L’Aquila. “L’AQUILA NEL MONDO”, FATTI ED EVENTI DELLA CAPITALE D’ABRUZZO. Prossima l’uscita d’un libro di Goffredo Palmerini: le notizie a cavallo del terremoto del 6 aprile 2009
Gentile direttore,
è in stampa e sta per uscire, pubblicato da One Group Edizioni, “L’AQUILA nel Mondo” – Notizie, fatti ed eventi prima e dopo il 6 aprile 2009. Maggio 2008 – Dicembre 2009.
Il testo ha la prefazione di Letizia Airos, una delle penne più brillanti del giornalismo italiano negli Stati Uniti. Letizia Airos scrive infatti su America Oggi – il quotidiano italiano pubblicato a New York e più diffuso negli States – e dirige la testata bilingue multimediale i-Italy (www.i-Italy.org), tra le sperimentazioni più interessanti ed avanzate della nuova comunicazione, realizzata in partnership con il “John D. Calandra Italian American Institute” (City University of New York).
Se può essere d’interesse, con il consenso dell’editore, ecco un’anticipazione della nota di Letizia Airos in prefazione al mio volume, che sarà in libreria a metà maggio.
La nota, che invio con anticipo perché sarò all’estero per una decina di giorni, non ha alcuna premura e può essere eventualmente pubblicata con tutta comodità rispetto a più pressanti esigenze editoriali.
Goffredo Palmerini
Immagini allegate:
Letizia Airos;
Copertina del volume;
Letizia Airos (seconda, da sinistra) con alcuni collaboratori di i-Italy.
Prossima l’uscita d’un libro di Goffredo Palmerini: le notizie a cavallo del terremoto del 6 aprile 2009
Per scelta dell’editore, i proventi derivanti dalla vendita del libro saranno destinati all’Istituto Cinematografico dell’Aquila per contribuire al restauro delle pellicole della sua prestigiosa Cineteca danneggiate dal terremoto. L’uscita del volume in libreria è prevista per metà maggio e la presentazione per i primi giorni di giugno.
Ricordo quella notte come se fosse oggi, ho continuato a aspettare diverse ore invano un notiziario Rai che mi aggiornasse. Lo hanno invece fatto le televisioni internazionali e prima di tutto la Rete. E proprio grazie ad Internet, nonostante la distanza, ho sentito quasi fisicamente quelle scosse. In pochi istanti ho ripercorso con la memoria quei luoghi dove mi portava mio padre Nicola.
Ancora oggi, dopo mesi, riferirmi ai quei giorni, e scrivere la prefazione ad un libro intitolato L’Aquila nel Mondo – Notizie, fatti ed eventi prima e dopo il terremoto del 6 aprile 2009, non è facile senza lasciarmi andare a pensieri, ricordi. Viene facilmente meno quel distacco che ogni giornalista deve sapersi imporre e, a dire il vero, fa capolino anche un po’ di rabbia.
Ma sono contenta di scrivere queste righe che accompagnano il lavoro del ‘cesellatore’ Palmerini. Gli scritti che l’impagabile conterraneo ha messo insieme sono stati realizzati e raccolti con la pazienza di un antico artigiano. Usando lo scalpello della sua onesta passione per una comunicazione efficace ed immediata ci dona lo spaccato di un Abruzzo vivo, che non hai mai smesso di respirare. L’Aquila “di prima” guarda con tenacia all’Aquila di “dopo” e mantiene agli occhi di chi legge, nonostante la tragedia che l’ha colpita, tutto l’orgoglio di una terra che non si lascia abbattere mai. Neanche dopo un terremoto.
Il filo rosso che unisce gli articoli raccolti da Palmerini è dunque un Abruzzo che respira, un Abruzzo di persone, uomini e soprattutto donne, giovani, luoghi, chiese, eventi, politiche, sport, che di pagina in pagina stupisce ancora di più perché raccontato a cavallo tra diversi continenti.
