USA. Messaggio di solidarietà da Boston.

Messaggio di solidarietà da Boston, Usa

BOSTON – Giovedi 15 novembre, a Boston, è stata organizzata una raccolta di iscrizioni al registro dei donatori  di midollo osseo, presso i locali dell’Associazione Gizio, diretta da Domenico Susi. L’evento e’ stato organizzato in collaborazione con l’Associazione “Amici di Giovanni Guglielmo” per aiutare due pazienti italiani, la cui malattia  può essere  sconfitta solo con un trapianto di midollo osseo: Cristina Di Corte, 22 anni canadese ma di origini italiane, e Andrea Scalas di 8 anni, sardo.

La raccolta di nuove iscrizioni è stata  organizzata  da  Rosetta Romagnoli, presidente della Federazione delle Associazioni Abruzzesi /Usa, con sede a Boston, e dalla  dott.ssa Elena Levantini della Harvard Medical  School. All’evento era presente anche il vice console  dr. Luigi Munno. La Dott.ssa Levantini è madrina del piccolo Giovanni Guglielmo che a pochi mesi di vita fu salvato da un trapianto di cellule staminali ematopoietiche da sangue cordonale e che nei suoi brevi 5 anni di vita ha ispirato decine di migliaia di persone ad iscriversi al registro dei donatori  di midollo  osseo contribuendo  così a salvare molte vite.

La famiglia Scalas sta disperatamente cercando un donatore di midollo osseo per Andrea e ha chiesto sostegno ed aiuto alla Dr.ssa Levantini tramite il sito web dell’Associazione “Amici  di Giovanni Guglielmo” http://www.amicidigio.it , da lei cofondata insieme alla Dott.ssa Monica Giannecchini. La madre di Cristina Di Corte ha invece  richiesto l’aiuto del Sig. Michael Guglielmo , padre di Giovanni, tramite Facebook. La dott.ssa Levantini e Michael Guglielmo hanno dato così il via ad un movimento chiamato “Calling all Italians”  con un appello che si rivolge a tutti gli italiani nel mondo.

L’evento del 15 novembre a Boston è stata la prima esperienza relativa ad un progetto ampio che si pone l’obbiettivo di lavorare con le comunità, appunto, di italiani residenti  all’estero, sensibilizzandoli sulla necessità di donazioni di midollo osseo e di sangue cordonale, fondamentali per la cura di malattie del sangue come leucemie, linfomi e mielomi.

Ricordiamo che in Italia, per iscriversi al registro dei donatori di midollo osseo, è necessario un piccolo prelievo di sangue che verrà analizzato per determinare le caratteristiche genetiche. Il prelievo può essere effettuato presso uno dei centri trasfusionali  collegati al registro italiano dei donatori  dove ci si può recare previo  appuntamento, oppure si può contattare la locale Associazione dei Donatori di Midollo Osseo (ADMO), un organismo che da anni lotta per iscrivere sempre più persone al registro  e  salvare sempre più vite umane.




Padova. UN CONVEGNO PER SENTIRSI UNITI

UN CONVEGNO PER SENTIRSI UNITI

PADOVA – Nella splendida cornice della Sala del Romanino presso i Musei Civici agli Eremitani di Padova, il 16 novembre scorso, dalle 17 alle 20, relatori qualificati ed esperti hanno intrattenuto il numeroso pubblico sul tema “L’associazionismo nella cooperazione internazionale”. Il convegno è stato organizzato dal Sodalizio “Abruzzese-Molisano” del Veneto per opera del suo solerte ed entusiasta presidente, Armando Traini, che ha introdotto le relazioni qui di seguito indicate.

Adriano Ciccotosto, storico e scrittore : “L’associazionismo politico, militare, religioso nei secoli: cenni storici”;

Alessandra Coin, responsabile della Comunità di Sant’Egidio di Padova: “Dieci anni del programma DREAM nella lotta all’AIDS in Africa: risultati e innovazioni per la cooperazione italiana”;

Giorgio Franceschetti, docente della Facoltà di Agraria Unipd e presidente AES onlus e ong: “Nuove prospettive dello sviluppo”;

Silvia Barbar del CUAMM – Medici con l’Africa: “Testimonianze” con proiezione di immagini.

In apertura del convegno il Gen. Paolo Zacchi, consigliere della Provincia di Padova, ha portato il saluto dell’amministrazione provinciale, sempre attenta alle manifestazioni culturali presenti sul territorio. E’ stata poi la volta dell’ing. Franco Caramanico, consigliere regionale dell’Abruzzo, il quale si è soffermato sull’importanza del convegno e sulla sua realizzazione a cura del Sodalizio “Abruzzese-Molisano” veneto, che – ha rilevato con soddisfazione – da anni opera nel campo delle attività culturali, tenendo alto il buon nome della regione abruzzese fuori del suo ambito.

Si è avuta, quindi, la prima relazione, svolta dal prof. Adriano Ciccotosto, presidente emerito del Sodalizio, che da molti anni si occupa di questioni e di aspetti storici. La sua relazione, iniziata con un breve riferimento alla preistoria e alle aggregazioni umane, è proseguita con un’analisi delle alleanze nel mondo antico con riferimenti alla Grecia e poi al mondo italico. Per il Medioevo sono stati trattati il Sacro Romano Impero e la Lega lombardo veneta al tempo dei Comuni; quindi è stato il turno delle alleanze rinascimentali, a cominciare dalla Lega italica per finire con la Lega di Smalcalda. Poi il relatore ha esaminato i caratteri della Santa Alleanza ed ha finito il suo discorso, occupandosi brevemente della Società delle Nazioni ed infine dell’ONU.

Dopo di lui, che  ha espletato anche l’ufficio di coordinatore dei lavori, è intervenuta la dott.ssa Alessandra Coin, che, a nome della Comunità di Sant’Egidio di Padova, ha illustrato gli aspetti salienti di un progetto umanitario, chiamato DREAM, per combattere efficacemente in Africa la piaga dell’AIDS, mettendo in evidenza le caratteristiche peculiari della malattia e i mezzi (certamente scarsi) per lottare contro di essa, in particolare nell’ambito delle gravidanze di madri affette dall’ HIV, affinché non avvenga il contagio nei confronti del figlio nascituro.

A seguire è stata la volta del prof. Giorgio Franceschetti, che ha evidenziato i problemi e le prospettive per lo sviluppo socio-economico delle popolazioni più povere e disagiate nel Sud del mondo, fornendo dati importanti ed essenziali sugli interventi di varie organizzazioni a favore di chi ha estremo bisogno di aiuto, anche se -ha precisato- i mezzi finanziari, mesi a disposizione di chi opera in questo campo, sono esigui e diminuiscono sempre più.

