Giulianova. Al via, il 24 maggio, il XXIII Festival Internazionale di Bande Musicali e Majorettes. Oggi la conferenza stampa di presentazione in sala consiliare.

E’ stata presentata questa mattina, in sala consiliare, la XXIII Edizione del Festival Internazionale di Bande Musicali e Majorettes. Erano presenti il Sindaco Jwan Costantini, gli assessori Marco Di Carlo e Paolo Giorgini, il Presidente emerito del Consiglio Comunale Paolo Vasanella, gli organizzatori dell’evento Mario Orsini e Gianni Tancredi, la responsabile delle bande sudamericane Pebbles Aponte. Il Festival si terrà dal 24 al 28 maggio prossimi. Le bande arrivano da Repubblica Ceca, Messico, Polonia, Svizzera, Giappone, Ungheria, Puerto Rico e naturalmente Italia. Ad impreziosire la manifestazione in qualità di ospite d’onore, una delle più prestigiose bande nazionali, la Banda della Marina Militare Italiana diretta dal Maestro Capitano di Fregata Antonio Barbagallo. Anche l’edizione 2023 si presenterà con la formula classica, che comprende esibizioni, parate e concorso. A selezionare i gruppi migliori sarà una giuria composta da prestigiosi personaggi del mondo musicale bandistico ed esperti di corografie e costumi. La giuria dovrà anche decretare il migliore gruppo di Majorette. Rivedremo tutti gli appuntamenti nei luoghi classici dell’evento: Piazza Buozzi, cuore del centro storico, il lungomare Zara e naturalmente lo stadio Rubens Fadini, che accoglierà le coreografie più elaborate dei gruppi in formazione da parata. “Non possiamo nascondere che le ultime due edizioni sono state complicate dalla pandemia da Covid-19 – ha sottolineato il Presidente del comitato organizzatore Mario Orsini- Non ci siamo mai demoralizzati, però. Abbiamo continuato a tenere i contatti con i gruppi per riprendere l’evento non appena possibile. E adesso eccoci pronti per apprezzare di nuovo la bellezza della musica e l’arte di tanti gruppi bandistici che portano a Giulianova l’allegria del mondo”. “Fino ad oggi – ha aggiunto il Vice Presidente Gianni Tancredi- il Festival ha ospitato oltre 250 bande provenienti da 59 nazioni. Ringraziamo il Comune di Giulianova, la Provincia di Teramo, la Regione Abruzzo, Tercas, l’ Ente Porto di Giulianova, i tanti sponsor che ci sostengono e rivolgiamo un affettuoso saluto a tutto il pubblico che continua a farci sentire il suo calore anno dopo anno”. “Sono orgoglioso di questo evento – ha affermato il Sindaco Jwan Costantini – evento che è l’unica vera manifestazione di portata internazionale. Ringrazio davvero tutti, in primis l’associazione Padre Candido Donatelli.” “Il Festival – gli ha fatto eco Marco Di Carlo – inaugura la stagione delle proposte estive e promuove Giulianova in maniera eccezionale. Vorrei, in prospettiva, che fosse istituzionalizzato a livello regionale perché merita di avere un riconoscimento sovracomunale per qualità e longevità”. “Conosco i sacrifici degli organizzatori – ha aggiunto Paolo Giorgini – Il Festival è espressione altissima di cultura, folklore e multiculturalità. Lo sosteniamo con convinzione, certi che anche le prossime amministrazioni non potranno non farlo”. Ha espresso il suo plauso ed il suo affetto il Presidente emerito del Consiglio Comunale Paolo Vasanella. Data l’assenza del sindaco, trattenuto da un impegno improrogabile, sarà lui, il 27 maggio, ad incoronare la banda vincitrice.




I FRANCESI NEL 1799 A L’AQUILA E LA STRAGE DI RELIGIOSI E LAICI NEL CONVENTO DI SAN BERNARDINO

 

 

di Fulvio Giustizia *

 

L’AQUILA – Già dal 13 dicembre 1798, quando i Francesi, occupando Cittaducale e Antrodocoavevano oltrepassato i confini della Provincia d’Abruzzo, i vari paesi del circondario aquilano erano stati invitati a mobilitarsi, preparandosi a difendersi in tutti i modi, sia con armi proprie che improprie, come risulta dall’ordine del giorno di un “Pubblico Parlamento” di Calascio, che qui riferiamo.

 

«Calascio 13 Xbre 1798. Pubblico e generale Parlamento (…): Si propone alle Signorie Vostre  che il Regio Governo locale di Capestrano nel comunicarci di essere state invase le frontiere di questa Provincia, e propriamente Città Ducale,ed Introdoco da un copioso numero di Nemici, ci prescrive di allistare tutte le persone che saranno atte alle Armi, e al maneggio delli Rurali Stromenti e tenerle pronte ad ogni ulteriore disposizione; con restringere ancora tutte le Armi, e Stromenti suddetti, potendo acquistare la munizione da chiunque ne abbia de benestanti». (ArchivioCom. Calascio, Libro dei Parlamenti, c. 186r).

 

Prima di entrare nello specifico del nostro intervento, la strage di religiosi e non a S. Bernardino,occorre ricordare che, nella sua prima invasione dell’Italia del 1799, il generale francese Etienne J. J. A. Macdonaldaveva promulgato una feroce legge, carica di odio contro tutti i rappresentantidelle istituzioni religiose ed ecclesiali. Ne riferiamo qui alcuni punti salienti.

 

«Ogni terra o città ribelle alla repubblica sarà bruciata e atterrata; i cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, gli abati, i curati e insomma tutti i ministri del culto saranno tenuti colpevoli delle ribellioni de’ luoghi, dove dimorano, e puniti con la morte; il suono a doppio delle campane è vietato; dove avvenisse, gli ecclesiastici del luogo ne sarebbero puniti con la morte» (Fr. Diomede Falconio, O.F. M. Cardinale dei S.R. Chiesa, I Minori Riformati negli Abruzzi, vol.I, Roma Tip. Naz. G. Berterio, 1913, p. 136).

 

Con toni apparentemente più concilianti,Il 19 dicembre 1798, il Generale di DivisioneLemoineavevapubblicato, dal quartiere generale dell’Aquila, il seguente proclama:

 

«Agli Abitanti delle Città e campagne comprese nell’estensione del di luiComando.

