Premio “La valigia di cartone” a Castel del monte (AQ) il 10 agosto 2018

Quest’anno la 7° edizione de “LA VALIGIA DI CARTONE” – Festa dell’Emigrante, voluta fortemente dal Sindaco di Castel del Monte (AQ) Luciano MUCCIANTE sempre affiancato dall’Assessore Caterina BERNARDONI si terrà a Castel del Monte (AQ) il 10 agosto, ore 16, riceverà, tra gli altri, il riconoscimento il famoso cantautore e cabarettista ‘NDUCCIO.

Valigia di Cartone

Per Geremia Mancini che cura la realizzazione dell’evento: “ ‘Nduccio è da ritenersi il vero e più autentico Ambasciatore d’Abruzzo. Non vi è nazione dove lui non abbia saputo dispensare, oltre alle sue doti artistiche, il vero “sapore” della nostra terra. Lui ha contribuito e contribuisce a rinsaldare e tenere vivo il legame tra i figli della nostra emigrazione e le loro origini”

Saranno inoltre premiati: Pierpaolo Pietrucci – Consigliere Regionale Abruzzo; Antonio Razzi – già Senatore della Repubblica; L’Associazione “MARCINELLE per non dimenticare” nata a Manoppello e promossa, tra gli altri, da Davide Castellucci,

Antonio De Fabritiis: ex funzionario dell’ACI e sindacalista CISL si è trasferito a Cuba nel 1998. E’ Presidente dell’ Associazione Abruzzesi a Cuba e corrispondente consolare italiano a Santiago di Cuba. L’associazione è intitolata a Francesco Federico Falco, un grande personaggio abruzzese la cui vita fu riscoperta dalla moglie Sandra Estevez Rivero, storica e ricercatrice dell’Università di Santiago;

Frank Salvatore: emigrato negli Stati Uniti nel 1947, è stato docente di scuola e docente universitario alla Villanova University di Philadelphia. Autore dei libri “ Buick Toro Cb”, “L’ardua strada. Dalla schiavitù a Barack Obama” e “My America”;

Luciano Borsari: Nato in Venezuela, originario di Guardiagrele ed emigrato a San Diego in USA nel 1981. Fotoreporter per la Zuma Press, ha fotografato molti grandi eventi sociali e sportivi;

Rosanna Di Pierdomenico: Emigrata nel 1965 da Abbateggio a Toronto è stata Direttrice della Bank of Montreal e della TD Bank. Oggi è una libera professionista esperta in finanziamenti;

Lia Di Menco: Nata a Cellino Attanasio, docente di lingua e letteratura inglese, presidente del Circolo Abruzzese e Molisano di Belluno;

Antonio Giallonardo: originario di Villa Santa Lucia, Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri, sezione di Toronto intitolata a Concezio Marchionne;

Antonella Barbella: chef internazionale di origine frentana, vive ad Amsterdam ed ha creato il sito www.cucinadimamma.com, promuovendo la cucina abruzzese in Olanda;

Giacinto Damiani: editore di Teramo.ù

Geremia Mancini – curatore evento “LA VALIGIA DI CARTONE”




“Realizzato dagli emigranti abruzzesi, il Sacrario Nazionale Mauriziano di Pescocostanzo oggi è una clinica dello spirito immerso nel Parco Nazionale della Maiella“

 

 

 

Sacrario

 

Il Sacrario Nazionale Mauriziano d’Italia a Pescocostanzo d’Abruzzo, curato dalla Fondazione Mauriziana dal 1994, presieduta da Franco Donatelli, oggi risulta essere un meraviglioso scrigno immerso nel Parco Nazionale della Maiella, visitato sempre più da numerosi alpinisti e pellegrini devoti al Santo Martire Maurizio. Un luogo questo, di preghiera e di fede ideale per quanti effettuano escursioni sul monte Rotella o tra le faggete del Carpineto, una località ricca di storia, di arte e di cultura alpina, tutta immersa tra le bellezze del creato. Non solo un ambiente di culto, ma anche di meditazione e di riflessione. Il Sacrario nasce da una ideazione progettuale di Sergio Paolo Sciullo della Rocca di Sulmona, emigrante a Welsberg in Sudtirol, più volte Ministro Regionale dell’Ordine Francescano Secolare e presidente della Libera Associazione Abruzzesi del Trentino Alto Adige che è stato il fondatore della Fondazione Mauriziana e di varie altre benemerite associazioni culturali di spirito mauriziano. Per la realizzazione concreta di questa opera si è avvalso della collaborazione di emigranti abruzzesi che ne hanno condiviso il pensiero e l’azione. Ci fa piacere ricordarli tutti ad apprezzamento: Remo Casciato di Pescocostanzo, muratore di pietra, già emigrante a Uster in Svizzera; Vittorio Ciotola di Pescocostanzo, muratore di pietra, già emigrante a Uster e Zurigo in Svizzera; Errico Bigante di Pescocostanzo, corriere e archivista, emigrante in Italia fuori Regione a Falconara in Provincia di Ancona; Giulio Di Padova di Pescocostanzo, muratore e maestro scalpellino, già emigrante a Uster in Svizzera; Mauro Di Giovanni di Pescocostanzo, operatore di macchine per movimento terra, già emigrante a Brantford in Ontario, Canada; Gian Piero Gigliozzi di Lucoli, maestro scultore, emigrante a Parigi, dove si distinse nell’insegnamento privato dell’anatomia figurativa, giova ricordare che il nonno Giovanni ebbe la commissione degli stampi artistici e di molti stucchi decorativi da esterno del complesso LAFAYETTE; Carlo Casciato di Pescocostanzo, muratore e maestro scalpellino, già emigrante a Uster in Svizzera; Vincenzo Trinchini di San Benedetto dei Marsi, incisore e scultore, già emigrante a Barquisimento e Caracas in Venezuela. Emigranti abruzzesi che meritano di essere ricordati per avere lavorato nello spirito della gratuità, senza limiti di orario e per avere reso ancora una volta onore all’Italia, con una opera che oggi è meta di fede e di cultura. Abbiamo chiesto poi a Sciullo della Rocca le motivazioni che spingono escursionisti e pellegrini a visitare questo luogo, è lui nella sua semplicità di vecchio alpino, ci ha così risposto: “ Il Sacrario Nazionale Mauriziano” e il Monte Rotella sono luoghi vocati alla spiritualità mauriziana, luoghi che hanno un suo – Genius Loci – tanto da rivelarsi per i frequentatori una autentica clinica dello spirito.

