Abruzzo. Romanì Week 2022: l’ attivista Giulia DI Rocco a Bruxelles

 Il 18 maggio 2022 Giulia Di Rocco romnì italiana originaria di Pratola Peligna (AQ) residente a Lanciano ( CH)  sarà a Bruxelles presso il Parlamento Europeo per la settimana Romanì 2022. Unica romnì italiana Abruzzese  a rappresentare l’Italia per questo importante evento.

La Romani Week 2022 consiste in una serie di eventi dedicati dal Parlamento Europeo ai Rom in Europa, la più grande minoranza etnica europea e tuttavia la più discriminata. Quest’anno la Romani Week 2022 sarà organizzata dal 16 al 19 maggio nella sede del Parlamento Europeo, a Bruxelles. Mira a discutere le politiche post 2020 per l’uguaglianza e l’inclusione dei rom. Inviterà le istituzioni europee e gli Stati membri a porre la lotta contro l’antiziganismo in primo piano negli sforzi sociali ed economici per l’inclusione dei rom ea garantire la loro partecipazione in tutti i settori della vita pubblica . la grande novità è che per la prima volta è stata invitata anche una romnì abruzzese a prenderne parte e  parlerà della situazione dei bambini rom in Europa e in Italia.




NOMINA NEL BOARD AIAE, A NEW YORK, PER GOFFREDO PALMERINI

Prestigiosa nomina a New York per il giornalista e scrittore aquilano Goffredo Palmerini. L’AIAE (Association Italian American Educators), istituzione culturale composta da italianisti, intellettuali ed accademici operanti nell’area di New York, presieduta dalla docente e giornalista Cav. Josephine Buscaglia Maietta, ha infatti nominato Palmerini nell’ Advisory Board, quale componente dell’organismo direttivo.

Dell’Advisory Board, il Consiglio dell’associazione che con l’Executive Board e il Committee Chairs costituisce la governance dell’istituzione, fanno parte figure di primo piano del mondo culturale ed accademico della Grande Mela. Nell’organismo Palmerini – l’unico non residente negli Stati Uniti – sarà insieme a Mario Fratti, anch’egli aquilano (nato a L’Aquila nel 1927) che vive a New York dal 1963, docente emerito della Columbia University e dell’Hunter College, tra i drammaturghi più famosi attraverso le sue commedie, tradotte in ventuno lingue e rappresentate nei teatri di tutto il mondo.

Questa l’attuale composizione dell’Advisory Board: Vito DeSimone (Stony Brook University) – Maria Palandra (rettrice Scuola d’Italia, New York) – Salvatore LaGumina (State University New York) – Leopoldo Cimini – Robert Alfano (City College New York) – Mario Fratti (drammaturgo) – Tony Lo Bianco (attore) – Pellegrino D’Acierno (Hofstra University) – Angelo Gimondo (presidente Italian Heritage & Culture Commettee, New York) – Anthony Tamburri (direttore Calandra Italian American Institute) – Fred Gardaphe (Queens College CUNY) – Joseph Scelsa (presidente Italian American Museum) – Daniela Gioseffi (scrittrice) – Irma Evangelista (docente) – Carmela P. Leonardi (docente) – Joseph Leonardi – Goffredo Palmerini (giornalista, scrittore) – Ferdinand J. Visco (cardiologo).

AIAE (https://www.aiae.net) ha per scopo la promozione della cultura italiana e italoamericana specie verso le giovani generazioni, con borse di studio, stage, programmi di lavoro estivi e contratti di lavoro a breve termine per gli studenti. E’ stata fondata, ed è organizzata, da un gruppo di insegnanti e professori italoamericani, con lo scopo di valorizzare l’immagine e la presenza italoamericana nel mondo accademico.

AIAE promuove, infatti, politiche educative e nel campo della formazione universitaria che abbiano riflessi positivi sugli italoamericani; sostiene l’istruzione con progetti pertinenti; favorisce lo sviluppo professionale dei docenti; sponsorizza il Programma Ponte Scholarship Program, un corso di studi sull’Italia contemporanea a Roma o in altre città italiane, pensato per studenti di università e scuole superiori italoamericane. Infine, conferisce riconoscimenti e premi d’eccellenza ad educatori italoamericani e leader della comunità per i risultati conseguiti nella loro professioni.