Cessino una volta i vostri timori, infelici Abitanti. I francesi sì terribili nel combattimento, divengono umani dopo la vittoria e la loro gloria si è il perdonare. (…) Secondo le leggi dellaguerra, la città dell’Aquila doveva essere saccheggiata, bruciata; e gli abitanti passati a filo dispada, ma che io ordinassi una tale sciagura non era analogo alla sensibilità del mio cuore (…)Abitanti intimoriti ritornate alle vostre Case, Mercanti riaprite i vostri Magazzini, Artisti restituitevi al lavoro e voi utili Agricoltoririprendete i vostri Aratri (…) Deponete le armi e la tranquillità rinascerà nelle vostre fertili Contrade:non ascoltate più le voci di chi vi seduce e v’inganna, la vostra Religione, i vostri Altari, le vostre Persone, le vostre Proprietà saranno rispettate: io ne impegno la mia parola d’onore».(G. Rivera, L’Invasione francese in Italia e l’Abruzzo Aquilanodal 1792 al 1799, Estratto dal Bollettino di Storia Patria negli Abruzzi, L’Aquila, Premiata Tip. Aternina 1907, pp. 52-53).

 

Queste parole non convinsero affatto alla resa gli Aquilani i quali, due mesi più tardi, il 3 marzo 1799, grazie alle varie forze di volontari dei paesi vicini, guidate dal Generale Giovanni Salomone, riuscirono a catturare un buon numero di francesi per poi imprigionarli nel Castello cinquecentesco. Nei giorni seguenti del 10 e 17 marzo, Domenica delle Palme, si ha un inusuale intervento, non del tutto “spirituale”, del Generale Salomone, che si espone in prima persona nelrichiedere, mediante due atti notarili del Notaio Nicola Zampetti, l’attestato di un’apparizione di S. Bernardino nella prima data e, nella seconda,un altro attestato per una analogamanifestazione di S. Equizio.Miracoli ovviamente considerati un incoraggiamento dei due Santi alle truppe coalizzate per la difesa della città dell’Aquila e anche per richiamare all’ordine alcuni “scostumati membri delle Masse”, che per loro interesse personale avevano distrutto, nel giorno 3 e tra il 9 e il 10marzo, vari documenti dell’Archivio Civico e del Regio Tribunale.

 

Trascriviamodunque dall’Archivio Notarile, i protocollidei due eventi soprannaturali attestati da Nicola Zampetti, a prescindere dalla credibilità o meno dei fatti miracolosi narrativi, sui quali, nonostante l‘affermata presenzadi uomini di Chiesa, definitisi testimoni oculari, non spetta a noi pronunciarci. Nelprimo atto notarile si afferma:

 

«Die decima mensisMartii 1799 – Aquilae. A richiesta del Signor D. Giovanni Salomone Comandante in capite delle truppe coalizzate. Noi qui sottoscritti Notar Nicola Zampetti e Notar Francesco-Nicola Panosetti di questa Città, ed Antonio Mastracci di Paganica Giudice a contratti, Provicario della Curia Vescovile Canonico Don Giuseppe Marj; Canonico Don Francesco Palitto; Canonico Don Giuseppe Farinosi; Sacerdote Don Luigi Cocciante di Rocca di Mezzo, Sacerdote Don Tommaso Marinacci di Ovindoli, Don Domenico Sacerdote Salvatore, e Don Gaetano Castrati, in virtù di questo pubblico atto da valere ubicumque, e che sarà riportato in pubblica forma nei nostri protocolli, facciamo vera, certa, reale ed indubitata fede, qualmente oggi dì suddetto, su le ore diciotto in circa si è con nostro stupore ed ammirazione veduto sulla cuppola della Chiesa di San Bernardino da Siena uno de’ principali protettori di questa Città girare intorno di essa lo stesso San Bernardino con una fascia rossa, il quale dopo aver fatti molti giri intorno a detta Cuppola, salì sopra la palla, quindi salito su la Croce e fatti alcuni giri se ne salì verso del Cielo (…). A quale miracoloso spettacolo accorse lo stesso Signor Comandante con tutta la Truppa e un immenso popolo della Città, ed al sono di tutte le campane della medesima, si fece quell’allegria che non si può esprimere – Riempiti di giubilo tutti i cittadini si beffavano de’ tiri del cannone che facevano nel castello gli nemici, e dopo gl’immensi evviva del popolo, i ringraziamenti al santo protettore dallo stesso popolo, si ritirassimo tutti nelle nostre case con una interna consolazione e fiducia, ritornò in noi una calma sufficientissima. _ Acciocché tosto costi un miracolo così stupendo, anche ad onore e gloria del nostro santo protettore abbiamo fatto il presente a futura memoria delle cose e per esempio di chi realmente confida nella protezione de’ Santi».

 

Nel secondo atto notarile si attesta, con una numerosa partecipazione di testimoni, quanto segue:

Die decima septimamensismartii 1799 – Aquilae

A richiesta del Sig.re D. Gio: Salomone generale delle masse delle Università Coalizzate. Personalmente costituiti alla nostra presenza il Signor Duca di Paganica D. Gio: de Costanzo, il Signor D. Biage Dragonetti, il Rev.do D. Gaetano Castrati, il Rev.do  D. Domenico Lonchi, il Rev.do D. Gio: Turcone, il magnifico Domenico Antonetti, il Mag.co Vincenzo Biondi, il Mag.co GeatanoTomaj, il Mag.co CarpofaroBroggi, il Mag.co Antonio Testone, il Mag.co Giuseppe Palesse, il Mag.co Giuseppe Marsili, il Mag.co Notar Niccola Panosetti, il Mag.co Vincenzo Colageo, il Mag.co Domenico Marini, tutti di questa Città, i quali spontaneamente e non per forza, ma per dar luogo alla verità, attestano, e fanno fede, come Oggi sopradetto Giorno, e propriamente sulle ore 15 in circa con di loro sommo stupore ed ammirazione hanno veduto ocularmente intorno la base della Campana che tiene l’orologio di Palazzo, girare il Glorioso S. Equizio, vestito, con i segni di Vescovo [correggi: di abate] e dopo aver fatti alcuni giri intorno a detta Campana salì nella sommità e poi disparve.

