Sulmona. STUDENTI E DOCENTI DI SULMONA SULLE ROTTE DELL’EMIGRAZIONE. DAL PROGETTO NASCE IL LIBRO “LA MERICA”.

STUDENTI E DOCENTI DI SULMONA SULLE ROTTE DELL’EMIGRAZIONE. DAL PROGETTO NASCE IL LIBRO “LA MERICA”.

SULMONA – Il 4 aprile 2013, alle ore 10:30, a palazzo Sardi, nella sala consiliare della Comunità Montana, studenti e docenti presenteranno la seconda pubblicazione del Liceo “Giambattista Vico”, dal titolo “LA MERICA”. Il libro documenta un percorso formativo intrapreso diversi anni fa, con uno studio statistico svolto all’interno dell’agenzia Celidonio e presso il Comune di Sulmona: gli studenti hanno effettuato una vera e propria ricerca d’archivio per individuare gli spostamenti verso il nuovo continente, avvenuti a partire dalla fine dell’Ottocento fino alla seconda metà del Novecento. Le fotografie, le lettere, i passaporti e gli altri documenti, reperiti durante la ricerca, sono stati raccolti in una grande mostra allestita nel palazzo dell’Annunziata a Sulmona.

Successivamente, docenti e studenti hanno esaminato il fenomeno dell’emigrazione, attraverso la testimonianza diretta di chi ha vissuto questa esperienza, ricostruendo le storie di vita grazie a numerose interviste rivolte agli emigrati rientrati, temporaneamente o stabilmente, nei paesi di origine. Per approfondire la ricerca, il gruppo di lavoro ha voluto conoscere da vicino le tappe e i luoghi dell’emigrazione, organizzando un viaggio di istruzione in America sulle orme di chi, tanti anni fa, ha lasciato la Valle Peligna per cercare fortuna. Il 16 marzo 2011 gli alunni di una classe quinta, accompagnati dai docenti, sono partiti con destinazione New York.

La visita di Ellis Island ha consentito la conoscenza dettagliata di tutte le procedure di accoglienza e di selezione dei nostri migranti. Nel museo dell’emigrazione, oltre alle foto dell’epoca, è stato possibile osservare numerosi reperti, esposti a testimonianza di un passaggio difficile e spesso doloroso. L’incontro con la comunità abruzzese di Boston ha permesso ai ragazzi di effettuare nuove interviste e di analizzare meglio il fenomeno migratorio. I nostri corregionali, con una calorosa accoglienza e con la loro generosa ospitalità, hanno messo in evidenza i frutti dell’operoso ed incessante lavoro compiuto nel Nuovo Mondo ma anche la nostalgia verso il proprio Paese, destinato a rimanere nei cuori per sempre.

La pubblicazione, che raccoglie tutto il materiale prodotto, è il frutto di un impegno tenace, profuso da docenti e studenti. Alla presentazione saranno ospiti il giornalista Domenico Logozzo, Goffredo Palmerini, autore del volume “L’Altra Italia”, e alcuni rappresentanti delle comunità abruzzesi in America, tra i quali Angelo Di Ianni, Filippo Frattaroli e Domenico Susi.




Il sogno americano della scrittrice Laudomia Bonanni di Gianfranco Giustizieri

Il sogno americano della scrittrice Laudomia Bonanni

di Gianfranco Giustizieri

L’AQUILA – Il 29 marzo uscirà negli Stati Uniti il libro della scrittrice italiana Laudomia Bonanni (L’Aquila, 8 dicembre 1907 – Roma, 21 febbraio 2002) The Reprisal (La rappresaglia), per le edizioni University of Chicago Press, a cura delle docenti dell’Università di Princeton Susan Stewart e Sara Teardo. Le illustri studiose hanno soggiornato a lungo a L’Aquila, città natale della Bonanni, per conoscere i luoghi di vita della scrittrice, e si sono recate nelle località individuate come teatro scenico del romanzo tradotto. Dopo le lontane traduzioni francesi e spagnole di altri libri (L’imputata e L’adultera) un nuovo significativo attestato viene a confermare il posto di rilievo che la scrittrice occupa nel panorama della letteratura italiana del XX secolo.

