Argentina. Lidia Sartoris Angeli è una delle imprenditrici più influenti del Sud America. Tutto è iniziato nel 1966 quando con suo marito ha aperto la prima agenzia

Lidia Sartoris Angeli

Gentile direttore,

questa volta, nella rubrica “La Meglio Italia all’estero” del settimanale Il Punto (diretto da Antonio Pitoni), Giovanna Chiarilli ha raccontato la storia di Lidia Sartoris Angeli, una delle donne imprenditrici più attive ed influenti dell’Argentina e del Sud America. Pur di origine piemontesi, è anche molto legata all’Abruzzo, terra del consorte, l’On. Giuseppe Angeli. Impegnata anche nel mondo culturale e dell’associazionismo argentino, Lidia Sartoris Angeli vanta una serie di riconoscimenti prestigiosi, è Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e, nel 2004, è diventata Ufficiale dell’Ordine al Merito, nello stesso anno, è stata premiata sull’Altare della Patria con il Premio per gli Italiani nel Mondo. Oggi si divide tra i suoi impegni di imprenditrice, ma sempre attenta ai rapporti con la collettività di Rosario. Sia Giovanna Chiarilli sia la testata mettono volentieri questa storia nella libera disponibilità per la pubblicazione, citando IL PUNTO. Con viva cordialità. Goffredo Palmerini

La Meglio Italia all’estero

Tra viaggi, cultura e politica

Lidia Sartoris Angeli è una delle imprenditrici più influenti del Sud America. Tutto è iniziato nel 1966 quando con suo marito ha aperto la prima agenzia

Le origini sono piemontesi, mentre la città natale è Rosario, nella provincia argentina di Santa Fé. Lidia Sartoris Angeli è una delle donne imprenditrici più influenti del Sud America. “Ho iniziato nel 1966 con l’agenzia di viaggi creata con Giuseppe, mio marito, avevo già tre figli piccoli”. Evidentemente le sue capacità non passano inosservate se solo dopo qualche anno viene invitata a far parte dell’OAME, Organizzazione Argentina di Donne Imprenditrici, e nel 1996 ne diventa la Presidente, carica che ancora ricopre. Grazie a questo titolo, partecipa ai Congressi Internazionali della FCEM, Femmes Chefs d’Entreprises Mondiales.

All’interno di questa Associazione, che conta circa 500mila imprenditrici operanti nel mondo, Lidia Sartoris Angelis viene nominata Vicepresidente Mondiale e Commissaria per l’America Latina. “E’ un impegno prestigioso e di grande responsabilità”. Ma quali sono le doti che contribuiscono a raggiungere questi traguardi? “Inutile dire che le donne imprenditrici mettono in campo un impegno fatto di vocazione, perseveranza, capacità, tenacia e dedizione al lavoro. Considero queste caratteristiche indispensabili per arrivare a conquistare, e anche a mantenere, ruoli così impegnativi. L’unico rammarico, il tempo sottratto alla famiglia e alla propria attività”.

Pur tra gli “imprevisti” che hanno caratterizzato l’andamento dell’economia argentina, con il marito getta le basi di uno dei più importanti gruppi sud americani: insieme, come già detto, aprono una piccola agenzia di viaggi, la Transatlantica, e nel 1968 viene inaugurato il primo volo charter per l’Italia. Attualmente il Gruppo Transatlantica comprende Agenzie di viaggi con succursali in diverse città argentine, compresa Buenos Aires, la compagnia aerea SOL, OLA Tour operators; agenzie di Borsa e Cambio e agenzie immobiliari, per un totale di oltre 700 dipendenti.

Lidia Sartoris Angeli, accanto agli impegni imprenditoriali non ha mai dimenticato quelli per i nostri connazionali in Argentina, “insieme a mio marito, abbiamo costruito un grande rapporto con la collettività italiana, cercando di capirne le esigenze. Tant’è vero che nell’86 abbiamo aperto a Rosario una scuola bilingue, la Edmondo de Amicis, che ospita allievi della scuola materna, elementare, media, superiore, un corso di Tecnico in Turismo ed anche l’Università della terza età”. La scuola, gestita dalla Fondazione dal suggestivo nome “Gli Angeli”, accoglie circa 1.000 studenti ed è un centro di eccellenza nel settore.

Poi, in virtù delle origini del marito Giuseppe Angeli, oggi parlamentare eletto dagli italiani in Sud America, vent’anni fa ha fondato l’Associazione Famiglia Abruzzese di Rosario ed oggi è responsabile dei corsi di lingua e cultura italiana. Un amore, quello verso l’Abruzzo, che si traduce anche in iniziative volte alla valorizzazione del territorio. Non è un caso se nei tour che organizzano in Europa, accanto a Parigi e Londra, figura spesso anche Orsogna, paese di origine dell’On. Angeli.

Tra le onorificenze, oltre ad essere stata nominata Ufficiale al Merito della Repubblica italiana, celebrata sull’Altare della Patria con il Premio per gli Italiani nel Mondo, Lidia Sartoris Angeli è anche “Chevalier” grazie all’Ordre National du Lion del Senegal.

“Oggi la mia grande soddisfazione è riuscire a portare avanti tutti i miei impegni, professionali e familiari, sempre con grande entusiasmo e dedizione”. E immaginiamo, anche quella di vedere il suo “Angeli” tra gli scranni del Parlamento italiano.

Giovanna Chiarilli – IL PUNTO




Venezuela. A BARQUISIMETO LA SECONDA ASSEMBLEA DELLA FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI ABRUZZESI IN VENEZUELA di Germana Pieri *

Gentile direttore,
giro volentieri questa nota di Germana Pieri sull’assemblea della Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Venezuela, tenutasi qualche giorno fa a Barquisimeto.
Nella foto allegata: Caracas,  Giovanni Margiotta saluta il Ministro degli Esteri Franco Frattini.
Goffredo Palmerini

A BARQUISIMETO LA SECONDA ASSEMBLEA DELLA FEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI ABRUZZESI IN VENEZUELA

di Germana Pieri *

Grazie alla generosa accoglienza della Giunta Direttiva del Centro Italo Venezuelano della cittá lariana, che ancora una volta ha prestato le sue strutture ai presidenti e delegati delle Associazioni pervenute da ogni parte del paese, la riunione ha vissuto come sempre un clima di grande coesione, con un rinnovato slancio costruttivo a favore della comunitá abruzzese. In apertura della riunione, il Presidente, Giovanni Margiotta, ha chiesto un applauso in cambio di un minuto di silenzio, in memoria di uno dei pionieri dell’Associazionismo abruzzese nello Stato Trujillo, Mariano Cappelletti, il quale é stato di grande esempio per il suo profuso impegno a favore dei connazionali, sia attraverso l’Associazione Abruzzese di Valera che il Comitato di Assistenza agli italiani, deceduto dopo lunga e dolorosa malattia all’etá di 84 anni. Mariano, co-fondatore della Federazione, nonostante il dover sottomettersi ripetutamente alla dialisi, ha partecipato a tutte le Assemblee fin quando il fisico glielo ha permesso ed ha appoggiato con tutte le sue forze l’opera della Federazione. Un grande abruzzese che rimarrá per sempre nei nostri cuori.

Dopo la sentita commozione di tutti i presenti, si é passati dal dolore alla gioia. Un caloroso applauso ha accolto il nuovo presidente eletto dell’Associazione Abruzzese di Maracay, Stato Aragua, Mario Paris e la sua gentile signora, ai quali é stato dato il benvenuto e sono stati fatti i piú sinceri complimenti ed auguri di buon lavoro da estendere a tutta la Giunta Direttiva. Si é passati quindi alle informazioni del Presidente, prima fra tutti la visita del Ministro per gli Affari Esteri Franco Frattini a Caracas. Dopo aver illustrato alcuni importanti accordi stabiliti tra l’Italia e il Venezuela, Margiotta ha riferito che, invitato all’incontro di Frattini con la comunitá, ha avvicinato il Ministro portandogli i saluti degli abruzzesi in Venezuela. Frattini aveva giá incontrato nei mesi scorsi il Presidente del Consiglio Regionale Abruzzese,Nazario Pagano, il quale, dopo la sua visita in Caracas durante la Prima SETTIMANA ABRUZZESE organizzata dalla Federazione, gli aveva esposto i gravi problemi cui sono esposti i nostri connazionali in questo Paese chiedendogli un maggior impegno del governo italiano in tal senso, e il Ministro ha dato a intendere a Margiotta di essere a conoscenza dell’operato della Federazione a favore dei corregionali, grazie appunto al riferimento del Dott. Pagano. Un evento che ci fa sentire senza dubbio piú tutelati e ci fa ben sperare per il futuro. Rilevante l’intervento del giovane Johnny Margiotta, Consigliere Esecutivo del CRAM e Presidente dell’Associazione Giovani Italiani in Venezuela, il quale ha rivolto al Ministro alcune richieste precise per favorire l’inserimento dei giovani italiani e discendenti del Venezuela e dell’America Latina che vogliano rientrare o “emigrare” in Italia, consegnandogli alla fine una Lettera-documento particolareggiata ed ottenendo l’impegno del Ministro ad attivarsi in tal senso.

Altra importante comunicazione, la destinazione dei fondi raccolti dalla Federazione in pro dei terremotati d’Abruzzo (72mila euro). Il Commissario per la Ricostruzione dell’Aquila, Antonio Morgante, ha suggerito un progetto di grande rilievo che porterá sollievo ai giovani ed ai loro famigliari traumatizzati dal terremoto. Si tratta del Progetto SMILE, dell’equipe psichiatrica guidata dal Prof. Rocco Pollice, riconosciuto a livello mondiale per il suo importante lavoro di prevenzione delle malattie mentali in particolare negli adolescenti, che opera nell’ospedale San Salvatore di L’Aquila e che comprende la ristrutturazione del reparto danneggiato dal sisma, oltre che una borsa di studio per due giovani professionisti, universitari sopravvissuti, laureati in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica. Il dott. Morgante ha quindi invitato una delegazione della Federazione Abruzzese in Venezuela all’inaugurazione ufficiale del reparto con l’affissione di una targa, a perenne testimonianza dell’affetto e della vicinanza degli abruzzesi del Venezuela con i loro corregionali d’Abruzzo. La decisione é stata salutata dall’Assemblea con viva commozione e partecipazione.

