USA. Appello ai politici: Basta con lo sconcio politico-economico. Non fate dell’Abruzzo un secondo Texas!

Chieti, 2 Agosto ‘10, Lunedì, S. Eusebio – Anno XXXI n. 302 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr.  n. 1/81


Agenzia ABRUZZOpress >>> Nazionale


Servizio Stampa – CF 93030590694 – Tel. 0871 63210 – Fax 0871 404798 – Cell. 333. 2577547  –  Dir. Resp. Marino Solfanelli


Ap – Da New York

Appello ai politici: Basta con lo sconcio politico-economico.

Non fate dell’Abruzzo

un secondo Texas!

di Lino Manocchia

NEW YORK, 2 Agosto ’10 Il nostro “personaggio” è una graziosa “giuliese” puro sangue, laureata in “Lettere antiche”, socia di Italia nostra di Giulianova, in provincia di Teramo, coordinatrice dell’lncontroLa bellezza e l’inferno”, trabocchi e piattaforme petrolifere, ospite eccezionale la combattiva, intelligente, Dott.ssa Maria Rita D’Orsogna.

La coordinatrice dell’incontro si chiama Ludovica Raimondi (foto). Amabile interlocutrice, conversatrice avvincente. Niente sembra scomporla. Ludovica pensa chiaro e chiaro scrive senza peli sulla lingua. Non è poco tenuto conto che alle sue spalle non ha santi patroni, ne’ politici o sindacali. Ludovica non è femminista, non crede ai miracoli e considera il nostro più amabile vizio… “La buona cucina.” Abbiamo concentrato le sue preziose risposte sicuri di far cosa gradita ai lettori del nostro Internet.

Come è nata l’idea di “La Bellezza e l’inferno” trabocchi e piattaforme petrolifere a Giulianova?

«L’iniziativa è andata sotto il nome di Italia Nostra, essendomi iscritta qualche mese fa alla sezione di Giulianova. La presenza della Dott. Maria Rita D’Orsogna, che insegna all’Università californiana, il suo intervento sul tetto dell’Università, è sorto uno scambio di battute su face book ed ecco la concretizzazione dell’evento. Per questo ringrazio la sezione di Giulianova di Italia Nostra e tutti coloro che hanno contribuito a tale evento.»

Perché il titolo che richiama lo scrittore anti-camorra Roberto Saviano?

«Perché dopo aver letto Roberto Saviano non si può rimanere indifferenti al messaggio che lancia attraverso la parola e la riappropriazione del senso vero che essa assume nella letteratura, cercare di smuovere le coscienze e partecipare attivamente al moto evolutivo  della società  e di queste realtà italiane, in cui includerei la nostra regione.»

È soddisfatta dell’esito dell’evento? Quale messaggio e quale risultato ne sono scaturiti?

«Dell’esito sono soddisfatta perché aver potuto dar vita ad una manifestazione che coniuga il linguaggio scientifico con quello artistico e letterario mi inorgoglisce. Era il mio obiettivo per dimostrare che chiunque può aderire alla causa con un proprio stile e una propria competenza. L’importante è avere la volontà di impegnarsi.» (foto, una fase dei lavori)

I suoi ideali?

«L’ideale di un mondo dove si possa vivere pensando che prima o poi i continenti torneranno ad essere  l’originaria

>>>

ABRUZZOpress – N. 302 del 2 agosto ’10                                                                                                                                Pag 2

Pangea e che tutti i confini geografici e mentali possano scomparire, per fare posto a uno spazio unico. Non concepire i freni alle libertà individuali e collettive, l’intrusione nelle vite domestiche per decidere come e quando bisogna nascere e morire. Un mondo dove non sia un reato essere nero, omosessuale, clandestino, e non ci si abitui ad essere giudicati diversi.»

Colore che ama di più?

«Mi verrebbe da dire il rosso. Scherzi a parte, abitando in un paese di mare si impara a conoscere l’intensità di tutti i colori, le diverse sfumature che dipingono le bellezze naturali e alla fine non puoi mai dire “oggi il colore prevalente è questo”.»

Ludovica rimpiange l’adolescenza?

«Premesso che non sono un tipo che rimpiange, le rispondo di no. Posso dirle che ad oggi il ricordo più intenso e più vivo che mi accompagna è quello dei miei primi nove anni di vita, che considero le mie solide radici.»

Cos’è l’amore?

«Non so rispondere con autorevolezza. I credenti direbbero che l’Amore è Dio, l’emanazione di un Essere superiore che ha voluto che ci fosse tutto questo. Io credo che anche senza Dio l’Uomo possa amare l’Universo e l’Umanità. Comunque a me piacciono i plurali. Gli amori, i dolori, le gioie, tutti con l’iniziale piccola, perché non esistono – a mio avviso – gli assolutismi.»

Cos’è la felicita’?

«Esiste la felicità? La mia vera aspirazione è la serenità.»

A cosa è dovuto il successo dei blue jeans?

«Una volta ho fissato nella mia testa questa informazione: i blue jeans erano le tute degli operai e se non sbaglio erano usati a Genova. Sbarcano in America e diventano un capo di abbigliamento su cui attaccare una targhetta firmata e con cui lanciare una moda.»

Crede nella fortuna?

«Mi piace pensare alla positività degli eventi e alla possibilità di ciascuno di poter partecipare attivamente e consapevolmente al proprio “destino”.»

Si considera custode della tradizione?

«No. Se accostati, i due termini possono condurre ad una chiusura verso l’Altro: il verbo custodire indica che qualcuno tiene stretto a sé un qualcosa che deve essere preservato, allontanato da possibili agenti esterni ed estranei; il termine tradizione, invece, indica una volontà di tramandare quel modo di essere, di esistere e di vivere di una determinata cultura, usanza o di un determinato credo.»

Cosa più la disarma?

«Dovrei fare un elenco infinito: L’ignoranza e l’indifferenza, la strumentalizzazione delle parole e dei loro significati per mera propaganda.»

Cosa più l’esalta?

«La curiosità. Leggere i libri e scoprire quel sottile filo che lega ogni essere umano, del passato e del presente. Mi esalta scoprire la bellezza delle persone sensibili e ricche di vita, le bellezze della natura, la continua policromia del mare. Mi esalta la bellezza delle emozioni e dei sentimenti.»

Citando Pirandello, l’onestà oggi è davvero un piacere?

«Per me l’onestà è al primo posto nella mia scala di valori. A volte penso che sia frustrante essere onesti, perché il sistema non lo richiede. Ma è ancora più frustrante e disarmante non essere onesti.»

Perché nel nostro Paese la protesta non è quasi mai sostenuta da un impegno morale?

