Teramo. Venerdì 14 marzo, alle ore 16,00, presso la Sala Polifunzionale della Provincia, si terrà l’evento inaugurale per le celebrazioni del Bicentenario della Biblioteca Dèlfico.

Liberamente tratto dal sito web istituzionale della Biblioteca

http://www.provincia.teramo.it/biblioteca/verso-il-bicentenario

Programma della manifestazione inaugurale

ore 16,00 – INTRODUCE
Luigi Ponziani – Direttore della Biblioteca “Dèlfico”

ore 16,15 – INTERVENGONO

Valter Catarra – Presidente della Provincia di Teramo
Mario Nuzzo – Presidente della Fondazione Tercas

ore 16,30 – SALUTI ISTITUZIONALI

Maurizio Brucchi– Sindaco di Teramo
Gianni Chiodi – Presidente della Regione Abruzzo
Giovanni Legnini – Sottosegr. di Stato

– ore 17,00 – INTRODUCE

Luciano D’Amico – Magnifico Rettore Università di Teramo
Prolusione Francesco Sabatini – Presidente Emerito dell’Accademia della Crusca

ore 18,00 : Concerto dell’Orchestra giovanile dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Braga” diretta daSergio Piccone Stella

ore 19,00 : Svelamento della Epigrafe celebrativa

ore 19,15: Brindisi di saluto

ore 21,00: Divertimenti sonori tra libri, antiche scale e mobili d’epoca.

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Luigi Ponziani: “Parlare della Delfico significa parlare di noi stessi….”

 

Il Direttore della Biblioteca Delfico Luigi Ponziani

Gli anniversari, per loro stessa natura, si prestano a letture variegate; occasioni di festa, ma anche di riflessioni e bilanci, essi possono indulgere talvolta alla nostalgia e alla retorica fine a se stessa. Ciò che preserva la “Dèlfico” da tali rischi sta però nel suo essere una istituzione culturale che, onusta ormai di due secoli, contiene in sé tali e tante suggestioni e la sua vita tormentata si è dipanata in così molteplici e alterne vicende, che riuscirebbe difficile contenerne caratteri, funzioni, storia in un ambito puramente esornativo o banalmente esteriore.

L’essere nata in un clima di fervorose speranze per gli avanzamenti culturali e civili per il Meridione d’Italia, l’aver trovato in un mecenate moderno come Melchiorre Dèlfico il suo mentore e patrono, il suo volgersi all’uso pubblico, l’aver raccolto nella nuova stagione unitaria ciò che restava del retaggio materiale e morale dell’antico patrimonio conservato nelle librerie claustrali, il suo stesso difficile procedere in un ambiente che durava fatica a rispondere alle nuove esigenze poste dalla società in trasformazione, fanno di questa prima fase – quasi un secolo – della storia della “Dèlfico” un paradigma della società italiana e abruzzese dell’Ottocento.

Quando col nuovo secolo il felice incontro della “Dèlfico” con uno straordinario intellettuale e organizzatore culturale come Luigi Savorini, diede nuovo slancio e vigore all’istituzione già centenaria, si aprì per la Biblioteca aprutina una nuova stagione che arriva sino a noi. Scriveva nel 1910 Savorini : «Curiosa diversità della vita degli uomini e delle cose. Se un uomo giunge a cent’anni egli è decrepito (…).Una istituzione come la nostra, invece, nel Mezzogiorno, nel bel centro anzi d’Italia, può dopo cent’anni della sua vita, considerarsi ancora bambina ».

Altri cento anni sono passati da allora. La “Dèlfico” è divenuta nel tempo, grazie all’abnegazione di tanti e a diuturna attenzione civile, una robusta istituzione culturale che assomma in sé i caratteri di moderno servizio pubblico e di luogo per eccellenza della sedimentazione bibliografica e documentaria di Teramo e d’Abruzzo. Gli acquisti, le acquisizioni, le innumeri donazioni che hanno punteggiato la sua storia rinnovando e ravvivando l’antico e nobile esempio di Dèlfico, hanno altresì fatto di questa Biblioteca il luogo della memoria, quasi un ritrovo dell’anima, nel quale si percepiscono e si manifestano nelle più varie sfumature i sentimenti, la cultura, la civiltà di un territorio e degli uomini che lo hanno abitato.

Perciò la “Dèlfico” è una Biblioteca ricca: di storia, di vita, degli infiniti segni di coloro che ci hanno preceduto. De te fabula narratur: come gli antichi potremmo dire che parlare delle biblioteche, parlare della Biblioteca “Dèlfico”, significa parlare di noi stessi, della nostra storia passata, della nostra vita d’oggi, del nostro futuro, tanti e tali e così indissolubili sono i fili che ci legano ad essa. Perciò questo bicentenario va celebrato: perché coglie il senso del nostro agire di ieri e di oggi; perché consente di legare il nostro quotidiano operare a coloro che dopo di noi erediteranno in indissolubile catena di conoscenze il sentimento che attraversa questa antica istituzione, che sarà ancora fresca e vitale in quanto saprà preservare e trasmettere la sua formidabile eredità.