Era il lontano 1949 quando Laudomia Bonanni decise di partecipare con un suo manoscritto dal titolo Stridor di denti al concorso bandito dalla Harper & Brothers di New York, casa editrice statunitense, per un’eventuale traduzione e pubblicazione. Anche i giornali dell’epoca davano per imminente l’uscita del romanzo e la stessa scrittrice, in due lettere del 30 gennaio e 14 aprile 1949 all’amica carissima Maria Bellonci, dava indicazioni sul manoscritto inviato. Poi più nulla, il romanzo non fu pubblicato e dell’invio statunitense non se ne seppe più alcuna notizia, così dell’eventuale edizione americana.

Nel 1985 la Bonanni consegnò alla casa editrice Bompiani un suo lavoro dal titolo La rappresaglia, ma Valentino Bompiani lo respinse chiedendo all’autrice una profonda revisione del testo perché non lo considerava facilmente spendibile, per quei tempi, presso il pubblico dei lettori.   La Bonanni, come era nel suo fiero carattere, rifiutò sdegnosamente la proposta e La rappresaglia fu chiusa nel cassetto con l’intenzione di seppellire quel libro per sempre. Ma nel 2003, dopo la morte dell’autrice, a cura di Carlo De Matteis, docente nell’Università dell’Aquila, e della casa editrice Textus, il romanzo vide la luce riscuotendo un ottimo successo dalla critica militante.

Protagonista del libro è una singolare figura femminile, “la Rossa”, partigiana durante il secondo conflitto mondiale, catturata da una banda di fascisti in fuga e decisi a fucilarla dopo che ella avrà partorito la creatura di cui è gravida. La fuga della banda con la prigioniera portata via a forza, il rifugio in montagna, il parto e la successiva fucilazione della donna costituiscono la trama del romanzo che si avvale di un inedito capovolgimento dei ruoli conosciuti: i fascisti in fuga e una  partigiana gravida prigioniera. Il personaggio della Rossa esalta tutte le pagine del romanzo: dirompente, ingovernabile, eroica nel suo messaggio ideologicamente rivoluzionario contro ogni mentalità patriarcale, portatrice di messaggi fortemente rivoluzionari nella rivendicazione della superiorità femminile nella storia di ogni tempo e di ogni luogo. Diversi sono i personaggi che intrecciano le loro storie nel nascondiglio montano e affidano allo sviluppo narrativo le loro azioni e passioni in una prosa di straordinaria efficacia.

Un esame attento del romanzo secondo i personaggi, i luoghi descritti, la trama e l’uso della lingua, la ricostruzione del contenuto di quell’antico scritto andato perduto Stridor di denti attraverso tracce lasciate dall’autrice in alcuni racconti pubblicati dai quotidiani italiani negli anni ’50, figli del libro mai nato, il richiamo ad altri testi della Bonanni e soprattutto i riferimenti trovati in alcune cronache dei paesi di Caramanico e Roccamorice, in provincia di Pescara, teatri narrativi de La rappresaglia, portano ad affermare che il testo edito nel 2003 non è altro che una nuova scrittura di Stridor di denti. Così le date si rincorrono e ricongiungono in un unico percorso tempi lontani.    Laudomia Bonanni, a undici anni dalla morte, corona il suo sogno e ha la risposta ad una sua domanda: «(…) un argomento, come il mio, non può sembrare comunista, potrebbe piacere in America?» (Epistolario, a cura di Fausta Samaritani, casa editrice Rocco Carabba, Lanciano, 2006).

gianfranco.giustizieri@gmail.com




SCOMPARE A MARACAIBO GIOVANNI MARGIOTTA, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE della associazioni ABRUZZESi IN VENEZUELA

