USA. Caro Direttore, avrai letto la notizia:un calciatore e’ stato squalificato

per dieci giornate  per avere  chiamato negro un avversario sul campo.Ho letto diverse

volte forti polemiche sull’uso della parola negro per indicare un africano o un afroamericano. Ebbene non si capisce dove hanno letto che e’ un insulto razzista chiamare un africano negro. Va ricordato,intanto,che la parola negro
ha origine latine: niger (black). Martin Luther King nel suo indimenticabile discorso I have a dream del 1963 (ero presente a Washington) disse spesso
la parola negro.Non dimentichiamo poi che negli Stati Uniti esiste da moltissimi anni lo United Negro College Fund e il Journal of Negro Education.
Anche qui da tanti anni va avanti la Negro League di baseball.
In Italia qualche volta prendiamo cantonate soltanto perche’ qualcuno,per motivi personali o forse anche politici si impunta su una cosa di poco
valore.
Benny Manocchia



Il restauro della Resurrezione di Piero della Francesca si presenta a Washington e New York

 

 

Comune di Sansepolcro – Museo Civico

Opificio delle Pietre Dure – Firenze

Washington DC, 16 marzo 2015, Ambasciata d’Italia

New York, 18 marzo 2015, Istituto Italiano di Cultura

Cecilia Frosinini, direttore del Settore Restauro dipinti murali dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, terrà una conferenza su Piero della Francesca il prossimo 16 di marzo presso l’Ambasciata italiana a Washington D.C. Il tema della conferenza è la distinzione, al fine di una fondamentale e completa comprensione dell’arte di Piero, fra il significato di “disegno come progetto” e “disegno come espressione grafica” nella sua pratica pittorica.

Le due parole (in inglese “design” e “drawing”) sono spesso usate come sinonimi e, soprattutto in italiano, il più delle volte riassunti nel concetto unico di “disegno”. Eppure, i significati dei due termini sono differenti e questa distinzione concettuale era perfettamente nota a Piero e ai suoi contemporanei. Nell’opera di Piero si è spesso sottolineato come il disegno potesse essere una riproduzione meccanica, testimoniato anche dall’ampio uso di spolvero nei suoi dipinti murali, anche se nessuno dei suoi cartoni è sopravvissuto fino al nostro tempo.

Ricerche più recenti condotte dall’Opificio delle Pietre Dure hanno fornito evidenze per una più approfondita fase di pianificazione della tecnica artistica di Piero della Francesca. Una progettazione così meticolosa delle sue composizioni, al punto di renderlo quasi ossessivo nell’uso dei cartoni, accuratamente progettati e anche riutilizzati, anche attraverso scalature geometriche. Piero non utilizzava quindi  i cartoni per economizzare il tempo di realizzazione delle sue opere, ma come mezzo di controllo dello spazio pittorico e per l’inserimento degli elementi figurativi in esso.

La conferenza di Washington illustrerà molti esempi dei risultati di questa ricerca, dalle pitture murali alle opere su tavola. I dati sono stati raccolti con l’ausilio di attrezzature scientifiche avanzate e sono, altresì, contestualizzati in una cornice storico-artistica più ampia e circostanziata.

New York, il 18 di marzo, presso l’Istituto Italiano di Cultura, l’assessore alla Cultura del Comune di Sansepolcro, Chiara Andreini, e in collaborazione con Toscana Promozione,  assieme a Cecilia Frosinini presenteranno ancora il progetto del restauro della Resurrezione di Piero della Francesca. L’operazione newyorchese nasce nell’ambito delle attività di promozione della Regione Toscana, che ha trovato nel restauro in essere della Resurrezione di Piero un evento di sicuro rilievo per il lancio, anche su piano internazionale del progetto: “Una Toscana sempre nuova da scoprire nell’anno dell’Expo”. Di questo progetto, il restauro della Resurrezione, è parte sostanziale.

L’appuntamento di New York vede anche la volontà, da parte del Comune diSansepolcro, del suo Museo Civico e delle Istituzioni regionali, di promuovere oltreoceano l’esperienza più vera e profonda che si può vivere a Sansepolcro sulle tracce di Piero.