 

Luigi Ponziani

Direttore della Biblioteca “Melchiorre Dèlfico”

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Valter Catarra: “Finanziamenti e nuovi modelli istituzionali per garantire lunga vita alla biblioteche”

 

Il presidente Valter Catarra

Il bicentenario della Biblioteca Provinciale Delfico ci coglie mentre le Province, almeno così come le abbiamo conosciute, scompaiono.

Già nello Stato sabaudo l’ordinamento provinciale era stato definito da un regio decreto che sul modello francese aveva stabilito l’organizzazione del territorio in Province, Circondari, Mandamenti e Comuni. La Provincia nasceva come Ente locale dotato di propria rappresentanza elettiva e di un’amministrazione autonoma; così non sarà più in futuro secondo il disegno di legge Delrio che le trasforma in enti non elettivi.

Stando in questo modo le cose sarò l’ultimo Presidente eletto dal popolo e visto che la storia delle biblioteche, in questo Paese, si è fortemente intrecciata con le vicende delle Province, le celebrazioni per il bicentenario della nostra Biblioteca Delfico, paiono caricarsi di portati simbolici che ci spingono a riflettere sul futuro dei baluardi culturali della conoscenza messi a così dura prova da una crisi, ormai decennale, delle forme istituzionali, dei processi gestionali pubblici, dei tradizionali modelli giuridici e finanziari con i quali, fino ad oggi, si è garantito il loro funzionamento. Il tema centrale, che da tempo attraversa il dibattito sulle modalità di gestione ed erogazione dei beni culturali in generale, è sempre il medesimo: modello pubblico o modello privato?

In maniera più puntuale, il patrimonio artistico e culturale del nostro paese, da intendersi anche quale genio produttivo e creativo di nuove espressioni contemporanee, può essere unicamente assoggettato alle tradizionali e purtroppo non sempre virtuose dinamiche della pachidermica struttura amministrativa pubblica, oppure va proiettata in una dimensione che contemperi tutela pubblica e una gestione più dinamicamente aziendale?
La relazione fra pubblico e privato nella gestione e nella valorizzazione della cultura ha sempre costituito un tema caldo, un nodo mai sciolto, in un Paese che è nato guardando ai beni culturali da una prospettivafortemente centralista perché, per molti versi, elitaria. E come sarebbe potuto essere diversamente in un Paese che alla fine dell’800 era analfabeta all’80%? Se esiste un legame inscindibile, come sostiene Enzo Fimiani in questo volume, “fra complessiva diffusione della conoscenza, semina dei saperi, miglioramento culturale e..aumento dello spessore civile, generale elevamento della società, costruzione di una identità” allora è chiaro che la sfida che abbiamo davanti, ma che sarebbe troppo tardi risolvere domani, è quella di inserire le politiche culturali fra quelle “sensibili” per lo sviluppo: non giacimenti di un passato glorioso o, peggio, beni improduttivi da mantenere, ma solide strutture, materiali e immateriali, determinanti per il consolidamento di una sfera pubblica democratica, per la crescita reale e per la rinascita dell’occupazione.

Non è casuale che sia un quotidiano economico, Il Sole 24 Ore, a rilanciare la questione con un vero e proprio “Manifesto per la cultura” al quale hanno aderito centinaia di economisti, intellettuali, operatori del terzo settore. “Se vogliamo davvero ritornare a crescere, se vogliamo ricominciare a costruire un’idea di cultura sopra le macerie che somigliano assai da vicino a quelle da cui è iniziato il risveglio dell’Italia nel secondo dopoguerra, dobbiamo pensare a un’ottica di medio-lungo periodo in cui lo sviluppo passi obbligatoriamente per la valorizzazione dei saperi, delle culture, puntando in questo modo sulla capacità di guidare il cambiamento…E’ una condizione per il futuro dei giovani” si legge nelle premesse dellla riflessione sugli Stati Generali della Cultura.

C’è chi, come la commissione Cnel-Istat, propone di inserire cultura, tutela del paesaggio e ambiente, fra i parametri del Pil, giacchè quelli utilizzati appaiono assolutamente imperfetti a misurare il benessere collettivo. Gli enti locali, dalla costituzione della Repubblica, sono stati dei formidali promotori e sostenitori, di istituzioni culturali ma, e non da ora, il modello vacilla: carenza di risorse, certo, ma anche un approccio che è diventato più amministrativo che progettuale, più burocratico e assistenzialista che pianificatorio e di sviluppo. Un approccio che non ha retto alla tempesta economica finanziaria che dal 2007 ha investito i conti pubblici italiani come quelli dell’intero orizzonte occidentale.

Per uscire da questa crisi, strutturale e sistemica, bisogna rinnovare e moltiplicare le proprie conoscenze e, quindi, le bibliotechecosì come i musei, i laboratori di arte, i luoghi di ricerca e di sperimentazione, devono essere considerati come spazi vitali dove si alimenta l’indice economico più importante di un Paese, la “creatività”; in quanto tali, per coltivare il futuro del Paese, vanno tutelati e rilanciati in maniera strategica. A chi “apparterrà” la Biblioteca Delfico se le Province saranno soppresse non è determinante: lo è il modello di finanziamento e quello di gestione; lo è l’attenzione che l’amministrazione pubblica deve riservare alla questione. Come sostiene il direttore della Delfico, Luigi Ponziani, nella sua presentazione in questo volume “parlare della biblioteca significa parlare di noi stessi, della nostra vita passata, della nostra vita d’oggi, del nostro futuro”.