ALLEGATE – Foto: di – Foto Arte Asmodeo Rennes – citare la fonte.




4 GRANDI ABRUZZESI, IL 3 AGOSTO TAGLIACOZZO, SARANNO “AMBASCIATORI D’ABRUZZO NEL MONDO”

 

Laura Benedetti, Filippo Giorgio, Giorgio Toschi, Rony Pedro Colanzi gli insigniti dell’onorificenza

 

di Goffredo Palmerini

 

L’AQUILA – Laura Benedetti, scrittrice e docente alla Georgetown University di Washington, il prof. Rony Pedro Colanzi, medico, docente universitario e direttore della Facoltà di Medicina a Santa Cruz, in Bolivia, il prof. Filippo Giorgi, fisico e premio Nobel per la Pace con Al Gore per le ricerche sui cambiamenti climatici realizzate all’ICPP, e il Gen. Giorgio Toschi, Comandante Generale della Guardia di Finanza, sono gli insigniti dell’onorificenza di “Ambasciatori d’Abruzzo nel mondo” che il Consiglio Regionale d’Abruzzo ha deciso di premiare per il 2018. La cerimonia ufficiale si svolgerà venerdì 3 agosto, alle ore 18, nello splendido contesto architettonico di Piazza Obelisco, a Tagliacozzo (L’Aquila).

 

L’evento coincide con la “Giornata degli Abruzzesi nel mondo” ed è organizzato dalla Presidenza del Consiglio Regionale d’Abruzzo, conferendo annualmente l’onorificenza di “Ambasciatore d’Abruzzo nel mondo” a quelle persone di origine abruzzese che, per meriti accademici, culturali, politici, sociali, professionali, si siano positivamente distinte nei paesi stranieri, o nelle Regioni italiane diverse dall’Abruzzo, in cui sono emigrate in passato o dove attualmente vivono stabilmente. Sarà inoltre conferito un Premio speciale per la promozione dell’immagine dell’Abruzzo al Gen. Michele Sirimarco, Comandante della Legione Carabinieri Abruzzo-Molise. L’evento sarà presieduto dal Presidente del Consiglio regionale, Giuseppe Di Pangrazio, e introdotto dai saluti del sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio. Alla cerimonia interverranno i componenti dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, i Consiglieri regionali, Parlamentari e Sindaci dell’Abruzzo, Autorità civili e militari, rappresentanze del mondo accademico e scientifico, ed esponenti del mondo dell’Emigrazione.

 

Come ogni anno a questo speciale Albo diplomatico degli “Ambasciatori d’Abruzzo nel mondo” si aggiungono Personalità insigni che hanno onorato ed onorano la loro terra d’origine. Prestigiosi gli insigniti 2018 che riceveranno l’onorificenza nel corso della bella e suggestiva cerimonia preparata a Tagliacozzo, con inizio alle ore 18 e per l’intera serata. Qui di seguito di ogni insignito dell’onorificenza diamo un breve profilo biografico, seguendo un rigoroso ordine alfabetico.

 

Laura Benedetti, scrittrice e docente universitaria. Nata e cresciuta a L’Aquila, dopo una Laurea in Lettere all’Università “La Sapienza” di Roma, ha continuato gli studi presso l’University of Alberta (Cnada) e la Johns Hopkins University di Baltimora (Usa). Ha insegnato 8 anni alla Harvard University e dal 2002 alla Georgetown University, dove attualmente è professore ordinario. Con il suo libro The Tigress in the Snow: Motherhood and Literature in Twentieth-Century Italy ha ricevuto nel 2008 il Premio Internazionale Flaiano per l’italianistica. Intensa la sua attività per la Georgetown University nell’organizzazione e direzione di Summer School in Abruzzo. Per la sua attività di studiosa e per il suo impegno nella diffusione della cultura italiana, Laura Benedetti è stata insignita nel 2014 del premio “Wise Woman” dalla National Organization of Italian American Women di Washington e nel 2015 a Boston della Medaglia d’oro conferitale dalla Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Usa.

 

Rony Pedro Colanzi, medico patologo, docente universitario. E’ nato nel 1956 a Santa Cruz (Bolivia), figlio di un emigrati di Vasto. Dopo aver svolto gli studi universitari in Bolivia e in Argentina, ha completato i corsi di specializzazione in Giappone e Usa. Ha esercitato la professione di medico patologo negli ospedali di Mar del Plata (Argentina) e Santa Cruz (Bolivia), assumendo la docenza universitaria e, dal 2010 al 2015, l’incarico di direttore della Facoltà di Medicina nell’Università Cattolica del Paese sudamericano. Numerose le sue pubblicazioni scientifiche internazionali. Consigliere e poi Sindaco di Santa Cruz – con i suoi 2,2 milioni d’abitanti la seconda città della Bolivia – ha diretto la Fundacion Amerida. Dal 2014 è Presidente dell’Associazione Abruzzesi della Bolivia.

 

Filippo Giorgi, scienziato, direttore della Sezione Clima e Fisica metereologica del Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste, ove risiede dal 1998. E’ nato nel 1959 a Sulmona. Laureatosi in Fisica all’Università dell’Aquila e conseguito ad Atlanta (Usa) il dottorato in Scienza dell’atmosfera, entra nel National Center for Atmospheric Research di Boulder, in Colorado. Nel 2007, insieme ad Al Gore – già vice Presidente degli Stati Uniti – gli viene assegnato il Premio Nobel per la Pace, unico scienziato italiano nel Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici. Membro di numerosi comitati scientifici internazionali, è stato ultimamente insignito a Vienna della Medaglia Alexander von Humboldt, prestigioso riconoscimento dell’Unione Europea di Geoscienze (EGU).

 

Giorgio Toschi, Comandante Generale della Guardia di Finanza. E’ nato nel 1954 a Chieti. Laureato in Giurisprudenza, in Economia e Commercio e in Scienze della Sicurezza economico-finanziaria, ha svolto una pluriennale attività d’insegnamento di materie giuridiche e tecnico-professionali negli Istituti di Istruzione del Corpo e nell’Università La Sapienza di Roma. Ha ricoperto molteplici e prestigiosi incarichi, tra i quali la Presidenza del Consiglio Superiore della Guardia di Finanza, del Comitato scientifico e dell’Ente editoriale per il Corpo della GdF. Nel corso della carriera ha assunto il comando di importanti reparti territoriali, fino alle funzioni di Capo di Stato Maggiore e Ispettore per gli Istituti di istruzione del Corpo. Ha ricevuto numerose decorazioni e onorificenze, tra le quali la speciale attestazione dell’FBI degli Usa per il suo impegno contro il finanziamento del terrorismo internazionale. Il Presidente della Repubblica, nel marzo del 2018, ha conferito al Gen. Toschi la “Croce d’oro al Merito della Guardia di Finanza.

