Gli scrittori italiani a Vienna per il Festival della Letteratura Di Arturo Varè

 

La terza edizione del Festival della letteratura italiana “La Fonte”al Teatro Odeon di Vienna, dall’1 al 3 marzo, ha visto la partecipazione di numerosi noti scrittori italiani che hanno parlato dei temi dei loro libri. Alessandro Barbero, Gianrico Carofiglio, Serena Dandini, Domenico Dara, Manuele Fior, Fabio Genovesi, Dacia Maraini, Stefano Mancuso, Benedetta Tobagi sono solo alcuni dei nomi che hanno affollato l’intensa tre giorni viennese. Una risposta di pubblico estremamente positiva che ha confermato la validità della formula adottata dagli organizzatori:l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna, l’Associazione culturale Librai in Corso e l’Associazione Libellula di Vienna.

 

Gli autori e le autrici che hanno partecipato hanno raccontato la letteratura italiana contemporanea attraverso i diversi generi letterari e linguaggi affrontati nei loro libri, pubblicati anche in tedesco: dal saggio al romanzo, dal graphic novel al giallo fino ai mondi fantastici dei libri per bambini. Lo svolgimento di tutti gli incontri in lingua italiana e tedesca ha permesso un attivo coinvolgimento dei partecipanti che hanno potuto così conversare e confrontarsi con gli autori.

 

L’ambasciatore d’Italia a Vienna, Giovanni Pugliese, ha inaugurato il festival e la Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite a Vienna, l’ambasciatrice Debora Lepre, ha introdotto i lavori della giornata di domenica. Nell’ambito del festival è stata anche allestita una mostra di pannelli dal titolo “La penna del diplomatico” ideata e realizzata dall’ambasciatore Stefano Baldi, Rappresentante Permanente d’Italia presso l’OSCE a Vienna.

 

La mostra, composta da pannelli tematici relativi a circa 400 copertine di libri, ha costituito l’occasione per conoscere una nicchia della produzione libraria italiana e scoprire un lato meno noto dei diplomatici, rappresentato dalle loro pubblicazioni. Storia, biografie, memorie e ricordi, politica internazionale, diplomazia, narrativa, poesia e teatro, italiani all’estero, pubblicazioni in altre lingue e monografie sulle ambasciate italiane sono le aree tematiche dei libri illustrati nei pannelli, ciascuno accompagnato da una breve descrizione. Inoltre, un pannello appositamente realizzato per l’occasione è stato dedicato ai libri pubblicati da diplomatici scrittori austriaci.

 

La mostra rientra nel quadro di un vasto progetto di ricerca “La penna del diplomatico” inaugurato nel 2006 con la pubblicazione dell’omonimo libro da parte di Stefano Baldi e Pasquale Baldocci. Ad oggi, la ricerca ha portato all’individuazione e catalogazione di oltre 1.400 titoli pubblicati da oltre 340 autori diplomatici dal secondo dopoguerra, mettendone in luce non solo la considerevole produzione libraria e la loro attività pubblicistica, ma anche gli interessi ampi e diversificati che contraddistinguono chi svolge questa professione.Gli organizzatori, molto soddisfatti per il successo riscosso dall’edizione di quest’anno, hanno annunciato che la quarta edizione del Festival si terrà nel marzo 2025.

 

 




IMMINENTE L’USCITA DEL VOLUME “MARIO SETTA, TESTIMONIANZE DI LIBERTÀ”A CURA DI GOFFREDO PALMERINI

28 febbraio 2024

 

 

L’AQUILA – “[…] Mario mi mandava i suoi scritti. Erano tutti d’una intensità e d’una profondità etica e culturale straordinarie. Molto spesso ero io stesso che gli proponevo di diffonderli attraverso la rete dei miei contatti stampa, conoscendo la sua discrezione e la sua modestia egli non lo avrebbe mai chiesto. Ed è così che una straordinaria fioritura di scritti è comparsa su decine di testate in Italia e su molte altre all’estero. Sarebbe il caso di raccoglierli, questi scritti, per farne una pubblicazione, e forse lo farò. Temi ricorrenti erano approfondimenti storici, filosofici, artistici, sociali, un ampio spettro di questioni trattate con spiccata competenza, esposte con chiarezza e con il dono d’una magnifica scrittura. […]”

 

Così tra l’altro scriveva Goffredo Palmerini qualche giorno dopo la scomparsa di Mario Setta, storico e intellettuale abruzzese, avvenuta a Sulmona il 25 marzo 2022. Un proposito che il giornalista e scrittore aquilano, amico di Setta, sta oraper portare a compimento, essendo il libro in corso di stampa. Il volume “Mario Setta, testimonianze di libertà” (Edizioni Etabeta), a cura di Goffredo Palmerini, è infatti oltre che una raccolta di scritti dello storico, un tributo alla memoria per ricordarne l’opera intellettuale, i valori etici, l’amore per la libertà latamente intesa, la forte testimonianza di vita. Gliarticoli raccolti nel volume, recuperati dal curatore nel suo archivio e dagli archivi delle redazioni cui a suo tempo li aveva inviati, datano Marzo 2015-Marzo 2022 e sono uno spaccato significativo dell’intellettuale e dello storico, ma soprattutto di Mario Settapersona nella sua autenticità, nella ricchezza dei suoi valori civili e spirituali, nella sua profonda umanità.