SCOMPARE A MARACAIBO GIOVANNI MARGIOTTA, PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE della associazioni ABRUZZESi IN VENEZUELA

PINZOLO (Trento) – Comunicatami da Norman Amati apprendo in questo momento in Trentino, dove mi trovo per tenere una conferenza, la ferale notizia della morte di Giovanni Margiotta, presidente della Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Venezuela, avvenuta ieri a Maracaibo dopo una lunga malattia, che tuttavia non aveva per nulla stemperato il suo impegno nel mondo dell’associazionismo abruzzese. Imprenditore di successo, originario della Valle Peligna, in due anni dal 2006 aveva rafforzato in tutto il Venezuela la rete delle Associazioni Abruzzesi diventandone esponente di spicco nella costituita Federazione.

La sua passione e le sue notevoli capacità di relazione in breve tempo gli consentirono di organizzare, nel novembre del 2009, la Prima Settimana Abruzzese in Venezuela, tenutasi a Caracas, con la presenza del Presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano, dei Consiglieri regionali Riccardo Chiavaroli e Luciano Terra, e di altri esponenti delle Istituzioni abruzzesi. Importanti e notevoli i riscontri ottenuti presso il Governo venezuelano, presso esponenti dell’economia e del turismo, con il qualificato sostegno delle nostre rappresentanze diplomatiche. Un grande successo, poi replicato negli anni successivi con le altre edizioni della Settimana.

Determinato, tenace, schietto, generoso, dotato di grande carisma, Giovanni Margiotta ha guidato la Federazione Abruzzese con chiarezza di obiettivi e lungimiranza, trasformando la visione dell’associazionismo, talvolta legata ad sentimentalismo senza sbocchi, al servizio concreto verso la comunità abruzzese in Venezuela, alla promozione del Made in Abruzzo, al valore della funzione dell’attività culturale, all’integrsazione dei giovani nella rete associativa favorendo il ricambio generazionale. Un esempio eclatante sta proprio nella sua famiglia, dove suo figlio Johnny Margiotta, componente del Cram, è figura di rilievo della comunità giovanile non solo in Venezuela ma anche nel continente latino-americano.

A sua moglie, Germana Pieri Margiotta, brillante giornalista, a Johnny e agli altri due figli, alle Associazioni Abruzzesi in Venezuela e alla Federazione, ora nelle mani del vicario Norman Amati, quale componente del Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo, desidero esprimere i miei sentimenti di vicinanza, profonda amicizia e solidarietà per la grave perdita del presidente  Giovanni Margiotta. La sua vita, il suo esempio, il suo attaccamento alla terra d’Abruzzo, costituiscono un patrimonio straordinario sul quale investire per il futuro della Federazione, avendo Egli lasciato un sentiero chiaro e diritto sulle prospettive e sul ruolo che a buon diritto competono agli Abruzzesi in Venezuela.

Goffredo Palmerini

Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo




“Il Papa degli Italiani ALL’ESTERO onora i migranti del mondo”, AFFERMA L’On. Fucsia Nissoli.

“Il Papa degli Italiani ALL’ESTERO onora i migranti del mondo”, AFFERMA L’On. Fucsia Nissoli.

ROMA – “Jorge Mario Bergoglio, che il responso del Conclave del 13 marzo 2013 ha messo sul soglio di San Pietro, rappresenta tutti gli Italiani nel mondo, quegli ottanta milioni, tra emigrati e oriundi, che oggi si riconoscono nel tricolore e che, nella terra che li ospita, non hanno mai dimenticato la nazione da cui partirono nonni e genitori”. Così l’on. Angela Fucsia Nissoli, italo-americana degli Usa, deputata al Parlamento italiano per la Circoscrizione Estero – Ripartizione Nord e Centro America, alla notizia della nomina del Papa italo-argentino, annunciata dalla fumata bianca che ha tenuto col fiato sospeso il mondo intero.