Appuntamento dunque a domani, per la suggestiva cerimonia di consegna delle onorificenze, nel cuore del centro storico di Tagliacozzo. Tutte le Associazioni abruzzesi, in Italia e nel mondo, sono state informate dell’evento ed invitate darne notizia ai rispettivi associati perché chiunque si trovi in Abruzzo, o voglia venirvi per l’occasione, abbia possibilità di partecipare, conoscendo nel dettaglio il programma della manifestazione.




L’Aquila. Missione culturale in Giappone per la scrittrice aquilana Laura Benedetti

 

Conferenze all’Istituto italiano di Cultura di Osaka e alla Ritsumeikan University di Kyoto, ma anche “scoperte”

 

di Goffredo Palmerini

Laura Benedetti a Kyoto

Laura Benedetti a Osaka

L’AQUILA – Missione culturale in Giappone per la scrittrice aquilana Laura Benedetti, docente di Letteratura italiana alla Georgetown University di Washington (Usa). Un viaggio che ha toccato Tokio, Osaka, l’antica capitale Kyoto ed altre città del grande Paese del Sol Levante. Su invito di Stefano Fossati, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Osaka, venerdì scorso 27 luglio ha tenuto presso la Sala conferenze dell’IIC nella seconda città del Giappone un’apprezzata relazione sulla scrittrice Elena Ferrante e sul suo ultimo romanzo “L’amica geniale”. Annunciata con grande evidenza, la conversazione della prof. Benedetti, studiosa del mondo letterario femminile sin dal Rinascimento, si è soffermata sull’amicizia intima tra due donne sullo sfondo della costa amalfitana. Questo il tema del romanzo L’amica geniale, il capolavoro di Elena Ferrante, una delle scrittrici italiane degli ultimi anni più conosciute a livello internazionale. Una serie di quattro volumi che ripercorre sessant’anni di storia italiana, dal dopoguerra alla Seconda Repubblica, attraverso le vicende di due personaggi femminili, una storia di amicizia profonda sin da bambine in grado di rimanere salda, pur attraversando le fasi difficili della vita di una donna.

 

Motivo dell’invito è la traduzione in giapponese dei primi due volumi della tetralogia L’amica geniale. Titolo della conferenza “L’amica geniale di Elena Ferrante: un’amicizia che cresce in un’Italia che cambia“. In estrema sintesi, queste le principali annotazioni dell’articolato intervento svolto dalla prof. Benedetti. “I quattro romanzi che compongono la serie L’amica geniale ripercorrono sessant’anni di storia italiana, dal 1950 al 2010, dal dopoguerra alla Seconda Repubblica, attraverso le vicende di due personaggi, Elena e Lila, che si incontrano da bambine per intrecciare un legame privilegiato. Presto divenute l’una il punto di riferimento dell’altra, le due affrontano le tappe cruciali della vita – relazioni, maternità, lutti – rimanendo legate anche quando le vicende personali sembrano portarle in direzioni diverse. Elena Ferrante mette risolutamente al centro della narrazione l’amicizia tra due donne – un sentimento, come scrisse Virginia Woolf, tradizionalmente ignorato dalla letteratura – indagandone i complessi nodi di affetto e rivalità, dedizione e emulazione. Il primo volume esplora il nascere di questo legame in una Napoli ancora sconvolta dalla seconda guerra mondiale, in un quartiere popolare e violento da cui le due protagoniste cercano di evadere per vedere il mare e vivere una magica avventura che mette in evidenza le loro somiglianze e differenze. Storia personale e storia nazionale, dialetto e lingua ufficiale si intrecciano nel delineare una vicenda che affonda le sue radici nel carattere di una città per rivolgersi ai lettori del mondo intero”. Laura Benedetti ha parlato in italiano, con la traduzione in giapponese di Miko Nakai.
Domenica 29 luglio, su invito del prof. Hideyuki Doi, Laura Benedetti è stata a Kyoto, alla Ritsumeikan University, per una conferenza su Torquato Tasso. Il titolo dell’intervento “Dalla Gerusalemme terrena alla Gerusalemme celeste: Torquato Tasso e il poema di una vita”, svolgendo il suo intervento in italiano, senza traduzione. L’occasione è stata utile per conoscere più da vicino la situazione della cultura italiana in Giappone e la diffusione della nostra lingua. Ne ha parlato con il prof. Doi, avendo da lui puntuali ragguagli che dimostrano quanto sia amata ed apprezzata la nostra cultura e la lingua italiana. “In Giappone – ha affermato il prof. Doi – esistono più di 700 università, tra cui oltre 100 hanno corsi di italiano. All’Associazione di Studi Italiani in Giappone, fondata nel 1950, aderiscono più di 300 soci professionisti tra italianisti, storici e storici dell’arte (http://studiit.jp/). Da noi, alla Ritsumeikan University che è un ateneo privato, abbiamo 44 corsi di italiano – lingua, storia, arte – in Lettere, con circa 300 iscritti.”

 

Anche singolari “scoperte” ha potuto fare Laura Benedetti nel corso del suo viaggio in Giappone, iniziato l’11 luglio e che terminerà a fine mese. Tra le simpatiche cose osservate, a cena alcuni giorni fa nella piccola città di Takayama, ha avuto la sorpresa di un cameriere che parlava italiano. “Gli ho chiesto dove l’avesse imparato – riferisce Laura – e mi ha risposto: qui!” A Kyoto, capitale del Giappone per oltre un millennio fino a metà Ottocento, città di un milione e mezzo di abitanti, Laura ha potuto anche osservare come negozi e ristoranti facciano a gara per usare nomi italiani: tra le “perle” notate il ristorante “Pecora” – chissà se pure con gli arrosticini abruzzesi! -, la “Trattoria De Cecco” e addirittura un parrucchiere “Hair L’Aquila”.

