Spagna. L’italiano in Spagna: una lingua di secondo livello?

Giro volentieri questa interessante nota di Gabriella Clementoni, pubblicata in Spagna su Italiacerca.info, testata diretta da Pietro Mariani.
G.Palmerini

Egregio Direttore

Un contributo sulla política lingüística della Spagna e sull’insegnamento bilingüe nelle scuole dell’obbligo.

Ti propongo un articolo scritto dalla professoressa del Liceo Italiano di Madrid, Gabriella Clementoni, con il quale si cerca di stimolare le autorita’ italiane perche’ si apra un dibattito e si raggiungano accordi con le istituzioni educative spagnole con l’obbiettivo di attivare gli accordi neccessari per inserire anche l’italiano nei programmi CLIL (=Content and Language Integrated Learning) delle scuole spagnole, oggi completamente assente. Cio’ aumenterebbe la diffusione della lingua italiana e anche darebbe sbocco lavorativo a tanti laureati nel sistema educativo spagnolo. Un esempio che potrebbe essere seguito in tutta l’Unione Europea.

http://www.italiacerca.info/index.php?option=com_k2&view=item&id=610:L%E2%80%99italiano-in-Spagna-una-lingua-di-secondo-livello&Itemid=157

La Redazione

www.italiacerca.info

L’italiano in Spagna: una lingua di secondo livello?

di Gabriella Clementoni

pubblicato su www.italiacerca.info

Nei giorni 14-16 giugno ho partecipato insieme con un gruppo di esperti italiani al primo congresso internazionale sul bilinguismo della Comunità di Madrid (CIEB) presso la sede di Vicalvaro dell’Università “Juan Carlos” di Madrid.

L’evento (mi sia consentito il termine date la massiccia partecipazione e la risonanza nei mezzi di comunicazione) ha richiamato circa 450 operatori del settore, tra docenti specialisti di diversi ordini di scuola ed esperti spagnoli ed internazionali provenienti dalle università più prestigiose in materia di istruzione bilingue e di progetti interculturali durante tre giornate intense e stimolanti.

L’apertura dei lavori del Congresso è stata affidata alla presidente della regione, onorevole Esperanza Aguirre, che della diffusione del bilinguismo (esclusivamente con la lingua inglese) ha fatto il suo cavallo di battaglia a livello di istruzione regionale tanto che per l’anno scolastico 2010/2011 hanno aperto i battenti ben 256 istituti scolastici con progetto curricolare bilingue. Erano presenti anche le più alte cariche politiche di altre “Comunidades Autonómicas”, tra le quali l’Andalusia e la “Generalitat Valenciana” dove la scommessa di puntare sul curricolo bilingue con il metodo CLIL è ormai da oltre un decenio una realtà consolidata.

Il CLIL (=Content and Language Integrated Learning) è un metodo efficace che promuove l’apprendimento integrato di contenuti disciplinari en el contempo della lingua straniera, che diventa in quel contesto lingua veicolare. In parole semplici nei centri scolastici bilingui spagnoli i due terzi delle materie si impartono in lingua castigliana, mentre un terzo delle discipline (ad esempio storia, geografia, scienze) viene impartito in lingua straniera da docenti delle materie che hanno conseguito la specializzazione linguistica richiesta. Nella realizzazione del progetto vengono impiegati anche lettori di madrelingua che interagiscono e supportano l’azione didattica dei docenti delle discipline. Le lingue in cui viene realizzato il CLIL sono prioritariamente l’inglese (circa il 90 %), in minima parte il tedesco ed il francese, mentre è completamente assente l’italiano. Nell’attualità l’offerta della nostra lingua è limitata all’insegnamento di “Lingua Straniera” in alcuni istituti di istruzione secondaria e di “Bachillerato”.

Sono da considerarsi invece a sè stanti le due scuole statali italiane, di Madrid e di Barcellona, che sono a tutti gli effetti scuole straniere in territorio spagnolo, nate da accordi specifici tra i due Paesi; le due scuole presentano un’offerta formativa identica a quelle del territorio metropolitano poichè l’italiano è lingua veicolare , mentre lo spagnolo è considerata prima lingua straniera. In questo panorama ci chiediamo, quindi, se si può aprire per anche per la nostra lingua uno spiraglio, una possibilità di essere presente nel ventaglio dell’offerta bilingue dei centri scolastici spagnoli , anche alla luce del “Memorandum” d’Intesa siglato alcuni mesi fa tra Italia e Spagna per la diffusione della lingua e della cultura dei due Paesi nelle rispettive scuole.