Nativo di Buenos Aires, Papa Francesco è infatti figlio di italiani piemontesi emigrati in Argentina. Il papà Mario, impiegato delle ferrovie, la madre, Regina Sivori, casalinga, sono originari di Bricco Marmorito di Portacomaro. La famiglia si trasferì prima a Torino e da qui raggiunse l’Argentina insieme a migliaia di migranti italiani, che oggi costituiscono il più importante gruppo etnico  del Paese, circa il 60% della popolazione: si calcola che più di 25 milioni di argentini abbiamo almeno un antenato italiano.

“Oggi, – sottolinea l’on. Nissoli, che vive da 25 anni negli Usa e conosce bene le istanze, le problematiche, i desideri degli italiani che vivono all’estero – all’incredibile lista di sei presidenti argentini: Carlos Pellegrini, Arturo Frondizi, José María Guido, Arturo Umberto Illia, Raúl Alberto Lastiri, Héctor José Cámpora e probabilmente lo stesso Juan Domingo Perón; ai tanti patrioti di origine italiana celebrati con grande slancio nella nazione sudamericana, quali Manuel Belgrano, Juan José Castelli, José Murature, Florentino Ameghino, Manuel Alberti; si va ad aggiungere il Papa del mondo cattolico, a rafforzare quei legami ancestrali tra l’Italia e l’Argentina, e in definitiva tra l’Italia e tutti quei Paesi in cui vivono e lavorano, con grande dignità, i nostri connazionali”.

“Era questo il segnale forte che attendevano 80 milioni di italiani sparsi per il mondo, è questo il riconoscimento e il senso della diaspora, l’orgoglio dei tanti coraggiosi che lasciarono tutto ciò che avevano conosciuto fino a quel momento alla ricerca di un futuro migliore. Come italiana all’estero sento particolarmente vicino il Vescovo di Roma che incarna e testimonia il passato di emigrazione di una nazione che oggi invece accoglie migranti. Il Santo Padre nella sua semplicità e umiltà, con quell’inchino che ha commosso il mondo, ha onorato i migranti della terra e l’emigrazione italiana in particolare. Il suo messaggio di pace e di speranza sia foriero di un futuro migliore nel quale nessuno debba essere costretto a partire per non ritornare”.

Angela Fucsia Nissoli Fitzgerald




L’ABRUZZO E LE COMUNITA’ ITALIANE NEL MONDO, IN UN EVENTO A FIRENZE

11 marzo 2013

L’ABRUZZO E LE COMUNITA’ ITALIANE NEL MONDO, IN UN EVENTO A FIRENZE

Conferenza di Goffredo Palmerini ed anteprima del film “Pane e pregiudizio” di Giovanna Taviani

FIRENZE – Organizzata dall’Associazione culturale “Gli Abruzzesi a Firenze”, con il patrocinio del Comune di Firenze e dell’Associazione Nazionale Famiglie Emigrati (ANFE), sabato 16 marzo alle ore 18, presso l’Hotel Adriatico in Via Maso Finiguerra 9, lo scrittore aquilano Goffredo Palmerini terrà la conferenza “L’Abruzzo e le comunità italiane nel mondo”. Porterà il saluto della Municipalità l’assessore alla Mobilità, Massimo Mattei, e introdurrà l’incontro Vincenzo Angelini, presidente dell’Associazione Abruzzesi di Firenze.

La conversazione di Goffredo Palmerini, autore del volume “L’Altra Italia” (One Group Edizioni), presidente della Delegazione Anfe per l’Abruzzo e componente del Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo (CRAM), sarà preceduta dalla proiezione in anteprima del film documentario sull’emigrazione italiana “Pane e pregiudizio” di Giovanna Taviani, con la storia dell’Anfe e della sua fondatrice Maria Federici, parlamentare nell’Assemblea Costituente e nella prima Legislatura repubblicana. Per l’occasione è annunciata la presenza all’evento del direttore generale dell’Anfe, Gaetano Calà, e della dirigente della Segreteria nazionale, Elisabetta Briguglio, che porteranno il saluto del Presidente nazionale dell’Anfe, Paolo Genco.