Ricevo, come tanti miei colleghi nel mondo, i comunicati, le foto, i video, gli articoli e le segnalazioni di Goffredo Palmerini. Arrivano, tutti i giorni o quasi, e li scorro insieme al mio cappuccino del mattino. Sono sempre stimolanti perché raccolgono contributi eterogenei da tutto il mondo, e chi legge ha la possibilità di trovarvi delle angolature tematiche insospettabili. Si fanno delle vere scoperte.
E devo dire che questo è successo ancora di più nel dopo-terremoto, quando molte sono state le segnalazioni che hanno fatto da contraltare ad un’informazione spesso troppo “istituzionale”, che raccontava più i successi del Governo che le difficoltà e conquiste quotidiane delle persone. Negli articoli che il giornalista abruzzese scrive o propone compare invece soprattutto la vita reale. Anche quelli che a prima vista possono sembrare freddi resoconti nascondono dentro di sé storie vere, piccole o grandi che siano.
Dobbiamo molto a Palmerini noi italiani all’estero. Ci permette uno sguardo, anche disincantato, ad un’Italia spesso imperscrutabile. Come un cesellatore appunto, pian piano, consapevole dell’importanza della tecnologia per fare rete ed informare, ha messo su molto più di un network giornalistico. Ha dato voce e fatto passare voci che sarebbero a volte rimaste poco ascoltate. Lo ha fatto e lo fa sempre con discrezione e con la delicatezza di chi sa proporsi senza essere invadente.
E sfogliando le pagine di quest’ultimo contributo in carta ve ne renderete conto. Testate dall’Argentina, Canada, Messico, Perù, Stati Uniti, Sud Africa, Svizzera… grazie a lui hanno raccontato la sua terra e gente nel mondo. Gli argomenti affrontati sono i più vari: dall’emigrazione alla politica, dalla cultura allo sport, visti fuori dall’Italia ed in Italia.
Palmerini racconta e lascia raccontare la realtà con passione e lungimiranza, senza farsi affascinare da certezze, raccoglie contributi diversi, magari anche contraddittori, fa parlare attraverso le più svariate angolature l’emigrazione italiana all’estero e oggi anche quella in Italia. La sua rete collega buona parte delle realtà associative regionali all’estero che conosce molto bene.
Ed è grazie a questo rapporto con le associazioni, ed in particolare con l’Anfe (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), che ho avuto l’opportunità di incontrarlo personalmente un anno fa a Palermo. Era una duegiorni sul rilancio del ruolo delle associazioni italiane ed ero stata chiamata a coordinare i lavori in qualità di direttore del settimanale multimediale telematico che dirigo a New York, www.i-Italy.org.
La domanda a cui si è cercato di dare una risposta era: “Quali politiche innovative mettere in campo per rilanciare il ruolo dell’associazionismo, perché sia in grado d’innovarsi verso i giovani e contribuire alla ricostruzione della continuità culturale ed a custodire la ricchezza della propria storia?”.
Da questo punto di vista c’è da lavorare molto sul linguaggio e sui mezzi di comunicazione, utilizzando le nuove tecnologie e tutti gli strumenti che la rete consente. Questo è l’intento della testata che dirigo, e con Palmerini su questo terreno si è creata subito una simbiosi.
A lui in fondo dobbiamo, e da tempi insospettabili, l’intuizione di tutto questo e alle sue semplici email, con cui è riuscito a far comunicare Germania e Repubblica Dominicana, Australia e Canada, Stati Uniti e Argentina e Brasile … creando insospettabili link, connessioni vive in un percorso interattivo che ha attraversato i continenti.
Sono testimonianze che raccontano di una vitalità e di una caparbietà unica. Lasciamoci andare quindi, abruzzesi e non, ad una lettura che ripercorre il passato ma che vive di presente, con storie vere che hanno come protagonisti uomini e donne veri. Storie che vivono nel loro essere appena passate.
Continuerò a seguire Palmerini da New York, felice di essere nella sua rete, per vivere il presente, ma anche per rivivere il ricordo della terra di mio padre che ho ritrovato, per esempio, in un articolo che citava lo statista Lorenzo Natali, incontrato quando ero bambina. In quelle lunghe e bellissime vacanze estive sulla spiaggia di Vasto.
Letizia Airos