«Mi interrogo spesso sul perché in Italia si continui a parlare di corruzione e di imbrogli, di intrighi e malaffare senza che ciò susciti una vera rivoluzione. Si dice che il Governo di un Paese sia lo specchio dei suoi cittadini: può anche essere vero, ma credo che oggi più di ieri siano le lobby a decidere chi deve sedere sugli scranni. La X che ci siamo guadagnati con dure battaglie è solo una formalità. Non so che percezione abbiate voi oltreoceano, ma il movimento popolare che sta emergendo in diverse parti della nostra nazione, mi fa pensare che si stia seminando su un terreno nuovo, promettente un buon raccolto. Prenda l’Abruzzo del dopo terremoto e del rischio petrolizzazione verso cui cominciano a sollevarsi le voci dei cittadini a vantaggio delle future generazioni.»

Ti preoccupa più la serietà dei nostri problemi o la mancanza di serietà di chi deve risolverli?

«Mi preoccupa la mancanza di serietà di chi deve risolvere i nostri problemi.»

L’intellettuale deve scendere in piazza?

>>>

ABRUZZOpress – N. 302 del 2 agosto ’10                                                                                                                                Pag 3

«Sì. La piazza è il luogo deontologicamente deputato per l’espressione democratica di una società civile e tutti possono prenderne parte. Ogni essere umano e ogni categoria professionale ha un proprio linguaggio e con questo si unisce al coro dei suoi concittadini.»

Ti senti un’idealista?  E nel caso essere idealista è un pregio o un  difetto?

«Sì, sono un’idealista e per come vivo i miei ideali credo che sia un pregio.»

Basta la volontà a disarmare il destino?

«La volontà come autodeterminazione della coscienza umana è necessaria per non arrendersi all’idea che il motore di tutto sia il destino.»

C’è successo senza audacia?

«Tutto ciò che si fa ha bisogno dell’audacia.»

In America moltissimi abruzzesi rivolgono l’angosciosa domanda all’Eni e ai dirigenti politici italiani, che hanno scelto la… via del “silenzio”: renderanno l’Abruzzo una sorella del Texas? La PB docet… Lei è dello stesso parere?

«Ascolto questa affermazione quasi sempre riferita alla problematica del petrolio. Credo che da un punto di vista politico stiamo toccando il fondo. Si respira un’aria pesante. Frustrazione e amarezza imperano in diversi settori professionali e culturali. Posso usare il termine asfissiante per rendere l’idea?»

L.M.

New York:                                                              Londra:                                                                  Milano:

Lino Manocchia, Linoman98@aol.com Emiliana Marcuccilli, emilianamarcuccilli@libero.it Alessandra Nigro alessandra.nigro@gmail.com

ABRUZZOpress è inviato ad autorità, enti, agenzie ed organi d’informazione regionali, nazionali, esteri

Articoli e notizie possono essere liberamente riprese. E’ gradita la citazione della fonte




USA. La Meglio Italia all’estero Alfred Zampa: dall’Aquila, tra ponti e giustizia

Gentile Direttore,
anche la storia che invio questa settimana, scritta da Giovanna Chiarilli per la rubrica “La Meglio Italia all’Estero” del settimanale Il Punto (diretto da Antonio Pitoni), è decisamente degna di attenzione. Donald Zampa, nipote del mitico Alfred Zampa, iron worker diventato un’icona in America, racconta la storia del grande nonno, morto nel 2000 a 95 anni. Al Zampa, figlio d’un emigrato abruzzese originario di Ortucchio (L’Aquila), è l’unico italiano adopo Giovanni da Verrazzano ad avere dedicato un ponte, l’Al Zampa Memorial Bridge di Crockett, in California. Una storia davvero singolare quella di Al Zampa, d’un abruzzese tenace che ha aperto agli iron workers che costruivano ponti e grattacieli in America nuove frontiere per la sicurezza dei cantieri e nuove tutele sindacali.
Sia Giovanna Chiarilli, sia la testata mettono volentieri questa storia nella libera disponibilità per la pubblicazione, citando IL PUNTO.
Con viva cordialità.

Goffredo Palmerini

Nella foto allegata, da sinistra: Dick Zampa (figlio di Alfred) con i figli Dick jr. e Donald, sullo sfondo l’Al Zampa Memorial Bridge

Caro Goffredo,
ecco un’altra storia vincente di italiani all’estero.
Un caro saluto.
Giovanna

La Meglio Italia all’estero

Alfred Zampa: dall’Aquila, tra ponti e giustizia

Donald racconta la storia del nonno, scomparso nel 2000. La California gli ha dedicato l’Alfred Zampa Memorial Bridge. La famiglia continua a mantenerne vivo il ricordo.

Nel mondo ci sono due ponti dedicati ad italiani: The Verrazano, a New York, e l’Alfred Zampa Memorial Bridge, a Crockett, in California. Se Giovanni da Verrazzano non ha bisogno di presentazioni, a raccontare la storia di Alfred Zampa è il nipote, Donald. “Nonno Al, come lo chiamano qui, e nonna Angelina D’Amico, erano originari di Ortucchio, in provincia dell’Aquila. I loro genitori partirono per l’America agli inizi del ‘900. Mio nonno ha cominciato un’opera che non potevamo non raccogliere – si avverte un profondo orgoglio nelle parole di Donald – oggi seguitiamo a costruire ponti e soprattutto a difendere i diritti dei lavoratori grazie all’impegno nel sindacato”.

Poi, il racconto sembra diventare un romanzo d’avventura. Alfred Zampa nasce il 12 marzo 1905 a Selby, in California, poco distante da San Francisco, e la sua vita è subito “all’insegna del coraggio, dell’onestà, dell’altruismo e dell’entusiasmo”. Dopo il diploma sceglie un mestiere durissimo, e molto, molto rischioso, ad appena 20 anni è un iron worker, ed oggi è una vera leggenda. Dedicate a lui, alla sua vita, opere letterarie e teatrali, come The Ace, di Isabelle Maynard, Asso veniva infatti chiamato Al.

Zampa ha costruito ponti grandiosi in California, Arizona e Texas, poi all’inizio del 1930 è tornato nella baia di San Francisco. Nel 1936, mentre trave su trave veniva su il Golden Gate, Alfred, per una banale scivolata, precipita nel vuoto, “un volo incredibile, fino a sfiorare la roccia. I compagni, attoniti, lo credono morto”, arrivato, forse, in quell’inferno o paradiso che per tutti appariva sempre più vicino, sia perché la costruzione sembrava sfiorare il cielo, sia perché consapevoli che ogni passo può essere fatale. “Ma nonno, come dicono degli abruzzesi, aveva la pelle dura, o forse, come racconta qualcuno, un angelo diventato nel frattempo suo amico, ha voluto regalargli qualche anno in più”.