Giulianova. Il Circolo “Colibrì”, di nuovo in Senegal, getta le basi per il rafforzamento del gemellaggio tra Giulianova e Dakar, e per la creazione di nuove opportunità di cooperazione.

Il Sindaco Jwan Costantini: “ Ringraziamo Ambra Di Pietro ed Egidio Casati per il loro impegno a favore dell’ampliamento dei comuni orizzonti culturali e di investimento”. Ambra Di Pietro ed Egidio Casati sono da diversi giorni in Senegal. Il Circolo Colibrì di Giulianova, attraverso di loro, è dunque di nuovo presente a Sindia, il villaggio dove l’associazione giuliese opera da anni e dove sono state realizzate scuole, attrezzati ospedali e scavati pozzi d’acqua potabile. Ieri, sono stati ricevuti dal neo sindaco della capitale Dakar, Barthelemy Dias. “Un primo cittadino giovane, dinamico, intuitivo e con una gran voglia di fare – commenta Ambra Di Pietro, che del Colibrì è fondatrice e presidente – Dias, che peraltro è di religione cristiana, ha assicurato di voler rafforzare il gemellaggio già posto in essere con la città di Giulianova. Sua intenzione è avviare nuovi progetti di cooperazione, che potrebbero rappresentare un’opportunità per le nostre aziende.” Interessato e ben disposto, sotto questo punto di vista, il Sindaco di Giulianova Jwan Costantini. “ Ringrazio innanzitutto il Colibrì – ha detto – per l’azione umanitaria che da anni sta promuovendo in Senegal e per la collaborazione prestata, in più occasioni, anche alla nostra città. Questa Amministrazione è aperta e disponibile ad ogni forma di dialogo e cooperazione che punti all’allargamento degli orizzonti culturali e imprenditoriali di entrambe le comunità”.




Vola, Vola, Vola: i cento anni del canto degli abruzzesi nel mondo

 

Se ne parla ampiamente nell’ultimo numero del periodico Abruzzo nel Mondo, in un articolo di Sergio Bini. Il bimestrale si apre con le riflessioni del prof. Nicola Mattoscio sul futuro dell’Ucraina pacificata, in una auspicabile prospettiva europea e con l’articolo di Dom Serafini relativo al Gala del Niaf a New York, che ha visto la presenza del presidente della Regione Marco Marsilio.

Altri articoli riguardano i cento anni del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, l’evento in Germania legato alla mostra fotografica “Transumanza” di Herbert Grabe, le riflessioni di Gianni Melilla sul fenomeno della “spopolazione” in Abruzzo, riprendendo le tesi sviluppate mezzo secolo fa nel saggio di Giuseppe Bolino, un raro studio sull’emigrazione abruzzese.

L’intensa vita di Mario Setta, recentemente scomparso, viene delineata da Goffredo Palmerini, mentre in un altro articolo di Maria Rosaria La Morgia viene analizzato quello che fu il suo instancabile impegno per la realizzazione del Sentiero della Libertà (Freedom Trail) e per la sdemanializzazione di Campo 78, l’ex campo di prigionia di Fonte d’Amore a Sulmona.

Antonio Bini illustra le iniziative dirette a ricordare Carlo D’Aloisio da Vasto, pittore, illustratore e giornalista.Valeria Di Santo La Penna, presidente dell’Associazione Abruzzesi degli Emirati Arabi Uniti, offre una sintesi conclusiva dell’Expo di Dubai. Il prof. Silvino D’Ercole ricorda Gianni Cacchione, argentiere noto a livello internazionale, richiesto anche dai reali inglesi. Odoardo Di Santo, da Toronto, ricorda l’amico Antonio Falconio, già presidente della Regione Abruzzo. Gino Melchiorre descrive la storia del ristorante londinese “La Gaffe” aperto sessanta anni fa da Bernardo Stella, emigrato dall’Abruzzo.

