–americano ha dimostrato che si possono fondere i caratteri della tradizione letteraria europea con l’esperienza americana, dando così vita ad un’opera davvero originale cui possono attingere tanto gli europei quanto gli americani, figli di una stessa civiltà.

“Fratti – scriveva tra l’altro Nolan – mostra più fede nel sogno americano di quanta ne abbiano gli autori locali […]: sta aiutando gli americani a scoprire il loro paese. […]”

Non c’è nessun ombra di provincialismo in questo figlio dell’Abruzzo per il resto molto legato alle sue radici. Si ha l’impressione che i nostri connazionali diano il meglio di sé quando stanno all’estero: è questo un destino e una vocazione che lo scritto di Mario Fratti ci ribadisce. Quest’ultimo libro di Palmerini è un ponte ideale tra il Gran Sasso e New York, pieno di suggestioni, e non estraneo al vissuto di tanti italiani, tra i quali lo scrivente. Grazie, carissimo Goffredo.




PASSAGGIO DEL MARTELLETTO AL ROTARY CLUB TERAMO: GABRIELLA LUCIDI PRESSANTI È LA NUOVA PRESIDENTE

 

 

Recentemente il Rotary Club Teramo, presso il ristorante Borgo Spoltino di Mosciano Sant’Angelo, ha celebrato il consueto “Passaggio del martelletto”, giunto ormai alla sua sessantaseiesima edizione. Alla presenza di S.E. il Prefetto di Teramo, Dott. Fabrizio Stelo, del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, Prof. Dino Mastrocola, e di numerosi soci, il Presidente uscente Giammario Cauti ha simbolicamente consegnato “il collare” a Gabriella Lucidi Pressanti che guiderà il Club nell’anno rotariano 2023/2024. Hanno partecipato alla cerimonia anche l’assistente del Past GovernorPaolo Signore, Gaetano Luca Ronchi, l’assistente del Governatore Gesualdo Angelico, Daniela Tondini, iPresidenti dei Rotary Club teramani per l’anno rotariano 2022/2023, che da qualche giorno hanno terminato il loro mandato, equelli attuali, ossiaPaolo Bonaduce – Presidente Rotary Club Teramo Nord Centenario, Rosaria Parnenzini – Presidente del Rotary Club Teramo Est eAntonella Romoli Venturi – Presidente del Rotary Club Hatriaticum Piceno, il Presidente del Rotaract di Teramo Andrea Spadae Francesco Cocciolito, in rappresentanza del Rotary Club di Torino Cavour e Sud Est.

Il Presidente uscente Giammario Cauti,mediante un video, ha illustrato tutte le attività svolte dal Club, sottolineando che <<si è trattato di un anno impegnativo, ma piacevolmente intenso, ricco di sensazioni, emozioni ed incontri. L’incarico di presidente di un Rotary Club è l’esperienza che ogni rotariano dovrebbe fare per comprendere appieno il senso del Rotary, delle azioni, dello spirito di servizio e dell’amicizia rotariana>>.Per Cauti il bilancio di questo anno è stato largamente “in attivo”, hacoinvolto il maggior numero possibile di soci nelle attività svolte, cercando di spaziare in vari ambiti: dai progetti culturali a quelli sulla sostenibilità ambientale, dallo sviluppo economico del territorio a service in favore di chi è più debole o si trova in condizione di difficoltà e ha bisogno di un aiuto concreto. In tale contesto sono state realizzate attività benefiche sia per la nostra comunità teramana che a livello internazionale (Congo e Brasile).Successivamente ha ringraziato tutti i soci e i componenti del Consiglio Direttivo per il supporto e la partecipazione attiva.Ha concluso il suo intervento affermando<<esco da questa esperienza enormemente arricchito. Di questo devo ringraziare i Presidenti miei predecessori che hanno voluto concedermi l’onore di condurre il nostro Club>>e procedendo alla consegna dei Paul Harris Fellow (o PHF), la più alta onorificenza istituita dal Rotary nel 1957 per ricordare il proprio fondatore Paul Harris. Tale riconoscimento viene attribuito a tutti coloro che si siano distinti per l’impegno di servizio nell’azione rotariana o abbiano intrapreso o sostenuto iniziative umanitarie, sociali, culturali e ambientali.Quest’anno sono stati conferiti aiseguenti soci: Giovanni Gebbia,Tommaso NavarraeNicola Sposetti.