Alcuni mesi di ospedale, un lungo periodo di riabilitazione e Alfred torna sui ponti, “a metà strada tra il paradiso e l’inferno”. Così chiamò l’associazione che fondò per tutelare i diritti di tutta la categoria, e quando non si lavorava perché un iron worker aveva perso la vita, Alfred radunava tutti per discutere su come esigere elmetti e reti di sicurezza, “eppure credo che nonno non si sia mai reso conto dei pericoli che correva, neanche la caduta lo rese più cauto. Basti dire che ha lavorato fino a 65 anni, solo perché è andato in pensione”. Al ha vissuto intensamente, mettendo passione, anima, in tutto quello che faceva, anche come allenatore di una squadra di baseball che vinse il campionato nel 1953.

Al è morto nel 2000, a 95 anni, e dopo soli tre anni lo Stato della California ha voluto rendergli omaggio inaugurando l’Alfred Zampa Memorial Bridge. “Quando abbiamo avuto la notizia – spiega Giuseppe Leopardi del Comune di Ortucchio – ci siamo resi conto che era una celebrità, un vanto per noi”. Così, per volere dell’allora Sindaco Mario Frigioni, la piazza del Comune è dedicata ad Alfred Zampa.

Alla cerimonia non mancò il ringraziamento del Governatore della California, Arnold Schwarzenegger. Oggi gli Zampa sono numerosi, dopo i figli di Alfred, Richard ed Eugene, entrambi iron worker con grande apprensione di mamma Angelina, i nipoti continuano a concretizzare gli insegnamenti di Al, “il rispetto, verso gli altri e se stessi – ricorda Donald – e un amore sconfinato verso Ortucchio che lui non ha mai visto, dove sono stato in occasione dell’inaugurazione della Piazza, e dove mi sento a casa”.

Giovanna Chiarilli – IL PUNTO




USA. Dixon e Ganassi conquistano Edmonton

Chieti, 26 Luglio 10, Lunedì, S. Anna – Anno XXXI n. 287 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. Gh n. 1/81


Agenzia ABRUZZOpress >>> InterNational


Servizio Stampa – CF 93030590694 – Tel. 0871 63210 – Fax 0871 404798 – Cell. 333. 2577547  –  Dir. Resp. Marino Solfanelli



Ap – G. P. del Canadà


Dixon e Ganassi

conquistano Edmonton

di Lino Manocchia

EDMONTON, 26 Luglio ’10 – Mentre la stampa ed il pubblico canadesi elucubravano sulla possibilità di un funerale per la corsa  di Edmonton del 2011, che si disputa sulla pista aero-portuale e si faceva il nome della città di Calgary quale sostituta, Will Power conquistava la sua sesta “pole position”, con la macchina di Roger Penske, ma  sulla linea d’arrivo è coinvolto in un bloccaggio da parte


di Castroneves che tentava il grande colpo finale, di conseguenza la vittoria andava all’australiano  Dixon – che marciava tra i due – che festeggia così la 24ma vittoria della sua carriera, sempre con il team dell’italo americano Chip Ganassi, il quale, strano ma vero, oggi il suo team (stock) ha vinto anche ad Indy nella 500 miglia Nascar..

La simpatica e graziosa italo svizzera Simona De Silvestro (foto) si piazzava settima, alle dirette spalle dei “big” della serie Irl. Un exploit non indifferente se si pensa, che Simona è “oriunda” della  “minore” Atlantic, ed ha lasciato la serie dopo essersi piazzata seconda, ad un punto dal vincitore del campionato. Dopo aver marciato in sesta piazza per 50 giri, un maleaugurato contatto con le gomme di protezione, faceva svanire l’accarezzato sogno della italo svizzera. I tifosi presenti al G. P. hanno ammirato Simona mentre camminava nei box, soffer-mandosi per firmare autografi o posare per una foto, «perché amo camminare, e poi ho un debito morale verso di loro che pagano il biglietto e meritano qualche regalino.»

«E’ più simpatica e brava di Danica Patrick,» dicevano i tifosi, mentre la bella del reame schizzava via con il suo scooter senza degnare di uno sguardo i suoi ammiratori. Era bollente la Danica e ne aveva ben donde. Nella recente gara di Watkins Glen si qualificava 21ma, concludendo 24ma; a Toronto (Canada) di nuovo 21.ma e ieri si è qualificata alla 21ma piazza.

La gara canadese è stata un’altalenante susseguirsi con scambio di posizioni. Il canadese Paul Tracy, del team KV racing, partito 15mo con una gara sostenuta ha concluso sesto. Per

oltre 70 giri Power ha tenuto in mano la corsa sino a quando, ostacolato dal traffico lento apriva lo spiraglio miracoloso a Castroneves il quale teneva duro sino al penultimo dei 95 giri, ma compiva l’irregolarità di bloccaggio su Will Power in piena rimonta. Dopo le naturali scene irate del focoso brasiliano, delizia dei fotografi, con il grande disappunto di patron Penske, Dixon veniva dichiarato vincitore, seguito da Power, Franchitti, che ha inziiato la rimonta troppo tardi, Briscoe, Hunter Ray,Viso,Sato, Ludo Castroneves, Andretti,

Ottimi i piazzamenti dei piloti della KV Racing grazie anche alla gara offerta da Paul  Tracy, il quale, dopo la gara commentava: «Sembrava di essere tornato ai tempi d’oro della Indeck.» Danica Patrick, grazie ai ritiri e rifornimenti sfasati, ha visto la bandierina a scacchi in 15ma posizione.

La prossima gara si svolgerà luogo sulla pista stradale di Mid Ohio. Dopo di che gli ovali torneranno di turno.

Classifica: Power 420, Franchitti 370, Dixon 349, Briscoe 324, Hunter Ray 316, Castroneves 306.

New York:                                                              Londra:                                                                    Milano:

Lino Manocchia, Linoman98@aol.com        Emiliana Marcuccilli, emilianamarcuccilli@libero.it Alessandra Nigro alessandra.nigro@gmail.com

ABRUZZOpress è inviato ad autorità, enti, agenzie ed organi d’informazione regionali, nazionali, esteri

Articoli e notizie possono essere liberamente riprese. E’ gradita la citazione della fonte




Canada. La Meglio Italia all’estero

Nino Ricci con Sophia Loren
Nino Ricci con Sophia Loren

Gentile Direttore,

il ritratto ospitato nella rubrica “La Meglio Italia all’estero” del settimanale Il Punto (diretto da Antonio Pitoni), è quello di Nino Ricci, uno tra i più validi ed apprezzati scrittori di origine italiana residente all’estero. Ricci appartiene a quella folta di schiera di scrittori che hanno raccontato la loro storia, quella della loro famiglia rendendo note, anche nel mondo letterario, le implicazioni legate al migrare. Nino Ricci, di origine molisana, oggi residente in Canada, con le sue storie è riuscito ad appassionare il mondo, pur trattando un tema “difficile” come l’emigrazione. Non solo, a conferma dell’interesse che i suoi scritti, tradotti in 15 lingue, hanno suscitato a tutti i livelli, da “Vite dei Santi” è stata tratta una fiction con Sofia Loren e Sabrina Ferilli.