Infine, ha concluso le relazioni la dott.ssa Silvia Barbar, medico del CUAMM di Padova, la quale, commentando alcune proiezioni relative agli interventi medici in Africa, di grande suggestione, ha parlato dell’attività dell’organizzazione benemerita che rappresenta e delle sue realizzazioni particolarmente in territorio etiopico. Hanno concluso il convegno le parole del prof. Ciccotosto, che dopo aver fatto cenno ai contenuti delle relazioni, ha ringraziato i relatori, le autorità, il pubblico, per la convinta partecipazione all’evento.




Il nuovo V-8 LT1 della Corvette 2014 ”fucina” di tecnologie di Lino Manocchia

Ap – News da Detroit

Il nuovo V-8 LT1

della Corvette 2014

”fucina” di tecnologie

di  Lino Manocchia

DETROIT, 19 Novembre ’12 – Alla fine del prossimo anno, quando la nuova Chevrolet Corvette 2014 arriverà, sarà dotata di un avan-

zatissimo e tecnologico motore V-8 6.2 litri testato nelle competizioni su pista e in grado di erogare 450 cv e di accelerare da 0 a 100 km/h in 4 secondi.

Il nuovo motore LT1 della Corvette, il primo della quinta generazione di propulsori Small Block, è dotato di numerose tecnologie avanzate, tra cui l’iniezione diretta, il sistema di gestione attiva del carburante (Active Fuel Management – AFM) e valvole a fasatura con variazione continua, per un sistema di combustione all’avanguardia.

«Sviluppando il nuovo LT1, il nostro obiettivo era quello di alzare l’asticella delle prestazioni dei motori per le perfomance car,» ha dichiarato Mary Barra, Senior Vice President Global Product Development. «Riteniamo di avere raggiunto il risultato desiderato realizzando un vero capolavoro tecnologico che integra alla perfezione una serie di tecnologie avanzate che si trovano solo in pochissimi motori al mondo.»

«Ciò che rende questo motore davvero speciale è il sistema di combustione avan-zato in grado di sfruttare al massimo queste tecnologie. L’arte e la scienza alla base di questo sistema di combustione rendono il Corvette LT1 uno dei motori V-8 più avanzati al mondo,» ha concluso Barra.

La Corvette di serie con una potenza attesa di 450 cv

La Corvette di serie con una potenza attesa di 450 cv

La Corvette di serie più veloce di sempre, con una accelerazione da 0 a 100 km/h in 4 secondi. La Corvette dal consumo più basso di sempre, migliore del consumo in autostrada stimato dalla EPA per il modello 2013, pari a 26 miglia per gallone o circa 9l/100 km.

«Il “Sacro Graal” dello sviluppo di una auto sportiva sta nel fornire più potenza e migliori prestazioni con meno consumi, ed è esattamente quello che siamo riusciti a fare,» ha dichiarato Tadge Juechter, Chief Engineer Corvette. «Grazie alle nuove e avanzate tecnologie introdotte, possiamo sfruttare ogni goccia di benzina al massimo, per cui prevediamo che la nuova Corvette sarà l’auto da 450 cv più efficiente sul mercato.»

Un avanzato sistema di combustione ottimizzato grazie a sei milioni di ore di analisi

«Il motore Corvette LT1 costituisce il rinnovamento più significativo nei quasi 60 anni di storia dello Small Block – sfruttandone l’eredità per ottimizzare ulteriormente uno dei migliori

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ABRUZZOpress – N. 376 del 19 novembre ’12                                                                                                                         Pag 2

motori del mondo,» ha dichiarato Sam Winegarden, Vice Presidente Global Powertrain Engineering. “.i.”

E‘ stato possibile aumentare efficienza e potenza grazie a un livello di analisi senza precedenti –  incluso l’utilizzo della fluidodinamica computazionale – per ottimizzare il sistema di combustione, l’iniezione diretta, la gestione attiva del carburante (AFM) e la variazione continua della fasatura delle valvole. Al programma motori sono state dedicate oltre 10 milioni di ore di analisi computazionale..

L’iniezione diretta è una novità dell’architettura di questo motore e contribuisce in modo fondamentale a rendere la combustione più efficiente, garantendo una combustione più completa del carburante nella miscela aria-benzina. Questo risultato è stato raggiunto controllando precisamente il movimento della carica e il modello del getto dell‘iniezione. L’iniezione diretta consente inoltre di mantenere la camera di combustione a una temperatura inferiore, avendo così un rapporto di compressione superiore. .

Le valvole a fasatura con variazione continua, che GM ha introdotto per la prima volta sui motori con valvole in testa, sono state ulteriormente sviluppate per supportare i sistemi di gestione attiva del carburante (AFM) e l’iniezione diretta del motore LT1, ottimizzando ancora di più prestazioni, efficienza ed emissioni.

La testata del motore LT1 è dotata di camere di combustione più piccole, progettate per combinarsi alla perfezione con il volume generato dalla topografia unica del cielo dei pistoni. I pistoni sono dotati di una scolpitura originale, ottimizzata mediante analisi approfondite, al fine di dirigere precisamente il getto del carburante per una combustione più completa.

L.M.




Monti Presidente a vita Verso la Terza Repubblica è solo un richiamo all’unità per l’apertura di una fase “Costituente”

Monti Presidente a vita

Verso la Terza Repubblica è solo un richiamo all’unità per l’apertura di una fase “Costituente”

per la rifondazione dell’Italia di domani

di Fabio GHIA

TUNISI – Sullo scenario politico italiano è apparsa sabato scorso una nuova “formazione”: Verso la Terza Repubblica. I quotidiani di tutta Italia hanno pubblicato pagine e pagine di commenti, ipotizzando significati e obiettivi di quelli che molti commentatori politici hanno definito il “Partito di Riccardi e Montezemolo”. Dietrologia, faziosità e fantasia si sono sbizzarrite a fornire soluzioni per condannare o approvare la nuova iniziativa politica. Da nessuna parte è arrivata quella che io ritengo sia la giusta interpretazione di quello che Montezemolo e Riccardi hanno presentato come un “Manifesto” a cui aderire. Adesione che non necessariamente significa annullamento della propria identità, anzi tutt’altro! Dando uno sguardo a 360 gradi alla situazione attuale, il panorama internazionale, in ragione di quanto accaduto negli ultimi anni, mostra un’Italia che ha perso attendibilità e credibilità sotto tutti i punti di vista. Dalla “diplomazia” alla “potenzialità economica e sociale, l’Italia non esiste più!

Oltre che in campo economico, in primis in ambito Unione Europea, l’Italia è diventata un riferimento negativo a rischio fallimento a livello mondiale (Mitt Romney ne è un esempio, ma il pensiero di Obama non è molto differente!), ed è sulla scena internazionale che stiamo scomparendo. A Doha, dove la settimana scorsa è stata data una seria (e speriamo risolutiva) svolta al futuro della Siria, il fronte decisionale occidentale era rappresentato da USA, Inghilterra, Francia e Germania. E l’Italia e la sua adorabile politica di apertura verso la nazione sorella in Mediterranea?: Assente! In Palestina? Nell’intero mondo nord africano in completo rinnovamento post-rivoluzioni? L’Italia si è solo manifestata con promesse mai mantenute o con parole di sostegno no-cost e senza seguito alcuno. I nostri Marinai, ancora sequestrati in India, ne sono un’ennesima riprova. Certo, si tratta di un fallimento della nostra diplomazia, ma dietro questo fallimento c’è soprattutto il declino a livello internazionale del peso politico e della fama che la nostra nazione si era guadagnata nel corso nei secoli.