Dalle impressioni che ho raccolto credo che per dar seguito alle indicazioni del “Memorandum” sia necesario un lavoro capillare di negoziazione diretta a carico di esperti con le singole Comunità regionali che scommettano con un progetto sperimentale bilingue spagnolo-italiano, sostenuto anche da un’attività di formazione del personale. Puntare sul bilinguismo spagnolo-italiano significa gettare un seme per stimolare a livello esponenziale la promozione e la diffusione della lingua e della cultura italiana in un Paese come la Spagna, che ha sempre guardato all’Italia come un modello cui ispirarsi.




Italia,PIRATERIA: DUE NAVI DELLA MARINA MILITARE IN OCEANO INDIANO

PIRATERIA: DUE NAVI DELLA  MARINA MILITARE IN OCEANO INDIANO

Oceano Indiano – Venerdì 1 ottobre la fregata Bersagliere della Marina Militare inizierà la missione di contrasto alla pirateria denominata OCEAN SHIELD guidata dalla N.A.T.O.

Nave Bersagliere al comando del Capitano di Fregata Gennaro Falcone ha un equipaggio di 188 tra uomini e donne. Partita da Taranto lo scorso 20 settembre, sarà inserita nel dispositivo navale permanente della N.A.T.O. (Standing Nato Marittime Group 1 – S.N.M.G.1) a protezione del traffico mercantile in transito.

La S.N.M.G.1 è al comando del Commodoro Christiane Rune della Marina danese ed è costituita dalle navi: Bersagliere (Italia), Kauffman (U.S.A.), Laboon (U.S.A.), Montrose (Regno Unito), Esbern Snare – unità sede di comando e controllo (Danimarca).

Nel contrasto alla pirateria, la fregata Bersagliere andrà ad aggiungersi alla fregata Libeccio già presente in Oceano Indiano dallo scorso luglio.

Nave Libeccio al comando del Capitano di Fregata Antonio Galiuto, è impegnata nella missione dell’Unione Europea ATALANTA e fa parte di un gruppo navale europeo al comando del Contrammiraglio Philippe Coindreau della Marina francese.




Volontariato. Missione umanitaria in Birmania di CasaPound Italia e Popoli

Chieti, 28 Settembre ‘10, Mar, S. Venceslao – Anno XXXI n. 364 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. Ch n. 1/81


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Ap – Missioni

Missione umanitaria in Birmania di CasaPound Italia e Popoli

Su facebook il racconto e le foto del viaggio tra i Karen

Speciale su Radiobandieranera ogni giorno dalle 13.30 alle 13.45

Tra le migliaia di mine piazzate ovunque, le incursioni dei militari e le malattie che inevitabilmente sono connesse alla vita nella giungla, la prima emergenza per i Karen è ovviamente quella sanitaria. E, tra

Alla missione in corso partecipa anche il presidente di CasaPound Italia, Gianluca Iannone, che da oggi in poi, tecnologia permettendo, tenterà di raccontare quotidianamente il viaggio tra i Karen attraverso le immagini e le parole di chi incontra e dei volontari che sono con lui.

Gli aggiornamenti saranno diffusi su facebook (http://www.facebook.com/pages/Gianluca-Iannone / 34745146386

Ogni giorno, inoltre, tra le 13.30-13.45, alla missione sarà dedicato uno spazio all’interno della rassegna stampa di Rbn (www.radiobandieranera.org).

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USA. Danica Patrick in un mare di guai

Chieti, 27 Sett ‘10, Lun, SS Cosmo e Damiano – Anno XXXI n. 362 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. Ch 1/81


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Ap Dal Colorado


Danica Patrick

in un mare di guai

di Lino Manocchia

DENVER, 27 Settembre ’10 – Patetico, snervante è lo stato attuale della driver-modella Danica Patrick (foto) in seno al mondo motorizzato.


Dopo sette anni con la serie monoposto Irl, per la quale ha vinto una gara a Motej Giappone con l’aiuto della pioggia, ha deciso, attratta dal glamour della serie stock, dai milioni che vagano pazzamente da un team all’altro, di varcare il Rubicone, dimenticando il passato – non altrettanto splendido – sfidando il futuro e cercando di imitare i “Good old boy” del sud che a guazzano in un difficile mare, sin dalla tenera età.

Passo errato, quindi per la donzelletta dell’Arizona, sposatasi con un massaggiatore che al vederlo vien voglia di suggerirgli un massaggiatore capace di rinvigorire il fisico, e ben presto mostratasi al pubblico, attraverso il “cavo” di “Sport Illustrato” che l’ha definita “la più bella tra le 80 belle” prescelte per l’annuale calendario.