Sia Giovanna Chiarilli sia la testata mettono volentieri questa storia nella libera disponibilità per la pubblicazione, citando IL PUNTO.

Con viva cordialità.

Goffredo Palmerini

La Meglio Italia all’estero

Nino Ricci, scrittore

Il suo primo viaggio in Italia gli ha cambiato profondamente la vita, segnando il suo futuro di letterato. Dalla sua opera “Le vite dei Santi” è tratta una fiction con la Loren.

“Avevo dodici anni quando visitai il Molise. Quel viaggio cambiò letteralmente la mia vita: per la prima volta capii il mondo dei miei genitori e la sua complessa cultura”. Inizia con questi ricordi il racconto di Nino Ricci, nato a Leamington, in Canada, nel 1959. Già ai tempi del liceo era una celebrità perché divorava libri e scriveva storie a ritmi da primato, “ma ad impressionare era più che la qualità, la quantità”. Un amore per la letteratura instillato dalla sorella e che l’ha portato ad essere uno degli scrittori italo-canadesi più apprezzati e tradotti nel mondo. Due le lauree a supporto di questa passione, in Letteratura Inglese presso la York University di Toronto, e in scrittura creativa e letteratura canadese alla Concordia University di Montreal, e non poteva mancare un soggiorno a Firenze per studiare la nostra letteratura. Oggi Ricci vive a Toronto e la sua principale occupazione, chiaramente, è la scrittura.

Nel 1990, con Lives of the Saints ottiene il Books in Canada First Novel Award e il Betty Trask Award in Inghilterra; prima opera della trilogia composta da In a Glass House (1993) e Where She Has Gone (1997) raccolte in La terra del ritorno. Ma alla domanda quale sia la filosofia di questa trilogia, risponde: “Non sono sicuro che si possa individuare una filosofia o un messaggio nei miei romanzi. Credo che la letteratura esplori le complessità dell’essere uomini. L’esperienza dell’emigrazione mostra molte complessità: l’identità, la casa, la terra madre e così via, e mi ha offerto un’ampia tela su cui lavorare. Sono stato anche colpito dai vari miti come la terra promessa, il viaggio epico e dal sentimento che alla fine dell’esodo c’è una terra perduta cui ognuno mira di ritornare, come Ulisse dopo la guerra di Troia. Nei romanzi cerco di esplorare le dinamiche familiari e sociali, l’interrelazione tra religione e immaginazione, cerco un conflitto, in Vite la tensione tra l’individuo e la moralità sociale, in Where she was gone l’amore familiare e quello sessuale”.

Da Le Vite dei Santi, tradotto in 15 lingue, è stata tratta una fiction trasmessa da Mediaset, con Sophia Loren come protagonista e Sabrina Ferilli. “Il personaggio della Loren ne La Ciociara mi è stato d’ispirazione per la figura della madre, averla nel film equivaleva ad un valore aggiunto”. Ricci, con una punta di rammarico, sostiene che “lo script si è allontanato molto dalla trilogia. Ma questo capita con i film, spesso un oggetto a sé stante e non uno specchio del libro. Il risultato è che non sono riuscito a sentirmi realmente connesso con il pubblico italiano. Milioni di persone hanno seguito il film, ma non hanno visto qualcosa venuto dal mio cuore”.

Nino Ricci scrive in inglese ma le sue opere sono impregnate di radici italiane “cui sono profondamente grato perché mi hanno consentito un accesso alla cultura italiana che va ben oltre le nozioni, una cultura che mi arricchisce immensamente e allarga i miei orizzonti e la mia umanità. Allo stesso tempo sono grato al mio essere canadese perché qui avverto una libertà che non credo sia possibile altrove. E come sempre, cerco di attingere le mie influenze dovunque e di essere consapevole dei molti fili che si legano insieme per creare un’identità”.

Tra i suoi ultimi lavori, Testament con cui ha vinto il Trillium Book Award 2002. Oggi è immerso nella sua prossima opera, un romanzo su uno scrittore di successo di 50 anni che va incontro a una crisi di mezza età, “ma – precisa – non è una storia autobiografica”.

Giovanna Chiarilli – IL PUNTO




USA. Intervista a Gaetano Di Achille. Riceviamo da www.giulianovailbelvedere.it

GIA’ uscito sul sito: http://www.giulianovailbelvedere.it/news/2010/altre%20sedi/lm_gaet_dach.htm

*****GAETANO DI ACHILLE, UN MARZIANO SCESO DALL’ABRUZZO

di Lino Manocchia

Boulder (Colorado), Giovedì 17 Giugno 2010– E’ forte come la sua terra. Stile compunto, cortese, metaforico. Pesa le parole piene di humor, accenna facilmente il sorriso a  complemento della sua disanima. Ampia barba, capelli spaziosi, baffi pronunciati ama la fotografia, l’escursionismo ed il “fai da te”.

Gaetano Di Achille è uno  scienziato “allevatosi” nella Università G.D’Annunzio di Pescara per poi  volare negli Stati Uniti, dove, nell’Università di Boulder, Colorado (foto sotto), ha dato fuoco alla sua intelligenza, sagacia e decisione compiendo un altro passo verso il mistero del Pianeta Rosso.

MARTE: era  un pianeta blu, circa 3.6 miliardi di anni fa, quando aveva “appena” un miliardo di anni, era occupato per un  terzo da un gigantesco oceano e la sua  terraferma era attraversata da almeno 40.000 fiumi e costellata di laghi.

L’abruzzese Di Achille, con  il geologo Brian Hynek, ha potuto ricostruire l’aspetto spiegando  che  “analizzando le valli scavate dai 40.000 antichissimi fiumi marziani e i depositifluviali dei delta di 52 di essi, ha trovato la conferma che un “ciclo”dell’acqua su Marte  era molto simile a quello della Terra, con piogge, acqua che scorreva sulla superficie ed andava accumulandosi in laghi e in un grande oceano, formava  ghiacciai ed evaporava”.

Di Achille terminato il periodo di ricerche, dal Colorado in autunno s trasferirà alla volta  del Centro ricerche dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) in Olanda onde approfondire sempre più il “mistero di Marte”.

Gaetano Di Achille e’ nato a Teramo il 19 agosto 1976 da Antonio e Luciana Tertuliano. E’ sposato con  la gentile signora Benedetta Di Giovanni. Dal 6 maggio scorso sono felicissimi genitori di Margherita.

Dottore, Lei crede fermamente che un giorno l’Uomo atterrerà su MARTE?

Senz’altro. E anche relativamente presto, sia NASA che ESA hanno programmi di espansione molto ambiziosi che mirano a portare l’uomo su Marte entro il 2030, o giu’ di li’”

Si e’ mai soffermato a pensare un po’ come saranno gli E.T di Marte?