Di rilievo il progetto presentato dal giovane e dinamico vice-presidente della Federazione, Aldino Rasetta, recentemente rieletto presidente del Centro Italo Venezuelano di San Cristobal, il quale ha esposto l’accordo raggiunto con una compagnia di Assicurazioni per la firma di un pacchetto corporativo di Polizze assicurative sanitarie ed altro, con una spesa per tutti gli associati  interessati del 50% in meno. Un respiro di sollievo soprattutto per i nostri corregionali della terza etá, grazie alle nuove normative del Governo Venezuelano che obbliga le Assicurazioni ad includere gli ultrasessantenni anche malati, in attesa dell’erogazione ufficiale delle 80 polizze sanitarie da parte della Regione Abruzzo a favore dei corregionali in stato di bisogno. Nella stessa riunione é stato dato il via ai corsi di lingua italiana tra i nostri associati da attivare in ogni cittá sede di appartenenza, con la possibilitá di un finanziamento della Federazione per l’acquisto di una laptop.

A seguire, la rappresentante del CRAM Maria Gabriella Marcacci ha informato sulla raccolta di fondi avviata per sua iniziativa a favore dei numerosi abruzzesi della cittá di El Parral in Cile, distrutta dal terremoto. I fondi saranno consegnati all’Ambasciata del Cile che provvederá a trasferirli a destinazione, cosí come é stato realizzato per l’Abruzzo. La solidarietá con i nostri corregionali di El Parral si é fatta sentire e ognuno ha aderito all’iniziativa. Si é passati poi all’organizzazione della Seconda SETTIMANA ABRUZZESE, che quest’anno si realizzerá il prossimo mese di novembre nella cittá andina di San Cristobal, dove il Vicepresidente Aldino Rasetta ha dato la piena disponibilitá per l’organizzazione. Anche quest’anno sono previste attivitá culturali, gite turistiche e l’elezione di Miss Abruzzo in Venezuela 2010, con una gran festa finale. Sará organizzato un grande incontro di giovani abruzzesi a livello Continentale.L’organizzazione é stata affidata al giovane Consigliere del CRAM Johnny Margiotta.

Infine, é stato esposto il progetto di una rivista trimestrale della Federazione, organo informativo delle attivitá delle singole Associazioni e della Federazione, con le disposizioni della Regione Abruzzo e del CRAM a favore dei corregionali all’estero. Anche questo ha avuto grande accettazione in quanto permetterá alle Associazioni di far conoscere le proprie attivitá e iniziative tra i propri associati nelle loro cittá di residenza.  A fine riunione, l’Assemblea ha ricevuto la graditissima visita del Presidente della Casa d’Italia di Barquisimeto, Sr. Rogelio Carreras, il quale si é complimentato con la Federazione per il suo arduo lavoro ed il costante impegno a favore della comunitá abruzzese. A sua detta, poche Associazioni o Federazioni dimostrano questo fervore per mantenere in vita la propria identitá, sapendo mantenere un clima di famigliaritá ed armonia. Il Presidente Carreras ha riaffermato la disponibilitá del Club ad accogliere ogni iniziativa della Federazione. Sotto una pioggia battente, i Presidenti e delegati hanno trascorso una simpaticissima serata,piú entusiasti che mai e pronti a compiere il loro impegno verso la collettività abruzzese.

*L’Italo di Maracaibo

Estimado Director,
alrededor de Germana esta nota feliz Pieri en la asamblea de la Federación de Asociaciones de Abruzzo en Venezuela, que se celebró hace unos días en Barquisimeto.
En la foto adjunta: Caracas, John Margiotta celebra el canciller Franco Frattini.
Godfrey Palmerini

En Barquisimeto LA SEGUNDA REUNIÓN DE LA FEDERACIÓN DE ASOCIACIONES EN VENEZUELA ABRUZZESE

Germana Pieri *

Gracias a la generosa hospitalidad de la Junta de Directores de Centro de la ciudad de Como Italia de Venezuela, que una vez más prestó sus instalaciones a los presidentes y delegados de las Asociaciones recibidas de todo el país, la reunión ha vivido siempre como un clima de cohesión y una renovación constructiva de la comunidad de Abruzzo. Al inaugurar la reunión, el Presidente, John Margiotta, pidió un aplauso a cambio de un minuto de silencio en memoria de uno de los pioneros de las asociaciones de los Abruzos en el Estado Trujillo Mariano Cappelletti, quien ha sido un gran ejemplo para sus compromiso con los esfuerzos de los compatriotas, tanto a través de la Asociación de Abruzzo Valera que el Comité de Bienestar de los italianos, murió después de una larga y penosa enfermedad a la edad de 84 años. Mariano, co-fundador de la Federación, a pesar de tener que someterse a diálisis varias veces, ha participado en todas las asambleas hasta que el cuerpo le ha permitido y apoyado con todas sus fuerzas el trabajo de la Federación. Un Abruzzese grande que permanecerá para siempre en nuestros corazones.

Después de la emoción sentida por todos los presentes, que se transmite de luto a la alegría.Un gran aplauso saludó al recién elegido Presidente de la Asociación Abruzzese Maracay, Estado Aragua, Mario de París y su encantadora esposa, que fueron acogidos y se les hizo la más sinceras felicitaciones y mejores deseos a extenderse a todo el Consejo de Administración. A continuación se transmite la información por el Presidente, en primer lugar, la visita del Ministro de Asuntos Exteriores, Franco Frattini, en Caracas. Después de ilustrar algunos importantes acuerdos alcanzados entre Italia y Venezuela, dijo que Margiotta, invitó a la reunión con Frattini, la comunidad se ha dirigido al Ministro de portador del saludo de los Abruzos en Venezuela. Frattini ya se había reunido en los últimos meses el Presidente del Consejo Regional de Abruzzo, Nazario Pagano, quien, después de su visita a Caracas durante la primera semana ABRUZZESE organizado por la Federación, había denunciado los graves problemas que enfrentan nuestros ciudadanos en este país pide un mayor compromiso del Gobierno italiano en este sentido, y el ministro ha dado a entender Margiotta ser consciente de la labor de la Federación en nombre de sus compañeros, precisamente gracias a la referencia del Dr. Pagano. Un evento que nos hace sentir más protegido y sin duda es un buen augurio para el futuro. Importantes de intervención de la joven Johnny Margiotta, Director Ejecutivo del CRAM y el presidente de jóvenes italianos en Venezuela, que ha abordado algunas demandas específicas del Ministerio para facilitar la integración de jóvenes italianos y descendientes de Venezuela y América Latina que quieren volver o “migrar” en Italia, con el tiempo la entrega de un documento escrito detallado y obtener el compromiso de la Ministra a tomar medidas en esta dirección.

Otro importante de comunicación, el destino de los fondos recaudados por la Federación de las víctimas del terremoto en Abruzzo pro (72mila de euros). El Comisionado para la Reconstrucción de L’Aquila, Antonio Morgante, propuso un proyecto de gran envergadura que traerá alivio a los jóvenes y sus familias traumatizadas por el terremoto. Este proyecto SMILE, psiquiátricos del equipo dirigido por el Prof. Rocco Pollice, reconocidos mundialmente por su importante labor para prevenir la enfermedad mental en particular los adolescentes, que opera el Hospital San Salvatore de L’Aquila y que incluye la reestructuración del departamento dañado por el terremoto, así como una beca por dos jóvenes profesionales, los sobrevivientes universitarios, graduados de la Técnica de Rehabilitación Psiquiátrica. Dr. Morgante continuación, invitó a una delegación de la Federación de los Abruzos en Venezuela en la apertura oficial del departamento con la exhibición de una placa, un testimonio perpetuo de la simpatía y cercanía de los Abruzos en Venezuela con sus compañeros d’Abruzzo. La decisión fue aclamada por la Asamblea, con profunda emoción y la participación.

Importante el proyecto presentado por el vicio joven y dinámico-presidente de la Federación, Aldino Rasetti, recientemente reelegido presidente del Centro Italiano de Venezuela de San Cristóbal, que destacó el acuerdo alcanzado con una compañía de seguros para firmar un conjunto de empresas pólizas de seguro médico y más, con un cargo de todos los miembros interesados en menos de 50%. Un suspiro de alivio, especialmente para nuestros compañeros de la tercera edad, gracias a las nuevas regulaciones que requieren el seguro gobierno de Venezuela para cubrir los años sesenta también está enfermo, en espera de desembolso oficial de las 80 pólizas de seguro de salud de la Región de Abruzzo, en favor de los compañeros que lo necesitan. En la misma sesión se ha dado luz a los cursos de lengua italiana entre nuestros miembros que se active en cada pueblo al que pertenecen, con la posibilidad de una beca de la Federación para la compra de un ordenador portátil.

A continuación, el representante de la CRAM María Gabriela Marcacci informó sobre la recaudación de fondos comenzó por su iniciativa para un número de la ciudad de los Abruzzos, de El Parral en Chile, destruida por el terremoto. Los fondos serán entregados a la Embajada de Chile que serán transferidos a, ya que fue hecho para los Abruzos. La solidaridad con nuestros compañeros de El Parral se escuchó y todo el mundo se ha unido a la iniciativa. A continuación se pasa a la organización de la segunda semana de Abruzzo, que este año tendrá lugar el próximo mes de noviembre en la ciudad andina de San Cristóbal, donde el Vicepresidente Aldino Rasetti tiene acceso completo a la organización. También este año se han previsto actividades culturales, viajes, vacaciones en Abruzzo y la elección de Miss Venezuela 2010, con una gran fiesta final. Habrá un gran encuentro de jóvenes en la organización Continentale.L Abruzos ha sido confiado a la joven director Johnny Margiotta del CRAM.

Por último, el proyecto ha estado expuesto a una revista trimestral de la Federación, un organismo informado de las actividades de los distintos miembros y la Federación, con las disposiciones de la Región Abruzzo y CRAM en favor de los compatriotas en el extranjero. Esto también ha tenido gran aceptación ya que permitirá a las asociaciones para dar a conocer sus actividades e iniciativas entre sus miembros en su ciudad de residencia. Al final de la reunión, la Asamblea recibió la visita clase de Presidente de la Cámara de Italia en Barquisimeto, Rogelio Sr. Carreras, quien felicitó a la Federación por su trabajo duro y continuo compromiso con la comunidad de Abruzzo. En sus asociaciones llamados, pocos y federaciones demostrar su fervor en el mantenimiento de su identidad, conocer y mantener un clima de armonía familiar.Carreras La Presidenta reafirmó la voluntad del Club de dar la bienvenida a toda iniciativa de la Federación. Bajo una lluvia torrencial, los presidentes y delegados pasaron una velada muy agradable, más entusiasta que nunca y listo para hacer su compromiso con la comunidad de Abruzzo.