Non vorrei drammatizzare, ma credo proprio che se ancora oggi qualcuno all’estero continua ad avere fiducia nell’Italia, lo si deve solo ed esclusivamente a quella pletora di imprenditori che si sono fatti carico della splendida tradizione del “Made in Italy” e, soprattutto, di un nome; un paladino della nostra “dignità istituzionale” e della credibilità della cultura italiana: Mario Monti. Sul fronte interno, quel tentativo di “primarie”, messo in atto dalla sinistra non ha fatto altro che confermare la nullità del progetto politico e la completa assenza di motivi innovativi per ridare credibilità internazionale al nostro sistema. Se questa è la sinistra, possiamo ben immaginare che cosa potrà fare la destra di Alfano o addirittura i separatisti della Lega, o, ancora meglio, il pensiero politico dei grillini basato su effetti distruttivi improntati alla divisione e alla cancellazione dei valori di fondo prioritari della nostra società. Quello che emerge dal “conflitto interno”, che ahimè continua a perdurare, è sicuramente l’assoluta mancanza di una figura di spicco (Renzi mi perdonerà, ma anche lui scompare di fronte alla vastità del problema) che possa degnamente sostituire il Presidente Monti. E poi che dire sulla continuità dell’azione di Governo? Stiamo appena uscendo dalla crisi finanziaria. Grazie all’azione dell’attuale Governo stiamo tornando su parametri economici accettabili, ma siamo solo all’inizio del nostro percorso e, visto che anche il 2012 sarà all’insegna di una recessione ancora persistente, tanto e tanto ancora c’è da fare.

Ecco, quindi, che io interpreto l’iniziativa della Terza Repubblica come un accorato grido di allarme e un appello al buon senso e all’unità d’intenti. Montezemolo non ha mai chiesto a nessuno di cambiare casacca: “Non mi candido e non chiedo nulla per me” e ancora “ all’indomani delle prossime elezioni dovremo contribuire in maniera determinante alla nascita di un Governo Costituente di Ricostruzione Nazionale“, “un esecutivo di ampio respiro, credibile e competente, che garantisca il mantenimento degli impegni internazionali, rilanci l’economia e inizi il percorso fondativo della terza Repubblica, con persone di ogni area politica“. E Riccardi, ancora più incisivo: “Oltre la crisi economica c’è una crisi politica grave. Dagli anni passati viene un pesante lascito di sfiducia nella democrazia. Non si crede più in un futuro comune da costruire attraverso la politica. Bisogna però recuperare presto la speranza che sia possibile” e le prossime elezioni ne sono un traguardo.  Il Governo Monti “ha mostrato che è possibile tracciare una rotta per la rinascita. Lo ha già fatto partendo da una situazione davvero drammatica”. “Non possiamo interrompere questo cammino, che è già un passaggio verso la Terza Repubblica”.

Quello che il Manifesto di “Verso la Terza repubblica” chiede a tutti gli italiani di qualsiasi colore o ideologia o credo appartengano, dunque, è solo di dare continuità all’azione di risanamento adottata dal Governo Monti. Ma, ancor di più, chiede a tutti i partiti politici di aderire all’apertura di una “fase Costituente” che possa degnamente ridisegnare il complesso etico-giuridico e sociale del quadro istituzionale. Una Costituzione rivisitata e aperta a ogni comprensione del singolo cittadino, all’insegna di uno spirito liberale, laico e cristiano che è all’origine della nostra tradizione di vita, nel rispetto delle libertà dei singoli e della sovranità popolare, del nuovo quadro Europeo, delle autonomie imposte dal neo-federalismo e delle conseguenti aspirazioni e riforme economiche, fiscali e sociali. Una nuova Costituzione in cui anche la Giustizia ritrovi la sua autonoma dignità cambiando approccio sistemico e di responsabilità. Non credo che a nessuno sia mai venuto in mente di chiedere a Alfano, Bersani, Alemanno, Vendola e chicchessia, di cambiare orientamento politico. No, l’iniziativa di Riccardi-Montezemolo va ben oltre, è un “rifondare l’Italia”, ognuno con le sue idee e la sua attiva partecipazione alla ricostruzione di questo meraviglioso Paese, sotto la guida dell’unico uomo che a oggi (nel bene e nel male) può e deve essere considerato l’uomo che sta salvando l’Italia dal tracollo.




USA. Democrazia e fumo nel palmares di Lee Remick di Lino Manocchia

Democrazia e fumo nel palmares di Lee Remick

NEW YORK, 14.11.2012-. Conobbi Lee Remick, nel 1958, presentatami da Paul Newman, durante la lavorazione del film “La lunga estate calda” di Martin Ritt.

Lee aveva il volto perfetto, occhi chiari, penetranti, il naso all’insù, sempre destinata a parti di “Bellezza ” da una doppia anima, rigida in superficie, ma anche provocante (nella foto la Remick e Manocchia).

Ancora oggi esistono due canzoni dal titolo ”Lee Remick”, rispettivamente dei gruppi “Go betwinss” e “Hefner”, e il suo nome e’ inciso su una delle stelle della Hollywood Walk of Fame al 6104 Hollywood Boulevard.

Lee Remick (questo era il suo nome completo) nacque nel Massachusetts il 14 dicembre 1935.

Studio’ al Barnard College, poi cominciò a ballare e debuttò come attrice, in televisione a soli 17 anni. Lavoro’ in sceneggiati e programmi Tv fino al 1936. Fu l’anno dopo che Lee fece ingresso nel cinema con “Un volto nella folla” di Elia Kazan.

Nel 1958 fu accanto a Paul Newman e Joanne Woodward ne “La lunga estate calda”- tratto da “La carne” di William Faulkner – , il film che la consacrò grande attrice (soffiato ad una bizzosa Lana Turner).

L’Oscar non attese molto a giungere per la bionda, avvincente fanciulla del Massachusetts, ed il film “i giorni del vino e delle rose”, giunse nel 1962.

La carriera di Lee Remick era incamminata verso la “stardom” sino a quando nel 1973 “Something got to give” il suo nome fu citato per completare il film, con la Monroe, ma il protagonista maschile, Dean Martin, si oppose, caldeggiando il ritorno sul set di Marilyn, dopo le fallimentari scene girate dall’attrice nei giorni nefasti che anticiparono la sua morte.

Lee Remick con Anthony Franciosa nel film cult “La Lunga estate calda”

Newman“rimase scioccato dalla bellezza naturale della giovane diva”e ce lo confermò tra una sosta e l’altra della “Lunga estate calda” trovando l’appoggio vocale e morale della grande Joanne Woodward, che di film ed attori se ne intendeva.