No, mai. Non sono interessato a questo argomento minimamente. Per di piu’ non credo che ci siano mai stati E.T. di Marte come molti fantasticano. Semmai c’e’ stata vita su Marte di certo e’ stata di forma molto semplice a livello di microorganismi. Per questo non mi sono mai soffermato a fantasticare di esseri che non credo siano mai esistiti”

Le piacerebbe sorvolare ed atterrare sul Pianeta. Cosa farebbe per prima?

Premetto che sono abbastanza “allergico” al volo, ma se proprio arrivassi su Marte credo che inizierei senz’altro visitando per primi i posti che ho studiato con immagini satellitari. Per vedere se le mie intuizioni da remoto erano corrette  ed anche perche’ mi ci sono molto affezionato dopo aver studiato per anni”

Se potesse atterrare su Marte, quale bandiera isserebbe?

Nessuna. E’ di tutti, quindi preferirei non issare alcuna bandiera sul pianeta rosso

Dobbiamo aver paura o ammirazione per Marte  per quello che rappresenta dell’ignoto?

Direi senz’altro non paura. Marte non racchiude nulla di pericoloso per noi e per la Terra. Neanche ammirazione, perche’ la nostra Terra e’ molto  piu’ bella e colorata. Direi fondamentalmente che non rappresenta nulla dell’ignoto. E’ semplicemente un pianeta che va studiato per capire bene quali sono state le sue dinamiche evolutive e per capire come, quando e perche’ si possa essere trasformato da pianeta, possibilmente simile al nostro all’attuale distesa arida e desolata che lo caratterizza

Quando frequentava la “G. D’Annunzio” di Pescara aveva chiara l’idea del  Suo futuro professionale ed umano?

Non esattamente, la carriera universitaria e’ tutto tranne che chiara. Ho sempre saputo pero’ che mi sarebbe piaciuto fare ricerche ed insegnare a livello universitario”

Quanto tempo ha impiegato per il raggiungimento della scoperta?

E’ difficile quantificare l’impegno profuso per il raggiungimento della scoperta. Comunque mi ricordo di aver avuto questa idea circa a gennaio-febbraio del 2009, poi la raccolta dei dati, l’analisi, la discussione dei risultati, la stesura dell’articolo, le revisioni e finalmente la pubblicazione. A conti fatti direi circa un anno e mezzo”

Qual è il primo dovere di uno scienziato?

Credo quello di rendere la comunità partecipe delle sue ricerche senza isolarsi troppo  nel suo ufficio/laboratorio. La divulgazione è molto importante per uno scienziato”
Per  Lei la Scienza è più una passione o una missione?

Un po’ tutte e due. Una passione perchè ho iniziato ad interessarmi di scienza proprio per passione ed una missione perchè credo che l’umanità abbia il dovere di progredire ed approfondire  la sua conoscenza in tutti i campi. Dallo sviluppo e dalla ricerca, a volte anche da quelle che ci sembrano le più bizzarre,possono scaturire tanti vantaggi per la nostra vita di tutti i giorni”

Cos’e’ per lei la vita?

Una domanda difficile…mi sembra tanto un grande contenitore. Un contenitore di colori, sensazioni, immagini, persone, sentimenti, luoghi. Sembra infinito, non se ne vede il fondo e c’e’ sempre spazio per metterci qualcosa in più. La cosa più bella di tutte, poi, e’ che ogni tanto possiamo aprire il contenitore e fermarci a rivedere le cose che ci sono dentro e rimischiarle con gioia”

Cosa la Scienza non potrà mai darci?

Non saprei sinceramente. Da scienziato non posso porre limiti alle potenzialità della scienza”

Qual è il fattore principale, come scienziato, che la sorregge?

Principalmente la motivazione. Il lavoro del ricercatore è estremamente precario,sopratutto in Italia poi, e se non si e’ motivati non si riesce ad andare avanti”

Il momento più drammatico della Sua carriera?

“Direi che momenti drammatici da un punto di vista professionale non ne ho mai attraversati”

Si e’mai sentito sconfitto?

“Mai. Deluso si, sconfitto mai”

Cosa più l’esalta?

“Tante cose della vita sono esaltanti,forse tutte? In particolar modo sono molto affascinato dalla natura che mi circonda e dalla sua stagionalita’ e variabilita’. Dal punto di vista umanomi esaltano l’amicizia sino a l’onesta’ e la generosita’ delle persone”

Dr. Di Achille, perchè ha lasciato l’Italia?

Premetto che io amo l’Italia per vari motivi, ma sopratutto perchè è in Italia che sono cresciuto ed ho ancora persone e luoghi a me più cari. Nonostante ciò, ad un certo punto mi sono accorto che non c’era molto futuro per continuare la mia carriera da ricercatore. In Italia ci sono davvero poche possibilità per farlo e spesso i pochi concorsi che vengono banditi sono dei pro forma per questo o quel candidato stabilito a priori, e non in base al suo valore. L’Italia non è un paese meritocratico. Dopo la mia esperienza negli USA ho capito che la meritocrazia è fondamentale per l’equilibrio sociale. Quando non c’è questo meccanismo tutto si appiattisce verso il basso, secondo me”

Quando è all’Estero, di  cosa sente maggiormente la mancanza?

Delle belle montagne (nella foto sopra il Gran Sasso) e delle tradizioni dell’Abruzzo, e della cultura, storia ed arte  dell’Italia. Anche della comunicazione che c’e’ tra le persone in Italia. La sincerità, l’apertura ai sentimenti ed il sapere e volere esprimerli apertamente. Sinora, non mi è mai sembrato di trovare questi aspetti in altre società

E’ vero che si darà alla Politica?

Assolutamente no. Credo che in Italia gli ultimi decenni di politica abbiano fatto terra bruciata tra le nuove generazioni per quanto riguarda, appunto, la politica. La credibilità del mondo politico e l’interesse dei giovani verso la politica sono ai minimi attualmente. Mi piacerebbe mettere le mie conoscenze al servizio della comunità ma non con l’attuale sistema politico. Di qualsiasi colore esso sia”

A quando il Premio Nobel?

Non credo ci arriverò mai, per un semplice motivo: non esiste il premio Nobel in Geologia, nè tanto meno in Geologia Planetaria. A parte gli scherzi non ci ho mai pensato lontanamente”

Chi e’ Gaetano Di Achille?