La città dove Piero della Francesca è nato, ha vissuto, e dove ha concluso la sua vita è, ancora oggi, un gioiello fra i borghi della Toscana più bella e antica, qui si respira quell’atmosfera che fu parte sostanziale della vita di Piero della Francesca. Proprio qui si possono calpestare ancora le strade che Piero stesso ha percorso e penetrare quell’aria di cultura e d’arte che resero grande fra i grandi il borghigiano d’eccellenza, pittore e matematico fra i più importanti della sua epoca e di tutta la storia.

Sansepolcro è una cittadina viva e attiva, i suoi palazzi offrono una visione di architetture, dal passato al presente, che ben compenetrano la storia e la contemporaneità. E’ un luogo dove il turista, attento e raffinato, può trovare la bellezza, la cultura e il piacere di vivere un’esperienza unica che resta nel tempo.

Il Museo Civico di Sansepolcro, da sempre meta turistica del viaggiatore colto offre tesori di inestimabile valore, dalla Resurrezione di Piero, oggi in restauro, ma straordinariamente visibile anche in questo periodo, al Polittico della Madonna della Misericordia, al San GiulianoPiero della Francesca è qui. E qui si incontrano anche le opere di Andrea della Robbia, del Pontormo, di Santi di Tito, di Raffaelino del Colle, e di molti altri artisti del passato che hanno lavorato nel segno di Piero e contribuito alla cultura e alla bellezza della Val Tiberina.

 




AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA IL “DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DELLE MIGRAZIONI ITALIANE NEL MONDO”

12 marzo 2015

 

 

 

 

ROMA – Una copia speciale del “Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo” è stata consegnata nei giorni scorsi al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, tramite il suo Ufficio di Segreteria, da Tiziana Grassi,  ideatrice dell’opera e direttrice del progetto editoriale. La Grassi ha sottolineato che “il Dizionario intende sistematizzare, ricordare e vivificare il grande contributo che tra Otto e Novecento hanno dato 27 milioni di italiani alla crescita del Paese di origine e di destinazione, e che oggi si riverberano in 80 milioni di oriundi. Un’altra Italia che ha segnato indelebilmente una pagina fondativa della nostra storia e a cui dovremmo rivolgere una più consapevole e propulsiva attenzione perché è una pagina che deve essere maggiormente conosciuta, soprattutto tra le giovani generazioni, dentro e fuori i confini nazionali. E’ per questo che ho voluto che il nostro Capo dello Stato ricevesse il Dizionario che focalizza l’attenzione sull’universo migratorio degli italiani nel mondo – anche sui tanti giovani italiani che tornano ad emigrare dall’Italia -, e quindi sui nostri valori identitari, sul coraggio, l’orgoglio, i sogni, le conquiste di milioni di connazionali.”

 

“Mi ha molto colpito, infatti, nel suo discorso d’insediamento, il pensiero affettuoso che il Presidente Mattarella ha rivolto alle comunità italiane nel mondo. Un’attenzione che, unita al suo richiamo all’unità del Paese, fa finalmente sperare in un consolidamento dei legami tra le cosiddette ‘due Italie’, facendo subito identificare Mattarella come il Presidente di tutti, al di là di ogni distanza geografica. Il mio augurio, così come quello del mondo dell’associazionismo degli italiani residenti all’estero che instancabilmente si occupa delle loro numerose istanze, così come dei ponti da creare con gli oriundi – osserva inoltre la Grassi, studiosa di migrazioni – è che in questo settennato il Capo dello Stato, da persona attenta qual è ai problemi reali degli italiani che si trovano in grave difficoltà a causa della crisi e della mancanza di lavoro, auspicando il profilo di una società inclusiva, integrata e solidale, voglia valorizzare il patrimonio costituito da milioni di italiani nel mondo, una risorsa che in passato si è spesso trascurata per una certa miopia di ‘sguardo’, e che invece merita di essere sostenuta per tutta la valenza culturale, economica e sociale che costituisce. Un degno riconoscimento e un’attenzione da molto tempo attesi da chi, anche da lontano, sente forti le proprie radici, i legami e il senso di appartenenza all’Italia.”