«Mi piace molto – disse Paul – per diversi motivi, e non soltanto “carnali”. E’ profondamente intelligente, recita una parte dopo averla letta una sola volta e senza prove, mostrando una rimarchevole livello di sofisticazione, classe ed eleganza».

Una volta “occhi blu” sfoderò la sua “preferenza politica”: «Vedi – .mi disse Lee – viviamo in un mondo sconvolto, la nazione e’ tartassata dall’alta classe signorile, occorre innalzare un Uomo meritevole, capace».
E noi possiamo aggiungere che Lee Remick era altresì una grande sostenitrice del Partito Democratico statunitense e lei ed il primo marito Bill Colleran, da cui ebbe due figli, erano buoni amici di entrambi i Kennedy, John e Robert.

L’attrice ricevette, tra i numerosi premi della sua carriera, anche il Women International Center Legacy Award nel 1990.

«E’ coraggiosa, ha un intuito straordinario, ma….ha un grande difetto fuma come una locomotrice», sentenzio Newman. Poi , sottovoce, aggiunse: «Ma guarda un po’ chi parla?! “la fornace umana delle sigarette”!!!»

Eh, gia’ perche’ ben sapevamo che il grande asso di Hollywood soleva accendere sigarette anche durante la 24 ore di Le Mans, lanciato a 125 miglia all’ora!

Lee si scusava col dire: «Vedi, viviamo in un mondo scapestrato, senza ritegno. A Hollywood fumano tutti, molti perche’ non hanno il coraggio di recitare. Ed allora anche noi ci allineiamo fumando. Ma un bel giorno smetterò di aspirare questi proiettili fumosi»

Nel 1970 la Remick si trasferì’ in Inghilterra dove girò parecchi altri film. Dagli anni ottanta l’attività televisiva della diva si fece più intensa e ricca di famosi sceneggiati e film Tv, collezionando 5 candidature ai premi Emmy.

La rividi nel 1980 durante la prima mondiale del drama cinematografico “The competition”, uno degli ultimi 67 suoi lavori. Prima che io le rivolgessi la parola, sorridendo mi disse: «Son guarita, sai, ho distrutto le sigarette ed il fumo».

Malata di cancro al fegato ed ai reni, debole ed irriconoscibile, Lee Remick apparve per l’ultima volta, in pubblico, il 29 aprile 1991. Aveva scoperto di essere malata di cancro mentre girava un film, l’ultimo, ”Dark Holyiday”per la TV. Il 2 luglio all’età di 55 anni spirava a Los Angeles e veniva cremata.

Ai funerali apparvero tra gli altri, Elizabeth Taylor, Jack Lemon e Gregory Peck.

Lino Manocchia




La nuova Chevrolet Spark: piccola con molta personalità di Lino Manocchia

Ap – Anteprima mondiale.


La nuova Chevrolet Spark:

piccola con molta personalità

di Lino Manocchia

DETROIT, 14 Novembre ’12 – Il suo stile vivace aggiunge un pizzico di brio al segmento delle

city car. Interni molto giovanili con un’originale plancia strumenti di ispirazione motociclistica arsimoniosi motori di 1.000 e 1.200 cc con emissioni di CO2 inferiori a 120 g/km. La nuova Cevrolet Spark, esposta in anteprima mondiale al Salone di Ginevra 2009, è una piccola automobile che apporta una serie di importanti innovazioni dal punto di vista dello stile, dei consumi e, come tutti i modelli della Casa del cravattino dorato, dei contenuti di prodotto.

Il suo stile personale e vivace trasmette una grande carica di energia e di brio: Spark è una pic-cola automobile che sarà piace-vole da guidare ed economi-camente conveniente possedere.

I brillanti 4 cilindri a benzina 1.000 e 1.200 cc, una carrozzeria a due volumi/5 porte e ampia versa-tilità interna,  sono destinati a fare di Chevrolet Spark una presenza molto speciale nel segmento euro-peo delle piccole.

Questo nuovo modello, la cui introduzione sul mercato è previ-

sta per l’inizio del 2010, è in pratica l’evoluzione finale del prototipo Beat, che nel 2007 ha fatto il giro dei principali saloni automobilistici insieme ad altre due piccole concept car. Beat è però quella delle tre che ha raccolto il maggior numero di consensi tra il pubblico, come testimoniano 1.900.000 preferenze che ha ricevuto via internet.

«Spark porterà una ventata di freschezza in un segmento del mercato europeo in grande espansione quale è quello delle automobili piccole» dice Wayne Brannon, Vice Presidente GM Europe-Chevrolet. «Non solo consuma poco, ma è anche funzionale ed esteticamente attraente il tutto in un ottimo rapporto qualità/prezzo».

Una questione di dimensioni

Invece di “dolce e tenera”, leggete “forte e intelligente”: questo è il messaggio insito in Spark una vettura che fa girare la testa. La piccola Chevrolet abbandona le forme classiche delle utilitarie, con un design accentuato da nervature decise che non scende a compromessi con le dimensioni di compatta continuando la rivoluzione stilistica del marchio: conferire uno stile molto attraente a prodotti dal prezzo contenuto come quelli appartenenti al segmento delle city car.

Le linee spigolose della carrozzeria evidenziano un profilo cuneiforme caratterizzato da

un’ampia superficie vetrata  bilanciata dalla presenza di fiancate sporgenti, parafanghi

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ABRUZZOpress – N. 367 del 14 novembre ’12                                                                                                                        Pag 2

pronunciati e sottili fari a goccia. La carrozzeria ha un profilo “attivo” privo di modanature in plastica e di inserti esterni.

La parte superiore dell’originale mascherina anteriore sdoppiata si inserisce nel cofano motore sagomato lateralmente attorno ai gruppi ottici anteriori. Sotto alla mascherina, la linea formata dagli alloggiamenti dei fari fendinebbia e dalla presa d’aria inferiore dà una ulteriore sensazione di movimento. I muscolosi archi passaruota posteriori, che possono ospitare cerchi da 14 o da 15 pollici, fanno sembrare la vettura “accucciata” in posizione da “ pronta a scattare “.

Le maniglie delle porte posteriori, nascoste per mantenere pulito l’aspetto degli archi passaruota, lo spoiler posteriore integrato, ed i caratteristici gruppi ottici posteriori rotondi (tipici del design Chevrolet) sono altri dettagli estetici che rendono Spark particolarmente attraente.

Decisa ed equilibrata, Chevrolet Spark è un’automobile da città con una forte personalità, un’auto piccola ma al tempo stesso orgogliosa delle sue dimensioni.

L. M.




L’Aquila. L’ALTRA ITALIA, TRA GLI ABRUZZESI E MOLISANI DI LOMBARDIA

L’ALTRA ITALIA, TRA GLI ABRUZZESI E MOLISANI DI LOMBARDIA

Su invito dell’Associazione “Raffaele Mattioli” di Milano, ancora un evento per G. Palmerini.