 

Laura Benedetti è nata e cresciuta a L’Aquila. Dopo una Laurea in Lettere con il massimo dei voti all’Università “La Sapienza” di Roma, ha continuato i suoi studi in Nord America, conseguendo in Canada un Master of Arts alla University of Alberta e un Ph.D. alla Johns Hopkins University di Baltimora (Usa). Ha insegnato 8 anni alla Harvard University di Cambridge (Usa) e dal 2002 alla Georgetown University di Washington (Usa), dove attualmente è professore ordinario. Come direttrice del dipartimento di italiano dal 2009 al 2015 ha organizzato numerosi convegni e seminari, spesso in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia e l’Istituto Italiano di Cultura di Washington. Ha pubblicato, tra l’altro, una monografia su Torquato Tasso (La sconfitta di Diana. Un percorso per la “Gerusalemme liberata”), gli atti di due convegni (Gendered Contexts: New Perspectives in Italian Cultural Studies) e l’edizione di un trattato rinascimentale (Giovambattista Giraldi Cinzio, Discorso dei romanzi). I suoi articoli spaziano dalla letteratura medievale alla produzione narrativa più recente, che ha seguito da vicino per dieci anni quale curatrice della voce “letteratura italiana” per l’Encyclopedia Britannica Year in Review. Il suo volume The Tigress in the Snow: Motherhood and Literature in Twentieth-Century Italy ha ricevuto nel 2008 il Premio Internazionale Flaiano per l’italianistica, mentre la sua traduzione inglese dell’ultimo lavoro di Lucrezia Marinella (Venezia, 1571 – Venezia, 1653) Esortazioni alle donne e agli altri se a loro saranno in grado, corredata di un’introduzione e di un apparato critico di oltre quattrocento note, ha reso di nuovo accessibile questo rarissimo volume.

 

Recente l’ingresso di Laura Benedetti nella narrativa: il suo primo romanzo Un paese di carta (Pacini Editore, Pisa, 2015), molto apprezzato da critica e lettori, traccia il percorso di tre generazioni di donne tra l’Italia e gli Stati Uniti. Nel 2017 ha pubblicato, sempre per l’Editore Pacini, il romanzo Secondo piano, presentato in Italia e negli Stati Uniti. Intensa la sua attività per la Georgetown University nell’organizzazione e direzione di Summer School in Abruzzo, in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila, e di due convegni tematici tenutisi all’Aquila, con relatori dei due atenei. Per la sua attività di studiosa e per il suo impegno nella diffusione della cultura italiana, Laura Benedetti è stata insignita nel 2014 del premio “Wise Woman” dalla National Organization of Italian American Women di Washington DC e della Medaglia d’oro conferitale nel 2015 a Boston dalla Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Usa.

 

Laura Benedetti rientrerà il 1° agosto a L’Aquila, dove si fermerà ancora per un mese. Il 3 agosto, a Tagliacozzo, per i suoi meriti culturali e professionali, in una suggestiva cerimonia in Piazza dell’Obelisco, sarà insignita dal Consiglio Regionale d’Abruzzo dell’onorificenza di “Ambasciatore d’Abruzzo nel mondo”. Insieme a lei riceveranno il prestigioso riconoscimento lo scienziato, fisico del clima, prof. Filippo Giorgi – premio Nobel per la Pace con Al Gore per le ricerche sui cambiamenti climatici realizzate all’ICPP –, il Comandante Generale della Guardia di Finanza Giorgio Toschi e il prof. Rony Pedro Colanzi, medico, docente universitario e direttore della Facoltà di Medicina a Santa Cruz, in Bolivia.




ISBEM, SCUOLA ESTIVA PER LA RICERCA E LA SPERIMENTAZIONE CLINICA

 

Summer School “Missione CRA”: Mesagne c’è, i giovani anche!!!

 

 

MESAGNE (Brindisi) – Anche quest’anno la Summer SchoolMissione CRA” accoglierà a Mesagne – prima in ISBEM (Istituto Scientifico Biomedico Euro Mediterraneo) e poi nel LabCreation – ventisei laureati che vengono da tutta Italia (biologi, biotecnologi, farmacisti, etc.) che vogliono acquisire le competenze per diventare esperti di Ricerca Clinica. Questa è la VI edizione mesagnese di una Summer School ben nota in Italia, frequentata da circa 600 allievi in 39 edizioni, cioè 15 allievi a corso.

Foto fi gruppo in una Summer School Mission CRA e Convento dei Cappuccini_2014. UFST

La Summer School “Missione CRA” (www.MissioneCRA.com) è diretta dal Dr. Stefano Lagravinese, biotecnologo di Casamassima (Bari) che ha iniziato la carriera in ISBEM, facendo il Dottorato di Ricerca e creando poi una Società innovativa (ClinOpsHub srls) con sede in Mesagne.

 

Dopo aver discusso la tesi di Dottorato di Ricerca nell’Università di Pisa, Stefano Lagravinese ha svolto ricerca clinica per oltre 10 anni, con diverse sperimentazioni nazionali ed internazionali con cui ha acquisito nuove competenze che ora trasmette ai giovani principianti. sia con vari corsi tenuti in tutta Italia sia con e-book, cioè libri disponibili su web, fra cui “Diventare CRA” (www.DiventareCRA.com). Degno di nota è il fatto che, facendo così, Stefano interpreta al meglio il Paradigma del Dono, di cui è un bell’esempio. Restituisce alla comunità ciò che che lui ha ricevuto e di fatto arricchito, meritoriamente, con le competenze acquisite ed il lavoro svolto per anni. Ecco 2 link sul Paradigma del Dono:

http://www.isbem.it/documenti/Convivialita_alternativa_a_utilitarismo_CdS_29062014.pdf

http://www.isbem.it/documenti/Breve_elogio_dell_INESTIMABILE_nella_relazione_di_DONO_di_Philippe_CHANIAL.pdf

 

La sessione di apertura è prevista per Sabato 28 Luglio 2018 alle ore 16 presso l’ISBEM, nell’ex convento dei Cappuccini in Mesagne – dove si sta sperimentando un Monastero del 3° Millennio (www.isbem.it/m3m) e (https://www.youtube.com/watch?v=1jORvkKeXMI) – mentre nei successivi 7 giorni, cioè fino al 4 Agosto, la Summer School sarà ospitata da LabCreation nel Centro storico. Tutto il gruppo dei corsisti studierà cose nuove per un futuro di qualità basato sulle competenze necessarie per affrontare le criticità, cogliere le tantissime opportunità del Pianeta Salute e quindi per trovare le soluzioni più avanzate e più utili che sono poi bene comune per tutti i Cittadini!