Tema dell’incontro l’Abruzzo e le comunità italiane nel mondo, con annotazioni e spigolature sull’altra Italia, i 60 milioni di italiani oltre confine, sugli spunti offerti dal volume “L’Altra Italia”,  una selezione di scritti e articoli di Goffredo Palmerini, pubblicati in Italia e all’estero, sulla straordinaria realtà costituita dagli emigrati italiani d’ogni regione che nei cinque continenti rendono onore e prestigio al nostro Paese. Il volume illustra anche singolarità, fatti, eventi e personaggi dell’Aquila e dell’Abruzzo, come pure di altre regioni e città italiane. Nel mettere in luce le grandi risorse morali e intellettuali dell’emigrazione italiana, l’evento consentirà anche di rafforzare i vincoli di amicizia tra L’Aquila – città della quale l’autore è stato per quasi trent’anni amministratore e vice Sindaco – e Firenze, cresciuti grazie ai tanti gesti di solidarietà espressi dalla Città gigliata e dalle comunità della Toscana verso le popolazioni colpite dal terremoto del 6 aprile 2009.

Pane e pregiudizio – 65 anni dell’Anfe per i migranti” è un film documentario per celebrare il 65° di fondazione dell’Anfe (8 marzo 1947-8 marzo 2012) con il quale la regista Giovanna Taviani organizza in un viaggio, una traversata lungo le rotte dell’emozione, le cui tappe sono le testimonianze, le narrazioni, le preziosissime immagini dell’Archivio Nazionale dell’Anfe e gli altrettanto preziosi contributi audio-video dell’Istituto Luce e della Fondazione Aamod, il tutto in un contesto filmico dove s’impongono la qualità della fotografia, del montaggio e della colonna sonora. Nocchiere di questo viaggio è Gaetano Calà, direttore generale dell’Anfe e ideatore del soggetto, al quale, nel film, è affidato il compito di raccogliere, organizzare e distribuire tutte le emozioni raccolte nel corso della traversata: la nascita dell’Anfe, il suo percorso di sviluppo, la figura e il carisma della fondatrice Maria Federici Agambèn (L’Aquila, 19 settembre 1899 – L’Aquila, 28 luglio 1984), parlamentare protagonista e Madre Costituente che insieme alle altre 20 donne dell’Assemblea Costituente fu autrice dell’inserimento di alcuni diritti fondamentali nella Costituzione Italiana, come l’art. 3 che riconosce pari dignità a tutti i cittadini di ogni sesso, razza, lingua e religione. Il film documentario racconta il continuo rapporto tra passato e futuro, non tralasciando il presente, il recupero della memoria e la questione delle nuove migrazioni, con una particolare attenzione verso le nuove generazioni.

Qualche annotazione, infine, sull’Associazione culturale “Gli Abruzzesi a Firenze”, della quale da molti anni è presidente il dr. Vincenzo Angelini. Costituita nel 1973 da un gruppo di abruzzesi per motivi di lavoro e di studio residenti a Firenze, si è sempre distinta nella realizzazione di iniziative culturali, storiche e turistiche per rinsaldare i vincoli di appartenenza alla regione d’origine, ma anche nel far conoscere ai non abruzzesi la storia, l’arte, la cultura, i personaggi, la cucina, le valenze naturalistiche ed ambientali della regione. L’Abruzzo, infatti, ha più d’un terzo del suo territorio protetto, con tre Parchi nazionali, un Parco regionale e numerose aree protette, tanto da essere definita “Regione verde d’Europa”. Nel corso degli anni l’associazione ha svolto numerose  iniziative e pubblicato anche alcuni volumi a carattere storico (tra essi, si cita “La corrispondenza fra Spadolini e Silone”). Ogni anno, peraltro, viene pubblicata la rivista “La voce d’Abruzzo a Firenze che raccoglie articoli, poesie, aneddoti, ricette tipiche ed altre notizie, inviata in omaggio agli associati e ai numerosi simpatizzanti.