Nel corso dell’incontro verrà presentato anche il Premio Giornalistico Nazionale “Ilaria Rambaldi”.

L’AQUILA – Dopo numerose missioni di presentazione del suo ultimo libro “L’Altra Italia” – a L’Aquila, Paganica, Macerata, Padova, Belluno Palmanova, Trieste, Roseto degli Abruzzi, Teramo, Tornareccio, Torricella Peligna, Modica, Desenzano – ancora una trasferta in nord Italia per lo scrittore aquilano Goffredo Palmerini. Questa volta su invito dell’Associazione Abruzzesi e Molisani “Raffaele Mattioli” di Milano, domenica 18 novembre, alle ore 11, sarà a Garbagnate Monastero in Brianza presso la Sala meeting del complesso “Molera”, per un incontro conversazione sugli argomenti che il suo volume L’Altra Italia (One Group Edizioni) suscita: L’Aquila, l’Abruzzo, le loro singolarità e bellezze, l’emigrazione italiana nel mondo, i personaggi che in ogni continente fanno onore alla loro regione d’origine e all’Italia.

Nel mettere in luce le grandi risorse morali e intellettuali dell’emigrazione italiana, l’evento consentirà, a tre anni e mezzo dal tragico terremoto del 6 aprile 2009, di rafforzare i vincoli di amicizia tra L’Aquila – città della quale l’Autore è stato per quasi trent’anni amministratore e vice sindaco – e l’Associazione degli Abruzzesi e Molisani di Milano, con la gratitudine per i numerosi gesti di solidarietà espressi dalle comunità della Lombardia verso le popolazioni colpite dal sisma. L’incontro sarà aperto da una introduzione di Angelo Dell’Appennino, dinamico presidente dell’Associazione, poi la parola passerà a Goffredo Palmerini, componente del CRAM, assai noto tra le comunità abruzzesi dentro e fuori i confini nazionali per la sua intensa attività di relazione con il mondo dell’emigrazione e attraverso i suoi scritti sulla stampa, in Italia e all’estero. Lo scrittore, peraltro, nella serata di sabato 17 novembre terrà a Desenzano del Garda una conferenza, organizzata dall’Associazione culturale gardesana “I Gnari de Colatera”, su invito del suo presidente Sandro Pittigliani.

Nel corso dell’incontro di domenica, a Garbagnate, anche una finestra sul Premio Giornalistico Nazionale “Ilaria Rambaldi”, l’anno prossimo alla sua prima edizione, con una presentazione di Maria Grazia Piccinini. Ilaria Rambaldi era una studentessa universitaria di Lanciano (Chieti), deceduta sotto le macerie di una palazzina crollata a L’Aquila nel sisma del 6 aprile 2009. La madre, Maria Grazia Piccinini, avvocato di Lanciano, nel nome e in memoria della figlia, ha creato l’associazione “Ilaria Rambaldi onlus” che sta portando avanti diversi progetti, tra cui la realizzazione del Parco della Memoria a L’Aquila. Nascono così anche il Premio nazionale giornalistico, il Premio nazionale di Architettura e i Premi internazionali di composizione musicale, sezione classica e sezione leggera-pop, dedicati a Ilaria Rambaldi. Quella stessa terribile notte con Ilaria c’era anche il fidanzato Paolo Verzilli, anch’egli deceduto.  Maria Grazia Piccinini di recente ha dichiarato: “Ilaria e Paolo erano due laureandi in Ingegneria che quella notte sono morti abbracciati mentre dormivano. Ilaria aveva pregato Paolo di restare con lei quella sera, perché le scosse erano violente e lei aveva paura. Sono stati ingannati dalle rassicurazioni e dall’apparente aspetto solido del palazzo di via Campo di Fossa, che è crollato istantaneamente facendo 29 vittime”.

Il Premio si articola in tre Sezioni: la sezione Giornalismo, riservata a giornalisti e pubblicisti per articoli, servizi e inchieste pubblicati nel 2012 e riferiti ad “aspetti significativi relativi alla tutela ambientale, alla prevenzione e alla sicurezza in tutti i luoghi frequentati dall’uomo, per evitare il ripetersi di tragedie con la perdita di vite umane”; la sezione Composizione architettonica, che intende valorizzare il merito dei giovani laureati in ingegneria civile ed edile-architettura  ed attivare sinergie con le istituzioni pubbliche  sulle tematiche della sicurezza e della prevenzione; il Concorso internazionale di composizione musicale, in memoria delle vittime del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009. Il concorso si divide in due sezioni distinte per genere musicale: classico e leggero-pop. Il tema dell’edizione 2013 è: “Ilaria e Paolo verso la luce”. Sono ammessi al concorso compositori italiani e stranieri nati dopo l’1.1.1978. Il Premio “Ilaria Rambaldi” è organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, l’Università dell’Aquila e il Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma. I relativi bandi sono pubblicati su Facebook, sotto “Associazione Ilaria Rambaldi onlus”.

Dunque, ancora iniziative d’interesse nel programma autunnale dell’Associazione Abruzzesi e Molisani di Milano, fondata nel 1991 e dal 2001 ininterrottamente presieduta dal lancianese Angelo Dell’Appennino. Quasi 300 associati, il sodalizio intitolato ad un abruzzese illustre e di grande vaglia, qual è stato Raffaele Mattioli, è un presidio importante per la cultura e la promozione del brand regionale nel capoluogo lombardo, e un punto di riferimento – insieme alla consorella Associazione Abruzzesi e Molisani di Rho presieduta da Domenico D’Amico – per la numerosa comunità abruzzese e molisana che nella provincia milanese conta quasi 25 mila presenze. D’altronde l’intitolazione a Raffaele Mattioli, banchiere e grande umanista, è un viatico di qualità ed un impegno da onorare.

Raffaele Mattioli era nato nel 1895 a Vasto, in provincia di Chieti, da una famiglia di piccoli commercianti. Volontario nella prima Guerra Mondiale, ferito in battaglia e decorato al valor militare, pur senza arruolarsi tra i Legionari, partecipa all’impresa dannunziana di Fiume. Laureatosi in economia a Genova nel 1920, presto raggiunge Milano dove l’anno dopo diventa Segretario Generale della Camera di Commercio e tiene corsi all’Università Bocconi. A  trent’anni la Banca Commerciale lo assume con incarichi di rilievo, fino a diventare nel 1931 direttore generale e due anni dopo amministratore delegato. Intensa è la sua partecipazione alla vita culturale ed editoriale, che lo pone in evidenza come una figura intellettuale di grande respiro. Avido lettore di classici della letteratura, della filosofia, oltre che dell’economia, ne raccoglie rare edizioni; intrattiene fitti dialoghi con Piero Sraffa, Benedetto Croce, Riccardo Bacchelli, Federico Chabod, Gianfranco Contini, Giuseppe De Luca, Franco Rodano e con numerosi altri intellettuali.