* Italia Maracaibo




Editoria. Vangelo dei migranti. Con gli italiani in terra inglese di Renato Zilio


Vangelo dei migranti.

Con gli italiani in terra inglese

di Renato Zilio (Pref. Card. Roger Etchegaray), pag. 128, euro 9,00

Pensieri e meditazioni di un missionario dei migranti diventano qui pagine vive, che nascono giorno dopo giorno dall’esperienza della sua parrocchia londinese.

È un vero microcosmo. Sono gli emigrati italiani, la cui vita si intreccia, oltre che con quella del Paese ospite, anche con le comunità portoghese, filippina.

Per gli uni e per gli altri – per tutti – “emigrare è sempre una lotta. Lo è per il pane e la dignità”.

Impegno pastorale e sfida del “vivere insieme” si rivelano particolarmente

vivi, stimolanti e attuali. Una lettura tra prosa e poesia che rinvia il lettore alla realtà degli immigrati in Italia oggi e porta a riflettere sulla nostra condizione ormai di popolo

che accoglie. Uno strumento prezioso per capire il mondo

multiculturale in cui viviamo.

Nel contesto dell’anno 2010, proclamato dalle Nazioni Unite “Anno internazionale per l’avvicinamento delle culture” e dalla

Conferenza delle Chiese Europee (Kek) “Anno europeo per le migrazioni” un libro di sorprendente attualità e freschezza.

“Se la tua storia è più preziosa della tua origine,

ciò che tu hai costruito è più importante di quanto tu hai ricevuto…

Se hai rivelato una libertà responsabile che ti ha reso differente,

hai fatto il tuo volto ancora più luminoso.

E se per te un cammino con altri vale più del tuo punto di partenza,

avrai detto la grandezza di un essere umano!”

La congregazione scalabriniana è fondata da Mons. G.B. Scalabrini

alla fine Ottocento, per sostenere socialmente e spiritualmente

i numerosissimi emigrati italiani.

Ora i suoi missionari e missionarie sono inviati nel mondo alle comunità di migranti di ogni cultura e nazione, per costruire

attraverso le loro vicende causate da ingiustizie o squilibri economico-demografici la solidarietà tra tutti gli uomini.

Gospel of migrants.
With the Italians in English soil
Renato Zilio (Pref Cardinal Roger Etchegaray), pp. 128, EUR 9.00

Thoughts and musings of a missionary to migrants become pages live here, that arise from day to day experience in the London parish.
It is a true microcosm. Are the Italian immigrants, whose life is intertwined, as well as that of the host country, even with the Portuguese community, the Philippines.
For some and for others – for all – “emigrate is always a struggle. It is for bread and dignity. ”
Pastoral commitment and challenge of living together are particularly
alive, exciting and current. A reading between prose and poetry which refers the reader to the reality of immigrants in Italy today and make us reflect on our situation now people
granting. A valuable tool for understanding the world
Multiculturalism in which we live.
As part of the year 2010, proclaimed by the United Nations’ International Year for the approach of cultures “and
Conference of European Churches (CEC) European Year of Migration, “a book of surprising freshness and timeliness.
“If your story is more precious than your home
what you have built is more important than what you received …
If you revealed a responsible freedom that made you different,
you made your face even brighter.
And if you a journey with others is worth more than your starting point,
you said the size of a human being! ”
The congregation was founded by Bishop Scalabrini GB Scalabrini
the late nineteenth century, to support socially and spiritually
the many Italian immigrants.
Now their missionaries are sent to the migrant communities in the world of every culture and nation building
through their events caused by economic and demographic imbalances or injustices solidarity among all people.

Renato Zilio (1950) è missionario scalabriniano con una lunga esperienza al servizio dei migranti.Ha fondato e diretto il Centro Interculturale Giovanile

di Ecoublay nella Regione Parigina, ha diretto

a Ginevra la rivista della comunità italiana Presenza

Italiana, ha lavorato presso il Centro Studi Migrazioni Internazionali di Parigi e svolto attività di missione a Gibuti, nel Corno d’Africa. Vive attualmente a Londra presso il Centro Interculturale Scalabrini di Brixton Road.

I suoi ultimi libri:

· Lettere da Gibuti (Ed. Messaggero Padova, 2008),

· Parole dal deserto (Ed. Paoline, 2009)

Per informazioni e contatti:

Monica Martinelli · stampa@emi.it · cell. 331 399 69 44 · tel. 051 32 60 27

Renato Zilio (1950) is Scalabrinian missionary with long experience in the service of migranti.Ha founded and directed the Centro Intercultural Youth
Ecoublay of the Paris region, he directed
in Geneva, the journal of the Italian community Presence
Italian, worked at the Centre International Migration Studies in Paris and worked as a mission to Djibouti in the Horn of Africa. Currently living in London at the Intercultural Centre Scalabrini Brixton Road.
His recent books:
• Letters from Djibouti (Ed. Messaggero Padova, 2008)
• Words from the desert (Ed. Paulist, 2009)
For information and contacts:
Monica Martinelli • stampa@emi.it • cell. 331 399 69 44 • tel. 051 32 60 27

Prefazione del

Cardinal Roger Etchegaray

“Non imbroglierai sui diritti di un immigrato”

Come lo proclama la Bibbia (Deut.24,17), ecco un problema antico quanto l’umanità. Il termine “imbrogliare” è duro, ma esprime

bene come un diritto può essere bas-samente manipolato quanto lo può essere un semplice gioco.

A dire il vero, l’emigrazione è diventata og-gi di una complessità crescente o piuttosto di un’ampiezza tale… da non essere sufficiente

l’imbroglio! Si dibatte molto in questi

tempi, soprattutto in Europa, non senza fatica per cercare un consenso.

La riflessione è necessaria per meglio scoprire

le radici delle nostre solidarietà universali

e questa riflessione deve inglobare gli emigranti. Ma questo non lo si può fare se non in un clima di reciproca fiducia.

L’originalità del libro di Renato Zilio è di analizzare coraggiosamente l’emigrazione in Terra Inglese, terra ideale per trovarvi degli

immigrati di tutti i continenti: ciò fa dire al religioso scalabriniano che la sua parrocchia

è il mondo e la sua terra è stata la prima ad accogliere quelli dell’Estremo Oriente. Oggi, ovunque, infatti, Oriente e Occidente si incontrano e si intrecciano insieme. Non dimentichiamo che l’immigrato, come ogni uomo, non vive di solo pane. Per molte famiglie

maghrebine, ad esempio, nonostante

il contesto di una società secolarizzata, la fedeltà alla loro fede, l’educazione religiosa dei loro bambini, la celebrazione delle feste religiose sono altrettanto importanti di un contratto di lavoro o di un alloggio decente.

Dobbiamo fare il possibile per creare un cli-ma favorevole che permetta loro di darsi dei luoghi di preghiera e di insegnamento coranico.

È venuto il momento di prendere coscienza del carattere permanente e non più provvisorio

della popolazione straniera. È un fatto nuovo che bisogna affrontare con lucidità.

Come altri paesi d’Europa, l’Italia sta diventando

una nazione dove differenti razze, differenti culture, differenti religioni devono

avere il loro pieno e legittimo posto.

Invece di cedere a un istinto di ripiegamento

su noi stessi e di autodifesa di fronte agli stranieri è insieme che dobbiamo scrivere questa nuova pagina della storia del no-stro Paese.

Non solo a causa del debito di riconoscenza

che abbiamo nei loro riguardi, ma prima ancora per senso di giustizia e di solidarietà e in uno spirito di partners, di fratellanza. Il compito è impegnativo. Comprendiamo meglio, così, la parola della Bibbia: “Non im-broglierai sui diritti di un immigrato”.

Che la contemplazione dell’amore infinito di Dio per tutti ci aiuti ad impegnarci risolutamente

sulla via della vita, dove ogni compagno di viaggio, ogni straniero sarà

riconosciuto in parole e in atti come un fratello,

il nostro fratello.

+ Cardinal Roger Etchegaray

Editrice Missionaria Italiana – Bologna

Foreword
Cardinal Roger Etchegaray
“They do not cheat on the rights of an immigrant”

As it proclaims the Bible (Deut.24, 17), here is a problem as old as humanity. The term “cheating” is hard, but is
well as a right can be manipulated because the low-ly can be a simple game.
Indeed, migration has become gi-og of increasing complexity or breadth rather that not be enough …
cheating! It is much debate in these
times, especially in Europe, not without difficulty to find a consensus.
The reflection is needed to discover better
the roots of our universal solidarity
and this reflection must take in immigrants. But this you can not do but in a climate of mutual trust.
The originality of the book is to analyze Renato Zilio bravely migration Land English, find the ideal place for
immigrants from all continents: what does that say to his parish religious Scalabrinian
is the world and his country was the first to welcome those of the Far East. Today, everywhere, in fact, East and West meet and are interwoven together. Do not forget that immigrants, like every man does not live by bread alone. For many families
Maghreb, for example, despite
the context of a secularized society, loyalty to their faith, religious education of their children, the celebration of religious holidays are as important as a contract of employment or decent housing.
We must do everything possible to create a climate favorable but allowing them to give the places of prayer and Koranic teaching.
It is time to become aware of permanent rather than interim
the foreign population. It is a new fact that must be addressed with clarity.
Like other European countries, Italy is becoming
a country where different races, different cultures, different religions have
have their full and rightful place.
Instead of yielding to an instinct to retreat
about ourselves and self-defense in front of strangers is together that we write this new page in the history of no-eign country.
Not only because of the debt of gratitude
we have for them, but first a sense of justice and solidarity and a spirit of partners, brotherhood.The task is challenging. Understand better, so the word of the Bible: “Do not im-rigged on the Rights of an immigrant.”
That the contemplation of the infinite love of God help us all to commit ourselves resolutely
the path of life, where every traveler, every foreigner will
recognized words and acts like a brother,
our brother.

Cardinal Roger Etchegaray
Italian publisher Mission – Bologna




USA. Giubilo italo-americano alla Indy 500 di Lino Manocchia

Giubilo italo-americano

alla Indy 500

di Lino Manocchia

INDIANAPOLIS, 30 Magio 2010 – L’italo-scozzese Dario Franchitti conquista la sua seconda Indianapolis 500 dopo aver dominato la corsa, mentre Chip Ganassi scrive un’altra pagina di storia, diventando il primo proprietario di team, che ha vinto, lo stesso anno, la Indianapolis 500 e la Daytona 500.