L’associazione realizza anche incontri e manifestazioni con le Associazioni Abruzzesi operanti in Italia e con altri sodalizi a carattere regionale operanti a Firenze. Così come pure instaura, mantiene e consolida rapporti con gli Enti Locali, per far meglio conoscere l’apporto che gli Abruzzesi residenti a Firenze e provincia forniscono in termini di contributo culturale, artistico e lavorativo alla Città che li ospita. L’associazione culturale “Gli Abruzzesi a Firenze”, aperta a tutti, fra i suoi associati annovera insegnanti, artisti, medici, funzionari pubblici, professionisti, costruttori, studenti, ristoratori, artigiani, operai e pensionati, che ormai hanno scelto la città del giglio come luogo d’elezione. Ai soci d’origine abruzzese si sono aggiunti, nel corso degli anni, per motivi di contrazione dell’emigrazione regionale, tanti non abruzzesi che amano l’Abruzzo, intrigati da una terra ancora  in parte incontaminata, ricca di valenze architettoniche, artistiche ed ambientali, sopra tutto apprezzata per la sua gente gentile ed ospitale.




USA. Grazie, thank you, mercí, gracias agli italiani nel Nord e Centro America di Dom Serafini

Grazie, thank you, mercí, gracias agli

italiani nel Nord e Centro America

di Dom Serafini

Anche con le schede elettorali arrivate in ritardo nel nord-est Usa per colpa della bufera di neve, possiamo dire che, a tutti gli effetti, la campagna elettorale in Nord e Centro America é conclusa. Ora le schede saranno portate a Castelnuovo Di Porto, a nord di Roma per lo spoglio del 25 febbraio e dove avró un rappresentante, Christian Disanto, che si assicurerá che tutto proceda regolarmente.

A questo punto vorrei ringraziare tutti gli elettori che hanno votato per me alla Camera, tutti coloro che hanno votato il PDL Centrodestra Italiano ed i cittadini che hanno comunque votato esercitando sia un dovere che un diritto.

Questa volta la qualitá dei candidati é stata molto elevata pertanto spero che gli elettori si siano informati per la scelta non solo del rappresentante piú qualificato, ma anche su chi possa meglio attuare le promesse elettorali.

Devo dire che sono state tre corte, ma intense settimane, molto entusiasmanti e con nuove sfide da affrontare sempre dietro l’angolo. Naturalmente non mi mancherá la sveglia alle 4:30 del mattino, come pure la pizza mangiata velocemente negli aereoporti e nelle stazioni dei treni.

Di persone da ringraziare ce ne sono tante: da Vancouver a San José, passsando da Rochester, da Filadelfia e Los Angeles. Lo faró con una nota personale. Se eletto, ho in mente un piano per mantenere un contatto diretto e regolare con tutti i miei 30 collaboratori in oltre 20 comunitá sparse nel nostro collegio elettorale.

In Italia i miei esperti, coordinati da Generoso D’Agnese e Nicola D’Orazio, hanno fatto un ottimo lavoro con il sito Web e con la grafica pubblicitaria. Da New York City si sono spedite regolarmente delle newsletter via Internet molto informative e ben ricevute.

Ottimo anche l’appoggio datomi dalla Regione Abruzzo e dai collaboratori siciliani, campani, calabresi e pugliesi.

Di delusioni ce ne sono state poche, meno che nel 2006 quando mi ero candidato come indipendente. Una di queste delusioni mi era stata data dal “Corriere Canadese”, cosa che si é ripetuta anche questa volta. Ottimi invece i servizi pubblicati di “AmericaOggi”, il “Cittadino Canadese”, “L’Italo-Americano”, “Italian-American News”, “Voce Italiana”, il “Corriere di Los Angeles”, “Lo Specchio”, “La Voce, Las Vegas” e “Marco Polo”. Naturalmente non posso dimenticare l’indispensabile contributo della rete Tv canadese, Tln, che é indubbiamente la migliore rete italiana fuori Italia.