 

Questo piccolo tributo– dichiara Palmerinispero sia utile per fare un altro passo in avanti verso la consapevole conoscenza di Mario Setta, della sua poliedrica figura di intellettuale, mai sussiegoso, e di uomo a tratti “profetico”. Mi auguro, inoltre, che contribuisca a consegnare un ulteriore tassello alla sua memoria.” Con il consenso del curatore, qui di seguito si riporta il testo della Prefazione al volume, scritta dalla giornalista Maria Rosaria La Morgia, e l’INDICE dei capitoli.

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IL CORAGGIO DI UN INTELLETTUALE LIBERO

 

diMaria Rosaria La Morgia *

 

 

Libertà è la parola che più ricorre negli scritti che Mario Setta per sette anni, dal marzo 2015 a quello del 2022, ha affidato a Goffredo Palmerini per diffonderli in diverse pubblicazioni in Italia e all’estero. Articoli che sono stati raccolti in un unico volume, Testimonianze di libertà, pubblicato a due anni dalla scomparsa dello storico abruzzese.Per Mario la libertà era il principio guida: libertà interiore e politica, libertà religiosa e culturale, libertà che coniugava sempre con dialogo e rispetto dell’altro. È stato un intellettuale che non si è mai sottratto all’impegno concreto, nella quotidianità, in continuità con quanto aveva scritto nel suo primo libro Cristo ha le mani sporche (ed. Presenza, 1967) raccontando la storia di un prete operaio, esperienza che aveva vissuto direttamente.

 

Nato a Bussi sul Tirino in una famiglia operaia era entrato in seminario a quindici anni, nel 1951, e si era formato a Bologna. Per lui si rivelarono particolarmente importanti gli anni trascorsi a Roma come “cappellano degli edili”, dal 1962 al 1970, missione che gli consentì di vivere nella quotidianità quei valori di solidarietà e di amore per l’altro che lo avevano ispirato fin da ragazzino e che ribadì nella lettera indirizzata ai parrocchiani di Badia, frazione di Sulmona, dopo aver celebrato l’ultima messa il 7 aprile 1979, quando si concluse la sua prima vita, quella da prete. Scrisse: «Continuerò a credere nell’Amore Universale, come legge fondamentale dei rapporti tra gli uomini. Continuerò a lottare per una società più giusta, più fraterna, convinto come sono che la vita abbia senso solo se donata».

 

Nel 1982, dopo essere stato eletto consigliere comunale a Sulmona nella lista del PCI che lo aveva candidato come “indipendente”, fu sospeso a divinis. Una condizione di emarginazione che riecheggia nell’articolo (settembre 2017) dedicato alla memoria dei fratelli Spaventa e allo spazio che veniva riservato a Silvio, di solito maggiore di quello destinato al filosofo Bertrando. Citando Elena Croce scrive: «era naturale essere fiero di un illustre statista, ma più arduo appropriarsi i meriti di un filosofo e superare la circostanza che egli fosse un sacerdote che aveva lasciato l’abito». Mario Setta, per la sua condizione di prete sospeso a divinis, si vide negato il diritto al lavoro pubblico che aveva conquistato vincendo un concorso come insegnante e, per trovare un’occupazione, fu costretto anche ad emigrare. Dovrà aspettare la riforma del Concordato del Governo Craxi nel 1984 e l’abolizione dell’art. 5 che vietava l’assunzione negli uffici pubblici di “sacerdoti apostati o irretiti da censura” per entrare a pieno titolo nel mondo della scuola. Da quel momento inizia la sua vita di docente nel Liceo Fermi di Sulmona dove diventa un punto di riferimento umano e culturale. Ed è nella scuola che la sua passione per la ricerca storica cresce e si rafforza.

 

Nei primi anni ’90, dopo la visita a Sulmona di J. Keith Killby, fondatore di un’associazione di ex-prigionieri: il Monte S. Martino Trust, il preside di allora, Ezio Pelino, gli affidò il compito di coordinare un laboratorio di ricerca storica sull’aiuto dato dalla popolazione locale ai prigionieri alleati fuggiti dal campo di concentramento di Fonte d’Amore, Campo 78. È del 1995 la prima edizione del libro E si divisero il pane che non c’era, un’opera collettiva di studenti e di docenti su quella che sarà definita la Resistenza Umanitaria. Qualche anno dopo iniziò anche l’avventura del “Sentiero della Libertà”: nacque l’Associazione (Mario ne fu il primo presidente) e la marcia che, in tre giorni, ripercorre il cammino che fecero in tanti per attraversare la Maiella, da Sulmona a Casoli, e raggiungere l’esercito alleato e le zone d’Abruzzo già liberate. Tra loro il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che in Abruzzo, prima a Scanno e poi a Sulmona, aveva trovato rifugio.