Bisogna, quindi, coniugare l’elemento di pubblica utilità – da salvaguardare come per le risorse naturali terra, acqua, aria – con quello della partecipazione personale e patrimoniale da parte di soci pubblici e privati favorendo l’ingresso di imprese culturali e creative, di start-up, di organizzazioni del terzo settore. Perché il “lungo sogno” delle Biblioteche Abruzzesi – evocato da Enzo Fimiani citando un grande bibliotecario della Delfico, Luigi Savorini – continui a vivere, così come è accaduto nel dopoguerra quando voci di intellettuali si levarono per contrastare un quadro che metteva a rischio l’esistenza stessa delle biblioteche, è necessario che se ne torni a parlare senza schemi e senza pregiudizi, accettando la sfida di fare cultura in un Paese che baciato dalla fortuna per il suo enorme patrimonio ha finito per considerarlo scontato.

Lunga vita alla Biblioteca Provinciale Melchiorre Delfico.

Il Presidente della Provincia di Teramo
Valter Catarra

 




Abruzzo. 150° anniversario nascita di Gabriele D’Annunzio: intervista all’attrice Daniela Musini

Il 12 marzo si chiudono le celebrazioni del 150° anniversario della nascita di Gabriele d’Annunzio. E proprio in questo anno speciale per il Poeta, Daniela Musini, acclamata “ambasciatrice dannunziana” in Italia e all’Estero, festeggia un suo personale anniversario: le sue “nozze d’argento” con il Vate.

In questa intervista la poliedrica artista racconta i 25 anni della sua carriera di successi in giro per il mondo, all’insegna di Gabriele d’Annunzio e di Eleonora Duse.

l'attrice scrittrice e pianista daniela musini

Daniela Musini e Gabriele d’Annunzio: quando è nato l’amore?

L’ amore per d’Annunzio è scoppiato quando, a 14 anni, mio zio Dario, che è stato un po’ il mio mentore culturale, mi ha dato da leggere “Il Piacere”, capolavoro dannunziano, che lessi di nascosto perché negli anni Settanta era ancora considerato, ora mi viene da sorridere, un “libro proibito”.
Fu una folgorazione e da allora il Vate, sia come protagonista assoluto della Cultura del suo tempo che come personaggio dalla lussureggiante esistenza, divenne il fulcro attorno a cui hanno sempre gravitato gran parte dei miei interessi artistici e culturali.

Magari non tutti ricordano che sei stata campionessa televisiva al quiz nazionale Telemike. Raccontaci di questa esperienza.

Nel 1988 la mia passione per l’Imaginifico mi rese famosa in tutta Italia perché divenni Campionessa per 4 settimane del celebre quiz condotto da Mike Bongiorno, presentando come materia proprio Gabriele d’Annunzio.
Quell ‘anno si celebravano i 50 anni della morte del Poeta e io contribuii ad accendere i riflettori su di lui facendo conoscere, attraverso le mie risposte, la  sua Vita e i suoi capolavori; vinsi ben 228 milioni e conseguii una fama incredibile.

Cuba, Stati Uniti, Giappone, Russia, difficile elencare tutti i paesi nei quali hai portato la poesia del Vate. Se dovessi condensare in immagini, aneddoti, episodi, cosa potresti raccontare?

Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo fare un passo indietro. Dopo l’esaltante esperienza televisiva, intensificai ed approfondii i miei studi dannunziani che mi portarono al conseguimento di 2 lauree (in Lingue e Letterature Straniere prima e in Lettere poi) le cui due tesi erano su tematiche dannunziane. Ma anche la mia carriera di attrice, così come quella di scrittrice e autrice teatrale è nata e si è sviluppata all’insegna del Vate e mi ha riservato successi insperati e ben 10 premi nazionali ed internazionali alla carriera, appunto.

Il tutto ebbe inizio Nel 1996 quando debuttai a Pescara contemporaneamente come autrice teatrale e come attrice protagonista, grazie al regista William Zola che mi commissionò la prima delle mie 9 opere teatrali dedicate all’ L’Imaginifico e mi volle anche come prima attrice.

E da allora una stupenda escalation che mi ha visto interpretare l’opera dannunziana e la figura di Eleonora Duse, sua straordinaria Musa, in tutto il mondo, esibendomi anche in veste di pianista.
Ricordi vivissimi ed emozioni  indimenticabili sono eternati da centinaia di articoli che la stampa mi ha riservato e altrettanto foto con cui ho riempito ben  7 album!!!
Non saprei dire quale sia stata la performance che più mi abbia emozionato: Berlino, Istanbul, Ankara, Kyoto, Lione, Colonia, San Pietroburgo, Varsavia, L’Avana, Minsk, Philadelphia e Pittsburgh mi hanno riservato tutte un’ accoglienza straordinaria e standing ovation finale.