Gaetano è una persona che non ha voluto rinunciare alla sua passione e che ha voluto seguire anche se a volte con sacrifici,sino in fondo. Per questo sono felice e soddisfatto. Per il futuro mi piacerebbe tornare in Italia non appena ci sarà la possibilità. Anche se sono ancora giovane sono già

sicuro di voler vivere in Abruzzo. Prima o poi ce la metterò tutta”

Lino Manocchia

******

Vi segnalo e allego in link l’intervista di Lino Manocchia pubblicata su

www.giulianovailbelvedere.it
In caso di pubblicazione, si richiede la citazione anche del sito. Grazie.
Buona giornata e cordiali saluti.
Ludovico Raimondi

http://www.giulianovailbelvedere.it/news/2010/altre%20sedi/lm_gaet_dach.htm




Teramo. La Provincia in Argentina testimonial per l’Europa del Patto dei Sindaci

La Provincia in Argentina testimonial per l’Europa del Patto dei Sindaci

L’assessore Marconi, ieri a Buenos Aires, fra i relatori  nella giornata di inaugurazione del Congresso Internazionale dello Sviluppo Sostenibile

Relazione sui progetti pilota approvati nell’ultima Giunta: con  il “car pooling” i cittadini teramani avranno la possibilità di condividere l’auto per andare al lavoro, per recarsi nei luogi di studio o semplicemente per partecipare ad un evento durante il tempo libero. Creato un servizio ad hoc gestito attraverso in sistema di prenotazioni on line

Un ponte fra Europa e America Latina verso lo sviluppo sostenibile: questo il tema  affidato all’assessore all’ambiente Francesco Marconi intervenuto all’inaugurazione del secondo Congresso internazionale dello sviluppo locale iniziato ieri  a Buenos Aires, in Argentina (Università “La matanza”). La Provincia di Teramo è stata delegata dalla Direzione Generale Energia dell’Unione Europea a rappresentare il programma “Patto dei Sindaci”.

Davanti a centinaia di rappresentanti delle città latino americane hanno relazionato l’assessore all’ambiente Francesco Marconi e i tecnici Ferdinando Di Sanza (dirigente settore ambiente) e Graziano D’Eustachio (ingegnere AGENA).

L’assessore all’Ambiente ha parlato dell’esperienza teramana del Patto dei Sindaci (tutti e 47 i Comuni vi hanno aderito): del modello seguito fino ad oggi; degli obiettivi locali dei Piani di azione all’interno di quelli generali fissati dall’Europa: meno 20% emissione inquinanti; meno 20% fonti energia tradizionale; più 20% fonti rinnovabili.

Inoltre, per conto di Pedro Ballesteros Torres, responsabile Europeo del Patto dei Sindaci, ha annunciato i contatti con la Banca Interamericana di Sviluppo (BID) per finanziare progetti di sviluppo sostenibile in America Latina.

La Provincia, in qualità di struttura tecnica accreditata dall’Europa, sta supportando i Comuni nella redazione dei cosidetti “Piani di azione” che dovranno contenere i progetti che l’ente locale intende attuare per la riduzione delle emissioni in atmosfera e, quindi, per la diffusione dell’utilizzo delle fonti alternative. La scelta della direzione della Commissione Europa non è caduta a caso, quindi, sulla Provincia di Teramo.

“Una scelta che ci gratifica anche perché è la prima volta che si parla del Patto dei Sindaci oltre i confini europei – commenta Francesco Marconi – il modello del Patto, del resto, è perfettettamente calzante per i temi del Congresso e noi cercheremo di cogliere tutte le opportunità che ci deriveranno dal fatto di essere presenti ad uno degli appuntamenti più significativi e prestigiosi in tema di sviluppo sostenibile”.

Il congresso di Buenos Aires sarà l’occasione per anticipare i progetti pilota del Piano della Mobilità sostenibile, quest’ultimo approvato dalla Giunta la settimana scorsa, e che saranno avviati entro giugno: “L’azione maggiormente strategica è sicuramente quella sul cosiddetto car pooling: l’auto condivisa – spiega Marconi – attraverso un portale con un sistema di prenotazioni on line i cittadini teramani che quotidianamente si spostano dalla casa al luogo di lavoro possono cercare altre persone che fanno lo stesso tragitto e utilizzare un’unica autovettura. Incentiveremo l’utilizzo dell’auto condivisa con una serie di promozioni, ci rivolgeremo in prima battuta ai dipendenti pubblici, agli studenti universitari a tutti coloro che sono costretti a “pendolarismo. Stiamo stringendo accordi con enti e organismi pubblici affinchè si inneschi un meccanismo virtuoso. Condividendo l’auto si realizzano enormi vantaggi: in questo periodo di crisi economica si risparmia notevolmente sulle spese di benzina; si riducono i rischi legati alllo stress da viaggio e si guadagna in qualità della vita. Rispetto alla diminuzione di gas inquinanti l’auto condivisa comporta immediati benefici visto che su un’auto possono viaggiare quattro persone e tre di loro prima avrebbero viaggiato autonomamente”.

Dallo studio condotto dalla Provincia  sui propri dipendenti – parte integrante del Piano della mobilità – si evince che ci sarebbero 62  utenti potenziali che attualmente utilizzano nell’88%  dei  casi  il  trasporto  privato  e nel  12% il trasporto pubblico.

Dalle  interviste  risulta  che mediamente questa  classe di utenti percorre 36 km  al giorno per gli  spostamenti  casa-lavoro; ipotizzando che il  “coefficiente di riempimento” dell’auto condivisa  sia di 2,5 passeggeri/auto (dati statistici rilevati da servizi già attivati in altre realtà)  si stima una  riduzione di percorrenza giornaliera di 220 veicoli-km, pari a circa 59.400 km veicoli-km all’anno (su 270 giorni effettivi).

Se moltiplichiamo questi risultati per tutti gli enti pubblici e per tutti i pendolari, utenti potenziali, l’abbattimento delle emissioni diventa davvero significativo.

“Naturalmente – chiosa l’assessore – il servizio di car pooling sarà accessibile a tutti, non solo ai dipendenti pubblici; tutti potranno organizzarsi per condividere l’auto. L’obiettivo è quello di sfruttare il meccanismo della <community> oggi così diffuso fra giovani e meno giovani per cominciare a creare un solido zoccolo duro di persone che cominciare a viaggiare insieme”.

Il Piano della mobilità e le iniziative in esso contenute saranno illustrati nel dettaglio al rientro della missione in Argentina.

Teramo 15 giugno 2010




Milano. PER “L’AQUILA NEL MONDO” A PALMERINI LE CONGRATULAZIONI DEL CONSOLE GENERALE DEL VENEZUELA A MILANO

Console Generale, dr. Giancarlo Di Martino.

PER “L’AQUILA NEL MONDO” A PALMERINI LE CONGRATULAZIONI DEL CONSOLE GENERALE DEL VENEZUELA A MILANO

Nel giorno stesso della presentazione del suo nuovo libro “L’AQUILA NEL MONDO”,  il Console Generale del Venezuela a Milano, dr. Giancarlo Di Martino, ha inviato a Goffredo Palmerini una lettera di congratulazioni. “Desideriamo congratularci con Voi per l’esito raggiunto e riconoscere l’eccellente lavoro che svolgete nel diffondere notizie ed iniziative per migliorare l’integrazione fra i popoli ed affermare la cultura italiana ed abruzzese presso le comunità che si trovano all’estero. Inoltre cogliamo l’opportunità per lodare la Vostra iniziativa di donare i proventi della vendita per la ricostruzione della Cineteca dell’Aquila danneggiata dal sisma”. E’ probabile che la notizia dell’uscita del volume sia arrivata al diplomatico venezuelano dalle pagine della Voce d’Italia di Caracas, il giornale fondato da Gaetano Bafile e Attilio Cecchini, che l’8 giugno ha dedicato la sua seconda pagina all’evento, con un’intervista a Palmerini della giornalista Monica Vistali.