«Son passata nella stock perché quel tipo di corsa mi attrae, gli ovali sono i miei preferiti.» (ma nella Irl non ci sono anche gli ovali?, n.d.r.) e… poi ci sono tanti dollari da far dimenticare il sacrificio, gli sforzi da compiere per battere i Kensen, Hamlin, Dillon, Newman o Allmendinger (da sei anni nelle stock dopo splendide vittorie nella Champ car con Jerry Forsythe), che da anni si  sfidano a  sportellate, sorpassi mozzafiato e tamponamenti.

Ma purtroppo questo vano sogno non si è avverato e certamente non si posa ai piedi della bella Danica alla quale, nostri lettori delusi dai risultati,  scrivono: «E siamo arrivati al settimo start della Nascar, abbiamo seguito a Denver, la performance di Danica Patrick la quale dopo 70 giri, colpevole uno scoppio della gomma destra frontale, la  spediva contro il muro di protezione. Danica era già arretrata di tre giri.» Ma questa signorina è una grande driver o è uno “show” della Irl in casa Nascar? Si chiede un lettore. «Non sarebbe ora che la stampa smettesse di trattarla con i guanti bianchi? Ormai la faccenda stufa.»


Danica si scusa: «Purtroppo sono alle prime armi con le stock e non so ancora cosa occorre per essere buona in corsa. Debbo ancora imparare come resistere anche dopo 70- 80 giri. Qui (nella Nascar, n.d.r) nessuno si preoccupa di me, e mi sento sperduta nell’oceano meccanico.»

Certo la Nascar è stata ed è una modesta espe-rienza per la fanciulla la quale sicuramente farebbe più successo dinanzi alla macchina fotografica dello studio o sdraiata sulla riva del mare. Ma quel turbi-nio di dollari, quel tormentoso pensiero di partire e non finire, moralmente non posa sicuramente bene. .

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ABRUZZOpress – N. 362 del 27 settembre ’10 Pag 2


Se nella Irl, in qualche modo racimola un discreto piazzamento, nelle stock, arrivare 24ma o 35ma come a Denver o a Daytona, dove  offriva un altro “crash”, non è certo piacevole.


Colpa di certa stampa? Esatto. Basta ascoltare i commenti domenicali dei patetici cronisti della Irl, in cabina di trasmissione per la “Versus”, che  sciorinano aggettivi, elogi e ripetute menzioni, pur sapendo di essere in errore, e  fanno odiare questo “lavoraccio” sul computer o al telefono a coloro che lo sport lo masticano da sempre, seguendo la  giusta linea  del giornalismo sportivo.


La loro discolpa? «Sono gli sponsors che chiedono tanto, senza dei quali  percepiremmo la disoccupazione federale…»

Allora,  meglio sarebbe cercare un altro lavoro, più redditizio e più onesto… La pensano cosi, migliaia di fans che di Danica hanno le tasche piene. Potete contarci.

LINO MANOCCHIA


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USA. La Polizia del Michingan adotta Chevrolet “Caprice”

Chieti, 26 Sett ‘10, Domenica, S. Cipriano – Anno XXXI n. 360 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. Ch n. 1/81


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Ap Speciale da Detroit


La Polizia del Michingan

adotta Chevrolet “Caprice

di Lino Manocchia

Lo ha annunciato l’Associazione internazionale di Polizia a Denver.




La più alta rata registrata nel West fu di 632.1, con riduzione del 7%. Negli altri Stati la oscillò dai 332.6 a 222.3  per il Nordest. Soltanto il 12.6 per cento dei furti, nel 2007, furono risolti con gli arresti.



Colpi di martelletto, wax e carte smerigliate, rimpiazzando i detriti con pezzi nuovi, applicabili più

ABRUZZOpress – N. 360 del 26 settembre ’10 Pag 2


Diminuzione dei furti


Offre sorpresa la città di Modesto California, la zona  vinicola per eccellenza, che propone furti calcolati in uno su 1047.99 abitanti.


Le vetture preferite dai ladri

«Per noi, tutto fa brodo, – ci ha detto privatamente un protagonista dal nome Mark – del resto se il nostro lavoro manuale è di facile attuazione, il rischio che si corre non è da ignorare.»


L.M.




L’Aquila. L’Aquila prima e dopo il terremoto: il nuovo libro di Goffredo Palmerini Testimonianze e avvenimenti da una città che non si arrende di Iacobo Vanicelli

Gentile direttore,
se può ancora interessare, con il consenso della testata e dell’Autore, giro volentieri la nota-recensione di Iacobo Vanicelli al volume
“L’Aquila nel mondo”, pubblicata sul mensile IL LAVORATORE (Svezia).
Assai cordialmente
Goffredo Palmerini

L’Aquila prima e dopo il terremoto: il nuovo libro di Goffredo Palmerini

Testimonianze e avvenimenti da una città che non si arrende

di Iacobo Vanicelli

STOCCOLMA – L’Aquila ha 99 piazze, 99 chiese, 99 fontane. Non una in più, non una in meno. Un’entità compiuta, armonica e ordinata creata da un popolo orgoglioso e tenace. Poi la notte del 6 aprile di un anno fa la terra trema, i morti, le case distrutte.