Però se proprio dovessi scegliere un evento memorabile, citerei Pittsburgh, la città dove morì la Duse e dove il 1° giugno 2012 misi in scena il mio testo teatrale “Gabriele ed Eleonora. Una passione scarlatta” in cui interpretavo la Duse.

Ebbene il City Council di quella città con cerimonia ufficiale proclamò la data della mia performance “Eleonora Duse’s day”. Riconoscimento prestigioso, esperienza indimenticabile!!!

Una donna dalle grandi passioni, tra queste c’è sicuramente la scrittura e la  figura di d’Annunzio e della Duse sono presenti, ma ci sono anche altri grandi personaggi.

Sì anche il mio operato di scrittrice è stato influenzato dal mio amore per d’Annunzio e la Duse, amore ampiamente ripagato visto che con il mio saggio “I 100 piaceri di d’Annunzio. Passioni, fulgori e voluttà”  ho vinto 8 premi letterari e con “Mia Divina Eleonora” altri 5. Ma poi la mia attività è proseguita con una succulenta biografia di Lucrezia Borgia e con un’ altra su Messalina di prossima pubblicazione.

Daniela Musini, attrici, scrittrice, pianista, autrice teatrale, ma c’è anche l’insegnamento.

Adoro il mestiere del docente! Insegnare, trasmettere Cultura, stimolare curiosità ed interessi, essere guida e modello per giovanissimi (i miei alunni hanno dagli 11 ai 14 anni) è bellissimo, coinvolgente, impegnativo.
Insegno Musica e questa versatile disciplina mi consente di spaziare e di attraversare trasversalmente mondi fantastici come il Teatro, la Poesia, l’Arte, insomma tutto il mio universo artistico.
Con i miei alunni adotto lo stesso modus operandi che ho utilizzato con le mie figlie: tanto amore, entusiasmo, comprensione, ma regole precise e inderogabili.
Nella scuola invoco maggiore disciplina e più impegno e i miei studenti lo sanno benissimo e mi ammirano e mi stimano proprio per questo.

Cerco di trasmettere loro i valori in cui credo fermamente e che sono i cardini su cui ruota il mio percorso professionale ed esistenziale: onestà intellettuale ed etica, impegno, serietà, rigore, entusiasmo, tenacia.
Mi guardano come modello e ne sono orgogliosa: tutta la mia carriera e i prestigiosi traguardi raggiunti sono solo frutto di studio, capacità personali e volitività. Niente raccomandazioni, amicizie o pseudotali, privilegi e percorsi facilitati e lo posso dire a gran voce!

Quanto conta per Daniela Musini la carriera?

La carriera nella mia Vita ha un ruolo importante ma non fondamentale.

Prima vengono gli affetti, poi il resto.
Ho un compagno splendido, Nino, due figlie meravigliose, un fratello ed una sorella con i quali coltivo un rapporto speciale e due nipotini che sono la luce dei miei occhi.

Nessun successo, nessun riconoscimento, nessun applauso valgono più di loro.
Anzi, sto riducendo la mia attività per dedicare loro più tempo e più energia…

Quali sono i progetti futuri?

Per coerenza con quanto appena detto, in questo 2014 diraderò i miei spettacoli soprattutto all’Estero perché allestire recital/concerto in giro per il mondo è gratificante ma anche molto stressante, ma posso anticipare con gioia che per il 2015 si stanno profilando 3 tappe internazionali strepitose.
Nel frattempo sto preparando un nuovo spettacolo, dal titolo emblematico di “Hymne à l’Amour” incentrato sull ‘Amore declinato in tutte le sue sfumature, dalla passione alla tenerezza, dallo struggimento alla sensualità, attraverso le più intense poesie di Autori immortali e brani eseguiti al pianoforte che puntano dritto al cuore.  

 

 




Giulianova. I lavoratori della RIECO comunicano lo stato di agitazione per i parametri contrattuali.

Stato di Agitazione dei lavoratori dei lavoratori di igiene ambientale di Giulianova

FILE-comunicato

proclamazione stato di agitazione lavoratori rieco0001




Giulianova. PICCOLA OPERA CHARITAS DI GIULIANOVA CHIODI NON SI PRESENTA AL QUESTION TIME

FILE   Riconversione Piccola Opera Charitas di Giulianova 

Si doveva discutere oggi pomeriggio l’interrogazione al question time sulla riconversione della Piccola Opera Charitas di Giulianova presentata dal consigliere regionale Ruffini. Ma l’interrogato a rispondere, ovvero il Presidente Chiodi, non si è presentato.

“Mi è stato riferito che il Presidente aveva impegni istituzionali” commenta Ruffini “resta il fatto che su questa vicenda non mi fermerò, anzi ho già chiesto che l’argomento venga inserito nell’ordine del giorno del prossimo Consiglio del 25 marzo. Ritengo che le mie preoccupazioni sui tagli alle prestazioni della Piccola Opera comporteranno gravi disagi a cittadini bisognosi ed in difficoltà.”

Secondo Ruffini, il decreto del commissario ad acta n. 20/2014 che procede alla riorganizzazione della rete residenziale e semi-residenziale regionale, assegnando alle Asl, entro il termine del 31.03.2014, la determinazione di approvare i programmi di conversione, riorganizzazione e trasformazione delle strutture riabilitative penalizzerà gravemente la Piccola Opera di Giulianova.