Il mecenatismo culturale di Mattioli è assiduo e discreto, senza clamori e con eleganza di interventi, finanziando riviste, case editrici e fondazioni. Sostiene con ogni mezzo possibile, in tempo di dittatura, gli intellettuali laici e antifascisti. Nel 1942 partecipa alla stesura del manifesto del Partito d’Azione, mentre due anni dopo ospita in casa Carlo Emilio Gadda, sfollato da Firenze, sostenendolo nella sua attività di scrittore. Apparentemente contro ogni logica bancaria, Mattioli finanzia i progetti e le iniziative di Enrico Mattei in campo energetico. Convinto della funzione sociale del profitto e quindi contrario all’assistenzialismo implicito nel credito agevolato, Mattioli fa quanto può per promuovere e sostenere l’imprenditoria più innovativa. Nel 1960 lascia la carica di amministratore delegato per assumere quella di presidente. Le sue relazioni all’assemblea annuale della Banca, piccoli capolavori di raffinata eleganza linguistica, costituiscono un appuntamento molto atteso non solo nel mondo dell’economia e della finanza. Lascia la Banca nel 1972, rifiutando la presidenza onoraria. Muore l’anno successivo. La sua casa e un cospicuo fondo librario sono stati donati alla città di Vasto, mentre i volumi di economia e finanza sono entrati nel patrimonio della Fondazione che porta il suo nome, nata per raccogliere la storia del pensiero economico. Resta esemplare l’attaccamento e l’orgoglio di Raffaele Mattioli per le sue origini abruzzesi.
Questo, dunque, il retaggio cui l’Associazione Abruzzese e Molisana di Milano trae fierezza e determinazione per le sue attività in campo sociale e culturale. Tra i soci il sodalizio annovera personalità di rilievo, come l’avv. Fernando Del Re, presidente onorario dell’associazione,  principe del foro e personaggio di spicco del mondo cattolico; lo scultore Gino Masciarelli; mons. Carlo Ghidelli, già arcivescovo della diocesi di Lanciano-Ortona e fino a qualche anno fa presidente Conferenza episcopale per l’Abruzzo e Molise, oggi in pensione ritornato alla sua Milano ma sempre attivissimo; Graziano Tarantini, vice presidente banca popolare di Milano; Donato Renzetti, direttore d’orchestra di fama mondiale; Franz Di Cioccio, batterista della PFM.  E si potrebbe continuare. Per concludere, il programma della giornata del 18 novembre, come consuetudine dell’Associazione, prevede alle ore 13,00 un’agape fraterna dedicata al vino novello d’Abruzzo nel prestigioso Ristorante del “Molera”, con menu composto rigorosamente di piatti tipici della cucina abruzzese. Anche questo è un modo per promuovere il brand Abruzzo, elevando a potenza la qualità della sua gastronomia.




A Doha una svolta sul futuro della Siria

A Doha una svolta sul futuro della Siria

La Siria è la chiave di volta di una guerra fredda USA e Arabia Saudita contro l’Iran.

Dal Qatar una risposta concreta che si spera possa contribuire a risolvere

il conflitto interno siriano.

TUNISI – La Conferenza di Doha, apertasi sotto l’egida della Lega Araba la settimana scorsa, è stata indetta per trovare una leadership comune da far accettare sia dalle varie forze che rappresentano l’opposizione al regime di Assad sia dalla comunità internazionale. Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania e Turchia hanno partecipato al dibattito, e ieri è stato eletto un cristiano-comunista, George Sabra, alla guida del Consiglio Nazionale Siriano (CNS). La scelta smorza l’egemonia dei movimenti radicali islamisti che sino a tutt’oggi hanno seminato violenza e distruzione al pari delle forze lealiste, mostrando in definitiva il pluralismo del movimento di opposizione. Si dovrebbe essere costituito dunque un fronte unico di opposizione politica al regime, in grado di prendere decisioni rapide e guidare il Paese in caso di una caduta del regime di Assad. Ma in Siria continuano ad operare, dal dicembre 2011, in modo indipendente dall’Esercito di Liberazione Siriano, il braccio armato del CNS, diverse centinaia di volontari Salafiti libici e tunisini, che attualmente operano tra Homs, Idlib e Rastan. Il prioritario compito del Presidente Sabra sarà quello di ricondurre anche queste fasce estremiste sotto l’egida del CNS.

L’elezione di George Sabra a capo del CNS è anche un segnale preciso contro il regime che sino a ieri era considerato protettore delle minoranze, in particolare dei cristiani. Il Tribunale Penale Internazionale ha comunicato che ha sufficienti prove per incriminare El Assad per crimini contro l’umanità. Questo potrebbe sollecitare un intervento delle forze di coalizione occidentali a supporto del CNS. Purtroppo però, nonostante l’apparente unità d’intenti, nell’opposizione si vanno insinuando le differenze tra i vari pezzi del fronte anti-Assad, mentre le file salafite avvertono a gran voce che Assad farà la stessa fine di Muammar Gheddafi, ucciso dai ribelli a Sirte un anno fa.
Purtroppo, i due schieramenti opposti guardano solo a come vincere la guerra civile mentre si aggrava l’emergenza umanitaria. I morti sono più di 35000, la stragrande maggioranza civili, mentre negli ultimi giorni più di 10 mila profughi siriani hanno attraversato la frontiera con la Turchia. Le Nazioni Unite stimano che saranno oltre quattro milioni i siriani che necessiteranno di aiuti nel 2013, molti di questi sono già nei campi profughi in Giordania, Libano e Turchia.

Nei prossimi giorni il Presidente Obama, ormai libero da impegni elettorali, potrà concentrarsi nuovamente sul fronte “Mediterraneo allargato” e, allora, capiremo anche se la crisi siriana è destinata ad allargarsi al Golfo Persico o meno. Molto è ancora da chiarire della politica estera USA e il fatto che sia il Dipartimento di Stato che la CIA siano state decapitate (su richiesta dei singoli !!!) lascia ben sperare su un più cauto supporto armato alle forze di opposizione siriane. Qualora assieme al taglio armamenti statunitensi, dovessero subentrare anche veti finanziari sauditi per i finanziamenti occulti ai Salafiti, finalmente si potrà iniziare a parlare di “cessate il fuoco” e inizio della fase di dialogo tra le differenti fazioni. In caso contrario, il conflitto fratricida siriano è destinato a portare ancora morte e distruzione nella maniera più violenta delle guerre: quella “civile”!

Fabio Ghia




L’ALTRA ITALIA, TRA GLI ABRUZZESI E MOLISANI DI LOMBARDIA – Il 18 novembre 2012 incontro a Garbagnate Monastero

L’ALTRA ITALIA, TRA GLI ABRUZZESI E MOLISANI DI LOMBARDIA – Il 18 novembre 2012 incontro a Garbagnate Monastero

L’ALTRA ITALIA, TRA GLI ABRUZZESI E MOLISANI DI LOMBARDIA

Su invito dell’Associazione “Raffaele Mattioli” di Milano, ancora un evento per G. Palmerini.