 

Questa Scuola Estiva – ideata da Stefano Lagravinese, Associato di Ricerca Clinica e Career Coach, cioè allenatore di carriere per il settore farmaceutico – prevede varie lezioni e seminari per un totale di 50 ore, seguendo uno schema collaudato – e previsto dalla legge – per acquisire le basi fondamentali, ottenere il titolo di CRA ed entrare quindi nel mondo della ricerca clinica.

 

Cosa sono i Clinical Research Associate? Trattasi di professionisti (con laurea in scienze della vita) che hanno il ruolo di supervisori operativi nella conduzione e nello svolgimento degli studi clinici con cui si sperimentano nuovi farmaci secondo le GCP (Good Clinical Practice), cioè le Linee Guida di Buona Pratica Clinica valide a livello mondiale. Esse vanno sempre seguite (con il controllo dei Comitati Etici), prima di mettere in commercio prodotti che hanno a che fare con la salute umana.

 

Durante la permanenza a Mesagne, i giovani corsisti alloggeranno in Bed&Breakfast e avranno l’opportunità di visitare il Centro Storico della città, godendo non solo delle varie specialità gastronomiche (c’è una vasta scelta di ristoranti), ma anche degli eventi artistici che offre la città, fra cui i disegni della Mostra di Picasso nello stesso Castello Normanno che ospita uno splendido Museo Messapico, di certo fra i più belli d’Italia. Pertanto, questa Summer School, attraendo professionisti da tutta Italia, è anche una buona occasione per mostrare ciò che il Mezzogiorno offre sia in termini culinari che culturali e paesaggistici, cioè una grande disponibilità di risorse che vengono conosciute da “forestieri”, grazie alle vie maestre del progresso, che sono la ricerca, la formazione ed i servizi di qualità! A grandi linee, un’entrata economica significativa per il “Sistema Mesagne” che può diventare un HUB europeo delle Summer School del Pianeta Salute

 




Roma. Tante le Personalità insignite del Premio internazionale “Fontane di Roma” 2018. Premiato il collega abruzzese Goffredo Palmerini

 

Per il Giornalismo tra i premiati anche Goffredo Palmerini, firma della stampa italiana all’estero

 

Goffredo Palmerini, Foto archivio

ROMA – C’è anche Goffredo Palmerini, giornalista della stampa italiana all’estero, tra gli insigniti del 36° Premio internazionale “Fontane di Roma”. La cerimonia di consegna del prestigioso riconoscimento si terrà a Roma giovedì 19 luglio 2018, alle ore 18, presso la Sala Alessandrina dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, in Lungotevere in Sassia 3. Per la sezione Giornalismo saranno infatti premiati Anna Maria Esposito, Inviata di Rai News 24, Ezio Falini, per la comunicazione umanitaria, Orazio La Rocca, vaticanista del settimanale Panorama, e Goffredo Palmerini, collaborazioni con la stampa italiana nel mondo.

 

Anna Maria Esposito, nata a Roma, in Rai dal 1989, dal 1999 è Inviata per il canale Rai News 24. E’ uno dei volti più noti della rete nazionale nelle corrispondenze dall’estero. Ezio Falini, esperto di comunicazione istituzionale e politica, ha curato uffici stampa e relazioni istituzionali. Rivolge particolare attenzione alle tematiche umanitarie e della solidarietà. Orazio La Rocca è vaticanista del settimanale Panorama. Per oltre 30 anni ha seguito l’informazione vaticana e religiosa per il quotidiano La Repubblica, collaborando anche con il settimanale L’Espresso, dopo aver scritto per il Messaggero, l’Osservatore Romano e Radio Vaticana. Ha pubblicato diversi libri per importanti editori e recentemente L’anno dei tre Papi (Edizioni San Paolo, 2018). Goffredo Palmerini, nato a L’Aquila, giornalista e scrittore, studioso dell’Emigrazione italiana, è in Redazione presso diverse testate all’estero (Usa, Canada, Venezuela, Brasile, Gran Bretagna, Spagna, Svizzera), collabora con agenzie internazionali e con la stampa italiana nel mondo. Ha pubblicato 7 libri, ricevendo per l’ultimo “L’Italia nel cuore” (One Group Edizioni, 2017) anche un Premio della Critica. Diversi riconoscimenti gli sono stati assegnati per meriti culturali, mentre per il Giornalismo gli sono stati conferiti il XXXI Premio internazionale Emigrazione, il Premio internazionale “Gaetano Scardocchia” e il Premio Nazionale “M. Grazia Cutuli”.

 

Il Premio internazionale “Fontane di Roma” – che in questa edizione tributa il riconoscimento anche a due nuovi porporati creati da papa Francesco il 28 giugno scorso, il Cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, e il Cardinale Angelo De Donatis, Vicario generale di Sua Santità per la diocesi di Roma, oltre che al Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana – è considerato tra i più importanti riconoscimenti per la Cultura, l’Arte e la Romanità. Da 36 anni viene conferito, come testimonia l’Albo d’Oro, a Personalità di livello internazionale nel campo della Cultura, dell’Arte, del Giornalismo, dello Spettacolo, della Sanità, della Moda, dello Sport e del Lavoro.

poster Premio Fontane di Roma

Ospiti d’onore della 36^ edizione del Premio saranno il Cardinale Josè Saraiva Martins, Prefetto Emerito Congregazione Pontificia Cause dei Santi, e il Prof. Gianni Iacovelli, Presidente dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria. Il Premio è organizzato dall’Accademia Internazionale “La Sponda” –  Presidente è il dr. Benito Corradini – col Patrocinio di istituzioni ed enti pubblici e con la collaborazione dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria. La Giuria, presieduta da Padre Gianfranco Grieco, giornalista e scrittore, ha selezionato per le varie Sezioni del Premio le Personalità e i Personaggi da premiare con Trofei, Opere d’arte, Serigrafie che riproducono lo storico Ospedale Santo Spirito in Sassia, edificato nel 727 e dunque il più antico ospedale al mondo.