 

Nell’articolo pubblicato il 19 gennaio 2020 Mario Setta scriveva: «Oggi la Marcia InternazionaleIl Sentiero della Libertà – FreedomTrail – Freiheitsweg – Chemin de la Liberté è certamente il simbolo di Libertà più attuale, interessante, partecipato, giunto alla ventesima edizione, nato per rievocare il passato e proporre la riflessione sui valori di Libertà, Solidarietà, Pace, espressa dalle parole dell’allora Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, nel discorso per la prima edizione del 2001: Oggi un gruppo si accinge a ripercorrere quegli aspri sentieri, i sentieri della libertà. Anch’io fui uno di loro, lasciai Sulmona, lasciai coloro che mi avevano accolto come un fratello, nelle loro case qui a Sulmona. […] Vedo qui oggi tanti giovani, che sono partecipi, con tutta la passione dei loro anni, di questa straordinaria manifestazione… E a voi giovani ripeto l’invito che rivolgeva a tutti gli uomini il vostro grande poeta Ovidio: guardate in alto, rivolgete sempre gli occhi alle stelle; abbiate ideali, credete in essi e operate per la loro realizzazione».

 

In tutti gli scritti di questa raccolta Mario ha lasciato il segno del suo pensiero che era uno stile di vita. Gli erano estranee ipocrisie e bugie, invidie e cattiverie, era un uomo generoso, libero, capace di scelte coraggiose. È stato un intellettuale che, in tutta la sua vita, si è battuto per la libertà, per i diritti umani, per la diffusione delle conoscenze, per la pace. L’ultimo scritto della raccolta porta la data del 6 marzo 2022, solo diciannove giorni prima della sua scomparsa, e ancora una volta le sue parole rappresentano una denuncia e un appello: «Mai, come in questo periodo di grave crisi socio-economico-politica, sembra così impellente e improcrastinabile il bisogno di una Costituzione universale. La terra è diventata finalmente la “casa comune”, ma la globalizzazione non può ridursi alla compravendita di uomini e di merci.»

 

*Giornalista, presidente dell’Associazione “Il Sentiero della Libertà”

 

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INDICE                                                                                                 

 

 

PRESENTAZIONE – di Goffredo Palmerini

PREFAZIONE – di Maria Rosaria La Morgia

NOTA DEL CURATORE – di Goffredo Palmerini

L’AQUILA DI FRIEDRICH NIETZSCHE

RELIGIONE E POLITICA: IL CASO SULMONA

L’ITALIA FUORI È MIGLIORE DELL’ITALIA DENTRO

IL SENTIERO DELLA LIBERTÀ – con Goffredo Palmerini

LA RESISTENZA UMANITARIA IN ABRUZZO

LUCI E OMBRE NEI PLEBISCITI

UN UOMO GENIALE, VENANZIO DI BIASE

LAPEDOFILIA NELLA CHIESA

BERTRANDO E SILVIO SPAVENTA: TORNIAMO A BOMBA…

NOI FIGLI DI ABRAMO

55 ANNI FA IL CONCILIO VATICANO II

LA DONNA, IERI E OGGI

500 ANNI FA LA RIFORMA DI MARTIN LUTERO

NOVEMBRE 1943, L’ECCIDIO DI PIETRANSIERI

AMORE OLTRE LE BARRIERE

MEZZOGIORNO TRA IDENTITÀ E STORIA

CELESTINO E FRANCESCO

PREMIO POLIDORO 2017 A MARIA ROSARIA LA MORGIA

NATALE DI SANGUE 1943

EMANUELE FELICE E LA FELICITÀ

AUSCHWITZ, OGGI E IERI

GIORNATA DELLA MEMORIA: 27 GENNAIO 1945

FEBBRAIO, IL MESE DEI CONCORDATI TRA STATO E CHIESA

NOI SIAMO BRUZZESI DI MAURO TEDESCHINI

MARIA DI MARZIO – con Maria Rosaria La Morgia

PAPA FRANCESCO DAPADRE PIO

IL MISERERE DEL VENERDI’ SANTO

UNO CHEF: DOMENICO SANTACROCE

IL 5 MAGGIO RIAPRE UN TESORO ABRUZZESE

MATTARELLA E LA RESISTENZA UMANITARIA IN ABRUZZO

FAMIGLIA INCONTRA PARENTI EX PRIGIONIERO – con Mario Salzano

FONTE D’AMORE, LEZIONE DI UMANITA’ – con Mario Salzano

19 MAGGIO 1296, LA MORTE IN PRIGIONE DI CELESTINO V

UN ANNO A ROVERE (1943-1944)

RICORDANDO CAVOUR

IL “CASO” PASCAL D’ANGELO

CRISTO, UOMO DEL SUD

UNA SCRITTRICE ABRUZZESE: AIDA STOPPA

UNA NUOVA REALTÀ

DONNE NELLA RESISTENZA: ADA GOBETTI E IRIDE CAMPEROLI

PAPA FRANCESCO: LA CHIESA HA FALLITO

REDENZIONE. LA NUOVA WELTANSCHAUUNG

75° ANNIVERSARIO DELL’ARMISTIZIO

ELOGIO DEI POCHI

A SCUOLA, SEMPRE

QUESTA, L’AMERICA!