 

Il “Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo” è stato consegnato da Tiziana Grassi insieme ad uno dei 168 autori, Angelo Giovanni Capoccia, esperto in internazionalizzazione del Sistema Paese, una prospettiva di sviluppo socio-economico che l’Italia oggi attraversa nelle complesse dinamiche globali della contemporaneità. L’iniziativa editoriale del Dizionario, che ha coinvolto tanti esperti e studiosi nella stesura del ponderoso volume (1500 pagine con 700 lemmi, 17 appendici monotematiche, 160 box di approfondimento, 500 illustrazioni a colori e in bianco e nero) pubblicato nel 2014 dalla SER ItaliAteneo con la collaborazione della Fondazione Migrantes, vede la Direzione editoriale di Enzo Caffarelli e il Coordinamento scientifico di Delfina Licata, con Prefazione di Mario Morcellini, direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza Università di Roma.

 

Il Dizionario ha un’impostazione di servizio divulgativa e scientifica, particolarmente rivolta a scuole, giovani, amministratori pubblici e operatori culturali. La monumentale opera, cui anche chi scrive ha avuto il privilegio di collaborare come autore e membro del Comitato scientifico, è aperta dall’Introduzione del Cardinale Francesco Montenegro, presidente della Fondazione Migrantes, su diritti umani e sul ruolo della Chiesa cattolica nell’assistenza ai migranti di ieri e di oggi, e reca in apertura il Saluto a tutti gli italiani all’estero dell’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha definito il Dizionario ‘una vera e propria summa’ dell’emigrazione italiana, evidenziando quanto non sia possibile ignorare “il decisivo contributo che milioni di emigranti hanno assicurato allo sviluppo dell’Italia e al suo prestigio nel mondo. Ovunque l’emigrazione italiana ha saputo distinguersi per i valori di cui è stata portatrice. (…). Oggi, le nostre collettività all’estero concorrono ancora in maniera essenziale al consolidamento delle relazioni politiche ed economiche tra i Paesi di residenza e la madrepatria, alla diffusione della lingua e della cultura italiana e al rafforzamento dell’immagine del nostro Paese”.

 

Goffredo Palmerini

 

 

INFO:

dizionarioitalianinelmondo@gmail.com

www.editriceromana.com

 

 

 




USA. Caro Direttore, spesso ci capita di leggere,con stupore a dir poco,alcuni

 

fatti che succedono in Italia:il cieco che gioca a pallone.l’infermo che
fa spese nel market e cose cosi’.Bene,lascia che dica a te e ai nostri lettori che cosa hanno scoperto in America.
Come sai la Social Security e’ l’equivalente della nostra Previdenza Sociale. In questa nazione c’e’ una lista di assistiti per nome ed eta’ che raggiunge il
numero di 6.5 milioni con una eta’ che va oltre i 112 anni.E’ chiaro che si
tratta di elementi registrati nel passato e non sono mai stati rimossi.
Ebbene,e’ stato stabilito che nel mondo intero oggi vivono 35 uomini e donne di 112 anni e anche piu’. Ma lo sappiamo,l’America ha un cuore grosso cosi:’
quindi non le dispiace pagare il netto mensile della Social Security:  nel periodo 2006 – 2011 ben 20 mila ultra 112 enni hanno ricevuto (cosi’ dice l’ufficio della PS statunitense) regolare assegno della Social Security
Il costo? Ben 3 miliardi di dollari.
In una inchiesta svolta nel settembre del 2014 e’ risultato
che 266 persone hanno dichiarato di essere nate prima del 16 giugno
1901.  Come vedi,non soltanto gli italiani sanno come cacciare soldi dalla previdenza sociale.L’intero sistema (mi ha detto sottovoce un impiegato della Social Security) e’ proprio in un terremoto che nessuno potra’ frenare.
Cerchero di presentare una mia domanda quando compiro’ 112 anni…
Benny Manocchia



Giulianova. “Africa, io faccio la mia parte”, evento di beneficenza al Grand Hotel Don Juan di Giulianova

spettacolo di artisti africani e del comico Marko Ferrari e un collegamento in diretta con il Senegal

 

“Africa, Io faccio la mia parte” evento di beneficenza al Don Juan di Giulianova

 

Organizzato dal circolo culturale Colibrì per finanziare la spedizioni di un container di aiuti umanitari in Senegal

Ambra Di Pietro in Africa
Ambra Di Pietro in Africa

 

 

GIULIANOVA- Venerdì 13 marzo, al Gran Hotel Don Juan di Giulianova, si terrà un evento di beneficenza dal titolo “Africa, io faccio la mia parte”, organizzato da Ambra Di Pietro del Circolo Culturale Colibrì. L’Aperitivo cenato è a sostegno del progetto “Io faccio la mia parte”, che prevede il finanziamento della spedizione di un container con aiuti umanitari per il villaggio di Sindia in Senegal. Nel corso della serata si esibiranno artisti e musicisti africani e ci sarà lo spettacolo del comico teramano Marko Ferrari. Ci sarà inoltre un collegamento in diretta con l’Africa ed il villaggio di Sindia. La serata verrà presentata dalla giornalista Azzurra Marcozzi.