I pronostici, fallaci come spesso avviene, avevano offerto il brasiliano Helio Castroneves favorito 7-2, grazie alle sue tre vittorie sul mitico ovale dell’Indiana, il quale inseguiva la leggenda tentando di solidificare la pietra miliare, che ora dovrà attendere altri 360 giorni.

Dunque, Castroneves non è un fenomeno  e la sua gara è stata confusa e distrutta dai tanto decantati rifornimenti sfasati. L’ultimo pieno fatto a 35 giri dalla fine non  gli ha consentito di reggere all’attacco di Franchitti che potremmo dire, schersosamente, è giunto al traguardo col contagocce, sfidando la possibilità di rimanere in mezzo alla pista, con il serbatoio asciutto, come accadde un’altra volta in diversa città. Il fuoco pirotecnico contro il muro, iniziato al primo giro ha mietuto undici concorrenti, fortunatamente senza incidenti fisici, come la macchina  di Mike Convey la quale a due passate dalla fine volava sopra la vettura di Ryan Hunter Ray, compiendo una paurosa piroetta, e ricadeva divisa in due tronconi.

Tre o quattro malcapitati negli incidenti portano il nome delle note squadre Penske, ma nel complesso anche i rookie hanno avuto il loro quarto d’ora di attenzione.

Eccezionale è stata la rimonta dalla ultima posizione – a causa di due incidenti di macchina alla vigilia che lo relegavano in coda, del brasiliano, veterano Tony Kanaan. Con esperienza, decisione, coraggio, Tony dopo metà gara si ritrovava in terza posizione, che perdeva allorché, a poche passate dalla bandierina a scacchi, doveva effettuare un rabbocco di etanolo, che lo faceva rientrare in undicesima posizione. E’ convinzione generale che non sempre i ripieni sfaldati arrecano successo e creano un baccanale di cambi, sorpassi e fermate.

Lineare, invece, è stato l’australiano Scott Dixon, del team Ganassi, già vincitore a Indy, il quale, dopo aver marciato in mezzo al plotone, sul finire -come di consueto – ha dato il via alla vettura che lo ha portato al terzo posto, anch’essa assetata di carburante. Comunque Indy ci ha dato un bis sul podio per “Casa” Ganassi, e grande soddisfazione nel  “clan” Michael Andretti, patron delle quattro vetture in gara, il quale stava pregustando il successo allorché Marco Andretti si era portato sulla scia di Franchitti attaccando decisamente. Ma non aveva fatto i conti con l’Etanolo per il quale perdeva il podium e si doveva accontentare del sesto posto, dietro alla compagna di squadra, Danica Patrick, fortunata con l’inversione dei rifornimenti che la piazzava quinta.

Patron Roger Penske, perso l’inglese Rayan Brisco (24mo) vedeva l’australiano Will Power (ottavo), che perde il primo posto in classifica della serie Irl.

Se Danica Patrick ce l’ha fatta al quinto posto con “trucco”dei rifornimenti, l’italiana Simona De Silvestro (rookie) della serie, con audacia e decisione ha ottenuto un meritato tredicesimo posto mentre la brasiliana e  Ana Beatriz e Sara Fisher hanno occupato la zona arretrata.

Preceduta dalla tradizionale festività di migliaia di spettatori, l’anti corsa ha visto una Indianapolis sempre viva, affatto accasciata per i suoi cento anni di vita, E allorché l’anziana signora Mary

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ABRUZZOpress –N. 196 del 31 maggio ’10                                                                                                                             Pag 2

Hulman George, moglie del creatore dell’ovale e madre dell’ex Presidente della serie monoposto, ha scandito la tradizionale frase al microfono «Ladies and gentlemen start you engine,», aerei jet hanno sorvolato il  Colosseo d’acciaio, e mille palloncini bianco-rossi-blu si sono innalzati verso l’azzurro del cielo.

Un commentino… da colleghi. I tre “magi” che in cabina di trasmissione hanno effettuato la telecronaca dell’evento che la ABC Tv ha pagato qualcosa come 1 2 milioni di dollari, hanno lasciato l’amaro in bocca. Sarebbe bastato che i tre avessero dato una rispolverata a dati, nomi e situazioni passate, anziché emettere giudizi all’acqua di rose. Come quando il semimuto Eddie Cheever, ex pilota Cart e vincitore di una 500 di Indy – grazie a Pluvio che diede termine alla corsa tagliata a metà – il quale credeva di insegnarci ripetendo che: ªUna cosa è la qualifica ed un’altra è la corsa.»

La 93ma edizione di Indy 500 è passata nell’album dei ricordi di Dario Franchitti e della signora Asley Judd (foto), attrice e consorte del pilota, e sullo zeppo palmares di Chip Ganassi e questo ci riempie di soddisfazione.

LINO MANOCCHIA




USA. Il Premio Nobel Mario Capecchi si racconta di Lino Manocchia

Il Premio Nobel

Mario Capecchi

si racconta

di Lino Manocchia

NEW YORK, 27 Maggio ’10 – Buon giorno professor Capecchi. Parliamo italiano o inglese?

«Preferirei inglese. Che vuole? Sono nato in Italia nel 1937 a Verona e “parlicchio” la lingua madre soltanto quando vado in Italia una volta l’anno, per una breve vacanza e per impartire lezioni all’Università di Bologna, tuttavia quel po’ di italiano che ancora alberga nella mia mente lo insegno a mia figlia Misha, che è un’ottima calciatrice.»

Professore è una tradizione paterna, allora?

«Sì, da giovane ho fatto di tutto» (Il giovane Mario Capecchi giocò al calcio, football, baseball e lotta libera – ndc)..

Iniziò così la nostra intervista esclusiva con l’illustre Premio Nobel all’indomani della premiazione. A distanza di tre anni abbiamo conversato con il simpatico scienziato 72enne, disputato dai congressi e università, variamente conteso dalle belle signore, fedele com’è alla fedelissima Laury. In questa intervista confessa: «Non ho mai studiato biologia all’università. E’ una mate-ria che ho imparato giorno dopo giorno nei laboratori. La mia vita si svolge tutta lì e forse per questo mia moglie  dice che lì “morirò”.» E sorride. Dopo aver raggiunto la punta dell’iceberg ricevendo il Premio Nobel 2007 per la Medicina e Fisiologia insieme ai professori Oliver Smithies, americano, e Martin J. Evans, inglese l’altro, il Prof. Capecchi vede allargare gli orizzonti della sua continua ricerca. (nella foto con il re di Svezia)


Professore, possiamo chiedere “cosa bolle nelle provette sperimentali”, e cosa dobbiamo aspettarci?

Il Professore non esita a spiegare ciò che è emerso dalle ricerche genetiche dei roditori: «Abbiamo scoperto che  i topolini si comportano come una persona, grazie al controllo delle cellule del sistema. Una scoperta molto profonda ma significativa. Tra qualche giorno le riviste scientifiche specializzate ne  pubblicheranno i risultati.»

Questo significa che la vostra magnifica scoperta potrà essere applicata anche all’Uomo?

«Senz’altro. Siamo fortunati ad aver potuto usare i topolini. ma un giorno potremo dire che proprio quelle piccole cavie hanno contribuito a salvare molte vite…»

Ci spiega in che consiste la “scoperta”?

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ABRUZZOpress – N. 192 del 27 maggio ’10                                                                                                                            Pag 2

«Sono studi e scoperte sulle modificazioni genetiche delle cellule staminali, in particolare per lo sviluppo del “gene targeting” nelle cellule staminali di embrioni di topi. Una ricerca alquanto complessa a spiegarsi…»

Quanto tempo ha impiegato per il raggiungimento del “successo”?

«Circa 20 anni, insieme a 20 colleghi dei laboratori universitari dello Utah.»

Professore, è vero che le grandi scoperte sono spesso impreviste?

«Senza dubbio, ed è il mistero, la perseveranza che stimolano. La perseveranza è un fattore comune nella storia dei successi. Le avversità possono essere un incentivo ed un bisogno individuale per continuare nell’impresa.»

Qual è il fattore principale, come scienziato, che la sorregge?

«La concentrazione, l’essere esposto a diversità e disciplina ti stimolano e dirigono le ricerche.»

Come reagisce agli eventuali biliosi e gelosi avversari?

«La tecnologia genetica solleva questioni etiche, complesse come quelle che circondano la pace nel mondo, ma per me queste domande sono troppo specifiche.» Lo scienziato si lancia in una riflessione chiara sapendo che con la sua scienza rischia di sconfinare nell’etica fino a guardare molto da vicino l’origine della vita… «Quando si parla di vita umana non possiamo avere un completo controllo…»

Lo stato d’animo del Prof. Capecchi si agita quando gli chiediamo della sua infanzia e quando affiora il ricordo del momento in cui mamma Lucia venne deportata dai nazisti nel campo di concentramento del sud e ritrovò il figlio, in un ospedale, alla fine della guerra. Poetessa provetta, con amore e dedizione scrisse poesie, pubblicate in Germania. Lucia incontrò un gruppo di artisti antifascisti e si arruolò con un gruppo dell’Italia del Nord, dove incontrò un ufficiale dell’aeronautica, Luciano Capecchi, che però non sposò. Per quattro anni il futuro Nobel visse con la madre in uno chalet nelle Alpi italiane.

Che vita conducevate?

«Fu una vita interessante, una vera vita rustica, coltivando grano che vendevamo al mulino. Facevamo anche il vino, ed i ragazzi gioivano a pestare l’uva. Ma erano comunque anni difficili e cruenti che credo mi abbiano segnato. Ma nel 1946 compimmo un magnifico salto, dalle strade italiane ad una zona vicina a Pittsburg, dove mio zio Edward creò un vero e proprio “Comune” di 65 famiglie. Sono stato fortunato a frequentare una scuola “Quaker” (quacchera). Nelle elementari venivamo trattati come studenti delle medie, e a tavola le conversazioni erano “politiche”.»

Dopo aver frequentato un college di Scienze Politiche, cambiò per le Scienze e la Matematica, e nel 1961 si laureò in Fisica e Chimica “cum laude”. Tuttavia confessa: «Non ho mai frequentato una classe di Biologia. Ho imparato questa “materia” nei laboratori, e continuerò ad “imparare” e “scoprire” ancora per molto tempo.»

Professore, lei vive ancora nella famosa abitazione di Salt Lake City nello Utah?

«Si,  vivo con la famiglia in una rustica casa a tre piani, incurante della neve che durante l’inverno  supera spesso anche i 3 metri. A Salt Lake City, in compagnia di due pappagalli, quattro gatti, due can, due topolini (che cura amabilmente) il cavallo Fraser, ed un “amico” che custodiamo. Che vuole? Mia moglie ama i cavalli e suole ripetere sempre che io morirò nel laboratorio (lo dice con un sorriso). Non prima però di altri 23 anni, poiché ci sono tante cose da scoprire.»