Altri articoli riguardano le mostre di Ettore Spalletti, appena conclusasi a New York e quella dedicata a Joseph Beuys presso l’Imago Museum di Pescara, i successi del romanzo L’Arminuta di Donatella Di Pietrantonio, la presentazione del Cammino grande di Celestino tra Roma e Vieste, il salvataggio del monumento dedicato a Colombo nella città di Syracuse, l’elezione del prof. Mattoscio a presidente dell’Associazione nazionale Reduci dalla Prigionia (A.N.R.P), la presenza dell’ambasciatore tedesco Viktor Elbling a Onna per ricordare il terremoto del 2009, e quindi Navelli, al quarto posto nella classifica dell’edizione 2022 dei comuni dei borghi più belli d’Italia. Il numero della rivista è liberamente consultabile sul sito www.abruzzomondo.it




Giulianova. Giovanni e James Paranzino di San Francisco ricevuti oggi in municipio dal Sindaco Jwan Costantini. I due cittadini americani in vacanza  a Giulianova per conoscere la città e le proprie origini.

 

Giulianova – Mattinata “a stelle e strisce”, quella di oggi, in municipio. Il Sindaco Jwan Costantini ha ricevuto, attorno alle 11, James e Giovanni Paranzino, arrivati a Giulianova dalla baia di San Francisco per riannodare i fili della memoria e fare luce su un passato familiare che, proprio a Giulianova, affonda le sue radici. Ad essere accolti e salutati, dunque, James Paranzino, regional manager negli States, e suo padre Giovanni, rispettivamente pronipote e nipote, da parte materna,  di Francesco Di Giandomenico e Francesca Maria Concetta Federici, emigrati negli Usa oltre un secolo fa. Gli uffici comunali, dopo essere stati contattati da Paranzino, hanno   affidato storie e persone al ricercatore storico Walter De Berardinis, che ha ricostruito l’intero albero genealogico della famiglia. Oggi, nella stanza del Sindaco, hanno fatto il loro ingresso i due cittadini americani. Con loro, oltre a De Berardinis, anche l’avvocato  Giuseppe Di Giandomenico, il “cugino ritrovato ” di Giovanni, la professoressa Vanessa Ridolfi e la studentessa Eleonora Montini, che hanno fatto da prezioso tramite, non solo linguistico, ma anche nell’ottica di un possibile contatto tra il Liceo “Marie Curie” di Giulianova e un istituto scolastico di San Francisco. Molto contento il Sindaco di ricevere gli ospiti, ed entusiasti, questi ultimi, dell’accoglienza ricevuta. A loro l’ Amministrazione comunale ha donato una pergamena di benvenuto, con l’invito a tornare presto e a stare più a lungo. La visita è poi proseguita negli uffici dell’ Anagrafe comunale, dove i Paranzino hanno sfogliato i registri contenenti gli atti di nascita e di matrimonio. Una scoperta emozionante per tutti leggere nelle antiche annotazioni, scritte in bella grafia, le testimonianze di un passato,  lontano nel tempo,   ma vicino, adesso, negli occhi e nel ricordo




Sarà presentato il 12 marzo a Mar del Plata il docufilm musicale “El Vestido de Dora” di Maxi Manzo

 

Sostenuto dal CRAM, era rientrato tra i progetti finanziati dalla Regione Abruzzo
per contribuiti destinati alle Associazioni di abruzzesi nel mondo