Dopo lo scambio del collare,ha preso la parolala neoeletta Presidente Gabriella Lucidi Pressanti, che ha rivolto il proprio sincero ringraziamento a tutti i soci e ai suoi predecessori che negli anni passati hanno saputo valorizzare al meglio il Club con grande spirito di servizio e a beneficio di tutta la comunità. Ha, poi, presentato il suo programma e le linee guida che caratterizzeranno l’anno rotariano e trarranno ispirazione dal tema internazionale «CREATE HOPE IN THE WORLD» (Creiamo speranza nel Mondo, ndr), enunciato dall’attuale Presidente del Rotary International, Gordon R. Mclnally.

Questi gli obiettividel suo mandato: promuovere la politica dell’inclusione che metta al centro le persone più svantaggiate; dare voce ai giovani coinvolgendoli concretamente in progetti nazionali e internazionali che li proiettino in realtà di più ampio respiro, permettendo l’affermazione delle loro personali professionalità ed esprimendo la creatività che caratterizza la nostra appartenenza ovvero il nostro essere italiani; rispettare e salvaguardare la natura, ricordando ai giovani e a tutti che questa è l’unica formula che può garantirci la sopravvivenza; promuovere iniziative volte alla prevenzione e cura delle malattie.

<<Si tratta di un programma intenso che consentirà al Club di proseguire il percorso nel mondo del volontariato, profondendo il massimo impegno nella lotta alla violenza, soprattutto contro le donne, gli anziani e i minori>> – ha commentato la Lucidi Pressanti.

Questo il Consiglio Direttivo per l’a.r. 2023-2024:

Presidente: Gabriella Lucidi Pressanti

Vicepresidente: Raffaele Falone

Past President: Giammario Cauti

Segretario: Massimo Ianni

Segretario esecutivo: Domenica Di Leonardo

Prefetto e Presidente Incoming: Paolo Brizzi

Tesoriere: Maria Gabriella Franceschini

Rappresentante Rotaract: Andrea Spada

Consiglieri: Giammario Cauti, Gianfranco Cavaliere, Ennio Cortellini, Viriol D’Ambrosio, Laura De Berardinis, Angelo Di Carlo, Domenica Di Leonardo, Raffaele Falone, Clara Moschella, Paolo Rota, Roberto Salvatori, Fabrizio Scoscinae Luca Vitale.

 




Resi noti i vincitori della XXIII EDIZIONE DEL PREMIO LETTERA D’AMORE anno 2023 in memoria di Vito Moretti

I VINCITORI DELLA XXIII EDIZIONE DEL PREMIO

XXIII EDIZIONE DEL PREMIO LETTERA D’AMORE anno 2023 in memoria di Vito Moretti

La Giuria composta da Arnaldo Colasanti (Presidente), Tonita Di Nisio, Massimo Pamio, Lucilla Sergiacomo, Giuseppina Verdoliva, rende noti i vincitori della SEZIONE A:

1)Paolo Lagazzi,

2) ex aequo Michele Garau, Nicola Menna, Beatrice Pascucci,

3) ex aequo Aldo Bigollo, Maria Teresa Norero, Anna Tangocci.

Premi speciali per: Ester Belfatto, Luisa Di Biagio, Adelaide Di Crescenzo, Giuliana Giancarli,  Cristina Orlandi, Paolo Pagnotta, Plinio Patuzzi, Claudia Ruscitti, Augusto Tarantola, Sandro Valletta, Claudia Vazzoler.

Segnalati: Mauro Barbetti, Federico Battistutta, Vilma Bertagna, Andreina Berruti, Franco Blezza, Liliana Capone, Giuseppa Ciciulla, Michela De Martino, Sandro De Nobile, Walter De Berardinis, Assunta Di Cintio, Franca Farchione, Giuseppa Finocchiaro, Sonia Foschiatti, Antonio Giammarino, Rita Giurastante, Tifshit Heruy Shibabaw, Ugo Iezzi, Corrado Izzo, Claudia Lombardo, Marina Longo, Pierluigi Mascaro, Fantino Mincone, Giuliano Petaccia,  Annachiara Pierleoni, Gabriella Pirazzini, Marta Pisani, Valentina Sbaraglia, Marco Sigismondi, Antonio Spagnuolo, Assunta Spedicato, Daniele Tedeschi, Ilary Tiralongo, Dante Troilo, Susanna Trossero.