L’immenso popolo accorse, i gridi giulivi di epso giunsero quasi alle stelle, indi tutto il Popolo si portò nella Chiesa di S. Margherita poco distante da detta Torre, dove riposano le Ossa di detto Sancto e nell’altare a lui dedicato, si cantarono dal Capitolo di detta Chiesa le solite preci in onore e ringraziamento di Jddio, e del detto S. Protettore. Ancorché dunque costi questo stupendo miracolo a Posteri, che verranno, hanno fatto il presente che da me suddetto Notaro sarà riportato in Protocollo per ogni futuro documento. Unde etc.

 

E infine rivolgiamo la nostra attenzione ai tristi avvenimenti del 23 marzo 1799, quando 500 Francesi, entrati in città dopo aver sfondato Porta Barete e liberati i loro che erano prigionieri nel Castello, si recarono a saccheggiare il Convento di S. Bernardino, uccidendo frati e fedeli che vi si trovavano raccolti, verificandosi così quanto il Santo protettore della Città, nella sopra descritta apparizione sembra aver voluto significare mostrandosi munito, non a caso, di una fascia rossa, come evidente segnale  di un imminente martirio.

 

Trascriviamo testualmente da P. Antonio D’Antonio, S. Bernardino, da ieri a oggi(Cartografital, Montesilvano 1980, pp. 211-212).

 

«Era il sabato santo. Saccheggiarono chiese, comunità d’ambo i sessi, case patrizie. A S. Bernardino furono uccisi 27 religiosi e 22 borghesi: M.R.P. Bernardino da Borbona, M.R.P. Giovanni da Introdacqua, P. Geremia Vitoantonio da Barisciano, P. Gaetano da Calascio, P. Bonaventura da Paterno, P. Bonaventura da Calascio, P. Romualdo da Caporciano, P. Gianfrancesco da Aquila, P. Angelantonio Terrini di Aquila, P. Pasquale Matergia da Barisciano, P. Bernardino da Picenze, P. Giuseppe M. Ciotti di Teramo, Fra Daniele di Donato da Cugnoli, Fra Diego da Introdacqua, Fra Bernardino da Fossa, Fra Francesco da Introdacqua, Fra Pietro da Villa S. Lucia, Fra Pasquale da Tornimparte, Fra Francesco da Antrodoco, Fra Michele da Forcella, Fra Celestino da Fano Atriano, Fra Giuseppe Marini di Poggio Picenze, Fra Antonio da Paganica, Fra Domenico di Lauro da Tione, Fra Donato da Guardia Vomano, Fra Luigi da Paganica, Fra Bonaventura da Paganica (…).Non risparmiarono neppure il Corpo di S. Bernardino. Lo scaraventarono a terra per rubare la cassa d’argento costruita nel 1550 e che costò 14.000 scudi, e l’argento dell’urna». 

 

La cassa, insieme ad altri argenti di arredi sacri, sarebbero dovuti servire ad estinguere, come taglia per diritto di conquista, la somma imposta dai Francesi all’Aquila di ben trentaseimila ducati.Questa tragica, quanto dissacrante strage, aggiungiamo noi, fu fatta nel nome di un’ipocrita ostentazione, soltanto a parole, del noto motto “liberté, egalité, fraternité”. Una amara realtà che anche oggi, nel XXI secolo, ci tocca da vicino per le diffuse guerre e relativi eccidi, che hanno purtroppo radici lontane e che non vanno assolutamente giustificati né in nome di Dio né in nome di qualsivoglia ideologia.

 

Per concludere, dal momento che siamo alla vigilia del 225° anniversario del drammatico avvenimento, ci sia permesso di rivolgere un appello agli attuali Religiosi di San Bernardino, perché vogliano considerare l’opportunità di affiggere, all’interno della chiesa, una lapide che ricordi le 49 vittime del 1799, con in più l’iniziativa, il 23 marzo di ogni anno, di celebrare per loro, e per tutte le vittime di guerra di ogni epoca, una partecipata Eucaristia, aperta a tutta la cittadinanza aquilana.

 

 

*Storico, archeologo paletnologo, deputato di Storia Patria Abruzzo




ROSETO RENDE OMAGGIO A VINCENZO FILIPPONE-THAULERO. CONVEGNO IN SALA CONSILIARE SABATO 20 MAGGIO

 

Roseto degli Abruzzi, 17 maggio 2023 – Sabato 20 maggio, presso la Sala Consiliare del Comune di Roseto degli Abruzzi, alle ore 16.30, verrà presentato il IV volume dell’Opera omnia di Vincenzo Filippone-Thaulero, “Non è perduto il segno. Scritti letterari”, pubblicato da Studium Edizioni di Roma.

Organizzato dal Centro Studi “Vincenzo Filippone-Thaulero”, intitolato all’illustre filosofo, poeta e teologo rosetano, morto tragicamente in un incidente stradale nel 1972, con il Patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi, a cura del Presidente Vincenzo Di Marco, il programma prevede le relazioni del Professor Rocco Pezzimenti, dell’Università LUMSA di Roma, e di Simone Gambacorta, Vice Presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo.

Di seguito si svolgeranno letture di brani poetici, prose e memorie dell’autore, da parte degli studenti del Liceo Saffo di Roseto. Concluderà il pomeriggio una esecuzione musicale del Maestro Roberto Rupo al piano e del Maestro Nunzio Fazzini, tenore.

In apertura, porteranno i saluti il Sindaco di Roseto Mario Nugnes, la Presidente del Consiglio Comunale Gabriella Recchiuti, l’Assessore alla Cultura Francesco Luciani. L’iniziativa è inserita nel programma del Premio “Città delle Rose” che si svolge a Roseto nel mese di maggio 2023.

 

Non è perduto il segno è il quarto volume dell’Opera omnia di Vincenzo Filippone-Thaulero, con il quale inizia la pubblicazione degli scritti inediti. La prima parte è costituita in gran parte da sonetti che Filippone-Thaulero aveva rivisto e sistemato in forma definitiva prima della sua prematura scomparsa. Nella seconda parte, vengono pubblicate le poesie giovanili, i testi teatrali e le prove narrative del nostro Autore. Questi scritti possono essere collocati in un arco temporale che va dal 1945 agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso.