 

“Io faccio la mia parte”: Il progetto

 

Il progetto, oltre ad essere l’ispirazione di ogni attività del circolo, ha predisposto la raccolta di materiale scolastico, sanitario, giochi ed abiti per aiutare la scuola e la popolazione di Sindia, un villaggio in Senegal. Questa piccola realtà africana è composta da circa 800 abitanti, a 70 Km da Dakar. Il loro fabbisogno è soddisfatto da piccoli appezzamenti dove si coltiva il miglio e dal pascolo che portano avanti i pastori “Pehul”, distinguibili per i loro volti colorati da estratti ed essenze di fiori.

 

<La nostra associazione è nata a giugno proprio in seguito ai numerosi viaggi nel villaggio di Sindia- continua Ambra– l’essere venuti a contatto con una realtà così drammatica, ci ha spinto da aiutare e sostenere queste popolazioni, in particolare i bambini del villaggio, che vivono in condizioni igienico sanitarie precarie e privi di qualsiasi scolarizzazione. In occasione di una di queste visite, sono stata nominata madrina della scuola ed allora ho deciso che dovevo fare di più>.

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Infatti mercoledì 4 febbraio è stato caricato a Giulianova, per poi partire per il Senegal dal porto di Ancona, un container con tutto il materiale raccolto in questi mesi dal circolo “Colibrì” e tra qualche giorno partirà anche Ambra Di Pietro per poter consegnare di persona alla popolazione gli aiuti umanitari. In Senegal il villaggio di Sindia si già sta movimentano per accogliere Ambra, organizzando una cerimonia ufficiale ed un gemellaggio tra associazioni.

 

 




Pescara. Un rosario di chiavi. Una storia di emigrazione abruzzese.

 
Pescara, 15 marzo ore 17, presso Auditorium del Museo Genti d’Abruzzo
 
 
PESCARA – L’Associazione Culturale “ Tutti pazzi per Corvara ”, associazione senza scopo di lucro con attività rivolta a tutelare e valorizzare l’identità storica, culturale, artistica, architettonica, archeologica e paesaggistica-ambientale del territorio di Corvara, in provincia di Pescara, organizza domenica 15 marzo 2015 a partire dalle ore 17:00 presso l’Auditorium “L. Petruzzi” (annesso al Museo dello Genti d’Abruzzo) l’evento: ”Un rosario di chiavi. Una storia di emigrazione abruzzese”.
 
Corvara, come molti paesi dell’Abruzzo, ha subito a partire dai primi anni del secolo scorso un forte abbandono; gli abitanti si sono trasferiti in altre regioni italiane, in diversi paesi europei (Francia, Svizzera, Germania, Belgio, Gran Bretagna), nell’America anglosassone (Canada, Stati Uniti) e latina (Argentina, Venezuela, Brasile) e in Australia.
L’evento organizzato in compartecipazione con l’Assessorato “EMIGRANTI E TRADIZIONI” della Regione Abruzzo, con la RAI ABRUZZO, il Servizio RAI Teche e con il Museo delle Genti d’Abruzzo, è finalizzato alla proiezione del video/documentario “Un rosario di chiavi” del regista Rolando D’Alonzo, sul tema dell’emigrazione abruzzese e prodotto per la Terza rete RAI.
 
Il video/documentario, ritrovato grazie alle ricerche dell’associazione culturale “Tutti pazzi per Corvara” e alla preziosa collaborazione del Servizio RAI Teche, è stato girato interamente nel borgo di Corvara durante la primavera del 1981 e rappresenta, con uno struggente racconto, la miseria del tempo e l’abbandono di un borgo nella ricerca di una vita migliore in luoghi lontani.  Ad una anziana donna venivano affidate le chiavi di casa da coloro che partivano. Era suo il compito di custodirle in attesa, molte volte vana, del ritorno degli emigrati. Con gli anni e con i continui allontanamenti il numero delle chiavi aumentavano sino a formare un “rosario”.  In realtà non è un video né un documentario, ma “pura poesia”.
 