FONTE: https://www.museoletteradamore.it/?fbclid=IwAR2xsug11ERyllItrbWrrOI1qVEwMplTYkwR0SHWYiKiderIhuGNoyknCo8




Poste Italiane: un francobollo dedicato al Napoli, squadra vincitrice del Campionato di calcio di serie A

Poste Italiane comunica che oggi 13 luglio 2023 viene emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “lo Sport”, dedicato alla Squadra vincitrice del Campionato di calcio di serie A, relativo al valore della tariffa B pari a 1,20€.

Tiratura:un milionecinquecentomila esemplari in minifogli da dodici.

Minifoglio da dodici esemplari.

 

Il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente.

 

Bozzetto a cura di Gaetano Ielluzzo.

 

La vignetta raffigura un tipico vicolo di Napoli addobbato con striscioni e bandiere della squadra partenopea, con tifosi che indossano la maglia del club in festa per lo scudetto conquistato. In alto, rispettivamente a sinistra e a destra, sono riprodotti il logo del Napoli e lo scudetto tricolore.

 

Completano il francobollo la legenda “SSC NAPOLI CAMPIONE D’ITALIA 2022-2023” la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.

 

L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso lo Spazio Filatelia di Napoli.

 

Il francobollo e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito filatelia.poste.it.

 

Per l’occasione è stata realizzata anche una cartella filatelica in formato A4 a quattro ante, contenente il mifoglio da 12 francobolli, una cartolina annullata ed affrancata, una busta primo giorno di emissione, una tessera filatelica e il bollettino illustrativo, al prezzo di 30€.




CASTELBASSO 2023 BORGO DELLA CULTURA. L’arte di Cucchi, la musica di Matt Bianco e uno Schiavone inedito di Manzini per la letteratura Dal 23 luglio al 27 agosto

 

Castelbasso torna a essere il borgo della cultura per la nuova edizione, la venticinquesima, della rassegna estiva allestita nel piccolo centro del Teramano dalla Fondazione Malvina Menegaz per le arti e le culture, presieduta da Osvaldo Menegaz.

Da domenica 23 luglio a domenica 27 agosto nelle sale del palazzo De Sanctis un omaggio a Enzo Cucchi dal semplice ma esaustivo titolo Enzo Cucchi – La mostra, curato da Ilaria Bernardi. Un excursus nella sua produzione artistica degli ultimi dieci anni, finora ancora poco indagata.

A palazzo Clemente, invece, ci sarà l’esposizione di Opere scelte per un nuovo percorso. Pezzi tratti dalla collezione della Fondazione Menegaz secondo quattro comuni denominatori che delineano altrettanti percorsi all’interno di essa. Non mancheranno, come da tradizione, la musica di qualità, in collaborazione con la Società della musica e del teatro Primo Riccitelli di Teramo, e Abbazie Jazz festival, l’Istituzione sinfonica abruzzese, l’organista Roberto Marini; e la letteratura, grazie al solido rapporto con il FLA, Festival di Libri e Altre cose di Pescara.

Enzo Cucchi – La mostra

Enzo Cucchi ha concepito la mostra come un excursus nella sua produzione artistica degli ultimi dieci anni, finora poco indagata. A introdurre la mostra è la scultura “Mirare” (2016), nella quale un cavo d’acciaio appeso tra due pareti trafigge la nuca di una testa in bronzo. Nella sala attigua, ci accoglie un altro occhio, dipinto su una grande tavola con applicazioni in ceramica, assieme a una seconda opera, analoga per tecnica, che mostra uno scheletro umano, a pendant dei teschi delineati sui due stendardi vicini.  Nella terza sala, un’opera del 1978 rende invece omaggio agli inizi del percorso di Cucchi. Al primo piano, dopo la proiezione di un viaggio visionario in stop–motion intorno all’opera dell’artista intitolato “Cucchi passo a uno” (2012), le sale delineano un percorso attraverso quattro delle più ricorrenti tematiche del lavoro di Cucchi: la morte; il  paesaggio dall’atmosfera onirica ed enigmatica; la possibile tridimensionalità della pittura; il segno, sviluppato attraverso una immaginaria “Cattedrale” costituita da numerosi disegni su carta. A corredo, un videogioco realizzato nel 2021 invita il pubblico a cimentarsi con la versione digitale dell’archivio dell’artista. Infine, l’ultimo piano pone in luce la grande potenza visiva e ambientale del segno di Cucchi, presentando dipinti dalle dimensioni monumentali.