Con l’applicazione del Decreto alla Fondazione Piccola Opera Charitas si disattivano ben 81 posti letto di riabilitazione estensiva prevedendo di poterli riconvertire in parte in residenza protetta per disabili (RADA) e cioè per soli 69 posti letto.

“Questa ipotesi di riorganizzazione  rappresenta un grave colpo alla Piccola Opera Charitas sia per la sensibile diminuzione di prestazioni socio-sanitarie ai disabili con gravi problemi psichici e comportamentali che per una riduzione consistente del budget che potrebbe significare licenziare molto del personale attualmente in servizio” spiega Ruffini.

Per tali ragioni il consigliere del Pd aveva chiesto al Presidente Chiodi di sapere cosa intendesse fare per:

  • evitare il taglio tout-court delle prestazioni sanitarie e riabilitative ai disabili con gravi ripercussioni sia nel recupero che nel mantenimento delle condizioni psico-fisiche degli assistiti;
  • evitare il licenziamento di gran parte del personale attualmente in servizio a seguito del dimezzamento del budget.

“Insisterò fino all’ultimo Consiglio di questa legislatura” conclude Ruffini “se questa è la sanità che Chiodi ha in mente per risanare l’Abruzzo noi ci batteremo affinchè le persone svantaggiate ed in difficoltà non restino da sole.”

 




Giulianova. Il 14 marzo riunione a Giulianova del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

 

 

Il sindaco Francesco Mastromauro lo aveva annunciato l’8 ottobre 2013, quando il prefetto di Teramo Valter Crudo, raccogliendo la richiesta del primo cittadino, aveva garantito come la prossima riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica si sarebbe tenuta a Giulianova.

Ringrazio il prefetto per aver accolto la mia richiesta. Giulianova, dopo quella del 25 ottobre 2010, ospiterà dunque, per la seconda volta, una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza che – dichiara Mastromauro – consentirà di radiografare le criticità presenti e di approntare un sistema integrato di sicurezza teso alla gestione unitaria e condivisa delle questioni riguardanti l’ordine e la sicurezza pubblica nel territorio. E ciò in un momento in cui, come indicano i recentissimi dati Istat rielaborati e diffusi  dall’Assiv-Confindustria, il senso di insicurezza delle famiglie abruzzesi è aumentato nel 2013 dell’8,5%. E’ una percezione da tenere in grande considerazione e a cui corrisponde, come logica conseguenza, una sempre più forte domanda, da parte dei cittadini, di presenza di forze dell’ordine nel territorio. Ne sono esempio – prosegue il sindaco –  le recenti assemblee dei Comitati di quartiere “Centro Storico” e “Frazioni”, tenutesi rispettivamente il 9 gennaio e il 7 febbraio scorsi, dove la principale questione all’ordine del giorno verteva proprio sulla sicurezza. Pertanto nella riunione del 14 marzo, alla quale come di consueto parteciperanno i responsabili provinciali delle forze dell’ordine insieme con i sindaci delle località costiere del Teramano e del capoluogo di provincia”, conclude il primo cittadino, “si avrà anche modo di affrontare la questione relativa al piano di riduzione dei presidi di polizia approntato dal Viminale. Contro il quale, e ne sono lieto, si sta ampliando il fronte dei “no”.

 

 




Teramo. VIAGGIAVA SU MOTORINO RUBATO. LA SCOPERTA A SEGUITO DI UN INCIDENTE STRADALE.

 

 

 

La Polizia Stradale di Teramo, chiamata per rilevare un sinistro stradale, scopre che il motociclo coinvolto nel sinistro è oggetto di ricerca per furto.

 

E’ questo l’epilogo che ha visto coinvolto M.A., di anni 24 di Torricella Sicura, che nelle prime ore di domenica 9 marzo, da solo, terminava la sua corsa con il motociclo contro il parapetto del ponte San Gabriele di Teramo.

 

Il giovane è stato soccorso ed è stato ricoverato presso l’ospedale civile di Teramo per le ferite riportate.

 

In merito al furto del motociclo, denunciato in Teramo il 22 novembre 2013, sono in corso indagini.

 

Denunciato all’Autorità Giudiziaria per ricettazione e guida senza patente: guidava con patente revocata dal 2010!

 

Teramo, 11 marzo 2014




Abruzzo. Molochio, come è lunga la vita! Ricercatore torna dagli Usa in Calabria, terra dei genitori, per scoprire la “dieta” della longevità

 

 

di Domenico Logozzo  *

 

 

REGGIO CALABRIA – Molochio, il paese in provincia di Reggio Calabria dove è lunga la vita, è diventato famoso nel mondo. Un ultracentenario, un giovane docente universitario originario dello stesso villaggio aspro montano (oggi affermato ricercatore negli Usa) e l’Università della Calabria sono i protagonisti d’uno dei più importanti studi mondiali sulla longevità. Televisioni, radio e giornali europei ed americani hanno parlato in questi giorni del nonnino della Calabria, Salvatore Caruso, che  a novembre compirà 109 anni. Rappresenta uno dei casi più rari di “lunga vita in buona salute”, che la comunità scientifica internazionale da tempo sta studiando. L’attenzione viene posta sull’importanza della dieta povera di proteine. La ricerca è coordinata dal prof. Valter Longo dell’University of Southern California di Los Angeles, che lavora in collaborazione con il gruppo di genetica dell’invecchiamento e della longevità dell’Università della Calabria diretto dal prof. Giuseppe Passarino.