Ma in Italia ci torna spesso?

«Quest’anno a settembre, e a dicembre sarò a Roma, e poi in una Università in Puglia.»

Professore, confessi. La cucina italiana l’ha dimenticata?

«Niente affatto. Primo, perché la cucina italiana è la regina nel mondo, quindi come dimenticare quella pasta al sugo di ragù? Poi, perché io e mia moglie, californiana ma avvezza al cibo italiano, siamo discreti cuochi. Quando incappiamo in qualche intoppo… “tecnico” ricorriamo al libro delle meraviglie.» Se sia un nume della scienza, un profeta della genetica, non sappiamo, né sta a noi dirlo. Quel che invece sappiamo e diciamo è che questa e quella gli devono molto ed il Nobel del 2007 ha solennemente sancito le sue conquiste.

LINO MANOCCHIA




USA. DELTENSEMBLE RACCOGLIE VASTI CONSENSI NEGLI STATES

Gentile direttore,
se può essere di qualche interesse, ecco un reportage sulla missione in Usa e Canada del gruppo musicale aquilano Deltensemble, conclusa qualche giorno fa con importanti risultati culturali. La nota può essere ridotta liberamente, per sintesi.
Con viva cordialità
Goffredo Palmerini

Riceviamo & Pubblichiamo.

25 maggio 2010

DELTENSEMBLE RACCOGLIE VASTI CONSENSI NEGLI STATES

Conclusa con successo a Rochester la tournée del gruppo musicale aquilano partita da Detroit

di Goffredo Palmerini

L’AQUILA – Alla fine, peraltro senza riuscirci, solo l’impronunciabile vulcano islandese Eyjafjallajökull ha tentato di guastare l’esito perfetto della tournée in nord America del Deltensemble, mettendo in forse il volo da Detroit per Amsterdam, di ritorno per l’Italia. Il gruppo musicale aquilano, composto da Fabrizio Casu (violino), Gianfranco Totani (sax), Carmine Colangeli (pianoforte), Edoardo Casu (flauto), Stefania Discepoli (soprano) e gli altri due componenti della delegazione – Liliana Biondi, docente di letteratura italiana dell’Università dell’Aquila e Goffredo Palmerini (Consiglio Regionale Abruzzesi nel Mondo) – riportano in Abruzzo un consistente bagaglio di consensi raccolti con la missione negli States e in Canada, che dall’8 al 17 maggio ha toccato Detroit, Cleveland, Niagara Falls e Rochester, e promettenti prospettive di sviluppo delle relazioni culturali. La tournée, un vero successo per il gruppo musicale aquilano, si è conclusa con un brillante concerto a Rochester, ridente città sul lago Ontario nello Stato di New York. Il Vice Console onorario d’Italia, Mario Daniele, un abruzzese di vaglia originario di Castelnuovo, in provincia dell’Aquila, nonostante impegni di lavoro lo tenessero in Florida e in Nevada, ha fatto in poco tempo miracoli per organizzare negli ultimi due giorni della missione nella “sua” città una conferenza e un concerto.

E’ quella di Mario Daniele un’altra delle straordinarie storie dell’emigrazione italiana. Giunto negli States negli anni Cinquanta del secolo scorso, grazie alle sue doti umane e ad una spiccata capacità imprenditoriale Daniele è presto diventato a Rochester un personaggio di punta della comunità italiana, e non solo. Self made man, uomo d’ingegno in diversi campi, ha saputo affermarsi nel settore della ristorazione di qualità con rigorosa gastronomia italiana, realizzando e gestendo una rete di strutture sotto il marchio Mario’s efficienti e splendide nelle architetture, diventate uno dei richiami forti della città. Basta infatti solo pronunciare Mario’s che tutti sanno darti indicazioni. Mario Daniele è infatti conosciuto da tutti, stimato ed apprezzato per il suo carisma. Lo si vede subito girando per Rochester, le persone d’ogni ceto si fermano a salutarlo ed egli ricambia con calore e sapienti dosi di simpatia. E’, per farla breve, una figura rilevante ed influente nella vita sociale di Rochester. Con i suoi due figli conduce una complessa e variegata attività imprenditoriale con quasi duecento dipendenti, quattro imponenti ristoranti di grande ricettività collocati in punti strategici della città. Ma Daniele è anche solidamente presente nel settore delle costruzioni, a Rochester con un avviato porticciolo sul canale che sbocca nel vicino lago ed un villaggio residenziale d’un centinaio di alloggi di prossima realizzazione, come pure in Florida, con un grande complesso turistico sulla costa a nord di Miami, in costruzione. Eppure, tra i tanti impegni che lo portano spesso in giro per l’America, la sua disponibilità per la comunità italiana non viene mai meno. Come lui i suoi figli, uno dei quali, Anthony Daniele, è un politico con un largo seguito, eletto nel Consiglio della Contea.

Rochester, capoluogo della Contea di Monroe, è davvero una graziosa città di oltre duecentomila abitanti, con un’area metropolitana che per vastità e numero d’abitanti è la seconda dello Stato, dopo quella di New York, con all’incirca un milione di residenti. Molto numerosa è la comunità italiana, tutta ben inserita ed organizzata in diversi club regionali. Con propri fondi essa ha costruito l’Italian American Community Center, un magnifico complesso di 3500 metri quadrati coperti su 10 ettari, presieduto da Vincent Carfagna, dove vengono svolte molte attività sociali, culturali e sportive. Rochester, conosciuta da metà Ottocento come The Flour City per via della produzione di farina nei suoi numerosi mulini disposti sul corso del fiume Genesee – ora un’attrazione d’archeologia industriale – è diventata nel secolo scorso The World’s Image Centre per via della Kodak, colosso della fotografia e della cinematografia, che nella città ha la sua sede generale. Città universitaria con diversi atenei, eccelle specialmente nelle discipline della musica, della medicina e dell’economia. Rinomata per le sue iniziative culturali, Rochester è diventata in pochi anni capitale del jazz con l’International Jazz Festival, il più famoso d’America, con duecento concerti in ogni edizione.

Appunto in questa città dalla forte sensibilità musicale risalta ancor più il successo raccolto da Deltensemble nel concerto eseguito nell’ampia sala che Mario Daniele ha messo a disposizione in Monroe Avenue. Pubblico numeroso, esigente ed attento, si è lasciato sedurre dalla magnifica performance dell’ensemble e dalla incantevole voce della soprano Stefania Discepoli. Ben assortito il programma, che ha spaziato da Morricone a Tosti, da Mascagni a Piazzolla, da Rachmaninoff a Casu, con intriganti sconfinamenti nella canzone mondiale d’ogni tempo congeniali alla versatilità della soprano (My way, Parlami d’amore Mariù, La vie en rose, Memory) fino a “Massera”, dolcissima serenata in dialetto aquilano che ha carpito non poche lacrime agli spettatori. Il concerto era stato preceduto da una dotta conferenza di Liliana Biondi sui vari aspetti culturali della transumanza dei pastori abruzzesi in Puglia, oggetto d’un pregevole volume pubblicato di recente da Deltensemble, con un’appendice poetico-musicale, Adagio transumante, su testi del poeta Elio Peretti e musiche originali di Casu, Totani e Colangeli nel Cd allegato alla pubblicazione. A concludere l’evento il saluto e il ringraziamento dell’Abruzzo alla comunità italiana di Rochester per la grande solidarietà verso L’Aquila dopo il terremoto, portati dal rappresentante del CRAM. Forte la commozione, appena pudicamente confusa nell’applauso finale ai concertisti. Sono stati neanche due giorni a Rochester, densi però d’emozioni e di promesse di ritorno, in futuro.

La delegazione abruzzese era giunta a Rochester dopo una breve tappa in Canada, a Niagara Falls, città turistica sulle grandiose cascate che uniscono le acque dei laghi Erie e Ontario. Si avverte una punta d’orgoglio, perché il sindaco è Ted Salci, d’origine abruzzese (Gagliano Aterno); recentemente è venuto in Abruzzo per consegnare nelle mani del presidente del Consiglio Regionale, Nazario Pagano, la somma di 130 mila dollari raccolta dalla comunità italiana per contribuire alla ricostruzione dell’Aquila. Nella città delle grandi cascate, terra dove una volta vivevano gli Irochesi, gli indiani nativi di quell’area a cavallo tra il Canada e gli Stati Uniti, la delegazione s’era recata per un breve incontro con Angelo Di Ianni, presidente della Federazione Abruzzese di Hamilton e componente del CRAM. Alcune difficoltà organizzative non hanno consentito a Deltensemble, in questa occasione, di tenere un concerto in Canada. E tuttavia sono stati avviati contatti per una prossima tournée che potrà svilupparsi tra Hamilton, Toronto, Ottawa e Montreal.

Nei giorni precedenti, il 12 e 13 maggio, la delegazione aveva fatto visita a Cleveland, in Ohio, con motivazioni solo accademiche. Gianfranco Totani, sassofonista del Deltensemble, è docente dell’Università dell’Aquila e presidente del Corso di studi in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Esperto di tecniche e costruzioni antisismiche, il prof. Totani ha partecipato nello scorso mese di dicembre ad un importante convegno sismologico tenutosi a San Francisco, in quanto membro di gruppi di ricerca internazionali nel settore, composti da docenti di prestigiose università nel mondo. A Cleveland il docente aquilano ha visitato Pile Dynamics Inc e GRL Engineers Inc, centri di ricerca della locale Case Western Reserve University, che hanno progettato e realizzato strumentazioni di misura dinamica delle celle profonde del territorio, essenziali per studiare i terremoti. Quei gruppi di ricerca, collegati ad altri di prestigiose università in tutto il mondo, tra cui anche la Facoltà d’Ingegneria dell’ateneo aquilano, stanno portando avanti studi e tecniche di misurazione del territorio molto sofisticate per meglio conoscere i fenomeni sismici. Una di queste tecniche d’avanguardia, progettata ed applicata dall’Università dell’Aquila, ed è stata giudicata la più affidabile durante un recente Congresso scientifico internazionale. I contatti presi sono stati valutati molto positivamente dal prof. Totani e preludono ad un ampliamento delle collaborazioni nel settore.