LA GRANDE GUERRA: STORIA E PERSONAGGI

M, IL FIGLIO DEL SECOLO, DI ANTONIO SCURATI

NATALE, LA STORIA

LA GRANDE GUERRA DI ARMANDO DIAZ

L’ABRUZZO TRADITO(RE) – con altri firmatari

FARE STORIA, RIFLESSIONI SU METODI E FORMAZIONE

ATTUALITÀ DELL’UTOPIA

LA LIBERAZIONE E LA RESISTENZA UMANITARIA

L’ITALIA, LA CORRUZIONE, LA CHIESA

LA STORIA AL MICROSCOPIO

UNA STORIA DEGLI UOMINI SCRITTA DA UOMINI

IN UN LIBRO LA VICENDA UMANA DI UN ANARCHICO

LE DIMISSIONI DI CELESTINO E BENEDETTO – con Goffredo Palmerini

I SIMBOLI DELLA LIBERTÀ – con Maria Rosaria La Morgia

GIORNATA DELLA MEMORIA, EBREI IN ABRUZZO

PANDEMIA E GLOBALIZZAZIONE

L’UMANITÀ ALLO SPECCHIO DEL CORONAVIRUS

25 APRILE: L’ALTRA FACCIA DELLA RESISTENZA

9 MAGGIO 1974, STORIA DI UN’EVASIONE

SULMONA, 27 AGOSTO 1943

AMOR SACRI, IL RIMOSSO DELL’OCCIDENTE

EVA E IL PECCATO ORIGINALE

L’ENIGMA BERGOGLIO DI MASSIMO FRANCO E FRATELLI TUTTI

LA LIBERAZIONE DELLA CHIESA – con Raffaele Garofalo e Pasquale Iannamorelli

LA GUERRA IN CASA 1943-1944

LA CONQUISTA DELLA LIBERTÀ

LA FRATELLANZA DI CRISTO

IL SENTIERO DELLA LIBERTÀ, EDIZIONE 2022 – con Maria Rosaria La Morgia

FREEDOM TRAIL, XX EDIZIONE – con Maria Rosaria La Morgia

NESSUNA COLPA uguale NESSUNA SCOMUNICA

L’APPELLO PERLA PACE COL PROGETTO DI IMMANUEL KANT

 




Commiato dell’Ambasciatore dell’India in Italia, Dr. Neena Malhotra – Roma, 28 febbraio 2024

Durante il ricevimento di commiato offerto in onore dell’Ambasciatore dell’India in Italia Dr. Neena Malhotra, il Senatore Giulio Terzi di Sant’Agata, Presidente del Gruppo Parlamentare di Amicizia “Italia – India”, ha offerto all’illustre ospite un volume sull’Ambasciata d’Italia in India pubblicato in occasione del 75° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e India.Curato dall’Ambasciatore Gaetano Cortese nell’ambito della prestigiosa Collana dell’Editore Carlo Colombo di Roma dedicata alla valorizzazione del patrimonio architettonico ed artistico delle rappresentanze diplomatiche italiane all’estero, il libro si apre con una prefazione dell’Ambasciatore d’Italia a New Dehli Vincenzo de Luca e con un indirizzo di saluto dell’Ambasciatore dell’India in Italia Dr.NeenaMalhotra.

L’autoreripercorre la storia della Residenza dell’Ambasciatore d’Italia in India e si sofferma soprattutto sulle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, ripercorrendo le visite di Stato ed ufficiali dei rispettivi Presidenti della Repubblica, dei Capi di Governo e dei Ministri degli Affari Esteri.
Corredato da immagini provenienti dall’archivio storico della Presidenza della Repubblica e dall’archivio fotografico dell’Agenzia ANSA, il volume raccoglie anche una serie di interventi di particolare rilevanza, a cominciare da quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciato alla XVI Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia, e il contributo del Professore Francesco Perfetti, Professore di Storia Contemporanea presso la LUISS Guido Carli di Roma intitolato “Alla scoperta dell’India e della sua civiltà: Tagore e Gandhi in Italia”.