 

Opere scelte per un nuovo percorso

Questa mostra è concepita come un tributo alla Collezione Fondazione Menegaz scegliendo tra le sue opere quelle mai esposte prima o poco conosciute, rintracciandovi quattro comuni denominatori che delineano nuovi percorsi al suo interno: il ritratto (con le opere di Omar Galliani, Machiko Kodera, Mimmo Paladino, Aryan Ozmaei, Vedovamazzei); il tema della geolocalizzazione, con la mappa di Antonio Corpora e con lavori che sottendono indirizzi postali reali (l’opera di Fabio Mauri) o possibili (l’opera costituita da francobolli di Flavio Favelli, e l’opera con cartoline di Giuseppe Stampone); il rapporto tra arte e natura (con le opere di Vittorio Corsini, Patrizio Di Massimo, Stefano Di Stasio, Ettore Spalletti); e, infine, il legame con il territorio abruzzese e la sua tradizione (con le opere di Stefano Arienti).

 

Gli appuntamenti (tutti con inizio alle 21:15)

 

Si comincia domenica 23 luglio, con il Never give up tour dei Globetrotter, feat Dave Weckl e Alain Caron, proposto da Abbazie Jazz festival. Il chitarrista Luca di Luzio torna in tour con il suo Globetrotter Project accompagnato da alcuni colossi della scena musicale internazionale jazz fusion. Una all star band con Alain Caron al basso elettrico, George Whitty alle tastiere, Manuel Trabucco al sax tenore e alla batteria Dave Weckl.

Venerdì 28 luglio, per il Fla a Castelbasso Guido Catalano celebra a modo suo Italo Calvino. Catalano, con Matteo Castellan, leggerà le fiabe dello scrittore intervallandole con le sue in uno

 

 

spettacolo “favoloso”. Sabato 29 luglio, la rassegna di organo allestita da Roberto Marini, propone Annum per annum, con Vera Kukoleva, gregorianista, e Leisbert Moreno, all’organo. Domenica 30 luglio, a cura della Società del Teatro e della musica Primo Riccitelli, concerto degli Extraliscio. Il loro suono, che incrocia tradizione e avanguardia, ha incantato il pubblico fino a superare i confini italiani.

Venerdì 4 agosto, per il Fla a Castelbasso ci saranno Antonio Manzini e Tullio Sorrentino con Lo gran diluvio, un racconto inedito pensato esclusivamente per una lettura dal vivo. “Questo è un racconto scritto da Rocco Schiavone e sarà lui a leggerlo al pubblico insieme al suo amico Brizio, interpretato da Tullio Sorrentino”. Sabato 5 agosto, a cura della Società del Teatro e della musica Primo Riccitelli, Peppe Servillo, voce; Javier Girotto, sax; Natalio Mangalavite, pianoforte e tastiere; propongono “L’anno che verrà – canzoni di Lucio Dalla”. Domenica 6 agosto, Abbazie Jazz festival propone l’appuntamento con Matt Bianco, una delle pop band inglesi più interessanti e divertenti degli anni Ottanta.

Venerdì 11 agosto, il Fla a Castelbasso ospita Cecilia Sala, giornalista delle testate Il Foglio, L’Espresso e Vanity Fair, podcaster da oltre un milione di ascolti che si racconta in un talk con la conduzione del direttore del Fla, Vincenzo d’Aquino. Sabato 12 agosto, la rassegna di organo allestita da Roberto Marini presenta Mirella Loffredi, fisarmonica, e Alessandra Ciccaglioni, organo. Domenica 13 agosto, a cura della Riccitelli, concerto con I musici di Francesco Guccini.