 

“Ancora una volta la Sala Consiliare del nostro Municipio ospita un evento di alto valore culturale – affermano il Sindaco Mario Nugnes e la Presidente del Consiglio Gabriella Recchiuti – Un convegno che rende omaggio a Vincenzo Filippone-Thaulero, una figura che merita di essere approfondita in ogni occasione. Ringraziamo il professor Di Marco per questa lodevole iniziativa e per tutto il lavoro culturale che da anni porta avanti con il suo Centro Studi”.

 

“La pubblicazione delle opere inedite di Filippone-Thaulero contribuirà a diffondere il suo pensiero nella comunità di Roseto e in quella nazionale – aggiunge Vincenzo Di Marco, curatore dell’intera Opera omnia –  consapevoli dell’alto valore morale e letterario che esse contengono”.




Nuovi film e un’incursione nell’editoria per il regista Mauro John Capece: un 2023 dedicato interamente al Cinema!

Un 2023 che prosegue con il grande amore per il cinema, quello del regista Mauro John Capece, che continua il cammino intrapreso da 30 anni con impegno e passione.

 

Molti saranno i progetti a cui si dedicherà nella seconda parte dell’anno e che racconteranno il suo modo di “essere e vivere il Cinema”.

 

Unlucky to Love You, lungometraggio in lingua inglese ma girato nel Bel Paese, precisamente in Puglia, sarà distribuito a fine anno e troverà una massiccia distribuzione anche nelle sale canadesi.  L’opera ha come protagonisti l’attore hollywoodiano Randall Paul, Corinna Coroneo che ha anche scritto la sceneggiatura, Mara D’Alessandro, Gabriele Silvestrini e Fiorella Franco che si esibisce nel film con una coreografia molto curata.

Unlucky to Love You sarà proiettato per la prima volta in Italia a settembre in un noto festival. Questo annuncio verrà dato a Cannes durante gli incontri dell’Italian Pavilion nel corso di un evento che sarà organizzato, per l’appunto, dal festival ospitante.

 

A fine maggio verrà distribuito in esclusiva su Xumo TV di Comcast, per ora esclusivamente negli Stati Uniti, in Canada, in Brasile e in Messico, il suo primo lungometraggio, realizzato nel 2005 Evoque Reality Show – Dogme#61. Il film fu presentato alla Festa del Cinema di Roma.

Durante le sue proiezioni a Roma e New York, il film, molto controverso, fu molto ben recepito dai critici e il noto critico Gian Luigi Rondi, fu uno dei suoi tanti estimatori.

Oggi, dopo tantissimi anni, è giunto il tempo di renderlo accessibile al pubblico. Si tratta di un’opera prima che osa, con scene molto forti e perturbanti. Evoque Reality Show – Dogme#61  fu una critica feroce alla televisione generalista e ai reality show ma fu anche molto altro: un “vintage d’autore” che si rifà al Dogma95, movimento fondato da Lars Von Trier e Thomas Vintenberg che venne definito come il “voto di castità” del Cinema colto.

Il Dogma 95 imponeva delle regole precise per la creazione di film artistici, democratici, privi di orpelli ed effetti speciali. I film Dogma 95 vennero girati tutti con telecamera a spalla, molto mossa e gli attori erano liberi di muoversi.

 

Ma il 2023 non termina qui e Mauro John Capece promette sorprese ai suoi fan. Il regista ha curato la fotografia di un’opera che sarà nei festival e nelle sale cinematografiche e sta avviando la distribuzione, tramite Evoque Art House, di un altro film di Giacomo Franciosa e del lungometraggio serbo The Spring Poem di Natalija Avramovic.

Non solo cinema ma anche letteratura con la stesura di un romanzo scritto a quattro mani assieme all’attrice Corinna Coroneo.

 

Un 2023 di creatività, arte e, soprattutto, Cinema!




L’Aquila. Spettacolo teatrale “Stra – VAGANTI, VOCI SORDE DALLE MENTE” con Nancy Fazzini, Sara Palladini e Ilenia Molinis

Gli studenti del Corso di Laurea in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica dell’Ateneo aquilano, in collaborazione con le studentesse e gli studenti del Corso di Specializzazione in Musicoterapia del Conservatorio dell’Aquila, hanno deciso di organizzare un evento che potesse ricordare che l’Ospedale psichiatrico rappresentava un sistema orientato alla custodia ed alla restrizione della libertà e non alla cura delle persone, con lo  spettacolo teatrale “Stra – VAGANTI, VOCI SORDE DALLE MENTE” con Nancy Fazzini, Sara Palladini, Ilenia Molinis; un viaggio nella memoria degli ex-manicomi italiani. Uno spettacolo duro, emozionante, coinvolgente. Le performer  attraverso musica,danza,teatro“giocano”, mettendo a confronto la vita degli internati di un tempo con quella che viviamo ai nostri giorni. Gli spettatori “vivono” così in prima persona la realtà manicomiale, viaggiando nei luoghi e nelle situazioni di internamento. Musica, teatro e danza danno parola ai pensieri degli internati. Voci negate di tanti, uomini e donne, rinchiusi nei manicomi, voci che si liberano da quei muri freddi ed incrostati di rabbia, grida, suppliche e silenzi,voci che meritano di essere ascoltate. La sceneggiatura teatrale ha ispirazione anche dal libro “La nave dei folli”di Marcello Mazzoni edito da Artemia Nova Editrice.  Seguirà dibattito con gli studenti con il dott. Francesco Saverio Moschetta, Tiziana De Angelis ( scrittrice), Maria Teresa Orsini( editrici).Introduce lo scrittore Enzo Delle Monache.

In terverranno la Prof.ssa Rita Roncone  Professoressa Ordinaria di Psichiatria, Presidente Corso di Laureain Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica, Università dell’Aquila , la Prof.ssa Luigia Berti

Professoressa Ordinariadi Pedagogia Musicale,Coordinatrice del Corsodi Musicoterapia del Conservatorio “AlfredoCasella”, L’Aquila, il Prof. Massimo Casacchia Professore Emerito di Psichiatria, Docente Corso di Laurea in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica, Università dell’Aquila.Dr.Valter Marola . Psichiatra.

 




“Il Maggio dei Libri” a Giulianova a cura di Arts Academy. Domenica 21 maggio, con “Le favole di mamma Giò” e GiocaCultura nel Loggiato “Riccardo Cerulli”.