Giancarlo Di Martino è nato nel 1974 a Maracaibo. Personalità politica tra le più in vista del Venezuela, avvocato, Di Martino è stato fino al 2008, per 8 anni, sindaco di Maracaibo, dopo Caracas la più grande città del Venezuela. Figlio di emigrati abruzzesi, tra gli esempi più evidenti del ruolo e della stima conquistati dalla nostra gente in Venezuela, laureato in Scienze politiche, Giancarlo Di Martino ha una grande confidenza con la storia delle relazioni internazionali, oltre ad una profonda conoscenza in campo penale e criminologico. Docente universitario, è stato direttore nello Stato dello Zulia della Sicurezza e dell’ordine pubblico e Commissario regionale antidroga. Da alcuni mesi il Governo venezuelano gli ha affidato la guida del Consolato Generale di Milano, sede diplomatica molto importante specie per le relazioni economiche con il mondo produttivo italiano.

*******************************************************************************************************************************************************************




USA. Panoz dedica “Abruzzi Sprint of le Mans” alla terra paterna di Lino Manocchia

Chieti, 10 Giugno, Giovedì. S. Margherita – Anno XXXI n. 215- www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. di.Ch n. 1/’81


Agenzia ABRUZZOpress >>> InterNational


Servizio Stampa – CF 93030590694 – Tel. 0871 63210 – Fax 0871 404798 – Cell. 333. 2577547  –  Dir. Resp. Marino Solfanelli

Ap – Sport  Special

Panoz dedica “Abruzzi Sprint of le Mans”

alla terra paterna

di Lino Manocchia

LE MANS, 10 giugno ’10 – Dal mitico circuito fran-cese Le Sarthe di Le Mans (Francia) vi inviamo questa magnifica cartolina rilasciataci dal dott. Don Panoz (foto), il leggendario imprenditore nel settore automo-bilistico, americano, quale augurio di successo per la

Prossima 24ore di Le Mans.  È una novità assoluta che pubblichiamo indicando, per sommi capi, alcuni dettagli della favolosa vita del fenomenale figlio di Abruzzesi, nato settantacinque anni or sono, divenuto, appunto, l’incarnazione dell’imprenditoria americana.

Tutto ebbe inizio negli anni della “miseria” in cui versava l’Italia.

A centinaia, specialmente dal sud dello stivale, armati di un sacco, un cappellone ed una valigia flagellata, s’avventuravano su navi incapaci di solcare l’Oceano.

Uno di questi Eugenio Panunzio, della zona di Avezzano, senza arte ne’ parte. Giunto ad Ellis Island in New York il giovane abruzzese cercò invano il lavoro. Un amico gli suggerì: «Prova il ring. Mettiti i guantoni e mena le mani. Farai soldi.»

Ed Eugenio tentò. Mandò gambe all’aria un paio di cosiddetti pugili e  trovò un manager che gli prestò un accappatoio sul quale l’impresario voleva scrivere il nome del pugile. Ma purtroppo il nome “Panunzio” era  troppo lungo, e seguendo la prassi dei tempi, mutò il nome italiano in  “Panoz”. Ben presto l’ex  italiano diventava  campione peso leggeri “prof.”

E nacque Donald E. Panoz (Don Panoz), colui che doveva diventare uno dei personaggi più ricchi e famosi nel campo automobilistico Usa.

Panoz, per la cronaca è un rinomato farmaceutico su vasta scala, inventore tra l’altro della “nicotine patch, ossia una benda per combattere la nicotina (tutt’ora brevettata) E’ proprietario di vinerie, del famoso e lussuoso Chateau che sorge in Braselton (Georgia), è un attivo filantropo, dirige il famoso circuito di Sebring, è capo della serie “Petit Le Mans”, da lui creata e possiede la famosa pista di Rod Atlanta.

Descrivere gli sviluppi apportati alla sua industria automobilistica sportiva richiede tempo e spazio, e numerose sono le vetture sfornate negli ultimi anni, comprese le vetture da corsa della serie Indicar, coadiuvato dal figlio Dan. Fedele concorrente, presenta sempre a Le Mans alcune delle sue “creazioni”. Ultima questa splendida macchina che ha denominato “Abruzzi spirit of Le Mans.” (foto).

«E’ il frutto di sforzi e del sogno che si tramanda di giorno in giorno. Anche questo novello modello seguirà la gloria dei precedenti. Lo dedico alle radici della mia esistenza.»

E noi gli auguriamo la vittoria.

New York:                                                              Londra:                                                                    Milano:

Lino Manocchia, Linoman98@aol.com      Emiliana Marcuccilli, emilianamarcuccilli@libero.it Alessandra Nigro alessandra.nigro@gmail.com

ABRUZZOpress è inviato ad autorità, enti, agenzie ed organi d’informazione regionali, nazionali, esteri

Articoli e notizie possono essere liberamente riprese. E’ gradita la citazione della fonte




Canada. AVVIATI I LAVORI DEL PROGETTO CANADESE PER L’AQUILA CENTRO POLIFUNZIONALE DELL’UNIVERSITA’

Gentile direttore, giro volentieri, se non pervenuta da altra fonte, questa nota dell’Ufficio stampa dell’Ambasciata del Canada in Italia, relativa alle opere in corso di realizzazione all’Aquila di un Centro polifunzionale con i fondi stanziati da quel Paese a favore dell’Ateneo aquilano.
Goffredo Palmerini

AVVIATI  I  LAVORI  DEL  PROGETTO  CANADESE  PER  L’AQUILA

CENTRO  POLIFUNZIONALE  DELL’UNIVERSITA’

Il progetto canadese per la ricostruzione de L’Aquila, un Centro Polifunzionale per gli studenti dell’Università, è in fase di realizzazione.

Sono iniziati il 3 maggio (sotto la supervisione del Dipartimento della Protezione Civile in qualità di responsabili di procedimento e direzione lavori) i lavori per la costruzione di una struttura polifunzionale che sorgerà in località Lenze di Coppito nei pressi delle facoltà universitarie. Il centro studentesco, comprendente una palestra multifunzionale, un ambiente per computer/internet, una biblioteca, aule, sale riunioni e uno spazio esterno per la ricreazione, sarà inaugurato prima dell’inizio dell’anno accademico 2010-11.

Nell’ambito degli sforzi del Governo del Canada per aiutare la ricostruzione nella zona colpita dal sisma del 6 aprile 2009, nel luglio scorso in occasione del G8 nel capoluogo abruzzese, il Primo Ministro del Canada Stephen Harper annunciò che il suo governo avrebbe contribuito 5 milioni di dollari canadesi per realizzare un progetto concreto, fattibile ed utile alla comunità aquilana. Il desiderio esplicito del Canada era di venire incontro alle necessità dei giovani.