USA. Votare PD vuole dire tornare all’instabilitá del 2006, di Dom Serafini

Votare PD vuole dire tornare all’instabilitá del 2006

di Dom Serafini

Caro direttore, a proposito della lettera di Eugenio Marino, responsabile nazionale del PD all’estero (“AmericaOggi”, sabato 16 febbraio), bisogna ricordare che il Governo di Romano Prodi ci ha portato nel 2006 anche il Senatore di Chicago Renato Turano (eletto all’estero), Clemente Mastella, Fausto Bertinotti e Gianni Riotta al Tg1. Un governo instabile controllato dalla sinistra estrema, infatti é crollato dopo soli due anni.

Gli elettori italiani in Nord e Centro America hanno capito lo sbaglio e, nel 2008, vi hanno posto rimedio con due candidati del PDL eletti al Parlamento che hanno lavorato per una legislatura completa.

Ora, Marino propone di farci tornare al 2006? É logico che critichi le liste indipendenti. Infatti, il problema del PD é la Lista Monti, con i candidati della destra che dovranno fare i conti con gli alleati PD dell’estrema sinistra. Un altro problema per il PD é il Movimento 5 Stelle (M5S) che porterá via i voti dei radical chic.

A proposito delle liste “indipendenti”, se le esaminiamo bene, queste non lo sono piú di tanto. Quella di Monti, in particolare, é un potpourrí di candidati di destra. Mentre, per quanto riguarda il M5S, il leader, il comico Beppe Grillo, non ha esitato a cacciare gli eletti con la sua lista a causa di piccole indiscrezioni o per mancanza di ubbidienza totale e ora si é prefisso di far chiamare i suoi futuri eletti al Parlamento: “cittadini”, come durante il Regime del Terrore ai tempi della Rivouzione Francese.

Come nel 2006, votare PD significa quindi votare con il rischio di dare instabilitá all’Italia ed eleggere al Nord e Centro America alcuni candidati ricchi che non badano a spese per farsi eleggere.

* Candidato alla Camera con il PDL Centrodestra




USA. Chi sa fare piú leva in Italia, fará di piú per l’italiano all’estero di Dom Serafini

Chi sa fare piú leva in Italia, fará di piú per l’italiano all’estero
di Dom Serafini
Recentemente, durante una presentazione alla Casa Colombo di Jersey City, un ingegnere in pensione mi chiede: “sono confuso, i programmi elettorali mi sembrano tutti buoni ed anche i candidati. A questo punto, per chi votare?”
Gli rispondo con un esempio. L’anno scorso, quando gli amministratori Rai tolsero i Tg-Rai dal Canale 25 — che serviva gli italiani di New York, New Jersey e Connecticut  — denunciai la cosa con alcuni articoli pubblicati su vari giornali di New York, Montreal, Las Vegas e Los Angeles. Non ci fu alcuna ripercussione, era come se un albero fosse caduto in una foresta, nessuno in Italia se ne accorse.
Poi scrissi un articolo simile per “Il Corriere della Sera” (Rai, quell’ingloriosa fuga da New York) e tutto d’un tratto le acque cominciarono ad agitarsi e a causare imbarazzo presso la direzione Rai.
Bisogna ricordarsi che l’Italia é romacentrica, tutto ció che succede fuori dalle sue mura é insignificante.
Ed ecco il punto. Quale candidato del collegio elettorale del Nord e Centro America — seppur in grado di utilizzare una struttura mediatica vicino al suo luogo di residenza — é in grado di attirare molta attenzione in Italia? Da parte mia, con oltre 35 anni di attivitá giornalistica ed imprenditorialitá multimediale, ho sviluppato in Italia una rete mediatica che puó concretamente mettere in risalto le esigenze degli italiani all’estero: attualmente in Italia collaboro con sei pubblicazioni ed ho accesso a molti media, inclusi canali radio e televisione.
La scelta tra i vari candidati, quindi, deve essere fatta in base alla loro possibilitá di attuare i programmi che interessano la nostra comunitá, facendo una leva efficace in Italia.
Ció che sveglia una sonnolenta Italia romacentrica é una buona dose di pressioni ed influenza dentro le mura, in modo che le nostre necessitá facciano tanto rumore. E sappiamo che l’ingranaggio piú rumoroso é quello che riceve per primo una buona dose di olio.