PAOLO IL TENACE. Il TEC di Monterrey ha premiato il prof. Paolo De Francesco per i suoi 20 anni di intensissima attività di promozione della lingua e cultura italiana

di Generoso D’Agnese

Un punto di riferimento di assoluto prestigio per la cultura del nostro paese e un
protagonista instancabile nell’ideazione di proposte, eventi e manifestazioni made in Italy. Questo
ispira oggi il nome di Paolo De Francesco, arrivato in Messico a metà degli anni 80, all’età di 25
anni, facendo prima tappa a Città del Messico, poi a Aguas calientes (una città a nord della capitale)
e infine nell’industriale a Monterrey, relativamente vicina agli Stati Uniti. dal 2004 è entrato a
lavorare all’ "Instituto Tecnológico y de Estudios Superiores de Monterrey" (ITESM), conosciuto
da tutti i locali come Tecnológico de Monterrey" o più semplicemente "Tec de Monterrey",
un’istituzione universitaria fondata nel 1943 dall’imprenditore Eugenio Garza Sada e divenuta negli
anni un polo di eccellenza nel sistema accademico degli Stati Uniti del Messico.
“Sono entrato al Tec dopo una lunga formazione alla Dante Alighieri – spiega Paolo De
Francesco – e nel corso degli anni, attraversando anche momenti molto difficili, sono riuscito a
dedicare tempo ed entusiasmo alla promozione della cultura italiana agli studenti messicani.”
Il TEC, con le sue 31 sedi o campus sparsi sul territorio e 150 mila studenti iscritti nelle 60
carriere accademiche, è uno degli atenei privati più grandi dell’intera America latina ed è famoso
per essere un'istituzione universitaria con la migliore scuola di affari di tutto il Messico. E se
all’interno del TEC oggi l’Abruzzo è una terra conosciuta da molti alunni, il merito è solo del
professore di Atessa.
“Ho avuto la fortuna di preparare la conferenza “Abruzzo: terra di straodinaria bellezza” –
spiega ancora il docente abruzzese – e con questa iniziativa molti dei miei alunni hanno conosciuto
i nostri luoghi iconici, dal parco nazionale d'Abruzzo, al guerriero di Capestrano e al Museo
archeologico di Chieti, dalla costa dei Trabocchi allo straordinario castello di Roccacalascio (set
di vari film cinematografici), e ad alle altre città fra le quali la mia città natale Atessa”.
Paolo De Francesco nel 2004 iniziò il suo percorso di valorizzazione della cultura e della
lingua italiana con la presentazione del suo libro "101 proverbi della lingua italiana", cui fece
seguito nel 2005 la conferenza "Le 20 regioni italiane, un viaggio indimenticabile" per il
dipartimento di lingue moderne. Nominato nel 2007 coordinatore del Forum Internazionale di Arte
e Cultura di Monterrey, il docente ha fatto conoscere al pubblico cittadino il dott. Umberto Bile di
Napoli, il quale ha illustrato in conferenza il tema "Capodimonte: da Reggia a Museo". L’anno
seguente De Francesco ha coordinato la conferenza "Come fare affari con l'Italia" presentata nel
campus Monterrey dall'ing. Leonardo Accettura .
“Il 2010 è stato un anno molto importante perché ho potuto ideare il mio corso di cultura
aziendale italiana per gli studenti del Tec di Monterrey. Insieme al console italiano a Monterrey,
dott. Roberto Caruso nel 2011 abbiamo organizzato l’evento di consegna delle borse di studio
agli studenti vincitori per lo stage formativo in Italia. Nello stesso anno, nella biblioteca
dell’istituto , insieme ad altri colleghi, ho promosso la mostra pittorica "Tra maschere e
coriandoli" della pittrice Myriam Martínez”.
Le energie organizzative non sono mai venute mene al presidente della Dante Alighieri che
nello stesso 2011 ha organizzato la celebrazione dei "150 anni dell'Unità d'Italia" alla presenza delle
massime autorità universitarie. Per l’intensissima attività di promozione culturale sia De Francesco
come presidente) sia la dott. Rosalina Lozano (in qualità di direttrice) sono stati insigniti nel 2013 di
un riconoscimento da parte del TEC per le attività della Dante Alighieri, e nello stesso anno

l’infaticabile atessano ha promosso la conferenza "L'Italia: fra cultura, industria e gastronomia"
nella Fiera del Libro di Monterrey, gremita di pubblico.
“L’iniziativa che mi ha dato forse più soddisfazione è stata quella del Progetto di
Formazione Professionale per gli studenti del Tecnologico di Monterrey, realizzato in
collaborazione con le imprese Sacmi di Imola, Sangro Progetti di Atessa e System Group di
Fiorano Modenese. Gli ottimi risultati conseguiti con questa iniziativa mi hanno portato a essere
nominato al prestigioso Premio Eugenio Garza Sada nel 2014, 2015 e 2016”.
Una vita vissuta sempre nel nome della promozione culturale italiana, quella che Paolo De
Francesco ha messo in campo nella sua esperienza di italiano nel Mondo e che lo stesso Paolo ha
voluto riassumere in un libro dal titolo "La libertà di insegnare" pubblicato nel 2017 parallelamente
alla organizzazione dell’evento dedicato al Ballet "Ensamble Folklórico Mexicano", che sul palco
dell’università ha presentato una selezione di balli e canti della tradizione abruzzese, attraverso la
musica, il costume, e i balli italiani, grazie alla sapienza del coreografo e direttore del gruppo ,
David Garcia, che negli anni ’90 aveva collaborato con De Francesco agli scambi culturali.
Impegnato giorno dopo giorno nelle lezioni di lingua e cultura italiana ad alunni che
studiano ingegneria, architettura, medicina, legge, economia e commercio, letteratura, disegno,
moda, musica, canto, gastronomia e che vanno in Italia per frequentare i corsi universitari al
Politecnico di Milano e Torino, al Sacro Cuore di Milano, al Lorenzo de Medici di Firenze, alle
università di Bologna ,Venezia , Napoli e ad altre istituzioni accademiche, il presidente della Dante
Alighieri è stato premiato nel campus del TEC di Monterrey da parte del Direttore regionale del
dipartimento di lingue Nico Wiersema e dalla direttrice amministrativa del centro lingue, Alejandra
Ugarte per i suoi 20 anni di insegnamento