Bella città, Cleveland, ordinata e ricca di giardini, molto curati. Mezzo milione d’abitanti, assieme a Pittsburgh è considerata città con la migliore qualità della vita negli States. La filantropia dei suoi cittadini, che nei secoli scorsi ha consentito la creazione di auditorium, musei e biblioteche, rende oggi Cleveland luogo d’interessanti espressioni culturali ed artistiche nelle quali si riflettono le sue università con un’istruzione d’eccellenza. Oltre alla citata Case University, sono inoltre presenti il Cleveland Institute of Art, il Cleveland Institute of Music, e l’Ohio College of Podiatric Medicine, la Cleveland State University, la Myers University ed il Cuyahoga Community College. La city merita d’essere vista, con una visita ai numerosi musei, al Civic Center e Terminal Tower, il grattacielo che, non considerando New York, ha mantenuto il primato d’America fino al 1967, soppiantato ora dalla Key Tower, a un centinaio di metri di distanza. Sebbene l’Ohio sia appannaggio dei repubblicani, Cleveland ha invece sempre dato il voto ai democratici, probabilmente per le sue tradizioni di città industriale in uno Stato in gran parte agricolo.

La missione abruzzese aveva avuto il suo prologo a Detroit, dove la delegazione ha sostato dall’8 all’11 maggio. Quattro giorni intensi, perfettamente organizzati dalla Federazione Abruzzese del Michigan, guidata dal presidente Anthony Fioritto e dal segretario Enzo Paglia, con la vigile collaborazione di Gino Di Carlo, past president e membro Usa nel CRAM. Accanto a loro una straordinaria Sandra Tornberg ha curato il coordinamento degli impegni, un’opera eccellente svolta con l’assistenza di sua figlia Samantha, di Elio e Cathy Ripari, Carlo Di Virgilio, Mirella Marcantonio e Vince Vivio. Accoglienza molto calorosa per un evento preparato con cura in ogni dettaglio ed atteso da lungo tempo. Seguiva di qualche settimana il successo della giornata particolare che la Federazione ha dedicato ad un ospite abruzzese d’eccezione, Sergio Marchionne, top manager Fiat. L’arrivo della delegazione era stato salutato con un’agape cordiale da Piccirilli, raffinato locale d’un abruzzese di Pacentro. Presente tutto il gruppo dirigente della Federazione e Ron Di Bartolomeo, presidente dell’Italian American Cultural Center e della Camera di Commercio italiana a Detroit, prima Tony Fioritto e poi Gino Di Carlo ed Enzo Paglia hanno salutato l’arrivo della delegazione abruzzese. Gianfranco Totani, per Deltensemble, e chi scrive – che della Federazione Abruzzese del Michigan è membro onorario nel Board of directors – hanno sottolineato la rilevanza della missione sul piano culturale, accademico e musicale.

Il 9 maggio la delegazione ha dapprima partecipato all’ultimo appuntamento dell’Italian Film Festival presso il Macomb Center, con il film Marcello Marcello di Denis Rabaglia. Quindi, nel pomeriggio, Deltensemble ha dato un assaggio delle qualità musicali in un concerto “aperitivo” all’Italian American Cultural Center, con musiche da film e romanze affidate alla voce del soprano Stefania Discepoli. L’intera giornata successiva è stata dedicata alla Wayne State University, che con l’ateneo aquilano ha un rapporto di stretta collaborazione, regolato da una convenzione molto aperta. La Wayne, infatti, ormai da anni tiene in Abruzzo, a Gagliano Aterno, presso l’ex Convento di Santa Chiara la cui edificazione è antecedente all’anno Mille, corsi estivi di lingua italiana per i suoi studenti e seminari sulla letteratura e l’arte italiana. Consolidato è il gradimento per quel contesto architettonico e ambientale di notevole valore. Al campus estivo sono ammessi anche 20 studenti dell’Università dell’Aquila, selezionati per concorso fra tutte le Facoltà, per seguire un mese di corso d’inglese “full time” con docenti della Wayne University, sostenendo alla fine il “Toefl Test” che, se superato, consente di svolgere attività di studio, ricerca e lavoro all’estero, in particolare negli Stati Uniti. Dell’insediamento estivo in Abruzzo dell’università americana è stato promotore ed artefice Pasquale Casale, scrittore e ricercatore di storia abruzzese, specie sul brigantaggio, che sin dall’inizio ne cura brillantemente il coordinamento, rivelandosi provetto costruttore di opportunità tra l’Abruzzo e il Michigan.

Nell’ateneo di Detroit alter ego del progetto è il prof. Raffaele De Benedictis, docente di Lingue e Letterature Romanze, che è stato un perfetto anfitrione nella visita della delegazione alla prestigiosa università, una delle più grandi degli Usa, nel cuore storico della metropoli. Campus di vaste dimensioni, l’ateneo copre diversi isolati e si estende su 110 ettari, con centri d’eccellenza nelle discipline mediche – 9 gli ospedali policlinici collegati – ed in quelle urbanistiche, all’avanguardia in Usa. Quasi quarantamila sono gli studenti, più d’un terzo provenienti da ottanta Paesi ed alloggiati in strutture d’alto conforto. Dopo la visita generale, guidata da Raffaele De Benedictis, dalla sua assistente Elena Past e di Tony Corsetti, altro docente abruzzese dell’ateneo, sono seguiti gli incontri ufficiali. Dapprima con Kelli E. Dixon, direttore delle Relazioni internazionali e Global Program, che ha confermato la validità del progetto culturale in Abruzzo e la disponibilità ad integrarlo anche sotto gli aspetti etno-antropologici. Quindi è seguito l’incontro con il direttore del Dipartimento di Lingue classiche e moderne, Margaret Winters, molto interessata ad approfondire i temi culturali legati alla transumanza abruzzese esposti dai docenti dell’ateneo aquilano, Liliana Biondi e Gianfranco Totani. Il progetto della Wayne s’avvia dunque a rafforzarsi, anche con l’interesse della Regione Abruzzo che intende farne un modello integrato di turismo culturale per la Valle Subequana. Ma sull’argomento, per il suo rilevante interesse, ritorneremo magari in altra occasione. La serata è stata tutta particolare, da Vivio’s, locale storico in Market Street, nella vecchia Detroit, gestito da Vince Vivio. Laurea alla Oakland University, ascendenti di Paganica, Vivio è un brillante chitarrista blues con evidenti esperienze a New Orleans, oltre che ristoratore di successo.

L’11 maggio la serata di gala a Detroit, con concerto finale nell’auditorium dell’Italian American Cultural Center. Pubblico numeroso, delle grandi occasioni. Sin dai primi brani in programma, Deltensemble ha stabilito il clima giusto, man mano cresciuto in pathos per la bravura degli strumentisti e la splendida voce, di velluto, della soprano Stefania Discepoli, mentre ripercorre motivi famosi dell’opera italiana e dei brani più raffinati della musica leggera d’ogni tempo. Poi è la volta di Adagio transumante. Lacerti del testo poetico di Elio Peretti vengono recitati da Raffaele De Benedictis, mentre i brani con le musiche originali Deltensemble passano per la voce vibrante e delicata della soprano, che ti prende il cuore. La performance del Deltensemble è stata contrassegnata da lunghi applausi e standing ovation finale all’ultimo brano, il commovente canto della tradizione aquilana “Massera” (Stasera), con immaginabili emozioni del pubblico per il dramma che ha duramente colpito L’Aquila il 6 aprile 2009, lacerata dalla violenza del sisma nel suo grande patrimonio d’arte. Dei numerosi  esponenti di spicco della comunità italiana a Detroit che hanno assistito al concerto – vivissimo il compiacimento – per brevità ci si limita a segnalare la presenza di Lino Scamardella, presidente del Comites, di Teresa Nascimbeni, presidente ANFE del Michigan, e di Ron Di Bartolomeo, presidente dell’Italian American Chamber of Commerce.

gopalmer@hotmail.com




USA. Il dado è tratto per la 500 di Indy di Lino Manocchia

Il dado è tratto per la 500 di Indy

di Lino Manocchia

INDIANAPOLIS, 23 Maggio ’10 – E il brasiliano Helio Castroneves (foto), pilota del team Penske, partirà dalla pole position della 500 miglia del 30 maggio. Alla media di 227.970 miglia orarie, il tre volte vincitore della gara del memorial Day, Castroneves ha contenuto gli attacchi dell’australiano Will Power e dell’italo-scozzese Dario Franchitti, (del team Cip Ganassi) che si sono affiancati in prima fila col poleman. Ma non è detto che, per questo “privilegio” ottenuto grazie alle maggiori miglia orarie, vincerà sicuramente la mitica corsa.

In seconda fila  l’inglese Bryan Briscoe (un altro driver della Penske) avrà al fianco l’italo canadese Alessandro Tagliani, figlio di lombardi, e l’australiano Scott Dixon. Un zona  internazionale, se si vuole, con tanto di diploma… ”magistrale”.

Tuttavia mentre per molti piloti del passato Indy resta un ricordo indelebile, per altri rimarrà un sogno nell’ovale più famoso del mondo, svanito dopo 210 minuti di sfrenata, rombante sarabanda. Per un chiassoso agglomeramento di tifosi, resta l’immagine di una dozzina o 40 visite allo speedway famoso (come ricorda il cronista), e la soddisfazione di aver acquistato un cappellino ed una maglietta ricordo dell’evento. Per il “poleman” la gioia e la sicurezza di un assegno di 175 mila dollari per la prima posizione di partenza. Per gli altri piloti rimarrà la rabbia, la decisione, il disappunto o la soddisfazione per i risultati ottenuti, e la speranza che tra 360 giorni Indy riaprirà i suoi cancelli per un’altra spasmodica corsa.

E gli organizzatori? Sorridenti, ma lungi i tempi rigogliosi che annotavano frequenze sui 250 mila e passa afficionados, molti giunti dal resto del mondo. Ma ogni sport ha i suoi altalenanti diagrammi. Come il calcio, per citare lo sport più seguito. E’ sfumato il tempo dei Piola, Biavati, Meazza, Moroso, Parola ecc. Degli eroi restano i nomi e le imprese che lentamente sfumano col sopraggiungere di novità e situazioni. E’ il mondo che cambia e la bandiera passa dai nonni ai nipoti. La tradizione di una nazione si forma anche con cose così.

MAGRA PER I BAGARINI

I derelitti bagarini un tempo sulla cresta, sudano per offrire per 50 dollari, un biglietto che può essere acquistato – per la prima volta quest’anno – per 20 dollari. A noi resta la consolazione di poter annotare se le “nuove leve” al cospetto dei “vecchi calibri” valgono altrettanti elogi e dollari.