Esiste un’altra Italia nel mondo composta da circa ottanta milioni di persone che sognano di
tornare nei luoghi da cui sono partiti gli avi per scoprire le proprie origini e risanare la ferita
provocata dallo sradicamento dell’albero genealogico. Sono gli oriundi italiani residenti
all’estero che compiono un “viaggio delle radici” in Italia per ritrovare la propria identità
individuale e collettiva.
Maxi Manzo è un giovane italo argentino, artista e membro del CRAM – Consiglio Regionale
Abruzzesi nel Mondo – , che da sempre ha un legame speciale con le sue radici italiane e che, nel
periodo della pandemia da Covid-19, ha compiuto un'intensa ricerca della sua storia familiare, che
lo ha portato a raccontare il suo viaggio alla scoperta delle radici, con il progetto interculturale e
docufilm musicale “El Vestido de Dora”.
Il documentario sarà presentato in anteprima il 12 marzo alle ore 17, nel prestigioso
museo MAR della città di Mar del Plata, evento organizzato dal Consolato d'Italia a Mar del
Plata e dal suo console Santo Purello, con la partecipazione speciale per la prima volta nella
circoscrizione consolare dell'ambasciatore italiano in Argentina Fabrizio Lucentini.
Prevista la presenza di vari settori della comunità italiana di Mar del Plata e dell'Argentina:
dal Vice Presidente del CRAM Abruzzo, Cav. Marcelo Castello, a Marina Gabrieli a nome
dell'Associazione Raiz Italiana, da Veronica Morello rappresentante ufficio ENIT Buenos Aires,
a Marcelo Carrara consigliere argentino CGIE e Alberto Becchi presidente COMITES, Mar del
Plata.
Il documentario vuole mostrare, attraverso una profonda ricerca personale, gli effetti dello
sradicamento forzato all’interno di un nucleo familiare emigrato dall’Italia e che si ripercuotono
sulle generazioni future. Questo avviene con alcune semplici azioni della vita quotidiana, trasmesse
di generazione in generazione, che possono risvegliare un’infinità di emozioni e che vengono
canalizzate attraverso l’immaginazione dell’individuo. Altre azioni più complesse, invece,
permangono nell’inconscio familiare influendo sulla personalità di un soggetto, come una ferita da
guarire.
Tutto parte delle testimonianze dei nonni italiani emigrati in Argentina che rievocano passaggi
della loro vita, in un momento attuale di solitudine e introspezione. Attraverso i filmati
dell'archivio di famiglia il viaggio continua con il racconto della comunità italiana d’oltreoceano,
con la nascita delle famiglie italo-argentine negli anni ’60, con l’adozione di nuovi costumi che si
sviluppano attraverso la fusione delle tradizioni di entrambi i Paesi. In alcuni momenti si
percepiranno fasi di negazione, di nostalgia, di rabbia, ma tutto ciò non impedirà la nascita della
vita associativa negli anni ’70 e ’80. Nel docufilm si parla anche di quello che la comunità italiana,
attraverso la sua rete associativa, ha dato al protagonista, così come a tanti altri giovani: la
possibilità di realizzare i loro sogni e di esprimere le loro vocazioni.
Oggi, il mondo globalizzato, i nipoti degli italiani sono stati in grado di ricostruire l’albero
genealogico, di connettersi con le famiglie italiane, di comprendere da dove vengono anche
attraverso il viaggio delle radici, quindi percorrendo i paesini e i campi di cui tanto hanno sentito
parlare nei racconti dei nonni. Vogliono sentirsi italiani, vogliono vivere l’Italia, scoprire la sua vera

essenza, far conoscere le sue storie. A volte vengono delusi dalla realtà che non coincide con
l’immaginazione e il sogno, così si ostinano a cercarla nei luoghi in cui pensano che possa ancora
continua a vivere. Tuttavia, si sentono ambasciatori dell’Italia e sono orgogliosi di condividere le
proprie radici con molte persone nel mondo.
Il progetto ha il patrocinio della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche
Migratorie del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Dichiarato di interesse dall'onorevole Consiglio Deliberativo del “Partido de General Pueyrredón”.
Con il sostegno di: REGIONE ABRUZZO (CRAM) Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel
Mondo, REGIONE MOLISE, Rapporti con i molisani nel mondo e CONSOLATO D’ITALIA di
Mar del Plata. Con la collaborazione di: Associazione Raíz Italiana, Governo della Città di
Buenos Aires (Direzione Generale delle Collettività), ENIT – Ente Nazionale Italiano per il
Turismo – Sede Buenos Aires, Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires.
PRODUZIONE: MAXI MANZO
REGIA: MATI LONG
MONTAGGIO: MATI LONG
SCENEGGIATURA: MAXI MANZO
REVISIONE SCENEGGIATURA: CELESTE VELEDA
DIREZIONE MUSICALE: JULIÁN GÁNDARA
PAESI: ARGENTINA/ITALIA ANNO: 2022.