Il protocollo d’intesa fra il Governo di Ottawa e il Dipartimento della Protezione Civile fu siglato il 5 gennaio 2010 e venne quindi indetta una gara d’appalto, regolarmente aggiudicata dall’Associazione Temporanea d’Impresa (ATI) costituita dalle ditte Habitat Legno Spa e Consorzio Stabile Edimo di Edolo in provincia di Brescia.

Il Canada tiene a precisare che il Centro Polifunzionale dell’Università verrà realizzato nel rispetto delle più restrittive norme italiane, usando tecnologie edili eco-compatibili e anti-sismiche al fine di ridurre, nei limiti del possibile, l’impatto dell’edificio sull’ambiente circostante. La collaborazione tra gli esperti del Canada e la Protezione Civile ha inoltre prodotto un progetto che rispecchierà il proprio legame sia con il Canada che con il paesaggio abruzzese, da qui l’uso importante del legno in tutta la costruzione.

Roma, 8 giugno 2010

Simonetta d’Aquino Allder

Responsabile Ufficio Stampa

Ambasciata del Canada




Venezuela. GLI ABRUZZESI DEL VENEZUELA DONANO 72.000 EURO PRO-TERREMOTATI D’ABRUZZO AL PROGETTO SMILE

Gentile direttore,
giro volentieri questa nota della collega Germana Pieri, dell’Italo di Maracaibo, sulla destinazione della donazione di 72mila euro raccolti dalla Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Venezuela, già versati alla Regione Abruzzo. Con i fondi inviati dalla Federazione sono attualmente in corso all’Aquila i lavori di ristrutturazione di un reparto ospedaliero per i servizi del “progetto Smile” e per due borse di studio. Ogni dettaglio nella nota.
Con viva cordialità

Goffredo Palmerini

GLI ABRUZZESI DEL VENEZUELA DONANO 72.000 EURO PRO-TERREMOTATI D’ABRUZZO AL PROGETTO SMILE

Lo comunica ufficialmente la Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Venezuela

di Germana Pieri *

Maracaibo (Venezuela) – Subito dopo il terribile terremoto del 6 aprile dello scorso anno, la Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Venezuela, composta da 10 Associazioni sparse su tutto il territorio nazionale, ha avviato in una corsa contro il tempo una raccolta di fondi che in poco piú di un mese e soltanto attraverso le Associazioni affiliate, ha raggiunto il valoredi 218mila Bolivares Fuertes, pari a 102mila dollari che, grazie all’interessamento diretto dell’Ambasciata d’Italia in Caracas presso l’ente di Cambio di Valuta estera governativo (Cadivi) é riuscito a cambiare in dollaro preferenziale, sono stati depositati 72mila euro nel conto della Regione Abruzzo, con lo scopo di contribuire alla ricostruzione di un’opera benefica da realizzare prioritariamente a favore della popolazione in maggiori difficoltá.

Lo spirito della richiesta é stata ampiamente compresa con grande sensibilitá umana dal Responsabile della Segreteria del Commissario Delegato per la Ricostruzione,  coordinatore della Struttura per l’Attuazione del Programma di Governo, dott. Antonio Morgante, il quale ha proposto un progetto di grande rilievo e che é stata accolta con slancio dalla Federazione.

Si tratta della ristrutturazione di un reparto dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila, gravemente colpito dal sisma, guidato dal Prof. Rocco Pollice, che fornisce un servizio di somma importanza per la prevenzione e cura per giovani ed adolescenti che denotano disagio psichico. Inoltre, saranno assegnate due borse di studio per giovani professionisti, universitari sopravvissuti, laureati in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica.

Il servizio è inserito nel progetto SMILE, prima ed unica esperienza in Abruzzo, in collaborazione con l’Università dell’Aquila e l’Azienda Sanitaria Locale, rinomato a livello mondiale, che è stato il gran protagonista nel soccorso psicologico alla popolazione aquilana nell’emergenza-terremono nelle tendopoli, tanto da ricevere una Medaglia d’Argento al Merito della Sanità Pubblica al prof. Casacchia, tra le personalità che si sono distinte per aver contribuito alla crescita della sanità italiana, e per il significativo ed essenziale contributo fornito nel corso del terremoto. Il dr. Pollice, dal canto suo, ha ricevuto Premio San Giuseppe Moscati (Medaglia d’Argento della Presidenza della Repubblica) per la sezione Medicina e Chirurgia, con la seguente motivazione:  quale figura simbolica di serietà professionale, continuità di assistenza, etica umana ed impegno cristiano”, per l’attività svolta durante il terremoto con lo SMILE. Oggi si continua l’assistenza con gruppi di terapia cognitivo-comportamentale per la gestione dello stress e dei disturbi d’ansia dopo terremoto per i giovani nei “nuovi” quartieri delle casette antisismiche, nei diversi distretti sanitari ed in alcune “scuole-tenda”.

Secondo quanto comunicato dal prof. Pollice, i lavori di ristrutturazione del reparto sono già iniziati, attivando tre sale ed iniziandovi l’assistenza sanitaria. Grazie ai fondi della Federazione Abruzzese, dunque, dopo circa un anno trascorisi in tenda, containers ed altre sistemazioni precarie, l’équipe del prof. Pollice è potuta tornare ad operare tra mura solide: manca ancora l’arredo e la ristrutturazione interna. A rimarcare il compiacimento per tale opera, le commoventi parole di ringraziamento del prof. Pollice: “… è bello vederci riconoscere il lavoro presente e passato, l’importanza delle nostre professionalità in un momento, questo, in cui da “cenerentola” della Medicina stiamo diventando (come conseguenza del disastro e dei suoi effetti sulla psiche….) disciplina essenziale per riconsegnare un po’ di benessere e di normalità a questa terra lacerata nell’anima. Il vostro gesto di ENORME solidarietà, non poteva capitare in momento migliore!!

Si concretizza così il desiderio degli Abruzzesi in Venezuela che, con slancio sincero e profondo, hanno donato con generosità il loro contributo affinché i nostri corregionali si sentissero uniti e consolati in un grande abbraccio fraterno. Le due borse di studio serviranno, infatti, da testimonianza vivente del nostro augurio per la ripresa della vita dei corregionali in patria proiettata nel futuro, mentre la ristrutturazione della sede già esistente potrà continuare a dare conforto ai giovani bisognosi di assistenza ed ai loro famigliari.

La Federazione Abruzzese sarà presente all’inaugurazione del reparto SMILE con una propria delegazione, anche per l’affissione di una targa a nome degli Abruzzesi in Venezuela, quindi senza personalismi, a testimonianza visibile e perenne della solidarietà dei corregionali in Venezuela.

* L’ITALO, Maracaibo – Venezuela