Continua la collaborazione tra l’associazione Arts Accademy e la Biblioteca civica “Vincenzo Bindi” per “Il Maggio dei libri” a Giulianova. Un nuovo appuntamento è previsto per domenica 21 maggio, alle ore 17 nel Loggiato “Riccardo Cerulli” sotto piazza Belvedere, tutto dedicato alla lettura per l’infanzia con l’autrice Giovanna Ferri che dialogherà con Noemi Morrese del suo libro “ Le favole di mamma Giò”, edito nel 2022 da Masciulli. Protagoniste delle quattro storie che compongono la raccolta sono le piccole, grandi avventure di animali parlanti. Ogni favola ha una sua morale, spunto di riflessione per grandi e piccini: la forza del perdono con la formichina Milù, il valore di un cuore d’oro con Nerina, la gattina di Baffonia. Il panda albino Bai insegnerà che il colore della pelliccia non ha nessuna importanza e i cagnolini Tobia e Batuffolo dimostreranno che in una famiglia c’è amore a sufficienza per tutte e per tutti. Completano il volume le pagine con cruciverba, labirinti e altri giochi. All’interno dell’incontro si svolgerà anche un’attività di “GiocaCultura” dal titolo “La fabbrica del libro”. Guidati da Stefania Quarta, i piccoli lettori tra i 5 e i 10 anni saranno impegnati a realizzare un libriccino dopo aver ascoltato una favola tratta proprio dalla raccolta di Giovanna Ferri. La partecipazione al laboratorio è gratuita e occorre prenotare entro sabato 20 maggio chiamando il numero 0858021290 o scrivere a museicivici@comune.giulianova.te.it Si ricorda inoltre che la Pinacoteca civica Casa museo “Vincenzo Bindi” è aperta alla visita il sabato, la domenica e i festivi, dalle 10 alle 12.30 e dalle 16 alle 20. Domenica 21 maggio, in occasione della Giornata nazionale delle dimore storiche italiane, sono previste due visite guidate gratuite su prenotazione con turni alle 11 e alle 16.30.




ATRI. SAVERIO FALCONI DI FRANCESCO – LA PITTURA DEI SOGNI a cura di Giuseppe Bacci e Marialuisa De Santis. Sabato 20 maggio, ore 18

ATRI, Scuderie Ducali di Palazzo Acquaviva
Piazza Duchi d’Acquaviva, 91
20 maggio – 15 giugno 2023
Inaugurazione: 20 maggio 2023 ore 18:00
Catalogo in mostra