Giovedì 24 agosto, infine, l’Orchestra sinfonica abruzzese, con la direzione di Benedetto Montebello, eseguirà From Hollywood with love, i brani delle colonne sonore più celebri, accompagnati da immagini delle pellicole in un montaggio di Giordano Cagnin.

 

 

INFO

tel. 0861.508000 – info@fondazionemenegaz.it – www.fondazionemenegaz.it

 

Con il patrocinio e il contributo di Regione Abruzzo, Provincia di Teramo, Comune di Castellalto, Consorzio dei Comuni del B.i.m., Camera di commercio del Gran Sasso d’Italia.

Con il sostegno di Fondazione Tercas

Sponsor Falone costruzioni Er – Metamer – Orlandi Contucci Ponno – Pasquarelli auto

 

 

CASTELBASSO 2023 BORGO DELLA CULTURA

PROGRAMMA GENERALE 23 luglio – 27 agosto

 

ARTE

ENZO CUCCHI – LA MOSTRA   

a cura di Ilaria Bernardi

Palazzo De Sanctis, dal giovedì alla domenica, dalle 19 a mezzanotte.

OPERE SCELTE PER UN NUOVO PERCORSO

Palazzo Clemente, dal giovedì alla domenica, dalle 19 a mezzanotte.

 

Ingresso 5 €, ridotto 4 €. Gratuito per bambini fino ai 6 anni.

Biglietto valido per entrambe le mostre 6 anni.

 

MUSICA (a cura di Abbazie Jazz festival)

GLOBETROTTER feat DAVE WECKL e ALAIN CARON

Never give up tour

Domenica 23 luglio, ore 21,15. Ingresso 15 euro – prevendite su Ciaotickets

 

IL FLA A CASTELBASSO

GUIDO CATALANO con Matteo Castellan

Catalano legge Calvino

Venerdì 28 luglio, ore 21,15. Ingresso 10 euro – prevendite su Ciaotickets

 

 

MUSICA (a cura di Roberto Marini)

ANNUM PER ANNUM

Vera Kukoleva, gregorianista, Leisbert Moreno, organo

Sabato 29 luglio, ore 21,15. Ingresso gratuito

 

MUSICA (a cura della Società del teatro e della musica Primo Riccitelli)

EXTRALISCIO

Domenica 30 luglio, ore 21,15. Ingresso 13 euro – prevendite su Ciaotickets

 

IL FLA A CASTELBASSO

ANTONIO MANZINI con Tullio Sorrentino

Lo gran diluvio

Venerdì 4 agosto, ore 21,15. Ingresso 10 euro – prevendite su Ciaotickets

 

MUSICA (a cura della Società del teatro e della musica Primo Riccitelli)

SERVILLO/GIROTTO/MANGALAVITE

L’anno che verrà – canzoni di Lucio Dalla

Sabato 5 agosto, ore 21,15. Ingresso 13 euro – prevendite su Ciaotickets

 

MUSICA (a cura di Abbazie Jazz festival)

MATT BIANCO

Domenica 6 agosto, ore 21,15. Ingresso 20 euro – prevendite su Ciaotickets

 

IL FLA A CASTELBASSO

CECILIA SALA

Talk con Vincenzo d’Aquino, direttore del Fla

Venerdì 11 agosto, ore 21,15. Ingresso 5 euro – prevendite su Ciaotickets

 

MUSICA (a cura di Roberto Marini)

INTRECCI

Mirella Loffredi, fisarmonica, Alessandra Ciccaglioni, organo

Sabato 12 agosto, ore 21,15. Ingresso gratuito

 

MUSICA (a cura della Società del teatro e della musica Primo Riccitelli)

I MUSICI DI FRANCESCO GUCCINI

Domenica 13 agosto, ore 21,15. Ingresso 15 euro – prevendite su Ciaotickets

 

MUSICA (a cura dell’Istituzione sinfonica abruzzese)

FROM HOLLYWOOD WITH LOVE

Direttore Benedetto Montebello

Giovedì 24 agosto, ore 21,15. Ingresso 10 euro – prevendite su Ciaotickets