Interverranno, l’Assessore “Emigranti e Tradizioni” della Regione Abruzzo e Presidente del CRAM (Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo) dott. Donato Di Matteo, il Presidente Regionale di A.N.F.E. (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati) dott. Goffredo Palmerini, il Sindaco di Corvara Guido Di Persio Marganella, alcuni Rappresentanti della RAI Abruzzo e del Servizio RAI Teche, il Direttore del Museo delle Genti d’Abruzzo dott. Ermanno De Pompeis e il Presidente dell’associazione A.S.T.R.A, il regista del video/ documentario “Un rosario di chiavi” Rolando D’Alonzo, l’antropologa e già scenografa e aiuto regista del video/documentario dott.ssa Adriana Gandolfi, il Presidente dell’Istituto Internazionale del Teatro del Mediterraneo dott. Leandro Di Donato e il Presidente dell’associazione culturale “Tutti pazzi per Corvara”, l’arch. Anna Pia Urbano Modererà gli interventi la giornalista dott.ssa Maria Rosaria La Morgia.
 
La proiezione verrà preceduta dalla lettura della poesia “Il lamento di Corvara” scritta nel 1974 da Mariani Emidio (soldato e partigiano, nato a Corvara nel 1910).  Al termine della proiezione, il gruppo musicale “Il Passagallo” metterà in scena lo spettacolo “Bagagli a mano. Canzoni e racconti dell’emigrazione italiana“.  In scena ci saranno Carlo Di Silvestre (chitarre, colascione e voce), Graziella Guardiani (canto, flauti), Guerino Marchegiani (fisarmonica, organetto, voce), Antonella Ciaccia (voce narrante) che, attraverso le canzoni, le testimonianze dirette, i fogli di giornale e le pagine di letteratura, racconteranno una parte importante della nostra identità nazionale disseminata nel mondo. Uno spettacolo per dare memoria al  presente, per un futuro che accolga tutte le rotte.



L’AQUILA – CRONACA – ASPETTANDO L’ADUNATA

 

“Alpini abruzzesi all’estero, arrivi anticipati a sostegno del presidente della Sezione A.N.A. Abruzzi Giovanni Natale, uomo simbolo di coraggio e volontà”

 ALP. ARGENTINA.- 1 ALP.BELGIO.- 1

Sono in arrivo gli alpini abruzzesi da Bruxselles, Buenos Aires, Toronto, San Paolo, Melbourne e Zurigo, non solo per sfilare, ma per essere al fianco del presidente della Sezione ANA Abruzzi Giovanni Natale, per aiutarlo in ogni sua esigenza, ad accogliere le penne nere che arriveranno da ogni dove. Gli alpini all’estero, sono decisi ad arrivare alcuni giorni prima a L’Aquila per dare il massimo sostegno a ogni attività organizzativa per rendere la città maggiormente accogliente nei giorni dell’Adunata. Il Delegato degli alpini abruzzesi emigranti Sergio Paolo Sciullo della Rocca Decorato Medaglia d’Oro Mauriziana della Repubblica Italiana, ha precisato che non ci sarà nessuna ingerenza nei vari settori organizzativi, ma il massimo della disponibilità a sostegno del presidente Natale da parte di noi tutti, considerato “il presidente coraggio e volontà” per avere lottato anni e speso ogni sua energia per portare l’Adunata Nazionale degli Alpini a L’Aquila, centro storico dell’alpinità abruzzese. Nella sua esposizione il Delegato ha commentato che candidare oggi una città mutilata per agibilità, viabilità e servizi limitati, non è stata una impresa facile, lo sforzo organizzativo in atto è molto impegnativo è necessita della collaborazione da parte di tutti per limitare i disagi e rendere accessibile e vivibile non solo il centro di L’Aquila, ma tutta la Provincia. L’impegno comune tende anche ad essere un atto d’amore e di vicinanza alla popolazione locale ancora in difficoltà a seguito dei danni causati dal terremoto del 2009. I primi che arriveranno sono gli alpini del Brasile con a capo il Presidente della Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Brasile Franco Marchetti originario di L’Aquila che da San Paolo, porterà anche il cappello alpino del padre che fu combattente nelle file del Battaglione L’Aquila nella Campagna di guerra in Albania e Grecia, congiuntamente al padre del coordinatore Giuseppe Del Zoppo punto di riferimento per gli alpini emigranti a L’Aquila, presso il Centro Arte Cialente al Globo, il quale ha rappresentato che numerose sono le telefonate giunte in questi giorni, ma le più pressanti, sono quelle degli alpini del Brasile, dell’Australia e del Belgio che con fermezza vogliono collaborare fattivamente nel settore informativo mettendo a disposizione la loro conoscenza linguistica, mentre gli alpini di Bruxelles chiedono spazio per ricordare gli alpini abruzzesi minatori morti nelle miniere di Marcinelle. L’impegno comune, è quello di intervenire a sostegno anche delle piccole esigenze cercando di alleviare per quanto possibile le preoccupazioni organizzative del presidente della Sezione A.N.A Abruzzi che in questa occasione merita la più ampia collaborazione da parte di tutti, al fine di favorire ogni migliore sinergia per la riuscita di questa adunata che resterà unica nella storia alpina abruzzese.