Tenendo a battesimo d’arte uno dei suoi figli artisti del territorio teramano, la città di Atri
ospita, in uno dei suoi monumenti più significativi, il Palazzo Ducale degli Acquaviva, nelle
Scuderie Ducali, il pittore Saverio Falconi Di Francesco, nella sua prima personale
antologica con la mostra I colori dei sogni, a cura di Giuseppe Bacci e Marialuisa De Santis,
che si inaugurerà Sabato 20 maggio 2023, alle ore 18:00. (La mostra rimarrà aperta fino al
15 giugno 2023, tutti i giorni tranne il lunedì, dalle ore 10:00 alle 13:00 e dalle 16:00 alle
19:00).
Dopo aver mosso i primi passi da autodidatta, ed espresso la propria interiorità attraverso
il disegno prima e la pittura poi, Saverio Falconi Di Francesco (Teramo, 1930) con questa
mostra antologica debutta nella scena artistica teramana e nelle magnifiche sale delle Scuderie
Ducali si potranno ammirare una sessantina di opere, alcune recenti, della produzione artistica
dell’artista abruzzese. Il titolo stesso della mostra, I colori dei sogni, offre una esauriente
chiave di lettura laddove richiama implicitamente la sua grande passione, il suo amore
viscerale per la figura e i colori, che lo ha portato a realizzare tante e tante opere. Ed in questo
suo percorso la natura irrompe prepotentemente e questa irruenza delle forme e dei colori è
colta in maniera mirabile dall’artista teramano.
Gli alberi, un’immagine questa (da quelli esotici ai più familiari) che non è riuscito a
cancellare dalla lavagna della sua memoria, ma nel tempo ha assunto connotazioni diverse…
Nel realismo disincantato dell’artista, le figure rimangono anonime e distaccate, come se
volesse sottolineare l’isolamento tra uomo e uomo al di là della vicinanza fisica. Nelle sue
opere trapelano la solitudine, la mediocrità e la banalità del vivere quotidiano, ma anche
l’inattesa bellezza del mondo di tutti i giorni.
La mostra ha una duplice funzione: oltre a far conoscere l’opera dell’artista, finora rimasta
inedita, l’intento degli organizzatori e dei familiari è quello di donare, con sorpresa, un evento
inaspettato e imprevedibile, quale quello di siffatta mostra e relativa pubblicazione del catalogo,
ad un uomo schivo che da sempre ha rifuggito l’apparire. In catalogo in Il tempo è l’unica cosa,
che nessuno, neppure una persona riconoscente può̀ restituirci così Mariarita Marcozzi
scrive: «e quindi, / quando guarderai questo catalogo, / non chiederti in quale periodo storico sia
stato dipinto, / ma abbracciane il senso, / ritrovati in esso, / perché è nella pittura dell’uomo
mortale che ritroviamo la nostra immortalità. / E allora, / tutti insieme, / possiamo rispondere agli
eroi epici: / non rincorrete il tempo eterno, perché già siete eterni, siete immortali, perché in eterno
vivranno i vostri sogni, ricordatevi delle stelle, / perché ad esse torneremo».
Sulla pittura fantastica e colorata dell’artista, Marialuisa De Santis ha scritto: «Si avvale,
Falconi Di Francesco di tutta la funzione magica ed evocatrice della pittura, rendendo a chi,
oggi finalmente guarda le sue opere, aspetti visivi che si trasformano persino in sensazioni
acustiche e olfattive quando non addirittura “sentimentali”.
È una natura fantastica quella che ci mostra, fiori simili a delicate girandole e alberi carichi
di una pioggia di brillanti capolini sferici; i confini dei cieli e delle terre sono ritmi ondulati
nei quali armoniosamente vivono accoglienti figure che risentono delle forme semplici ed
evocative di Gauguin e a volte di quelle ancora più semplificate ma insieme più “costruite”
dei papiers découpés di Matisse».
Il Sindaco di Atri, Piergiorgio Ferretti, scrive in catalogo: «Saverio Falconi Di Francesco è
un artista schivo, ma ricco di talento. La sua arte non nasce quindi con il primario obiettivo
di arrivare al pubblico, ma dall’esigenza dell’artista di esprimere se stesso e le sue emozioni.
Questo rende il suo lavoro ancora più interessante e siamo felici che il figlio e il noto fratello,
l’artista Gigino Falconi, si siano fatti promotori di questa mostra scegliendo la nostra città».
Inoltre, il Vice Sindaco Domenico Felicione, rafforzando il concetto, afferma: «Ospitare la
mostra di Saverio Falconi Di Francesco nelle Scuderie Ducali di Palazzo Acquaviva è per la
nostra città motivo di grande orgoglio. Un artista restio alle esposizioni delle sue opere tanto
che questa iniziativa è per lui una sorta di dono. Se queste opere sono in questa occasione
visibili e apprezzabili da vicino lo si deve, infatti, al figlio dell’artista e al fratello, il noto
pittore Gigino Falconi. Il loro impegno ha portato a questa inedita esperienza espositiva e
abbiamo molto apprezzato la scelta della nostra cittadina e dei bellissimi ambienti delle
scuderie ducali per questo omaggio».
L’esposizione è accompagnata da un catalogo di 64 pagine, a cura di Giuseppe Bacci, con scritti
di Marialuisa De Santis, Domenico Felicione, Piergiorgio Ferretti e Mariarita Marcozzi.
SAVERIO FALCONI DI FRANCESCO – LA PITTURA DEI SOGNI
LUOGO: Scuderie Ducali di Palazzo Acquaviva
Piazza Duchi d’Acquaviva, 91 64032 Atri (TE)
PERIODO: 20 maggio – 15 giugno 2023. Apertura: tutti i giorni tranne il Lunedì, dalle ore 10:00
alle 13:00 e dalle ore 16:00 alle 19:00
CURATORI: Giuseppe Bacci e Marialuisa De Santis
PER INFORMAZIONI: Cell. 333 4855400 – Cell. 339.8895499
E-MAIL: luca.falconi@gmail.com – giuseppebacci@icloud.com
SAVERIO FALCONI DI FRANCESCO
Saverio nasce a Teramo il 16 gennaio 1930, figlio di Domenico Falconi e Carmela Di Francesco.
Secondogenito di una famiglia creativa, frequenta le scuole primarie a Giulianova, dove il padre
aveva una manifattura di cappelli da uomo. Sono gli anni di un mondo scolastico fatto di pluriclassi,
tra i doveri dello studio e una natura spesso ancora selvaggia di una cittadina costiera in cui
convivevano le zone palustri, gli orti e i segni della urbanizzazione prebellica. Un luogo, segnato da
odori salmastri e colori forti, che emergono dai racconti e dalle tele che dipingerà̀ molti anni dopo.
Segue il trasferimento a Teramo a casa degli zii materni in via Nicola Palma. Qui frequenterà le scuole
superiori diplomandosi poi geometra. Un cambio di orizzonte formativo, dalla linearità dei paesaggi
marini ai perimetri urbani della città storica. Con la Guerra, la famiglia si ritira in montagna, a Nerito
di Crognaleto (TE), un ulteriore cambio di paesaggio e di vita tra boschi e prati, anni di libertà asso
dell’artista luta. Il secondo svincolo evolutivo avverrà con il servizio militare, “tenente” dell’Esercito
italiano. Un distanziamento maggiore che lo porterà a vedere luoghi, città che poi rappresenteranno
quella trama, quel filo rosso rassicurante, che si ritrova nei suoi lavori/ricordi della terza fase della
sua vita. Diventa Ufficiale, “tenente”, il cui ricordo si mette in rappresentazione in idealizzati
paesaggi, memorie delle esercitazioni militari nella tenuta di San Rossore (PI). Segue il ritorno a
Teramo. Lavorerà nella azienda dello zio materno, figura di riferimento nella sua vita a cui rimane
per sempre legato. Sono gli anni in cui inizia a coltivare il disegno. Dapprima come un gioco, poi
nell’età̀ della pensione dal disegno passa alla pittura approdando ad uno spazio onirico che sarà a
volte attività ludica, a volte riparo e fuga, a volte un salvifico porto oltre il tempo.
Il corpus pittorico, con gli anni, viene a costituirsi come un unicum: la singola tela si costituisce come
parte delle pareti delle stanze dove dipinge. I quadri sono messi in rappresentazione nei locali del suo
studio come un’opera totale. Tele, pennelli, vasetti dei colori, oggetti, ceramiche, sculture etniche,
piante grasse sono un corpo indistinto. Non a caso quasi mai ha messo le date ai suoi quadri. Più che
un tempo lineare è un tempo onirico. Una ricerca mentale, in cui ogni quadro che ha dipinto è
contemporaneo ai precedenti e ai successivi. Una linea del tempo sognata, dove ogni tela è parte di
un ideale quadro più̀ grande. Per capirne il lavoro, più del singolo quadro vale osservare l’insieme
delle presenze di oggetti da collezione e di quadri che riempiono il suo studio di pittore.
Ha dipinto una quantità impressionante di tele. Le incornicia da solo, con delle stecche in legno
grezzo. Spesso incornicia mentre ancora sta dipingendo. Il suo atelier è la sua vera opera pittorica.
Lo spazio dello studio e i quadri sono la stessa cosa. La composizione e la scomposizione degli alberi
e degli oggetti che usa prendono forma nel muto dialogo delle opere alle pareti. Forse anche
l’incorniciare i quadri, mentre li dipinge, è perimetrare come stanze la rappresentazione messa in
forma sulla tela perché non scappi via oltre la cornice.
Dei colori si deve dire che usa solo i colori di una determinata marca (Morgan’s Paint). Non sono
colori da pittore di quadri ma una idropittura lavabile per interni ed esterni edilizi (colori prodotti in
Italia da Alfred Houston Morgan, che nel 1924 fonda la sua ditta, il Colorificio Toscano, e la linea
Morgan’s Paint è una delle sue produzioni). Sono colori con i quali non è facile dipingere. Li utilizza
sin dall’inizio. Erano gli stessi che si vendevano nella vecchia azienda di ferramenta del suo carissimo
zio Mario Di Francesco, in via Palma. Colori molto brillanti, la cui diluizione ha perfezionato dopo
varie sperimentazioni. La marca e la tipologia del colore sono sempre stati anche un forte legame con
il passato quando lavorava con lo zio. Era il tempo della occupazione tedesca.
Saverio è arrivato alla tela solo dopo aver dipinto su vari materiali – formica, cartone, legno – tutti
materiali di recupero, nella logica di chi aveva vissuto l’autarchia della guerra per cui tutto era
recuperabile e trasformabile in altro.
Oggi vive e dipinge a Giulianova.