EDITORIA. LA VOCE DEL VAJONT RISUONA A LONDRA

 

LONDRA – Il disastro del Vajont trova eco nel Regno Unito. Mercoledì scorso, 28 febbraio, il fisico dell’atmosfera Andrea Di Antonio, dottore di ricerca all’Università di Cambridge ma originario di Teramo, è stato ospite su London ONE Radio, la sola radio nazionale ufficiale italiana nel Regno Unito.

Durante l’intervista, Andrea ha presentato il suo libro “La notte più buia della valle”, che offre un’analisi approfondita dei processi decisionali dietro al tragico evento del 9 ottobre 1963, causando la perdita di 1.910 vite umane. Quest’opera, pubblicata in occasione del sessantesimo anniversario del disastro, è stata già presentata alla Camera dei Deputati e a Longarone, il paese coinvolto dall’esondazione.

Nel corso del programma, Andrea ha anche lanciato il suo nuovo podcast, “Voce del Vajont”, un format che coinvolge superstiti, sopravvissuti ed esperti del settore in episodi dedicati a mantenere viva la memoria del disastro.

Entusiasta della possibilità di ricordare il disastro del Vajont su un canale radiofonico che raggiunge numerosi connazionali nel Regno Unito, Andrea ha dichiarato: “Comprendere i processi decisionali che hanno portato al disastro, soprattutto in relazione alla realizzazione di opere di grande impatto ambientale, è di fondamentale importanza per preservare sia i territori che i loro abitanti nel presente e nel futuro.”




Proiezione del film-documentario “Wartime Notes” di Barbara Cupisti  in occasione del secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina

 
VIENNA – In occasione del secondo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, la Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’OSCE, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Vienna, ha organizzato la proiezione del film-documentario “Wartime Notes” di Barbara Cupisti, prodotto da Clipper Media con Rai Cinema.
 
Il film racconta la resistenza non armata in Ucraina seguendo i percorsi e le scelte di alcune figure particolarmente rappresentative che cercano di “trovare un significato alla futilità della guerra scoprendo la forza e il coraggio delle donne e degli uomini ucraini”. Tra i protagonisti del film figura anche Oleksandra MatviichukPremio Nobel per la Pace 2022.
 
Numerosi sono i riconoscimenti che il film ha ricevuto a livello internazionale. È stato presentato al 52° Molodist Kyiv Film Festival, al 9° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo di Milano e alla 44ª edizione del Festival del Cinema e delle Donne di Firenze“Wartime Notes” ha vinto il premio come miglior film straniero al Bir Duino Film Festival in Kirghizistan.
 
Il film è disponibile sulla piattaforma RaiPlay: https://www.raiplay.it/programmi/wartimenotes
 

Loughborough (Regno Unito). Lutto Chiavetta-Serafini: E’ scomparsa la giuliese Elena Chiavetta

É deceduta Elena Chiavetta (sposata Sepede), nata a Giulianova, che ha lasciato la cittadina adriatica da piccola con i genitori Emidio Chiavetta e Lea Serafini per recarsi a Loughborough in Inghilterra. Elena aveva 64 anni ed era impiegata presso la Loughborough University. Lascia tre figli ed una nipote. Alla famiglia Chiavetta – Serafini e all’amico Dom Serafini le condoglianze della nostra redazione.

giulianovanews.it



Associazione Amerigo, l’abruzzese Ernesto Di Giovanni nominato Vice Presidente Vicario

 

  

L’abruzzese Ernesto Di Giovanni, nativo di Tortoreto (Teramo), è il nuovo Vice Presidente Vicario di Amerigo, l’associazione che riunisce gli alumni italiani dei programmi internazionali di scambio culturale del Dipartimento di Stato americano, tra i quali Fulbright, International Visitor Leadership Program, Eisenhower Fellows ed altri. Lo ha eletto l’Assemblea dei Soci riunitasi a Roma il 23 gennaio assieme al nuovo Presidente dell’Associazione, l’imprenditore napoletano Edoardo Imperiale.

 

L’Associazione, fondata nel 2007 è da sempre impegnata nella promozione dei rapporti transatlantici attraverso progetti realizzati in collaborazione con la Missione diplomatica degli Stati Uniti in Italia, come il Premio giornalistico Amerigo ed il Premio Letterario delle Quattro Libertà, oltre promuovere numerose iniziative con partner italiani ed americani di grande prestigio.