Nel corso dell’incontro verrà presentato anche il Premio Giornalistico Nazionale “Ilaria Rambaldi”.

L’AQUILA – Dopo numerose missioni di presentazione del suo ultimo libro “L’Altra Italia” – a L’Aquila, Paganica, Macerata, Padova, Belluno Palmanova, Trieste, Roseto degli Abruzzi, Teramo, Tornareccio, Torricella Peligna, Modica, Desenzano – ancora una trasferta in nord Italia per lo scrittore aquilano Goffredo Palmerini. Questa volta su invito dell’Associazione Abruzzesi e Molisani “Raffaele Mattioli” di Milano, domenica 18 novembre, alle ore 11, sarà a Garbagnate Monastero in Brianza presso la Sala meeting del complesso “Molera”, per un incontro conversazione sugli argomenti che il suo volume L’Altra Italia (One Group Edizioni) suscita: L’Aquila, l’Abruzzo, le loro singolarità e bellezze, l’emigrazione italiana nel mondo, i personaggi che in ogni continente fanno onore alla loro regione d’origine e all’Italia.

Nel mettere in luce le grandi risorse morali e intellettuali dell’emigrazione italiana, l’evento consentirà, a tre anni e mezzo dal tragico terremoto del 6 aprile 2009, di rafforzare i vincoli di amicizia tra L’Aquila – città della quale l’Autore è stato per quasi trent’anni amministratore e vice sindaco – e l’Associazione degli Abruzzesi e Molisani di Milano, con la gratitudine per i numerosi gesti di solidarietà espressi dalle comunità della Lombardia verso le popolazioni colpite dal sisma. L’incontro sarà aperto da una introduzione di Angelo Dell’Appennino, dinamico presidente dell’Associazione, poi la parola passerà a Goffredo Palmerini, componente del CRAM, assai noto tra le comunità abruzzesi dentro e fuori i confini nazionali per la sua intensa attività di relazione con il mondo dell’emigrazione e attraverso i suoi scritti sulla stampa, in Italia e all’estero. Lo scrittore, peraltro, nella serata di sabato 17 novembre terrà a Desenzano del Garda una conferenza, organizzata dall’Associazione culturale gardesana “I Gnari de Colatera”, su invito del suo presidente Sandro Pittigliani.

Nel corso dell’incontro di domenica, a Garbagnate, anche una finestra sul Premio Giornalistico Nazionale “Ilaria Rambaldi”, l’anno prossimo alla sua prima edizione, con una presentazione di Maria Grazia Piccinini. Ilaria Rambaldi era una studentessa universitaria di Lanciano (Chieti), deceduta sotto le macerie di una palazzina crollata a L’Aquila nel sisma del 6 aprile 2009. La madre, Maria Grazia Piccinini, avvocato di Lanciano, nel nome e in memoria della figlia, ha creato l’associazione “Ilaria Rambaldi onlus” che sta portando avanti diversi progetti, tra cui la realizzazione del Parco della Memoria a L’Aquila. Nascono così anche il Premio nazionale giornalistico, il Premio nazionale di Architettura e i Premi internazionali di composizione musicale, sezione classica e sezione leggera-pop, dedicati a Ilaria Rambaldi. Quella stessa terribile notte con Ilaria c’era anche il fidanzato Paolo Verzilli, anch’egli deceduto.  Maria Grazia Piccinini di recente ha dichiarato: “Ilaria e Paolo erano due laureandi in Ingegneria che quella notte sono morti abbracciati mentre dormivano. Ilaria aveva pregato Paolo di restare con lei quella sera, perché le scosse erano violente e lei aveva paura. Sono stati ingannati dalle rassicurazioni e dall’apparente aspetto solido del palazzo di via Campo di Fossa, che è crollato istantaneamente facendo 29 vittime”.

Il Premio si articola in tre Sezioni: la sezione Giornalismo, riservata a giornalisti e pubblicisti per articoli, servizi e inchieste pubblicati nel 2012 e riferiti ad “aspetti significativi relativi alla tutela ambientale, alla prevenzione e alla sicurezza in tutti i luoghi frequentati dall’uomo, per evitare il ripetersi di tragedie con la perdita di vite umane”; la sezione Composizione architettonica, che intende valorizzare il merito dei giovani laureati in ingegneria civile ed edile-architettura  ed attivare sinergie con le istituzioni pubbliche  sulle tematiche della sicurezza e della prevenzione; il Concorso internazionale di composizione musicale, in memoria delle vittime del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009. Il concorso si divide in due sezioni distinte per genere musicale: classico e leggero-pop. Il tema dell’edizione 2013 è: “Ilaria e Paolo verso la luce”. Sono ammessi al concorso compositori italiani e stranieri nati dopo l’1.1.1978. Il Premio “Ilaria Rambaldi” è organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, l’Università dell’Aquila e il Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma. I relativi bandi sono pubblicati su Facebook, sotto “Associazione Ilaria Rambaldi onlus”.

Dunque, ancora iniziative d’interesse nel programma autunnale dell’Associazione Abruzzesi e Molisani di Milano, fondata nel 1991 e dal 2001 ininterrottamente presieduta dal lancianese Angelo Dell’Appennino. Quasi 300 associati, il sodalizio intitolato ad un abruzzese illustre e di grande vaglia, qual è stato Raffaele Mattioli, è un presidio importante per la cultura e la promozione del brand regionale nel capoluogo lombardo, e un punto di riferimento – insieme alla consorella Associazione Abruzzesi e Molisani di Rho presieduta da Domenico D’Amico – per la numerosa comunità abruzzese e molisana che nella provincia milanese conta quasi 25 mila presenze. D’altronde l’intitolazione a Raffaele Mattioli, banchiere e grande umanista, è un viatico di qualità ed un impegno da onorare.

Raffaele Mattioli era nato nel 1895 a Vasto, in provincia di Chieti, da una famiglia di piccoli commercianti. Volontario nella prima Guerra Mondiale, ferito in battaglia e decorato al valor militare, pur senza arruolarsi tra i Legionari, partecipa all’impresa dannunziana di Fiume. Laureatosi in economia a Genova nel 1920, presto raggiunge Milano dove l’anno dopo diventa Segretario Generale della Camera di Commercio e tiene corsi all’Università Bocconi. A  trent’anni la Banca Commerciale lo assume con incarichi di rilievo, fino a diventare nel 1931 direttore generale e due anni dopo amministratore delegato. Intensa è la sua partecipazione alla vita culturale ed editoriale, che lo pone in evidenza come una figura intellettuale di grande respiro. Avido lettore di classici della letteratura, della filosofia, oltre che dell’economia, ne raccoglie rare edizioni; intrattiene fitti dialoghi con Piero Sraffa, Benedetto Croce, Riccardo Bacchelli, Federico Chabod, Gianfranco Contini, Giuseppe De Luca, Franco Rodano e con numerosi altri intellettuali.