Castroneves, dunque, ha fermato il cronometro sulle 278 miglia  per compiere le quattro passate a tavoletta, pari a 10 miglia complessive, e soltanto in 24 si sono qualificati. Il resto dei 33 tenteranno oggi  di abbracciare la dea bendata, ma è tutta merce che non impressiona.

Nel primo ciclo figura anche l’italo-svizzera (rookie) Simona De Silvestro, seguita dalla presuntuosetta  Danica Patrick (foto), che proprio ieri, allo scadere del tempo, è apparsa 24ma ed ha pronunciato parole d’accusa contro il team, poiché… «non me l’aspettavo una si imbarazzante situazione.»

La driver dell’Arizona è stata fischiata, rimbeccata con rumori e criticata anche dai “fedeli seguaci”. Ma la “diva” ha detto con aria spavalda che…  «la qualifica non conta (?!). E’ la gara che deve essere vinta.»

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ABRUZZOpress – N. 186 del 23 Maggio ’10                                                                                                                            Pag 2

Comunque lei, dopo sei presenze a Indy, ancora deve far vedere di cosa sia capace contro i veri piloti della categoria. Perdoniamo l’arroganza!…

Non dimentichiamo che durante le giornate di allenamento e durante la qualifica, non sono stati assenti i colpi contro The Wall”, il muretto che cinge la pista, seguiti quasi sempre da grosse fiamme di metanolo. Per fortuna chi ci ha rimesso… le ossa sono state le costose vetture, caratteristica  questa, dell’imperterrito ovale dell’Indiana.  (nella foto, il momento dell’incidente)

Ancora cinque giorni …di attesa e i candidati si alterneranno a provare, a studiare le caratteristiche di questa pista che Mario Andretti definisce, «dalle quattro curve simili a quattro sorelle, ma ognuna diversa l’una dall’altra al momento dell’attacco del concorrente.»

Chissà se saranno amiche delle driver di sesso femminile che sperano di potersi affermare. Speranza, questa, non certo troppo vicina.

Il dado è tratto, dunque. Intanto il bailamme che precede la 500 miglia di Indy vivrà con la sfilata delle majorette lungo le avenue della città, il “party di lusso”, una minuscola maratona, mentre il pubblico annega in un lago di birra  alimentato da milioni di lattine.

“Come to see Indy” – Vieni a vedere Indy – suggerisce un immenso striscione variopinto.

Sarà per un’altra volta!…

LINO MANOCCHIA




USA. Show car Chevrolet Aveo RS: Auto per tutte le età di Lino Manocchia

Chieti, 20 Mag ‘10, Gio, S. Bernardino. – Anno XXXI n. 1883 – www.abruzzopress.infoabruzzopress@yahoo.it – Tr. di.Ch n. 1/’81


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Ap – Da Detroit


Show car Chevrolet Aveo RS: Auto per tutte le età di Lino Manocchia

DETROIT, 20 Maggio ‚10 – La Chevrolet ha annunciato il lancio della show car Aveo RS  una monovolume dinamica che piace ai giovani appassionati americani dalla persona-lizzazione  che fa  parte  del design, La spaziosità e gli extra di classe del motore turbo Ecotec 1.4L I-4 offrono un eccezionale risparmio di carburante assieme ad elevate prestazioni quando richiesto

La Aveo RS offre. inoltre, una monovolume di stile europeo ideata per attirare i giovani appassionati, e rappresenta un’anteprima di quella che sarà la prossima generazione di Aveo.Più lunga, più larga e più spaziosa rispetto alla attuale produzione Aveo, la Aveo RS mette in mostra elementi di design di alta classe sia all’interno che fuori, e presenta le numerose possibilità di personalizzazione potenzialmente disponibili sull’auto della prossima generazione.

«Il concetto della Aveo RS dimostra chiaramente che siamo pronti a fare un balzo in avanti nel segmento delle piccole auto,» afferma il presidente e direttore generale di Chevrolet Europe, Wayne Brannon. «La nuova Aveo, che arriverà in Europa nel 2011, sarà perfettamente allineata con le sensazionali nuove auto Cruze e Spark, i nostri nuovissimi prodotti del segmento delle compatte e di quello delle mini.”

«Speriamo che la show car Aveo riuscirà a dimostrare che le nostre intenzioni riguardo la ridefinizione della Aveo e della sua collocazione nel segmento delle piccole auto sono serie quanto lo erano quelle di reinventare la Malibu,» ha detto Jim Campbell, direttore generale di Chevrolet.

Prime impressioni

La show car Aveo, rifinita in Boracay Blue elettrico, offre caratteristiche di design quali la mascherina a due elementi, fari posteriori e parafanghi arrotondati, ma i progettisti hanno accentuato l’aspetto della show car grazie ad aperture basse e ad una imboccatura più bassa rifinita in alluminio spazzolato ed alluminio lucidato. I fari antinebbia esterni sono integrati in una presa di raffreddamento che finisce sui parafanghi anteriori, creando così un look aggressivo.

I fari a vista, con i loro contorni in alluminio spazzolato, sono ispirati dalla passione del progettista per le motociclette. L’elegante profilo laterale è caratterizzato da linee laterali ininterrotte, una linea di cintura alta ed una linea del tetto più bassa. Gli specchietti laterali con frecce, di color ambra richiamano la forma dell’auto e sembrano scomparire nel profilo.

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ABRUZZOpress – N. 183 del 20 maggio ’10                                                                                                                            Pag 2

A prima vista, l’auto sembra una monovolume a tre porte in quanto le maniglie degli sportelli posteriori sono posizionate discretamente nell’area del montante centrale.

«La show car Aveo RS dimostra come un design audace può dare personalità ad una piccola auto,» afferma Michael Simcoe, direttore esecutivo Design Esterno Nord America. «Vogliamo che i clienti la vedano e si emozionino.»

Nessuna auto ideata per le elevate prestazioni può guadagnare credito senza ruote e pneumatici larghi. La show car Aveo RS possiede ruote da 19 pollici, a cinque razze con rifiniture metallizzate ed il logo Chevrolet.  Le aperture delle ruote rivelano grandi pinze dei freni Boracay Blue.

Il retro della show car mantiene il look sportivo, con uno spoiler integrato che parte dal tetto, uno scappamento centrale con tubi cromati. I fanali posteriori a vista, che richiamano il design delle motociclette, sono caratterizzati dall’alloggiamento in alluminio e da un discreto logo rappresentante la Cravatta a Farfalla.

Interni spaziosi e di classe

Con i suoi interni nero opaco, messi in risalto da inserti nero lucido, metallo e blue, la show car Aveo RS riflette una cura dei particolari pari a quella degli esterni. Il tema Boracay Blue continua all’interno, con finiture lungo il quadro comandi del doppio abitacolo, inserti nelle porte anteriori e posteriori, razze del volante, leva del cambio, freno a mano, i sedili in pelle e perfino i tappetini. Il vano portaoggetti centrale integrato comprende la leva del cambio, i controlli HVAC e l’impianto stereo, compresa una porta USB. La retro-illuminazione blu ghiaccio del display audio, dello schermo di display e delle manopole mette in risalto le cuciture blu.

Il richiamo alle motociclette è evidente anche all’interno, con un contagiri analogico rotondo inserito in un visualizzatore asimmetrico LCD anch’esso rifinito in metallo lavorato con sagome rotonde; e bocchette laterali rotonde, rifinite in alluminio.

L’interno è tanto funzionale quanto di stile, con scomparti nella plancia centrale e sulle portiere. I sedili posteriori sono completamente ribaltabili per permettere di trasportare oggetti più voluminosi.

Efficienza e prestazioni

La show car Aveo RS utilizza lo stesso motore turbo Ecotec 1,4L da 138 cavalli (103kw), altamente efficiente, che sarà disponibile nella nuova Chevrolet Cruze di prossima uscita sul mercato.

La trasmissione a sei rapporti è ideata al fine di assicurare che l’auto offra una guida vivace.

Per la show car, i progettisti hanno creato uno speciale coperchio motore in graphite silver con inserti in alluminio spazzolato. Il tappo per il liquido di raffreddamento e quello per il liquido del servosterzo sono rifiniti in color blu ghiaccio, mentre le bocchette a nido d’ape che affiancano il centro del coperchio sono rifinite in color shadow chrome in modo da richiamare il colore delle ruote.

Chevrolet ha già annunciato che la nuova Aveo sarà costruita presso lo Stabilimento di Assemblaggio Orion, ad Orion Township, Mich., nel 2011, con uno spostamento che ricreerà 1.200 posti di lavoro nel Michigan sudorientale.

L. M.

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Lino Manocchia, Linoman98@aol.com      Emiliana Marcuccilli, emilianamarcuccilli@libero.it Alessandra Nigro alessandra.nigro@gmail.com

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USA. Buik presenta la “Show Car” Regal GS di Lino Manocchia

Buik presenta la “Show Car” Regal GS di  Lino Manocchia

DETROIT, 18 maggio ’10 -.E’ l’erede del 21° secolo della Buick Gran Sport con marcato design sportivo e straordinari dettagli esterni ed un look aggressivo.  Motore turbo compresso Ecotec 2,0L ad alta prestazione e trasmissione manuale a sei rapporti di velocità. Va 0-60 in meno di 6,0 secondi

Con una potenza turbo stimata di 255 (190kW), una trasmissione manuale a sei velocità ed una trazione globale adattabile, la show car Buick Regal GS è una versione hightech ad alte prestazioni della berlina sportiva più nuova di questo marchio. Ề stata presentata al North American International Auto Show del 2010.

Gli elementi meccanici sono stati sviluppati con lo scopo di fornire una guida sportiva, tranquilla e raffinata. Ha una unità motrice ideale per alte prestazioni, una carrozzeria ed un centro gravitazionale più bassi. I dettagli esterni ed interni comprendono due aspiratori di aria frontali verticali; ampie ruote di alluminio forgiato di 20 pollici e gomme di prestazione Pirelli Z-rated; volante ispirato alla auto da corsa e pedali metallici. Sedili anteriori Recaro ad alta prestazione con quattro modalità di supporto lombare ed imbottitura ad estensione.

«Abbiamo progettato la Regal GS per provare il fascino di una variante ad alta prestazione della Regal,» ha detto Craig Bierley, direttore marketing di prodotto per Buick. «Come la Regal, la Regal GS si basa sulla premiata Opel Insigna, e crediamo che questo rinvigorirà l’eredità della leggendaria Buick Gran Sport.»