 

Nelle linee programmatiche della nuova governance trovano ampio spazio una riflessione sui seguenti temi elezioni presidenziali americane del 2024, Geopolitica, Sostenibilità e cambiamento climatico, Intelligenza artificiale.

 

Ernesto Di Giovanni, esperto di relazioni istituzionali e internazionali e Partner di UTOPIA, negli ultimi anni ha ricoperto all’interno della prestigiosa associazione il ruolo di Responsabile del Chapter di Roma e del Centro Italia dove risiede anche la missione diplomatica USA in Italia e ha contribuito alla nascita, come co-fondatore, del Transatlantic Invetment Committee.

 

L’Associazione Amerigo riunisce alumni italiani dei programmi di scambi internazionali promossi dal Dipartimento di Stato americano. Tra questi, in particolare, Fulbright ed International Visitor Leadership Program, che da oltre sessant’anni offre a figure emergenti nel campo della politica, della società, dei media, dell’economia di tutto il mondo, l’opportunità di approfondire la conoscenza della realtà statunitense attraverso visite e scambi professionali. In Italia gli alumni dei programmi di scambio internazionale degli Stati Uniti sono circa 1.500, tra i quali ex Capi di Stato e di Governo e numerose personalità del mondo economico e sociale, dell’università e della ricerca e del giornalismo. 




Racioppo, arte e moda abruzzese a Sanremo e Parigi

Nel mondo della moda ci sono figure che vanno oltre il semplice design di abiti e diventano veri e propri ambasciatori di stile e cultura. Uno di questi visionari è Simone Racioppo, talentuoso creatore di alta moda che ha fatto dell’Abruzzo il cuore della sua arte.

Nel mese di luglio 2024 Racioppo esporrà a Parigi, nel cuore di Montmartre, la sua creazione ideata e realizzata in prezioso abito gioiello chiamato Il Sogno (“Le Reve”). L’annuncio è stato dato sabato 20 gennaio dallo stilista in occasione dell’inaugurazione del suo nuovo atelier e show room a Francavilla (Ch).

Da docente presso lAccademia di Comunicazione e Spettacolo di Stefano Jurgens a Romanella sua lunga carriera iniziata nel 2001 ha creato abiti per molti personaggi come, ad esempio, Laura Pausini e Morgan oltre ad essere stato supporter creativo per il Volo, Fiorella Mannoia, Gigi D’Alessio, Loredana Bertè ed Emma in Abruzzo nel 2014. Attualmente è amministratore della società Manifatture Lusso, leader nella realizzazione e progettazione stilistica per brand internazionali quali ad esempio Alexander McQueen.

Il nuovo atelier non è uno solo uno spazio per le creazioni di couture, ma anche un luogo che celebra la storia e la bellezza della sua comunità abruzzese.

La decisione di stabilirlo nella sua terra natia non è casuale: riflette la profonda connessione con le sue radici che lo hanno sempre ispirato dove la tradizione si fonde con l’avanguardia in omaggio alle tecniche artigianali locali reinterpretate in chiave moderna. Ma il suo impegno va oltre, l’atelier vuole essere anche un punto di riferimento per chi sogna di intraprendere una carriera nel mondo della moda, ispirando una nuova generazione di creativi.

Il prossimo impegno di Racioppo è alle porte con il Festival di Sanremo, dove vestirà Clio Make Up, influencer di successo: sei metri di seta e ricami in pizzo in uno splendido abito di alta moda per la sezione Oltre il Festival.




NICOLA RANALLI È DECEDUTO OGGI AD HOBART, IN AUSTRALIA, ERA NATO NEL 1930 A COLLELONGO

22 dicembre 2023

 

 

Tra i fondatori dell’Associazione Abruzzese, promosse il gemellaggio della capitale della Tasmaniacon L’Aquila

 

di Goffredo Palmerini

L’AQUILA – Nicola Ranalli è deceduto oggi ad Hobart, in Australia, dopo un breve ricovero in ospedale. Era nato il 7 novembre 1930 a Collelongo (L’Aquila), dove era tornato l’ultima volta nel 2019, prima della pandemia. Persona di rara sensibilità e gentilezza, era stato duramente provato dalla scomparsa di un figlio e della moglie Giovanna.Ad Hobart lascia la figlia Dora e una schiera di nipoti. L’Abruzzo perde una delle figure più appassionate e propositive della comunità regionale che vive nel continente oceanico. Storico esponente dell’associazionismo italiano in Australia, Nicola Ranalliè stato il fondatore dell’Associazione Abruzzese di Hobart, fortemente impegnato a tessere rapporti tra l’Abruzzo e la Tasmania. L’Associazione degli Abruzzesi in Tasmania nacque infatti nel 1987, fondata dalui e da Umberto Tucceri, che ne fu primo presidente. Il sodalizio si consolidò rapidamente, guadagnandosi negli anni sempre più credito e prestigio presso le istituzioni della Tasmania. Per 21 anni Nicola Ranalli ne è stato poi accorto presidente, fino al 2012, quando lasciata la presidenza gli è subentrata Angela D’Ettorre ed attualmente Tony De Cesare.