 

”Siamo tutti molto orgogliosi di nonno Salvatore”, afferma il prof. Longo, che “per una sorprendente coincidenza – ci dice Grazia Franco, nuora dell’ultracentenario – è tornato proprio a Molochio, il paese dal quale sono emigrati a Genova i suoi genitori e vivono i suoi zii e i suoi cugini, per approfondire gli studi avviati negli Stati Uniti”. Il prof. Longo è un altro dei brillanti cervelli italiani molto apprezzati all’estero. Con grande soddisfazione sottolinea: ”La ricerca è stata divulgata dal prestigioso Los Angeles Times, dalle principali televisioni americane FOX e ABC, dal Guardian in Inghilterra e dal Washington Post. In America c’è tanta attenzione per questi studi, a tutti i livelli.  Anche Obama ha certamente saputo  di nonno Salvatore Caruso e del primato di longevità degli abitanti di Molochio”.

100Il prof. Longo è un italiano di successo negli Stati Uniti. Meritocrazia riconosciuta. ”Sono nato a Genova – dice – e ho finito le scuole secondarie a Chicago dove a 16 anni mi sono trasferito attratto dalla musica jazz. Mi sono laureato in biochimica all’Universita del Texas, e ho ottenuto il PhD da UCLA (Los Angeles) dove ho frequentato un master in Patologia. Ho poi fatto un post-dottorato in neurobiology alla University of Southern California, dove adesso sono professore di gerontologia e scienze biologiche e Direttore dell’Istituto di Longevità, uno dei principali centri di ricerca sull’ invecchiamento al mondo”.

Nello studio pubblicato di recente, c’è il suggerimento esplicito di “abbassare l’assunzione giornaliera di tutte le proteine, ma soprattutto le proteine di origine animale”. Il prof. Longo ha citato i longevi del paese dei genitori: ”Molti abitanti  hanno mantenuto l’abitudine a consumare pasti con un basso contenuto di proteine, privilegiando una dieta a base vegetale”. L’attenzione maggiore ora viene posta su Salvatore Caruso. La nuora di Caruso, l’insegnante Grazia Franco, ci dice che il prof. Longo “ogni anno viene a trovarlo“. Parlano a lungo e l’arzillo vecchietto dimostra grande vitalità. ”Io suono la chitarra e lui canta le canzoni di un tempo. E’ la foto che conservo con maggiore affetto”, ricorda lo studioso che ha suggerito ai familiari del nonnino di “arricchire la dieta con proteine, poiché essendo anziano ne ha maggiormente  bisogno”. La nuora: “Il prof. Longo l’ha visto più dimagrito a causa anche di una infezione al ginocchio. Ma mi ha detto che vivrà ancora”.

Professore, allora ha  scoperto  il segreto che allunga la vita agli abitanti di Molochio?

 

Forse nonno Salvatore il segreto di lunga vita lo sapeva già prima di noi. Ho fatto il giro del mondo per trovare i segreti dell’invecchiamento per poi scoprire che il “mistero” era nel paesino dove passavo le mie estati da bambino. Forse sto esagerando, ma è sorprendente come la dieta dei nonni calabresi si allinea agli studi molecolari, genetici e di nutrizione che facciamo da 20 anni.

 

Pensa di ritornare ancora in Calabria e approfondire la ricerca?

 

Certamente. C’è un preciso impegno anche da parte delle università italianeVengo ogni anno e da qualche tempo sto collaborando con Giuseppe Passarino dell’Università della Calabria e Mario Mirisola dell’Universita di Palermo, proprio per questo scopo.

 

In base ai risultati finora acquisiti quali consigli si sente di dare per poter vivere meglio?

 

Adottare la dieta che Salvatore e i molochiesi o molochiari (come si dice lì) hanno seguito per la maggior parte della vita:  basso apporto di proteine e la dieta a base di fagiolini verdi, olive e pane integrale. Quando poi vanno a vivere con i figli, perché  diventati troppo vecchi per poter stare da soli, debbono essere aumentate le proteine principalmente da fonti vegetali.