L’esterno della Regal GS si distingue per gli aspiratori verticali dell’aria nella fascia anteriore, così come per gli esclusivi pannelli antiurto, un alettone posteriore integrato, doppio tubo di scappamento, colorazione Olympic White e dettagli in metallo satinato.

«L’idea era quella di rendere il modello di produzione di Regali GS più aggressivo per attirare gli appassionati delle alte prestazioni,» ha detto John Cafaro, design director della Buick. «Ma oltre al suo look aggressivo, c’è uno stile sofisticato nel design che fa da complemento alla guida.»

All’interno, la Regal GS varia dagli standard Regal presentando un interno completamente nero corvino compresi i montanti ed i rivestimenti interni del padiglione, dispositivo di cambio sportivo per la trasmissione manuale a sei rapporti  ed un volante, piatto nella parte inferiore, rivestito in tessuto scamosciato, che rievoca quelli usati nelle corse automobilistiche internazionali. Il cruscotto si illumina di una luce blu ghiaccio quando il guidatore avvia la modalità sport del Sistema di Controllo Guida Interattivo (IDCS-Interactive Drive Control System).

Prestazione  turbo a trazione integrale permanente (AWD) – La potenza della Regal GS viene da un motore turbo Ecotec ad alte prestazione di 2,0l con tecnologia a iniezione diretta. Si basa sul motore che sarà offerto sui modelli Regal CXL ad estate inoltrata, ma il motore ed il turbocompressore sono stati modificati per garantire una maggiore pressione di spinta nel GS. La maggiore potenza viene stimata a 255 cavalli (190kW) e 295 lb-ft di coppia (400 Nm)

Il motore è associato alla trasmissione manuale a sei rapporti che dirige la coppia ad un sistema di trazione globale adattabile calibrato per una guida impegnativa. Nelle curve, il differenziale elettronico a slittamento limitato del veicolo garantisce cha la potenza venga distribuita in maniera efficiente nelle curve.

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ABRUZZOpress – N. 178 del 18 maggio ’10                                                                                                                            Pag 2

Si prevede che la grande prestazione degli elementi di torsione consenta a Regal GS di accelerare a 0 a 60 m/h in meno di 6 secondi. A tale prestazione si aggiungono sospensioni a 4 ruote indipendenti, con un esclusivo design anteriore del Montante ad Alta Prestazione (HiPerStrut). Il sistema HiPerStrut riduce l’influenza della coppia del motore sulla sterzata e mantiene una curvatura negativa in fase di curva. Questo migliora i livelli di aderenza su strada in condizioni di asciutto e bagnato, oltre a migliorare la sensazione diretta della strada, isolando nel contempo reazioni indesiderate. Al volante, il guidatore avverte una minor sterzata indotta dalla coppia motrice (torque steer), maggiore aderenza e potenza in curva, assieme ad una migliore maneggevolezza, precisione di sterzata e di reazione.

Le caratteristiche Regal GS comprendono un sistema frenante Brembo ad alta prestazione con dischi forati da 14 x 1,2 pollici (355 x 32 mm); quattro pistoni, calibro in alluminio di elevata robustezza, e pastiglie ad alta prestazione.

La Regal GS è inoltre equipaggiata con la tecnologia di un Sistema di Controllo Guida Interattivo (IDCS) (offerta anche sui modelli Regal CXL con il motore turbo 2,0l). Offre maggiore stabilità e sicurezza nella guida, mentre adatta le caratteristiche di guida del veicolo alle preferenze del guidatore. Il guidatore dispone di una scelta tra tre modalità operative – normale, sport e GS – che cambiano la posizione delle sospensioni, la risposta dell’acceleratore e la sensibilità di sterzata attraverso il sistema variabile di sterzo.

L.M




USA. Quando Forsythe e Fabi fecero tremare Indy di Lino Manocchia

Quando Forsythe e Fabi fecero tremare Indy di Lino Manocchia

INDIANAPOLIS, 17 Maggio ’10 – Il colosseo d’acciaio ha spalancato i cancelli del campo di battaglia motoristi-ca e già i concorrenti della “corsa più bella del mondo”, hanno lanciato i loro bolidi sull’ovale di 2 miglia e mezzo. Allo scadere della giornata il brasiliano  Helio Castrone-se – che  ha conquistato tre allori nel passato – si è subito piazzato in testa al gruppo col miglior risultato.

Il mulino a vento della memoria non ha resistito dal rimuginare tante memorie del passato. Corsa o spettacolo? Qualche purista dell’auto storce il naso, ma se è vero che la parte spettacolare può apparire predominante, è altrettanto vero che la perizia e la potenza delle auto garantiscono un elevato  contenuto tecnico. Il libro d’oro di Indy annovera una cornucopia di patron, organizzatori, concorrenti, ognuno ricco di episodi che il tempo non riesce a cancellare.

Prendiamo ad esempio Teodoro “Teo” Fabi (foto) – nato il 1955 – e il suo primo patron della serie Cart, Gerald “Jerry” Forsythe. Il pilota milanese, sposato con Gloria, madre di Stefano e Marina, offre una panoramica ricca di avvenimenti che vanno dalla Cart.PPG Indycar, alla Can Am e alla Formula Uno.

Il giovane ingegnere di aeronautica, “auto-pensionatosi” dallo sport sciistico, nel 1983 entrato nello speedway di Indy emise subito un giudizio molto critico: «Questo posto non è per me. Le macchina girano troppo velocemente.» Ma il “minuscolo di statura” dopo un po’ di prove fermò il tachimetro sulle 203 miglia, sbalordendo la stampa e impressionando gli avversari. Ironia della sorte il magnate Jerry Forsythe aveva deciso di far correre con la sua March-Cosworth  il famoso Johnny Ruterford, se non che un patron offrì una borsa più ricca al texano lasciando di stucco Forsythe il quale, per tutta risposta ingaggiò Teo Fabi.

Durante le qualifiche, l’americano Mike Mosley schiacciava 205 miglia che ben presto salivano a 207.2273, ma un’ora dopo lo speaker annunciava che un “atalian of Milan” aveva registrato 208.049 miglia (record sul giro) conquistando la pole position. Vi  lascio interpretare il maremoto morale in seno allo speedway!… E sopraggiunse la corsa. Grande tensione nei pit per il fatto che Teo per circa una quarantina di giri  (dei 200 in programma) guidava con disinvoltura e decisione, tanto da meritarsi il nomignolo di “Terror of the track”.

Ma, yella cattiva!, una valvola difettosa del bocchettone, alla 44.ma passata, troncava “il sogno nell’ovale” di uno dei più brillanti personaggi dell’auto italiana.

JERRY FORSYTHE

Il magnate di Wheeling è affabile, premuroso, cortese, dal tono didattico, instillato dalla esperienza. Ha lo stile, compunto e distaccato del signore. Gli amici lo definiscono un Concord.

Il malaugurato dettaglio del bocchettone non  riuscì a frenare la passione e la decisione del ricco industriale. Tornato alle piste, fa lega col noto tecnico Barry Green – del quale ci siamo interessati di recente – e comincia a puntare il dito su alcune operazioni di sviluppo sportivo. Crea la Formula Atlantic, nel 1994 entra a gareggiare nella Cart PPG con Jaques Villeneuve che vince il titolo di “Rookie of the year.” Nel 1995 decide di partecipare nella  serie CART (Championship Auto Racing Team), in netto contrasto con Tony George, nipote del grande Tony Hulman fondatore dello speedway di Indianapolis, che aveva  “creato” la Indycar, di valore al di sotto della rivale serie  CART.

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ABRUZZOpress – N. 174 del 17 maggio ’10                                                                                                                            Pag 2

Dal Canadà giungono drivers come Greg Moore, Patrick Carpentier Alex Tagliani, Paul Tracy, i quali difendono i colori bianco blu delle vetture di Forsythe (nella foto con Paul Tracy).

Numerose, eccitanti e meritate le vittorie di Paul Tracy che lo premiarono col  titolo di campione della serie. Intanto i regolamenti anti tabacco assotti-gliano la serie e gli sponsors, e Forsythe, con i partner Kalkhoven e Gentilozzi decidono di acquistare tutti i motori Cosworth della serie mentre pone il controllo della gara Molson Indy di Toronto e del G.P. di Long Beach, tutt’ora in vigore.

Nel 1995 Jerry amplia il suo potere d’acquisto incamerando la pista di Monterrey e Mexico City.

Qualche anno dopo la scarsità di sponsors, la guerra fredda con Tony George, in cerca di “assoluto comando” pur non essendo all’altezza della situazione, non accetta di collaborare con la Irl e abbandona il campo motorizzato.

Nel settore commerciale le attività del magnate di Wheelings, alla periferia di Chicago, avrebbero ovviamente, bisogno di un libro.

Jerry Forsythe è Chairman e CEO della ditta INDECK che produce, vende e affitta in tutto il mondo, gigantesche caldaie che scaldano l’acqua producendo vapore, al 90% “asciutto,” ad alta pressione. La ditta si avvale di 75 ingegneri, tecnici e finanzieri, ed un centinaio di addetti alle operazioni giornaliere. La Indeck qualche anno fa fu inclusa al settimo posto tra le numerose compagnie  americane, private, di rapido sviluppo.

Come noto Indeck era il familiare logo che appariva sulle vetture bianco blu (foto) di Jerry. 

Proprietario di vasti ranch e immense estensioni di terreno, nella natia Marshall (Illinois), un anno fa acquistò il Garland Resorts in Lewiston (Michigan), fornito tra l’altro di 4 golf course (campi da gioco di 18 buche) e di tutte le comodità per tutte le stagioni. E chiudiamo qui, senza prima chiedere:

Jerry, quellapassionaccia” per le corse, dove èandata a finire?

«Come sai ho partecipato anche al campionato Atlantic con piloti capaci di concludere in testa alla classifica, ma ormai, cercare di rinverdire un  campionato monoposto appassito, è pressoché sciocco.  Se si osservano gli ostacoli che, quotidianamente, la Irl deve superare,» prosegue Forsythe, «la mancanza assoluta di sponsors che spesso lasciano sul lastrico ottimi piloti (come  il figlio di Bobby Rahal – n.d.r), la mancanza di decisioni in seno al quartier generale della serie, i costi  in continua avanzata, e tanti altri dettagli di vasta portata, vien fatto di dire: Buona fortuna!…»

E chi vincerà quest’anno la 500 miglia?

«Indianapolis è  come una roulette, quando la bandiera a scacchi si abbasserà di sicuro offrirà qualche grande sorpresa. Del resto Indy è fatta così.»

LINO MANOCCHIA