USA. Perche’ l’Italia soltanto diventa il porto di sbarco di tanta povera gente?

Caro Direttore,se da una parte,noi che siamo lontani,seguiamo con trepidazione la “cattiva” Natura che se la prende con l’Abruzzo. dall’altra

non possiamo fare   a meno  di leggere notizie tragiche che giungono dalla nostra penisola. Come quella che riguarda l’affermazione secondo la quale
circa un milione di immigrati sbar cheranno in Italia.Certo tocca il cuore
leggere che tanta gente soprattutto africana, fa la fame e vuole scappare,
sbarcare lungo la costa italiana che – nonostante i vari attacchi di chi non
apprezza l;Italia – accoglie da tempo intere famiglie.
Vivendo negli Stati Uniti spesso ci ricordano che questa nazione e’ stata creata da emigrati da diverse parti del mondo.Pero’ dobbiamo ricordare
che l’America e’ un pezzo di terra almeno dieci volte l’Italia,che aveva avuto
bisogno di gente per costruire strade,ferrovie,ospedali,scuole e tante altre cose. Ma non possiamo dimenticare che gli emigrati furono controllati
attentamente ed entrarono in USA dopo controlli ,visti e perfino visite da
parte di psicologi. Oggi quanto sta succedendo in Italia non ha senso:la nostra patria e’ un piccolo Stivale con 63 milioni di abitanti e soprattutto piena di debiti. Eppure l’Unione Europea e’ rappresentata da 26 nazioni.
Perche’ l’Italia soltanto diventa il porto di sbarco di tanta povera gente?
Mi hanno detto:perche’ l’Italia e’ la piu’ vicina all’Africa.Ma una cartina geografica mostra che ci sono  Spagna,Portogallo e perfno Malta
nella stessa posizione.
Direttore,qualcuno in Italia non ragiona.
Benny Manocchia



USA. Tutti pronti per ricordare la voce di Francis Albert Sinatra.