 

Alla sua iniziativa, quando era alla guida dell’Associazione, ma anche dopo con i suoi stimoli verso i presidenti che gli sono succeduti, si devono le numerose iniziative sociali e culturali messe in campo nella capitale tasmana. Come certamente al suo impulso si deve il rapporto di gemellaggio tra la città di Hobart e L’Aquila, i cui prodromi furono stipulatinel 1996 nella città capoluogo d’Abruzzo con un protocollo di amicizia tra il sindaco di Hobart, John Freeman, e per la Municipalità aquilana chi scrive, allora vicesindaco dell’Aquila. L’anno successivo il sindaco Antonio Centi, con una delegazione della Municipalità, si recò in visita ad Hobartper sottoscrivere con il sindaco Freemanil Patto di gemellaggio tra le due città.

 

ARanalli si deve anche il merito d’aver promosso l’avvio del rapporto di collaborazione tra lo Stato di Tasmania – uno dei sei della federazione dell’Australia – con la Regione Abruzzo, che purtroppo s’interruppe nella sua definizione,nel 2009, a causa dell’emergenza seguita al terremoto dell’Aquila. Ma Ranallinon si è maiperso d’animo nel sottolinearne le forti motivazioni di comune interesse, specie nel campo della conservazione della natura e dei Parchi che l’Abruzzo e la Tasmania hanno, accomunati dall’ingente patrimonio naturalistico ambientale protetto e da altri campi d’affinità su cui lavorare: particolarmente riguardo alla lingua e alla cultura italiana e alla possibile collaborazione scientifica tra l’Università della Tasmania e le Università abruzzesi.

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La città diHobart ha peraltro sempre coltivato il rapporto di gemellaggio, molto interessata a consolidare la partnership con la città capoluogo d’Abruzzo. Nel 2017, in occasione del ventennale del Patto di gemellaggio, una significativa delegazione della Municipalità di Hobart, guidata dall’allora sindaco Sue Hickey fece visita al Comune dell’Aquila, incontrando gli amministratori e il sindaco Massimo Cialente.Altrettanto interesse ha sempre mostrato lo Stato della Tasmania. Numerosa e molto attiva è la comunità italiana in Tasmania, particolarmente nella capitale. Significativa è la presenza abruzzese, che ha saputo conquistare un ruolo di rilievo nella vita sociale della capitale, assai apprezzato dalle autorità della città.

 

L’opera degli Abruzzesi, come quella di tutti i connazionali, ha fortemente contribuito alla crescita della Tasmania, e di tutta l’Australia, Stato federale dove la comunità italiana è ormai seconda in numero solo alla comunità anglosassone. La stima verso gli Abruzzesi trova dunque nel gemellaggio tra la capitale della Tasmania e la “capitale” dell’Abruzzo un significato che va oltre la già forte relazione tra le due città. E’ sperabile che gli auspici di collaborazione tra l’Abruzzo e lo Stato tasmano possano presto trovare occasione di una ripresa e una più concreta realizzazione.Si dà il caso, infatti, che Abruzzo e Tasmania abbiano alcune analogie. Una, tra tutte, il fatto che la Tasmania è uno Stato a diffusa protezione ambientale, con flora e fauna molto specifiche. D’altro canto l’Abruzzo è essa stessa una regione con oltre un terzo del proprio territorio protetto, definita regione verde d’Europa, la quale vanta tre Parchi nazionali (Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio Molise, Parco del Gran Sasso Monti della Laga, Parco della Maiella), uno regionale (Parco del Velino Sirente) e diverse aree ed oasi protette, che ne coprono quasi il 35% del territorio.

Molto solido, si diceva, il rapporto di gemellaggio tra Hobarte L’Aquila, quantunque la distanza renda difficile una regolarità di relazioni, ma che tuttavia si è alimentata periodicamente con iniziative culturali anche di rilievo. Anche chi scrive ebbe il privilegio,nel 2005, in rappresentanza della Municipalità aquilana, di guidare una missione culturale in Australia – Sydney, Canberra, Melbourne e Hobart – dell’Associazione Musica per la Pace, presieduta da Giuseppe Leuzzi, con il Coro “Cappella Ars Musicalis” diretto dal Maestro Josè Maria Sciutto. Memorabile, tra gli altri, il concerto che il Coro tenne nello splendido auditorium civico di Hobart, che riempì d’orgoglio Nicola Ranalli, perfetto anfitrione nella città capitale tasmana e presso l’amministrazione civica guidata dal sindaco Rob Valentine. Incantevole città, circa 240mila abitanti, esposta su una splendida baia ai piedi del monte Wellington nella parte meridionale dell’isola, Hobartvanta incantevoli architetture nelle tipiche costruzioni in stile vittoriano a tinte color pastello. Importante il suo porto naturale. Dopo Sydney, cui la lega una storica regata, Hobart è la più antica città dell’Australia.