Venerdì 19 maggio, il professor Ugo Di Toro con “Platone e il mito della caverna” chiude “Pomeriggi filosofici”, la prima rassegna del pensiero della Biblioteca “Vincenzo Bindi” di Giulianova.

Giunge al termine “Pomeriggi filosofici. Passeggiate nel pensiero”, la serie di sei incontri proposti dalla Biblioteca civica “Vincenzo Bindi” di Giulianova e curati dal professor Aldo Marroni. L’ultimo appuntamento si svolgerà venerdì prossimo 19 maggio alle 18 con il professor Ugo Di Toro, docente di Storia dell’etica e delle politiche sociali presso l’Università̀ degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Di Toro interverrà su Platone e sul mito della caverna, che si trova nell’opera più ambiziosa del filosofo greco, “La Repubblica”. Si tratta di un dialogo impegnato a ricercare la giustizia sia per il singolo individuo sia per la comunità politica. “Nel mito situato nel Libro VII della Repubblica – spiega Di Toro – Platone ci fa conoscere la nostra condizione di uomini che si nutrono di illusioni, di ombre proiettate sul fondo della caverna. Una condizione dalla quale da soli gli uomini non riescono a svincolarsi, proprio perché sono convinti che quella sia la verità, la realtà. Come dei Prometei dimezzati gli esseri umani vivono legati, incatenati, e non possono voltarsi indietro per osservare la fonte della loro illusione. Solo alcuni individui riescono a slegarsi e a girare la testa verso l’imboccatura della caverna. Questi esseri formidabili non sono giganti o esseri mitologici, sono proprio i filosofi che con la loro forza intellettuale riescono esplorare questo nuovo mondo e offrono vie migliori per giungervi. I filosofi possono pensare la crisi politica, diagnosticarne la causa e risanare la pólis, la comunità politica. Ma per avere successo questo progetto deve poter contare su una conversione degli uomini incatenati, almeno di coloro che hanno un sano equilibrio delle parti della loro anima”. Ugo Di Toro insegna Storia dell’etica e delle politiche sociali presso l’ Universita’ degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Ha pubblicato articoli su Parmenide di Elea, Platone, Marco Aurelio, Macrobio; ha pubblicato il volume L’enigma Parmenide. Poesia e filosofia nel proemio (Aracne 2010); ha curato con Aldo Marroni i volumi, Muse ribelli. Complicità e conflitto nel sentire al femminile (ombre corte, 2012); Scrittori e gusto urbano fra Settecento e Ottocento, di Francesco Iengo (ombre corte, 2015); ha curato con Antonella Del Gatto il volume, Metropoli. Estetica, arte, letteratura. Saggi in memoria di Francesco Iengo (ombre corte 2016).




Artinvita – Festival Internazionale degli Abruzzi. Premiati i cortometraggi in concorso del Cinema Express da una giuria internazionale di professionisti e dagli studenti delle scuole del territorio

Con la cerimonia di premiazione del Cinema Express, premio del cortometraggio argentino e balcanico, ormai giunto alla V edizione al CiakCity Cinema di Guardiagrele (CH) si è chiusa la sesta edizione di ArtinvitaFestival Internazionale degli Abruzzi.

Più di trecento studenti hanno partecipato e seguito laboratori con l’obiettivo di essere pronti ad attribuire i seguenti premi agli otto cortometraggi in concorso: Miglior Regia, Miglior Montaggio, Miglior Fotografia, Miglior Suono, Miglior Interprete, Miglior Soggetto.

Oltre al contributo degli studenti, il Cinema Express si avvale di una giuria di esperti, che ha assegnato una “Menzione d’Onore” e il premio per “Miglior Film”.

Tra i componenti della giuria d’esperti in presenza: Elsa Amiel (Regista Francese), Laurent Petitgand (Compositore di musiche per Film), Vittoria Scognamiglio (Attrice Italo-Francese), Mathieu Touzè (Regista, coreografo e drammaturgo teatrale francese), sotto la guida della presidente di giuria Amahi Camilla Saraceni.

In collegamento invece: Eno Milkani (Regista e produttore albanese e direttore del Balkan Film & food festival), Michel Feller (Produttore Francese), Simona Banchi (Produttrice Italiana), Gema Juarez Allen (Regista e Produttrice argentina).

Tra gli Istituti scolastici che hanno votato: Istituto Comprensivo “Vittorio Bachelet” Orsogna, Istituto Comprensivo “N. Nicolini” Tollo, Liceo Scientifico “Alessandro Volta” Ortona, Liceo Scientifico “Nicola da Guardiagrele” Guardiagrele, Liceo Artistico “G. Palizzi” Lanciano, Istituto Comprensivo “Matilde Serao” Ortona.

La “Menzione D’onore” è stata attribuita a “Las Instrucciones Para Adela” delle registe Laura Huberman e Manuela Martinez poiché secondo il volere della Giuria: “Sottolineiamo la forza del soggetto. Il passaggio delle responsabilità attraverso tre generazioni di donne. Le due registe filmano con finezza, generosità e sensualità. La giuria ha molto amato questa sensualità filmata come uno strumento drammaturgico. Abbiamo molto amato il rapporto fra queste donne, il loro spazio, i loro bisogni, questo amore immenso impossibile da esprimere e a volte così doloroso da vivere. Un film nel cuore del movimento della vita. Questa menzione speciale è per incoraggiare le due registe ad affermare la loro particolarità. Una menzione speciale all’attrice Elvira Onetto, la nonna”.