USA La migliore Italia che vive a New York, vetrina della cultura italiana negli Stati Uniti.

Gentile direttore,

se può essere d’interesse, invio il link dell’episodio 10 di i-Italy/NY, network diretto da Letizia Airos, che con le sue telecamere fa conoscere la migliore Italia che vive a New York, vetrina della cultura italiana negli Stati Uniti. In questo episodio, tra altre notizie d’interesse, segnalo l’intervista (dal 15° minuto) a Mario Fratti, drammaturgo aquilano tra i più grandi autori di teatro viventi, realizzata nella sua bellissima casa “museo” sulla 55th Street, a quattro passi da Broadway e Central Park, tra la Quinta e Settima Avenue. Nell’intervista non manca di esaltare le sue origini e l’Abruzzo.
http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=z624qlhoDRo
Sul sito www.i-Italy.org si possono trovare tutti gli episodi, per chi abbia interesse.
Goffredo Palmerini

Link a video di YouTube presenti in questa mail




USA. La responsabilità degli elettori, di Dom Serafini

La responsabilitá degli elettori

di Dom Serafini

Si parla tanto della responsabilitá dei policiti, ma poco di quella

degli elettori. Questo é stato un argomento che ho scritto per

“AmericaOggi” e pubblicato il 10 luglio scorso.

Quando George W. Bush é stato eletto negli Usa, la responsabilitá era dei politici americani? E quando Romano Prodi é stato eletto in Italia, la responsabilitá era dei politici italiani?

Come i politici hanno il dovere di servire i cittadini, il cittadino —

affinché ció possa avvenire — ha il dovere di votare le persone piú

adatte all’incarico che intendono assumere.

Mi scrive Cornelia Schepis, una giovane studentessa residente a Los

Angeles, sono sfiduciata “non credo piú nelle buone intenzioni dei

politici italiani”. Le ho risposto, come pensa di contribuire al buon

ripristino del nostro Paese? Non votando? O votando la persona

sbagliata perché non si sono voluti fare i necessari accertamenti sui

candidati in lista?

Afferma Anna Zampieri Pan, una brava scrittrice e giornalista di

Vancouver: “Non posso appoggiarti perché sono indipendente”.

Se per “indipendente” si indica l’appoggio ad una lista indipendente,

il concetto ha senso, ma se per indipendente si intende di sinistra,

pertanto non voto né centro né la destra, allora di indipendente c’é ben poco.

Tra l’altro, in una delle due liste indipendenti della nostra

circoscrizione, i candidati sono quasi tutti politici che da tempo

operano per la destra.

Da Chicago, il professore Ernesto Livorni mi comunica che lui “é di

orientamento diverso” dal mio (centro-destra). Gli chiedo, “allora

l’ideologia ha il sopravvento sulle persone capaci e rispettate?”

Questi esempi indicano come alcuni elettori siano piú propensi a

criticare i politici che ad assumersi le responsabilitá per le scelte

sbagliate.

Il voto ci da l’opportunitá di mandare a casa i politici rivelatisi

incapaci di rappresentarci e di scegliere chi puó veramente apportare un cambiamento.  Quello che basta per poter dire: l’Italia comincia a muoversi in avanti.