Il caos nell’armonia. In seguito il buco nero di una ricostruzione ignorante e violenta, gli anziani costretti a vivere in alberghi, i giovani costretti ad incontrarsi non più in piazza ma in luoghi moderni ma già fatiscenti, luoghi senz’anima, new cities che hanno molto da invidiare alla old city.

Uno strazio che segna la vita di molti ma che non riesce a cancellare l’orgoglio di una cittadinanza antica e tenace, anzi. “L’Aquila nel mondo”, edito da One Group Edizioni, è una raccolta di articoli dell’autore provenienti da giornali e siti internet italiani ed esteri che si riferiscono al periodo che va da maggio 2008 a dicembre 2009. Basta scorgere l’indice per avvertire da subito uno spartiacque, una cesura.

Così le biografie di abruzzesi illustri e i report sulle opere dell’associazionismo abruzzese nel mondo lasciano bruscamente il campo a corrispondenze sulla tragedia, le visite di politici e religiosi, la voglia di ricostruire. Ma la vera particolarità del volume risiede proprio nel suo respiro internazionale, nel continuo rimando alle comunità all’estero come se L’Aquila fosse il cuore pulsante e lacerato di tante comunità distanti migliaia di chilometri.

“L’Aquila nel mondo” ha un forte valore di testimonianza. E’ una raccolta che serve a noi per capire e ai nostri figli per non dimenticare, non tanto la tragedia, quanto il coraggio di una popolazione che ricostruisce, che combatte e che non molla. Goffredo Palmerini, curatore della raccolta, è lui stesso un aquilano Doc.

Impegnato da più di trent’anni nella vita culturale e politica della sua città, oltre che attivissimo tra le comunità abruzzesi all’estero, ha ottenuto, nel 2007, il Premio Internazionale Emigrazione e ha pubblicato “Oltre confine” e “Abruzzo Gran Riserva”, rispettivamente nel 2007 e nel 2008, tutti e due per le Edizioni Libreria Colacchi.

Parte del ricavato dalla vendita del volume verrà devoluta al restauro delle pellicole danneggiate dal sisma della prestigiosa Cineteca dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila. Perché L’Aquila deve e vuole essere ricostruita, non abbandonata. Perché L’Aquila è antica e bellissima e ha 99 piazze, chiese e fontane. Le ha oggi, a poco più di un anno di distanza dal sisma, e le avrà sempre. Non una in più, non una in meno.

(dal mensile Il Lavoratore, Settembre 2010, Svezia)




USA. Paul Newman sorriderà al “ricordo”

Chieti, 24 Sett ‘10, Venerdì, B.V. Mercede – Anno XXXI n. 356 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. Ch n. 1/81


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Ap Anniversario memorabile


Paul Newman

sorriderà al “ricordo”

di Lino Manocchia

LIME ROCK, 24 Settembre ’10 Un Uomo, un amico, attore-regista, pilota,  patron, benefattore, Il 26 settembre del 2008  ci lasciò, diretto all’Aldilà, dove lo attendevano amici, avversa-ri sportivi, colleghi di cento film e tanti fans. Il 13 agosto Paul Leonard  Newman (nella foto con il nostro Lino Manocchia, ndr) volle rivedere ancora una volta la mitica pista di Lime Rock,  a bordo di una macchina che lo vide trionfare, guidata da un amico,  in questo patetico addio del grande asso del volante…


«Qui ho lasciato,» disse un giorno il veterano di Lime Rock, «i momenti più belli della mia carriera sportiva, più forti della 24 ore di Daytona del 1995 (che vinse all’età di 74 anni, ndr).» Lime Rock Park era la sua pista non lontana da Westport, nel Connecticut, dove abitava con la impareggiabile consorte Johanne Woodworth, che provava tonfi alcuore ogni qualvolta il  marito pilota saliva sui veloci prototipi.

L’attore nato, a  Skater Heights, nello stato dell’Ohio, restio ad accettare l’Oscar di Hollywood, che aveva conquistato a piene mani, aveva abbracciato lo sport delle quattro ruote  per oltre 40 anni, registrando vittorie spesso impossibili, con  a fianco il fedele compagno d’armi, Carl Haas, col quale festeggiava un anno fa la centesima vittoria sulle piste più importanti della nazione…«Carl e io,» ci confessò un giorno, brindando ad un’ennesima vittoria, «siamo da oltre 25 anni, alla guida  nella serie Champ car, con piloti di primo piano. E’ un po’ brontolone, ma poi tutto finisce con il grosso sigaro ed  una  risata.»