Il mecenatismo culturale di Mattioli è assiduo e discreto, senza clamori e con eleganza di interventi, finanziando riviste, case editrici e fondazioni. Sostiene con ogni mezzo possibile, in tempo di dittatura, gli intellettuali laici e antifascisti. Nel 1942 partecipa alla stesura del manifesto del Partito d’Azione, mentre due anni dopo ospita in casa Carlo Emilio Gadda, sfollato da Firenze, sostenendolo nella sua attività di scrittore. Apparentemente contro ogni logica bancaria, Mattioli finanzia i progetti e le iniziative di Enrico Mattei in campo energetico. Convinto della funzione sociale del profitto e quindi contrario all’assistenzialismo implicito nel credito agevolato, Mattioli fa quanto può per promuovere e sostenere l’imprenditoria più innovativa. Nel 1960 lascia la carica di amministratore delegato per assumere quella di presidente. Le sue relazioni all’assemblea annuale della Banca, piccoli capolavori di raffinata eleganza linguistica, costituiscono un appuntamento molto atteso non solo nel mondo dell’economia e della finanza. Lascia la Banca nel 1972, rifiutando la presidenza onoraria. Muore l’anno successivo. La sua casa e un cospicuo fondo librario sono stati donati alla città di Vasto, mentre i volumi di economia e finanza sono entrati nel patrimonio della Fondazione che porta il suo nome, nata per raccogliere la storia del pensiero economico. Resta esemplare l’attaccamento e l’orgoglio di Raffaele Mattioli per le sue origini abruzzesi.
Questo, dunque, il retaggio cui l’Associazione Abruzzese e Molisana di Milano trae fierezza e determinazione per le sue attività in campo sociale e culturale. Tra i soci il sodalizio annovera personalità di rilievo, come l’avv. Fernando Del Re, presidente onorario dell’associazione,  principe del foro e personaggio di spicco del mondo cattolico; lo scultore Gino Masciarelli; mons. Carlo Ghidelli, già arcivescovo della diocesi di Lanciano-Ortona e fino a qualche anno fa presidente Conferenza episcopale per l’Abruzzo e Molise, oggi in pensione ritornato alla sua Milano ma sempre attivissimo; Graziano Tarantini, vice presidente banca popolare di Milano; Donato Renzetti, direttore d’orchestra di fama mondiale; Franz Di Cioccio, batterista della PFM.  E si potrebbe continuare. Per concludere, il programma della giornata del 18 novembre, come consuetudine dell’Associazione, prevede alle ore 13,00 un’agape fraterna dedicata al vino novello d’Abruzzo nel prestigioso Ristorante del “Molera”, con menu composto rigorosamente di piatti tipici della cucina abruzzese. Anche questo è un modo per promuovere il brand Abruzzo, elevando a potenza la qualità della sua gastronomia.




SPECIALE ‘BATTISTELLA’ SU ‘IL GIORNALE DEL LUSSO’

SPECIALE ‘BATTISTELLA’ SU ‘IL GIORNALE DEL LUSSO’

BATTISTELLA: SIAMO GIOVANI E SIAMO RIMASTI IN ITALIA A LAVORARE! E’
UN’ITALIA CHE VA MALE, SI SA, MA LE COSE SI POSSONO CAMBIARE. SPERIAMO
DI RAPPRESENTARE UNA SPERANZA PER TUTTI I RAGAZZI DELLA NOSTRA
GENERAZIONE

“E’ una grande soddisfazione. Non capita tutti i giorni a un
produttore veneto di Prosecco di ricevere le attenzioni di un giornale
specializzato nel mondo del ‘lusso’ come ‘il Giornale del Lusso’,
testata de ‘il Giornale’. Questo speciale premia il lavoro di tutta la
squadra Battistella: dai nostri genitori e fratelli in vigna, al nonno
Fioravante in cantina, dagli agenti e partner commericlai in giro per il
mondo a noi che in prima linea ci occupiamo del marketing e del
branding. Questo nuovo riconoscimento conferma che la qualità del Made
in Italy è la sola arma disponibile per vincere nei mercati
internazionali, continueremo con la passione e la determinazione di
sempre a proporre Prosecco DOP di qualita’!” commenta Mirco Battistella,
ventisettenne, fondatore dell’omonima azienda produttrice di Prosecco
DOP destinato al mercato HoReCa di fascia alta.

“Essere definiti ‘il Prosecco del lusso’, come gia’ hanno fatto ‘La
Stampa’ e alcuni altri giornali di settore, e’ per noi motivo di grande
soddisfazione. Essere riconosciuti tra le best practise all’interno del
Distretto e’ altro motivo di grande orgoglio. Io e Andrea siamo entrambi
27enni e solo 3 anni fa, quando abbiamo lansciato il brand, tutto cio’
ci sarebbe sembrato un sogno. Ma i sogni possono diventare realta’, se
con passione e determinazione ci si rimbocca le maniche e si scende ‘in
campo’ a lavorare. Noi l’abbiamo fatto e ora i risultati si vedono: oggi
‘il Giornale del Lusso’ parla di noi in uno speciale,
http://www.ilgiornaledellusso.it/2012/11/13/lasia-brinda-con-prosecco-dop/,
ieri abbiamo iniziato a lavorare con un importante distributore di Abu
Dhabi, qualche settimana fa Barack Obama ha brindato con le nostre
bollicine al suo compleanno, la Biennale di Venezia ci ha scelto come
perlage ufficiale delle serate di Gala a Privee Italia e tutti i
produttori di ‘ProFAKEo’ (finto Prosecco ndr) in giro per il mondo ci
detestano, poiche’ abbiamo lanciato qualche mese fa una campagna di
comunicazione contro l’abuso di Italian Sounding nel mondo del Prosecco”
continua Mirco.
“Io e Andrea siamo entrambi classe ’85. Qualche anno fa, dopo laurea e
master, indicesi se rimanere o no in questo Paese, abbiamo optato per
restare, rimboccarci le maniche e iniziare a produrre nettare di Bacco
con l’aiuto di genitori e nonni, da sempre nel settore. E stato molto
difficile: il sistema Paese fa davvero schifo… solo il coraggio e la
determinazione a voler cambiare nel nostro piccolo le cose ci ha
permesso di sopravvivere e, oggi, di essere una piccola azienda con i
bilanci non in rosso, cosa ne’ scontata, ne’ banale. Produciamo vini di
qualita’, siamo sensibili alla responsabilita’ sociale d’impresa,
rispettosi della tradizione, ma strizziamo l’occhio al design e al
futuro. Speriamo che il nostro prossimo progetto, i ‘vini funzionali’
abbiamo lo stesso successo del Prosecco extra dry Millesimato DOP e
speriamo che la nostra storia sia vista come una speranza per tutti quei
ragazzi della nostra generazione, al momento meno fortunati di noi”
conclude Mirco Battistella.

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GRAZIE PER AIUTARCI A COMUNICARE!
ANDREA E MIRCO
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Battistella, il Prosecco