Nacque nel 1915,quest’anno compirà’ cento anni.Avrei dovuto dire quest’anno

avrebbe compiuto cento anni. L’America,insieme con un vasto gruppo di gente di altre nazioni, si prepara a commemorare uno dei piu’ popolari
cantanti-attori del secolo scorso.Francis Albert Sinatra.
Anni fa me lo presento’ il suo amico Sammy Davis junior.Ando’ cosi’: avevo
intervistato Davis per una rivista di Milano. Gli diedi una copia della pubblicazione e lui mi chiese di tradurre il “pezzo”. Penso ne rimase
contento perche’ mi disse: grazie,ora che cosa posso fare per te?
Non persi tempo e glielo dissi: sono mesi che cerco di intervistare Sinatra
ma nulla. La prossima volta che lo vedi – spiegai a Davis,una simpaticissima persona – ti prego di dirgli che non dovrebbe rifiutare una chiacchierata con un giornalista italiano…
Davis glielo disse perche’ un mesetto dopo ricevetti una nota:”La
prossima volta che vieni a Los Angeles,chiama questo numero privato”.Comincio’ cosi’ un rapporto di amicizia che duro’ tantissimi anni.
Una volta mi presento’ suo padre,pugile dilettante da giovane,poi capo dei vigili del fuoco di Hoboken,nel New Jersey.
Era una persona seria soltanto quando cantava.Per il resto,imparo’ presto a vivere una vita intensa:donne,liquori e Las Vegas.Guadagno’ palate di dollari,incontro’ e strinse la mano a personaggi importantissimi del mondo della politica ed altri.Una volta mi disse:”Vengono nel camerino e cominciano a stringermi la mano mentre
c’e’ sempre qualcuno che scatta foto.Pochi giorni dopo scrivono:Sinatra e’ un mafioso…”.Litigo’ con il padrone di un casino’ di Las Vegas che non voleva un negro (appunto Sammy Davis)nelle sue sale.La sua prima moglie (che gli diede tre figli) non lo ha mai dimenticato Quando Frank attraversava un perido di bassa,lui tornava a casa dalla sua ex e si addormentava sul sofa. Prese una sbandata per Ava Gardner che se ne ando’ a Londra perche’ non sopportava piu’ Hollywood.Negli ultimi anni Ava era ridotta praticamente alla miseria e Frank l’aiuto’ sostanzialmente.
Mia Farrow,molto piu’ givoane di lui,ha spesso ripetuto:”Il mio piu’ grande amore,non ci siamo mai lasciati”.
Sinatra vendette migliaia di dischi d’oro,ha avuto Oscar ed Emmy.fu amato
ed ammirato in diecine  di nazioni. Dell’Italia parlava poco,ma
spesso – quasi furtivamente – saliva a bordo del suo jet privato e si recava a Genova per mangiare la pasta al pesto che suo madre (genovese)gli preparava ogni volta che lui andava a trovarlo. Il suo carattere era “puro siciliano” come ammetteva Frank.Suo padre era nativo della Sicilia.Completamente diverso dal carattere dell’abruzzese di Montesilvano,Dean Martin calmo,tranquillo,sornione e amante dei
cavalli.Insieme stupivano larghe platee a Las Vegas e ovunque andassero magari a giocare al golf,
Una cosa pochi giornalisti non hanno toccato a fondo nei loro articoli.L’incredibile ammontare di beneficenza che Francis Albert ha sempre fatto durante la sua vita.E guai a chi si permetteva di dire:mi ha aiutato Sinatra!
Hanno scritto libri su di lui:capriccioso,permaloso ma amico per la pelle.
Tanti giovani cantanti sono andati a trovarlo chiedendo consigli ed aiuti.Sinatra non si e’ mai rifiutato.
Cento anni e pochissimi lo hanno dimenticato.C’e’ un isoletta nel Pacifico,vicino Tahiti,dove vivono 40 perosne,discendenti dei marinai che
si ammutinarono sulla Bounty.Tempo fa hanno chiesto agli abitanti di quella roccia nel mezzo Pitcairn, dei piu’ vasti oceani quale regalo avrebbero
preferito per una ricorrenza.La risposta:alcuni dischi di Francis Albert Sinatra. chiamato “The Voice”.
Benny Manocchia

 




“FRANCESCA TRINCHINI NIPOTE DI UN GAUCHO ABRUZZESE IN ARGENTINA E’ L’AUTRICE DI UN ROMANZO FANTASTICO“

 

Nelle librerie va a ruba il libro “Dandelion – Il lato oscuro di Veronica Hebanell” scritto dalla giovane Francesca Trinchini di San Benedetto dei Marsi. Un opera che nel suo insieme si è rivelata vulcanica e fantastica, forte di ben 620 pagine, con una creatività ed una rara proprietà di linguaggio. Il testo, è edito dalla Casa Editrice Aracne di Roma che oltre alla divulgazione ne ha curato l’elegante veste tipografica. Il romanzo narra di Veronica una ragazza adolescente che in un attimo viene a trovarsi in un mondo magico diverso da quello reale, abitato da creature particolari, non molto diverse da lei. DANDELION - COPERTINA - FRANCESCA TRINCHINI.In questo contesto il romanzo tocca punti segreti dell’animo, spinge al coraggio, sprona ai valori dell’amore ideale e dell’amicizia autentica, portando quasi per mano il lettore attento a vivere una avventura divertente ed emozionante al tempo stesso. Giova ricordare in questa occasione che Francesca è discendente di Filippo Trinchini che nei primi del novecento fu emigrante in Argentina dove da abile allevatore abruzzese riuscì per carisma e azione a primeggiare tra i gaucho, collaborando alla realizzazione di uno dei maggiori centri di allevamento di bovini a Rosario.

GAUCHO