RUSSIA-UCRAINA: BANCHI ALIMENTARI EUROPEI ESTENDONO I LORO SFORZI

Continua l’invio di aiuti di emergenza agli ucraini, mentre continuano la loro ordinaria attività e aiutano le organizzazioni caritative che assistono le persone in difficoltà in questi paesi

Il 7 marzo la Conferenza dei Presidenti della European Food Banks Federation (FEBA) si è riunita per raccogliere aggiornamenti dai membri più colpiti dalla crisi in Ucraina. FEBA ha anche condiviso con i suoi membri informazioni sulla campagna #AllTogether4Ukraine e sulle azioni intraprese.

“Siamo colpiti e profondamente commossi dall’impegno dei nostri membri e di tutti coloro che ci stanno aiutando”, ha detto Jacques Vandenschrik, presidente della European Food Banks Federation (FEBA). “Tuttavia, abbiamo bisogno di più aiuto. C’è bisogno di cibo in Ucraina e in Moldavia. Abbiamo bisogno di cibo non deperibile, cibo per bambini, cibo pronto da mangiare e acqua. Abbiamo anche bisogno di fondi per consegnare il cibo e rafforzare la nostra logistica. Chiediamo a tutti di unirsi alla nostra campagna #AllTogether4Ukraine”.

Tutti i membri FEBA sono mobilitati mentre la situazione sta rapidamente cambiando e diventando più drammatica, soprattutto in Ucraina e Moldavia. La Kiev City Charity Foundation “Food Bank” in Ucraina è ancora in funzione a Kiev e aiuta l’ospedale che è senza cibo. A Kiev le ultime scorte di cibo si stanno esaurendo. Il Banco Alimentare ha anche creato due centri temporanei di ridistribuzione a Chernivsti e Leopoli, dove Toidupank, membro FEBA in Estonia, ha consegnato 33 pallet di cibo. Due camion di cibo arriveranno a Chernivsti. Banca de Alimente in Moldavia sta aiutando i rifugiati che stanno fuggendo, oltre a ridistribuire cibo agli enti di beneficenza ucraini vicino a Odessa. Banca pentru Alimente in Romania e Federacja Polskich Banków Żywności in Polonia stanno fornendo cibo ai rifugiati e consegnando cibo all’Ucraina a Chernivsti e Leopoli.

Lanciata il 1 marzo, la campagna #AllTogether4Ukraine mira ad aiutare il popolo ucraino sostenendo i membri FEBA in Ucraina e nei paesi vicini come Ungheria, Moldavia, Polonia, Romania e Slovacchia.

Questi sono i risultati fino ad oggi:

  • FEBA ha raccolto 1,8 milioni € da aziende, fondazioni, organizzazioni, membri FEBA e privati. Questo importo è destinato a sostenere i membri FEBA colpiti dalla crisi per un mese con consegne settimanali di cibo per garantire cibo sufficiente ma senza gravare sulla gestione logistica del cibo ricevuto. 435.000 € sono stati destinati alla consegna di cibo al membro FEBA in Romania, Federația Băncilor pentru Alimente din România (FBAR). FBAR fungerà da hub per FEBA per ridistribuire il cibo agli ucraini a Chișinău in Moldavia, dove le stime prevedono l’arrivo di 200.000 rifugiati. Il cibo sarà ridistribuito alla Banca pentru Alimente a Bucarest, Cluj, Brasov, Oradea e Roman in Romania, dove sono presenti 95.000 rifugiati dei 285.000 entrati nel paese. 190.000 rifugiati, invece, hanno già proseguito verso altri paesi dell’Europa occidentale. Il cibo raggiungerà anche Chernivsti, Leopoli e Odessa in Ucraina. FEBA sta anche sostenendo l’acquisto urgente di attrezzature per la movimentazione del cibo e il finanziamento di altri costi logistici (un magazzino a Chișinău (Moldova), 6 furgoni, 6 attrezzature elettriche di movimentazione, personale temporaneo), in Moldavia e Romania per garantire una logistica efficiente di questi sforzi inaspettati per aiutare i rifugiati e le loro normali attività quotidiane.
  • FEBA ha mobilitato le imprese alimentari, partner di FEBA, per ottenere aiuti e consegnare cibo ai suoi membri in Ucraina, Moldova, Romania e Polonia.