 

Al Washington Post il ricercatore ha detto: ”Fa bene mangiare seguendo gli insegnamenti dei nostri nonni”. National Geographic, un po’ di tempo fa, aveva pubblicato la “ricetta” dell’ultracentenario: “No Bacco, no tabacco, no Venere”. E aveva aggiunto di  “ essere cresciuto più che altro mangiando fichi e fagioli e di non aver quasi mai mangiato carne rossa”. L’autorevole rivista scientifica sottolineava: ”Salvatore Caruso cammina senza aiuto, non porta occhiali, recita Dante ad alta voce e canta con i nipotini. I suoi ricordi più lontani sono legati agli ulivi che crescono sui terreni della sua famiglia, a Molochio (Calabria). Oggi le olive si raccolgono con l’aiuto di reti, non più a mano come una volta; ma Salvatore non ha mai mancato, in tutto il corso della sua vita, di partecipare alla raccolta e alla produzione dell’olio”. Lucidissimo. All’ora di pranzo eccolo con  forchetta  e coltello che affetta un pomodoro nel piatto che tiene saldamente sulle ginocchia. Prepara l’insalata. Che poi mangia di gusto. Gli ottimi prodotti della terra. Scrive libri, guarda la tv senza occhiali, legge i giornali. Ci mostra la bella foto tra gli ulivi pubblicata da National Geographic. Osserva il presente e pensa al futuro. E’ molto preoccupato per la crisi occupazionale che colpisce soprattutto i giovani. Suggerisce soluzioni immediate per la salvaguardia dell’ambiente e della salute: ”Basta con le industrie, perché generano veleni e provocano malattie mortali. Si ritorni al passato, riscoprendo l’agricoltura e le vecchie botteghe artigiane. La scuola è importante: più cultura e maggiore formazione“. La saggezza del nonnino che si avvia verso i 109 anni è “un patrimonio straordinario”, affermano con orgoglio i nipoti Salvatore e Giovanni. ”Rottamare” è un termine che non si addice proprio all’ultracentenario. Il primo ad esserne convinto è il figlio Ottavio:n”Mio padre ha una inimmaginabile lucidità e forza di volontà”.

 

Ma ritorniamo al prof. Longo. Il  mondo scientifico come giudica i risultati dei suoi studi?

 

Il mondo scientifico bene, quelli che amano o vendono carne e formaggi meno bene, anche se non stiamo dicendo che bisogna eliminarli. Come ho detto a molti giornalisti, non stiamo cercando di proibire carne e formaggi, stiamo cercando di aiutare la gente a vivere più a lungo e più sani, come Caruso, e questo richiede un ritorno alla dieta di Caruso e in più dei digiuni brevi, periodici, come quelli che la chiesa ha richiesto per oltre mille anni.

 

Cosa risponde a chi pone  interrogativi sul lavoro che state portando avanti?

 

Bisogna usare innanzitutto un approccio multi-disciplinare che include studi di base, epidemiologici, clinici dei centenari. Occorre leggere tutti gli studi e non solo l’ultimo, il nostro, prima di porre interrogativi. Gli italiani stanno raggiungendo gli americani per quello che si riferisce ai casi di cancro, malattie cardiovascolari e diabete. E questo perché mangiano sempre più proteine (carne, formaggi,ecc.). E si vive di meno.

        

Molochio rappresenta ancora una felice eccezione?

 

Sì. Ha fatto registrare la percentuale di centenari tra le più alte al mondo. Ricordo  quando otto anni fa mio zio Salvatore Morabito, mi disse: ”U ragioniere  (così in paese tutti chiamano Salvatore Caruso), ha compiuto 100 anni”. La cosa mi fece piacere, perché lo conoscevo molto bene e da bambino giocavo vicino a casa sua. L’anno dopo mio zio mi annunciò: ”I centenari sono 2 ”. Ritorno l’estate successiva e sempre mio zio: ”Valter, i centenari sono saliti 3”. Passa un altro anno: ”I centenari sono 4 “. Una situazione veramente rara”.

 

Da non crederci. Ma soprattutto da studiare. Lei, esperto della materia, non si è fatto scappare l’occasione per capire il fenomeno.

 

Certo, capire. Anche se ai più appariva incredibile una cosa del genere. Le racconto questo episodio. Ero in Ecuador con i giornalisti di National Geographic e della televisione franco-tedesca ARTE, che stavano seguendo la nostra ricerca sulla longevità. A loro ho rivolto questo invito: ”Volete veramente visitare uno dei posti dove c’è il più alto numero di centenari al mondo? Dovete andare nel  paesino dei miei genitori, a Molochio, in Calabria”. Mi guardarono  con molta diffidenza. Tre mesi dopo ricevetti una telefonata da Steve Hall di National Geographic.”Avevi ragione – mi disse  -, sono a Molochio e abbiamo appena intervistato 4 centenari”. Qualche mese più tardi la stessa cosa fecero i francesi. Girarono il documentario “I segreti della longevità”,  con le immagini e la dieta di Molochio. Un filmato che ebbe molto successo. Venne trasmesso dalle televisioni di tutta Europa.

 

Adesso state cercando altri riscontri scientifici.

 

Con Mirisola e Passarino vogliamo capire se è effettivamente la “dieta di Molochio”  che rende gli abitanti di questo paese così longevi ed anche sani. Devo dire che siamo già a buon punto. Sappiamo da anni che i giapponesi, con bassi livelli di cancro alla prostata e alla mammella, una volta trasferiti negli USA si ammalano così come gli americani. Adesso, lo stesso succederebbe se si trasferissero in Italia. E questa per me è una cosa triste causata in parte da chi guarda solo una parte della ricerca e arriva a conclusioni costruite sulla sabbia.