 

Nel corso della Serata di Gala, insieme alla cerimonia di premiazione, è previsto lo spettacolo “Romanità’” – con Giorgio Onorato, Claudio Monteleoni Fabrizio Masci – la proiezione del video sulla storia del Premio e la presentazione del volume “L’Aquila torna a sorridere” di Lucio Trojano, quale Omaggio ai centri colpiti dal terremoto. Nell’ambito delle manifestazioni del Premio è stata anche organizzata la Mostra “Arte a Roma”, a cura da Gaetano Michetti, con Artisti romani, del Centro Italia e stranieri. Un Vin d’honneur concluderà le manifestazioni della 36^ edizione.

 

 

GLI INSIGNITI DEL 36° PREMIO INTERNAZIONALE “FONTANE DI ROMA”

 

 

CULTURA

  1. Em. Cardinale Gualtiero Bassetti Presidente CEI
  2. Em. Cardinale Angelo De Donatis Vicario di Roma
  3. Em. Cardinale Giuseppe Petrocchi Arcivescovo di L’Aquila

S.E. Mohamed Cherif Diallo Ambasciatore della Guinea

Dr. Barbara Jatta Direttrice Musei Vaticani

Prof. Umberto Vattani Ambasciatore

Dott. Luigi M. Vignali Ministro Plenipotenziario, Presidente del Circolo Ministero degli Esteri

Dr Marina Mattei Direttrice Musei Capitolini

Dr. Claudio Parisi Presicce Sovrintendente Archeologo Roma

Dr. Alfonsina Russo – Sovrintendente Parco del Colosseo

 

SANITA’

Alpha Strumenti Azienda di Ricerca Scientifica

Prof. Mauro Berta Direttore Scientifico Azienda Dermocosmetica Funziona

Dr. Patrizia Forgione Esperta Patologie Dermatologiche, Ospedale S. Maria di Loreto, Napoli

Dr. Giuseppe Quintavalle Direttore Generale ASL Roma 4 – Civitavecchia

Dr. Angelo Tanese Direttore Generale ASL Roma 1

Dr. Pier Paolo Visentin Consigliere ASAS, Specialista Anestesia e Rianimazione

 

LAVORO – TURISMO

Bcc Roma Bper

Dr. Claudio Capezzuoli Presidente CNA World

Dr. Marco Misichia Presidente CNA Turismo

 

SOLIDARIETA’

Prof. Ferdinando di Orio Presidente Associazione Veronica Gaia onlus (Ricerca e Lotta alla depressione giovanile)

Dr. Davide Riccardi Presidente Associazione Animosa, Forlì (Solidarietà per bambini della Colombia)

Laura Santarelli – Presidente FIAS – Federazione Italiana Associazioni Sordi

Padre Vittorio Trani – Cappellano Carcere Regina Coeli, Fondatore Casa del Papà

 

GIORNALISMO

Dr. Anna Maria Esposito Giornalista, Inviata RAI News 24

Dr. Ezio Falini Giornalista di Promozione Umanitaria

Dr. Orazio La Rocca Giornalista, Vaticanista di Panorama

Dr. Goffredo Palmerini Giornalista e scrittore

 

SPETTACOLO

Giorgio Onorato Cantante

Enrico Brignano Attore

Edoardo Vianello Cantante, “4 volte venti anni”

Viviana Toniolo – Direttore artistico Teatro Vittoria

 

SPORT

Gen. Brigata Raffaele Romano Comandante Gruppo Polisportivo Fiamme Gialle

 

ARTE

Mimmo Emanuele, Cesare Esposito, Roberto Gabrieli, Gale, Donato Gentile, Gianpistone, Orlando Gonnella, Riccarda, Antonio Zenadocchio.

 

PREMI SPECIALI

Roberto Ciavarro Poeta, Consigliere del Centro Romanesco “Trilussa”

Dr. Giovanni Valerio Ruberto Presidente Universum Academy Switzerland

Gianni Crea – “Clarigero”, responsabile di 2797 Chiavi del Vaticano




Dichiarazione di Rino Giuliani, Portavoce FAIM Novità positiva e motivo di soddisfazione la nomina di Ricardo Merlo a Sottosegretario agli Affari Esteri

 

 

A nome del Forum delle associazioni degli italiani nel mondo formulo gli auguri di buon lavoro al sottosegretario Ricardo Merlo. La scelta del Presidente del Consiglio di affidare l’impegnativo incarico a persona eletta all’estero e proveniente dal mondo associativo rappresenta una novità positiva ed è motivo di soddisfazione.

 

Promuovere il rilancio del protagonismo delle nostre comunità all’estero, collegare non sporadicamente la madrepatria all’Italia più larga che è fuori dai confini è obiettivo di carattere generale per il quale anche come FAIM ci sentiamo impegnati.

 

Gli oltre 5.000.000 italiani all’estero, in quanto parte integrante della più complessiva comunità nazionale, da anni si aspettano dalla più generale azione del Parlamento e del Governo e nei peculiari provvedimenti che verranno promossi e assunti dal MAECI, l’attenzione dovuta alle loro aspettative ed alle loro esigenze.

 

Le molte questioni irrisolte nel passato e i non pochi dossier aperti costituiscono un banco di prova impegnativo per tutti.  Due questioni fra tutte alla sua evidenza:

Una: i giovani che emigrano.

Da diversi anni l’Italia è ridiventato un paese di costante emigrazione, soprattutto di giovani qualificati con problemi che riguardano la precarietà, la dequalificazione e la riduzione delle tutele welfaristiche nei paesi di accoglienza, in specie in quelli europei.

 

L’altra, la richiesta, che anche il CGIE avanza, dell’’indizione della Conferenza degli italiani nel mondo, con la partecipazione attiva dei protagonisti della realtà migratoria, un obiettivo che, dopo tanti anni, può fornire all’azione di Governo un quadro rinnovato e condiviso delle linee di indirizzo per porre in essere le politiche verso gli italiani all’estero, recuperando e rinsaldando il necessario rapporto fra istituzioni e società.




Il “caso” Pascal D’Angelo di Mario Setta

 

 

 

L’AQUILA – Introdacqua, paese natale, si impegna da anni, a livello istituzionale, a far conoscere e valorizzare la personalità e l’opera di un suo degno figlio, il poeta e scrittore Pasquale D’Angelo. Un autore che costituisce un “caso”, come da molti è stato rilevato (cfr. G. Prezzolini, Scrittori italiani nel mondo. Voci di poeti nostri negli Stati Uniti).  E come lui stesso dice, a conclusione del suo libro, Son of Italy: “mi trasformai in un caso di incredibile interesse”.