La European Food Banks Federation chiede ad aziende, fondazioni, organizzazioni e privati cittadini ad unirsi alla campagna. Per continuare a sostenere il popolo ucraino dona su https://www.eurofoodbank.org/feba-supports-ukraine/donation-ukraine/ 

Per maggiori info sulla campagna clicca qui: www.eurofoodbank.org/feba-supports-ukraine 




Sulmona. Stefania Maria Tollis: una giovane imprenditrice abruzzese che ha creato la sua azienda da zero ed ora è conosciuta a livello mondiale.

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Stefania tollis

Questa è la storia di una giovane imprenditrice abruzzese che ha creato la sua azienda da zero ed ora è conosciuta a livello mondiale.

Stefania nata nel 1979, diplomata all’istituto tecnico commerciale indirizzo programmatore di Sulmona ha proseguito i suoi studi informatici a Milano, poi ha lavorato a Roma in un’azienda come sviluppatore di applicazioni e-business. Tornata a Sulmona nel 2005 innamorata dei prodotti artigianali abruzzesi ha aperto piccole attività commerciali di artigianato locale, nel 2006 ha esposto negli Emirati Arabi. Dal 2016 ha iniziato una nuova avventura dando vita ad un sito e-commerce dafnedesign.com.

“una notte – ricordo erano le 3:00 del mattino di un giorno di settembre del 2016 – afferma Stefania – mia figlia aveva due anni e mi dormiva accanto – ebbi un’illuminazione: presi subito carta e penna e cominciai a buttare giù una bozza delle mille idee che mi correvano nella mente (chissa’ perchè di notte si pensa di più…) , dalle più semplici alle più complesse, da dove potevo cominciare, dal tempo che avevo a disposizione, dalle mie capacità e da cio’ che avevo studiato; quindi mi sono chiesta: “cosa so fare?”,  allora la piccola “bozza” di appunti si è, giorno dopo giorno, sviluppata in un accurato ed approfondito piano commerciale e, con la forza  di donna e madre, mi sono rimboccata le maniche e ho messo in pratica ciò che avevo pensato di fare, studiando e lavorando sul progetto ogni giorno e, certe volte, anche di notte.”

E’ dal 2016 che Stefania con la sua azienda è presente sul web, prima il suo sito aveva pochi articoli, ora sono diverse decine di migliaia, tutti prodotti Made in Italy di alta qualità artigianale per l’arredo della casa.

Ha spedito dapprincipio in tutta Italia, poi in tutta Europa, ora gli ordini arrivano dal Giappone, dall’America, dal Nord Africa, dall’Australia.

Recentemente è stata contattata da Amazon per dare la sua testimonianza come donna imprenditrice nella sezione storie di successo al femminile, fra migliaia di imprenditori italiani è una delle poche presente nella vetrina Made in Italy di Amazon.

“Ho sempre pensato che l’Italia avesse molto da offrire, le bellezze italiane sono infinite: dall’arte all’artigianato, dal cibo alla moda… gli italiani sono belli, con tutti i loro pregi e anche tutti i loro difetti! 🙂 anche se le notizie che sentivo sulla “crisi” e di dover trasferirsi all’estero per avere opportunità lavorative erano scoraggianti, ho creduto fermamente nelle potenzialità che il Made in Italy potesse offrire.

Ho cercato per tutta Italia, regione per regione, paese per paese, cose “belle”… oggetti particolari e di fattura di pregio che avrei potuto offrire.” – continua Stefania – “La mia azienda conosciuta col marchio registrato a livello Mondiale “Dafne Italian Design”, lavora con Amazon dal 2017 e si ingrandisce sempre di più.. anno dopo anno e insieme a me lavorano tutti quegli artigiani, persone come me.. molte sono Donne come me! Spero che questa mia piccola storia possa essere di ispirazione a tutte le Donne che combattono ogni giorno.. e, se posso dire un ultima cosa: noi siamo guerriere! non lasciate mai che nessuno vi dica che non potete farcela…io, nel mio piccolo, ce l’ho fatta … “