 

In effetti, come il prof. Longo ha spiegato al  Washington Post, non solo molti americani di mezza età ma un numero crescente di persone in tutto il mondo, mangiano proteine due volte e talvolta tre volte più  del necessario, in prevalenza quelle provenienti da animali, piuttosto che alimenti vegetali come noci, semi e legumi. Perciò ha affermato che “sarebbe meglio seguire la raccomandazione di consumare circa 0,8 grammi di proteine per chilogrammo di peso corporeo ogni giorno”.

 

In Italia la ricerca non viene aiutata come sarebbe stato opportuno. E’ importante che gli studiosi vengano dotati dei mezzi idonei per far bene il loro lavoro. In America è così, vero prof. Longo?

 

Si qui è cosi. Ma facciamo molti studi anche in Italia dove la bravura dei ricercatori spesso controbilancia la carenza di fondi e di mezzi.

 

Pensa che in Italia avrebbe avuto le stesse opportunità di ricerca e di insegnamento universitario che ha avuto Oltre Oceano?

 

Quasi impossibile. L’America è sempre l’America, ma l’Italia potrebbe essere l’America se gli italiani volessero e si mettessero d’accordo per farlo.

 

Quali consigli si sente di dare ai giovani ricercatori italiani?

 

Fate ricerca, bene e molta, durante gli anni dell’università. Andate fuori dall’Italia, dopo la laurea ,per fare ricerca nelle migliori realtà del mondo. Poi, se si creeranno le condizioni favorevoli, potrete sempre tornare in Italia. Ma intanto siete in possesso di una solida preparazione che potete ben mettere a frutto.

 

 

*già Capo redattore del TGR centrale RAI

 

 

 

 

 




Mosciano Sant’Angelo. Vigili e forestali scoprono discarica lungo il Tordino, il pm convalida sequestro. Il sindaco Di Marcello: “Siamo sulla buona strada per scoprire i responsabili”

 

La polizia locale e gli agenti del corpo forestale dello Stato avevano scoperto una discarica abusiva fatta di materiali di vario genere, (alcuni sono anche rifiuti speciali) lungo le sponde del Tordino nella zona industriale di contrada Mulinetto a Mosciano Sant’Angelo . Il rapporto, dopo il sequestro, era stato rimesso alla procura di Teramo ed il pm, Greta Aloisi, ha convalidato il sequestro penale operato dai forestali. Ora sono partiti gli accertamenti per individuare i responsabili. E la pista battuta dalla polizia giudiziaria sembra essere quella giusta. “Abbiamo elementi utili per risalire al presunto autore dello scarico di rifiuti – dicono il sindaco Orazio Di Marcello ed il comandante della polizia locale, il tenente Enio De Benedictis. Non abbassiamo la guardia sui controlli ambientali del territorio che proseguono visto il fenomeno dello scarico abusivo dei rifiuti”. Qualora ci saranno elementi certi di responsabilità si procederà alla denuncia penale nel frattempo il sito sarà bonificato dal Comune che potrebbe, successivamente, procedere all’addebito dei costi all’autore.

RIFIUTI SISA

 




Teramo. Unioncamere: vale 8 miliardi di euro l’oro venduto in tempo di crisi da 17 milioni di italiani ai compro-oro. “Camere di commercio pronte al contrasto dell’illegalità”

 

 “200 tonnellate d’oro pari a circa 8 miliardi di euro. E’ questa la stima approssimativa del valore dell’oro da recupero che 17 milioni di italiani, in tempo di crisi, hanno venduto ai compro-oro”. Sono le cifre riferite dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, alla Commissione Industria del Senato, presieduta da Massimo Mucchetti, nel corso dell’audizione sui disegni di legge riguardanti il Mercato dell’oro e dei materiali gemmologici.

 

L’esplosione dei compro-oro – ha chiarito Dardanello – è un fenomeno di nascita recente e per questo non ancora ben identificato al quale il sistema camerale ritiene si dedichino circa 12mila attività.  La notevole offerta di metallo prezioso, proveniente dal 28% circa degli italiani, ha avuto la conseguenza di dare grande impulso al loro giro d’affari, tanto da rendere l’Italia un paese esportatore di oro pur non avendo miniere aurifere.

 

“Si tratta però – ha sottolineato il presidente di Unioncamere – di un tipo di attività da tenere sotto osservazione, perché può nascondere casi di ricettazione, di riciclaggio, di economia illegale. Le Camere di commercio, che già svolgono funzioni di vigilanza e controllo sul settore dei metalli preziosi, sono disponibili ad operare per rendere trasparente il mercato dei compro oro e per dare a consumatori e forze dell’ordine gli elementi utili per il contrasto a fenomeni deviati”.

 

“Da parte nostra”  – dichiara Giampiero Sardi, Segretario Generale della Camera di Commercio di Teramo – , “saranno garantiti  il massimo impegno e azioni di sensibilizzazione  a tutela delle imprese operanti nel territorio della provincia di Teramo”.




Giulianova. Calcio: le foto della partita Giulianova-Vis Pesaro (2-1) di Mauro Piunti per giulianovanews.it

Le foto della partita, il link

http://www.flickr.com/photos/mauro_p/sets/72157642111388265/show/with/13041974045/

 

LINK

http://www.flickr.com/photos/mauro_p/sets/72157642111388265/show/with/13041974045/

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