Per il “Miglior Film”, dopo un lungo dibattito la giuria ha deciso di premiare il film “The Ordinary Eli” della regista Lavinija Sofronievska, con la seguente motivazione: “Sottolineiamo l’intelligenza con la quale la regista ci invita ad entrare nel mondo interiore di Eli. Fatto di piccole cose che le permettono di sopravvivere. Il potere dell’immaginazione, le barriere che gli altri ci mettono o che noi stessi mettiamo e che sogniamo di fare esplodere. Eli è un personaggio ordinario che ci assomiglia. A partire dal vuoto e dalla solitudine del personaggio la regista ci offre un film complesso, profondo, divertente e di una grande qualità estetica che seguiamo in quanto spettatori come pesci nell’acqua. Ordinary Eli è una premessa del cinema, il nostro è un premio che incoraggia la regista ad offrirci ancora la sua visione del mondo”.

 

Questi sono invece i premi assegnati dagli studenti: per Miglior regia / Miglior montaggio / Miglior interprete / Miglior soggetto è stato premiato “Tres deseos, una verdad” di Cecilia Petujno; per Miglior fotografia / miglior suono il premio a “Not tomorrow” di Amerissa Basta.

Cinema Express è un progetto realizzato nell’ambito del Piano Nazionale Cinema e Immagini per la Scuola promosso dal MIC – Ministero della Cultura e MIM – Ministero dell’Istruzione e del Merito contestualmente a  Artinvita – Festival Internazionale degli Abruzzi e organizzato dall’associazione Insensi  in collaborazione con Théâtre de Léthé à Paris – Collectif 2 Plus, Balkan Film Food Festival e INCAA – Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales e il suo programma Gafas Violetas coordinato da Angeles Anchou, Lorena Damonte e Laura Justine Burgos, che si occupa di promuovere i film di donne, Maui Alena, programmatore di cinema e coordinatore della sezione audiovisiva della Biennale di Arte Giovane di Buenos Aires,  ed infine con Fabiola Salim  della FUC – Universidad del Cine di Buenos Aires. I laboratori si svolgono in collaborazione con ZaLab e Cranpi. Il progetto si svolge in collaborazione con Circuito Sale CiakCity, Cinema Zambra, Mon Voisin Production,  Estudio Invisible & Jab d’Innovation Cultural de Buenos Aires, con il patrocinio dei comuni di: Guardiagrele, Orsogna, Crecchio, Arielli, Ortona e dell’ Ambasciata Argentina Italiana.




A NERETO CORTEO STUDENTESCO: “MARCIA DELLA LEGALITÀ. PER UN MONDO AMICO.” OSPITE RAFFAELE CAPPERI, CAVALIERE DELL’ORDINE AL MERITO DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Giovedì 18 maggio 2023, dalle ore 9.30 alle 12, nel centro cittadino di Nereto, si terrà la manifestazione
“Marcia della Legalità. Per un mondo amico”, organizzata dall’IISS “Peano-Rosa”, con il sostegno
dell’Amministrazione Comunale di Nereto e la collaborazione dell’IC “Sant’Omero, Nereto, Torano”.
L’evento omaggia la ben più nota “Marcia della Legalità” che ogni anno, il 23 maggio, si tiene a Palermo in
memoria dei giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e delle loro scorte, uomini e
donne caduti per mano della mafia nelle stragi di Capaci e via d’Amelio nel 1992.
Tutti gli studenti dell’Istituto “Peano-Rosa” (circa 1200 alunni), insieme ai docenti, agli studenti delle
elementari e medie e alle Istituzioni locali, sfileranno in corteo per le vie del centro cittadino e lo faranno
alla presenza di un ospite particolare che ha dedicato la sua giovane vita alla diffusione di un messaggio, più
che mai urgente: “Siate Gentili. Perché la gentilezza è la vera grande arma del futuro”. Queste parole sono
state pronunciate da Raffele Capperi, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, premiato
dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel 2021 “Per il suo impegno in prima persona nella
sensibilizzazione contro il bullismo e le discriminazioni”. Raffele Capperi è oggi presente in tante scuole
italiane per divulgare il messaggio della “pratica della gentilezza” e il 18 maggio sarà presente alla Marcia
della Legalità e parlerà a tutti gli studenti e a tutti coloro che, a vario titolo, vorranno partecipare. Al centro
della riflessione ci saranno valori essenziali nella costruzione sana delle relazioni: rispetto, fiducia, ascolto,
amicizia, inclusione, giustizia.
La manifestazione sarà impreziosita da momenti particolari: alcuni studenti si affacceranno dai balconi
del centro cittadino, in Viale Roma, e leggeranno alcuni messaggi, esponendo i lenzuoli della legalità, da
loro realizzati.
L’evento avrà inizio alle ore 9.30 da Viale Europa a Nereto (sede centrale del polo scolastico) e proseguirà
poi per le vie del centro cittadino con ritrovo in Piazza Cavour, dove tutti i partecipanti ascolteranno la
testimonianza di Raffaele Capperi, già autore del famoso libro “Brutto & Cattivo” (DeA Palneta), in cui il
giovane autore ha raccontato la sua difficile storia di accettazione e integrazione nel mondo. Ricordiamo,
infatti, che Raffele Capperi, originario di Piacenza, è nato con una rara malattia – la sindrome di Treacher
Collins – e la sua storia difficile, ma carica di speranza, ha fatto il giro del web, diventando virale. Raffele è
oggi punto di riferimento a livello nazionale nella lotta contro il bullismo.
L’evento sarà presentato dalla giornalista e curatrice del progetto Alessandra Angelucci, collaboratrice
della testata nazionale Huffington Post e docente di Lettere presso l’Istituto “Peano-Rosa”.
Interverranno: la Dott.ssa Nadia Di Gaspare, Dirigente Scolastica dell’IISS “Peano-Rosa” di Nereto, Daniele
Laurenzi, Sindaco di Nereto, la Dott.ssa Laura D’Ambrosio, Dirigente Scolastica dell’IC “Sant’Omero,
Nereto, Torano”, Don Massimo Balloni, Parroco di Nereto, il Prefetto di Teramo, Dott. Fabrizio Stelo, il
Magnifico Rettore dell’Università di Teramo, Dino Mastrocola, le autorità locali.