San Marino. GIOVANNI IOVACCHINI – MOSTRA FOTOGRAFICA “APPUNTI SPARSI DI VIAGGI”

 

Spazio Espositivo “Qui Arte”

Via Gino Giacomini, 37

SAN MARINO

31 MARZO 2022-ORE 17

 

Le fotografie di Giovanni Iovacchini docente FIAF e benemerito della fotografia italiana, oltre quaranta, esposte nello Spazio Qui Arte di San Marino, rappresentano il segno di un “viaggio” dell’animo, attraverso il quale il fotografo pescarese testimonia le culture, le differenze, le storie dei suoi viaggi intorno al mondo.

“Non è un reportage– afferma con calma- ma uno scambio con le persone, i paesaggi, le cose, gli edifici. Sono attimi con i quali interagisco. Voglio capire ciò che sto fotografando”.

Dalla Tanzania all’Armenia, dalla donna con il suo bambino che chiede l’elemosina per strada, alla frenesia del mercato a Zanzibar, ciò che traspare sono le tracce che quelle immagini lasciano nel suo racconto, ciò che la lucerestituisce in sofferenze, emozioni che Iovacchini porta con sé, nel proprio viaggio di ritorno, attratto dal confronto con la propria vita.

Insomma una sorta di viaggi al plurale, nel suo personale viaggiointimo e profondo, di chi ama la vita,in cui la fotografia si solleva dalla pura tecnica, necessaria ma mai fine a se stessa, per riempire lo spazio di domande, di segnali che provengono dalle immagini oltre l’obiettivo, e ai quali le persone che guardano le sue foto, siano in grado di rispondere e difarsi coinvolgere. Solo così la sua foto diventa testimone, messaggio e passaggio dai personaggi, dagli incontri,dalle cose, che giungono a noi che le guardiamo.Una foto interattiva, empatica, fino a diventare in alcuni casi sociale.

Dal suo Abruzzo, al Portogallo, dall’Armenia alla Sicilia, a New York, il suo sguardo sul mondo ci rende tutti uguali, con le nostre sofferenze, con la nostra felicità, perché quelle foto ci parlano e Iovacchini ci fornisce la chiave, attraverso le sue immagini, per farle diventare nostre, che ritraggano la povertà, il fango delle strade, la mancanza d’acqua, i bambini o piuttosto la città moderna con il proprio messaggio di solitudine e di violenza.

“Siamo sicuri di essere noi occidentali quelli più felici?”si chiede Giovanni Iovacchini, curioso, al termine dei sui tanti appunti sparsi, usati come pretesto del suo lungo viaggio dell’animo, questa volta al singolare.

Uno stimolo in più per visitare questa mostra, patrocinata dalla FIAF e dall’ASAF, che si inaugurerà giovedi 31 marzo alle ore 18 erimarrà aperta fino al 30 aprile 2022.

Beniamino Gigante




ROMA. 8 MARZO ALLA CAMERA, PER RICORDARE UNA DONNA STRAORDINARIA: MADRE FRANCESCA CABRINI

 

Un riflessione sulla missionaria “Angelo dei migranti”, nelle opere dell’artista Meo Carbone

ROMA – Si terrà l’8 marzo 2022 alle ore 12, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati (Montecitorio, via della Missione 4), una riflessione a più voci sulla figura e l’opera diMadre Francesca Saverio Cabrini(Sant’Angelo Lodigiano, 15 luglio 1850 – Chicago, 22 dicembre 1917), missionaria“Angelo di Migranti”, nelle opere dell’artista Meo Carbone.

 

Interverranno all’evento portando i loro contributi, in presenza o in collegamento da remoto, personalità istituzionali e studiosi:On. Fucsia Nissoli Fitzgerald(Deputata eletta in Nord e Centro America), Sister Barbara StaleyMsc(Superiora Generale Missionarie Sacro Cuore), Mons. Giancarlo Perego(Presidente Fondazione Migrantes e arcivescovo di Ferrara), Meo Carbone(Artista), Dominic Candeloro(Professore emerito Università di Chicago, storico dell’Emigrazione Italiana), Claudio Crescentini(Professore e storico dell’arte), Fabio Capocaccia(Presidente CISEI di Genova), Goffredo Palmerini(Giornalista e scrittore), moderatore Gianni Lattanzio(Presidente Confassociazioni International). In collegamento via skype anche la Casa Natale di Madre Cabrini. WebTV.