Pascal D’Angelo

 

Il “caso Pascal D’Angelo” può essere analizzato secondo due aspetti: letterario e sociologico. Sotto il profilo letterario si tratta di un caso intrigante e, per molti aspetti, ancora fitto di interrogativi dalle molteplici risposte. Se applicassimo alla sua opera, estremamente ridotta, le categorie che Italo Calvino espresse nelle Lezioni americane, pubblicate postume, ne verrebbe fuori un quadro interessante. Calvino presenta alcune “proposte per il prossimo millennio”. Sono le linee fondamentali da conservare e tramandare per il millennio che abbiamo iniziato.

 

Della prima, la leggerezza, pone in rilievo “la funzione esistenziale della letteratura, e la leggerezza come reazione al peso di vivere”. E cita Lucrezio e Ovidio, mossi dal bisogno di liberarsi dalla precarietà dell’esistenza. In D’Angelo c’è la stessa esigenza: la fuga verso la letteratura per liberarsi dalla sua condizione di emarginato, di escluso, (“dago”, “wop”). Altra proposta di Calvino, la rapidità: “Sono convinto che scrivere prosa non dovrebbe essere diverso dallo scrivere poesia; in entrambi i casi è ricerca d’un’espressione necessaria, unica, densa, concisa, memorabile”. Aggettivi che si adattano perfettamente al libro di Pascal D’Angelo.

 

Quanto all’esattezza, il libro di D’Angelo non può essere considerato totalmente “perfetto” (il compianto e grande esperto dell’opera di D’Angelo, Rino Panza, ha spulciato varie inesattezze!).  Ma se Leonardo poteva definirsi “omo sanza lettere”, a maggior ragione Pascal D’Angelo può ben

cover, Son of Italy

ritenersi, con sincera modestia, “uomo del piccone e della pala” (“pick and shovel man”). Per la visibilità, Calvino ricorre a Balzac e scrive: «Balzac nella Commedia umana infinita dovrà includere anche lo scrittore fantastico che lui è o è stato, con tutte le sue infinite fantasie; e dovrà includere lo scrittore realista che lui è o vuol essere, intento a catturare l’infinito mondo reale nella sua “Commedia umana”».  In D’Angelo, i due aspetti sono coesistenti e coessenti: realtà e fantasia s’intrecciano in una continua dialettica. Forse per questo sente il bisogno di integrare, nella sua autobiografia, la prosa con la poesia.

 

Trattando, infine, della molteplicità, Calvino scrive: «Chi siamo noi, chi è ciascuno di noi se non una combinatoria d’esperienze, d’informazioni, di letture, d’immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario d’oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili». A questi interrogativi di Calvino, ecco gli interrogativi di Pascal D’Angelo, nella lettera all’editore di The Nation: «Io sono uno che arranca con fatica per emergere dal buio dell’ignoranza e portare il suo messaggio di fronte ad un pubblico, di fronte a voi. Voi la cui missione è di difendere l’immensa causa degli oppressi. Questa lettera è il grido di un’anima che si è arenata sui lidi tenebrosi lungo il suo disperato viaggio verso la luce […]» E, a conclusione dell’autobiografia, annota: «Per gli ambienti letterari mi trasformai in un caso di incredibile interesse, divenendo oggetto di grandi festeggiamenti, curiosità e attenzione. […] Ma, fra tutte, le parole più sentite e sincere che mi scaldarono il cuore, furono quelle dei miei compagni…».

 

Queste parole conclusive riportano il “caso Pascal D’Angelo” da quello letterario a quello sociologico. Perché si tratta soprattutto di “caso sociologico”. Pascal D’Angelo, descrivendo la sua vita di emigrante, descrive la vita degli emigranti italiani negli Usa, ai primi decenni del ‘900. Nella sua vita di emarginazione, di stenti, di maltrattamenti c’è la vita delle migliaia di abruzzesi e dei milioni di italiani che emigrarono per le terre scoperte da Colombo. La sua opera non è solo una descrizione, è anche una denuncia. Non un libro politico, ma un grido di rivolta in nome dei valori umani, universali. Jean Paul Sartre, nella prefazione al libro di Frantz Fanon, I dannati della terra, ha scritto: “Le bocche s’aprirono da sole; le voci gialle e nere parlavano ancora del nostro umanesimo, ma era per rimproverarci la nostra inumanità”. Il libro di Pascal D’Angelo si pone su questo filone, che sta tra l’inchiesta e la denuncia, tra l’arte e il messaggio, tra l’intuizione e la ragione.  Un’opera che può ben definirsi: “libro di vita”. Una vita che si “radica” su due terreni: Introdacqua e New-York, Càuze e Mulberry Street.

 

“Càuze”, un agglomerato di poche case, allora come oggi. Il nome, ha rilevato Rino Panza, deriva forse dalla parola “gelso”, in dialetto “céuze”, albero allora diffuso e di cui ancora oggi rimane nella zona qualche esemplare. Vi abitano due o tre famiglie, circa dieci persone. Ai tempi di Pasquale D’Angelo le famiglie che vi abitavano erano una dozzina. Poco meno di cinquanta persone. Si viveva di agricoltura e con l’allevamento del bestiame: pecore, capre, maiali, mucche, galline, ecc. Nella prima parte del libro (un terzo circa), Pascal D’Angelo si sofferma a descrivere la vita che si svolgeva in paese (Introdacqua) e nella contrada (Cauze): la casa, il paese, le montagne, la scuola, il lavoro, le streghe, ecc. È un’indagine dal taglio antropologico, una descrizione da osservatore partecipante (participant observer).