Modesto, leggermente introverso, allergico alle pose, all’enfasi alla pubblicità, Paul “occhi blu”, aveva carisma e talento, non credeva alla fortuna “che è volubile ed è meglio non fidarsene”. Si arrabbiava spesso con se stesso e della sua vita privata non parlava, ne’ voleva sentir parlare.

Il decano delle star si scaldava, ma in senso buono, quando si parlava di corse, team, piloti e del successo ottenuto alla Champ car con alla guida l’amico Mario Andretti ed il milanese Teo Fabi nella categoria Can Am.


LA “DINAMO CAMP” ITALIANA

Paul è stato sempre un benefattore di fama mondiale, amava il denaro “ma poteva farne anche a meno”. Da diversi anni, con l’aiuto della moglie, aveva creato i “Wall gang camp”, un campo per ragazzi malati drogati, handi-cappati. I soldi da lui donati all’istituzione parlano di centinaia di milioni ricavati dalla vendita dei suoi prodotti alimentari.

Sorridendo una volta mi disse:


«Sono sconcertato per la mia “salad dressing” (condimento per insalata, n.d.r) che sta guadagnando più dei miei film… Dovrò chiudere bottega.»

Nel 2007 incorporò la sezione italiana della Fondazione “Dynamo camp” nella cittadina di Bimestre, in quel di Pistoia. Prima di volare in Italia mi disse: «Amo l’Italia, mi piace  tanto il Lago di Como, ma sarò capace di pescare in quel magnifico lago? Ci sono belle trote?»

Per l’ottantunesimo compleanno i suoi piloti gli presentarono una torta. «Grazie ragazzi, assaggerò un cucchiaio di crema. Non debbo ingrassare.» Poi sorridendo aggiunse: «Ma voi, lo sapete quanti anni conto?»

Personaggio strano, difficile da decifrare anche da noi che lo conoscevamo da anni, figura iconica che si ergeva nella storia di Hollywood. Quel giorno scomparve un Uomo che non si vergognò di dire

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ABRUZZOpress – N. 356 del 24 Settembre ’10 Pag 2

che da giovane vendeva la  Bibbia, accumulando i soldi necessari per andare ad Hollywood, da dove uscì divo, decano  delle star, mostro sacro del mondo della celluloide, animato dalla “passione” per le automobili, più volte preferita alle bellezze mondane.

L’Uomo che aveva sfidato nella sua vita le macchine, la velocità, i pericoli e i segreti del mondo della celluloide, respinto lo scetticismo degli “avversari”, umanitario senza limiti “Quel giorno” ci lasciò, diretto alla volta del cielo, a bordo di una sua fiammante Ferrari.

Paul, non ti dimenticheremo mai.

LINO MANOCCHIA

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Livorno. RIENTRA LA NAVE SCUOLA San GIUSTO

RIENTRA LA NAVE SCUOLA S. GIUSTO

Venerdì 17 settembre farà ritorno a Livorno la nave scuola San Giusto della Marina Militare a conclusione della Campagna d’istruzione 2010 a favore degli allievi Ufficiali del secondo anno dell’Accademia Navale.

I 94 allievi, tra i quali 20 donne e tre allievi stranieri (un albanese, un giordano ed un peruviano) sotto la guida del Capitano di Corvetta Stefano FRUMENTO, comandante del secondo anno dell’Accademia Navale, giungeranno  nel porto labronico al termine della Campagna d’istruzione estiva dopo aver solcato il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico e sostato nei porti di: Funchal (Madeira – Portogallo), Hamilton (Bermuda – U.K.), Boston e Norfolk (USA), Halifax (Canada) e Ponta Delgada (Azzorre – Portogallo).

L’attività, iniziata il 12 luglio scorso con la Nave S. Giusto al comando del Capitano di Vascello Edoardo Giacomini, ha permesso agli Allievi Ufficiali di avvicinarsi a culture e popoli differenti ed allo stesso tempo ha consentito loro di ampliare la  propria formazione professionale.

Il giorno 17 alla cerimonia di saluto a bordo di Nave San Giusto presenzierà il Comandante dell’Accademia Navale, l’Ammiraglio di  Divisione Pierluigi ROSATI.

Sabato 18 e domenica 19 settembre, Nave S. Giusto sarà aperta alle visite della popolazione dalle 16:00 alle 19:00.