 

https://webtv.camera.it/conferenze_stampa.

 

L’arte è un medium di straordinario richiamo per avvicinare le persone al tema delle migrazioni e dell’emigrazione italiana in particolare. L’artista Meo Carbonela racconta da tre decenni attraverso la pittura e la scultura, come nel corso del 2021 con la Mostra “Madre Cabrini, l’Angelo dei migranti”, dedicata a Madre Francesca Saverio Cabrini, esposta a Codogno e poi a Sant’Angelo Lodigiano,dopo le precedenti mostre a lei dedicate nel 2016 e 2017 a Roma, Genova, Milano e Chicago. Prossimamente in progetto è anche una mostra a New York.

 

Significativa l’opera dell’artista nell’illuminare l’Emigrazione italianacon numerose esposizioni in Italia e all’estero e con eventi culturali associati. L’Emigrazione italiana, la più grande diaspora della storia dell’umanità, è un fenomeno che ha interessato quasi 30 milioni di italiani nell’arco di poco più di un secolo, tuttavia relegato ai margini della nostra storia nazionale. L’esercito di braccia che partì dall’Italia verso le terre d’emigrazionesi trovò a dover affrontare inimmaginabili e drammatiche vicende umane, a lottare ogni giorno contro sospetti e pregiudizi, a subire spesso angherie d’ogni sorta, a doversi confrontare in competizioni durissime con sistemi sociali sconosciuti e condizioni di lavoro altrettanto precarie. Oggi di questa storia si conosce – ma neanche poi tanto approfonditamente – la parte gloriosa: i successi e il prestigio che gli italiani delle generazioni successive alla prima emigrazione,80 milioni di oriundi nel mondo,hanno conquistato in tutti i campi nel corso di questa vera e propria epopea.

 

Nella storia della nostra emigrazione un ruolo rilevante lo hannoanche i religiosi, uomini e donne. Basti pensare aMons. Scalabrini,a Mons. Bonomelli e appunto aMadre Francesca Cabrini, diventata la prima Santa degli Stati Uniti. Ultima di undici figli, maestra elementare, Francesca Cabrinimaturò la vocazione religiosa e nel 1880 fondò la congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore. Avrebbe voluto andare in Cina, ma Leone XIII la mandò negli Stati Uniti per l’assistenza agli emigrati italiani. Donna ed evangelizzatrice straordinaria, dalla costa atlantica penetrò anche all’interno del continente nordamericano e poi scese anche in America Latina, fondando un’ottantina di istituti, scuole, orfanotrofi, ospedali. Grande la sua opera negli Stati Uniti (New York, Chicago, New Orleans e in altre città) dove nel 1909 diventò cittadina americana. Dovunque potesse arrivare arrivò la sua opera di assistenza agli emigrati e alle loro famiglie, ai poveri e agli ultimi.

 

Madre Francesca Cabrinilavorò tutta la vita per favorire l’inserimento degli emigrati nella società americana, facendone dei buoni cittadini e rafforzando in loro l’identità italiana e la fede cattolica. Morì il 22 dicembre 1917 a Chicago. Il 7 luglio 1946 fu dichiarata santa da Pio XII e nel 1950 proclamata “Patrona di tutti gli Emigranti”. La sua opera geniale e coraggiosa la fece stimare anche in ambienti anticlericali e non benevoli verso gli italiani e rilevante fu il suo contributo nel far cambiare idea sui nostri connazionali emigrati e sul loro valore. Una donna straordinaria, per tenacia, talento e coraggio, una figura significativa nel testimoniare con la propria vita, in tempi e ruoli non semplici. Ricordarla nella giornata dell’8 marzo, con un evento presso la Camera dei Deputati, significa celebrare assai degnamente il valore della donna e quanto il genere femminile ha dato e dà ogni giorno per la costruzione di un mondo migliore.

 

Goffredo Palmerini