 

Passa poi a presentare le motivazioni di fondo dell’emigrazione: «La nostra gente è costretta ad emigrare, ad allargare i confini di un’esistenza stretta nella morsa di uno spazio angusto. In quelle terre ci sentiamo in trappola. Ogni centimetro appartiene a pochi privilegiati che la fanno da padroni. Col finire dell’inverno buona parte dei campi della nostra valle viene data in affitto o messa stagionalmente a disposizione dei contadini che pagano pigioni altissime a tassi d’usura, vale a dire, beneficiando solo della metà o addirittura di un quarto del raccolto, a seconda delle necessità che dipendono dal proprietario o dalle condizioni disperate del contadino in cerca di terra» (Son of Italy, p. 65)

 

La soluzione al problema dello sfruttamento in casa è la partenza per il Nuovo Mondo: «Cos’è allora che trae l’uomo in salvo impedendogli di rimanere schiacciato sotto il peso di quella inesauribile necessità? Il Nuovo Mondo!» (Son of Italy, p. 65)

 

Si ricrea e si rafforza la solidarietà paesana: «Qui gli immigrati che arrivano dalla stessa città formano gruppi compatti tra loro, e simili ad uno sciame d’api dello stesso alveare, vanno a lavorare laddove il loro caposquadra o ‘boss’ gli trova qualcosa. Così noi che ci eravamo riuniti quasi per caso diventammo come una vera famiglia fino al giorno in cui la morte e altre calamità non ci costrinsero a separarci». (Son of Italy, p. 80)

 

Ma anche qui, la vita non è meno dura: “Ovunque era ammazzarsi di fatica…”; “Ovunque era lavoro e fatica, sotto una cappa di sole incandescente o sotto le sferzate della pioggia, lavoro e sempre lavoro: continuo e inarrestabile”. Le pagine sulla sua condizione di lavoro, sulla sua sopravvivenza precaria, sul suo disagio di vivere sono tra le più toccanti e sconvolgenti. Ma la soluzione non viene ricercata nella politica o nel sindacato. È strettamente personale: il piacere dello scrivere, del comunicare, dell’elaborare un pensiero poetico. Percy Bysshe Shelley, un poeta noto e amato da Pascal D’Angelo, ha scritto: “cibo dei poeti è l’amore e la fama”. Pascal D’Angelo ha cercato di nutrirsi di questi due alimenti. Durante la vita non c’è riuscito. Ed anche “post mortem”, purtroppo, sembra essere ancora uno sconosciuto.

 




L’Aquila. Il 22 giugno, si alzerà il sipario su uno dei simboli dell’Abruzzo

L’Aquila – “Non è forte chi non cade mai, ma colui che cadendo ha la forza di rialzarsi” è questa

Fonte Ufficio Stampa

l’emozione che si prova guardando il nuovo Palazzo dell’Emiciclo de L’Aquila.
Il monumentale palazzo, edificato nei primi anni del 1600, era stato fortemente lesionato dopo la
scossa di terremoto del 9 aprile 2009. In questi 9 anni, di macerie e spasimi, l’orgoglio di rinascita
non è mai venuto meno, oggi l’edificio regionale è un connubio di tecnica e ricostruzione dotato di
impianti tecnologici straordinariamente moderni e di alta tecnologia…..l’intero edificio è servito da
una sonda geotermica posizionata ad una profondità dal suolo circa 254 metri ed alimentata da un
impianto solare fotovoltaico pre-esistente in grado da riscaldare e raffrescare l’intero edificio senza
l’ausilio di gas-metano rendendo la struttura totalmente ad impatto ambientale pari a zero.
Con l’imminente inaugurazione del 22 giugno, si alzerà il sipario su uno dei simboli dell’Abruzzo
che ce la fa e, per l’occasione, si presenterà con una nuova veste. L’intero colonnato e la facciata
sono state completamente ristrutturate anche nella loro illuminazione, un intervento incredibile di
tecnica ed eleganza di ultima generazione che ha valorizzato un patrimonio storico e artistico in
chiave moderna, merito dell’intervento della nota ditta abruzzese ElettroidraulicaSilvi che con
enorme soddisfazione dei direttori tecnici dell’azienda Michele e Marcello Mancinelli hanno
commentato così “siamo molto soddisfatti nell’aver avuto la possibilità di contribuire con le nostre
capacità nel valorizzare un patrimonio storico e artistico in chiave moderna con un progetto
illuminotecnico unico e con soluzioni eco sostenibili.”




JACOPO SIPARI DIRIGE PER L’ITALIA UN GRANDE CONCERTO IN SRI LANKA E FA IL TUTTO ESAURITO.

Tra gli ospiti anche il Primo Ministro Ranil Wickremesinghe.

Colombo. Sara’ il giovane maestro abruzzese Jacopo Sipari di Pescasseroli il direttore d’orchestra invitato dall’Ambasciata Italiana in Sri Lanka per rappresentare l’Italia in un grandissimo concerto in programma il 6 Giugno 2018 e organizzato da l’Ambasciatore italiano Paolo Andrea Bartorelli e dal Vice Capo Missione Allegra Baistrocchi con la “National Unity Orchestra of Sri Lanka” nell’ambito della settimana della cultura italiana.

Nello straordinario Nelum Pokuna Theatre, Teatro Lirico meraviglioso nel cuore di Colombo, la bacchetta del giovane direttore sempre più internazionale dirigera’ l’Orchestra di Stato in un viaggio tra i capolavori dell’ Opera Lirica Italiana, attraversando le opere piu’ belle di Puccini, Verdi, Mascagni e Rossini.

Con lui il soprano Silvana Froli, grandissima interprete di Puccini nel mondo e i celeberrimi “The De Lanerolle Brothers”.

E’ la prima volta che lo Sri Lanka ospita un concerto di tale grandezza dedicato alla musica operistica italiana. Gli oltre 1500 posti del Teatro sono andati esauriti completamente in pochi giorni. 

Tra gli ospiti del Concerto il Primo Ministro dello Sri Lanka Ranil Wickremesinghe.

“Sono molto grato all’Ambasciatore Bartorelli e al Vice Ambasciatore Baistrocchi per aver pensato a me come direttore di questo importantissimo evento internazionale. La sento come una grande responsabilità, anche se rappresentare il proprio paese con la musica penso sia la cosa più bella. Ringrazio di cuore la mia grande amica Silvana Froli, con la quale lavorare è sempre un enorme privilegio. So che tutti i biglietti del Teatro sono andati esauriti in pochissimi giorni e questo mi rende immensamente felice”.

Il Maestro Sipari dopo lo Sri Lanka è atteso in Bulgaria per inaugurare il noto Festival Internazionale “Open Air” nel magnifico Teatro Romano di Plovdiv con Butterfly per poi tornare sul podio della Fondazione Festival Pucciniano di Torre del Lago alla guida dell’ Orchestra Regionale Toscana con il “Trittico” di Giacomo Puccini in occasione delle celebrazioni del centenario con la prima prevista per l’ 11 Agosto 2018. Il Maestro dirigerà anche in Abruzzo in occasione delle celebrazioni per i 750 della Battaglia di Tagliacozzo all’interno del Festival Internazionale di Mezza Estate il 23 Agosto la Nona Sinfonia di Beethoven con l’Orchestra di Stato dell’ Opera di Georgia.