USA. “Viaggio premio” di un cronista nella terra dei Sunni e Shite

Chieti, 1 Settembre ‘10, Mer , S. Egidio – Anno XXXI n. 338 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. n. 1/81


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ApCommenti

“Viaggio premio” di un cronista nella terra dei Sunni e Shite

di Lino Manocchia

WASHINGTON, 1 Settembre ’10 – Consentite al cronista, che “lavora” da un cinquantennio negli Usa, quale corrispondente di giornali, periodici e Rai Tv, di chiarire alcuni “passi” apparsi nel “brano letterario” di Bernardo Valli, di Repubblica. Anche Valli ha compiuto ovviamente un “viaggio premio” verso  il martoriato Iraq, che da decenni si lecca le ferite che nemmeno il tempo riesce a cancellare. Ecco: Valli giunge nella  nazione dei Sunni e Shite che, stando al pensiero del Presidente Barack Obama, forse troverà un po’ di pace, che molti non credono arriverà, sino a quando i centri, le vie della nazione, non verranno abbandonati dai “ribelli”, dai relitti della loro religione la quale li sprona a uccidere… i “peccatori”.


Il primo personaggio che  emerge dalla “storia delle storie“ è noto a tutti: l’ex Presidente degli Usa George Bush, convinto e travolto dalla parola fallace del suo braccio destro (“il cervello”) Carl Rove che lo spingeva ad invadere quella Nazione martoriata dal pazzo dittatore Saddam Ussein, reo di omicidi, a mezzo gas, di 150 mila suoi  sudditi.

«L’Iraq –  diceva Rove, d’accordo col Vice pres. Dick Cheney, ed il  guerrafondaio Romsfeld,… – possedeva armi micidiali con le quali avrebbe attaccato e distrutto gli Stati Uniti.” (pensate!…) Inutile nascondere, la mente dei repubblicani era concentrata sui pozzi di petrolio, mentre  “qualcuno” stimolava lo spirito battagliero delle vespe mussulmane le quali tramarono anche il tragico attacco dell’11 settembre alle due torri di  New York.


Quando l’Esercito americano invase l’Iraq su ordine del Supremo, si ebbe la sensazione di trovarci alle prese con una “operazione” breve che avrebbe avuto  lieto fine. Scardinata la statua del dittatore iraqueno Saddam i repubblicani esultarono al punto di offrire Mr. Bush dichiarante dalla torretta di una super portaerei: «Mission Accompliced,» mentre i soldati continuavano a combattere e morire.

Non intendiamo proseguire con la disanima sulla guerra che tre quarti della nazione ha sempre respinto, mentre a migliaia si spargevano vite umane e sangue e le casse della finanza si vuotavano per sovvenzionare tutto e tutti. Ma non possiamo lasciar passare inosservate alcune descrizioni di Valle il quale accusa gli Usa di non aver compiuto la minima operazione favorevole in quel Paese,  pur portando un soffio di democrazia, facendo votare, per la prima volta come avviene in America, installato un Governo democratico, ricostruito cittadine, strade, l’aeroporto, anche se quei cittadini non sono ancora capaci di azionare le fonti dell’acqua, o vengono fulminati dalla corrente elettrica per la loro incapacità di somministrarla. Questo per non parlare di preparazione militare.


Alla richiesta di intervento umano da parte degli iracheni nel settore militare, furono promessi 400 mila soldati – “police” che giunsero ma in formato ridotto, mentre il Governo composto dalle due fazioni musulmane (Sunnis-Shite) cominciò a danzare una confusa musica, sfasciandosi e ricostruendosi grazie all’intervento degli Yankee.

Anche le donne ebbero il loro quarto d’ora di notorietà, ed il deplorato velo nero cominciò lentamente a dileguarsi, e le scuole riaprirono le porte. Che altro voleva  il Valli, da gettare nel  suo calderone letterario che travisa molti punti con ingiustificate inesattezze?


Il viaggio premio comprendeva una “scarica” letteraria. Lo scrittore ha raggiunto lo scopo?

Certo è che l’Iraq non ha bisogno di sfoghi, di saggi scrittori, per ricordarsi che la guerra per la democratizzazione della nazione è conclusa. Se le forze terroristiche di estremisti dinamitardi, tanto

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ABRUZZOpress – N. 338 del 1° settembre ’10 Pag 2

cari ad Al Queda, riusciranno  a guastare il castello con le loro auto-bombe, dovranno  essere gli iraqueni a farsi rispettare.  Lo ha detto, stamane, il Premier  Nuri Al Malik ringraziando gli americani, i quali «hanno concluso la “combat phase” e lasciano il martoriato suolo, fiduciosi in un più sereno futuro.»


Quarantamila soldati, promessi dal Presidente Obama un anno fa, sono tornati a casa e smistati equamente, mentre lo stesso Obama ha dichiarato a suo tempo che le truppe americane lasceranno l’Iraq volenti o nolenti allo scadere del 2012. (Il Presidente lo ha confermato nel suo discorso alla Nazione mentre il settantenne senatore dell’Arizona John Mc Cain, capo dei repubblicani del “NO,” ha criticato… il ”ritiro di truppe”). E’ una decisione Obamiana questa, sollecitata anche dalla crisi finanziaria e dai cittadini che pagano le tasse, e questo si può essere certi avverrà, in tempo stabilito, piaccia o no ai repubblicani, poiché i miliardi di debiti lasciati da Bush e quelli spesi per continuare la sua “ballade” bellica, devono subire uno stop. I 40 mila marines son tornai a casa felici, senza rimpianti e addii, con o senza una vittoria militare, né tanto meno con  bande e mortaretti. Ed Obama prosegue nel suo incarico diverso da quello di Bush, il


Presidente  che si mostrava soltanto in occasioni favorevoli al suo “curriculum”, seduto nell’Oval Office.

Il pianto della “Medusa” non ha senso. Sono i fatti  a reggere le cose a posto, e noi speriamo che Valli torni al giornale preoccupandosi un po’ più del “can can” politico che la nostra Patria danza da anni, al ritmo di oltre 70 Presidenti dal dopo guerra, attraverso un giardino politico fatto di ulivi, rose e margherite che lasciano il tempo che  trovano. Farà certamente un grande servigio ai lettori.

LINO MANOCCHIA


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ITALIA. A MAR DEL PLATA L’INCONTRO DEI GIOVANI ABRUZZESI D’ARGENTINA

alcuni partecipanti all'Incontro di Mar del Plata.
alcuni partecipanti all'Incontro di Mar del Plata.

A MAR DEL PLATA L’INCONTRO DEI GIOVANI ABRUZZESI D’ARGENTINA

Resoconto su tre giorni di lavori sul ruolo dei giovani e sul futuro delle relazioni con l’Abruzzo

di Federico Mandl

BUENOS AIRES – Si è tenuto nei giorni 6-7-8 agosto a Mar del Plata, splendida città balneare della provincia di Buenos Aires,  l’Incontro Nazionale dei Giovani Abruzzesi, al quale hanno partecipato figli e nipoti di abruzzesi, ma anche molti giovani di altre comunità regionali italiane. L’incontro, che aveva avuto il riconoscimento di Evento di Interesse Pubblico da parte della Municipalità di Mar del Plata con deliberazione del Consiglio Comunale del 29 luglio, è stato un grande successo di partecipazione e di risultati, maggiore di quanto ci si aspettasse alla vigilia. Preparato con molta cura da un équipe coordinata da Joaquin Negri, componente del Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo (CRAM), ha avuto il forte sostegno della Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Argentina (FEDAMO), del suo presidente Alicia Carosella e del suo esponente “storico” Juan Scenna, anch’essi membri del CRAM. L’incontro è stato molto produttivo, ricco di nuove idee da presentare all’attenzione del CRAM. Molti i temi discussi nei vari dibattiti e nei gruppi di lavoro, che hanno riguardato le nuove frontiere dell’associazionismo con l’impegno delle giovani generazioni, i rapporti culturali e sociali da tenere con la Regione Abruzzo, le opportunità di collaborazione, la grande risorsa per l’Abruzzo costituita dai figli dell’emigrazione abruzzese in Argentina. Le relazioni sui vari argomenti in discussione sono state svolte in un clima di grande interesse e notevole è stata la partecipazione al dibattito, molto proficuo di spunti e di proposte innovative, come hanno riconosciuto negli interventi conclusivi la Presidente della FEDAMO, avv. Alicia Carosella, e tutte le Autorità intervenute.

Il programma dell’Incontro Nazionale dei Giovani Abruzzesi presentava molti appuntamenti interessanti, sia riguardo ai temi da discutere e alle proposte progettuali, come pure su argomenti culturali e storici, tutti svolti con il sussidio di presentazioni audiovisive e documentari. Questi, in sintesi, gli eventi nei tre giorni di lavori. Aperta felicemente con uno spettacolo del Corpo di ballo “Cuore Forte e Gentile” del Centro Abruzzese di Mar del Plata, la prima giornata ha preso avvio con una relazione di Federico Mandl sulla “Storia della Fedamo”, seguita dalla comunicazione di Florencia Verna su “Storia degli Abruzzesi nel commercio argentino” e dalla relazione tenuta da Juan Scenna e Joaquin Negri su “Gli Organismi della Regione Abruzzo e l’attuale situazione del CRAM”. Il Centro Abruzzese di Campana ha svolto poi una comunicazione sulla “Storia degli Abruzzesi nella zona di Campana”, cui è seguita la trasmissione del documentario “Eroi contro la mafia”. Ancora un impegno con “Tormenta de ideas”, con molte ipotesi di progetto, riprese nei successivi incontri di gruppo, quindi la comunicazione di Fernando Rizzi su “Relazioni della collettività italiana con la società e le gli Organismi statali argentini”. Il documentario “Ortona, città d’Abruzzo, epicentro d’una grande battaglia della 2^ Guerra Mondiale” e, dopo cena, il film “Gomorra” di Matteo Garrone, tratto dal best-seller di Roberto Saviano, hanno chiuso l’intensa prima giornata di lavori.

La seconda giornata ha preso avvio con la presentazione del progetto del Centro Abruzzese di Berazategui Ragazzi Abruzzesi d’Argentina e Italia nell’apprendimento di danze, idiomi, giochi e tradizioni”, quindi con la comunicazione di Marcelo Ferrara su “Programma di lavoro del Consiglio dei Giovani Molisani nel Mondo. Proposta di iniziative comparate tra le Regioni Abruzzo e Molise”. Il Centro Abruzzese di Bahia Blanca, con Marianna Santana, Magali Fernandez e Antonella Di Matteo, ha presentato la relazione “Gastronomia abruzzese”. Nel pomeriggio, dopo una presentazione multimediale che ha riguardato l’Italia e l’Abruzzo, il commosso omaggio alle Vittime del terremoto dell’Aquila e dintorni hanno aperto i lavori. Fabio Marraffini ha relazionato su “Esperienze nel CRAM e nell’associazionismo abruzzese”, Joaquin Negri su “Missione, vedute e progetti per il futuro della Comunità abruzzese”, quindi Natalia Turanzas Marcos su “Diritto internazionale: parallelismo Italia-Argentina sulla cittadinanza”. A seguire, la relazione “I giovani e la lingua italiana, patrimonio di identità” proposta da Mariano Stenta e Diego Di Giacomo del Centro Abruzzese di Mendoza, con il successivo dibattito generale sugli argomenti della giornata e la Cena ufficiale dell’Incontro Nazionale dei Giovani – Argentina 2010. Non è mancato un pizzico d’umorismo con lo spettacolo “Sketch del Tìo” proposto dagli stessi giovani e karaoke finale.

La giornata conclusiva, domenica 8 agosto, ha visto la designazione del gruppo incaricato di stendere la relazione finale da inviare a tutte le Associazioni Abruzzesi e Molisane d’Argentina e alla Regione Abruzzo e gli interventi dei vertici della FEDAMO e delle Autorità civili presenti. Una visita guidata alla città e un ricevimento al Centro Abruzzese di Mar del Plata hanno chiuso questa straordinaria esperienza di riflessione. Da notare che non è mancata una forte testimonianza di solidarietà. Proposta dall’Associazione Abruzzese di Campana, infatti, è stata accolta unanimemente l’iniziativa di solidarietà verso le popolazioni dell’area depressa e povera del Chaco, un’etnia che vive a cavallo di Argentina, Paraguay e Brasile, sotto l’appello “Il Chaco ha bisogno di te”. L’Incontro Nazionale dei Giovani Abruzzesi d’Argentina, dunque, si chiude con un consistente bagaglio di soddisfazioni e risultati, avendo ancora una volta messo in evidenza il forte legame esistente tra le numerose Associazioni Abruzzesi e Molisane del grande paese sudamericano aderenti alla FEDAMO, il senso d’appartenenza alla stessa cultura ed alla medesima terra d’origine, una solida unità d’intenti e la speranza che la Regione Abruzzo sostenga progetti ed iniziative. Insomma, un affidabile e promettente viatico per il futuro.

Gentile direttore,
giro volentieri il puntuale resoconto di Federico Mandl sugli esiti dell’Incontro Nazionale dei Giovani Abruzzesi d’Argentina, tenutosi di recente a Mar del Plata. Sono allegate anche due foto dell’evento.
Nella foto n.3347, al centro, l’avv. Alicia Carosellala, Presidente della Federazione FEDAMO e componente del CRAM.
Nell’altra foto, alcuni partecipanti all’Incontro di Mar del Plata.
Tante cordialità
Goffredo Palmerini

al centro, l'avv. Alicia Carosellala, Presidente della Federazione FEDAMO e componente del CRAM.
al centro, l'avv. Alicia Carosellala, Presidente della Federazione FEDAMO e componente del CRAM.